Cari amici, veramente avevo pensato di non intervenire proprio perché troppo coinvolta, poi ho pensato che magari può interesssarvi quello che penso.
![Imbarazzato [:I]](./images/smilies/UF/icon_smile_blush.gif)
Da sempre disegno e dipingo, le prime opere le ho vendute perché mi hanno proprio "pregato" (a 17 anni), e da grande scopro che i ritratti che regalavo a scuola a dieci dodici anni sono ancora nelle case degli amici, in cornice. Avrei voluto farne il mio lavoro (oltre che la mamma), ed ho fatto tante mostre, fiere, installazioni, sono stata nella "scuderia" di un gallerista di Roma ed esposto in molte altre in Italia e all'estero.
Ho capito che il mercato è davvero un meccanismo molto squallido e "pilotato" dal denaro.
Non c'è solo fuffa in giro, c'è anche chi merita, ma spesso chi trova la "formula magica" per far soldi si ferma lì, si siede sul suo successo, non evolve più, non pensa più, gli viene richiesto quello che sulla gente ha fatto colpo, un critico ben pasciuto spingerà quell'autore e ci si ingrassa beatamente tutti: galleristi, critici, riviste specializzate, arredatori e collezionisti. Il tritacarne pubblicitario funziona così...Se sei un puro sarà molto difficile che entri.
![Palla Otto [8]](./images/smilies/UF/icon_smile_8ball.gif)
Mi ricordo una mostra (a premi) a Roma tanti anni fa dove il 90% dei partecipanti erano allievi di una certa scuola e nella giuria c'erano molti professori della scuola medesima...
La mia scelta è stata di vivere silenziosamente la mia passione senza sottostare ai tentativi di farmi diventare una macchinetta sforna-tesori. ottenendo sicuramente meno risonanza, ma non trovo sia decoroso stravolgere la propria natura in nome del successo. Chi riesce a produrre a spron battuto secondo le richieste del mercato, buon per lui. A me venivano richieste tele che mi costavano tanto in termini di tempo fatica supporti e "pensiero", con un misero ritorno e quasi zero impegno da perte di chi mi presentava. Sicuramente non sono stata fortunata, ma sento molti casi simili al mio e la mia vita è limitata non posso svendere ciò che mi richiede tanto.
Né mi sono mai andata a cercare un critico compiacente. Le mostre che faccio sono su invito di Comuni Assessorati e associazioni, senza sborsare un soldo. molte partecipazioni non hanno alcuno scopo di vendita solo per beneficienza o per il piacere di incontrare altri artisti o di aiutare amici.
In questo campo si dovrebbe avere una formazione adeguata e anzitutto degli ideali, altrimenti il "Demone", come lo chiamo io, scappa, se ne va inorridito, ti lascia alle tue abbuffate e svuota di senso l'arte che arte non è , se uno copia se stesso o plagia altri. Ed è Lui a dare sapore alle opere, risuona dentro chi guarda.
Il mio maestro diceva che anche il gusto si educa. E' vero questo, com'è vero anche che non in tutti un autore può trovare corrispondenza(come avviene anche con la musica)...dove si infonde l'anima, la personalità, la psiche di chi opera, è chiaro che a qualcuno darà emozioni piacevoli, ad altri meno, ma è difficile che lasci indifferente.
Il discorso è molto complicato, ma se una volta i mecenati avevano la competenza per scegliere in prima persona a chi affidare la direzione dei lavori per una chiesa, per decorare un soffitto, per il proprio abbigliamento, oggi chi deve decidere l'arredamento di casa o a chi commissionare un'opera si rivolge ai critici o alle quotazioni di mercato perché difficilmente si fida del proprio naso, del proprio gusto o della propria sensibilità.