andreacorazza ha scritto:
una donna che non può avere figli in QUESTA vita, ha uno spirito che nella vita passata (non la donna stessa) ha abortito/abbandonato i figli. Lo stesso dicasi per gli orfani, sono quelli che nella vita passata, non hanno avuto cura dei propri genitori.
Stavo pensando: se le le donne che abortiscono nascono sterili, i figli che non si prendono cura dei genitori diventano orfani nella vita successiva, i bambini malati terminal idi cancro lo sono perchè lo hanno scelto loro
allora vuol dire che chi nasce non vedente o lo diventa è perchè si sarà masturbato troppo nella precedente vita! ecco l'inghippo, il trucchetto che i preti non ci dicevano! si diventa ciechi nella vita successiva non in questa. GENIO!
Che sporcaccioni questi non vedenti!
E dimmi i bambini nati con la sindrome di down che colpe altrui\precedenti\proprie devono scontare? Quindi la sterilità o lamalattia altro non sono CHE COLPE? dovresti pensare di sostituire i tuoi maestri non ne azzeccano una.
Il concetto che i figli\anime scontino i peccati\colpe dei padri\madri\precursori (che poi hai trasposto nel concetto di reincarnazione per cercare di conciliare le tue varie convinzioni contrastanti) è quanto di più schifoso possa esistere e senza senso, è un ricatto fatto alle persone per farle comportare come si vuole. Scemo chi ci crede.
Tanto è vero che perfino la teologia cattolica sta abbandonando il concetto di PECCATO ORIGINALE (i peccato dei genitori che si trasmette ai figli lungo le generazioni) primo perchè non è presente nei testi e poi perchè è un abominio messo in piedi per tenere le persone legate al culto con la coercizione psicologica.
Cita:
Domanda: Come sappiamo che è davvero esistito un peccato originale e che le sue conseguenze hanno coinvolto l’umanità intera?».
Ariel Di Porto: «Io con… con questa domanda in realtà inizio gradualmente ad eclissarmi per… per ovvi motivi insomma, perché… diciamo entrando in ambito di Nuovo Testamento chiaramente ho un po’ di difficoltà a parlarne perché non voglio offendere le sensibilità di… di nessuno. Eh…».
Mons. Avondios: «Assolutamente no».
Ariel Di Porto: «No no… ma comunque non… non ho neanche le competenze in maniera molto… molto sincera. Per cui volendo dare un parere tecnico ritengo di dover sapere esattamente di cosa sto parlando, cosa che in questo caso non sarebbe vera. Però questo testo, cioè insomma, quello… quello di cui parliamo è un testo che appartiene pienamente alla tradizione del… dell’Antico Testamento, per cui ne posso parlare e ne parlo… e ne parlo volentieri. Eh… per quanto riguarda il peso del peccato originale all’interno… eh… dell’umanità, nella tradizione ebraica, il peso di questo è molto inferiore rispetto a quello che troviamo nella tradizione cattolica. Ciò che possiamo ricavare è quello che leggiamo… all’atto pratico all’interno del testo. Ciò vale a dire le conseguenze che… eh… questo peccato ha portato. Cioè per cui da una parte la mortalità dell’uomo, c’è… questo elemento all’interno del… del testo, la cacciata dall’Eden, e tutte queste cose comportano un cambiamento di condizione… per quanto riguarda l’uomo. Cioè vuol… uscire dall’Eden vuol dire in qualche modo uscire da una certa condizione ed entrare nella nostra condizione storica, nella condizione propria della… eh… della civiltà. Ed un cambiamento all’interno delle caratteristiche fondamentali dell’uomo. Cioè l’uomo adesso è consapevole della… appunto la conoscenza della… eh… del bene, del bene e del male. Almeno attenendoci al… eh… al testo biblico. C’è pure una contro domanda molto provocatoria che fanno i commentatori: “Ma se l’uomo non conosceva il bene e il male come fa ad essere punito per aver peccato? E com’è possibile dire che l’uomo ha peccato?”. Però, secondo me, cioè dando questo tipo di lettura, insomma, che è la… la nostra lettura, insomma, la lettura ebraica di questo brano, ci discostiamo da quello che penso essere il… il tema, insomma. Appunto che è quello del peccato originale. Nell’Ebraismo questo non c’è se non in maniera estrema… estremamente velata. Cioè c’è scritto che dopo il peccato del vitello d’oro, in qualche modo il popolo ebraico è… riacquisisce quella condizione posteriore rispetto… al… peccato originale. Ma si tratta, insomma, di… qualcosa di molto più periferico all’interno della nostra tradizione rispetto a quanto non possa essere invece nel mondo cristiano».
Daniele Garrone: «Allora, tra la Genesi 3 e Romani 5:12, dove l’apostolo Paolo dice che per mezzo di un uomo la morte è entrata nel mondo, evidentemente non c’è… eh… coincidenza. Eh… e anzi, uno leggendo Paolo si può chiedere dove trova quell’idea cioè di un… atto di… decadenza, di… di un fallimento iniziale dell’umanità, che poi l’avrebbe sempre caratterizzata, dove lo trova in Genesi 3. Dove, se ve lo leggete a casa, una delle cose che mi ha sempre più colpito è l’atteggiamento di Dio che alla fine non sembra drammaticissimo. Cioè, dice: “Va bene, sono diventati come uno di noi, se stanno ancora nel giardino possono prendere l’albero che li rende oltretutto immortale, mandiamoli via…”. Ma si preoccupa persino del fatto che loro si vergognano di essere nudi e li copre. Cioè, non sembra, appunto, una reazione apocalittica. E in effetti noi oggi leggiamo questi testi come un racconto teologico, cioè un racconto che risponde alla domanda: “Ma perché il mondo che potrebbe essere il bel giardino che Dio ha creato in cui, se leggete quella pagina, è… c’è un bell’articolo scritto anni fa da un collega inglese, Intimacy and Alienation, cioè in Genesi 2 c’è intimità, cioè Dio che passeggia. Al ponentino Dio passeggia la sera nel giardino e gli… Adamo ed Eva non si vergognano, e non c’è inimicizia con gli animali, e… e non c’è ancora il maschilismo, per cui quando Dio porta il prototipo ad Adamo, dice: “Ah! Questa volta sì che ci siamo!”, eccetera eccetera.
Il paradiso... non sai nemmeno tu come mettere insieme l'accozzaglia di credenze di cui sei infarcito. Chi se ne frega del paradiso se mi reincarno e posso addirittura scegliere che guai passare nella vita successiva secondo le tue elucubrazioni.
Don Ermis Segatti: «Io spero che nel dibattito su quest’argomento vengano fuori delle domande che ci consentano di ritornare, perché questa è una galassia. Cioè… eh… io direi questo, tendenzialmente, facendo un bilancio (adesso mi metto nella tradizione cattolica), facendo un bilancio di come si è sommativa mente elaborato il concetto di peccato originale, cosa si è detto, le conseguenze… perché penso, poi, ad alcune cose molto tristi, no? Si è detto che chi era in sola condizione di peccato originale sarebbe stato destinato all’inferno. Quindi a rigore qui si è giocato sul destino di… eh… diciamo… di milioni di uo… miliardi di uomini con una leggerezza… E quindi io direi che in questo caso io lo ammetterei ciò. La teologia… alcuni filoni della teologia cattolica hanno esercitato, diciamo pure, attraverso la questione del peccato originale, e qui mi collego proprio al punto di partenza di noi oggi, un maneggio su Dio fuori misura. Hanno cercato di decidere il destino dell’umanità con una leggerezza mentale che è preoccupante. È preoccupante. [applausi del pubblico] Questo… questo… bisogna far attenzione, perché si fa in fretta a trarre delle conclusioni logiche che poi finiscono per essere delle catene su Dio, eh? Incatenano Dio.
Queste guide mi sembrano molto più illuminate ed intelligenti di quelle che bazzicano nella tua testa.
Lascio a te il compito di informarti su chi siano queste persone.
Che cretini quelli che scelgono di nascere con un cancro o con una malformazione... Mo il primo bambino malato terminale che incontro glielo dico: babbeo la prossima volta scegli di nascere senza malattia!
Speriamo che qualcuno con cognizione di causa intervenga nel topic per riportare la discussione sui livelli precedenti perchè parlare di ste idiozie sinceramente mi ha stufato.