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MessaggioInviato: 25/07/2015, 10:44 
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MessaggioInviato: 26/07/2015, 08:51 
gippo ha scritto:
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MessaggioInviato: 27/07/2015, 03:23 
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MessaggioInviato: 27/07/2015, 08:05 
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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 27/07/2015, 15:56 
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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 29/07/2015, 16:46 
Nella recente intervista di Baiata, riportata qui viewtopic.php?f=3&t=17809, ho trovato una citazione interessante
A proposito di abductions Mary Rodwell: «Alcuni incontri suggeriscono che queste intelligenze possono lavorare o interagire in dimensioni di realtà non-fisica, come le dimensioni dell’anima. Ciò include il Contatto o la comunicazione con loro, prima ancora della nostra attuale incarnazione fisica… Ovvero la vita attraverso le vite, nello stato dell’anima. Inoltre, questa interazione può anche continuare dopo la nostra morte fisica. Dopo la nostra attuale incarnazione umana, possiamo rimanere coinvolti con queste intelligenze…».


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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 01/08/2015, 01:33 
Guarda su youtube.com



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 10/08/2015, 13:07 
La ricerca

Come ricercatori spirituali stiamo cercando, perché c’è la sensazione che qualcosa manchi nell’esperienza del corpo/mente. È questo senso di mancanza che dà luogo alla ricerca, l’azione della ricerca non è in alcun modo personale. In essa non c’è alcun ricercatore in quanto tale, ma semplicemente l’azione di ricerca causata dalla sensazione di una mancanza di qualcosa.

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Non si riconosce ciò che è già presente e ciò che è trascurato è allora cercato, come se si trovasse altrove.

Ciò che è presente è il nulla, che è la sorgente di tutte le cose, ma poiché la sua natura è priva di ogni descrizione, quando lo si cerca lo si fa come se fosse un qualcosa e quindi non lo si riconosce per ciò che veramente è. Il nulla, quando cercato come un qualcosa, viene ignorato anche se è sempre presente.

C’era un tempo per ognuno e ciascuno di noi in cui questa azione di ricerca non sorgeva perché non c’era alcun senso di mancanza. Il motivo per cui non c’era alcun senso di mancanza era perché c’era un riposare nell’Unità. Da bambini piccoli questo era vero di ciascuno di noi e fino a tale momento – prima che si affermasse nella mente l’idea che ci fosse un agente delle azioni eseguite tramite il corpo – quest’Uno era conosciuto in modo diretto. La ricerca è cominciata nel momento in cui questo senso di Unità andato perduto.

Si è perso nell’istante in cui la mente è riuscita ad individuare un essere immaginario all’interno del corpo, responsabile di ciò che il corpo faceva e dei pensieri che apparivano in quanto mente. Prima della formulazione di questo concetto non c’era nessuna idea che qualcuno fosse presente come autore di ciò che stava accadendo. La creazione di questo personaggio immaginario all’interno della mente segna il momento della separazione all’interno di ciò che è essenzialmente un’Unica Coscienza ininterrotta.

Questo essere immaginario non è altro che questo, immaginazione. Quando l’Unità stessa ha perso di vista se stessa si è cominciato a creare un’identificazione con ciò che è presente e dato che il corpo/mente è presente in tutte le circostanze dell’esperienza umana è del tutto naturale che ci si identifichi con esso e si reclami di essere il corpo/mente. Ciò che sta compiendo quell’identificazione è la Coscienza impersonale stessa. Una volta che la realizzazione avviene e l’attenzione si riposa nel vedere l’Uno, allora la ricerca volge al termine.

Ci sono molti suggerimenti su come arrivare a questa realizzazione che è in realtà il nostro stato naturale, ma tutti essi sono destinati a fallire in quanto presumono fin dall’inizio che ci sia qualcosa a cui arrivare e un qualcuno a compiere quell’arrivare, quindi tali sforzi rafforzano proprio ciò che affermano di voler rimuovere, il senso di un “me” personale. Fintanto che il ‘me’ resta presente mentre cerca di rimuovere se stesso per raggiungere questa unicità onnipresente – che non può essere vista a causa dell’identificazione con il concetto del ‘me’ – questo concetto continuerà ad esistere e così anche l’azione di ricerca continuerà a sorgere. Il riconoscimento che ciò che è cercato è sempre presente e non riposa in un momento futuro mina alla base l’idea di un obiettivo o un percorso da compiere. L’attenzione allora inizia a passare sempre più tempo semplicemente nell’essere presente a ciò che è, invece di proiettarsi in un immaginario altro momento nel futuro.

In questo modo l’energia, che in precedenza era stata proiettata fuori, inizia a passare più tempo a riposare nel presente e quando tutta l’energia cessa di alimentare l’idea di un futuro o passato, allora tutto quello che rimane è l’eterna presenza, che è colta come ciò che era stato cercato tutto il tempo. Non c’è assolutamente nulla che possa essere fatto per realizzare tutto questo, esso giunge se o quando l’azione della coscienza sorge in tal modo. Smettere volontariamente di cercare è anch’esso inutile, in quanto anche tale azione avrebbe un’intenzione dietro di sè e quindi non potrebbe portare al riconoscimento di una presenza che è senza causa e non intenzionale.

Una volta però si è visto chiaramente che tutta la ricerca è semplicemente un’azione della coscienza – che si è identificata con l’idea di essere un qualcosa e si ignora dunque in quanto sempre presente nulla, e quindi non si riconosce in quanto tale – allora inizia la dis-identificazione con l’essere un ricercatore e si dissolve l’idea di un autore delle azioni. Ciò che si è cercato non è una cosa, non è un’esperienza di qualunque tipo, ma l’Uno che vede la comparsa e scomparsa di ogni e qualsiasi esperienza all’interno di se stesso.

Quest’Uno è sempre presente al di fuori del gioco del tempo e osserva l’andirivieni delle cose nel tempo.

Questo è quello che è stato cercato ed è ciò che si è. Quest’Uno solo si manifesta come tutte le forme e tutte le esperienze. Esso non può essere trovato attraverso la ricerca, dato che l’identificazione con l’azione presuppone che ci sia qualcosa da essere cercato e trovato, e che ci sia un qualcuno a fare la cerca, ed è proprio questo ciò che impedisce il vedere ciò che si è.

Ciò che rimane quando tutta l’energia proiettata nella ricerca finisce è questo nulla, che esisteva già prima della comparsa di ogni energia. Questo nulla è alla base di tutto ed è la risposta ricercata, da solo è in grado di riconoscere se stesso direttamente, non richiede alcun intermediario o mezzo o sforzo di qualunque tipo.

L’Amore non ha bisogno di oggetto. L’Amore è ciò che non conosce alcun senso di dualità. Nessun senso di alterità. Quando l’Amore è vero di noi allora tutto è visto essere Uno e in questo riconoscimento la ricerca finisce.

http://realtofantasia.blogspot.it/2015/ ... cerca.html



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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 27/08/2015, 04:21 
Leggendo il libri di Michael Newton emerge che l'elemento principale di apprendimento per le anime sarebbero le relazioni sociali fra le persone, come ci comportiamo con gli altri.
La regola base sarebbe "ama il tuo prossimo come te stesso", quindi ogni peccato/debito karmico viene prodotto contravvenendo a tale regola
Il peccato peggiore è quello di sopraffare il prossimo o rimanere indifferenti alla sofferenza
Ogni volta che non si rispetta tale regola, nei rapporti con una persona, si crea un debito karmico

Penso che sia praticamente impossibile, nell'arco di una vita basata sulla sopravvivenza, non infrangere tale regola
Quindi diviene impossibile non essere considerati colpevoli in fase di giudizio ed essere costretti (con le buone) a reincarnarsi per saldare il conto
Penso che colpevolizzare gli atteggiamenti di sopravvivenza sia un sistema ingannevole.

Mi chiedo se "anima", un essere immortale che può costruirsi il proprio mondo, ha davvero bisogno di venire sulla terra (un granello di sabbia nell'universo), sporcarsi di un atteggiamento che viene considerato negativo e poi passare diverse vite per riuscire a liberarsene.


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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 19/09/2015, 17:32 
Guarda su youtube.com

http://www.claudioguarini.com/
Documentario sull'inganno a cui umanità è stata sottoposta ma che in questi ultimi mesi sta venendo allo scoperto..
Un ringraziamento particolare all'intervento di Salvatore Brizzi i cui video sono estratti dalle conferenze di http://nonsoloanima.tv
e un ringraziamento va anche ad alcuni video presi dai canali di spirito intelligente, connesione cosciente, antimaterialista e soraya luna.



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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 22/09/2015, 00:06 
Ho trovato questo interessante articolo
http://ununiverso.altervista.org/blog/n ... ttivo-che/
Non ho trovato interessante l'articolo in se ma la riflessione alla quale mi sta portando

Non so chi sia l'autore, per me solo uno dei tanti
Ho trovato molto curioso come l'autore parli dei falsi guru con queste parole
Cita:
Per risvegliarti alla verità che cerchi, devi abbattere le menzogne. Le menzogne… a cui siamo cosi tanto attaccati. Vogliamo aggrapparci alle illusioni e allo stesso tempo illuminarci. E’ impossibile. Ma ci sono centinaia di guru fasulli e “maestri spirituali” che ti diranno che è possibile. Ti offrono processi per diventare felice, realizzato, calmo, trovare la tua anima gemella, essere positivo, avere il lavoro giusto per te, far molto denaro, riequilibrare i chakra, essere in piena salute e altro ancora che desideri. Tutto questo non ha nulla a che fare con il risveglio: è solo lustrare l’ego. Costoro ti riportano dritto nella matrix . Puoi persino essere abbastanza fortunato ed avere una gabbia dorata, ma è pur sempre una gabbia, in cui tu resti imprigionato in schiavitù. Questa è la via che la piu’ parte della gente sceglie di seguire e che è ben trafficata dal gregge.

Ma non si renda conto che lui stesso potrebbe essere oggetto della stessa critica
Tutti gli altri sbagliano ... imprigionato dall'ego senza saperlo

Credo ci sia da riflettere su questo
Sinceramente non so dove sia la verità ma presumere di conoscerla penso sia un percorso ingannevole


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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 22/09/2015, 10:44 
gippo ha scritto:
Ho trovato questo interessante articolo
http://ununiverso.altervista.org/blog/n ... ttivo-che/
Non ho trovato interessante l'articolo in se ma la riflessione alla quale mi sta portando

Non so chi sia l'autore, per me solo uno dei tanti
Ho trovato molto curioso come l'autore parli dei falsi guru con queste parole
Cita:
Per risvegliarti alla verità che cerchi, devi abbattere le menzogne. Le menzogne… a cui siamo cosi tanto attaccati. Vogliamo aggrapparci alle illusioni e allo stesso tempo illuminarci. E’ impossibile. Ma ci sono centinaia di guru fasulli e “maestri spirituali” che ti diranno che è possibile. Ti offrono processi per diventare felice, realizzato, calmo, trovare la tua anima gemella, essere positivo, avere il lavoro giusto per te, far molto denaro, riequilibrare i chakra, essere in piena salute e altro ancora che desideri. Tutto questo non ha nulla a che fare con il risveglio: è solo lustrare l’ego. Costoro ti riportano dritto nella matrix . Puoi persino essere abbastanza fortunato ed avere una gabbia dorata, ma è pur sempre una gabbia, in cui tu resti imprigionato in schiavitù. Questa è la via che la piu’ parte della gente sceglie di seguire e che è ben trafficata dal gregge.

Ma non si renda conto che lui stesso potrebbe essere oggetto della stessa critica
Tutti gli altri sbagliano ... imprigionato dall'ego senza saperlo

Credo ci sia da riflettere su questo
Sinceramente non so dove sia la verità ma presumere di conoscerla penso sia un percorso ingannevole


Questo mi fa pensare che potremmo essere semplicemente gli "utili idioti" di cui parla spesso Atlanticus (in maniera chiarissima nel suo ultimo podcast)..Non è facile capire se anche noi inconsapevolmente ne facciamo parte...

(ps:Per quanto riguarda i vari presunti guru a me sembra però chiaro che se uno ti promette vita agiata e pure la tua anima gemella, tanto spirituale non lo è [8] ...)



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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 22/09/2015, 14:22 
shighella ha scritto:
Non è facile capire se anche noi inconsapevolmente ne facciamo parte...

Il punto è proprio questo ... nessuno sa dove comincia e dove finisce la matrix
Religiosi, filosofi, pensatori, illuminati e guru ... ognuno si pone con il proprio ego e dice "io so" ma ognuno ha una formula diversa
Hanno tutti ragione o tutti torto?
Probabilmente è inutile che ti dica che penso che tutto questo faccia parte della matrix, sono trucchi per tenerci dentro
Dico questo soprattutto per un motivo già espresso in altri post: da migliaia di anni siamo ancora qui a formulare ipotesi su cosa siamo e che ci facciamo qui
Non è cambiato nulla ... anzi sembra quasi che stiamo regredendo, forse al tempo delle grandi civiltà (egizi, maya ...) ne sapevamo di più
Probabilmente, anzi sicuramente, c'è qualcuno che sa ma sta zitto e conserva il segreto, qualcuno che si rifà agli antichi saperi
Cita:
(ps:Per quanto riguarda i vari presunti guru a me sembra però chiaro che se uno ti promette vita agiata e pure la tua anima gemella, tanto spirituale non lo è [8] ...)

Ma considerando "pensare positivo" e "riequilibrare i chakra" il tipo comprende praticamente il 99% delle filosofie orientali e simili (new age), resta fuori davvero poco (solo i gufi gnostici, lo 0,00001%).


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 Oggetto del messaggio: Re: 12 sintomi di
MessaggioInviato: 23/09/2015, 14:19 
Perché temiamo solitudine e isolamento?

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“Non vogliamo aprire la porta dell’introspezione, perché sappiamo da qualche parte, oltre l’intontimento psichico, che il nostro vero sé ci sta aspettando, per farsi una chiacchieratina con noi”. Un neonato si sveglia solo nella culla e piange. Le memorie genetiche gli dicono che questo farà arrivare la mamma. Da qualche altra parte, nella stessa notte un bimbo gattona verso il letto dei genitori, chiedendo di dormire con loro. NON ha paura del buio, ma di essere SOLO nel buio. Quella stessa notte, una donna picchiata in strada, ritorna dall’uomo che l’ha picchiata, esattamente per la stessa ragione.Senza dubbio, gli umani posseggono la memoria genetica di quando eravano preda di predatori nella notte; senza dubbio questo grava sul perché nel buio non ci sentiamo a nostro agio e addirittura vulnerabili. Siamo una specie sociale che prima ha vissuto insieme, scoprendo sicurezza nel numero; avendolo poi trovato vantaggioso, lo ha scelto come stile di vita permanente. Non solo ci piace la compagnia degli altri, ma ne siamo dipendenti, persino ne abbiamo bisogno su un piano psicologico.Il pendolarismo per andare al lavoro è spesso una zona di solitudine… che immediatamente riempiamo con cellulari, bluetooth, ipad… qualsiasi cosa sia necessaria per evitarci di essere soli con i nostri pensieri ed emozioni. In ogni giorno delle nostre vite, dedichiamo molta energia mentale per evitare periodi prolungati di solitudine.

Oggidì i video della tv sono un equipaggiamento standard su molti voli di linea e persino su auto di alto livello, tutto questo in armonia con la nostra predilezione per la distrazione dai nostri pensieri. L’acquisizione di denaro diventa inoltre la distrazione primaria da una simile introspezione, per la quale invece la solitudine fornisce spazio.

La società è colma di migliaia di distrazioni quotidiane, fornendoci ampie occasioni di fuga dalla solitudine. Abbiamo persino inventato un paio di giochi di carte, quali perditempo, per impedirci di pensare alle cose a cui non ci piace pensare.

Senza dubbio la TV è cosi popolare per il fatto che non richiede molto pensiero, anzi ci porta via i pensieri, con tutti gli aspetti negativi del caso.

Di fatto, all’essere umano medio, la solitudine e l’isolamento sembra che infondano un vero senso di disagio e persino dolore; questa la ragione per cui i genitori, le scuole e le prigioni usano un confino solitario come punizione efficace.

“I due giorni piu’ importanti nella nostra vita, sono il giorno in cui si nasce e quello in cui scopri perchè”. Mark Twain

Perché cosi tanti adulti razionali temono la solitudine e l’isolamento? Perché ci sentiamo cosi a disagio durante prolungati periodi di isolamento? La prossimità degli altri, ci da qualcosa che non possiamo ottenere da soli? Oppure si tratta piuttosto di una questione attinente al fatto di evitare ciò che ci mette a disagio?

Può essere che ci sentiamo a disagio con la solitudine perché apre la porta dell’introspezione, permettendoci l’opportunità di essere faccia a faccia con i nostri pensieri più veri ed emozioni… il nostro sè essenziale.

Vero è che ognuno di noi ha bisogno, regolarmente, di un “tempo per sé”, per tenere a bada l’inconsistente presa sulla realtà e mettere in ordine le cose. Tuttavia la solitudine a cui mi riferisco non è del tipo di “manutenzione regolare”, ma è molto più prolungata per sua natura.

La reazione avversa ad una solitudine prolungata si riferisce al tempo passato nell’utero durante la gestazione, come fosse una sorta di memoria latente di essere impotenti nel limbo liquido?

Potrebbe essere questa la ragione per cui generalmente evitiamo di essere soli per lunghi periodi di tempo? Me lo chiedo. Ci potrebbe essere una spiegazione diversa.

Mentre traiamo grandi benefici dal tempo “per noi stessi” di ordine intenzionale, e lo troviamo una necessità, troppo di una buona cosa ha spesso dei risultati non voluti. Uno di questi, nella estesa solitudine, è che prima o poi finiranno le distrazioni e ci saranno altre cose a cui pensare … che arriveranno ad essere faccia a faccia con il nostro vero sé.

“La Vita ti scoverà ovunque andrai” ~ Warren Zevon

Un esempio eccellente è il modo in cui la gente di solito si comporta quando c’è un black out…Quando la corrente se ne va, la prima vera cosa buona che accade, è che la griglia elettromagnetica intorno a noi crolla . Mentre c’è corrente, è come essere dentro una gabbia elettrificata, con tutti i fili alle pareti e soffitto, per non dire tutti i vari motori elettrici e circuiti che girano in tutte le varie nostre applicazioni.

Quando il la corrente viene a mancare ciò che realmente si percepisce è che la gabbia di elettricità cade…e nel momento successivo tutto sembra diverso.

Per un attimo è come essere in campeggio, ma mentre la nostra infrastruttura continua a deteriorarsi senza venire riparata, i blackout durano piu’ a lungo e colpiscono aree piu’ estese. Confinate una famiglia di quattro persone in casa propria ma senza elettricità per tre giorni ed osservate che accade…

Cosa stiamo realmente evitando nel rifuggire la solitudine? Penso che non è cosi tanto la solitudine in sé, ma cio’ che accade durante tali periodi, quando tutte le distrazioni e cio’ che fuorvia se ne sono andate…cosi come le cose superflue su cui perdere energia mentale; cosi alla fine bisogna stare di fronte al vero sè, con i suoi pensieri e sentimenti.

Che ne è se la tua auto-immagine e tutto il tuo sistema di credenze non tengono piu’ sotto il peso di una costante introspezione e scrutinio? Potrebbe sembrare una valida ragione per evitare una solitudine prolungata e perché siamo cosi riluttanti ad “andare in quel luogo”?

“Un buon giorno è quando non si presenta nessuno alla tua porta e non devi andare da nessuna parte”. Burt Shavitz –

Certo siamo creature sociali e scopriamo anche di essere una bella moltitudine diversa e abbiamo eccezioni ad ogni norma. Pensiamo agli eremiti: coloro che per varie ragioni hanno intenzionalmente eletto di vivere soli, separati dalla massa della umanità. Mentre c’è un rifiuto sociale verso quella percentuale che vive in isolamento, la grande maggioranza dei solitari si ritirano per ragioni spirituali e filosofiche, inclusa una parte che non puo’ tollerare di vivere tra masse di sognatori dormenti.

E’ molto vero che per crescere spiritualmente in questa vita, ci sono certe lezioni che possono essere apprese solo in una o due relazioni qua e là. Ma è vero anche il contrario. Ci sono certe lezioni che possono essere apprese solo in solitudine come stile di vita scelto.

Molto spesso la gente sceglie questa ultima soluzione, dopo aver fatto un po’ di tentativi nell’altra. Non possiamo crescere senza la saggezza raggiunta con relazioni sane ma non possiamo veramente conoscere noi stessi senza la grazia della solitudine.

Mentre la maggior parte della gente dice che troppa solitudine la manda fuori di testa, per alcuni un tale isolamento in sé , è una via verso la salute mentale.

Poi ci sono quelli che sono cosi abbattuti e disillusi dalla vita, con la sua miriade di delusioni, che la solitudine diventa la scelta meno dolorosa e quindi la scelgono.

C’è una libertà nella solitudine, la libertà dalle macchinazioni e manipolazioni di coloro che vivono molto vicini… la libertà dai giochini della mente. La solitudine consente un contesto conduttivo per concentrarsi senza distrazione o depistaggio. La solitudine è un terreno per la creatività, dove nessuno se non te stesso puo’ rovinare il tuo lavoro: consente anche quell’auto-scrutinio infinito sugli errori del passato mentre tende di evitare quelli futuri!

La solitudine è un isolante dall’oceano di vibrazioni negative, cosi dilaganti ovunque ci siano congreghe di umani in grande numero ed un rifugio da coloro che hanno cuori anneriti e che contaminano tutti quelli che hanno intorno.

La solitudine, quando è misurata in anni o decenni, diventa sia una scelta di stile di vita conscio che… un cattivo karma.

Essere in una relazione da un senso di convalida e di valore perché un altro desidera essere con te, cosa che aiuta l’autostima. Al contrario, l’isolamento da fastidio all’ego umano, che sussurra la menzogna che non si è amati né voluti. La società sfrutta questa dicotomia nel momento in cui ritrae i senzatetto come degli avatar negativi che devono essere evitati, cosi come ritrae qualcuno che sta morendo da solo come qualcuno che ha buttato via la sua vita. Questa propaganda sociale esiste per alienare ulteriormente e polarizzare i non conformisti che spesso affiorano.

Vi siete mai chiesti perchè i ricercatori spirituali sono spesso ritratti come coloro che devono ottenere saggezza da qualche guru che vive in qualche grotta sulla cima della montagna?

Questo da voce alla nozione che per scoprire la conoscenza spirituale ci si debba isolare dal ciccaleccio della società.

La verità è che moltissimi cercano conoscenza spirituale in varie esperienze ed espressioni, raccogliendo saggezza da quanti piu’ insegnanti possibile e va bene cosi. Tuttavia c’è l’unica via per incontrare e conoscere il tuo vero sé… niente all’infuori di te puo’ fare questo, se non la solitudine e il desiderio di fare questo incontro.

L’avversione ad incontrare il tuo vero sé puo’ bene aver a che fare con il non desiderio di vedere cosa ha da mostrarti e questa è la ragione per cui la gente ha attivi i meccanismi di difesa ed uno smart phone pieno di apps per distrarsi.

E’ anche la ragione per cui la piu’ parte evita solitudini prolungate ed isolamento. Perché strutturiamo le nostre vite in modo tale da non avere mai il tempo per una decente meditazione, per non dire per passare una settimana da soli da qualche parte?

Perché persino pensiamo che non farlo sia salutare?Il messaggio del nostre vero sé è forse stato bloccato dal nostro desiderio quotidiano di distrazione e depistaggio?

Da cosa esattamente cerchiamo distrazione? Chieditelo.

“la caverna in cui temi di entrare, conserva i tesori che cerchi”. J Campbell

Immagine

Molto piu’ spesso che non il contrario, siamo come neonati ciechi in un alveare, quando si tratta dell’unica persona da cui non possiamo sfuggire: noi stessi! Sembra che faremmo volentieri qualsiasi altra cosa, piuttosto che paragonare la nostra auto-immagine a quella del vero sé

Non vogliamo aprire la porta dell’introspezione, perché sappiamo da qualche parte, oltre l’intontimento psichico, che il nostro vero sé ci sta aspettando, per farsi una chiacchieratina con noi.

E noi…semplicemente non siamo pronti per quella conversazione.

Che la Fonte sia con te!

“Ero solito pensare che la cosa peggiore della vita, fosse finire con l’essere da soli.
Non lo è. La cosa peggiore nella vita è finire con persone che ti fanno sentire da solo!”
Robin Williams


http://www.conoscenzealconfine.it/perch ... solamento/


“la caverna in cui temi di entrare, conserva i tesori che cerchi”. J Campbell = VITRIOL [?]

[:291]



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