Coscienza, arte e creatività nel percorso evolutivo
e nella conoscenza del sè
Rispondi al messaggio

09/04/2010, 21:34

Ufologo 555 ha scritto:

Comunque non per questi "preti" perderò la Fede, i "conti" (oltre che di Là) spero li facciano anche di qua ...[:90]


Massimo la fede è una cosa e la religione è un'altra. Non sempre le due cose vengono distinte. Non dimenticarti che Gesù lottò sia contro il potere religiso che contro il potere politico e per questo lo ammazzarono. E ancora oggi sono i veri nemici dell'uomo. Ecco perchè si può essere salvati accettando Gesù e quello che pensava.

09/04/2010, 22:26

Hannah ha scritto:

Ufologo 555 ha scritto:

Comunque non per questi "preti" perderò la Fede, i "conti" (oltre che di Là) spero li facciano anche di qua ...[:90]


Massimo la fede è una cosa e la religione è un'altra. Non sempre le due cose vengono distinte. Non dimenticarti che Gesù lottò sia contro il potere religiso che contro il potere politico e per questo lo ammazzarono. E ancora oggi sono i veri nemici dell'uomo. Ecco perchè si può essere salvati accettando Gesù e quello che pensava.


Sante parole.[:D]

09/04/2010, 22:26

Ufologo 555 ha scritto:

Cosa vuoi farci barionu ... L'uomo sa essere anche una ... brutta bestia! Come ho già detto, le eresie sono venute tutte dalla Chiesa (da dove d'altronde), speriamo che mettano "a posto un po tutto"; daltronde, Giuda ...



Ufologo, se non fosse stato per Giuda, non saresti qui a difendere la tua religione. Leggasi: se non fosse stato per il tradimento di Giuda, Gesù non sarebbe stato crocifisso e quindi non si sarebbero avverate le profezie, e non ci sarebbe stata la resurrezione.

10/04/2010, 11:51

Thethirdeye ha scritto:

Ufologo 555 ha scritto:

Che monotonia!
Ma non vedete che non vi fila quasi nessuno?

Parlate di cose che non si trovano sui quotidiani,
ecco perché parlo di UFO!

Il resto, si sa, è Immondizia!



Immondizia? [:D]

Guarda che della Pedofilia all'interno della Chiesa,
ne stanno parlando le PRIME PAGINE delle più
importanti testate giornalistiche del mondo.

E il fatto che se ne parli poco in Italia,
non vuol dire nulla..... anzi, può voler dire troppo [8D]


E soprattutto vuol dire che i mass media in Italia non sono liberi come in altri paesi industrializzati. Le libertà civili in Italia stentano.... proprio ieri ho letto sul notiziario internet di Libero che in Italia la mancata crescita dei diritti e delle libertà civili è strattamente legata alla mancata crescita economica che continua dall'inizio degli anni Novanta, e che è molto antecedente perciò alla crisi economica globale attuale.
Il Pil procapite degli italiani resta quello più basso in tutta l'Europa, ed è anche per questo che gli italiani godono di minore libertà rispetto agli altri europei.
Naturalmente questo discorso per qualcuno è solo propaganda di un "maledetto comunista"..... ovviamente......

11/04/2010, 13:30

Accuse anche al primate d'Inghilterra
Avvocato Santa Sede difende il Papa


L'arcivescovo di Westminster non avrebbe sospeso
un prete accusato di abusi. Lui nega


11 aprile, 12:21

Fonte ANSA:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 60848.html

ROMA - Il capo della chiesa cattolica d'Inghilterra e Galles è stato responsabile di un sistema per la protezione dei minori che ha permesso ad un prete pedofilo di continuare a commettere abusi nonostante ripetute segnalazioni da parte delle vittime. Lo sostiene il Times quale conclusione di un'inchiesta condotta dallo stesso quotidiano.

L'arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, attuale primate della chiesa cattolica d'Inghilterra e Galles, ha presieduto dal 2001 al 2008 un'istituzione cattolica attiva nell'assistenza di minori (Catholic Office for the Protection of Children and Vulnerable Adults - Copca) proprio mentre un prete pedofilo, David Pearce, era oggetto di indagini da parte della chiesa e della polizia. Ma l'ufficio che faceva capo a Nichols non è mai intervenuto, al punto che, nel 2006, nonostante l'Alta Corte avesse stabilito il risarcimento per danni ad una delle vittime di Pearce, il monaco benedettino mantenne la sua funzione alla Ealing Abbey, parrocchia dell'ovest di Londra, fino al 2008 quando fu arrestato. Pearce, 68 anni, ex preside della prestigiosa St. Benedict's School (Ealing), è stato condannato a otto anni di prigione dopo aver ammesso una serie di reati a sfondo sessuale in abusi a studenti adolescenti durante i 35 anni alla Ealing Abbey.

L'arcivescovo Nichols ha negato di essere stato al corrente del caso Pierce durante il periodo in cui era responsabile del Copca, scrive ancora il Times nella sua versione online. Fonti all'interno della Chiesa affermano che Nichols non fosse a conoscenza di tutti i dettagli della vicenda legata agli abusi prima di diventare primate d'Inghilterra lo scorso anno, sostituendo il cardinale Cormac Murphy-O'Connor a Westminster. Quest'ultimo, tuttavia, era a conoscenza delle accuse, secondo quanto afferma un suo portavoce.

CASO OAKLAND; AVVOCATO SANTA SEDE DIFENDE PAPA - L'avvocato della Santa Sede negli Stati Uniti Jeffrey Lena ha detto che l'allora cardinale Joseph Ratzinger disse al vescovo di Oakland di assicurare che un prete con precedenti di molestie sessuali non commettesse più abusi mentre la Chiesa lavorava per riportarlo allo stato laicale. In risposta a una lettera del 1985 firmata da Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e ottenuta dall'Associated Press, Lena ha spiegato che quando il futuro Papa esortava il vescovo di Oakland a usare nei confronti di padre Stephen Kiesle "il massimo della cura paterna" faceva riferimento alla formula della Chiesa per dire che riteneva il vescovo responsabile di assicurare che il prete in questione non commettesse più abusi. Lena, citato dall'Ap, ha detto non ci sono casi conosciuti di molestie da parte di Kiesle tra 1981, quando la diocesi ne raccomandò per la prima volta il ritorno allo stato laicale e il 1987 quando il sacerdote fu 'spretato''.

FRATTINI, CONTRO IL PAPA CAMPAGNA DI FANGO - ''Continua, nonostante e contro il coraggio di Benedetto XVI nel denunciare il crimine orrendo della pedofilia, una vera e propria campagna di violenza e fango. Che sempre piu' sembra aver poco a che fare con la ricerca della verita' ''. Il Ministro degli esteri Franco Frattini commenta cosi' la vicenda degli scandali di pedofilia che coinvolgono la Chiesa e lo stesso papa Ratzinger.

MONS.RIBOLDI, CHIESA E PAPA VITTIME PERSECUZIONE - Monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra (Napoli), non ha dubbi: gli attacchi al Papa e alla Chiesa "sono una persecuzione, una sorta di guerra di religione che non ci spaventano perché il prestigio del Pontefice è altissimo". Parlando con l'Ansa, monsignor Riboldi sottolinea senza esitazione che "la pedofilia è un grande male, un vizio diffuso nel mondo. Tra un miliardo di persone che rappresentano il popolo della Chiesa si è registrato qualche caso, e quindi parliamo di numeri assolutamente marginali anche se si tratta di esperienze dolorose". Ma, secondo colui che guidò la rivolta dei terremotati del Belice, in Sicilia, per sollecitare il loro giusto diritto alla casa, poi protagonista da pastore in una terra di camorra, "più che contro il peccato della pedofilia ci si vuole scagliare contro la Chiesa fino ad arrivare al Santo Padre. Fa male vedere come venga attaccato in questo modo, come in una guerra di religione che non giova certamente alla verità". Ma chi è che conduce questa battaglia? "La Chiesa - risponde monsignor Riboldi - è sempre stata combattuta, fin da quando gli apostoli cominciarono a predicare il Vangelo dovendo subire il martirio. E' un continuo attacco alla verità. Se qualcuno ha mancato non per questo si può arrivare alla cattiveria". Gli attacchi al Papa "sono il segno che si vuole mirare in alto. Colpendo lui si vuole demoralizzare il popolo dei fedeli ma questo tentativo non riuscirà perché anche io, incontrando le persone e celebrando messa, vedo una reazione positiva. La gente è troppo intelligente per non capire che siamo di fronte ad una persecuzione bella e buona". Che messaggio manderebbe al Papa in questo momento? "Gli direi che capisco che sta attraversando un momento doloroso e che prova sofferenza ma di continuare ad andare avanti con serenità. Il prestigio del Pontefice è altissimo e forse proprio questo è alla base degli attacchi. Mi chiedo a chi giovi tutto ciò. Perché si vuole minare il messaggio di santità e la bellezza che viene dalla Chiesa?"

EX VESCOVO OAKLAND, WOJTYLA VOLEVA FRENARE - L'ex vescovo di Oakland John Cummins, che negli anni ottanta ripetutamente scrisse ai suoi superiori in Vaticano chiedendo il ritorno allo stato di laico del prete pedofilo Stephen Kiesle, ha detto che la Santa Sede in quel periodo, dopo il Concilio Vaticano II, era particolarmente riluttante a 'spretare' i suoi sacerdoti perche' molti preti stavano abbandonando il sacerdozio. ''In conseguenza di questo papa Giovanni Paolo II rallento' molto le cose e rese il processo molto piu' ponderato'', ha detto Cummins in dichiarazioni riportate oggi sul New York Times. Un portavoce della diocesi di Oakland, Mike Brown, ha detto che le autorita' ecclesiastiche locali riesamineranno nel corso del fine settimana il caso Kiesle. ''La diocesi non puo' operare da sola nella riduzione di un prete allo stato di laico. E' parte di un processo collaborativo''. Kiesle ha lasciato il sacerdozio nel 1987, due anni dopo la lettera firmata dal futuro papa Benedetto VXI, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che chiedeva di prendere tempo sulla decisione.

11/04/2010, 13:42

http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... -pedofila/




Perchè Ratzinger e Wojtyla sono responsabili per la peste pedofila .



di Paolo Flores d ' Arcais





Cinque anni fa, durante la solenne Via Crucis del venerdì santo al Colosseo, Joseph Ratzinger esclamava: “Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Cristo!”.

In questi giorni ci è stato ripetuto che la “sporcizia” di cui si scandalizzava Ratzinger era proprio quella dei sacerdoti pedofili, a dimostrazione che la Chiesa gerarchica già allora (solo cinque anni fa, comunque) non aveva alcuna intenzione di “insabbiare”.

Ma quanta di tale “sporcizia” è stata da Ratzinger realmente denunciata?

Denunciata, vogliamo dire, nell’unico modo in cui si denuncia un crimine, perché sia fermato e non possa essere reiterato: ai magistrati dei diversi paesi. Quanti di quei sacerdoti pedofili? Nessuno e mai.

Non nascondiamoci perciò dietro un dito. La copertura che è stata data per anni (anzi decenni) a migliaia di preti pedofili sparsi in tutto il mondo, non denunciandoli alle autorità giudiziarie, garantendo perciò ai colpevoli un’impunità che ha consentito loro di reiterare lo stupro su decine di migliaia di minorenni (talora handicappati), chiama direttamente e personalmente in causa la responsabilità di Joseph Ratzinger e di Karol Wojtyla. Se responsabilità morale o anche giuridica, lo decideranno tra breve alcuni tribunali americani. La responsabilità morale è comunque evidenziata dagli stessi documenti che l’Osservatore Romano (organo della Santa Sede) ha ripubblicato qualche giorno fa.

Qui non stiamo infatti considerando i casi singoli di “insabbiamento” anche nell’ambito della “giustizia” ecclesiastica, ormai accertati e riportati dalla stampa soprattutto americana e tedesca, e che vanno moltiplicandosi man mano che si allenta la cappa di omertà, paura e rassegnazione. Ci riferiamo invece alla responsabilità diretta e personale dei due pontefici per tutti i delitti di pedofilia ecclesiastica che non sono stati denunciati alle autorità civili, molti dei quali, ripetiamolo – mai come in questa circostanza orribile repetita juvant – non sarebbero mai stati perpetrati se casi precedenti fossero stati denunciati e sanzionati nei tribunali statali.

La questione cruciale è infatti proprio questa: non la “Chiesa” in astratto, ma le sue gerarchie, e in particolare il Sommo Pontefice e il cardinal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, hanno imposto un obbligo tassativo a tutti i vescovi, sacerdoti, personale ausiliario ecc., sotto solenne giuramento sul Vangelo, di non rivelare se non ai propri superiori, e dunque di non far trapelare minimamente alle autorità civili, tutto ciò che avesse a che fare con casi di pedofilia ecclesiastica.

La confessione viene da loro stessi. L’Osservatore Romano ha ripubblicato il motu proprio di Giovanni Paolo II, che riservava al “Tribunale apostolico della Congregazione … il delitto contro la morale”, cioè “il delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età”, e la “Istruzione” attuativa della Congregazione per la Dottrina della Fede, con queste inderogabili disposizioni: “Ogni volta che l’ordinario o il gerarca avesse notizia almeno verosimile di un delitto riservato, dopo avere svolto un’indagine preliminare, la segnali alla Congregazione per la dottrina della fede”.

Tutte le “notitiae criminis” devono insomma affluire ai vertici, la Congregazione per la dottrina della Fede (Prefetto il cardinal Ratzinger, segretario monsignor Bertone) e il Papa. Sarà la congregazione a decidere se avocare a sé la causa oppure “comandare all’ordinario o al gerarca, dettando opportune norme, di procedere a ulteriori accertamenti attraverso il proprio tribunale”. Papa e Prefetto, insomma, sono informati di tutto (sono anzi gli unici a sapere tutto) e sono loro, esclusivamente, ad avere l’ultima e la prima parola sulle procedure da seguire.

Decidano direttamente, per avocazione, o demandino il “processo” al Tribunale ecclesiastico diocesano, ovviamente la “pena” estrema (quasi mai comminata) è solo la riduzione allo stato laicale del sacerdote. In genere si limitato invece a spostare il sacerdote da una parrocchia all’altra. Dove ovviamente reitererà il suo crimine. “Pena” esclusivamente canonica, comunque. Nessuna denuncia deve invece esser fatta alle autorità civili.

La Chiesa gerarchica si occuperà insomma del “peccato” (in genere con incredibile indulgenza) ma terrà segreto e coperto il “reato”. Che perciò resterà impunito. E potrà essere reiterato impunemente. Perché l’ordinanza della Congregazione, in ottemperanza al motu proprio del Papa, è imperativa e non lascia margini di scampo: “Le cause di questo genere sono soggette al segreto pontificio”.

Di cosa si tratta? E’ spiegato in un documento vaticano del marzo 1974, una “Istruzione” emanata dall’allora segretario di Stato cardinale Jean Villot, seguendo le volontà espresse da Paolo VI in un’udienza ad hoc.

Leggiamone i passi cruciali. “In taluni affari di maggiore importanza si richiede un particolare segreto, che viene chiamato segreto pontificio e che dev’essere custodito con obbligo grave … Sono coperti dal segreto pontificio …” e qui seguono numerosissimi casi, tra i quali due fattispecie in entrambe le quali rientrano i casi di pedofilia ecclesiastica.

Il punto 4 (“le denunce extra-giudiziarie di delitti contro la fede e i costumi, e di delitti perpetrati contro il sacramento della penitenza, come pure il processo e la decisione riguardanti tali denunce”) e il punto 10 (“gli affari o le cause che il Sommo Pontefice, il cardinale preposto a un dicastero e i legati della Santa Sede considereranno di importanza tanto grave da richiedere il rispetto del segreto pontificio”).

Ancora più interessante il minuzioso elenco delle persone che “hanno l’obbligo di custodire il segreto pontificio”:


“1) I cardinali, i vescovi, i prelati superiori, gli officiali maggiori e minori, i consultori, gli esperti e il personale di rango inferiore, cui compete la trattazione di questioni coperte dal segreto pontificio; 2) I legati della Santa Sede e i loro subalterni che trattano le predette questioni, come pure tutti coloro che sono da essi chiamati per consulenza su tali cause; 3) Tutti coloro ai quali viene imposto di custodire il segreto pontificio in particolari affari; 4) Tutti coloro che in modo colpevole, avranno avuto conoscenza di documenti e affari coperti dal segreto pontificio, o che, pur avendo avuto tale informazione senza colpa da parte loro, sanno con certezza che essi sono ancora coperti dal segreto pontificio”.

Insomma, certosinamente tutti. Non c’è persona che possa direttamente o indirettamente entrare in contatto con tale “sporcizia” a cui sia concesso il benché minimo spiraglio per poter far trapelare qualcosa alle autorità civili e quindi fermare il colpevole. La “sporcizia” dovrà restare nelle “segrete del Vaticano”, pastoralmente protetta e resa inavvicinabile dalle curiosità troppo laiche di polizie e magistrati. L’impunità penale dei sacerdoti pedofili sarà di conseguenza assoluta e garantita.
Per raggiungere questo obiettivo, che rovinerà la vita a migliaia di bambini e bambine, si esige anzi un giuramento dalla solennità sconvolgente.

Recita l’istruzione: “Coloro che sono ammessi al segreto pontificio in ragione del loro ufficio devono prestar giuramento con la formula seguente: ‘Io… alla presenza di…, toccando con la mia mano i sacrosanti vangeli di Dio, prometto di custodire fedelmente il segreto pontificio nelle cause e negli affari che devono essere trattati sotto tale segreto, cosicché in nessun modo, sotto pretesto alcuno, sia di bene maggiore, sia di causa urgentissima e gravissima, mi sarà lecito violare il predetto segreto. Prometto di custodire il segreto, come sopra, anche dopo la conclusione delle cause e degli affari, per i quali fosse imposto espressamente tale segreto.

Qualora in qualche caso mi avvenisse di dubitare dell’obbligo del predetto segreto, mi atterrò all’interpretazione a favore del segreto stesso. Parimenti sono cosciente che il trasgressore di tale segreto commette un peccato grave. Che mi aiuti Dio e mi aiutino questi suoi santi vangeli che tocco di mia mano’”.
Formula solenne e terribile, che davvero non ha bisogno di commenti. Dalle conseguenze tragiche e devastanti per migliaia di esistenze.

Tutte le Istruzioni di cui sopra sono ancora in vigore. Il giuramento ha funzionato. In questi giorni di aspre polemiche, infatti, la Chiesa gerarchica non ha potuto esibire un solo caso di sua denuncia spontanea alle autorità civili, con il quale avrebbe potuto rivendicare qualche episodio di non omertà e di “buona volontà”.

Il “buon nome” della Chiesa è venuto sempre prima, sulla pelle di migliaia di bambini e infangando e calpestando quel “sinite parvulos venire ad me” (Vulgata, Matteo 19,14) del Vangelo su cui si è fatta giurare questa raccapricciante congiura del silenzio.

Sempre più testimonianze confermano anzi di una Chiesa gerarchica indaffarata per decenni a “troncare e sopire”, e anzi a negare l’evidenza (in una corte si chiamerebbe spergiuro) o a intimidire le vittime (in una corte si chiamerebbe ricatto o violenza) se qualche ex-bambino ad anni di distanza trovava il coraggio di sporgere denuncia. I casi del genere ormai emersi sono talmente tanti che “il mio nome è Legione”, come dice lo “spirito immondo” di cui Marco, 5,9.

Di fronte a documenti ufficiali talmente “parlanti” si resta dunque allibiti che nessuno chieda ai vertici della Chiesa gerarchica, il Papa e il Prefetto della Congregazione per la Fede, ragione di tanta squadernata responsabilità. Monsignor Bertone, all’epoca della “Istruzione” di Ratzinger vescovo di Vercelli e segretario della Congregazione (il vice di Ratzinger, insomma, allora come oggi), in un’intervista del febbraio 2002 al mensile 30Giorni, ispirato da Comunione e Liberazione e diretto da Giulio Andreotti, si stracciava le vesti dall’indignazione all’idea che un vescovo potesse denunciare il sacerdote pedofilo alle autorità giudiziarie: al giornalista che si faceva eco delle ovvie preoccupazioni dei cittadini con un:

“eppure si può pensare che tutto ciò che viene detto al di fuori della confessione non rientri nel ‘segreto professionale’ di un sacerdote...” rispondeva a muso duro: “se un fedele non ha più nemmeno la possibilità di confidarsi liberamente, al di fuori della confessione, con un sacerdote … se un sacerdote non può fare lo stesso con il suo vescovo perché ha paura anche lui di essere denunciato... allora vuol dire che non c’è più libertà di coscienza”. Libertà di coscienza, proprio così.

Quella libertà di coscienza che il mondo moderno, grazie all’eroismo di spiriti eretici mandati puntualmente al rogo, e all’azione del vituperatissimo illuminismo, è riuscito a strappare contro Chiesa (che la giudicava pretesa diabolica), viene ora invocata per garantire l’impunità a migliaia di preti pedofili. Cosa si può dire di fronte a tanta … (lascio in sospeso il vocabolo, non sono riuscito a trovarne uno adeguato alla “cosa” e che rispetti il detto secondo cui “nomina sunt consequentia rerum”)?

Che senso ha, perciò, continuare a parlare di “propaganda grossolana contro il Papa e i cattolici” (l’Osservatore Romano”), di “attacchi calunniosi e campagna diffamatoria” (idem), di “eclatante campagna diffamatoria” (Radio vaticana), di “furibonda fobia scatenata contro la Chiesa Cattolica” (Joaquin Navarro Vals), di “menzogna e violenza diabolica” (monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino), di “accuse menzognere” (cardinal Angelo Scola), di “accuse ignobili e false” (cardinal Carlo Maria Martini),

e chi più ne ha più ne metta, visto che sono gli stessi documenti vaticani a confessare la linea di catafratto rifiuto della Chiesa gerarchica ad ogni ipotesi di denuncia dei colpevoli alle autorità giudiziarie secolari? E si badi, il “Motu proprio” e l’”Istruzione” del 2001 segnano un momento considerato di maggiore severità di Santa Madre Chiesa nei confronti dei sacerdoti pedofili. Possiamo immaginarci cosa fosse prima.

Davvero di fronte a questo scandalo la miglior difesa è l’attacco, come sembrano aver deciso i vertici vaticani? Punta di diamante di tale strategia è il cardinal Sodano, decano del Sacro Collegio, che sull’Osservatore Romano del 6-7 aprile tuona: “La comunità cristiana si sente giustamente ferita quando si tenta di coinvolgerla in blocco nelle vicende tanto gravi quanto dolorose di qualche sacerdote, trasformando colpe e responsabilità individuali in colpa collettiva con una forzatura veramente incomprensibile”.

No cara eminenza, nessuno si sogna di coinvolgere in blocco la comunità cristiana, nemmeno nel più ristretto senso di comunità cattolica, qui si tratta solo della Chiesa gerarchica e delle sue massime autorità, che hanno imposto il silenzio del “segreto pontificio” e dunque impedito che le autorità statali mettessero i sacerdoti pedofili nella condizione di non nuocere.

E poiché nel catechismo è scritto innumerevoli volte che si può peccare in modo equivalente “per atti o per omissioni”, vorrà convenire che attraverso questa omissione resa solenne e inderogabile attraverso il “segreto pontificio”, il Papa e il cardinal Prefetto si sono resi responsabili (di certo moralmente) delle migliaia di crimini di pedofilia che sollecite denunce alle autorità statali avrebbero invece impedito.

E’ purtroppo un dato di fatto acclarato che aver voluto trattare questi crimini semplicemente all’interno del diritto canonico, e nella maggior parte dei casi limitandosi oltretutto a spostare il sacerdote violentatore da una parrocchia all’altra, ha avuto il risultato di diffondere la peste pedofila.

Tentare di corresponsabilizzare tutti i fedeli è anzi un “gioco sporco”, cara eminenza. Dubito che la grande maggioranza dei fedeli sapesse del “segreto pontificio” e delle sue implicazioni di dovere insuperabile del silenzio nei confronti di qualsiasi autorità esterna (polizie e magistrati) alle gerarchie ecclesiastiche. Dubito che se ne avesse avuto conoscenza avrebbe approvato l’idea che i nomi dei preti pedofili dovessero restare sepolti nelle “segrete del Vaticano” a tutela del “buon nome” della Chiesa.

In questa orribile vicenda non è in discussione la Chiesa nell’accezione di “popolo di Dio” o comunità dei fedeli. E’ in discussione, cara eminenza, solo, sempre ed esclusivamente la Chiesa gerarchica e i suoi vertici. Timothy Shriver, figlio di Eunice Kennedy, dunque esponente della più famosa famiglia cattolica d’America, dunque parte della Chiesa in quanto comunità dei credenti, ha pubblicato sul Washington Post un appello – da cattolico – in cui è detto senza mezzi termini:

“Se questa Chiesa, con la sua attuale gerarchia, col suo Papa e i suoi vescovi, non saprà confessare la Verità; se continuerà a nascondere le proprie colpe, come Nixon lo scandalo Watergate; se si dimostrerà più votata al potere che a Dio, allora noi cattolici dovremo cercare altrove una guida spirituale”. Solo il 27% dei cattolici americani (la Chiesa nel senso del “popolo di Dio”), interpellati da un sondaggio della Cbs il 2 aprile, ha espresso un giudizio favorevole e di fiducia in Ratzinger e nei suoi vescovi (la Chiesa nel senso della Gerarchia). Addirittura solo uno su cinque, sulla questione specifica dell’atteggiamento verso lo scandalo dei preti pedofili.

Torniamo perciò al punto cruciale. Wojtyla e Ratzinger hanno preteso e imposto che i crimini di pedofilia venissero trattati solo come peccati, anziché come reati, o al massimo come “reati” di diritto canonico anziché reati da denunciare immediatamente alle autorità giudiziarie secolari. Queste omesse denunce sono responsabili di un numero imprecisato ma altissimo di violenze pedofile che altrimenti sarebbero state evitate.

Se l’attuale regnante Pontefice ha davvero capito l’enormità della “sporcizia” e la necessità di contrastarla senza tentennamenti anche sul piano della giustizia terrena, può dimostrarlo in un modo assai semplice: abrogando immediatamente con “Motu proprio” le famigerate “Istruzioni” che fanno riferimento al “segreto pontificio” e sostituendolo con l’obbligo per ogni diocesi e ogni parrocchia di denunciare immediatamente alle autorità giudiziarie ogni caso di cui vengano a conoscenza. E spalancando gli archivi, consegnandoli a tutti i tribunali che ne facciano richiesta, visto che alcuni paesi hanno deciso di aprire per la denuncia del crimine una “finestra” di un anno per sottrarre alla prescrizione anche vicende lontane.

Se non avrà questa elementare coerenza, non si straccino le vesti il cardinal decano e tutti i cardinali del Sacro Collegio nell’anatema contro i credenti e i non credenti che insisteranno nel giudicare corrivo l’atteggiamento attualmente scelto.

Tanto più che la Chiesa gerarchica, che in tal modo si rifiuterebbe di ordinare alle proprie diocesi la collaborazione per punire come reato il peccato di pedofilia dei sui chierici e pastori, è la stessa che pretende di trasformare in reati, sanzionati dalle leggi dello Stato e relative punizioni, quelli che ritiene peccati (aborto, eutanasia, fecondazione eterologa, controllo artificiale delle nascite, ecc.), e che per tanti cittadini sono invece solo dei diritti, ancorché dolorosi o dolorosissimi.

(10 aprile 2010)
Ultima modifica di barionu il 11/04/2010, 13:46, modificato 1 volta in totale.

11/04/2010, 15:28

Mamma mia gli articoli di chi metti ...! [:90]

11/04/2010, 18:00

Ufologo 555 ha scritto:

Mamma mia gli articoli di chi metti ...! [:90]


Abbiamo capito che non ti piace "la repubblica" [:D]

11/04/2010, 23:16

Da Il trionfo del crimine

di Marco Travaglio



http://www.youtube.com/watch?v=mcNX-vdqphE


estrapolo un pezzo proprio in coda all' articolo :



Poi ci sono altre norme minori, che troverete nel libro

Ad personam” comprese alcune norme salvapreti, cioè i preti avranno un trattamento particolare in materia di intercettazioni, il che è molto attuale con quello che si sta scoprendo in questo periodo, e soprattutto c'è l'ultima ciliegina sulla torta che praticamente ogni anno ogni procura avrà un budget massimo a disposizione per le intercettazioni.


Se quell'anno lì ci sono troppi reati in quel posto e quindi il budget finisce perché si son dovuti intercettare molti criminali, le procure resteranno senza fondi per le intercettazioni negli ultimi mesi dell'anno e quindi potranno chiedere ai delinquenti di aspettare a delinquere fino all'inizio dell'anno successivo quando ricominceranno ad avere un budget.
Ultima modifica di barionu il 11/04/2010, 23:19, modificato 1 volta in totale.

12/04/2010, 01:43

Ufologo 555 ha scritto:

Mamma mia gli articoli di chi metti ...! [:90]


Tranquillo.... visto che sei così assessionato dall'orientamento politico dell'informazione, inseriremo anche gli articoli dei giornali di centro destra.... così ti farai un'idea più completa [:o)]

12/04/2010, 01:55

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Fonte:
http://www.libero-news.it/news/387726/_ ... filo_.html

La lettera bomba pubblicata dall'agenzia Ap venerdì sera manda ancora una volta in subbuglio il Vaticano. Proprio il giorno in cui il Santo Padre si è detto disponibile a «nuovi incontri» con vittime dei preti pedofili, dagli Usa è arrivata contro di lui una nuova dura accusa, con documenti che proverebbero la resistenza alla rimozione di preti pedofili operata dall'allora cardinale Ratzinger, per timore che ciò avesse conseguenze sulla Chiesa. La lettera in particolare mostrerebbe come nel 1985 Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, fece resistenza alla riduzione allo stato laicale di Stephen Kiesle, sacerdote statunitense accusato di pedofilia, spiegando che ciò avrebbe avuto conseguenze sul «bene della Chiesa universale».

La difesa - L’avvocato della Santa Sede difende Papa Ratzinger nel caso Oakland. L'avvocato della Santa Sede negli Stati Uniti, Jeffrey Lena, ha detto infatti che l'allora cardinale Joseph Ratzinger disse al vescovo di Oakland di assicurare che un prete con precedenti di molestie sessuali non commettesse più abusi, mentre la Chiesa lavorava per riportarlo allo stato laicale.
A proposito di una lettera del 1985 firmata da Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Lena ha spiegato che quando il futuro Papa esortava il vescovo di Oakland a usare nei confronti di padre Stephen Kiesle «il massimo della cura paterna» faceva riferimento a una vecchia formula della Chiesa, il cui senso era ritenere il vescovo responsabile di assicurare che il prete in questione non commettesse più abusi.
Lena ha spiegato che non ci sono casi conosciuti di molestie da parte di Kiesle tra 1981, quando la diocesi ne raccomandò per la prima volta il ritorno allo stato laicale e il 1987 quando il sacerdote fu “spretato”.

Il legale, riferirendosi al caso di Stephen Kiesle Kiesle – che all'epoca, aveva 38 anni – di Oakland, spiega che «durante tutto il processo, il prete rimase sotto il controllo, l'autorità e l'assistenza del vescovo locale responsabile del fatto che non facesse di nuovo del male, come il codice canonico prevede. Il caso di abuso sessuale non fu mai trasferito al Vaticano». «Alla Congregazione della Dottrina delle fede - sottolinea l'avvocato - fu posto il problema se vi erano condizioni per ridurlo allo stato laicale. A quel tempo la Congregazione per la Dottrina della fede non aveva la competenza sui casi di abusi. Le competenze erano dei vescovi locali».
La riduzione allo stato laicale del prete fu condotta «in modo spedito, non secondo gli standard attuali, ma secondo gli standard di quel tempo». Inoltre, mentre il procedimento era in corso, il prete non commise altri abusi.

Solo nel 2001, con il documento sui “Delicta graviora”, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha avocato a sè tutti i casi di abusi sessuali compiuti da sacerdoti sui minori. Ratzinger, interpellato sulla riduzione allo stato laicale di Kiesle, suggeriva un periodo più lungo per considerare la vicenda: la congregazione «sebbene consideri gli argomenti a favore della rimozione in questo caso di grande significato, ritiene tuttavia necessario considerare il bene della Chiesa universale insieme a quella del richiedente, e non può prendere alla leggera il danno che concedere la dispensa provocherebbe nella comunità dei fedeli cristiani, in particolare per quanto riguarda la giovane età del richiedente».


La lettera - Ecco la traduzione in italiano (il testo originale è infatti in latino) del testo della lettera che il futuro Papa scrisse al vescovo di Oakland John S. Cummins, nel 1985, relativa al caso di un prete pedofilo, padre Stephen Kiesle.

"Dopo aver ricevuto la sua lettera del 13 settembre di quest’anno, per quanto riguarda la rimozione da ogni obbligo sacerdotale di padre Stephen Miller Kiesele, è mio dovere condividere con lei le seguenti considerazioni. Questa corte, sebbene consideri gli argomenti a favore della rimozione in questo caso di grande significato, ritiene tuttavia necessario considerare il bene della Chiesa universale insieme a quella del richiedente, e non può prendere alla leggera il danno che concedere la dispensa provocherebbe nella comunità dei fedeli cristiani, in particolare per quanto riguarda la giovane età del richiedente. E’ necessario per questa Congregazione sottoporre casi di questo tipo ad una considerazione molto attenta, che necessita un più lungo periodo di tempo. Al contempo Sua Eccellenza non deve mancare di fornire al richiedente la maggiore cura paterna possibile e inoltre spiegare allo stesso le riflessioni di questa corte che è solita procedere tenendo il bene comune particolarmente presente. Mi permetta di cogliere questa occasione per esprimerle i sentimenti della più alta stima nei suoi confronti, la sua Eccellenza reverendissima cardinale Joseph Ratzinger".

12/04/2010, 10:38

Ma fate quello che vi pare ... (Il bello che ieri alla radio è stato detto che è stato tradotto male un articolo da cui si evince che il Papa aveva detto d'imbosacere tutto! Il perché è talmetne stupido che mi vergogno quasi a dirlo: adoperarno il "TRADUCI"di Google; cosa dire?). E' un po come il "disco" inseguito dai due caccia: sta facendo il giro del mondo... Poveri noi, l'Informazione ...[8)]
Ciao .

12/04/2010, 11:29

Ufologo è pure vero che è OVVIO che mai nessuno all'interno della Chiesa additerà mai il Papa. Sarebbe l'assurdo. Un minimo di coerenza nell'incoerenza ce l'hanno pure loro. Quando c'è un grande potere in ballo come quello della Chiesa, è sempre un bene che ci sia un meccanismo di controllo ESTERNO a quel potere. Per mantenere l'equilibrio. Altrimenti si ha una dittatura, e ogni verità diventa filtrata.

12/04/2010, 11:31

Comunque, c'è anche questo, mica solo "Repubblica" appunto! (Massoni)


UN ATTACCO AL PAPA DIETRO LE FALSEE ACCUSE DEL NEW YORK TIMES

L'ultima accusa parte dal «New York Times»: la storia di padre Murphy, un sacerdote sospettato di abusi su 200 bambini sordi in un istituto religioso. Secondo il quotidiano, Ratzinger e il cardinal Bertone lo hanno coperto. Ma è tutto falso.

(Di Andrea Tornielli)

«I leader della Chiesa scelsero di proteggere la Chiesa invece che i bambini... Alti funzionari vaticani - incluso il futuro Papa Benedetto XVI - non ridussero allo stato laicale un prete che aveva molestato qualcosa come 200 ragazzi sordi». Il nuovo attacco al Papa arriva puntuale dagli Usa e viene messo in pagina dal New York Times, che pubblica un ampio articolo, con annessi documenti online, dedicato al caso - tremendo - che vede coinvolto padre Lawrence Murphy, prete cattolico della diocesi di Milwaukee, cappellano in una scuola per sordi dal 1950 al 1974, accusato di aver abusato di decine di bambini. Nel mirino ci sono il Pontefice e il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, che al momento in cui il caso venne presentato in Vaticano erano rispettivamente Prefetto e Segretario della Congregazione per la dottrina della fede.

Va detto subito che dai documenti emerge chiaramente che la Chiesa non insabbiò nulla, ma che fu la magistratura americana, dopo aver aperto un'inchiesta, a lasciar cadere le accuse, e quando la denuncia venne finalmente presentata all'ex Sant'Uffizio, quasi trent'anni dopo i fatti, si prese sul serio. Nonostante la lontananza temporale si decise di autorizzare un processo canonico, che poi però fu sospeso perché padre Murphy - il quale viveva ritirato dal 1974 - era gravemente malato. Morirà appena quattro mesi dopo l'ultimo scambio di lettere tra la Congregazionee il vescovo di Milwaukee.

La vicenda viene alla luce nel maggio 1974 quando un ex alunno della St. John's School, un istituto per non udenti, presenta una denuncia per gli abusi che lui e altri bambini avevano dovuto subire da padre Murphy nell'ultimo decennio. I loro racconti sono agghiaccianti. La magistratura americana indaga, ma il giudice archivia il caso. Le accuse vengono fatte cadere, non ci sono prove sufficienti per procedere. Il sacerdote viene allontanato dalla scuola, e si trasferisce nel Wisconsin, nella diocesi di Superior, dove continua ad esercitare il ministero sacerdotale aiutando un parroco del luogo. Emergono intanto nuove denunce di ex allievi della scuola e così nel luglio 1993 le autorità della diocesi di Milwaukee convocano padre Murphy e lo interrogano a lungo, anche con l'assistenza di psicologi esperti di pedofilia. Le vittime sono 29, Murphy ammette abusi su 19 di loro.

Le autorità diocesane continuano le loro indagini e il 17 luglio 1996 il vescovo di Milwaukee Rembert Weakland - esponente dell'ala «liberal» dell'episcopato, che sarà costretto a dimettersi nel 2002 dopo aver ammesso di aver avuto rapporti omosessuali - scrive al Prefetto della Congregazione della dottrina della fede, Joseph Ratzinger, chiedendo in che modo dovesse procedere con padre Murphy, il quale aveva commesso abusi anche durante il sacramento della confessione. Un delitto che rende competente sul caso l'ex Sant'Uffizio. Passano alcuni mesi prima che Roma risponda e intanto la diocesi va avanti per la sua strada aprendo un processo canonico contro il sacerdote per arrivare alla sua dimissione dallo stato clericale.

Il 24 marzo 1997, il Segretario della Congregazione, Bertone, risponde al vescovo avallando la decisione di procedere contro padre Murphy e di rendere giustizia e riparazione alle vittime. Nel gennaio 1998, è lo stesso sacerdote pedofilo a rivolgersi direttamente a Ratzinger, chiedendo che il processo a suo carico, ora gestito dalla diocesi di Superior, venga annullato per un vizio procedurale. Murphy si dichiara pentito, racconta di essere gravemente ammalato e di vivere ritirato in Wisconsin dal 1974. Chiede al futuro Papa di poter morire da sacerdote.


Nell'aprile successivo Bertone scrive al vescovo di Superior, Raphael Michael Fliss, spiegandogli che la Congregazione per la dottrina della fede, dopo aver esaminato la vicenda, ritiene che il processo possa continuare, e dunque non accoglie le eccezioni presentate dal padre Murphy. Bertone chiarisce però che la massima pena, la dimissione dallo stato clericale, dovrebbe essere comminata solo dopo che si sia verificata l'impossibilità di ottenere riparazione, giustizia e «l'emendamento del reo» con altri mezzi. Il vescovo Fliss risponde a Bertone spiegandogli che la gravità dello scandalo e il dolore delle vittime impongono di andare avanti con il processo.

Il 30 maggio, a Roma, si tiene un summit convocato appositamente per questo caso, al quale partecipano Bertone, l'allora sottosegretario della Congregazione padre Gianfranco Girotti, e i vescovi Weakland e Fliss. Questi ultimi dubitano del reale pentimento di padre Murphy, mentre Bertone ha delle perplessità sulla fattibilità del processo, e cioè sulla possibilità di ricostruire fatti accaduti più di trent'anni prima. Inoltre viene sottolineato che dal 1974 in poi non risulta alcuna denuncia o accusa contro il sacerdote. Si decide quindi di continuare a tenere Murphy ritirato e di agire per ottenere una sua piena assunzione di responsabilità e il suo pentimento, anche minacciando la dimissione dallo stato clericale. Poco dopo, il 21 agosto 1998, il sacerdote muore.

Non c'è dunque stato alcun insabbiamento, il caso è stato preso sul serio ed esaminato, Padre Murphy non è stato dimesso dal sacerdozio anche a motivo delle sue condizioni di salute. Ieri il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha ricostruito i fatti ribadendo che le norme canoniche non «hanno mai proibito la denuncia degli abusi» alle autorità civili, e ricordando che proprio queste avevano fatto cadere le accuse contro il sacerdote.

Durissimo è infine il giudizio de L'Osservatore Romano, che attacca «la tendenza prevalente nei media» di «trascurare i fatti e di forzare le interpretazioni», diffondendo l'immagine di una Chiesa quale unica responsabile di abusi sessuali. Immagine «che è funzionale all'evidente e ignobile intento di arrivare a colpire, a ogni costo, Benedetto XVI e i suoi più stretti collaboratori».

("Il Giornale.it)

12/04/2010, 11:33

Non so se erano già stati pubblicati:

http://www.guardian.co.uk/commentisfree ... tional-law

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... _delle_dim
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