rew63 ha scritto:
Perché invece non ci"affidiamo" a noi stessi,cosi poca fiducia abbiamo di noi ?
Perché è impossibile, ci mancano gli elementi, anzi ne basterebbe anche uno solo: sapere perché c'è un così abissale divario tra noi esseri umani e tutto il resto del mondo animale, qualcuno ci ha creati o siamo frutto della casualità, esistiamo solo noi o da qualche parte nell'Universo ci sono altri esseri come noi, qual è il senso della nostra vita e esistenza?
Senza questa risposta come pensi di affrontare la fiducia in te stesso? Al massimo la puoi applicare per questioni quotidiane, studio, lavoro etc.
Hai mai riflettuto sul perché la totalità delle religioni, tutte, oltre a proporti o importi un Dio, ti propongono o impongono anche uno stile di vita?
Un pacchetto completo insomma, e non è una battuta. Riflettici su.
Ma ammesso anche che tu riesca a guadagnarti una buona fiducia in te stesso devi comunque fare i conti sempre con te stesso, quella parte di te su cui non hai il minimo controllo, che ci permette di vivere e che valuta istante dopo istante il mondo che ci circonda e ci condiziona, nel bene o nel male.
Come dire che prima di avere fiducia in se stessi è necessario avere fiducia di tutto ciò che abbiamo intorno. Ma purtroppo si ritorna al punto di partenza: per avere fiducia nel mondo esterno, in cui viviamo, è necessario avere almeno una risposta.
MaxpoweR ha scritto:
è l'inconscio che comanda QUALUNQUE TIPO DI DECISIONE anche in vita. La parte conscia ne prende solo atto e la realizza.
Sono d'accordo.
Noi non siamo strutturati per riflessioni estremamente profonde e nemmeno viviamo una condizione sociale che ci permette di attivare o gestire questo processo.
Noi dipendiamo in gran parte da noi stessi, ma il paradosso è che noi stessi non abbiamo il pieno controllo su noi stessi.
Chi può permettersi questo sono rarissimi casi al mondo, gente che comunque ha percorso una strada unicamente di studio, inteso come conoscenza delle cose esterne a noi stessi, e successivamente "spirituale" intesa come profonda riflessione del mondo circostante e di se stessi.
Ma è quasi impossibile per chiunque dedicare più di tre quarti di vita allo studio, poi alla comprensione, accettazione e il resto alla consapevolezza. 100 anni di vita sono appena sufficienti per "una prima pagina".
A meno che a un certo punto di questo percorso si innesca un meccanismo tale da permettere di entrare in completa sintonia con tutto.
Non lo escludo completamente ma sono fortemente dubbioso.
Per questo fondamentalmente siamo tutti idolatri, generalizzando. Non tutti ma molti hanno bisogno di credere, affidarsi a un'entità astratta su cui proiettare quella parte inconscia e almeno placare il bisogno di risposta al senso della nostra vita.