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 Oggetto del messaggio: Simbolismo: “centro del mondo” e “pietra angolare"
MessaggioInviato: 24/07/2013, 18:43 
Articolo di Yuri Leveratto
Fonte: http://www.yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=379

Secondo il filosofo francese René Guénon (1886-1951) vi sono notevoli similitudini tra le varie religioni e correnti filosofiche che si riferiscono a centri spirituali, più o meno occulti e inaccessibili.
Se analizziamo i concetti di “centro del mondo” e “centro supremo”, ci rendiamo conto che in ogni civiltà, e quindi in ogni religione, vi è il concetto di “centro”.
Di solito il “centro del mondo” è il luogo dove apparve la “persona suprema”, o il “salvatore del mondo”, altre volte invece è il luogo dove è sepolto il più importante dei suoi seguaci.
Il “centro supremo” è invece un luogo irraggiungibile, inaccessibile, mitico e mistico, dove sono racchiuse le tradizioni originali di un popolo, e dove non possono essere corrotte. E’ un luogo “puro” per antonomasia, e pertanto considerato “sacro” nella coscienza dei fedeli o adepti.
Il concetto di pietra angolare è anch’esso antichissimo.

Immagine

La pietra, e per estensione la roccia, rappresenta ciò che non si può corrompere, che non si può adulterare, e pertanto simboleggia la purezza e l’autenticità.
Il concetto di pietra è spesso associato a quello di montagna incrollabile, o luogo indistruttibile e incorruttibile. All’interno della montagna vi sono le caverne che richiamano al concetto di Cuore, ovvero di centro del mondo, l’organo da dove il sangue viene pompato, con il fine di irrorare e quindi di dare la vita a tutto il corpo.
Nell’antico Egitto il centro del mondo era rappresentato dalla grande piramide di Cheope che fu costruita sul trentesimo parallelo. I suoi quattro lati sono orientati esattamente sui punti cardinali e la sua altezza (149 metri), richiama alla distanza tra la Terra e il Sole. La grande piramide è per eccellenza la “montagna sacra” dell’antico Egitto, ed ha al suo interno numerose camere segrete, (le caverne).
E’, allo stesso tempo: montagna, caverna, asse del mondo, roccia incrollabile e pietra angolare.
Nell’antica religione dei Greci, mentre il centro spirituale era Delfi, dove vi era l’oracolo, il centro supremo era il monte Olimpo, dove risiedevano gli Dei.
Anche la religione induista ha una montagna sacra che si chiama monte Meru. Il centro del mondo per gli induisti è invece la città santa di Varanasi, dove sono sepolti i resti di Brahmá e di Sati (la sposa di Shivá).
Nella religione buddista tibetana il centro del mondo è la città di Lhasa, dove risiedeva (prima della conquista cinese), il Dalai Lama, mentre il “centro supremo” è il regno sotterraneo dell’Agarttha, dove risiederebbe il re Brahatma, il mediatore originale tra Dio e gli uomini.
Spostandoci verso ovest troviamo la Mecca, che è il “centro del mondo” per gli islamici. All’interno della moschea della Mecca vi è la “pietra nera” che si trova all’interno della Kaaba: qui torniamo al simbolismo della pietra angolare. Per gli islamici la montagna sacra è il Qaf, che non si può raggiungere “ne per terrà ne per mare”.
Nella religione ebraica il centro del mondo è la città di Gerusalemme, mentre innumerevoli sono, nella Bibbia, i riferimenti alla pietra angolare, come per esempio la pietra di Giacobbe. A tale proposito riporto un passaggio della Genesi: (Genesi 28, 10-22)

Or Giacobbe partì da Beer-Sceba e se ne andò verso Haran. Giunse in un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Allora prese una delle pietre del luogo, la pose sotto la sua testa e in quel luogo si coricò. E sognò di vedere una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ed ecco l'Eterno stava in cima ad essa e gli disse: "Io sono l'Eterno, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco; la terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza; e la tua discendenza sarà come la polvere della terra, e tu ti estenderai a ovest e a est, a nord e a sud; e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza. Ed ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque andrai, e ti ricondurrò in questo paese; poiché non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che ti ho detto".
Allora Giacobbe si svegliò dal suo sonno e disse: "Certamente l'Eterno è in questo luogo, e io non lo sapevo". Ed ebbe paura e disse: "Questo luogo è terribile! Qui è la casa di Dio, e la Porta del Cielo!". Così Giacobbe si alzò al mattino presto prese la pietra che aveva posta sotto la sua testa, la eresse come stele e versò dell'olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Bethel, mentre prima il nome della città era Luz. Poi Giacobbe fece un voto dicendo: "Se Dio sarà con me e mi proteggerà durante questo viaggio che faccio, se mi darà pane da mangiare e vesti da coprirmi, e ritornerò alla casa di mio padre in pace, allora l'Eterno sarà il mio Dio; e questa pietra che ho eretta come stele, sarà la casa di Dio; e di tutto quello che tu mi darai io ti darò la decima.»

Nella religione cristiana il centro del mondo è Roma, in quanto Simone, detto “Pietro” da Gesù, vi morì e vi sono sepolti i suoi resti.
Pietro fu incaricato da Gesù di divulgare il suo messaggio “a tutte le nazioni” e così viaggiò a Roma, allora il centro dell’impero più potente dell’Occidente, da dove iniziò le sue predicazioni.
Il “centro supremo” della religione cristiana, come anche della religione ebraica e islamica è “il Giardino” o “Paradiso terrestre”, dove vi fu la “caduta dell’uomo”, ovvero la disubbidienza dell’uomo a Dio. Nel Giardino l’uomo era perfetto, perché non conosceva il Bene e il Male.
Da notare il simbolismo della pietra angolare con il nome di “Kefa”, in aramaico, che significa “pietra”, e quindi “Pietro”, che fu dato da Gesù a Simone. Gesù stesso era chiamato “roccia”, per simbolizzare l’incorruttibilità assoluta.
René Guénon fa notare che durante il Medioevo esistette un “centro supremo” nell’immaginario collettivo del mondo cristiano, un luogo dove un prete cristiano governava un regno perfetto, e dove la parola di Gesù era seguita in modo esemplare. Era il regno del Prete Gianni (re-sacerdote, come Melquisedek), che fu cercato a lungo sia in Etiopia che nell’Asia Centrale.
Nel post medio-evo cristiano i Templari ricercarono a lungo il Graal, la coppa che raccolse il sangue di Cristo sulla croce. Da un punto di vista simbolico anche qui ritroviamo il concetto di montagna: in Montsalvat, infatti, sarebbe nascosto il Graal (caverna all’interno della montagna).
Il concetto di Omphalos (ombelico) o centro del mondo, esiste anche nel Nuovo Mondo.
Per i popoli andini il “centro” è sempre stato il lago Titicaca, (isola del Sole), perché vi apparve Viracocha, il signore supremo, e da li iniziò a riordinare il mondo dopo il diluvio. Ecco che Tiahuanaco, la città di pietra costruita originariamente presso il lago, assunse la funzione di “centro del mondo” per i popoli andini pre-inca.
Per gli Incas invece fu il Cusco l’Omphalos per eccellenza, la città costruita come un puma, esso stesso simbolo di forza e purezza.
Per le culture andine dopo la conquista spagnola, il centro supremo, ovvero il luogo dove sono mantenute intatte le tradizioni originarie dell’Inca, è il Paititi, che il gesuita Blas Valera ha indicato essere ubicato nell’Antisuyo, ovvero la selva amazzonica adiacente alle Ande.
Nei disegni di Blas Valera si descrive il Paititi come incastonato nel lato andino di una montagna a cinque punte.
Anche nelle tradizioni cinesi il concetto di centro del mondo e montagna sacra è fortemente radicato nella coscienza comune.
In Cina, dove la religione più importante è il taoismo, vi sono cinque montagne sacre. La più importante è il Tai Shan, considerata dai Cinesi come la dimora degli Dei.
Per René Guénon l’unica spiegazione per le varie similitudini e analogie tra le differenti correnti filosofiche è che siano l’emanazione di un antichissimo centro di culto e conoscenza primordiale, dal quale si sono poi sviluppate le differenti religioni.
A mio parere quest’antichissimo centro di culto potrebbe essere stato l’Etiopia, dove si originò l’Homo Sapiens, lo Yemen o forse la costa meridionale del Gujarat (India), dove si sviluppò, secondo gli ultimi ritrovamenti archeologici, una delle più antiche civiltà antidiluviane del mondo, quella di Khambat.


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