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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Ragionamento logico sull'esistenza di Dio
MessaggioInviato: 04/05/2012, 22:22 
La notte è sempre il momento migliore per i ragionamenti profondi... l'altra notte ci riflettevo su, non so nemmeno bene come ci fossi arrivato, di solito le mie elucubrazioni passano di palo in frasca, finché non si focalizzano, da qualche parte.

Ho spiegato altro, credo, la mia immagine di Dio, o D-o come dicono gli ebrei... ma l'ebreo biblico è una figura che ritengo inventata, per cui io lo continuerò a chiamare Dio, come avviene nelle normali conversazioni. Il Dio come super essere univerale, immanente, in quanto non è una sorta di ente esterno creatore dell'universo, ma è egli stesso l'universo, oltre il quale semplicemente non c'è nulla.

La mia idea è questa, facciamo un passo indietro. Il Multiverso che cos'è? é, senza mezzi termini, semplicemente la REALIZZAZIONE di tutto ciò che sia possibile. Ogni possibile iterazione tra particelle o radiazione, tra dimensioni, o tutto quello che PUO' esistere, viene commutato in ogni possibile maniera NEL multiverso. Ecco quindi che la differenza tra il Multiverso, o meglio ancora, il PERCHE' della sua esistenza, è proprio qui, il Multiverso è ciò che può essere, e quindi necessariamente, in qualche modo e da qualche parte E', il nulla è la sua negazione, piatto e perfetto, come il multiverso, in fondo. L'uno rappresenta l'assenza, di tutto, anche dello spazio naturalmente, la non esistenza, l'altro rappresenta il Tutto, la pienezza, l'onnicomprensione.
Ecco quindi che per poter esistere veramente TUTTO, non poteva esserci, realmente, una scelta tra un NIENTE, un tutto nulla insomma, e ciò che esiste, doveva per forza esserci una Realtà, che è il Multiverso con tutte le sue multiforme possibili, e il nulla medesimo.

Ma veniamo alla domanda, Dio nel senso come lo può intendere l'uomo e la filosofia naturale. Partiamo da un altro assunto, si dice che tutto ciò che esiste, dalle cose più semplici, al multiverso intero, potrebbe essere espresso in un'enorme stringa di informazione. In fondo tutta la Realtà, è questo e niente altro, INFORMAZIONE, la quale integra, con la sua stessa essenza una Struttura. La vita biologica come la intendiamo in fondo è proprio questo se ci pensate: non i singoli atomi, ma la DISPOSIZIONE dei singoli atomi, la struttura che li tiene insieme.
Nel cosmo ci sono molti atomi, variamente disposti, ma solo PARTICOLARISSIME disposizioni, di quegli stessi atomi, di per se, identici l'uno all'altro, da come risultato piante, animali, uomini, alieni, e solo una particolarissima struttura, e quindi, una particolare e complessissima INFORMAZIONE da la consapevolezza di se.

Ora, noi siamo all'interno del multiverso, siamo "piccole" (relativamente) stringhe di informazione, pur tanto complesse da essere autocoscienti. Ma il solo fatto che noi siamo ALL'INTERNO della gigantesca stringa dell'universo, o meglio, del multiverso, fa sì che l'universo stesso, in quanto contenitore di stringhe autoscienti, abbia "in nuce" l'autocoscienza stessa. Vorrei sgombrare il campo da ogni dubbio in proposito. Qui non si parla di uomini che stanno in un contenutori, tipo il pianeta, e quindi per una sorta di proprietaà transitiva Gaia dovrebbe essere a sua volta cosciente. Qui non si parla di nessun "appoggio" materiale.
Le strutture di vita, sono semplicemente ALL'INTERNO della megastruttura dell'universo, la quale contenendole, e contenendone di tanto complesse, COME MINIMO, non può essere meno complessa, e quindi non avere una autocoscenza inferiore a quelle contenute dentro di se, mi spiego?
E' però, altamente probabile, in forza di questo ragionamento, e dell'immensità (visto che comprende TUTTE le stringhe possibili e immaginabili di informazioni e anzi proprio per questo) della lunghezza della stringa di informazione che costuisce il multiverso, che esso sia, sic et simpliciter, autocosciente di se, e quindi di noi, in qualche modo.



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MessaggioInviato: 05/05/2012, 09:01 
Se ti piace dissertare su questi argomenti dovresti farti una bella lettura di tutti i filosofi dall'età pre-cristiana, direi i primi filosofi greci possono andare, fino almeno almeno a quelli dell'età medioevale. Non ti dimenticare Cartesio. Penso che troveresti queste letture molto avvincenti!!


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MessaggioInviato: 06/05/2012, 21:09 
già letto qualcosa dei filosofi antichi, peccato che ignorando tutta la parte scientifica che oggi conosciamo sono molti passi indietro..



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MessaggioInviato: 07/05/2012, 00:57 
Cita:
Raziel ha scritto:

già letto qualcosa dei filosofi antichi, peccato che ignorando tutta la parte scientifica che oggi conosciamo sono molti passi indietro..

Mah...mi permetto di consigliarti la lettura delle Enneadi di Plotino...può essere che dopo cambi idea...

In attinenza al titolo che hai dato alla discussione:

L'Uno è "tutte le cose" e al tempo stesso non è neppure una di esse; principio di tutto, voglio dire, non è "tutte le cose" in una maniera qualunque ma è tutto in una maniera trascendente. Lassù, difatti, le cose tutte devono trovarsi come dopo una corsa; o, meglio le cose non si trovano ancora nell'Uno, ma vi si troveranno. Come possono allora derivare dalla semplicità dell'Uno, mentre in una pura identità non si può mostrare mai nessuna varietà, nessuna piegatura, quale che sia, assolutamente? Orbene, proprio perché nulla fu mai in lui, proprio per questo, dico, tutto deve sgorgare da lui; anzi, affinché l'essere sia, per questo Egli non è "essere", ma solo il genitore dell'essere; e questa che vorrei chiamare "genitura" è primordiale. Mi spiego; perfetto com'è, giacché nulla ricerca, nulla possiede, di nulla ha bisogno, Egli trabocca, per così esprimerci, e la sua esuberanza dà origine a una realtà novella; ma l'essere così generato si rivolge appena a Lui ed eccolo già riempito; e, nascendo, volge il suo sguardo su di se stesso ed eccolo Spirito. Precisiamo ancora: il suo fermo orientamento verso l'Uno crea l'Essere; la contemplazione che l'Essere volge a se stesso crea lo Spirito. Ora, poiché lo Spirito, per contemplarsi, deve pur stare orientato verso se stesso, Egli diviene simultaneamente Spirito ed Essere. Così, dunque, l'Essere è un "secondo Lui" e perciò crea ciò che gli è simile, versando fuori la sua forza esuberante; ma, immagine, anche questa, dell'Essere corrisponde a Colui che già prima dell'Essere s'effuse. E questa forza operante che sgorga dall'Essere è "Anima" che diviene quello che è, mentre lo Spirito è fermo; poiché anche lo Spirito sorse mentre "Ciò che era prima di Lui" perseverava nell'immobilità.
L'Anima però non è immobile nel suo creare; tutt'al contrario, ella generava la sua immagine, allorché aveva già subito il movimento. Ora, finché ella guarda lassù donde nacque, si riempie di Spirito; ma se avanza su un'altra ed opposta direzione, genera - immagine di se stessa - la sensibilità e, nelle piante, la potenza vegetativa. Nulla, peraltro, è separato, nulla è scisso da ciò che precede. Sotto questo rispetto, sembra persino che l'anima umana s'inoltri, pur essa, sino alle piante: vi si inoltra, intendiamoci, in questo senso che la potenza vegetativa ch'è nelle piante appartiene all'Anima; certo, ella non è, tutta quanta, nelle piante, ma se è nelle piante è in questo senso ch'ella è procedura sino a tal punto, nel basso, da creare un essere novello in quel suo processo e in quella sua premura del "peggiore". Del resto, anche la sua parte superiore, quella sospesa allo Spirito, lascia che se ne stia quieto e fermo lo Spirito che è in essa.
http://www.gianfrancobertagni.it/materi ... tecose.htm



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MessaggioInviato: 07/05/2012, 01:05 
http://www.lescienze.it/news/2012/04/29/news/pensiero_analitico_intuitivo_credenze_religiose_conflitto_meccanismi_cognitivi_rodin_incerdulit-994077/

Cita:
...Greene ha però aggiunto che i loro risultati pongono un interrogativo provocatorio ai credenti: "Ci sono milioni di persone perfettamente razionali che credono in Dio e questo studio non dimostra la non esistenza di Dio. Ma se Dio esiste, e se credere in Dio è perfettamente razionale, perché aumentando il pensiero razionale la fede in Dio tende a diminuire?" ...



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MessaggioInviato: 07/05/2012, 01:26 
Lo studio è interessante, ma la domanda finale è insensata [:)]



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MessaggioInviato: 07/05/2012, 02:03 
più che altro, spero rmd non mi voglia includere tra i "creduloni", mi sentire quasi offeso... e se leggesse il mio testo capirebbe che è lontano anni luce dalla teologia dogmatica.

Sulle Enneadi, sì, da tempo lo vorrei acquistare, ma le edizioni bompiani sono piuttosto esose per le mie tasche... comunque in generale credo che tutte le filosofie neoplatoniche siano stato una risposta al cristianesimo e le altre religioni orientali ormai decisamente orientate verso il monoteismo, prova ne è che anche esse iniziano ad acquisire in irrazionalità, e certuni dogmatismi, anche se più sfumati delle religioni giudaiche è chiaro... una lotta in difesa, poi vana infine, ma non sono molto sicuro aver rielaborato le piane filosofie platoniche, eliminando ed anzi irridendo lo scetticismo e l'epicureismo, sia stato anche un passo verso la Verità. Ammesso che ci sia, una Verità, e non piuttosto una moltitudine di verità, così come il multiverso è una moltitudine di eventi, anzi, di tutti gli eventi possibili, che potevano accadere, che possono accadere Ora, e che potranno accadere in futuro.
E' qui il problema del mio approccio con gli antichi in questione cosmogoniche, non per colpa loro sia chiaro, ma non potevano neppure afferrare il concetto di multiverso quantistico, e questo sì, a mio parere, è un passo gigantesco, forse fondamentale, verso quelle Verità cui aspiriamo.



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MessaggioInviato: 07/05/2012, 09:06 
guarda, dire che gli antichi erano molti passi in dietro mi sembra veramente fuori luogo. Specie in materia spirituale.. leggili meglio, e se sei interessato a personaggi del passato che erano un sacco di passi avanti, in generale, ti consiglierei quantomeno Giordano Bruno. Non sarebbe male Pitagora, che ha sviscerato anche il concetto di reincarnazione, Platone, che ha intuito la limitatezza della dimensione fisica (la sua teoria delle idee è veramente affascinante), Eraclito, che ha colto l'essenzialità dei punti di vista nell'affrontare una qualsiasi argomentazione, e poi Cartesio, Leibniz, Spinoza, Hobbes.. insomma.. da pensatori di quel calibro, si può solo che imparare, sempre.


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MessaggioInviato: 07/05/2012, 09:10 
Cita:
Raziel ha scritto:

più che altro, spero rmd non mi voglia includere tra i "creduloni", mi sentire quasi offeso... e se leggesse il mio testo capirebbe che è lontano anni luce dalla teologia dogmatica.

Sulle Enneadi, sì, da tempo lo vorrei acquistare, ma le edizioni bompiani sono piuttosto esose per le mie tasche... comunque in generale credo che tutte le filosofie neoplatoniche siano stato una risposta al cristianesimo e le altre religioni orientali ormai decisamente orientate verso il monoteismo, prova ne è che anche esse iniziano ad acquisire in irrazionalità, e certuni dogmatismi, anche se più sfumati delle religioni giudaiche è chiaro... una lotta in difesa, poi vana infine, ma non sono molto sicuro aver rielaborato le piane filosofie platoniche, eliminando ed anzi irridendo lo scetticismo e l'epicureismo, sia stato anche un passo verso la Verità. Ammesso che ci sia, una Verità, e non piuttosto una moltitudine di verità, così come il multiverso è una moltitudine di eventi, anzi, di tutti gli eventi possibili, che potevano accadere, che possono accadere Ora, e che potranno accadere in futuro.
E' qui il problema del mio approccio con gli antichi in questione cosmogoniche, non per colpa loro sia chiaro, ma non potevano neppure afferrare il concetto di multiverso quantistico, e questo sì, a mio parere, è un passo gigantesco, forse fondamentale, verso quelle Verità cui aspiriamo.



No Raziel, il mio post non era rivolto contro nessuno ho solo abbinato mentalmente il titolo del topic all'articolo linkato che ho letto proprio un paio di giorni fa e ho pensato che potesse essere interessante segnalarlo.



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MessaggioInviato: 07/05/2012, 10:43 
In più aggiungo che lo studio, per come impostato, sembra essere volto più a comprendere le dinamiche di interazione tra pensiero intuitivo e pensiero razionale che sono due meccanismi della mente umana imprescindibili l'uno dall'altro. Eccettuata la provocazione finale, che a mio parere è solo un'aggiunta personale del ricercatore, non mi pare si voglia stabilire il primato del pesiero razionale, anche perchè , come dice Einstein:
"La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono"
A.Einstein

[:I]



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MessaggioInviato: 07/05/2012, 22:11 
sirius non facciamone una crociata propensiero antico, per il quale io sono sempre in prima linea. Ma non è con il libero pensiero privo di basi scientifiche che otterrò le risposte che cerco, dico solo questo. Il Demiurgo e le sue Forme, la Caverna platonica ecc., hanno fatto il loro tempo, per quanto stimolanti e mille anni luce avanti la "creazione" del mondo biblica.
Oggi cerco pensatori che ragionino con quella profondità degli antichi, ma con il supporto delle teorie moderne, quindi includendo fisica quantistica, teoria M, brane, le 12 dimensioni delle stringhe, ecc. Dal semplice puro pensiero, privo delle fondamente scientifiche, non si va molto lontano, o meglio, si può anche andare lontano, ma anche lontano dalla verità.



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MessaggioInviato: 07/05/2012, 22:32 
"... L'oggetto materiale diventa qualcosa di diverso da ciò che attualmente vediamo, non più un oggetto separato sullo sfondo o nell'ambito del resto della Natura, bensì una parte indivisibile e, in modo sottile, persino un'espressione dell'unità di tutto ciò che vediamo". (Aurobindo)

"Le cose derivano il loro essere e la loro natura dalla loro mutua dipendenza e non sono nulla di per se stesse". (Nagaruja)

"Una particella elementare non è una entità non ulteriormente analizzabile, che esiste in maniera indipendente. Essa è in sostanza, un insieme di relazioni che si protendono verso le altre cose. (H.P.Stapp)

"Il mondo appare così come un complicato tessuto di eventi in cui diverse specie di connessioni si alternano si sovrappongono e si combinano, determinendo la struttura del tutto." (Heisenberg)

"Si è condotti a una nuova concezione di totalità ininterrota che nega l'idea classica della possibilità di analizzare il mondo in parti esistenti in maniera separata e indipendente...Abbiamo rivesciato la consueta concezione classica secondo la quale la parti elementari indipendenti del mondo sono la realtà fondamentale e i vari sistemi sono solo forme e disposizioni particolari e contingenti di tali parti. Anzi, diciamo che la realtà fondamentale è l'inseparabile interconnessione quantistica di tutto l'universo e che le parti che hanno un comportamento relativamente indipendente sono solo forme particolari e contingenti dentro a questo tutto. (Bohm & Hiley)

"...Ci guardiamo attorno e sentiamo che ... ogni oggetto è connesso con ogni altro oggetto... non solo spazialmente, ma temporalmente. ...Come realtà di pura esperienza, non c'è spazio senza tempo, non c'è tempo senza spazio; essi si compenetrano". (D.T.Suzuki)

"Tempo, spazio e causalità sono la lente attraverso la quale si vede l'assoluto...Nell'assoluto in se stesso non ci sono né tempo, nè spazio, nè causalità." (Vivekanada)

"Nello spazio-tempo, tutto ciò che per ciascuno di noi costituisce il passato, presente e il futuro è dato in blocco...Ciascun osservatore col passare del suo tempo scopre, per così dire, nuove porzioni dello spazio-tempo, che gli appaiono come aspetti successivi del mondo materiale, sebbene in realtà l'insieme degli eventi che costituiscono lo spazio-tempo esistesse già prima di essere conosciuto." (Schlipp)

"La maggior parte delle persone crede che il tempo trascorra; in realtà esso sta sempre là dov'è. Questa idea del trascorrere può essere chiamata tempo, ma è un'idea inesatta; infatti, dato che lo si può vedere solo come un trascorrere, non si può comprendere che esso sta proprio dov'è." (Dogen Zenji)

"Le leggi di natura non sono circostanze estrinseche alle cose, sono anzi l'armonia del moto, immanente ad esse". (I King)

"Il campo esiste sempre e dappertutto, non può mai essere eliminato. Esso è il veicolo di tutti i fenomeni materiali. E' il vuoto dal quale il protone crea i mesoni. L'esistere e il dissolversi delle particelle sono semplicemente forme di moto del campo". (Thirring)

"Noi possiamo considerare la materia come costituita dalle regioni dello spazio nelle quali il campo è estremamente intenso... In questo nuovo tipo di fisica non c'è luogo insieme per campo e materia poichè il campo è la sola realtà". (Einstein)

"Ciò in cui sono tessuti il cielo, la terra e lo spazio intermedio, la mente assieme a tutti i sensi, questo Atman unico è quello che si deve conoscere". (Mundaka - Upanisad)

Tratte da "Il Tao della fisica" (F. Capra)



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MessaggioInviato: 08/05/2012, 02:18 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:
Tratte da "Il Tao della fisica" (F. Capra)

Da aggiungere agli ebook...[;)]
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http://ilterzoorecchio.files.wordpress. ... fisica.pdf



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