09/04/2012, 21:46
23/04/2012, 12:08
Lo gnosticismo è un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe tra il II e il IV secolo dell'era cristiana. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (#947;#957;#8182;#963;#953;#962;), «conoscenza». Una definizione piuttosto parziale del movimento basata sull'etimologia della parola può essere: "dottrina della salvezza tramite la conoscenza". Mentre il giudaismo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza attraverso l'osservanza delle 613 mitzvòt e il cristianesimo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza dalla dannazione eterna per Grazia mediante la Fede (Efesini 2,8)[1], per lo gnosticismo invece la salvezza dell'anima dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi) dell'uomo, del mondo e dell'universo, frutto del vissuto personale e di un percorso di ricerca della Verità. Gli gnostici erano "persone che sapevano", e la loro conoscenza li costituiva in una classe di esseri superiori, il cui status presente e futuro era sostanzialmente diverso da quello di coloro che, per qualsiasi ragione, non sapevano.
27/05/2012, 17:59
Pietro II °- il 112° papa della tribolazione della Chiesa Cattolica secondo la profezia di San Malachia
nell'ultimo periodo moltissimi articoli appaiono sulla fine del mondo..cosa riporta esattamente al profezia di San Malachia
"Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli crollerà e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen". San Malachia Prophetia de Summis Pontificibus
Il nostro millennio coincide con “la parusia” con la quale i profeti evocano la fine della Città di Roma e l’avvento dell’ultimo pontefice. Le loro profezie paventano la fine del mondo per il mese dicembre del 2012, come riportato dal calendario dei Maya, fino a giungere all’ultima delle 112° profezie del monaco irlandese San Malachia che riguarderebbe il solo destino della Chiesa Cattolica e dei suoi successori al soglio di Pietro. Il riferimento profetico del destino della Chiesa viene considerato dalla storicità misterica una condizione inscindibile dalla fatalità dell’uomo.
La profezia di San Malachia riporta le caratteristiche rilevanti in ordine cronologico della successione dei papi da Celestino II° al fantomatico Pietro II°, quest’ultimo dovrebbe essere un romano che salirebbe al soglio dopo l’attuale pontefice secondo alcune fonti. A questo proposito occorre non creare inutili confusioni con l’amonimo Malachia dell’opera profetica dell’Antico Testamento,che gli Ebrei indicano col il titolo “Sigillo dei Profeti”,vissuto nel periodo persiano sul territorio mesopotamico-babilonese (540 a.C.).
Dunque chi era San Malachia …?
Malachia O’ Morgan, latinizzato Maolmhaodhog ua Morgair, nato nel 1054 a Armagh, dimenticato nel buio del periodo medievale fu l’uomo di maggiore importanza nella storia della Chiesa irlandese,la cui attività religiosa mirò allo smantellamento della ritalità pagana dalla liturgia celtica.
Il suo eco di illustre religioso medievale giunse fino ai giorni nostri, coperto d’aurea misterico-esoterica, trascorse la sua vita al completo servizio di Dio rinunciando ad ogni carica ecclesiastica al fine di ritornare alla semplicità della vita monastica fino all’ultimo giorno della sua esistenza terrena. Nel corso della sua misticità viaggiò per molte città d’Europa, fino a giungere a Chiaravalle dove strinse una forte amicizia con San Bernardo,il cistercense promulgatore della Regola dei Cavalieri Templari. Nel corso del suo pellegrinaggio giunse a Roma per essere ricevuto da papa Innocenzo II, ricevendo la nomina di legato pontificio per la terra irlandese. La complessità della sua indefessa religiosità lo portò a ricevere la massima considerazione da parte delle più alte autorità ecclesiastiche del medioevo cristiano.
Nel periodo della sua esistenza, come religioso, seppe distinguersi per le sue riforme clericali imponendosi con umiltà nel fondare molteplici comunità monastiche. Secondo la storiografia San Malachia insieme ad altri fedeli, durante il suo viaggio per Roma, ricevette una visione profetica sul futuro della Chiesa Cattolica, ed in particolar modo sulla successione dei pontefici, condizione che lo fece cadere in uno stato di trance.
Questa vicenda subì una maggiore connotazione in quanto a seguito della profezia, Malachia fu colto da una , malattia che lo portò alla morte il 2 novembre 1148 tra le braccia di San Bernardo che lo aveva accudito nel corso dei suoi ultimi giorni di vita.
La storia riporta che la rinomanza del santo non era legata alla sua spiritualità,ma soprattutto al manoscritto profetico ritrovato nella biblioteca di Chiaravale denominato “Prophetia de Summis Pontificibus” scritto a seguito della visione mistica e pubblicata a Venezia dal benedettino Wion nel suo libro “Lignum Vitae”,nonostante il contenuto della profezia circolasse da tempo.
Occorre per dovere di cronaca riportare che alcuni storici contestano l’ autenticità della profezia, indicando che la stesura è stata articolata nel corso del Conclave del 1590, nel momento in cui la Chiesa Cattolica versava in un periodo buio, e venne utilizzata comesegnale di fermezza per il credo cattolico in un momento in cui in Europa si diffondeva la riforma protestante. Questo documento profetico sempre secondo alcuni critici venne diffuso dai partigiani del cardinale Simoncelli di Orvieto prima dell’elezione di Gregorio XIV. Gli increduli ritengono che la profezia sia un apocrifo composto nel XVI° secolo da altri e battezzata sotto il nome di un mistico eccellente con l’obiettivo di trasmettere la “sacralità”.
Nel 1595 il monaco Wion inserì nel testo “Lignum Vitae” (già descritto) le tre epistole di San Bernardo indirizzate a San Malachia, e precisamente numerate CCCXIII, CCCXVIX e CCCXII, quale testimonianza della profonda amicizia tra i due santi. Ulteriori critiche vennero sollevate dagli scettici verso la profezia poiché alcuni motti collegati ai pontefici risultano errati e riportati dal monaco ungherese Pavinius contemporaneo di Wion. Questo formulerebbe l’ipotesi che i motti sarebbero stati aggiunti da Pavinius nella descrizione dei pontefici precedenti al 1595, mentre i successivi sarebbero stati frutto della fantasia di Wion..
Seguendo la cronologia profetica si denota la profonda conoscenza e soprattutto un’ influente incisività,che appare di primo acchito come un messaggio cripto per quanti leggendola non pongono la dovuta attenzione.
La descrizione viene esposta attraverso una precisa sequenza di 111 motti simbolici, composti in latino maccheronico riportando la personalità dei singoli sommi pontefici a partire da Celestino II° fino a giungere all’età contemporanea culminante con la fine della Chiesa di Roma..
La descrizione cronologica dei pontefici riporta lo stemma del papa con particolari aspetti della sua vita con l’aggiunta dei motti sibillini e misteriosi.
Analizzando nello specifico i motti dei pontefici dell’ultimo periodo si riporta il numero 107 riferito a Giovanni XXIII° “Pastor et Nauta” tradotto pastore e marinaio indicante il fatto che lo stesso traghettò la Chiesa con il Concilio Vaticano II° nei tempi moderni oltre ad essere stato anche Patriarca di Venezia. Il 108° corrisponde al pontificato di Paolo VI° descritto dal motto “Flos Florum” in cui si richiama la presenza dei fiori nello stemma,ed effettivamente è presente il giglio; Papa Giovanni Paolo I° (papa Luciani) 109° della profezia il motto riporta “De medietate lunea” riferendosi alla durata di una lunazione ed infatti Papa Luciani durò 33 giorni, ossia una lunazione. Il 110° motto “De Labore Solis”: dal levante del sole si riferisce a Papa Giovanni Paolo II° indicando un paese dalla terra dell’est, e nel caso specifico la Polonia.
Con l’elezione al soglio pontificio di Benedetto XVI°, gli scettici nel riprendere l’antica profezia hanno erroneamente asserito che il motto associato al 111° papa “De Gloria Olivae” è errato in quanto si denuncia che il colore olivastro facesse pensare ad un pontefice di colore. Dunque il 111 motto associato al papa Benedetto XVI° è in correlazione con il nome che si è imposto Ratzinger ed esattamente si rievoca San Benedetto fondatore dell’Ordine dei Benedettini,ed infatti i monaci vengono denominati “monaci olivetani” e quindi secondo la cronologia profetica il tutto sembra combaciare con l’inizio della grande tribolazione della Chiesa, prima dell’avvento del nuovo tempo…sarà così ?
A sostegno di questa teoria profetica esiste lo scritto della monaca di Dresda vissuta tra il XVII° - XVIII° secolo,la quale profetizza la sequenza degli ultimi papi e la conseguente fine dei tempi, documentata nel 1808 attraverso le 31 lettere destinate a diversi regnanti,papa Clemente XI° e altri religiosi del tempo.
La veggente nella sua epistola inviata a Federico I° di Prussia ,scriveva che l’ultimo Pietro sarebbe giunto dalla sua terra, e infatti all’epoca la Prussia comprendeva la Germania. Appare evidente che Joseph Ratzinger, nato il 6 aprile del 1927 a Marktl Am Inn in Alemagna, farebbe convergere le due profezie riportare da San Malachia e dalla monaca di Dresda.
Secondo alcune fonti nel corso della trascrizione dei motti profetici di san Malachia sarebbe andata perduta la scritta “Caput Nigrum”,richiamando la testa di moro raffigurata nello stemma di papa Benedetto XVI° quale riferimento alla diocesi di Frisinga in Germania. Questo passaggio farebbe pensare al centododicesimo papa, il quale potrebbe essere un benedettino destinato alla guida della Chiesa degli ultimi tempi, riportando nella profezia la seguente frase:
“durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano che pascerà il greggie fra molte tribolazioni;passata questa,la città dei sette colli crollerà e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen”
Diviene assai difficile comprendere se trattasi di due pontefici oppure di uno solo che verranno prima della grande tribolazione ! A questo punto bisogna sottolineare che la profezia di San Malachia non profetizza la fine del mondo,ma solo del papato,infatti la dottrina della Chiesa non la considera come un evento drammatico,ma il preludio del ritorno di Cristo che verrà a giudicare il mondo intero.
Proprio questo trova la piena sintonia con quanto prospettato dai Maya in merito alla fine di questa era, calcolata per il 21 dicembre del 2012. Pietro II° sarà l’ultimo pontefice così come Pietro I° è stato l’iniziatore del pontificato,e basta scorrere i nomi dei sommi pontefici per notare che nessuno mai si è chiamato Pietro ! Nostradamus nomina molte volte i pontefici nelle sue “Centurie” e precisamente nella quartina 56 della quinta centuria riporta:
“Per il trapasso di molto vecchio Pontefice,sarà eletto Romano di buona età, che sarà detto che il seggio indebolisce,e lungo terrà e di operosità arguta”
A questo proposito riporto l’anedoto di Papa San Pio X, il quale; nel corso di un'udienza cadde improvvisamente in uno stato molto simile alla trance ed ebbe una visione terrificante. Appena riprese conoscenza disse: "Ciò che ho veduto è terribile! Sarò io o un mio successore? Ho visto il Papa fuggire dal Vaticano camminando tra i cadaveri dei suoi preti. Si rifugerà da qualche parte, in incognito, e dopo una breve pausa morrà di morte violenta. Lo stesso Vangelo di Matteo ci preserva nell’attesa della Parusia: “vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. 22 E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati..”
In conclusione
Da decenni il nome di San Malachia circola in tutti i libri divenendo nei nostri giorni un’argomento di maggiore interesse. Negli ultimi anni la sua notorietà si è diffusa ovunque mettendo in correlazione le coincidenze storiche con la profezia dei Maya, aggiungendo anche gli scritti della veggente della monaca di Desdra.
Quindi secondo San Malachia Benedetto XVI° potrebbe essere l’ultimo pontefice che siede sul soglio di Pietro,invece secondo altri dopo di lui siederà un papa che prenderà il nome di Pietro II°,romano, che guiderà la Chiesa in una fase molto difficile fino al crollo della città dei sette colli, per poi far risorgere la Vera Fede.
Questo coinciderebbe anche con la profezia di Nostradamus, il quale riporta che nel 2012 un’evento metterà d’accordo tutti gli uomini assicurando 400 anni di pace sulle Terra. Ma la curiosità, e soprattutto la ricerca non può far sfuggire che secondo la “profezia templare” emersa a seguito della vicenda dell’Abbate di Rennes le Chateau: “ il primo papa franco del III° millennio,svelerà il segreto e con lui finirà il potere della Chiesa”.
Riflettendoci bene! anche questo punto potrebbe avvalorare la profezia di San Malachia, non può essere solo un’apocrifo dell’anno 500,ma una previsione sulla fine della Chiesa del XII° secolo. Allora dovremmo chiederci se ci stiamo imbizzarrendo di fronte a qualche segnale enigmatico e cripto giunto dall’Alto?...non ci resta che attendere !
Tre persone possono tenere un segreto, se due di loro sono morte. Benjamin Franklin
Fonte: http://www.freeonline.org/articoli/art/ ... achia.html
09/09/2012, 01:16
09/09/2012, 08:28
09/09/2012, 11:39
Hannah ha scritto:
Quando Gesu` ritotmera` non potranno ucciderlo perché é risorto 2000 anni fa.
"E allora apparirà nel cielo il segno del Figliuol dell’uomo; ed allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figliuol dell’uomo venir sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria" (Matt. 24:30)
"… poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insiem con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore" (1 Tess. 4:17).
"… il Signor Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non ubbidiscono al Vangelo del nostro Signor Gesù. I quali saranno puniti di eterna distruzione, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto, e in voi pure, poiché avete creduto alla nostra testimonianza dinanzi a voi" (2 Tess. 1:7-10)
"Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia. E i suoi occhi erano una fiamma di fuoco, e sul suo capo v’eran molti diademi; e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito d’una veste tinta di sangue, e il suo nome è: la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed eran vestiti di lino fino bianco e puro. E dalla bocca gli usciva una spada affilata per percuoter con essa le nazioni; ed egli le reggerà con una verga di ferro, e calcherà il tino del vino dell’ardente ira dell’Onnipotente Iddio. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE, SIGNOR DEI SIGNORI. Poi vidi un angelo che stava in piè nel sole, ed egli gridò con gran voce, dicendo a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: Venite, adunatevi per il gran convito di Dio, per mangiar carni di re e carni di capitani e carni di prodi e carni di cavalli e di cavalieri, e carni d’ogni sorta d’uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi. E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per muover guerra a colui che cavalcava il cavallo e all’esercito suo. E la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che avea fatto i miracoli davanti a lei, coi quali aveva sedotto quelli che aveano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Ambedue furon gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. E il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che cavalcava il cavallo; e tutti gli uccelli si satollarono delle loro carni" (Ap. 19:11-21)
16/09/2012, 21:37
16/09/2012, 23:01
24/10/2012, 16:51
24/10/2012, 18:05
Pier Tulip ha scritto:
Ci sono parecchie inesattezze in quell'articolo e non so se Quetzacoatl fosse sun salvatore nato da una vergine con 12 guardie.
2012: il ritorno del Messia o di Kukulcan?
Siamo arrivati all’anno più discusso del secolo e tra le varie ipotesi catastrofiste emergono, fortunatamente, anche quelle più “leggere” o positive, che parlano di un eventuale ritorno di un Messia. Un ritorno che, paradossalmente, unisce in qualche modo sia le persone “normali” come quelli che si definiscono cristiani, che quelle “alternative” che vedono complotti ovunque.
Eh sì, perché tutti e due i gruppi aspettano il ritorno di una persona importante, solo che alcuni attendono Gesù Cristo e altri un “alieno”.
Ma se per un attimo smettessimo di farci la guerra sui differenti modi di vedere la vita, forse riusciremmo a trovare un punto che ci accomuna tutti. Tutti desideriamo un mondo migliore, una maggiore conoscenza, un’umanità più serena… tutti, infine, attendiamo il nostro salvatore, sia esso impersonato da un giovane alieno o da Gesù Cristo. L’unica differenza è che uno è la rappresentazione dell’incarnazione di Dio e l’altra di un dio.
Chi è, in realtà, il nostro salvatore?
Il termine cristo rimanda a "salvatore, liberatore, redentore”. Cristo, quindi, letteralmente è un Messia. Ma nell’antica Persia era Mithra, tra gli Aztechi era Quetzalcoatl, in India invece è Kalki o Shiva. Tra i Maya, invece, è il “grande” Kukulcan!
Il dio azteco Quetzalcoatl
I Maya da sempre attendono il ritorno del loro liberatore, Kukulcan. Ritorno ripreso anche dal sacerdote maya Chilam Balam di Chumayel. Gesù Cristo, Mithra, il messia ecc. torneranno alla fine dei tempi per aiutarci. Ma qual è la fine dei tempi? Quando il mondo sarà davvero distrutto? Secondo la conoscenza proveniente dal Mesoamerica, la fine dei tempi è la fine di un’era, non la fine del mondo come la intendiamo noi. Una fine di cui si parla sia negli antichi testi maya che nella Bibbia. Per comprendere di che fine si tratta, però, dobbiamo fare un passo indietro e capire il modo di vedere le cose nei tempi antichi.
Secondo alcuni scritti, vi è una croce (albero sacro) nel cielo che è formata dalla Via Lattea e il piano dell’eclittica. La via lattea viene anche detta axis Mundi e rappresenta, per così dire, il tronco dell’albero sacro, mentre l’eclittica è il ramo principale. Il 21 dicembre del 2012 dopo ben 26.000 anni (termine del ciclo precessionale) il Sole si troverà esattamente nel punto centrale della croce (o albero sacro), quello che i Maya chiamavano anticamente utero cosmico (centro della galassia).
Ma che analogie ci sono tra Kukulcan e Gesù Cristo? Di analogie ce ne sono molte e le somiglianze non possono certo essere dovute al caso. Entrambi, per esempio, vengono definiti “dio”. Quetzalcoatl si ritirò nel deserto, alla stregua di Gesù Cristo, per 40 giorni. Nel codex Borgianus messicano è Quetzalcoatl a essere crocifisso. In alcune versioni tra due ladri, e in altre impiccato con una croce in mano.
Tanto che la croce di Quetzalcoatl è forse uno dei simboli più utilizzati dalle antiche popolazioni Maya, così come pure il segno della croce visto come simbolo di potere.
Nel libro di Godfrey Higgins Anacalypsis si legge che la popolazione inca aveva una croce di marmo molto fine e bella di diaspro lucidato a specchio, realizzata con un solo pezzo e dalle dimensioni considerevoli. Questa croce è stata posizionata in un luogo sacro per essere venerata. Solo con l’avvento degli spagnoli la croce fu portata nella cattedrale di Cuzco. In alcune rappresentazioni locali Quetzalcoatl è rappresentato crocifisso nei cieli con un cerchio di diciannove cifre, che rappresentano il ciclo di Metone (19 anni solari corrispondenti a 235 mesi lunari).
La crocefissione di Quetzalcoatl secondo il Codex Borgianus messicano
Ovviamente anche Kukulcan nacque da una madre vergine, fu adorato e tentato come Gesù Cristo ed era chiamato la Stella del Mattino. Questo nome, spiega lo stesso Kukulcan/Quetzalcoatl, sarebbe dovuto al fatto che lui stesso veniva associato al pianeta Venere che, come tutti sappiamo, è il primo a essere visibile nelle prime ore della mattina.
Ci sono molti errori (alcuni anche voluti) nella storia ufficiale perché si parte sempre dal presupposto che tutte le civiltà antiche che adoravano gli dèi, stessero parlano di una sorta di spiriti/energie provenienti dalla Natura. Questo è sempre stato uno degli errori più clamorosi che ha fatto non pochi danni.
I popoli nativi ancor oggi parlano degli dèi come di esseri in carne e ossa; quindi niente di “invisibile” come ci vogliono far credere. E li descrivevano anche molto bene. Per esempio Quetzalcoatl era un uomo alto, dagli occhi e dalla pelle chiara, con biondi capelli lunghi. Come è possibile che popolazioni primitive descrivessero il loro Dio completamente diverso da loro? Perché si sarebbero inventati una persona così quando sarebbe stato più facile, per loro, descriverla bassa, occhi e carnagione scuri? Forse perché i loro dèi erano davvero diversi da loro?
Quetzalcoatl non era però solo un uomo bravo che compiva miracoli, ma era anche un uomo che insegnava all’umanità poco evoluta una grande moltitudine di arti e scienze.
Quetzalcoatl non è l’unico ad avere molte analogie con Gesù Cristo, in realtà la stessa storia di Gesù Cristo si trova, migliaia di anni prima della sua presunta comparsa, in tutto l’Oriente.
Ma non solo: tra le popolazioni Cherokee e Dakota, si chiamava Je-zoos o Yesuse - Yahowa fra gli Hopi. Nomi peraltro molto simili ai nostri Gesù e Jeova. Ma allora chi era questo Gesù Cristo o questo Kukulcan?
Facciamo un salto indietro nel tempo.
Gli dèi che scesero dallo spazio
Niente appare così dettagliato come alcuni racconti che si trovano in antiche tavolette sumere. Anche se gli stessi racconti, compaiono poi nell’antico Egitto e in India.
I Sumeri raccontano di uomini venuti dallo spazio in cerca di oro quando sul nostro pianeta vi erano ancora gli ominidi. Avevano bisogno di forza lavoro, da soli era impossibile estrarre quantità così elevate di oro. Quindi decisero di apportare una piccola modifica genetica agli abitanti (ominidi) terrestri. Per loro non fu né una scelta semplice, né tantomeno facile mettere al mondo un essere che somigliasse a loro. Ma dopo tanti tentativi, finalmente, ci riuscirono. Il nuovo terrestre, chiamato Adam, era diverso da loro più che altro nell’altezza e nel colore di pelle e capelli, ma per il resto era quasi identico.
Il lavoro più grande lo fecero, come raccontano le tavolette sumere, tre scienziati: Ea/Enki, suo figlio Ningishzidda e Ninmah, la sua sorellastra. Lo fecero contro il volere di altri comandanti Anunnaki (lett. quelli che dal cielo scesero sulla terra), ma amarono molto il genere umano e decisero di insegnargli gran parte della loro conoscenza. Loro erano molto più longevi di noi, provenendo da un pianeta la cui rivoluzione orbitale - che dovrebbe scandire l’anno - corrispondeva a 3.600 anni terrestri. Quindi, quando per loro passa un anno, per noi ne passano 3.600. Questo ha fatto sì che abbiano potuto civilizzare per migliaia e migliaia di anni l’umanità in tutto il pianeta. Ma in questi migliaia di anni ci sono stati moltissimi problemi di dominio della Terra: ci sono state distruzioni, guerre e quant’altro.
In Egitto Enki si faceva chiamare Ptah e Ningishzidda, Thot, mentre il fratello era il dio Ra. Quest’ultimo doveva anche coordinare dei lavori sul pianeta Marte – utilizzato come una sorta di stazione di passaggio per l’invio dell’oro sul pianeta da cui provenivano (Nibiru). Lui, come Ptah, governava l’Egitto, tuttavia, quando si assentò per stare alcuni anni su Marte trovò tutto cambiato da suo figlio Thot. Ra era molto arrabbiato per ciò che aveva insegnato all’umanità, così, dopo litigi che durarono ben 300 anni terrestri, Thot decise di andare, su consiglio del padre Ptah, nell’attuale Mesoamerica dove si sarebbe fatto chiamare il serpente piumato (Quetzalcoatl). Solo a quel punto Thot venne cancellato in gran parte dell’antico Egitto e Ra sostituì l’immagine del “leone di pietra” con l’immagine del viso di suo figlio Asar” (I riferimenti si trovano nella 12° tavoletta sumera dettata dal Dio Enki a Endubsar).
Ecco quindi che il Dio buono si fece conoscere in varie parti del mondo con il nome di Kukulcan, Quetzalcoatl e, presumibilmente, anche Shiva.
Quetzacoatl e l’adorazione del salvatore
Nell’antico Messico veniva adorato un salvatore, ma non si chiamava Gesù Cristo. Si chiamava Quetzacoatl. Il salvatore, nato da una vergine, era sorvegliato da 12 guardie e sarebbe morto per espiare i peccati. Ma tutti ne attendono il suo ritorno. Uno dei suoi simboli erano le tre croci (una più grande dell’altra). I Messicani usavano il battesimo per i loro bambini, in modo simile a quello odierno dei cristiani, ma molto prima dell’avvento del Cristianesimo. Non solo: i loro sommi sacerdoti si chiamavano “Papi”.
Durante la conquista spagnola le similitudini con la Chiesa cattolica erano troppe, c’era solo un modo per smentire: con frasi simili a quelli di Cortes: “il Diavolo aveva veramente insegnato ai Messicani le stesse cose che Dio aveva insegnato alla cristianità”. Per maggiori informazioni potete leggere il libro The Christ Conspiracy di Acharya S / DM Murdock.
Ma perché la stessa storia ovunque?
Negli anni si è fatta molta confusione e la storia di Gesù Cristo non è mai stata compresa appieno. Kukulcan viene forse crocifisso? Ovviamente no! Kukulcan è costretto ad andarsene per amor di pace – obbligato da altri Anunnaki. Ma promette a tutti i terrestri di tornare alla fine dei tempi per ristabilire la pace su questo pianeta, come inizio di una nuova era.
Gli insegnamenti degli “dèi” erano molto profondi e saggi e non sono stati compresi da molta gente. Non è un caso se vicino alla croce di Kukulcan ci sono dei numeri che si riferiscono al sistema solare. Per loro il cosmo non è affatto staccato dalla nostra vita, anzi, detta la nostra evoluzione, crescita e spiritualità. I pianeti sono considerati da loro degli esseri viventi, delle vere e proprie divinità da cui dipende la nostra vita. Come spiegare, quindi, a un’umanità non ancora dotata di conoscenza, i segreti del cosmo? Interpretandoli, in primis! Ecco che Quetzalcoatl spiegò all’intera umanità la fiaba più bella e saggia di tutto il pianeta, la favola che in Egitto chiamerebbero: Horus is raisen – Horus è sorto! Una storia che non è nata in Palestina ma ben tremila anni prima di Cristo. Il racconto ha valenza esclusivamente astronomica nonostante parli di un uomo nato da una vergine il 25 dicembre, di tre re magi e così via.
Questo è scaturito dal fatto che il 24 dicembre, Sirio, la stella più luminosa del cielo, si allinea in maniera perfetta con le tre stelle della cintura di Orione. Stelle che, ancora oggi, vengono chiamate i “tre re”. Se il 24 dicembre si traccia una linea immaginaria tra Sirio e le tre stelle (i tre re)… sapete cosa accade? Che il 25 dicembre la linea toccherà esattamente il punto dove nasce il Sole (Cristo). Il Sole, infatti, fin dall’antico Egitto è considerato l’unico vero Dio che crea ogni cosa, che dà la vita sulla Terra. I tre re – le tre stelle – quindi, seguono la stella dell’est per essere portati fino al luogo dove il 25 dicembre nascerà Cristo - il Sole.
Ma non è finita qui. Il giorno del solstizio d’inverno, il 22 dicembre, nell’emisfero Nord il Sole raggiunge in assoluto il punto più basso dell’orizzonte. Qui resterà “fermo” per ben tre giorni davanti a una costellazione chiamata la Croce del Sud. Dopo essere quindi stato crocifisso per tre giorni, finalmente “rinasce”. Per il resto dell’anno il nostro dio/sole viaggia insieme alle 12 costellazioni o ai 12 discepoli, se volete. Non è un caso se in tutte le rappresentazioni antiche Gesù è sempre raffigurato con in testa un cerchio e una croce, la croce dello zodiaco per l’esattezza. Una favola meravigliosa, quindi, che aveva lo scopo di istruire l’umanità attraverso un linguaggio poetico e simbolico. Linguaggio che è stato, con gli anni, adulterato e divinizzato, in alcuni casi, anche allo scopo di rendere ignoranti e soggiogare le masse.
Ma il 2012 è arrivato. E il 21 dicembre il nostro dio/Sole cambierà. E con esso, tutti, cristiani e non, attenderanno il ritorno del Messia, di una nuova era. Magari di nuovo insieme ai nostri dèi, ai nostri insegnanti. Con la speranza che questa volta l’umanità non impolveri di nuovo tutta la conoscenza acquisita negli anni.
Stefania Del Principe, giornalista e scrittrice, da anni scrive per diversi quotidiani e riviste di settore. Ha pubblicato oltre venti libri tradotti in inglese, spagnolo, sloveno e altre lingue.
Fonte
20/11/2012, 20:01
29/11/2012, 14:52
23/04/2013, 11:59
Rosa_Rossa ha scritto:
Non tutti, in ambito cattolico, credono nella venuta intermedia, prima dell'ultima venuta, ossia quella che rappresenta il Giudizio Finale.
Ma se dovessimo attenerci all'Apocalisse di Giovanni, il Figlio dell'uomo, il vivente, il primo e l'ultimo non ha connotati tanto gentili né dimessi; egli possiede le chiavi della morte e dell'Ade, indossa un mantello intriso di sangue e batte le genti con verga di ferro.
Ora, si fa presto ad amare l'agnello, chi si immola volontariamente. Ma quanti ameranno questo signore oscuro?
Quanti?
Pochi. E pochi lo riconosceranno.
23/08/2013, 10:40
01/01/2014, 13:42