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MessaggioInviato: 31/01/2012, 21:57 
Forse questa discussione sarebbe stata meglio in "Non solo UFO", ma in fondo ha più a che fare con l'arte ed il mito che con il racconto bizzarro, quindi penso che qui stia bene.

Mi hanno sempre incuriosito molto i racconti relativi ai presunti avvistamenti di Sirene; certo, mammiferi acquatici come foche e sirenidi possono aver contribuito molto all'equivoco, e del resto le acque sono da sempre un po' il regno dell'"equivoco" per noi terricoli, ma qualche volta si resta un po' perplessi di fronte a racconti come questo; nel 1809 un maestro di scuola, un certo William Munro scrisse un articolo in cui raccontava di un suo avvistamento di una Sirena avvenuto 12 anni prima; dal racconto, difficile che possa aver scambiato una foca per una sirena; il posto, Sandside Bay nell'estremo nord della Scozia, a quanto pare non era nuovo a questo genere di avvistamenti.

Tratto da http://lostcityofatlanta.blogspot.com/2 ... -1809.html


Mermaid Sighting 1809
On the 8th of September in 1809 the London Times newspaper ran an article by William Munro, a school teacher. The article was an account of his mermaid sighting at Sandside Bay twelve years earlier.


Here is the article.

Dear Sir. About twelve years ago when I was Parochial Schoolmaster at Reay, in the course of my walking on the shore of Sandside Bay, being a fine warm day in summer, I was induced to extend my walk towards Sandside Head, when my attention was arrested by the appearance of a figure resembling an unclothed human female, sitting upon a rock extending into the sea, and apparently in the action of combing its hair, which flowed around its shoulders, and of a light brown color. The resemblance which the figure bore to its prototype in all its visible parts was so striking, that had not the rock on which it was sitting been dangerous for bathing, I would have been constrained to have regarded it as really an human form, and to an eye unaccustomed to the situation, it must have undoubtedly appeared as such. The head was covered with hair of the color above mentioned and shaded on the crown, the forehead round, the face plump. The cheeks ruddy, the eyes blue, the mouth and lips of a natural form, resembling those of a man; the teeth I could not discover, as the mouth was shut; the breasts and abdomen, the arms and fingers of the size in which the hands were employed, did not appear to be webbed, but as to this I am not positive. It remained on the rock three or four minutes after I observed it, and was exercised during that period in combing its hair, which was long and thick, and of which it appeared proud, and then dropped into the sea, which was level with the abdomen, from whence it did not reappear to me, I had a distinct view of its features, being at no great distance on an eminence above the rock on which it was sitting, and the sun brightly shining.
Immediately before its getting into its natural element it seemed to have observed me, as the eyes were directed towards the eminence on which I stood. It may be necessary to remark, that previous to the period I beheld the object, I had heard it frequently reported by several persons, and some of them person whose veracity I never heard disputed, that they had seen such a phenomenon as I have described, though then, like many others, I was not disposed to credit their testimony on this subject. I can say of a truth, that it was only by seeing the phenomenon, I was perfectly convinced of its existence.
If the above narrative can in any degree be subservient towards establishing the existence of a phenomenon hitherto almost incredible to naturalists, or to remove the skepticism of others, who are ready to dispute everything which they cannot fully comprehend, you are welcome to it from,
Your most obliged, and most humble servant,
WILLIAM MUNRO


Munro was not the first person to see a mermaid in that area. In 1804 two girls reported seeing mermaids there. Coincidence? Surely not!



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MessaggioInviato: 31/01/2012, 23:19 
caro quisquis,
altri avvistamenti
http://www.paranormaldatabase.com/reports/mermaid.php
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 31/01/2012, 23:28 
e questo è ciò che lessi anni fa

http://nellavascadeiterribilipiranha.fi ... orsini.jpg
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 01/02/2012, 20:36 
Ti ringrazio. E’ interessante notare l’alta concentrazione di presunti avvistamenti in area linguistica celtica insulare e più in generale in Inghilterra. Nel folklore irlandese gaelico e britannico infatti la Sirena ed esseri affini sono ben presenti. C’è un bel film del 1994, il segreto dell’isola di Roan, in cui la storia ruota attorno alla figura di una Selkie dai capelli neri, essere molto vicino ad una Sirena, ed ai legami tra le selkies e le famiglie di pescatori abitanti in quell’isola. Un bel film, se non altro per i paesaggi, le musiche tradizionali irlandesi e l’atmosfera che evoca.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=bN57dUDmTtA[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 02/02/2012, 22:14 
Come spiegare questi avvistamenti, supponendo che almeno qualcuno di essi fosse in buona fede? Sicuramente la spiegazione più semplice, che probabilmente è anche quella più vera, è che si tratti di una errata valutazione di qualcosa di perfettamente noto e spiegabile; una foca, un lamantino (animali che però non vivono ovunque), un pesce, un qualche altro animale marino noto, un tronco nel mare, una donna scambiata per qualcos’altro e così via. Insomma errati riconoscimenti amplificati dalla relativa impenetrabilità dell’ambiente marino e dalla mentalità impregnata di mito di molte culture, soprattutto nel passato e negli strati più popolani e semplici della popolazione. C’è poi sempre il problema di chi ha scritto ed eventualmente tramandato male un racconto del passato. Ma questo non spiega i casi più recenti (alcuni perfino negli anni ’60 del 1900, anche fuori dall’Europa) e, almeno in apparenza, più difficilmente spiegabili, come quello di Munro.

A complicare il quadro c’è poi la constatazione che, dal punto di vista animale, un’ipotetica sirena sarebbe un assurdo biologico, un essere poco funzionale rispetto sia al mare che alla terra, un essere che avrebbe in apparenza grandi problemi a procacciarsi del cibo e quindi perfino a sopravvivere. Uno squalo, un delfino, una foca, appaiono sicuramente più funzionali e ben adattati all’ambiente marino. Ma a ben guardare l’uomo stesso come appare rispetto agli altri animali? Se gli si toglie la sua intelligenza, che lo ha portato a modificare l’ambiente a proprio favore (perlomeno quando lo fa intelligentemente) e che è la sua vera caratteristica vincente rispetto alle altre specie animali, appare inetto e poco funzionale: non ha armi naturali, non zanne, artigli, denti affilati, non è velenoso, non può volare, non sempre riesce a nuotare e quando lo fa è lentissimo e goffo rispetto ad un qualunque pesce, non corre molto rapidamente e non a lungo, non vola, non sa volteggiare tra le piante, salta poco potentemente, non ha sensi particolarmente sviluppati, non è capace di mimesi, insomma fisicamente non è un granché; lo salva il suo intelletto abbinato alla mano prensile, quest’ultima unico aspetto puramente fisico forse di una qualche rilevanza, ma che condivide con altri animali. Ed allora perché un ipotetico “popolo” di sirene e tritoni dovrebbe essere da meno? Se fosse dotato di un’intelligenza paragonabile a quella umana potrebbe costruirsi ripari, fare uso di una qualche forma di “tecnologia”, sopperire all’inferiorità fisica rispetto agli altri animali marini con la propria intelligenza e capacità di pianificare il proprio futuro. Insomma sarebbero i nostri ipotetici “fratelli” di mare, che avrebbero preferito andare, o tornare, o non abbandonare del tutto le acque che ricoprono per tre quarti il pianeta Terra (che meglio dovrebbe chiamarsi “Acqua”). Popolo forse oggi estinto per sempre. Un’ipotesi molto difficile da provare, sicuramente, ma secondo me non del tutto priva di una sua logica.

Per la verità se ne può fare un’altra, più “classica”, per certi aspetti, ma che presuppone una visione del mondo e dell’uomo molto diversa da quella corrente. In alcune tradizioni “magiche” è ricorrente l’idea che la fantasia umana, ossia la capacità di ideare, visualizzare e rappresentarsi interiormente delle immagini, sia qualcosa di più di quello che appare. Intanto non in tutti essa è sviluppata allo stesso modo: artisti, pittori e soprattutto scultori, che riescono ad enucleare forme perfette dalla nuda pietra semplicemente rappresentandosele interiormente, ce l’hanno sicuramente più sviluppata della media. Ma esiste un punto di vista secondo il quale la fantasia, adeguatamente educata, può diventare un organo di senso (e, per intensificazione, di potere); in effetti da un certo punto di vista già lo è anche nella vita ordinaria; spesso infatti rappresenta in forma plastica il nostro mondo interiore; ma forse, in certe condizioni, potrebbe rappresentare adeguatamente anche quello esteriore, o meglio aspetti della realtà oggettiva esteriore non percepiti dagli altri sensi; ed ecco che allora nello scatenarsi degli elementi naturali, in certe particolari condizioni ed in soggetti predisposti, oltre alla vista fisica con la quale vediamo le onde e la tempesta, oltre al tatto che ci fa sentire bagnati ed infreddoliti, oltre all’olfatto che ci compenetra di salsedine, oltre all’udito assordato dal fragore delle onde, oltre al sapore di sale, la nostra fantasia potrebbe “staccare” la sua attenzione dalla nostra interiorità, dalle nostre fantasticherie, dai nostri desideri, e rappresentare in forma plastica un aspetto intelligente e vivente del reale non percepibile dai sensi ordinari; ed ecco allora che, filtrata dalla particolare cultura del momento, appare l’immagine di un essere reale ma non percepibile dagli altri sensi.


Ultima modifica di quisquis il 02/02/2012, 22:20, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/02/2012, 09:18 
Ultimi esemplari di una razza ormai in via di estinzione??

Una razza che un tempo popolava anche la terraferma?

Una razza di oltre 10.000 anni fa?

I famosi atlantidei?

E perché no?


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MessaggioInviato: 03/02/2012, 09:26 
La sirena è un archetipo presente in moltissime culture. Dal punto di vista antropologico il discorso è interessantissimo. A Napoli, c'è una docente di antropologia, Elisabetta Moro, che ha scritto diverse cose sulle sirene http://elisabettamoro.com/2010/04/07/curriculum/ Nella sezione pubblicazioni, trovi diversi titoli. I ho letto l'enigma delle sirene, perché rimasi anch'io stregata da questo argomento, durante una lezione di cui si parlava di tutt'altro.
Napoli, poi è particolarmente legata al mito della sirena, Partenope, al punto che anche l'avvento del cattolicesimo ha dovuto fare i conti con i mito e creare un succedaneo: Santa Patrizia a Napoli e Sant'Agata in altri posti. La sirena Partenope muore spiaggiandosi nel golfo di Napoli, Santa Patrizia muore durante un naufragio o cose del genere. Nel caso di Sant'Agata il discorso è particolarmente interessante perché la santa viene raffigurata mentre subisce il supplizio dell'amputazione dei seni, laddove le sirene erano sempre raffigurate con i seni beni in vista. Le sirene sono presenti in molti miti di fondazione delle città. In alcuni casi, si ritiene che alla base della fondazione di molte città ci fosse il sacrificio di una giovane vergine, il cui fantasma avrebbe dovuto proteggere la città stessa. Nella tradizione, il fatto è stato poi sostituito nel ricordo della morte di una sirena o di di una santa.

Le sirene non sono state raffigurate sempre come metà donne e metà pesci ma come metà donne e metà uccelli
Immagine
e sono legate ad altre divinità. In particolare, la rappresentazione delle donne come sirene alate coincide anche con la rappresentazione di Lilith
Immagine

e che chiama in causa una tradizione molto antica.

La stessa sirena Partenope, raffigurata nella fontana Spinacorona, detta anche fontana delle "zizze" a Napoli, nella zona universitaria, è raffigurata come donna uccello
Immagine



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MessaggioInviato: 03/02/2012, 20:56 
Cita:
Hannah ha scritto:

Napoli, poi è particolarmente legata al mito della sirena, Partenope, al punto che anche l'avvento del cattolicesimo ha dovuto fare i conti con i mito e creare un succedaneo


Napoli è la città della Sirena per eccellenza. Hai mai sentito parlare di quella che Giuliano Kremmerz (da Portici) definiva la scienza "aporrezia", ossia una sorta di ermeneutica tramite la quale interpretare i miti classici e scritti come Eneide, Iliade ed Odissea? Giustiniano Lebano ne fu maestro, è la cosiddetta "Scuola di Napoli"; e la partenope è collegata anche all'intricato labirinto sotterraneo che si snoda sotto la città della Sirena.

Napoli dovrebbe riscoprire la bellezza delle sirene per rinascere, a mio parere. Un tempo il Golfo di Napoli era veramente un posto incantato, avere per ideale la bellezza dovrebbe spingere chi ne sente ancora il richiamo ad agire per una città migliore.

Altri antichi popoli italici avevano come animale totemico il lupo, il picchio, il cinghiale, tutti sacri a Marte. Napoli aveva come Genius protettore (o meglio protettrice) e teofania collegata alle origini della città proprio la Sirena ed è anche per questo che, a mio parere, questa città ha una personalità così particolare e ben definita, nel bene e nel male.


Ultima modifica di quisquis il 03/02/2012, 21:10, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/02/2012, 21:08 
Cita:
Pianetamarte2010 ha scritto:

Ultimi esemplari di una razza ormai in via di estinzione??

Una razza che un tempo popolava anche la terraferma?

Una razza di oltre 10.000 anni fa?

I famosi atlantidei?

E perché no?


Già, chi può dirlo. Difficilissimo da provare, poco probabile sicuramente, ma in linea di principio forse non impossibile. Tra l'altro, in questa cornice si potrebbe anche fare qualche altra supposizione, di carattere più "extraterrestre"; se si accetta almeno in parte l'idea che esseri di altri pianeti abbiano interagito con lo sviluppo e la genetica dell'uomo, per cui l'uomo moderno sarebbe in tutto o in parte il frutto di un innesto o di un intervento genetico su una base autoctona (primati), allora perché pensare necessariamente ad un solo tipo di "innesto"? Facendone più di uno le probabilità di successo si sarebbero moltiplicate. Ed allora viene naturale pensare che, essendo la Terra un pianeta in realtà coperto per tre quarti dalle acque (che offrono tra l'altro uno spazio abitabile tridimensionale), l'obiettivo primario potesse essere quello di far sviluppare una specie intelligente in un ambiente marino o perlomeno anfibio, perché un ambiente più ricco e vasto avrebbe potuto offrire maggiori possibilità di successo e di espansione; un obiettivo secondario avrebbe potuto essere invece quello di predisporre una seconda linea di sviluppo "intelligente " tutta terricola. E' solo una supposizione, naturalmente, niente di più che un pensiero serale.


Ultima modifica di quisquis il 03/02/2012, 21:28, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
quisquis ha scritto:

Cita:
Hannah ha scritto:

Napoli, poi è particolarmente legata al mito della sirena, Partenope, al punto che anche l'avvento del cattolicesimo ha dovuto fare i conti con i mito e creare un succedaneo


Napoli è la città della Sirena per eccellenza. Hai mai sentito parlare di quella che Giuliano Kremmerz (da Portici) definiva la scienza "aporrezia", ossia una sorta di ermeneutica tramite la quale interpretare i miti classici e scritti come Eneide, Iliade ed Odissea? Giustiniano Lebano ne fu maestro, è la cosiddetta "Scuola di Napoli"; e la partenope è collegata anche all'intricato labirinto sotterraneo che si snoda sotto la città della Sirena.

Napoli dovrebbe riscoprire la bellezza delle sirene per rinascere, a mio parere. Un tempo il Golfo di Napoli era veramente un posto incantato, avere per ideale la bellezza dovrebbe spingere chi ne sente ancora il richiamo ad agire per una città migliore.

Altri antichi popoli italici avevano come animale totemico il lupo, il picchio, il cinghiale, tutti sacri a Marte. Napoli aveva come Genius protettore (o meglio protettrice) e teofania collegata alle origini della città proprio la Sirena ed è anche per questo che, a mio parere, questa città ha una personalità così particolare e ben definita, nel bene e nel male.

Io abito a Portici ma di questo Giuliano Kremmerz non ho mai sentito parlare [:I]. Devo fare indagini, sembra interessante.



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Cita:
Hannah ha scritto:


Io abito a Portici ma di questo Giuliano Kremmerz non ho mai sentito parlare [:I]. Devo fare indagini, sembra interessante.


Ciro Formisano da Portici, questo il suo vero nome. Comunque, dopo la sua morte, il Kremmerzismo si è frantumato in una serie di rivoli che, a mio modo di vedere, non ha senso seguire.

Molto più utile ed interessante studiarsi le sue opere originali, nonché quelle di chi lo ha preceduto.


Ultima modifica di quisquis il 05/02/2012, 10:05, modificato 1 volta in totale.


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cari amici,
http://www.esolibri.it/Kremmerz.htm
ciao
mauro



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Cita:
mauro ha scritto:

cari amici,
http://www.esolibri.it/Kremmerz.htm
ciao
mauro


Grazie Mauro; 20 anni fa si faticava a trovare gli scritti di Kremmerz; ha uno stile gradevole, perché condito di quello che lui stesso chiamava "aceto italico", ossia un sano scetticismo (mai fanatico) unito ad ironia partenopea utilizzata al momento giusto per rilassare e non stancare il lettore, trattandosi spesso di argomenti fuori dall'ordinario che possono sconcertare, di forte rilevanza filosofica e alto impatto emotivo. L'"aceto italico" al momento giusto abbassa la tensione e rende piacevole la lettura. E' un metodo di insegnamento, i suoi dialoghi sull'ermetismo sono un perfetto esempio di insegnamento tramite il dialogo.

Questo non vuol dire che lo si debba accettare acriticamente e del resto è lui stesso a consigliarlo.


Ultima modifica di quisquis il 05/02/2012, 21:09, modificato 1 volta in totale.


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