barionu ha scritto: MaxpoweR ha scritto:
UN SATAN dunque non IL SATAN.
Esattamente.zio ot
![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)
Il termine
Satan viene adoperato sempre con l'articolo nella versione dei Settanta, eccetto in 1Cr 21,1 : il che dimostrerebbe, con il passaggio a nome proprio di una conoscenza ormai evoluta.
Viene tradotto dai Settanta con
diàbols, con senso di calunniatore, seduttore e frequentemente accusatore o divisore.
Nell'AT viene usato 26 volte riferito a persone (è riferito all'angelo del Signore, Nm 22,22-23, a Davide, 2Sam 19,23) o per indicare un atteggiamento particolare, come i timori di Salomone verso i nemici (1Re 11,14. 23. 25).
Dopo l'esilio diventa il nome di un personaggio della corte celeste distinto dai "figli di Dio", con la caratteristica sempre crescente di atteggiamento negativo verso gli uomini, come risulta da tre testi.
Il primo testo del secolo VI a.C. , poco dopo il ritorno dall'esilio è costituito da Zc 3,1-5. Satana è un angelo con funzione di pubblico accusatore del gran sacerdote. L'imputato è realmente colpevole, tuttavia l'angelo di Jhwh lo difende per far prevalere la misericordia sulla giustizia: Satana non può definirsi, in questo testo, malvagio, ma come opposto a Dio nel giudizio.
Il secondo testo e dato da Gb 1,6-12. 2,1-7, più recente di un secolo rispetto alla pericope precedente. In questa occasione Satana è accusatore e tentatore. E' un angelo al servizio di Dio che osserva sulla terra il comportamento degli uomini per riferire a Dio (ruolo di accusatore). Egli appare scettico sulla fedeltà degli uomini a Dio (ruolo di tentatore).
Il terzo testo, 1Cr 21,1, che risale all'epoca persiana, fornisce una presentazione di Satana assai diversa: egli spinge Davide al peccato del censimento del suo popolo. In 2Sam 24,1 è Dio stesso a dare l'ispirazione del progetto, ora il Cronista fa ricadere la responsabilità su Satana. "Evidentemente la coscienza giudaica si è affinata e si rifiuta di attribuire a Jhwh il proposito di indurre Davide al peccato per castigare il popolo: non resta che addossarlo a questo angelo, qualificandolo come essere malvagio". [G. Gozzelino, Angeli e demoni ...].
In questi tre testi la figura di Satana ha una evoluzione: da accusatore e tentatore al servizio di Dio, passa a quella di angelo maligno che induce al peccato l'uomo. (Abbiamo altri due testi con senso peggiorativo di Satana: Sir 21,27 - identificazione di Satana con gli istinti cattivi dell'uomo; Sap 2,24 - identificazione del serpente della Genesi con Satana).
G. Gozzelino osserva che i dati biblici relativi all'AT denotano un processo di sviluppo: la dottrina sui demoni compare fin dall'inizio, ma si afferma al tempo dell'esilio: "Si deve notare ... che i demoni, per quanto ai margini, non sono ignorati, o considerati dei "niente" nel senso odierno. Ciò che si nega non è la loro esistenza bensì la loro rilevanza: non si ammette che il pio israelita ne abbia paura, o, peggio si affidi alla loro protezione. In tale ottica si comprende la compresenza di qualche precisazione (il Satan) con molta genericità (i demoni).
Infine i nomi dei demoni non sono considerati da un punto di vista ontologico ma funzionale, in quanto fanno parte della storia della salvezza.
Rispetto alle culture extrabibliche compaiono affinità dell'angeologia e quindi della demonologia con l'AT. Sono comuni la credenza della superioritgà rispetto all'uomo, la costituzione gerarchica e di una corte celeste, i compiti di custodia delle nazioni e dei singoli uomini, la funzione mediatrice tra questi e la divinità.
Comuni sono anche le pratiche esorcistiche contro i demoni.
L'originalità di angeli e demoni è fondata sulla concezione di Dio. Non è possibile nessuna forma di dualismo, sia angeli sia demoni sono soggetti a Jhwh, compreso il Satan. Questo tipo di fede non lascia legittimità alla paura dei demoni nè alle arti magiche.
L'emarginazione nell'AT degli angeli, ed ancor più dei demoni fa dire che in fatto di demonologia l'Antico Testamento si trova agli antipodi delle culture del tempo.
All'Antico Testamento in cui la demonologia svolge una parte del tutto marginale, corrisponde un Nuovo Testamento in cui la lotta di Cristo con Satana e i suoi angeli è centrale, tanto che in vita egli appare come esorcista e la sua stessa morte viene interpretata come il prezzo necessario per rompere definitivamente il potere demoniaco che attanaglia il mondo.
L'insegnamento giudaico extracanonico si differenzia dall'AT per il grande interesse per la demonologia.
Il NT rispetto all'Antico pone in rilievo la dottrina sui demoni e lascia quella degli angeli in secondo piano. Gli inizi e la fine della missione di Gesù sono come trapuntati dalla presenza degli angeli, mentre il tempo della missione di Cristo e quello post pasquale della Chiesa è caratterizzata dalla presenza dei demoni.
La terminologia dei sinottici e degli Atti offre tre nomi che, con maggiore costanza, emergono:
daimònion (45 volte),
Satàn (15 volte),
diàbolos (13 volte).
"
Demoni" in tutti gli autori, e lo è per tutto il NT, indica sempre gli angeli malvagi. In alcuni casi sono detti "
spiriti" ma sempre qualificati come "
immondi" o "
impuri".
Viene chiamato "
nemico", "
tentatore", "
maligno", "
cattivo", "
forte", "
Beelzebul".
Il demonio interrogato da Gesù deve dire il suo nome: "Mi chiamo Legione perchè siamo molti" (Mc 5,9). Il Maligno è uno e molti e se ne può parlare al singolare o al plurale.
[...]
Nelle lettere di Pietro e Giuda abbiamo la menzione dell'origine dei demoni, quali angeli ribelli: "Dio, infatti, non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il giudizio" (2Pt 4); "Gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno" (Gd 6). Nella lettera di Giacomo (cf Gdc 3,15), come in quella di Giuda (cf. Gd 8.9) i peccatori sono assimilati al diavolo.
La demonologia del Nuovo Testamento presenta, come novità, il fatto di essere strettamente legata e subordinata alla figura e missione del Cristo. Satana è nominato nel contesto dell'annuncio della sua sconfitta per opera di Gesù e "l'assoluta esigenza che l'uomo entri in tale vittoria vivendo "nel nome del Signore", ossia assumendo il suo stile di vita. Per parte sua, l'aspetto di minaccia e pericolo che la realtà diabolica continua a mantenere contribuisce a ribadire l'assoluta indispensabilità di Gesù per la salvezza".
(Tratto da:
Il dito di Dio e il potere di Satana, G. Nanni, Lib. Ed. Vat.).
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L'elusivo Serpente, Cristo stana e vince!