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Il sanscrito e la scrittura
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Il sanscrito è la lingua letteraria indiana per eccellenza.
Attestato già fin dal II millennio a.C. nei più antichi testi in origine trasmessi oralmente del RigVeda, il Sanscrito continua la sua evoluzione e si libera progressivamente di alcuni aspetti arcaici, avviandosi verso quella forma che verrà più tardi codificata dal grammatico Panini, IV-III sec a.C.
Le fasi in cui si articola questa evoluzione sono la vedica, la più antica, con la lingua del Veda e dei monumenti letterari a questi connessi, cioè Brahmana e Upanishad, e la classica, che dalla codificazione di Panini si cristallizza e rimane immutata fino all'età contemporanea.
Il Sanscrito è importante, oltre che per la sua antichità e continuità, anche perchè divenne, in quanto lingua del sapere e della casta brahmanica, vera e propria lingua nazionale e la letteratura in sanscrito modello per tutte le opere letterarie. Il Sanscrito appartiene alla famiglia linguistica indoeuropea, che comprende i gruppi di lingue classiche come il latino e i dialetti greci, di quelle iraniche, l'armeno, e i gruppi germanico e celtico. Dopo una remota fase di unità avvenne presumibilmente una diaspora dei dialetti indoeuropei, che da allora si sono differenziati e hanno dato vita in epoca storica alle varie lingue nazionali. Dall'originario Iran orientale, le tribù indoeuropee con dialetti simili (arii) si spinsero in parte verso occidente, in parte penetrano nell'India, dapprima nelle regioni nord-occidentali e poi via via espandendosi verso Est, soppiantando la lingua autoctona del popolo dravidico, ancora oggi in uso nell' India meridionale. Esistono comunque teorie che oggi contestano questa ricostruzione e che propongono gli Arii come autoctoni del subcontinente indiano.
Le due scritture considerate per molto tempo le più antiche dell'India, la Brahmi e la Kharostri, sono di origine semitica, secondo le più diffuse teorie, e sarebbero giunte al subcontinente indiano con l'annessione del Sindh, odierno Pakistan, all' Impero persiano.
I risultati degli studi e delle ricerche archeologiche rivelano però l'esistenza di una scrittura anteriore, documentata in sigilli e tavolette provenienti da Mohenjo Daro e Harappa e dunque di epoca pre-aria. Questa scrittura protoindiana, o dell'Indo, di tipo pittografico, è costituita da una mescolanza di ideogrammi e segni fonetici, probabilmente sillabici, ed è tuttora indecifrata, nonostante i molteplici tentativi di interpretazione; la sua scoperta ha riproposto l'antica tesi, in accordo con quelle che vogliono gli arii autoctoni dell'India, secondo la quale la Brahmi sarebbe dunque invece l'evoluzione di un'antica scrittura indigena geroglifica o pittografica.
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