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gippo ha scritto:
Come dice Max, penso che la scienza si stia avvicinando molto al tema della spiritualità con la fisica quantistica ma non solo, secondo me molti ricercatori, soprattutto dagli anni 30 ad oggi, hanno raccolto diverso materiale fra NDE, OBE, testimonianze sulla reincarnazione ... Tutto questo non richiede un percorso spirituale ascetico ma solo ricerca e consapevolezza di una verità che non ha nulla di trascendente. Il problema è che sia religioni che scienza ufficiale remano contro questa "rivelazione" ed i ricercatori che affrontano tali temi vengono messi al bando.
Non vedo perchè si debbano separare necessariamente le due cose. La verità si raggiunge per gradi. Come la consapevolezza. Ricercare quindi entrambe le cose nelle vesti di ricercatore, non esclude altri percorsi più o meno profondi e/o metafisici e/o spirituali.
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è un discorso che vale anche senza la presenza di un maestro, penso che alcune persone abbiano sensibilità e consapevolezza, altre no.
Certo... ma come succede nelle scuole che ci hanno portato la conoscenza, i "maestri" possono fare la differenza. Inoltre, gli "autodidatti", compiono un percorso molto più lungo. Pensiamo ad esempio al percorso di un musicista; se non si studia si rischia di non raggiungere nessuna vetta.
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Qualcuno dice che alcune hanno anima, altre no.
Balle... anche i promotori di questa teoria (vedi Malanga) si sono ravveduti.
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Come ho detto sopra, il rischio è quello di prendere percorsi pieni di falsità.
Il rischio è parte integrante della nostra realtà. A tutti i livelli.
Chi non risica, non rosica, diceva qualcuno.
Inoltre, se l'alternativa è l'immobilismo, rimane imprescindibile il fatto di proseguire ed accettare anche eventuali errori.
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Ma come si fa a distinguere il percorso giusto da quello sbagliato,
come si distingue il maestro giusto da quello sbagliato?
I maestri spirituali (ad esempio, coloro i quali non si reincarano più e che comunicano con noi attraverso le sedute medianiche), alla tua precisa domanda, rispondono SEMPRE allo stesso modo. E cioè che la capacità di discernimento risiede nel famoso "sentire". Lo senti nel cuor tuo SE una strada è migliore di un'altra. Quasto serve, in ogni caso, ad affinare una sensibilità perduta (vedi ghiandola pineale atrofizzata etc), o meglio, a recuperare una sensiTIVItà che nel tempo si è dissolta a causa del materialismo imperante e dilagante che ha caratterizzato l'educazione occidentale dell'ultimo secolo.
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Personalmente sento il mio percorso più vicino a quello del ricercatore
piuttosto che quello dell'asceta introspettivo.
Come abbiamo detto all'inizio, una strada non esclude l'altra.
E poi... non c'è bisogno di arrivare all'asceta introspettivo.
E' già qualcosa arrivare, con umiltà, ad essere OGGI migliore
di ciò che eravamo IERI.