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 Oggetto del messaggio: Il piano astrale
MessaggioInviato: 16/06/2011, 14:33 
IL PIANO ASTRALE



Il piano astrale, chiamato altresì mondo astrale o mondo del desiderio, è un presunto "piano di esistenza" secondo gli insegnamenti esoterici, gli insegnamenti di alcune religioni e il pensiero New Age.
Non esiste alcuna prova oggettiva dell'esistenza reale di tale presunto "piano", e le asserzioni in merito dei sostenitori dello stesso non hanno alcun significato scientifico, al di fuori del loro valore simbolico-spirituale.

Origine e storia del termine
Alla fine del 1800 e agli inizi del 1900 il termine fu reso popolare dalla Teosofia, soprattutto per merito di Annie Besant e Charles Webster Leadbeater, nonché in seguito da Alice Bailey. In questa cosmologia l'astrale sarebbe il primo piano metafisico oltre quello fisico, ma sarebbe "più denso" di quello mentale. A volte viene denominato mondo delle emozioni o mondo dell'illusione, corrisponde al piano karmico della Helena Blavatsky.
Alcuni concetti equivalenti al piano astrale nei vari insegnamenti esoterici sono il Barzakh nell'esoterismo islamico (Sufismo eccetera), il Mondo di Asiyah nella Kabbalah (sebbene questo includa talvolta pure il piano fisico), o lo Yetzirah in qualche interpretazione della Kabbalah Ermetica, il "mondo dello spirito" nello Spiritualismo, il "mondo vitale" nella filosofia di Sri Aurobindo e Mirra Alfassa, la cosmogonia interiore insegnata nel Surat shabd yoga.
Nel suo libro Autobiografia di uno Yogi Sri Parmahansa Yogananda ha spiegato le sue ipotesi sulle presunte differenze tra i piani fisico, astrale e causale, in base alla filosofia indù tradizionale. Secondo lui, quando una persona muore la sua anima passerebbe al piano astrale, ove raccoglierebbe i risultati delle sue azioni passate o karma, per poi rinascere conseguentemente in un corpo fisico oppure elevarsi al piano causale superiore.

Il piano astrale e l'esperienza astrale
Secondo gli insegnamenti teosofici occulti, il presunto piano astrale potrebbe essere "visitato" coscientemente con il "corpo astrale", attraverso varie forme di meditazione e mantra, sogni lucidi o altre forme di addestramento. La teosofia e altri insegnamenti esoterici affermano che il mondo astrale compenetrerebbe il mondo fisico, per cui tutte le cose fisiche hanno una controparte astrale (e altre più sottili).

[align=right]Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_astrale[/align]


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MessaggioInviato: 16/06/2011, 14:47 
LE ENERGIE DELLA MENTE: LARVE ED ELEMENTALI



Torniamo oggi a parlare della mente, straordinario strumento dalle potenti funzioni che possono manifestarsi tanto in senso creativo quanto in senso distruttivo. Il tema di cui parleremo riguarda alcune forme di energia mentale che vengono definite larve ed elementali nella terminologia occultistica. Ci baseremo su informazioni tratte dai testi di Franz Bardon.
Le larve e gli elementali sono, secondo l'occultista ceko, forme di energia intelligente generate dalla mente. La differenza sostanziale tra loro consiste nel fatto che le larve si creano al di fuori del controllo cosciente dell'individuo in seguito ad un forte eccitamento psichico (ad esempio una forte emozione o un intenso sentimento specifico), mentre gli elementali sono energie deliberatamente create per uno scopo ben preciso da chi ha la capacità di farlo. In entrambi i casi queste forme di energia hanno una loro potenza e una vita propria che dipendono dalla forza e dall'insistenza con la quale vengono alimentate, nel primo caso in modo involontario e nel secondo invece in modo deliberato e consapevole.
Qualsiasi tipo di eccitamento psichico, abbiamo detto, genera una larva di natura e forza corrispondente, che si genera a spese dell'energia mentale. La sua vita tuttavia dipende dall'attenzione che la persona pone nei confronti del sentimento che l'ha generata, nel senso che se quel tipo di eccitamento viene ripetuto, la larva acquisisce sempre maggiore forza fino a diventare una vera e propria ossessione in grado di condizionare fortemente i pensieri del soggetto. Se invece la persona non pone attenzione a quel sentimento, non gli dà importanza, evita di alimentarlo oppure in qualche modo lo tiene sotto controllo, la larva perde rapidamente energia fino a dissolversi, o quantomeno conserva una forza molto limitata.
Nella mente di ognuno di noi avviene quindi un continuo nascere e morire di larve prodotte dai vari tipi di eccitamento psichico. E' chiaro che certi sentimenti come la paura, l'angoscia, l'odio, l'invidia e simili creano larve di natura assai pericolosa in quanto, se questi sentimenti vengono continuamente alimentati, le larve corrispondenti acquisiscono una potenza tale da sottrarre grandi quantità di energia mentale al soggetto, che pertanto verrà ad essere travolto da tali sentimenti e non avrà più la forza psichica per reagire. L'origine di certe ossessioni, paranoie, manie di persecuzione e disturbi simili derivano appunto da questi meccanismi. Le larve, inoltre, non soltanto influenzano la mente del singolo soggetto che le alimenta inconsapevolmente, ma possono influenzare anche altre persone facilmente suggestionabili creando così le psicosi di massa.
Tutto questo ci fa capire quanto sia importante mantenere un controllo cosciente sui nostri pensieri e rafforzare la struttura della mente, e quanto sia pericoloso lasciare la mente stessa in balìa di forze esterne, talvolta create coscientemente da personaggi senza scrupoli per scopi tutt'altro che nobili.
Il potere della mente, se utilizzato in modo cosciente e deliberato, permette infatti la creazione di energie intelligenti che in occultismo vengono definite elementali. Anche queste energie acquisiscono potenza e durata corrispondenti alla forza e all'insistenza con la quale il loro creatore le alimenta. Il processo di creazione di un elementale si basa prima di tutto sull'immaginazione, che costituisce il primo indispensabile passo. Attraverso il potere immaginativo, a questa energia viene attribuita una forma, mentre per tramite del desiderio e della volontà le viene imposto un compito specifico. Come per tutte le cose, anche il potere creativo della mente può essere evidentemente utilizzato per il bene o per il male. Ciò che è importante sapere è comunque che all'origine di ogni cosa c'è la mente, e che è per suo tramite che ognuno di noi crea o distrugge e determina il proprio destino in accordo con i meccanismi del karma.

[align=right]Fonte: http://fohat.blog.dada.net/post/202396/ ... ELEMENTALI[/align]


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MessaggioInviato: 16/06/2011, 14:54 
INCUBI E SUCCUBI



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Fra le entità più sinistre ma affascinanti che hanno turbato i sonni dei demonologi, degli studiosi di arti nere, preoccupati gli stregoni e le streghe ed eccitati i visionari e molti artisti e poeti, Incubi e Succubi hanno un posto particolare; queste creature a mezzo fra il diavolo e qualcos’altro di cui molto si racconta - gli aneddoti abbondano [1] - ma poco in realtà pare si sappia. Che, poiché come tutti i demoni operano “invisibilmente”, si è cercato di definire e definirne il potere ricorrendo alle Scritture, ai Padri, alla più dotta e sottile teologia.
Secondo la tradizione popolare l’Incubo è un diavolo che prende l’aspetto di un uomo e giace con una donna, mentre il Succubo prende l’aspetto di una donna e si accompagna nottetempo con una persona di sesso maschile. “Nel compiere l’atto sessuale i Demoni maschi sono incubi e le Lamie succubi, e questo è giudizio comune di tutti i filosofi di tutti i tempi ed è comprovato dall’esperienza delle nazioni”[2]. A quale scopo questi diavoli così s’adoperino i testi non lo spiegano chiaramente. Da queste unioni sarebbero nati, secondo la leggenda, personaggi notevoli quali Romolo e Remo, Servio Tullio, Platone, Alessandro Magno, Cesare Augusto, Merlino, Martin Lutero… Ma scrittori autorevoli come Heinrich Kramer e Jakob Sprenger, già alla fine del XV secolo, sono concordi nel ritenere che si tratti di superstizione. Né gli inquisitori del Malleus maleficarum (1487) né dopo di loro Martin del Rio (Disquisitiones magicae, 1589) o Francesco Maria Guaccio (Trattato di demonologia, 1608) si sentono però di dubitare dell’esistenza e dell’operato di questi spiriti. “Lo stesso diavolo della fornicazione e principe di questa sporcizia è chiamato Asmodeo, che s’interpreta come colui che fa il giudizio perché a motivo di questo vizio fu fatto un terribile giudizio a proposito di Sodoma e di altre quattro città.”[3]
L’atto di accoppiarsi con un uomo o una donna è considerato dagli stessi demoni così sozzo - scrivono i demonologi - che i maggiori o superiori ne provano orrore. “Siccome si crede che alcuni diavoli siano caduti secondo un certo ordine, non è sconveniente asserire che sono i diavoli del coro più basso, anzi quelli che in esso stanno più in basso, ad essere deputati ed addetti a queste altre sporcizie. (…) Noi diciamo pertanto tre cose: in primo luogo che questi diavoli commettono sconcissimi atti venerei non per godere, ma per infettare l’anima e il corpo di coloro dei quali sono succubi o incubi; in secondo luogo che, con un atto simile, ci può essere una completa concezione o generazione da parte delle donne, perché i diavoli possono portare il seme umano nel luogo conveniente del ventre della donna e accanto alla materia qui predisposta e adatta al seme. E allo stesso modo possono raccogliere i semi di altre cose per ottenere altri effetti. In terzo luogo, nella generazione di siffatte cose ciò che avviene attribuito ai diavoli è solo il moto locale e non la stessa generazione, il cui principio non è una della capacità del diavolo o del corpo da lui assunto ma di colui al quale appartenne il seme, per cui chi è generato non è figlio del diavolo ma di un uomo.”[4]
Il commercio carnale con il Demonio, d’altra parte, non è esperienza delle più felici neppure per i più devoti servitori del Maligno: la maggior parte dei casi “documentati” di rapporto sessuale fra esseri umani e spiriti caduti, tuttavia, ci porta a credere che il Diavolo, gran seduttore, si conceda volentieri in forma di succube quel diletto e godimento negato da Kramer e Sprenger; che usi, nel tentare gli uomini, ogni risorsa della propria arte d’amare. Sempre, le Succubi sono apparse ai maschi come fanciulle di incomparabile bellezza, magnifiche donne, che ricorrono per conseguire i propri scopi alle più squisite e “letterarie” schermaglie erotiche (e quanto ricordano certi incontri “alla rovescio” fra pastorelle e cavalieri della lirica provenzale!)[5]. Meno riguardi osserva il Diavolo per le donne: ché a dispetto dell’idea comune di un Demonio tombeaur de femmes, fascinoso, irresistibile, egli s’impone in forma d’Incubo con lo stupro, la violenza, spesso in modi orribili e dolorosi. Nel coito con le streghe il seme è freddo, gelato; il membro del Diavolo è di dimensioni spropositate ed irto di aculei e le penetra con rabbia[6]. Non è raro che donne irretite o possedute dal Demonio si siano trovate a condividere il proprio letto con mostri terribili, omiciattoli rossi e gibbosi, grossi topi, piccole scimmie pelosissime, furetti, capri e uomini neri dal volto grinzoso e dagli occhi cisposi; mostriciattoli che hanno portato nella tradizione popolare - e non solo - a confondere Incubi e Succubi con varie specie di Folletti notturni[7], Ninfe, Gnomi, Silfi, Salamandre, “Pigmei” ed Etnei. Creature queste ultime contro le quali - Sinistrari ammonisce[ 8 ] - non servono né esorcismi né benedizioni né oggetti sacri. Cade in inganno anche un “esperto” del calibro di Paracelso; commette per così dire un “errore di classificazione”: parte concede alla leggenda parte concede alle teorie degli inquisitori.[9]
Nel Malleus maleficarum si afferma che i diavoli non possono “procreare gli uomini”[10] tuttavia si riconosce a Satana, in accordo con le Sacre Scritture, un potere “che è nei fianchi, e il suo vigore nei muscoli del ventre”[11]: un potere di natura sessuale, benché sterile, che laidi demoni in sembianze di maschi e femmine non si stancano d’esercitare mai. Spiriti, benché invisibili e che operano invisibilmente, la cui esistenza “è cattolica” e fuor di dubbio ancora nel XVII secolo. “Ma tutte queste opinioni - scriverà in tempi più recenti Agostino Calmet - son oggidì quasi del tutto abbandonate, e particolarmente da poi che fu adottata la credenza della spiritualità degli Angeli e dei Demoni (…) Se si esamina se il Demonio possa aver commercio carnale con un uomo o con una donna si troverà, quando si considerino con attenzione i fatti, che una fantasia con una gagliarda impressione e che una prevenzione violenta possono produrre tutti questi effetti.”[12]
Con l’avvento del secolo dei Lumi l’esempio, la fortuna di manuali quali la Considerazione intorno alla pretesa magia postuma per servire alla storia de’ vampiri di Gerhard van Swieten (Vienna, 1755; forse il testo “di genere” più celebre, con quello di Calmet) consegnano Incubi e Succubi alla leggenda, alla tradizione locale, alla superstizione. Il Diavolo è uno, entità spirituale, opera il male per vie sottili; gli competono le sfere dell’anima, del pensiero, della morale e dell’etica. Fatta eccezione per i casi di possessione, sempre meno persone sono disposte a credere perché “cattolico”, per atto di fede, a suoi interventi o manifestazioni fisiche. Figuriamoci un amplesso. Incubi e Succubi, però, non vengono dimenticati: l’idea di una sessualità del Male è troppo forte, troppo antica e seducente perché l’uomo riesca a sbarazzarsene. Piuttosto questi spiriti sono trasformati, tolti all’autorità della religione e posti sotto la tutela della letteratura e dell’arte. L’interesse, la curiosità, il gusto per le cose carpatiche, mitteleuropee, turche, egizie, orientali popolano ora le più accese fantasie di un altro essere: il Vampiro.
“La superstizione su cui si basa questo racconto - scrive Polidori nell’Introduzione al fortunatissimo The Vampyre, “che mostra per la prima volta nel 1819 all’interno di un’opera letteraria la figura di una vampiro, fino a quel momento rigidamente relegata nel repertorio esclusivo delle tradizioni popolari di alcuni paesi europei”[13] - è assai diffusa in Oriente. Sembra essere un fenomeno comune tra gli arabi: tuttavia non si propagò fino alla Grecia che dopo la fondazione del Cristianesimo; e ha assunto la forma attuale solo a partire dalla scissione tra la Chiesa latina e quella greca; fu allora che, con la graduale affermazione del concetto secondo cui il corpo di un latino non poteva subire la corruzione della carne se veniva seppellito nella propria regione di appartenenza, tale atteggiamento andò prendendo sempre più piede, così da costituire l’argomento di molte storie fantastiche, tuttora popolari, imperniate su morti che si levano dalle tombe e si nutrono del sangue di creature giovani e belle.”
Il Vampiro, in sé e per sé, è figura molto precedente ai terrori degli inquisitori. I tratti in comune fra Incubi e Succubi e Vampiri però sono diversi, e tutto ciò deve aver molto contribuito alla sopravvivenza e all’identificazione del mito: in qualche modo ci si rese conto che questi esseri vivevano di un desiderio, quello sessuale, nell’uomo irreprimibile. Entrambi operano di notte, entrambi sono sterili, incapaci di procreare, invidiano la vita e la fertilità dell’uomo e cercano perciò di corromperla ed estinguerla; entrambi rubano alla vittima un fluido vitale (lo sperma, il sangue), entrambi assumono, nel rapporto con gli esseri umani, belle sembianze di persone del sesso opposto. Entrambi aspirano al coito: un coito negativo, che però ossessiona, distrugge; son messi in fuga dall’amore lecito nel matrimonio e dall’intimo abbraccio benedetto da Dio[14]. Testimoniano di una coscienza oscura dell’erotismo. Ma nei miti orientali, fatta eccezione per la bella Lilith,[15] il potere del Vampiro non è ancora sessuale, è ferino; tant’è che spesso si tende a confonderlo con il Licantropo[16]. L’Occidente cattolico, poi puritano, vittoriano, nel suo orrore per il sesso e la lussuria ne ha tratto un incubo che ancor oggi ci sconcerta.
A partire dalla fine del Settecento le storie di Vampiri divengono, con il romanzo gotico, un genere letterario a sé. E sempre l’episodio centrale in questi racconti, permeati di un’inquieta sensualità, di inconfessabili perversioni, desideri rimossi o negati, è quello che descrive l’amplesso fra il demone e la vittima. Pagine splendide in Carmilla di Le Fanu:

“Talora era come se una mano mi scivolasse lievemente sul collo e sulle guance, altre volte come se calde labbra mi baciassero con un’insistenza e una bramosia che aumentavano in prossimità della gola, dove quella piacevole suzione indugiava più a lungo: allora i battiti del mio cuore aumentavano, il respiro si trasformava in un ansimare violento cui seguiva un singhiozzo che arrivava fin quasi a soffocarmi, sfociando infine in una convulsione terribile, durante la quale i sensi mi abbandonavano e perdevo coscienza. Erano ormai tre settimane che versavo in queste indescrivibili condizioni e, nell’ultima, le sofferenze avevano cominciato a lasciare le tracce sul mio aspetto: ero diventata esangue, due scure occhiaie cerchiavano i miei occhi dilatati e l’estenuazione che avvertivo da tempo cominciava a manifestarsi nello stato attonito dell’espressione. (…) Accadde una notte che, invece della voce che udivo spesso nelle tenebre, ne avvertissi un’altra, tenera e dolce, ma allo stesso tempo orribile, che mi diceva: “Tua madre ti avverte di stare in guardia dall’assassino”. Improvvisamente un fiotto di luce balenò ai piedi del letto e vidi Carmilla che stava in piedi, con la candida camicia insozzata da una gran macchia di sangue che dal mento le scendeva giù fino ai piedi.”

Da quelle pagine, come una tela di Fussli, ci scruta un Incubo maligno e seducente.

[1] “Se qualcuno desidera vedere storie di Incubi e di Succubi – riporta il Malleus maleficarum – legga Beda nella Historia Anglorum, Guglielmo, Tommaso e anche Tommaso di Brabante nel suo libro delle api.” La più famosa dissertazione sull’argomento è forse però il testo del frate francescano Ludovico Maria Sinistrari Demonialità; la possibilità, modo e varietà dell’unione carnale dell’uomo col demonio; 1699.

[2] Francesco Maria Guaccio; Trattato di demonologia per riconoscere e individuare ogni malefizio; Cap. XI – Se i Demoni siano succubi ed incubi e se da tale concubito possano nascere delle creature; p. 42, Fratelli Melita Editori, Genova, 1988.

[3] Heinrich Kramer e Jacob Sprenger; Malleus maleficarum; Questione IV – Quali diavoli diventano incubi o succubi?; p. 68, Marsilio, Venezia, 1977.

[4] Heinrich Kramer e Jacob Sprenger; Malleus maleficarum; Questione III – C’è procreazione umana tramite i diavoli incubi e succubi?; p.63, Marsilio, Venezia, 1977.

[5] “Remigio riporta questo esempio sentito dalla viva voce di Melchiorre Enrico, uomo di provata fede, che gli aveva riferito i fatti privati del serenissimo duca di Lotaringia. “A Henameni”, diceva quello, “mentre ero amministratore dei beni del Signore, vi era un tale che alla domanda del giudice che gli aveva chiesto in che modo il Demonio lo avesse indotto a tanta scelleratezza, rispose liberamente con queste parole. “Io faccio il pastore e all’alba passo di casa in casa per radunare le pecore; c’era una fanciulla che spingeva fuori dalla stalla le bestie ed io me ne innamorai, tanto che di giorno e di notte non facevo che pensare a lei. Un giorno, mentre ero infiammato di desiderio, costei mi apparve, nella solitudine dei campi, e subito fece atto di nascondersi dietro un cespuglio. Mi getto sulla preda e per quanto riluttante riesco ad abbrancarla, mi rifiuta ma io insisto, e alla fine si concede a patto che io, considerandola mia signora e padrona, prometta di onorarla più di Dio. Accetto la condizione, godo di lei, ma da quel giorno cominciò ad usare di me in modo che io misero divenni uno zimbello nelle sue mani.”; Francesco Maria Guaccio; Trattato di demonologia per riconoscere e individuare ogni malefizio; Cap. XI – Se i Demoni siano succubi ed incubi e se da tale concubito possano nascere delle creature; p. 46, Fratelli Melita Editori, Genova, 1988.

[6] Sulle pratiche sessuali demoniache, quelle in particolare in occasione dei sabba, si vedano più diffusamente Costantino di Maria, Enciclopedia della magia e della stregoneria; De Vecchi, Milano, 1967 e Richard Cavendish, Storia della magia; Mondadori, Milano,1989; La magia nera; Mediterranee, Roma, 1988.

[7] Un accurato ed esaustivo studio di queste e simili creature fatate nel folklore italiano è stato pubblicato da Dario Spada, Gnomi, fate e folletti e altri esseri fatati in Italia; Sugarco, Milano, 1989.

[ 8 ] Cfr. nota 1.

[9] “Abbiamo detto che questi esseri potrebbero avere rapporti carnali con gli uomini e averne figli. Questi bambini sono di razza umana perché il padre, essendo uomo e discendendo d’Adamo, gli dona un’anima che li rende simili a lui ed eterni (…) Il diavolo s’inserisce qualche volta nel corpo degli Gnomi, dei Silfi, soprattutto in quello delle femmine, e si diverte a far partorire feti coperti da una lebbra, scabbia o tigna inguaribile.” Paracelso, Trattato delle Ninfe, Silfi, Pigmei, Salamandre e altri esseri, pp. 17 e 19; in Scritti alchemici e magici; Stampa Alternativa, Roma, 1990.

[10] “Procreare gli uomini è un atto di un corpo vivente, ma i diavoli non danno vita ai corpi che essi assumono, dato che formalmente fluisce soltanto dall’anima la vita”; op. cit., Questione III, p.56

[11] Giobbe; 40,16.

[12] Agostino Calmet, Dissertazioni sopra le apparizioni de’ spiriti e sopra i vampiri o i redivivi d’Ungheria, di Moravia eccetera – Capitolo XXXII: Effetti prodigiosi dell’immaginazione in quelle, che si credono aver commercio carnale col Demonio; pp. 89 – 90; Simone Occhi, Venezia, 1756.

[13] Alessandra Lanzoni, nota introduttiva a Il vampiro di John William Polidori; L’Arca Editrice, Roma, 1994.

[14] Recita il Talmud: “Nessun uomo può dormire solo in casa; chiunque dorme solo in casa sarà preso dai demoni.”

[15] “Perché prima di Eva fu Lilith, si legge in un testo ebraico. Questa leggenda ispirò al poeta inglese Dante Gabriel Rossetti il componimento Eden Bowen. Lilith era un serpente, fu la prima sposa di Adamo e gli dette figli splendenti e figlie radiose. Dio in seguito creò Eva; Lilith, per vendicarsi della moglie umana di Adamo, la spinse ad assaggiare il frutto proibito e a concepire Caino, fratello e assassino di Abele. Tale è la forma primitiva del mito seguita da Rossetti. Nel corso del Medioevo, l’influsso della parola layil, che in ebraico sta per “notte”, finì per trasformarlo. Lilith smise di essere un serpente per diventare uno spirito notturno. A volte è un angelo che presiede alla generazione degli uomini; altre, si tratta di demoni che assalgono i viandanti o coloro che dormono soli. Nell’immaginazione popolare suole assumere la forma di una donna alta e silenziosa, dai neri capelli sciolti; demone che assume aspetto femminile per avere rapporti sessuali con gli uomini.” Da J.L. Borges, Il libro degli esseri immaginari, pp. 35 - 36; Theoria, Roma, 1989.

[16] Sull’origine e l’identità di questi due esseri consiglio l’ottimo studio di Erberto Petoia, Vampiri e lupi mannari; Newton Compton, Roma, 1991.


[align=right]Fonte: http://www.clubghost.it/misteri/i/incubi-.htm[/align]


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LE FORME PENSIERO



In questo intervento si tratterà di quelle entità elusive e paradossali note come “forme-pensiero”. La Scienza non può occuparsene, perché non possono essere oggetto di verifiche sperimentali e non è possibile trattare questo argomento nemmeno da un punto di vista solo intellettuale: può porsi la domanda se le forme pensiero esistano o no solo chi compia un radicale lavoro su se stesso.
Si esaminerà la relazione tra forme pensiero, corpi “sottili” dell’uomo e Materia prima degli alchimisti, si tratterà della natura delle larve, dei gusci e di altre entità invisibili che l’uomo può alimentare e addirittura dotare di vita propria attraverso le sue energie psichiche e, infine, delle forme pensiero create da una collettività di uomini, che prendono il nome di Eggregore.

1. Materia prima dell’opera alchemica, corpi sottili dell’uomo e forme pensiero
C’è una infinita diatriba tra tre diversi modi di concepire la Materia Prima degli alchimisti.
Una prima impostazione è quella degli junghiani-spirtualisti, i quali sostengono che l’Opus Alchemicum riguardi soprattutto il rapporto con il nostro immaginario, la relazione tra animus e anima, la conciliatio oppositorum intesa nel senso in cui la tratta Neumann in “La Grande Madre” e in “Storia delle origini della coscienza”.
Alcuni massoni, invece, collegano le trasformazioni dell’Opus alchemicum ai vari gradi iniziatici e all’integrazione con la propria Ombra che si consegue nel cammino all’interno di una Organizzazione Tradizionale.
Infine una Via spiccatamente spagirica sottolinea l’importanza del Laboratorio accanto all’Oratorio, la realtà di una Materia su cui operare (spesso viene sottolineata l’opportunità di operare specificamente sui metalli), la necessità di disporre di un forno, di un fuoco e di un Vaso che vanno riconosciuti, costruiti e adoperati per non restare nel regno delle parole e delle illusioni…
Qualcuno ha ragione o torto? O per caso... non saranno corrette (e sbagliate) tutte e tre le impostazioni... non ci sarà qualcosa di fondamentale che viene trascurato?
Molte delle affermazioni che vengono espresse a proposito dell’alchimia vertono sul fatto che il vaso su cui operare debba o no essere il corpo umano (fino alla impostazione alla Crowley, che vede nelle pulsioni sessuali un fuoco che può dare origine a molte trasformazioni) ma si dimentica un fatto fondamentale.
Secondo tutte le tradizioni il “corpo” umano non si limita alla sola componente visibile. Per gli egiziani accanto al corpo fisico soggetto alla putrefazione, il khat o sahu, sussistevano lo shut (o khabbit ), il corpo eterico, l’umbra dei latini, anch’esso destinato a dissolversi dopo la morte, il Ka, il corpo astrale o corpo delle emozioni, che poteva evitare di dissolversi dopo la morte grazie al supporto del corpo fisico mummificato, dei vasi canopi, delle scritte sulle pareti del sepolcro e delle offerte, ma non era suscettibile di ulteriore evoluzione. Quindi il Ba, l’anima che collegava tra loro il piano spirituale e divino con quello terreno,e infine l’ Akh, l’immortale corpo di luce.
Anche nelle dottrine asiatiche troviamo simili distinzioni: Nella tradizione tibetana nello stato del Bardo, successivo alla morte, mentre il corpo materiale si dissolve, la consapevolezza del morto si aggira in una sorta di labirinto di incubi e viene messa di fronte alle forme-pensiero alimentate durante la vita, che possono assumere diverse colorazioni, alcune che conducono verso la Liberazione e verso i corpi sottili e spirituali, altre verso la rinascita verso forme sempre meno evolute. Queste forme-pensiero sarebbero una sorta di estroflessione delle speranze e delle paure, consapevoli e inconsce, che il defunto aveva alimentato durante la sua vita. Alimentatesi delle sue energie per decenni reclamano ancora nutrimento dal corpo sottile che sopravvive (temporaneamente) alla morte fisica e così appaiono al defunto come “divinità divoratrici” che reclamano le sue energie.
Nello Yoga indù e nel taoismo lunga è la via che conduce l’anima a identificarsi con lo Atman delle Upanisad, immortale e definito da: “non è questo, non è quello” e assai complessa la struttura dei corpi in cui il cosmo si riflette. Si può però accennare alle essenze eteriche dette “Po”, che muoiono insieme al corpo fisico, e a quelle astrali dette “Hum”, che perdurano oltre la morte e che contribuiscono a formare lo Shen o corpo spirituale. Gli alchimisti orientali credono che purificando i soffi vitali o Qi si possa pervenire a formare un “embrione di luce” che trae il suo nutrimento dalla identificazione dell’uomo con il Tao, con la Via.
Disciplina regia per approdare a questo risultato è quella predicata, ad esempio nel Bahagavad Gita, dagli induisti: non nutrirsi del frutto delle proprie azioni, oppure il “Wu Wei”, il “non fare” dei taoisti, che ha sempre a che fare con l’agire senza attaccamento. L’immortalità viene conseguita dall’alchimista “rafforzando” il proprio corpo di luce e trasferendovi la consapevolezza.
Nella Tradizione ebraica la riflessione mistica della Qabbalah sulla Torah non si discosta troppo da tali concezioni.
Un celebre versetto della Torah dice: “Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo (adamah) e soffiò (ruah) nelle sue narici un alito di vita (neshamah) e l’uomo divenne un essere vivente (nefesh)” [Gen2,7] Ebbene accanto al corpo fisico (adamà o meglio basar, Gen 6,3) i cabalisti contemplano un’anima o entità psichica (nefesh, Gen 1,30 e 9, 4-5) e l’intelletto vero e proprio (ruah, Gen 7,22). Secondo lo Zohar, uno dei testi chiave della Qabbalah, Nefesh, Ruah e Neshamah sono parti dell’anima umana che formano una sequenza dall’inferiore al superiore e intermediario tra il corpo fisico dell’uomo e la sua anima è lo Zelem (Gn 1, 26), la sua configurazione spirituale o princìpio di individualità, composto di materia sottile come un corpo etereo.
Scrive in merito Rabbi Shimeon: “Il corpo dell’uomo serve da piedistallo a un a altro piedistallo che è nefesh. Quest’altro piedistallo serve a Ruah, e Ruah serve da piedistallo a Neshamah. Rifletti su queste gradualità dell’essere umano e scoprirai il mistero dell’Eterna Sapienza che le ha formate a immagine del Mistero Supremo”.
Gli sciamani di tutte le latitudini parlano di un Doppio, ignoto alla nostra coscienza diurna, che gli uomini che non sono iniziati sono destinati ad incontrare per un breve istante, solo al momento della morte mentre la loro consapevolezza si dissolve inesorabilmente, e che, invece, consente agli iniziati, che vi possono trasferire la consapevolezza, imprese inimmaginabili e la possibilità di bilocarsi. In particolare gli sciamani messicani parlano del “Nagual”, variamente interpretato come un animale totemico nel quale può trasferirsi l’identità dello sciamano o come una sorta di “Doppio energetico” dello stregone (tale, ad esempio, è la concezione che hanno del Nagual gli stregoni del lignaggio di Don Juan nei libri di Carlos Castaneda). Previa l’acquisizione di alcune discipline del corpo e della mente, la “consapevolezza diurna” può trasferirsi nel Nagual rendendo anche possibili fenomeni di bilocazione. Tra le tecniche da acquisire per rendere possibile il trasferimento nel proprio Doppio energetico, sembra fondamentale quella consistente nel rimanere consapevoli durante il sonno.
Una circostanza curiosa è che gli sciamani africani chiamino una analoga entità legata al Doppio: “Ngwel”.
I cristiani, sia cattolici che ortodossi, insistono per lo più su una triplicità dell’uomo: corpo, anima e spirito, anche se molti degli attributi che oggi vengono riferiti all’anima anticamente non erano che elementi più sottili del corpo. Fa anche parte della tradizione cristiana la credenza che alcuni uomini, per lo più i santi, possano godere della bilocazione e possano trasferire la consapevolezza a piacimento in una sorta di “doppio energetico” che agisce in loro vece e compie anche “miracoli”.
...Torniamo ora alla Materia Prima dell’Opus alchemicum. Quel che sembra evidente è che quando si parla di “interazione con la materia” e di “Materia prima” dell’Opera bisogna vedere “chi” in noi percepisce questa materia... con quali “occhi” la guardiamo. Se è il nostro “Doppio Energetico” a “guardare”, allora la distinzione che oppone “spiritualisti” a “spagirici” scompare. Infatti la percezione del mondo, e della materia in particolare, che, se esistesse, avrebbe il Doppio, sarebbe radicalmente diversa da quella della ordinaria coscienza diurna ed è anche molto arduo stabilire se il Doppio di ognuno risieda “dentro” o “fuori” di lui... È impossibile stabilire nello stato di consapevolezza ordinaria quali siano le relazioni tra i nostri corpi “sottili” e il mondo che li circonda, i suoi oggetti, le sue sostanze... e inoltre, guardando le sostanze da una prospettiva diversa, le trasformazioni materiali di una sostanza potrebbero essere il riflesso visibile di qualcosa che sta avvenendo su un piano più sottile. Se così fosse, chiunque non potesse trasportare la propria consapevolezza al livello dei corpi sottili sarebbe cieco di fronte alle cause delle trasformazioni alchemiche e non potrebbe che osservarne le conseguenze sul piano della materia, magari percependole come “miracolose”.
Vista sotto questa prospettiva la problematica su quali siano le sostanze su cui lavorare (Cinabro? Stibina? Antimonio? …e via degradando verso sostanze sempre meno nobili come l’urina) appare come del tutto mal posta. Chi è “spiritualmente cieco” non può sperare di “toccare” la materia nel modo corretto per trasformarla, né di riconoscere quelle caratteristiche che la rendono la sostanza prescelta per l’Opus alchemicum. Per così dire, chi non ha risvegliato il proprio “corpo sottile” interagisce con la materia e la “tocca” in un piano di esistenza che non consente alcuna significativa trasformazione.
Dunque le parole degli alchimisti “scoprire la materia prima è un dono di Dio” e “la materia è una sola, non userai nulla che provenga da altrove” non sono in contraddizione con l’idea di lavorare con una sostanza in “laboratorio”, dovunque questo sia allocato...
Jung sosteneva che gli alchimisti proiettassero sulla materia il loro “percorso di individuazione del Sé”, ma la sua visione presupponeva solo una coscienza diurna ed ordinaria, una coscienza notturna e rimossa e una sorta di Inconscio Collettivo o Princìpio Sopraordinato che si manifestano attraverso i sogni e l’immaginazione attiva... Jung non prevedeva “esplicitamente” alcun “corpo sottile”, perchè altrimenti sarebbe stato bandito dalla comunità scientifica.

2. Larve e forme-pensiero
È mera superstizione credere che la mente abbia il potere di creare golem, forme-pensiero quasi dotate di vita autonoma, animate dall’energia di cui le abbiamo dotate?
Stabilire se credere o meno nella loro esistenza ha degli effetti considerevoli sia su noi stessi che sul nostro rapporto con la realtà...
Se ammettiamo che sia possibile creare con la nostra “immaginazione creativa” dei “golem” dotati di vita propria, il pensiero corre subito alle cosiddette “larve”, quelle entità di cui gli uomini hanno parlato fin dalla più remota antichità in tutte le tradizioni (egiziani, maya e tibetani ci hanno tramandato addirittura l’equivalente di una “guida Michelin” sull’argomento).
Le “cosiddette” larve sono gusci, “cadaveri psichici”, cascami dei corpi sottili e possono restare attive per molto tempo dopo la morte fisica, animate da quello che gli egizi chiamavano khabbit (da non confondere col ka ), l’ombra inferiore del defunto... generate dal suo aver animato durante la vita una o più forme-pensiero con paura, rabbia, collera, gelosia, dolore, brama, morbosità e cosi via... Questi “gusci animati” possono disfarsi in tempi lunghissimi ed essere temporaneamente abitati da “entità sottili” parassite ben più pericolose, magari temporaneamente evocate dalla sconsiderata attività di qualche medium, le quali assumono le forme esteriori della “larva” nella quale sono entrate.
La esistenza delle “larve” spiegherebbe una gran parte dei fenomeni di evocazione spiritica i quali apparirebbero, se tale spiegazione fosse vera, destituiti da ogni “aura” di tipo spirituale e, anzi, del tutto sconsigliabili in quanto nocivi alla salute, sia fisica che psichica, di chi pratica lo spiritismo.
A questo proposito in “Mistici e maghi del tibet” Alexandra David Neel, cita il discorso di un eremita tibetano il quale così rispondeva alla domanda se si dovesse essere scettici sulla possibilità che le creazioni della mente potessero “oggettivarsi”: “Secondo voi basta non credere all’esistenza delle tigri per essere sicuri di non essere divorati da queste?... Sia che operi coscientemente o incoscientemente, l’oggettivazione delle creazioni mentali è un procedimento molto misterioso. Che divengono queste creazioni? Non può essere che come i bambini nati dalla nostra carne, questi figli del nostro spirito sfuggano al nostro controllo e giungano sia in un tempo futuro, sia immediatamente a vivere una vita propria?”... “Facendo un paragone immaginate un fiume ed a qualche distanza dalla sua riva, uno spazio di terra asciutta dove voi abitate. I pesci non si avvicinano mai alla vostra abitazione, ma se scavate un canale tra il fiume e il luogo dove voi vivete ed alla fine di questo canale uno stagno, allora con l’acqua che scorrerà e riempirà lo stagno, i pesci arriveranno dal fiume e voi potrete vederli nuotare proprio davanti a voi. Bisogna stare attenti a non aprire questi “canali” alla leggera. Poche persone si preoccupano di quel che contiene il fondo dell’universo che essi trivellano sconsideratamente”.
Ebbene, parlando delle larve-vampiro che si nutrono delle forme pensiero dei viventi, che giungono a guidarne pensieri ed emozioni, succhiando energia vitale, è che l’unica vera difesa da queste entità è il lavoro su se stessi. Queste larve possono essere cadaveri psichici, residuo di vite dominate da passioni ed emozioni negative, come si è detto, o addirittura venire create artificialmente da operatori inconsapevoli di ciò che fanno, o, consapevolmente, da adepti della controiniziazione, o essere cadaveri psichici “abitati” da entità non-umane più o meno pericolose, ma la presa che hanno sui viventi consiste nella “risonanza” con analoghe passioni negative, con l’indulgere nella morbosità, nella rabbia, nell’ipertrofia dell’Ego, nelle paure....Chi percorre una Via luminosa non offre alcun “appiglio” a queste entità, potremmo dire che la sua anima ha, per loro, “un sapore sgradevole”...
Certo, per motivi facilmente intuibili, i luoghi dove queste “larve” trovano lauti banchetti e si rinforzano non sono solo ospedali o cimiteri, ma anche le adunate di massa di ogni segno e colore... Questo ci porterà a parlare, nell’ultima parte di questo articolo, degli “eggregori”, le forme-pensiero create da una collettività di uomini che condivide passioni, un comune intento e un immaginario attivo delle forze che operano nell’universo.
Nel suo libro dal titolo “Il regno della quantità e i segni dei tempi” René Guenon accennava a pericoli gravissimi che minacciano l’umanità, pericoli di ordine sottile... Pericolosi varchi per queste “entità sottili”, egli diceva, vengono creati dall’esercizio indiscriminato di attività come lo spiritismo e il channelling, cosi cari alla New Age, dallo sviluppo sconsiderato dei cosiddetti “poteri psichici”, varchi aperti che abbattono l’invisibile “muraglia” che ci protegge dal contatto con siffatte entità, senza alcun riguardo per le qualificazioni di equilibrio, sobrietà e forza interiore che chi subisce tali contatti dovrebbe possedere come doti... Aggiungerei che l’uso che facciamo dei mezzi di comunicazione di massa, radio, tv, internet, particolarmente per ciò che riguarda propaganda politica e pubblicitaria, rendono l’umanità, il “villaggio globale” di McLuhan, uno sterminato allevamento di polli, una riserva inesauribile di emozioni negative in cui queste “larve” possono prosperare indisturbate… non citerei quindi in modo particolare mattatoi o allevamenti di tacchini… la stessa utenza mass mediatica è un gigantesco allevamento di tacchini umani.
Progredire nella conoscenza e ampliare la capacità di percepire “realtà sottili” richiede le necessarie qualificazioni: finché siamo completamente ciechi rispetto ai mondi sottili siamo anche protetti da influssi e interazioni, che solo chi è saldamente centrato in se stesso è in grado di affrontare. Il guscio di cecità e inconsapevolezza che circonda quasi tutti gli esseri umani è anche una protezione e una difesa, un dono che li protegge dalla vocazione predatoria delle entità ultrasensibili.
Se ci prendiamo la responsabilità di parlare di larve ci spetta anche la fatica di ricordare a noi stessi che è in corso un combattimento della Luce contro le Tenebre, un combattimento che siamo in primo luogo chiamati ad affrontare nella nostra anima, lottando per affermare il Silenzio al posto del Rumore, la Sintesi al posto della Dialettica (e dunque il risveglio del potere unificante dei simboli), l’Amore al posto dell’Odio, la Bellezza al posto della Volgarità e l’Unità al posto della Frammentazione.
So che in molti sostengono che ravvisare un simile conflitto, in atto o in potenza, nel mondo sia una forma di accecamento e di unilateralità, un cedere a una visione parziale del gioco degli opposti. Forse per questo mi sembra cosi utile che i concetti di “bene” e “male”, cosi come vengono proposti dalla Tradizione, (iniziazione e controiniziazione, radunare e disperdere, conoscenza e inconsapevolezza di sé, immagini scaturite dal cuore e immagini ingannevoli prodotte dalla sola mente...) vengano di tanto in tanto ripresi in considerazione. La via della ricerca interiore pullula di Superuomini e Superdonne che collocano se stessi di là del Bene e del Male... Proprio questa, io credo, è una delle forme-pensiero più pericolose... la larva di una larva, la vittoria definitiva dell’Ego. Può darsi che, progredendo nel cammino, si giunga alla fine a scorgere la ragione profonda di tutto, ad intuire come ogni aspetto oscuro e tenebroso non sia che la segreta preparazione dell’alba che verrà. Ma chi può andare oltre la Maya accecante generata dal gioco degli opposti? Solo chi abbia giocato quel gioco fino in fondo con ognuna delle sue cellule!
Questo ci conduce a parlare del Diavolo, inteso come centro organizzatore del “Male” e delle “Tenebre” e della sua relazione con le nostre forme-pensiero.

3. La figura del diavolo nella concezione cristiana del male e il suo rapporto con le forme-pensiero
È forse possibile affrontare l’argomento “Diavolo” da un punto di vista “interiore”? Il vantaggio di un simile approccio sarebbe di partire da ciò che possiamo veramente conoscere ed affrontare per poi, eventualmente, “riconoscere” gli aspetti fenomenici e le forze sottili che hanno origine fuori di noi, sui quali è possibile almanaccare tutto e il contrario di tutto, oppure, attingendo a piene mani da ciò che dicono le varie Tradizioni, fare uno sterile sfoggio di erudizione...
Nel cammino evolutivo che ognuno di noi percorre è inevitabile l’incontro con le due forze che giustificano pienamente il diaballein, il “dividere”, da cui trae origine il termine “diavolo”.
Una è di natura satanica e conduce l’uomo a una discesa nella materia, a sacrificare tutto al Dio Denaro e alla propria maschera sociale, a quello che chiamiamo “il successo”, lo sospinge verso il sonno della coscienza e la negazione di ogni trascendenza. Come risultato secondario di questa “malattia dell’anima” abbiamo la lettera senza lo spirito, le morali e i precetti applicati in modo meccanico, non vivificati da un percorso interiore, un utilitarismo, non importa se finalizzato al proprio destino personale o al trionfo di una causa sociale o religiosa, che non scorge alcun ostacolo nel sacrificio di vite umane, perché alla vita non viene attribuito alcun valore.
L’altro pericolo è quello di uno spiritualismo luciferico, che si perde nella propria spinta ascendente e rifiuta orgogliosamente la discesa nella materia. Chi concepisce il proprio percorso spirituale come altezzoso rifiuto di tutto ciò che è concreto e materiale, come fuga dello spirito dalla materia, come elitario disprezzo di chiunque non faccia parte di una ristretta cerchia di “eletti” e non ne condivida l’idioma, le idee e i crismi, non fa che costruire l’abisso in cui dovrà poi precipitare: il richiamo della materia che reclama i suoi diritti è il destino di chiunque voglia volare fino al sole con ali di cera.
Molte sette della “New age” partecipano di questa malattia dello spirito e contribuiscono ad incrementarla e, in generale, è una manifestazione di questa degenerazione la ricerca di poteri psichici o “paranormali” fine a se stessa, quella brama di potere che gabella come “sapienza dei Magi” la capacità di caricare con energie “negative”azioni od oggetti, produrre fenomeni a distanza per realizzare desideri o danneggiare altri esseri e, comunque, servirsi della Magia Tradizionale per scopi personali.
Solamente la ricerca interiore può condurre al principio unificante, che ha il potere di neutralizzare sia il potere distruttivo della forza ascendente di tipo luciferico che quello discendente della forza satanica, tesa alla dispersione e alla dissipazione delle energie dell’uomo. Nel cristianesimo uno dei significati del simbolo della croce è proprio quello di compensare e rivolgere verso l’Unità dell’essere le due spinte disgregatrici, l’orizzontale satanica e la verticale, luciferica.
Affrontare il nodo della dispersione e del male ci conduce a un confronto profondo con la nostra condizione umana. Chi vuole progredire nel proprio cammino deve riconoscere e combattere le forze che, dentro e fuori di lui, lavorano per separare ciò che dovrebbe essere unito. Di natura sia sottile che materiale, sia invisibile che visibile, esse sono al servizio della frammentazione dell’essere, nonché della disgregazione, scissione e dissipazione delle nostre energie e si rafforzano attraverso una forma di intorpidimento e “anestetizzazione” nei confronti dell’anima producendo sterilità creativa, una sorta di vuoto di valori e una cecità percettiva, che si manifesta con una totale mancanza di bellezza in ciò che ci circonda.
La povertà di elaborazione che si accompagna a queste malattie dell’anima riduce l’immagine del mondo di chi vi è afflitto alla fissazione su poche forme-pensiero ossessivamente ricorrenti.
Chi si circonda di simili forme-pensiero è già pronto a diventare veicolo inconsapevole di forze sottili che possono manipolarlo a sua insaputa. E purtroppo non è impossibile che molti degli uomini che guidano i destini della storia contemporanea si trovino in questa condizione.
Ciò che, fuori di noi, possiamo chiamare “il Diavolo” sono proprio quelle forze ed energie di natura sottile che si servono, come veicoli per manifestarsi, delle forme-pensiero che si accompagnano alle due “malattie dell’anima” che abbiamo citato, la satanica e la luciferica.
È dunque completamente inutile elencare in modo dotto i vari nomi del Diavolo, le immagini che l’uomo si è costruito nelle diverse tradizioni, riferirsi a quella presenza paragonandola ai Jinn, al Dio della morte che tenta il Buddha in meditazione, ai demoni del Cristianesimo, a Satana e agli altri demoni della tradizione ebraica, etc....
Così, come è completamente inutile restare nell’ambito fenomenico e tracciare una mappa dei fenomeni paranormali connessi al manifestarsi del cosiddetto “Diavolo”...
Le forze sottili si manifestano ad ogni uomo e ad ogni cultura secondo forme diverse che si adattano alle forme-pensiero dominanti in quella cultura o in quella esistenza individuale. Da questo punto di vista, se paragoniamo le immagini dell’al di là che le diverse culture religiose hanno elaborato, immagini diverse e contrastanti tra loro, potremmo dire che quelle immagini sono tutte “vere”!
Le forze negative a noi esterne, che chiamiamo “Diavolo”, utilizzano come veicolo una condizione di scissione dell’anima e le forme-pensiero che di quella scissione sono espressione. L’effetto di una “possessione” sottile da parte loro è proprio quel diaballein a cui si contrappone il synballein, il riunire ciò che è disperso, caratteristico dei simboli. Le forze di ordine spirituale rivolte alla dispersione agiscono servendosi delle disarmonie e utilizzano gli esseri umani come veicoli, spesso inconsapevoli, per realizzare i loro disegni. La natura dei simboli viene da esse rovesciata e rivolta ad aumentare la confusione e rendere sempre più numerosi e oscuri i “dialetti” con i quali gli uomini si rivolgono al loro Creatore e con i quali descrivono la Via della loro evoluzione interiore. Un cammino di consapevolezza deve quindi cominciare dai conflitti interni ed esterni, dalla incapacità di amare e di abbandonare le false certezze dell’Ego, dall’ignoranza della corrispondenza tra ciò che siamo veramente e ciò che accade intorno a noi.
Queste considerazioni si riferiscono in modo particolare alla differenza tra la via iniziatica, propria delle grandi tradizioni, e, in senso proprio, caratteristica dell’unica Tradizione, e la via contro-iniziatica, praticata da gruppi pseudo iniziatici che scimmiottano i modi e il linguaggi dell’iniziazione e finiscono con l’alimentare una Torre di Babele di dialetti che sembrano creati per rendere impossibile la comunicazione tra gli uomini.
Dice Elemire Zolla in “Uscite dal Mondo”: “Nelle iniziazioni maligne l’Io deve affrontare sacrifici come nelle altre ma, qui la differenza, esse non mirano alla sua completa estinzione, ne isolano anzi un nucleo fatto di purissima vendicatività verso il cosmo, di vampiresca brama dell’altrui vita, di furibonda e nuda volontà. A questo nucleo il tremendo sacrificio è fatto, la mutilazione di ogni altra parte dell’uomo dedicata”.
Che questo processo sia del tutto consapevole e avvenga all’interno di una organizzazione contro-iniziatica o che sia dettato da contingenze storiche e riguardi migliaia di individui (si pensi al terrorismo) non fa poi una grande differenza dal punto di vista dei risultati finali per l’anima...
Va detto che la psicologia è un prezioso strumento di studio e di comprensione al fine di penetrare meglio la natura e il dominio dei fenomeni che attribuiamo al “Diavolo”. Ma resta il fatto che, quando si parla di “Diavolo” e di “possessione”, se si eccettuano quei casi nei quali gravi disturbi come la schizofrenia sono stati fraintesi e male interpretati, si tratta di una sfera di ordine eminentemente spirituale, che ha a che fare con l’evoluzione degli individui, con le loro scelte etiche e con le “deformità” dell’anima. Una psicologia non suffragata dalla “visione” che proviene dallo spirito è destinata a restare irrimediabilmente cieca di fronte a questo tipo di “realtà”.

4. Gli eggregori: forme-pensiero generate da una collettività
Dedichiamo infine alcune considerazioni a quelle forme pensiero che non scaturiscono dall’immaginario, dalle proiezioni e dalle emozioni di un singolo individuo, ma dall’intento e dalle passioni di una intera comunità.
Sembra che il termine “eggregore”, impiegato per designare forme-pensiero scaturite dalla attività psichica di un gruppo umano, sia stato utilizzato in questa precisa accezione per la prima volta dall’esoterista Eliphas Levi nel suo libro The Great Secret (1897). Levi fa a sua volta risalire il termine al Libro di Enoch, un apocrifo biblico considerato fino al III secolo come parte dei testi canonici. Nel Libro di Enoch il termine sarebbe derivato dal greco “egeiro”: “essere vigili, guardare”, riferito agli angeli che si mescolarono alle figlie degli uomini dando origine, tra l’altro, alla mitica razza dei Giganti. Questi angeli vengono anche denominati “I Vigilanti”. Il termine è stato poi ripreso da numerosi altri autori e viene spesso utilizzato in ambienti massonici.
In sostanza un “eggregore” sarebbe una forma-pensiero scaturita dall’attività immaginativa ed emotiva di un gruppo umano che condivide un intento comune.
Tale forma-pensiero può acquistare una vita propria e caratterizzare per lungo tempo (anni, secoli, millenni) la storia, le credenze, i riti religiosi, i riti di trasformazione e di passaggio, l’immaginario relativo alle “entità sottili” proprio di una collettività. Persino il “Genius loci” del luogo ove un gruppo vive o si riunisce sarebbe un eggregore, magari generato nel corso di varie generazioni (può trattarsi di piccoli gruppi umani, come sette o logge massoniche o di grandi masse di persone che condividono un’idea o comuni interessi, come partiti politici, Nazioni o Istituzioni religiose). Da questo punto di vista ricadrebbero sotto l’egida della definizione che abbiamo appena dato, sia le forze che agiscono durante le iniziazioni e i rituali magici, che gli Dèi del pantheon di una data religione, quelle “entità sottili” che a volte vengono considerate nel novero degli Angeli o dei Demoni, le manifestazioni che accompagnano una catena spiritica, alcuni fenomeni ordinariamente classificati come “paranormali”, i cosiddetti “spiriti familiari”, quelli che i latini chiamavano Lari e Penati, la moda e le tendenze che caratterizzano un’Epoca, che gli inglesi chiamano “the mood of the time” e persino alcune delle catastrofi che segnano un periodo storico, le quali sarebbero determinate, a volte, da forze scaturite dall’Immaginario collettivo.
In sostanza, se questa visione delle cose fosse vera bisognerebbe riscrivere gran parte della storia dell’Umanità. Infatti sarebbero non tanto le persone a servirsi delle idee per determinare il corso degli eventi, quanto gli eggregori, le forme-pensiero collettive, a servirsi degli esseri umani come di burattini animati per “corporificare” e dare forma a ciò che esse contengono in potenza.
Una teoria apparentemente simile venne formulata dal biologo Richard Dawkins nel suo libro Il gene egoista. Secondo Dawkins l’attività intellettuale umana finirebbe col produrre unità di pensiero indipendenti, da lui denominate “memi”, ciascuna delle quali può racchiudere una visione filosofica e teleologica del futuro dell’uomo e tende a riprodursi, come un organismo vivente, attraverso chi aderisce a quel sistema di pensiero. Sarebbero i memi a servirsi degli esseri umani per realizzare il loro “progetto interno” nell’arco di varie generazioni.
Tuttavia gli eggregori, le forme pensiero, differiscono dai memi di Dawkins in un punto fondamentale: per accettare che gli eventi storici, siano essi positivi o calamitosi, siano determinati dalla invisibile azione di forme-pensiero, dobbiamo ammettere: da una parte una azione magica a distanza della psiche umana su entità invisibili che vengono alimentate e quasi “chiamate alla vita” dagli intenti, dai pensieri e dalle emozioni di una collettività di uomini; dall’altra che, una volta acquistata una sorta di “esistenza indipendente” dai loro creatori, come nella storia del Golem di Rabbi Loew, queste entità fantomatiche, queste forme-pensiero collettive, possano avere il potere di influenzare gli esseri umani con i quali vengono a contatto attraverso una sorta di magia simpatica per contagio, condizionando le convinzioni e le emozioni di alcuni uomini.
È del tutto evidente che una simile teoria non potrà mai far parte di alcuna scienza, perché gli oggetti di cui si parla non sono osservabili, la loro stessa definizione è evanescente ed è del tutto inverificabile che gli effetti che scaturiscono dalla presunta azione delle forme pensiero non abbiano, invece, altre cause.
Gli Eggregori e le Forme-pensiero costituiscono un capitolo del sapere umano nel quale la conoscenza astratta ha una importanza molto relativa: solo chi (eventualmente) sappia riconoscere ed “adoperare”, controllare, dissolvere le forme-pensiero ha poi titolo per discuterne l’esistenza…
La pratica spirituale e la scelta consapevole di un cammino di conoscenza fanno da discrimine tra chi può e chi non può percepire l’esistenza di simili entità. Non tutti gli osservatori si equivalgono in questo dominio del sapere. Interagire consapevolmente con l’oggetto osservato è la condicio sine qua non perché l’oggetto osservato “esista” per chi vorrebbe percepirlo.
Terminiamo con l’esempio di una tradizione in cui viene esplicitamente insegnato come dissolvere le Forme pensiero: la tradizione tibetana. Abbiamo detto che nel buddhismo tibetano si crede che ogni uomo alimenti attorno a sé, con le proprie energie, delle invisibili forme-pensiero che si nutrono dei suoi desideri, speranze e timori.
Nel corso di una vita le forme-pensiero acquistano col tempo forza e indipendenza e attendono l’uomo alla sua morte per banchettare come vampiri con le sue energie psichiche. Il Bardo Thod ö l, il libro tibetano dei morti, vuol essere una guida spirituale per indicare ai trapassati la via per riconoscere i mostri che si fanno incontro allo spirito del morto nell’Oltretomba, come produzioni illusorie della sua stessa mente e delle azioni passate, risalenti alla vita appena trascorsa o ad altre vite ancora precedenti. Solo riconoscendo l’illusorietà delle proprie forme pensiero, il defunto non perderà la via della luce e non sarà ricondotto a rinascere dal suo karma negativo, magari in forme bestiali o demoniche. Questa visione delle forze disgreganti di ordine psichico che operano nel mondo dell’Oltretomba è comune anche al Libro Egiziano dei Morti e la morte dell’anima per smembramento e divoramento da parte dei mostri psichici alimentati durante la vita è nota come “seconda morte” dell’uomo ed è temuta molto più di quella fisica per il suo carattere definitivo.
Il monaco tibetano può però ricorrere ad un rito, detto Tchod, per disfarsi, già durante la vita, delle vampiresche forme pensiero che lo accompagnano sempre e dovunque vada.
Il rituale del Tchod conosce due fasi: durante la prima fase detta “del banchetto rosso” l’officiante oggettiva i propri fantasmi interiori mediante la propria immaginazione creativa.
Questi, materializzatisi, si cibano del suo corpo e delle sue energie che egli offre loro in sacrificio, smembrandolo. Nell’invocazione questi fantasmi vengono descritti come i “vampiri di energia” che l’officiante utilizzava per salvare il proprio corpo dalla morte in questa ed in altre esistenze. Egli dice: “Oggi pago i miei debiti offrendo, perché sia distrutto, questo corpo che ho tanto amato”.
Durante la seconda fase, detta del “Banchetto Nero”, invece, l’officiante immagina se stesso come un mucchio di resti carbonizzati e concepisce il proprio sacrificio precedente come illusorio. Poiché egli, non essendo in verità nulla, non poteva avere nulla da offrire.
È qui difficile non pensare al passo della Bahagavad Gita sul Campo e sull’Osservatore del Campo
Così dice ad esempio un brano del Bardo Thod ö l intitolato: “Il sentiero dei buoni voti per essere salvati dal pericoloso passaggio stretto nel Bardo”: “L’ora è venuta di separarmi da questo corpo di carne e di sangue; possa io riconoscere il corpo come impermanente ed illusorio. Ora che il Bardo della realtà risplende su di me, abbandonando ogni orrore, ogni paura, ogni terrore di tutti i fenomeni, possa io riconoscere ogni cosa che mi appare come mie stesse forme-pensiero...

... Quando le chiare irradiazioni delle cinque saggezze brilleranno su di me possa accadere che, non essendo né spaventato né pieno di terrore, io sappia riconoscerle come provenienti da me stesso”.
Cfr. A David-Neel Mistici e Maghi del Tibet, Roma 1965 cap. 4.

[align=right]Fonte: http://www.esonet.it/News-file-article-sid-688.html[/align]


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Ho letto pochi giorni fa un articolo sulla rivista Fenix intitolato “Il Graal e la Teoria dei Quanti” che può avere un certo interesse per un viaggiatore astrale alle prime armi. Lo scopo dell’autore è quello di parlare del Sacro Graal, ma si addice a qualsiasi oggetto o essere che provenga da una dimesione diversa dalla nostra. Eccone un piccolo estratto:

“(…) L’uomo è dotato di due occhi e ciò gli permette di percepire la tridimensionalità, ovvero le distanze e la prospettiva, ma chiaramente non è in grado di vedere un oggetto a quattro o più dimensioni. Di fronte ad un oggetto quadrimensionale il cervello cercherebbe di ricondurre l’immagine percepita a qualcosa di conosciuto. Questo spiegherebbe le molteplici forme assunte dal Graal. Da alcuni sarà visto come un calice, da altri come una pietra, altri ancora vedranno un vassoio e così via. L’oggetto è lo stesso, la differenza è nell’interpretazione tridimensionale inconscia di chi lo guarda. (…) Chi ha un adeguata preparazione vedrà la vera forma dell’oggetto e non lo potrà descrivere compiutamente, mentre chi arriverà alla meta non preparato avrà una visione parziale e incompleta. (…) L’occhio di una creatura a quattro o più dimensioni è in grado di vedere ogni singolo punto di un oggetto tridimensionale, sia interno che esterno, contemporaneamente. E forse un simile occhio sarebbe in grado di leggere anche nelle nostre menti. (…)
(…) Immaginiamo un mondo bidimensionale, un piano, un foglio di carta per esempio. Immaginiamo questo mondo abitato da esseri bidimensionali: triangoli, quadrati, rettangoli, cerchi e ogni alltro tipo di figura piana. Questi crederanno che l’universo sia dotato di solo due dimensioni e avranno una vista che permetterà loro di vedere oggetti bidimensionali. Chiameremo questo mondo Flatlandia come nel racconto di Abbott, che per primo lo immaginò. Ora immaginiamo di guardare su questo ipotetico mondo dall’alto dela nostra terza dimensione e di focalizzarci su una di queste creature, un quadrato ad esempio: riusciremmo a vedere ogni suo punto simultaneamente, comprese le parti interne.
Un oggetto o un essere quadridimensionale possono comparire dal nulla e scomparire nel nulla. Non si tratta di miracoli. L’oggetto o l’essere semplicemente si spostano nella quarta dimensione a noi non visibile. Per chiarire il concetto ricorriamo al nostro immaginario mondo bidimensionale. Immaginiamo il quadrato e una retta, in un luogo chiuso, dove in un certo momento entra una sfera tridimensionale. Il quadrato e la retta vedranno comparire dal nulla un circolo dalle dimensioni variabili. Questo circolo scomparirà, quando la sfera avrà deciso di spostarsi nella terza dimensione, al di sopra o al di sotto del piano di Flatlandia. Naturalmente un essere a quattro o più dimensioni potrebbe entrare in qualsiasi luogo chiuso e sigillato senza forzare serrature o altro, ma semplicemente spostandosi in una dimesione superiore, come quando, andando con una bicicletta incontriamo un ramo caduto che ci ostacola il passaggio: ci fermiamo, scendiamo, prendiamo la bici, la alziamo nella terza dimensione, l’altezza, e la appoggiamo sulla superficie al di là dell’ostacolo. Così avverrebbe per un ipotetico ladro quadridimensionale che volesse entrare in una cassaforte tridimensionale. Semplicemente si sposterebbe nella quarta dimensione, supererebbe l’ostacolo e rientrerebbe nello spazio tridimensionale all’interno della cassaforte. (…)”

[align=right]Fonte:
- Tratto da FENIX n. 13 Novembre 2009 – “Il Graal e la Teoria dei Quanti” di Vito Foschi
- http://sognatorelucido.wordpress.com/20 ... ensionali/
[/align]


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OMBRA E GUARDIANO DELLA SOGLIA



Quando si parla di sogni non si può non spendere qualche parola sull’Ombra: quella parte di noi stessi oscura e nascosta che talvolta ci si presenta sotto le frome più variegate nel mondo onirico. Per il momento voglio solo introdurre l’argomento senza entrare troppo nei particolari.
Questo brano tratto da “L’Iniziazione” di Rudolf Steiner parla del Piccolo Guardiano della Soglia: una figura che all’Ombra junghiana è più che vicina. Trascrivo la parte in cui il Guardiano si presenta all’iniziato e gli spiega la propria natura perchè è molto interessante:


Al discepolo si presenta un essere veramente orribile, spettrale . Il «guardiano» rivela il proprio significato a un dipresso con le seguenti parole:

«Fino ad ora ti dominavano potenze che ti erano invisibili. «Esse operavano in modo che durante il corso delle tue vite passate ogni tua opera buona avesse la sua ricompensa e ogni tua cattiva azione avesse tristi conseguenze. «Per virtù della loro influenza il tuo carattere si è formato col frutto delle esperienze della tua vita e dei tuoi pensieri; queste potenze furono le cause del tuo destino. «Esse determinarono la misura di gioia e di dolore che ti veniva assegnata in ognuna delle tue incarnazioni, a seconda della tua condotta nelle incarnazioni precedenti, e ti dominavano sotto la forma della legge universale del karma.

«Queste potenze abbandoneranno adesso una parte della loro direzione, e parte dei lavoro ch’esse hanno fatto su di te, devi ormai compierlo da solo. «Molte sventure ti hanno finora colpito, e non ne sapevi il perché; erano altrettante conseguenze di tue cattive azioni nel corso di qualche tua vita precedente. «Tu hai trovato felicità e gioia e le hai accolte; esse pure erano l’effetto di azioni passate. «Nel tuo carattere hai molti lati belli, molte macchie brutte; così degli uni come delle altre sei tu stesso la causa per via delle tue esperienze e dei tuoi pensieri passati; finora non conoscevi le cause, ti erano manifesti solo i loro effetti.

«Ma le potenze karmiche vedevano tutte le azioni delle tue vite precedenti, i tuoi pensieri e sentimenti più reconditi, e a seconda di questi hanno determinato ciò che ora tu sei, e la tua vita presente.

«Ora però devono esserti rivelati tutti gli aspetti buoni e cattivi delle tue vite passate. «Essi erano fino ad ora intessuti nella tua stessa entità, erano in te, e tuttavia non li potevi vedere, come fisicamente non puoi vedere il tuo proprio cervello. «Ora però si liberano da te, escono dalla tua personalità; assumono una forma indipendente che tu puoi vedere, così come vedi le pietre e le piante del mondo esteriore. «E sono io stesso l’entità che si è formata un corpo con le tue azioni nobili e con quelle cattive. «La mia figura spettrale è tratta dal libro del dare e avere della tua propria vita; mi hai portato invisibile in te fino ad ora, ma era per il tuo bene che così fosse; poiché la saggezza del destino che ti rimaneva nascosto ha lavorato fino ad ora in te all’estinzione delle macchie brutte della mia figura. «Ora, poiché sono uscito fuori di te, anche questa saggezza nascosta ti ha abbandonato; essa, d’ora innanzi, non si occuperà più di te, e affiderà il lavoro alle tue proprie mani. «lo devo diventare un’entità perfetta e splendida, se mi voglio salvare dalla distruzione, ma se quest’ultima mi cogliesse, trascinerei anche te in un mondo oscuro e guasto. «Per evitare tale iattura, occorre che la tua propria saggezza diventi ormai tanto grande, da essere in grado di assumersi il compito di quella saggezza che ti era nascosta e che ti ha abbandonato. «Quando tu avrai varcato la mia soglia, io, come figura visibile , non mi staccherò più per un solo istante dal tuo fianco.

«E se da ora in poi opererai o penserai cose cattive, vedrai subito questa tua colpa riflettersi in un contorcimento orribile e demoniaco della mia figura. «Soltanto quando avrai compensato tutti i tuoi passati errori , e ti sarai purificato in modo che ti sia impossibile commettere altri peccati, allora soltanto il mio essere si trasformerà in bellezza risplendente, e per il bene della tua ulteriore attività, potrò unirmi di nuovo con te in un unico essere.

«La mia soglia però è costruita di tutti quei sentimenti di paura che sono ancora in te, del tuo timore della forza che ti occorre per assumere la completa responsabilità delle tue azioni e deimtuoi pensieri. «Finché ti manca il coraggio di prendere da te la direzione della tua sorte, la costruzione di questa soglia non è completa, qualcosa ancora le manca; e finché la costruzione difetta sia pure di un sol mattone, tu sarai condannato a rimanere relegato fuori di questa soglia o a inciampare all’atto di volerla varcare. «Non tentare dunque di varcarla, prima di esserti completamente liberato dalla paura e di sentirti pronto ad assumere la più alta responsabilità. «Fino ad ora uscivo dalla tua personalità soltanto quando la morte ti richiamava dal corso di una vita terrena; ma anche allora la mia figura rimaneva per te velata. «Potevano vedermi soltanto le potenze del destino che ti dirigevano , e, a seconda del mio aspetto, nelle pause intermedie fra la morte e una nuova nascita, potevano elaborare in te forza e capacità affinché in una nuova vita terrena tu potessi lavorare all’abbellimento della mia figura per il bene della tua evoluzione.

«Ed ero io stesso che, per la mia imperfezione, costringevo le potenze del destino a ricondurti sempre in nuove incarnazioni sulla terra.

«Quando tu morivi, io rimanevo; e per causa mia i dirigenti del karma determinavano la tua rinascita. «Solo col trasformarsi attraverso sempre nuove vite, portandomi in questo modo inconsapevolmente a perfezione, ti saresti liberato dalle potenze della morte, e, unendoti completamente a me, saresti passato all’immortalità.

«Eccomi oggi visibile dinanzi a te, così come invisibile ti sono stato sempre vicino nell’ora della morte. «Quando avrai varcato la mia soglia, penetrerai nei regni in cui prima penetravi soltanto dopo la morte fisica. «Tu penetri in essi con piena coscienza, e, da ora in poi, mentre ti aggiri esteriormente visibile sulla terra, tu ti aggirerai contemporaneamente nel regno della morte, che però è il regno della vita eterna.

«lo sono realmente anche l’angelo della morte, ma sono al tempo stesso il portatore di una vita superiore imperitura. «Pur vivendo il tuo corpo, morirai per mezzo mio in esso, per sperimentare la rinascita nell’esistenza imperitura. ««Nel regno in cui ormai tu penetri, conoscerai esseri soprasensibili , e godrai della beatitudine. «Ma la prima conoscenza che farai in questo nuovo mondo devo essere io stesso; io, che sono la tua creatura. «Prima vivevo della tua propria vita; ma ora per mezzo tuo mi sono destato a un’esistenza mia propria, e ti sto dinanzi come giudice visibile delle tue azioni avvenire, forse anche come tuo costante rimprovero.

«Tu hai potuto crearmi; ma hai assunto al tempo stesso il dovere di trasformarmi».


[align=right]Fonte: http://sognatorelucido.wordpress.com/20 ... la-soglia/[/align]


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LA FUCINA DELLE LARVE



Cosa sono le larve e dove nascono? Ho già trattato in parte l’argomento ma non ho mai specificato cosa esse siano veramente e come si formino, o almeno quello che ho capito riguardo l’argomento in questi anni. Ho unito nozioni diverse di diverse materie per giungere a capirci qualcosa (a me capitava molto raramente di inconrarne in passato… ora addirittura meno!), e la mia conclusione è che questi “compagni di viaggio” (qualche volta lo sono) sono sopravvalutati per quello che possono fare e per il timore che incutono: non meritano tanto!

La risposta alla prima domanda che ho posto è facile: le larve sono energia.

Tutto nell’universo è formato da energia quindi è ovvio che lo siano anche loro. Non tutti sono però pienamente consapevoli di cosa implichi questa loro natura. La cosa essenziale da capire è che sono esseri energetici (campi energetici o egregore) del piano astrale e non di quello fisico, quindi si comportano diversamente dai campi energetici a cui siamo abituati sulla terra: sono consapevoli.

Questo mi porta a dover rispondere alla seconda domanda: come si formano e da chi/cosa?
Per rispondere farò tre esempi che nella sostanza trattano della stessa cosa (leggi bene tutto prima di correre alle conclusioni):

Una persona che per la prima volta è soggetto ad una paralisi notturna, si trova in uno stato in cui non è pienamente sveglio e la sua coscienza è ancora in parte nel mondo dei sogni. In tale stato può creare nella propria mente un immagine ipnagogica che prende forma dalle sue paure (streghe, vampiri, folletti…). Questa immagine in quel momento è del tutto reale sul piano astrale perchè è stata “gonfiata” dall’energia che la persona le ha regalato tramite la propria attenzione (la paura è una forma potente di attenzione), ma non ha nessuna consistenza e non esiste nel corrispettivo piano fisico. E’ visibile al sognatore fintanto che si trova in quello stato di mezzo di cui parlavo e svanisce velocemente come è stata creata con lo scemare della poca energia da cui è nata. Non ha alcun effetto sul sognatore se non quello di prendergli quella poca energia di partenza.

Non ricordo in quale libro di Castaneda (forse “Il potere del silenzio”), ma ricordo di avere letto un bel racconto che può spiegare come nasce e come può essere distrutta una larva (probabilmente sbaglierò qualcosa nella storia, l’ho letto diversi anni fa). Don Juan racconta a Castaneda di quando da giovane conobbe il proprio nagual Julian, e di come in quel periodo fosse perseguitato da un mostro orribile che lo seguiva dappertutto. Questo mostro era comparso la prima volta grazie all’astuzia del nagual Julian che aveva convinto il giovane don Juan della sua presenza con vari stratagemmi e suggestioni: prima parlandogli della sua esistenza, poi facendogli sentire le sue urla, infine facendogli credere che era quel mostro ad essere il padrone della vita di don Juan. Dal sentirlo aggirarsi per la casa facendo orribili versi al vederselo davanti agli occhi il passo fu breve. Questa presenza perseguitò don Juan per anni prima che egli trovasse il coraggio di andargli incontro sfidando la propria paura per vederselo scomparire davanti ai propri occhi in una nuovola di fumo. Non era altro che una massa energetica che la sua mente aveva composto dandole la forma di un mostro disgustoso per mezzo delle suggestino dategli da Julian. Solo lui poteva vedere il mostro perchè era nella sua mente, o meglio, la sua energia vibrava in un modo che solo don Juan poteva vedere, e ogni volta che ne avvertiva la presenza lo alimentava con la propria paura (attenzione). Lui l’aveva creato e lui l’ha distrutto quando si è deciso ad affrontarlo.

Nella pratica magica è uso comune creare delle forme pensiero che prendono vita nel mondo astrale. Più energia si è in grado di immettere in questa forma pensiero e più sarà la sua durata. Fa parte dell’addestramento magico. Ovviamente il praticante di magia ha l’abitudine (e obbligo) di distruggere la forma pensiero perchè questa non vaghi nel mondo astrale alimentandosi di altra energia e continuando a sopravvivere. E’ per la non curanza di certi maghi che si dice nel piano astrale vivano migliaia di questi esseri larvali. Ciò che è importante è che come vengono creati con la volontà e la concentrazione, con gli stessi mezzi possono anche essere distrutti. Queste entità, se lasciate vagare liberamente attirano verso sè altra energia con la stessa vibrazione diventando più potenti e durature. Nel mondo astrale sono quindi entità oggettive e non solo visioni.
Quindi la risposta alla seconda domanda è altrettanto semplice: si formano nella mente. La mente le crea amalgamando l’energia adatta attraverso la concentrazione. L’energia così condensata prende vita propria sul piano astrale. Questa energia ha diversa vibrazione a seconda dello scopo con cui le larve sono costruite (consciamente o inconsciamente), è per questo motivo che alcune sono aggressive mentre altre non lo sono affatto. A seconda di quanta energia posseggono sono più o meno longeve sul piano astrale. Ma il nocciolo del discorso è sempre il medesimo: per quanto possano essere aggressive sono innocue. Al massimo si nutrono di un pò di energia creata grazie alla paura che incutono.

Nessuna passione priva la mente così completamente delle sue capacità di agire e ragionare quanto la paura. (E. Burke)

Una soluzione semplice è affrontare la paura che le larve rappresentano: se sono una tua creazione si dissolveranno; se sono una creazione di qualcun’altro non avranno niente di cui nutrirsi e se ne andranno. Una soluzione ancora più semplice è ignorarle e tirar dritto. E’ migliore la prima comunque.

[align=right]Fonte: http://sognatorelucido.wordpress.com/20 ... lle-larve/[/align]


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TAVOLA ESOTERICA CHE VEDE LA REALTA' DAL PUNTO DI VISTA DEI VARI PIANI



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ABDUCTION ALIENE O ALTRO?



CREDO CHE GLI UFOLOGI DEBBANO ISTRUIRSI SULLE VIE DELLA TRADIZIONE. LA LORO COSCIENZA E CONOSCENZA SONO LIMITATE DALLA LORO OSTINAZIONE A NON RACCORDARSI CON LA TRADIZIONE ERMETICA, LA QUALE SA DA TEMPO COSA DAVVERO ACCADA AGLI ADDOTTI.
NON DICO CHE GLI ADDOTTI NON VIVANO CERTE ESPERIENZE, MA QUI BISOGNA GIUNGERE A CAPIRE COSA DAVVERO SIANO QUELLE ESPIERIENZE. E' DA TEMPO CHE DICO CHE GLI SPIRITI DEL MALE SI "TRAVESTONO" DA ALIENI, E' DA TEMPO CHE DICO CHE LE ESPERIENZE DI ADDUZIONE SONO ESPERIENZE ASTRALI E NON FISICHE: SI SVOLGONO SU UN PIANO DIVERSO DALLA MATERALITA'. DA TEMPO GLI ADOTTI E SOPRATTUTTO LE ADDOTTE DESCRIVONO TERRIBILI ESPERIENZE DI "PRELIEVO COATTO" DI FETI IBRIDI, PRODOTTO A LORO DIRE DI UNA FECONDAZIONE ALIENA.
QUELLO CHE ORA POSTO E' UN CONTRIBUTO DEL GRANDE ALCHIMISTA E SPIRITUALISTA PARACELSO (1493-1541). IL MIO INVITO A RIFLETTERE E' DESTINATO SOPRATTUTTO ALLE PRESUNTE VITTIME DI QUESTE "AZIONI" CD. ALIENE, AFFINCHE' FINALMENTE COMPRENDANO CHE GLI ALIENI NON SONO MAI ESISTITI, NON ESISTONO E NON ESISTERANNO. GLI ALIENI SONO ENTITA' MEFITICHE CHE HANNO TUTTI GLI INTERESSI AD AGIRE "MASCHERATI", AD OPERARE IN DISSIMULAZIONE. SI LEGGA CON ATTENZIONE LO SCRITTO DI PARACELSO, UN GRANDISSIMO MAESTRO DELLA TRADIZIONE, UNO CHE CONOSCEVA PERFETTAMENTE I MECCANISMI OCCULTI DEL PIANO ASTRALE, PROPRIO QUELLI CHE NE' UFOLOGI NE' ADDOTTI CONOSCONO.
PARACELSO ERA DIROMPENTE. UN ESEMPIO. ANCOR OGGI SI INSEGNA IN ALCUNE SCUOLE INIZIATICHE CHE SONO GLI INCENSI E I PROFUMI AD ATTIRARE GLI SPIRITI BUONI E RESPINGERE QUELLI MALIGNI. PARACELSO ANDAVA CONTROCORRENTE: SOSTENEVA CHE IL MODO PIU' EFFICACE PER RESPINGERE GLI SPIRITI IMMONDI ERA LA PUZZA. UN INSEGNAMENTO CHE E' SOLO APPARENTEMENTE ASSURDO. PERCHE? VI INVITO A RIFLETTERE: SE LA PRETAGLIA UTILIZZA L'INCENSO IN CHIESA...SE LA PRETAGLIA LAVORA PER GLI SPIRITI IMMONDI...SE LA PRETAGLIA NUTRE I DEMONI...VUOL DIRE CHE ESSI SANNO CHE I PROFUMI ATTIRANO I DEMONI AFFINCHE' ESSI VENGANO NEI LUOGHI DI CULTO E SI NUTRANO DELL'EMOTIVITA' DELLE MASSE. SEMBREREBBE ASSURDO, MA RIPETO CHE OGGI SIAMO DIVENUTI MIOPI. SE I MAESTRI ALCHIMISTI INSEGNAVANO A VINCERE LA NOSTRA PUZZA PERCHE' IN CIO' CHE PUZZA SI CELA LA PERLA, ALLORA PARACELSO NON ERA UN PAZZO.
PARACELSO VI AVREBBE RIVELATO CHE QUESTI PRESUNTI FENOMENI E ABDUZIONI ALIENE NON INVESTONO DAVVERO IL CORPO FISICO, MA L'EVESTRUM, OSSIA IL CORPO ASTRALE, PERCHE' QUELLI SONO FENOMENI DI NATURA ASTRALE.

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QUESTO CONTRIBUTO L'HO ESTRATTO DAL "DE ORIGINE MORBORUM INVISIBILIUM", LIBRO III. SI FACCIA PARTICOLARE ATTENZIONE A QUANTO PARACELSO DICE NELLA PARTE CONCLUSIVA. MOLTI ADDOTTI SI RITROVERANNO E, SPERO, INIZIERANNO A COMPRENDERE.
Ufologi...v'è un patrimonio sapienziale di natura ermetica che voi dovreste iniziare a contemplare, poichè ivi troverete molte delle risposte ad enigmi altrimenti insolubili. Serve umiltà: Piegate il capo innanzi alla TRADIZIONE PRIMORDIALE
Gli Alieni sono Demoni, e alcuni di essi sono generati dalla nostra immaginazione. Sono cioè FORME-PENSIERO, EGREGORE.

[align=right]Fonte: http://mikeplato.myblog.it/archive/2010 ... ione1.html[/align]


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MessaggioInviato: 21/06/2011, 15:42 
GLI ABITANTI DEL PIANO ASTRALE



Risulta pressoché impossibile enumerare tutte le specie di entità astrali, così come è compito assai gravoso compilare un elenco di tutte le specie viventi sul piano fisico. Si elencano pertanto le principali rifacendosi ancora una volta ai preziosi testi di Arthur E. Powell ("Il Corpo Astrale") e C.W. Leadbeater ("Il Piano Astrale").

Entità che sono ancora vive nel corpo fisico:
- Persone comuni. Persone i cui corpi fisici sono addormentati e che durante la notte vagano nel corpo astrale per il mondo spirituale. Tutti gli uomini viaggiano in questa maniera durante il sonno, ma data l'assenza di consapevolezza e quindi di controllo sul proprio corpo astrale, tali viaggi risultano involontari e in genere confusi e poco utili.

- Maghi e loro allievi. Di norma questa categoria usa il corpo MENTALE e non quello astrale, ma nelle fasi meno avanzate dell'istruzione impartita dal Mago ai suoi apprendisti all'interno dei mondi spirituali il corpo astrale è il primo con il quale si deve prendere confidenza una volta che, attraverso l'esercizio, si è divenuti perfettamente coscienti in esso.

- Maghi neri e loro allievi. Questa categoria corrisponde alla precedente, con la differenza che lo sviluppo ha per scopo il male e non il bene, e i poteri vengono acquisiti per scopi egoistici miranti a soggiogare l'umanità anziché favorirne l'evoluzione.

- Psichici. Ogni altra persona che abbia sviluppato - attraverso esercizi o per naturale predisposizione - i suoi poteri psichici al punto da essere in grado di viaggiare coscientemente in astrale. Se essa non è però giustamente seguita e istruita da un iniziato interpreta spesso in maniera frammentaria ed errata tutto quanto vede e non è in grado di sfruttare appieno questi suoi poteri.

Entità che non sono più vive nel corpo fisico:
- Persone comuni dopo la morte. Questa classe comprende ogni specie di persone a diversi stadi di coscienza. Dalla persona mediamente evoluta all'essere umano più infimo e dalla coscienza malvagia. Solitamente non ci sono qui anime molto evolute, se non un certo numero che ha deciso consapevolmente di rimanervi per aiutare le altre anime in difficoltà.

- Ombre. Quando la vita astrale dell'uomo è terminata, egli muore sul piano astrale e lascia dietro di sé il corpo astrale in disintegrazione, allo stesso modo che quando muore fisicamente abbandona il corpo fisico, il quale si decompone. Questo cadavere astrale conserva ancora la sua apparenza e alcune facoltà mentali come la memoria e le vecchie abitudini. Non costituisce un problema in sé - tutt'alpiù può ingannare i medium delle sedute spiritiche che scambiano l'ombra per l'anima del defunto - ma in quanto si presta ad essere utilizzata dai Maghi neri per le loro basse finalità.

- Gusci. Sono ombre all'ultimo stadio di disintegrazione prima di scomparire. Possono essere vitalizzate attraverso cerimonie di magia nera o riti Voodoo e Obeah.

- Suicidi e vittime di morte improvvisa. Alcuni degli individui che sperimentano il trapasso in queste circostanze traumatiche non si rassegnano alla loro nuova condizione e cercano di prolungare la loro esistenza vicino alla materia terrestre assorbendo vitalità dagli esseri umani che riescono a influenzare.

- Vampiri. (Non nel senso culturale del termine)

- Allievi. Allievi di Maghi e iniziati in genere che in seguito alla morte del corpo fisico decidono di rinunciare a salire verso i piani spirituali più alti per potersi reincarnare subito e continuare a svolgere il loro lavoro a favore dell'umanità. Nell'attesa della reincarnazione svolgono dei compiti di assistenza delle altre anime in astrale.

- Maghi neri e loro allievi. Disposti a qualunque nefandezza pur di rimanere sul piano astrale, da dove possono influenzare i viventi e rubare energia per la propria sopravvivenza. Spesso le loro azioni vengono scambiate per attività di demoni.

Entità astrali non umane:
- Essenza elementale. Forma di vita dall'aspetto indefinito che si trova diffusa in tutto il piano astrale. È una sorta di massa informe che naviga in astrale. E' estremamente sensibile a tutti i pensieri umani, anche i più fugaci, e reagisce in una infinitesima frazione di secondo a ogni vibrazione messa in gioco dal volere o dal desiderio dell'uomo, anche se questi ne è completamente inconscio. Ogni pensiero e sentimento umano fa sì che tale materia si plasmi immediatamente in un essere vivente autonomo, ma la sua esistenza è solo temporanea, perché appena l'uomo cessa di dare energia a quel particolare desiderio o pensiero l'essenza elementale torna nella massa indifferenziata da cui è provenuta.
È impressionante il numero di entità che i pensieri umani, buoni o cattivi che siano, evocano incessantemente da quell'oceano di essenza per dar loro anche solo una breve esistenza autonoma. Il visitatore astrale è molto colpito da questo inarrestabile movimento di creazione e dissoluzione che avviene in astrale e che corrisponde al susseguirsi di emozioni e pensieri nell'uomo. Le entità elementali prodotte da pensieri di disprezzo e da emozioni pesanti assumono la forma di minacciosi orrendi mostri dai colori cupi, ma esse si ritirano sempre davanti a uno sforzo di volontà del Mago.
L'essenza elementale prende forma sotto l'influenza delle correnti di pensiero involontarie che le persone lasciano scorrere oziosamente attraverso il loro cervello, ma non si crea che una vita semi-intelligente, la quale non agisce, ma si limita a reagire agli impulsi provenienti dall'uomo i quali possono essere diretti a rafforzarla, se il pensiero o l'emozione vengono ripetuti, o dissolverla se essi scompaiono dalla sua mente.
L'entità elementale una volta creata, se è tenuta in vita dalla ripetizione del medesimo pensiero o sentimento, cerca comunque di sopravvivere come farebbe una qualunque altra forma di vita, e si adopera per influenzare l'individuo o il gruppo di individui da cui è stata prodotta, affinché le venga fornita, attraverso la ripetizione, l'energia per continuare a esistere. Una forma-pensiero di gelosia o depressione, se continuamente alimentata, può letteralmente "attaccarsi" a un uomo per tutta la vita e influenzare i ogni suo comportamento.
È evidente che il regno elementale nel suo insieme è così come lo hanno reso i pensieri e le emozioni collettive dell'umanità.
La maggior parte delle cerimonie di magia, bianca o nera, dipendono quasi interamente dalla manipolazione di queste entità, sia direttamente per volontà del Mago, sia per il tramite di qualche entità astrale da lui evocata per tale scopo. L'elementale in ogni caso non possiede iniziativa, esso è una forza latente che ha bisogno di un impulso esteriore per entrare in azione.
Il Mago può così utilizzare l'odio di una persona per danneggiarne un'altra, manipolando quella disgustosa forma-pensiero fatta di materia elementale (ciò che è comunemente conosciuto sotto il nome di "magia nera"). Allo stesso modo un Mago dal Cuore aperto e compassionevole può creare un'entità elementale che guarisca o protegga una persona in difficoltà.

- Spiriti di natura. Appartengono a una linea evolutiva diversa dalla nostra: non sono mai stati e non saranno mai membri dell'umanità come noi la conosciamo. Vi sono spiriti della terra, dell'acqua, dell'aria, del fuoco (o dell'etere) che sono entità astrali intelligenti residenti in questi diversi ambienti.
Spiriti della terra: gnomi; spiriti dell'acqua: ondine; spiriti dell'aria: silfidi; spiriti dell'etere: salamandre. Nel linguaggio popolare: fate, elfi, folletti, satiri, fauni, koboldi, lutini, genii, troll ecc. Come quasi tutte le entità astrali sono capaci di prendere a volontà una qualunque forma, ma hanno delle forme preferite alle quali ritornano sempre. Sono invisibili alla vista fisica, ma possono rendersi visibili con la « materializzazione » quando lo vogliano.
Di norma rifuggono le zone abitate dall'uomo e la vicinanza dell'uomo in genere, le cui cattive emanazioni astrali mal sopportano. Se lo avvicinano è sovente per giocargli degli scherzi e burlarsi di lui, magari per fargli smarrire la strada all'interno di un bosco. Essi amano infatti massimamente il gioco e lo scherzo, anche spinto ad estreme conseguenze.

- Demoni. Esseri astrali in genere molto potenti (ma le differenze di rango possono essere anche notevoli) che agiscono unicamente per egoismo e si nutrono dei pensieri separativi e delle emozioni negative degli esseri umani. Appartengono a differenti razze: i più noti sono i « rettiliani » resi famosi dall'autore David Icke e di cui si parla nella sezione "La trappola planetaria" di questo sito. Di norma vengono considerate razze aliene provenienti da altri luoghi del cosmo e giunte sul piano astrale della Terra migliaia se non milioni di anni fa.

- Deva. Detti angeli o « figli di Dio » in altre tradizioni. Anch'essi appartengono a un'evoluzione distinta da quella dell'umanità, e occupano un rango che le è immediatamente superiore. Alcuni di essi sono appartenuti all'umanità nel passato. Appaiono generalmente come esseri umani di misura gigantesca. Tutto ciò che è cattivo è già stato da tempo eliminato dal loro essere.
In taluni casi essi sono capaci di assumere - qualora lo vogliano - forme umane materiali. Anche sul piano astrale si manifestano raramente, e quando lo fanno rappresentano gli abitanti non umani più elevati.

- Corpi astrali degli animali.

[align=right]Fonte: http://officinaalkemica.altervista.org/ ... strali.htm[/align]


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RAPPRESENTAZIONE DEL PIANO ASTRALE



Risulta molto difficile dare una chiara idea di cosa sia in realtà il mondo astrale, a colui che mai ha conosciuto tale realtà ( la parola realtà non è accidentale, ma voluta, in quanto le esperienze ivi concretizzate hanno identico valore di quelle compiute nel mondo del fare ). Trovo, personalmente, già la definizione di mondo astrale decisamente fuorviante; in quanto la creazione è unica, e il demerito di non cogliere tale completezza risiede in una nostra incapacità percettiva e cognitiva. In pratica non sussiste nessuna divisione fra il mondo dei cinque sensi, e il mondo astrale, ma solo una nostra inadeguatezza a vivere con presenza in ogni istanze della nostra vita. Certo ad uso didattico, in base a vari criteri possiamo suddividere la creazione in vari piani, in relazione alla vicinanza o meno alla fonte da cui tutto si irradia. Maggiore è la sussistenza nei pressi della fonte, e più elevata ne risulta la "purezza" del raggio di luce, in quanto minori saranno i "diamanti" su cui si è infranto e rifratto. Mentre ad ogni passaggio del raggio di luce fra i diamanti ( che rappresentano ciò che colma il vuoto, o le cristallizzazioni dell'essere divino: ipostasi ) il vibratorio e l'intensità, si rendono più lenti e opachi, dando via via l'illusione della materia, e al contempo relegando l'uomo, cieco, alle tenebre, in quanto è il nostro un mondo formato dall'ombra. Detto questo risulta quindi ovvio che il piano astrale è fra noi, o meglio noi siamo immersi nel piano astrale, solamente non riusciamo ad essere consapevoli di tale situazione. Come mai avviene questo ? Perchè in realtà l'uomo dorme, e chi dorme è ignaro di quanto accade a lui attorno, e per uscire da tale condizione è necessario impegnarsi attivamente nel lavoro esoterico. Volendo possiamo rappresentare il nostro piano dimensionale come un rettangolo azzurro. Tale figura si trova contenuta in un cubo giallo che rappresenta il piano astrale: si intuisce facilmente che il mondo astrale è dotato di una dimensione aggiuntiva rispetto al nostro mondo. Abbiamo detto che l'illusione di questo mondo è la materia, ma la materia non può sussistere senza un tempo che l'accolga, ecco quindi che la dimensione astrale è caratterizzata dall'inclusione in essa del Tempo, che da variabile esogena al piano mondano, diventa variabile endogena al piano astrale. Questa proprietà permette al piano astrale di "inglobare" il piano materiale, e ai due piani di intersecarsi e relazionarsi nei punti di contatto.

Immagine

L'uomo occupa una precisa posizione sul piano materiale, che possiamo rappresentare con un pallino rosso, posto al centro del rettangolo azzurro. Attraverso le tecniche di induzione, annulliamo lo spazio e il tempo, "spostandoci" da questo piano a quello astrale. Cioè si ottiene in pratica attraverso il mutare del tratto di unione o di consapevolezza: da corpo/mente a mente/anima. Quindi in realtà non si tratta di una proiezione, ma semplicemente di un'acquisizione di consapevolezza, che non soltanto la fisicità compone ed è estensione del nostro essere uomini.
E' necessario ricordarsi che tutto è energia, e quindi l'entrata nel piano astrale, e i viaggi astrali, implicano un dispendio energetico. Questo è dovuto al fatto che sia il vettore ( corpo astrale ), sia il propellente, sia le azioni, sono determinate e identificate da energia, atti di volontà, inoltre è bene tenere in debito conto il salto entropico che il viaggiatore deve compiere per immergersi nel nuovo piano conoscenziale. Il termine conoscenziale fa riferimento alla constatazione che solamente sul piano astrale è possibile interiorizzare esperienze di verità sostanziale, e non mere illusioni perse fra i chiari e scuri dell'ombra in cui siamo avvolti.
Ricapitolando abbiamo che:

mondo fisico = (n) ,

mondo astrale= (n+1) .

Dove per n si deve intendere le dimensioni. Ovviamente noi dal nostro piano mentalmente intuiamo la presenza di una dimensione aggiuntiva, ma è tramite le esperienze cognitive non sensoriali, che effettivamente ne acquisiamo consapevolezza.

OGNI PIANO INFERIORE E' CONTENUTO NEL PIANO SUPERIORE.

CHI DAL PIANO INFERIORE ACCEDE AL PIANO SUPERIORE NECESSITA' DI SVILUPPARE I SEMI INTERNI, CHE SONO DI NATURA UGUALE ALLA SOSTANZA CHE COMPONE IL PIANO SUPERIORE.

La dimensione aggiuntiva, del piano astrale rispetto al nostro, implica due fenomeni:

1. Nell'astrale la dimensione tempo è parte indissolubile con le altre dimensioni, e quindi ne risulta che vettore di movimento non è il fisico, ma il pensiero fecondato dalla volontà del viaggiatore.

2. L'astrale si trova suddiviso in vari livelli, e in luoghi non luoghi, dove il viaggiatore può imbattersi in una molteplicità di accadimenti, che acquisiscono valenza sia conoscitiva.

Da quanto sopra detto ne discende, che le nostre esperienze astrali hanno diretta conseguenza sul piano materiale e viceversa, ma che comunque il luogo deputato alla Conoscenza e alla Lotta, è l'astrale dove ogni manifestazione assume identità di essere, e dove il Non Manifesto assume reale Identità. Tutto quanto qui risiede, ha manifestazione sul piano astrale, ma non tutto quanto risiede in esso ha corrispettivo sul nostro.

[align=right]Fonte: http://www.fuocosacro.com/pagine/astrale/1.htm[/align]


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MessaggioInviato: 21/06/2011, 15:47 
IL PIANO ASTRALE



LA DIMENSIONE DI LUCE
La cosiddetta Dimensione Astrale costituisce, a differenza di quanto si crede, una vera e propria dimensione parallela a quella fisica, ma altrettanto vera e reale. Essa non è frutto dell'immaginazione, di un "sogno ad occhi aperti" o di una fantasia, ma un concreto stato alternativo soggettivo-oggettivo dell'essere con proprietà del tutto analoghe, anche se differenti, a quelle della dimensione fisica. La luce astrale, o Akasha, vibra molto più intensamente dei corrispondenti fotoni, e possiede un coefficiente plastico maggiore. Inoltre, la densità delle molecole di quella che può venire considerata la "materia" del Piano Astrale, è costante e perciò non vi è, per esempio, una distinzione tanto netta come sul piano fisico, tra i diversi stati di aggregazione. I gas, i fluidi ed i solidi, nella Dimensione di Luce, hanno quindi pari densità e forza di coesione, o meglio, si comportano come se così effettivamente fosse. Non sono stati condotti sufficienti studi scientifici per stabilire quale sia la qualità che permette una simile distinzione fra i differenti stati della materia astrale, ma alla luce dell'esperienza, è estremamente facile, ad esempio, passare attraverso un muro astrale col proprio corpo, o deviare un flusso d'acqua dal suo naturale corso.

L'ENERGIA UNIVERSALE
Nell'Akasha vibrano molte e innumerevoli energie caratteristiche, le quali hanno uguale comportamento rispetto alla cosiddetta Luce Astrale: esse possono venire plasmate ed indirizzate dalla volontà ed influenzano conseguentemente gli oggetti presenti sul piano. Vi sono due differenti, e secondo noi altrettanto valide (nel senso che probabilmente la realtà è nel mezzo), teorie circa l'origine di queste energie: la prima, quella tradizionale e più antica, riferisce che tali forze sono prodotte dal riflesso astrale che nasce dai campi energetici dei corpi celesti e dalla loro interdipendenza; la seconda, più moderna ed estremamente più fantasiosa, vuole che esista un universo parallelo, di antimateria, popolato da forze analoghe ma di segno opposto. Quando si parla di Pianeti, Intelligenze, Segni, e così via, s’intendono peculiari vibrazioni energetiche che, sul Piano Astrale, appaiono totalmente oggettive. In effetti, tali forme hanno vita propria, proprio carattere, sebbene non si evolvano nel senso tipicamente materiale del termine: non nascono, non crescono e non muoiono. Per comprendere meglio la loro natura, potremo dire che le loro azioni sono piuttosto re-azioni, nel senso che non appena interagiamo con tali intelligenze, l'energia della nostra azione viene modificata dal loro carattere e ci viene rimandata indietro. Piuttosto che nomi, essi possono venir considerati quali verbi. Ugualmente, se si possiede la tecnica necessaria, possiamo, tramite i nostri Chakram, produrre agenti astrali con caratteristiche e potenzialità analoghe a quelli già esistenti.

RELAZIONE TRA ENERGIA ED IMPRESSIONI MENTALI
L'energia universale, in quanto oggettiva, qualitativamente e quantitativamente parlando, provoca nella nostra mente delle sensazioni definite. Tali sensazioni sono però soggettive: dipendono infatti dalla cultura e dal bagaglio cognitivo dello sperimentatore. La medesima vibrazione energetica produrrà sensazioni differenti da individuo ad individuo: il significato sarà perciò oggettivo, transculturale, ma il simbolo sarà ineluttabilmente legato alla forma mentis dello sperimentatore. E' come dire che la stessa vibrazione marziale potrà produrre nelle menti di differenti osservatori tanto l'immagine di Marte, quanto quella di Thor, o quella di un Cinque Rosso (o di una "V"), e così via.

ENERGIE STATICHE E DINAMICHE SUL PIANO ASTRALE
In questa dimensione, come riferito, le varie correnti energetiche pur avendo vita ed esistenza propria, sono costanti nel tempo. Esse possono essere classificate in statiche e dinamiche: le prime sono quelle la cui vibrazione è talmente bassa di frequenza che appaiono simili agli oggetti solidi sul piano materiale. La loro qualità è quella di non poter venire modificate dall'energia dello sperimentatore; ed in effetti non possono nemmeno trasmettere sensibili modificazioni ad altri oggetti energetici. Le seconde, che potrebbero venire assimilate ad oggetti aeriformi del piano materiale, hanno una frequenza di vibrazione velocissima, molto forte, tale da modificare sensibilmente gli altri oggetti con cui vengono in contatto; ed inoltre, proprio come i gas, sono del tutto instabili. Infine, com'è ovvio, esiste una classe intermedia, paragonabile ai fluidi, la cui qualità è dunque non proprio statica ma nemmeno dinamica. Naturalmente, come premesso, tutte queste definizioni, a causa della povertà della lingua umana, ben poco chiaramente esprimono le caratteristiche di tali oggetti: l'unico modo per giungere alla comprensione di queste energie è la conoscenza diretta, l'esperienza soggettiva.

L'ESSENZA MACROCOSMICA
Molto è già stato detto sul Mondo delle Emozioni o Piano Astrale. Rimane solo da puntualizzare un ultimo, ma fondamentale, concetto: ogni esperienza astrale è talmente oggettiva nel suo significato intrinseco, da varcare, potenzialmente, i confini tipici del mondo fenomenico di tempo e di spazio. Ciò significa in pratica che, se costruiamo un laboratorio alchemico astrale, e lo rendiamo permanente sfruttando l'energia di una qualche fonte più longeva di noi, tale insieme di oggetti sarà visibile ed utilizzabile anche da altri, a patto che essi possiedano il nostro medesimo codice soggettivo di interpretazione e codificazione delle energie. Questo concetto dovrebbe, unitamente alle esperienze pratiche, fornire l'esatta misura del Piano Astrale. L'essenza macrocosmica, ovviamente, non si limita a questo, comprendendo com'è già stato più volte osservato, anche il Piano Fisico e quello Mentale. Questi due ulteriori piani però hanno diretto riflesso su quello di Luce, ed interagiscono con esso: le loro emanazioni formano dunque un tutt'uno con le energie proprie del piano che più interessa ai lettori di questo saggio. Se volessimo, incidentalmente, visualizzare in simboli l'essenza Macrocosmica, potremmo descriverla come un Albero della Vita tridimensionale riposto in una sfera, contornato dai tre Veli del Negativo. A guisa di scatola, intorno a queste sfere, vi sono le quattro Torri di Guardia alle pareti con la Tavoletta dello Spirito quale pavimento e soffitto. Oltre questa "scatola", bidimensionalmente, si potranno rinvenire i trenta Aethyr, sempre più rarefatti e posti al confine del Piano Spirituale, o Mentale ed estesi oltre tale confine. Tale descrizione, volutamente convenzionale, non trova d’accordo coloro che sostengono che i vari sistemi siano solo una differente classificazione del medesimo Piano. Eppure, dopo una personale investigazione, si nota che le diverse zone secondo la descrizione polisistemica che ho fornito, pur appartenendo indubbiamente alle Dimore Astrali, non risultano sovrapposte nello Spazio, ma solo nel Tempo: e viaggiando in linea retta, si ha l'impressione che la costruzione sia proprio come l'ho descritta, e che spostandosi ci si possa mettere in comunicazione e passare tra i differenti "mondi". In definitiva, come rimarcato altrove, non è importante che le cose stiano davvero così: per le esperienze astrali che altro non sono che il fenomeno o l'impressione che il noumeno o essenza lascia nella nostra mente e nei nostri sensi, l'importante è che in tal modo effettivamente appaia e funzioni.

L'ALBERO DELLA VITA
L'Otz Chiim, o Albero della Vita, un glifo medievale cabalistico ideato per riassumere i concetti più disparati enunciati nei testi fondamentali della Religione Ebraica sotto forma di simboli ed allegorie, si presta magnificamente quale mappa del Piano Astrale. Per la brevità di questo saggio è inutile fornire una pur succinta descrizione dell'Albero che può essere facilmente ed efficacemente studiata su altri testi specifici. Basti qui riaffermare che la visione di tale Glifo, pur essendo essenzialmente soggettiva, è originata da vibrazioni energetiche oggettive, uguali per tutti. Il sistema cabalistico dell'Albero della Vita è stato poi, recentemente ampliato in misura notevole, ad opera dei capi dell'Ordine Ermetico dell'Alba d'Oro e di Aleister Crowley, risultando in una mappa di corrispondenze estremamente più estesa, sistematicizzata e maggiormente aderente alle differenti culture e tradizioni. In pratica, tutte quelle differenziazioni soggettive esistenti nelle descrizioni della Qabalah Luranica sono state quasi del tutto superate verso un’universalità multiculturale e polisistemica.

GLI AETHYR E LE TORRI DI GUARDIA
Le quattro Torri di Guardia elementali del sistema del Dr. John Dee, sono un’elaboratissima sintesi delle zone più rarefatte del Macrocosmo. Insieme con la Tavoletta dell'Unione e con i trenta Aethyr, attraversano i confini tra i mondi e si estendono in tutto il Creato. Diversamente dall'Albero della Vita cabalistico, gli elementi del sistema di Dee e Kelly tagliano verticalmente i Piani, senza netta distinzione tra Superiore ed Inferiore, Angelico e Demonico. Il mondo invisibile è quindi rappresentato in modo essenzialmente scientifico e razionale, senza la pedante preoccupazione di distinguere nettamente tra Bene e Male. L'acuto sperimentatore sa bene che tutto è relativo e che nemmeno dio è assoluto. Sfortunatamente è necessaria una grande dose di coraggio e di equilibrio per passare indenni tramite l'invocazione delle Dimore Enochiane, ed anche quando apparentemente sembra che le conseguenze indesiderabili siano state evitate, un beffardo Guardiano di Aethyr è in agguato. Gli studiosi di ogni estrazione non sono ancora riusciti a fornire una soddisfacente spiegazione sull'origine di tale sistema, o sulla provenienza delle Chiavi o della lingua in cui tali invocazioni sono composte. E' stato solo possibile appurare, per esclusione, che non si tratta di un gergo convenzionale, di simbolismi arbitrari, di una truffa o di un’invenzione umana: l'unico concetto positivo che i migliori intelletti dell'esoterismo ed i più fervidi accademici che si sono appassionati ed applicati allo studio del complicatissimo ed intricato edificio enochiano è che funziona. Non si capisce come, non si sa perché, ma funziona. Dunque, attenzione.

LE DIMORE ANGELICHE E DEMONICHE
Alla conclusione di questo capitolo sul macrocosmo, abbiamo ritenuto necessario prestare una particolare attenzione alle energie positive e a quelle negative. Analogamente a ciò che accade nel microcosmo, anche nell'universo vi sono particolari vibrazioni di intensità tale da contagiare e modificare energie di minore forza. Come già rilevato, essendo bene e male relativi (il buon vecchio Aleister diceva che, ad esempio, il caldo è buono per il caffè ma cattivo per il gelato), è solo necessario conoscere l'ubicazione di tali energie irresistibili e quindi comportarsi di conseguenza. Nonostante ciò che si tramanda nelle sezioni orrorifiche dei testi tradizionali, le Qliphoth non rappresentano un pericolo reale; l'unico problema, anche se temporaneo, è costituito dagli Aethyr: quando si invoca un particolare cerchio, qualcosa succede sempre. L'energia è solitamente talmente tanto forte che, pur con le dovute precauzioni, essa è in grado di condizionare le persone, le cose e gli eventi per numerosi giorni. L'importante è poter usare tali forze per i propri legittimi scopi, prevedendone i risultati, buoni o cattivi che siano.

[align=right]Fonte: http://ilsalottodellastrega.myblog.it/a ... trale.html[/align]


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LA MORTE E LA VITA ETERNA



L'umanità è stata ipnotizzata dall'idea della morte. L'uso del parlare comune riflette l'illusione. Spesso ricorrono, anche presso chi dovrebbe saperne di più, le frasi: "mietuto dalla falce crudele", "rapito nel fiore degli anni", "la sua attività spezzata", "un'operosa vita finita", che esprimono l'idea che l'individuo abbia cessato di esistere e sia ridotto nel nulla. Ciò si osserva particolarmente nel mondo occidentale. Sebbene la religione dominante in Occidente insegni le gioie dell'aldilà in così vividi termini, che logicamente ogni credente dovrebbe salutare con piacere il transito e i parenti e gli amici indossare vistosi abiti e adornarsi di fiori sgargianti per celebrare il passaggio della persona amata a una sfera più felice e brillante dell'esistenza, noi vediamo esattamente il contrario. L'uomo comune, nonostante la sua fede e le sue credenze, teme sempre l'avvicinarsi della "crudele mietitrice", e i suoi amici indossano abiti scuri ed esprimono con ogni altro mezzo il convincimento di avere per sempre perduto la persona amata. In contrasto con il loro credo, con l'espressione della loro fede, la morte incute un terrore che essi non riescono, in apparenza, a vincere. Da queste spaventose emozioni si sono liberati coloro che hanno acquistato la coscienza della fallacia dell'idea della morte. Pur sentendo naturalmente la tristezza del temporaneo distacco, per essi tuttavia la persona amata è semplicemente passata in un'altra fase della vita, e nulla si è perduto, nulla è finito. C'è un antico racconto indù che narra di un verme che, sentendo avvicinarsi il languore premonitore della fine dello stadio strisciante dell'esistenza e dell'inizio del lungo letargo dello stadio di crisalide, chiamò intorno a sé gli amici:
"È triste, disse, pensare che io debba lasciare la vita così piena per me di brillanti promesse di futuri successi. Mietuto dalla inesorabile falciatrice nel fiore degli anni, io sono un esempio della crudeltà della natura. Addio, amici, per sempre addio. Domani non sarò più".
E, fra le lacrime e i lamenti degli amici che circondavano il suo letto, si spense. Un vecchio verme, addolorato, osservò:
"Il nostro buon fratello ci ha lasciato. Il suo fato è anche il nostro. Uno dopo l'altro saremo abbattuti dalla spietata falce, come l'erba sul campo. La fede ci da la speranza di risorgere, ma forse questa è solo l'eco di una vana aspirazione. Nessuno di noi sa nulla di concreto circa un'altra vita. Piangiamo, fratelli, il comune fato della nostra razza". E così, tristemente, si separarono.
Noi tutti comprendiamo l'ironia di questo racconto e sorridiamo al pensiero dell'ignoranza che circondava il primo stadio della trasformazione dell'inferiore essere strisciante nella variopinta creatura che a suo tempo sarebbe emersa dal sonno della morte in una più alta forma di vita. Ma non è il caso di sorridere delle fallaci idee dei vermi perché essi erano come voi e come me. Il narratore indù di secoli fa ha dipinto in questo piccolo racconto l'ignoranza e l'errore degli uomini. Tutti gli occultisti riconoscono negli stessi vermi-crisalidi-farfalle il quadro della trasformazione che attende ogni mortale, uomo o donna. La morte per gli esseri umani non è fine o scomparsa più di quanto non lo sia il letargo del verme. In ambedue i casi la vita non cessa neppure un istante; la vita continua, mentre la natura opera i suoi mutamenti. Consigliamo a ogni allievo d'imprimersi nella mente la lezione di questo apologo, raccontato per secoli ai fanciulli indù e trasmesso dall'una all'altra generazione. Strettamente parlando, dal punto di vista orientale, la morte non esiste. Il nome è una menzogna; l'idea, una fallace credenza nata dall'ignoranza. Non c'è morte, c'è solo vita, con molte fasi e forme e delle quali alcune gli uomini chiamano morte. Nulla muore in realtà, benché tutto subisca un cambiamento di forma e di attività. Edwin Arnold ha nobilmente espresso questo concetto in una sua traduzione:
"Mai conobbe principio l'anima né conoscerà fine. Fine e principio sono sogni. Senza principio né fine, immutabile, l'anima resta eterna; la morte non l'ha neppure sfiorata, anche se morta sembra la casa in cui alloggia".
I materialisti spesso oppongono, come argomento contrario al persistere della vita oltre lo stadio della morte, l'assunzione che tutto nella natura è soggetto a morte, dissolvimento e distruzione. Se ciò fosse esatto, sarebbe ragionevole dedurne come logica conseguenza la morte dell'anima ma, in verità, nulla di tutto ciò avviene nella natura. Niente in realtà muore. Ciò che si chiama morte, anche delle cose minime e apparentemente inanimate, è semplicemente un mutamento di forma di condizione dell'energia e delle attività che le costituiscono. Neppure il corpo muore, nello stretto significato della parola. Il corpo non è un'entità, è un semplice aggregato di cellule, e queste sono soltanto veicoli materiali di una certa forma di energia che le anima e le rende vitali. Quando l'anima abbandona il corpo, le unità che lo compongono manifestano una reciproca repulsione in luogo dell'attrazione che prima le teneva unite. La forza unificatrice che le aveva costrette insieme perde il suo potere e si manifesta la tendenza contraria. Come ha ben detto un autore: "Il corpo non è mai stato più vivo di quando è morto" ovvero, secondo un altro autore: "La morte è solo un aspetto della vita, e la distruzione di una forma materiale è solo il preludio alla creazione di un'altra". Manca dunque, in realtà, la maggiore premessa dell'argomento dei materialisti e ogni ragionamento non può che essere erroneo e condurre a false conclusioni. Ma l'occultista progredito o qualsiasi altra persona spiritualmente evoluta non si sofferma neppure a considerare alcun argomento dei materialisti, anche quando ve ne fosse un altro mille volte più logico. Una persona che abbia risvegliato le proprie facoltà psichiche e spirituali più elevate sa che l'anima non muore quando il corpo si dissolve. Quando si può lasciare il proprio corpo dietro di sé, e percorrere effettivamente le regioni dell'altra sponda, come possono molti individui progrediti, ogni discussione puramente speculativa o gli argomenti sulla realtà della vita dopo la morte appaiono assurdi e futili. Se a un individuo, il quale non abbia ancora raggiunto lo stadio di discernimento psichico e spirituale che gli consenta di avere la testimonianza delle sue facoltà superiori circa la questione della sopravvivenza dell'anima, la ragione chiede qualcosa di simile a una prova, egli troverà quello che cerca scrutando nel proprio Io. Perché, come tutta la filosofia insegna, il mondo inferiore è molto più reale in definitiva di quello dei fenomeni esterni. L'uomo infatti non ha un'effettiva conoscenza del mondo esterno: egli ha solo le impressioni registrate dal suo animo interiore. L'uomo non vede l'albero al quale sta guardando, egli ne percepisce solo l'immagine invertita formatasi sulla sua retina. Anzi, la sua mente non vede neppure l'immagine, ricevendo solo la vibrazione dei nervi le cui terminazioni sono state eccitate da quella immagine. Per questo non dobbiamo esitare e cominciare a passare in rivista gli intimi recessi della nostra mente, perché molte delle più profonde verità sono registrate lì. La conoscenza di molte fondamentali verità dell'Universo è da ricercarsi nelle grandi regioni del subcosciente e del supercosciente. In quei luoghi due verità sono profondamente impresse: a) la certezza dell'esistenza di una suprema potenza universale, sotto, dietro e all'origine del mondo materiale; b) la certezza dell'immortalità del vero Essere, di quella "qualche cosa" dentro di noi che il fuoco non può distruggere, né l'acqua sommergere né la bufera spazzare via. L'occhio mentale guardando dentro di noi troverà sempre Dio, con la certezza della sua immortalità. È vero che questa prova è diversa da quella che si richiede per gli oggetti fisici e concreti, ma che importa? La verità ricercata è un fatto della vita spirituale interiore e non della vita fisica esterna; va dunque ricercata nello spirito, non fuori di esso. L'intelletto obiettivo concerne solo gli oggetti fisici, l'intelletto soggettivo o intuizione riguarda gli oggetti fisici e spirituali; il primo guarda al corpo delle cose; al loro spirito il secondo. Nella ricerca della conoscenza, guardate all'una o all'altra classe di cose nell'appropriata regione del vostro essere. Lasciate parlare l'anima e sentirete uscire fuori forte, chiaro, glorioso il suo canto. Non c'è morte; non c'è morte, non c'è morte; non c'è che vita, ed è VITA ETERNA. E’ questo il canto dell'anima. Ascoltatelo nel silenzio perché soltanto allora le sue vibrazioni possono giungere al vostro attento orecchio. È il canto della vita che nega la morte. Non c'è morte, non c'è che vita eterna, eterna, eterna.

[align=right]Fonte: http://www.misterieleggende.com/la_vita ... strale.php[/align]


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LA SUDDIVISIONE DEI PIANI NELLA MATERIA



Tutto il creato non è altro che una fusione, un intrecciarsi fra i piani spirituali e materiali.
Il piano materiale è formato da una fusione di EONI, GENI e Spiriti degli elementi (elementari).
Lo spirito da solo non genera forme di questo tipo, ma inglobato nella materia, può volontariamente o involontariamente contribuire alla formazione sul piano evolutivo di materia sottile (eterea). Tale formazione di enti di materia sottile si manifestano sul piano materiale contribuendo all’evoluzione della materia stessa.
Ogni entità può modellare l’energia prodotta proiettandola nell’astrale nella forma che attraverso i vari piani della sua evoluzione ha acquisito. Così che, l’unità creata, diviene creatrice sul piano etereo di una forma larvale d’enti (materia sottile). Questi enti sono gli elementari, forme di vita eterea che vivono in luogo di tempo creato dal piano evolutivo.
Ogni piano è subordinato a quello superiore, come la creazione è subordinata al suo creatore.
Ogni forma d’energia, proiettata dal piano evolutivo nell’astrale, prende forma e consapevolezza in misura della volontà che l’entità esercita su di esso.
L’energia creata si sviluppa autonomamente nel luogo della sua creazione, ma tale sviluppo è subordinato al piano da cui ha attinto la scintilla evolutiva.

(1) Formazione di GENI stabili sul piano astrale.
(2) Formazione di EONI ed ELEMENTARI stabili sul piano fisico astrale.

Il Genio, creato dal pensiero nell'Astrale dalla volontà può rimanere sul piano evolutivo per molti e molti anni, a volte centinaia, mentre gli EONI sono creature sviluppatesi dalla materia nella sua fase evolutiva.
Il genio consapevolmente prodotto dalla mente umana, vive nell'Astrale, ritrasmettendo al piano evolutivo ciò che è divenuto grazie alla proiezione prodotta dall'uomo.
Al contrario, gli Spiriti degli ELEMENTI sono creature che mantengono stabile la creazione.
Gli spiriti dell’ARIA sono i reggenti di essa e così via per la TERRA, L’ACQUA, il FUOCO.
Gli spiriti ELEMENTARI sono legati fra loro. ( pensa al senario, tre parti per l’ARIA, una per la TERRA, una per il FUOCO, una parte per L’ACQUA).
Cosi si completano nella stessa forma gli altri elementi.
Questi enti, spiriti sottili del creato sul piano materiale, mantengono stabile la creazione nella sua evoluzione.
Tutto nel piano evolutivo è possibile, senza uscire mai dai limiti che essi ci costringono a vivere. Ti faccio un esempio:

- E’ possibile vivere oltre cento anni, ma non oltre centoquaranta.
- E’ possibile percepire DIO, ma non possiamo renderlo concreto.

Un giorno, spero non lontano, l'uomo potrà evolversi ad una vita materiale più lunga e una spiritualità più concreta.

[align=right]Fonte: http://www.lidoscarpellini.it/sator/ind ... ge411.html[/align]


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