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Grigio
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MessaggioInviato: 01/09/2012, 09:03 
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catwalk ha scritto:



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Hannah ha scritto:

”voler usare Dio”


AHAHAHAHHHAHAHAHAHH! [:o)]

Risposta sbagliata ....è esattamente l'opposto
"screditatrice religiosa "!ahahhahahhhahh!^ ^!!



Idem come sopra. non vale proprio la pena. L'avevo capito subito.



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MessaggioInviato: 01/09/2012, 10:34 
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Hannah ha scritto:

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Diaspro79 ha scritto:

si infatti ho notato che almeno su questo la pensiamo uguale!


si e il fatto che la magia sia una e consista nel ”voler usare Dio” (mi si passi il termine ), é legato al famoso frutto della conoscenza, ovvero della confusione, del bene e del male. Anche Hitler molto probabilmente ha usato la magia e vediamo com'é andata. Per quanto ad alcuni possa sembrare una favoletta, l'unico concetto di magia che potrebbe essere non deviata, era quella dei cosiddetti re magi che non erano altro che sacerdoti zoroastriani., quindi persone al servizio di Dio. Purtroppo si sa poco di questa religione (tra l'altro Freddy Mercury era zoroastriano :-)), per molti versi piu` compatibile con il cristianesimo dell' ebraismo.


riflettendo questa notte sull'equivoco della magia bianca e nera, e di tanti altri colori, mi è venuto in mente che forse una distinzione può essere fatta ma avendo ben chiaro che il paradigma magico è sempre lo stesso...

se per magia bianca intendiamo l'uso di una magia buona ovvero congeniale a ciò che io credo sia buono allora ci può stare..

tipo un babbeo satanista può ritenere buona una magia che utilizza i demoni un cristiano attratto dalla magia quella che utilizza gli angeli, ritenendola anche'essa buona...

quindi più che distinguere la magia in colori io riterrei più rispettoso, nei confronti della dottrina esoterica, utilizzare una distinzione in base a ciò che utilizziamo

magia demoniaca, che utilizza i sigilli dei demoni per evocarne le energie
e ad esempio magia angelica, che utilizza i sigilli degli angeli per evocare le energie angeliche


in tutti e due i casi non si può fare una distinzione in magia buona e cattiva perché sia con un sigillo di un demone che con un sigillo di un angelo io posso procurare profitti, guadagni, o causare danni... tanto con un demone quanto con un angelo...



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MessaggioInviato: 01/09/2012, 11:06 
Cat...
Allora, mettiamola in maniera molto semplice, senza giri di parole.
Questa non è casa tua, quindi le regole non le fai tu.
Devi portare rispetto a tutti quanti.
Anche chi non la pensa come te.
Come facciamo tutti qui dentro.
E i "comandi" li accetti da tutti i moderatori, e non solo da Bliss e TTe, perchè visto che la metti giù in maniera cattiva, ti ricordo che tu sei solo un utente normale, e noi siamo moderatori, che abbiamo il preciso dovere di far restare questo luogo, uno spazio di discussione civile.
E in questo momento, sei tu quella che provoca scenate (nemmeno replicate dagli altri utenti, il che ti fa capire, quanto siano intelligenti e che non raccolgono le provocazioni da chi si crede più illuminato degli altri - mi complimento con tutti voi).
Quindi ti do gli ultimi avvisi, dopo di che provvederemo a buttarti fuori da questo luogo di discussione virtuale se continuerai ad insistere nella tua condotta da essere superiore:

1 - Non si scrive in maiuscolo (nel web - netiquette - equivale ad urlare, e non è di certo il massimo per una discussione civile). Quelli che non ci vedono bene possono semplicemente aumentare la grandezza della scrittura.

2 - Rispetta gli altri.

3 - Smettila di crederti superiore agli altri.

4 - Smettila di fare scenate. Se vuoi interagire con gli utenti, scrivi qualcosa di sensato senza dover ogni volta far ricorso al "so tutto io e voi siete ignoranti".

Se non ti va bene tutto quello che ti ho appena scritto, hai due possibilità.
O te ne vai te di tua spontanea volonta, o ti accompagnamo noi all'uscita.
Discorso chiuso.
Non replicherò ad eventuali tue risposte in merito.
Decideremo il tutto in privato tra noi mod.

Ora torniamo pure in tema col discorso.


Ultima modifica di Bastion il 01/09/2012, 11:09, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 05/09/2012, 10:48 
Riprendo il discorso iniziale, e riallacciandomi in parte a quanto scritto qui http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=245126 (chiedo venia per gli errori di digitazione dovuti alla scrittura da cellulare), si può provare a fare qualche altra ipotesi sul discorso dei due diversi alberi e frutti che li rappresentano. E' ovvio che si tratta sempre di ipotesi, per cui niente guerre [;)]
In questo giardino dell'Eden, tra gli altri alberi al centro del giardino c'erano l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male. E' stato ipotizzato che l'albero della conoscenza del bene e del male possa essere solo un'immagine allegorica dietro cui si celerebbe rodiscorsi legati alla kundalini, ecc.
C'è poi la strada kabbalistica secondo cui l'albero della vita sarebbe simbolizzato dall'albero delle sephirot http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/ta_ca308.htm In altre parole, l'albero rappresenterebbe una serie di percorsi virtuosi.
La kabbalah ha una valenza esoterica, come molti sapranno.

Il cristianesimo si occupa anche lui dell'albero della vita in maniera indiretta, nel momento in cui Gesù in uno dei suoi discorsi afferma di essere la via, la verità e la vita. (Gv 14:1-6) mentre in altri discorsi paragonandosi alla vite a cui bisogna rimanere legati, sembra suggerire che l'albero della vita era forse raffigurato proprio da una vite (Gv 15:1-8). La vite è un albero simbolico per molti versi. Ha la forma di una croce, le sue radici crescono verso l'alto è la pianta da cui si ottiene il vino. La vite rappresenta bene l'unità nella pluralità perché da tanti acini di uva si ottiene un unico vino. Il processo richiede che gli acini siano schiacciati e questo richiama il sacrificio di Cristo sulla croce. Se poi pensiamo all'ultima cena e al discorso del sangue versato simbolizzato dal vino, almeno dal punto di vista simbolico, i conti tornano.

E l'albero della conoscenza del bene e del male? Di sicuro non era un melo, il discorso di Eva e della mela non si sa come sia venuto fuori, visto che in Genesi si parla di albero della conoscenza del bene e del male senza altre spiegazioni. Alcuni hanno ipotizzato che l'albero della conoscenza fosse un fico, visto che dopo Adamo ed Eva si ricoprirono con foglie di fico e il fico è anche l'albero che rappresenta Israele.
Sempre dal punto di vista della simbologia, l'albero della conoscenza del bene e del male, potrebbe essere un melograno, anche se la tradizione ebraica sembra ricondurre il melograno all'albero della vita perché ogni melograno conterrebbe 613 chicchi come le 613 mitzwot, prescrizioni della Torah, e cioè la legge ebraica. Ma la legge con i suoi divieti e le sue prescrizioni non dà proprio la conoscenza di ciò che è bene e di ciò che è male? Inoltre, il melograno all'esterno sembra uno mentre se si apre rivela una molteplicità, quindi per certi versi, sarebbe opposto rispetto alla vite.
Altre simbologie del melograno si trovano qui http://it.wikipedia.org/wiki/Punica_granatum



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MessaggioInviato: 11/09/2012, 12:37 
L'essenza del Satanismo
http://santaruina.it/lessenza-del-satanismo


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Una musichetta inquietante di sottofondo, teschi, candele nere e rosse sopra un tavolo.
Sulle pareti stelle a cinque punte e crocifissi rovesciati, mentre in sovrimpressione appaiono inquietanti figuri vestiti di nero, con capelli lunghi e trasandati, dallo sguardo truce.
In questo modo inizia e si sviluppa ogni “servizio” che si rispetti trasmesso dalle televisioni nazionali, ogniqualvolta la cronaca nera riporta in risalto il tema del “satanismo”.
Ed irrimediabilmente, nell’immaginario collettivo, il satanismo si confina all’interno di questi elementi: si ha quasi l’impressione che incontrando un “satanista” per strada lo si riconoscerebbe subito, dal momento che se ne andrebbe in giro vestito di nero, con collane fatte di teschi e croci capovolte sul petto, mentre sottobraccio stringe una gallina pronta per essere sgozzata in uno dei suoi rituali.
Tutti questi aspetti, seppur romanzati, hanno a che fare col satanismo, ma di esso ne rappresentano solo una piccola parte, quella più prettamente scenografica, anche se non per questo meno pericolosa.


Definizioni di Satanismo

Il satanismo è un fenomeno vasto, un atteggiamento pseudo spirituale, una sorta di contro religione che ha accompagnato da sempre, nell’ombra, la storia della civiltà umana, e che nei nostri giorni sta uscendo da quell’ombra per proporsi quale “nuova religiosità” del nuovo ordine prossimo a venire.
Darne una definizione esatta non è semplice, naturalmente, dal momento che non esiste una “istituzione” che ne determini l’ortodossia, e le varie “Chiese di Satana” della modernità sono sempre in acceso contrasto tra loro (ricordiamo, ad esempio la Church of Satan di LaVey e il Tempio di Seth di Michael Aquino, così come i vari ordini affini alla Golden Dawn influenzati dal pensiero del maestro Aleister Crowley (http://santaruina.it/aleister-crowley-golden-down )).
Se inoltre avessimo l’opportunità di conoscere delle persone che si dichiarano “sataniste”, è molto probabile che ognuno di loro fornirebbe una definizione di satanismo diversa, ed assai personalizzata.
Pochi ammetterebbero di adorare una divinità di nome Satana, e qualcuno identificherebbe questa entità con la figura biblica del serpente(http://santaruina.it/Il-Patto-con-il-Serpente), colui che voleva trasmettere agli esseri umani la conoscenza e che per questo venne punito da Adonai, il “dio malvagio” dell’antico testamento.
Quest’ultima è propriamente la nota visione pseudo-gnostica(http://santaruina.it/brevissimo-appunto-sulla-gnosi), detta anche luciferianesimo e fatta propria da numerosi ordini iniziatici della modernità.
Nella maggior parte dei casi, comunque, il satanismo verrebbe descritto come una sorta di “credenza nell’uomo”, una sorta di ricerca personale che si rifiuta di accettare ed essere limitata dalle concezioni morali, un percorso “spirituale” che trascende il bene ed il male ed ha come scopo la piena conoscenza di se stessi e delle proprie potenzialità più remote.

Essenzialmente, quindi, nel moderno studio delle religioni si individuano tre fondamentali filoni nel satanismo:

- Il satanismo propriamente detto, ovvero lo schierarsi dalla parte dell’avversario del Dio cristiano, dalla parte del “male”, nello stesso modo in cui ci si pone al servizio di un signore malvagio in cambio di benefici e favori.
- Il luciferianesimo gnostico, ovvero il considerare la figura di Satana-Lucifero positivamente, come un alleato dell’umanità ingiustamente punito da un dio-demiurgo malvagio.
- il satanismo “filosofico”, una sorta di pensiero che in Satana contempla una realtà simbolica, e non un essere vero e proprio, una allegoria alla ribellione alle regole moralistiche ed opprimenti della società cristiana, regole atte a limitare la libertà del singolo.

Ancora un volta, queste catalogazioni, seppur aiutino ad avere una comprensione un po’ più ampia del fenomeno, non toccano a fondo la reale essenza di tale forma di pensiero.
In cosa consiste, allora, il satanismo, al di là delle descrizioni che di esso danno gli stessi satanisti e gli autorevoli studiosi(http://corneliu.tripod.com/c240_a06.htm) dei nuovi movimenti religiosi?
Occorre innanzitutto specificare che la concezione satanista è un qualcosa che va al di là di una contro-religione che si oppone al cristianesimo: il satanismo è una ideologia che prescinde le religioni tradizionali, e ad esse si pone in contrasto dal momento che queste ultime rappresentano la forza della creazione ed indicano la via per una unione con la componente celeste del creato stesso.


Contro la Creazione


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Il satanismo è, a tutti gli effetti, la teorizzazione concreta dell’azione volta alla dissoluzione, in contrapposizione alla forza unificante dell’universo che si sviluppa e celebra la creazione.
Anche dal punto di visto etimologico, la religione è quell’attività spirituale umana atta ad unire (da re-ligo, metto insieme): unire in primis gli uomini sotto una comune appartenenza, ed in secondo luogo ristabilire il rapporto con la realtà superiore, divina.
Così come il simbolo, ovvero l’elemento fondamentale del linguaggio religioso, trae origine etimologicamente dai termini greci syn e balo, ovvero “metto insieme”, unisco, dove l’atto di unità si riferisce nuovamente al processo di avvicinamento delle realtà terrestre e celestiale.
Ecco quindi che il diavolo, la personificazione delle tendenze disgreganti, è letteralmente colui che separa (da dia-balo, divido), ovvero colui che ha il compito di rescindere i legami tra gli esseri umani e gli stati di esistenza superiori, ancorando l’umanità alla sua mera componente corporale, immanente.
Quando questi legami sono stati distrutti, l’essere umano irrimediabilmente direziona le sue aspirazioni spirituali su se stesso, ed in seguito verso le realtà inferiori dell’esistenza, quelle realtà propriamente psichiche e “demoniache”.
Non sorprende quindi che i satanisti che affermano di non riconoscere alcun dio, e che di conseguenza considerano Satana come un mero simbolo senza alcuna essenza trascendentale, si soffermino sul fatto che la loro è solamente una ideologia di “glorificazione dell’essere umano”, un percorso atto alla deificazione del sé, alla ricerca delle proprie più recondite potenzialità, prescindendo da ogni concezione morale e andando al di là dei concetti di “bene” e “male”.
Questo “satanismo filosofico”, quindi, lungi dall’essere un qualcosa di distinto dal cosiddetto “satanismo occultista”, ovvero il considerare Satana quale vero e proprio dio da adorare, ne condivide l’intrinseca essenza, e ad esso è del tutto affine, spesso ad insaputa dei suoi stessi propagatori.
Per comprendere meglio la vera essenza del Satanismo, quindi, occorre considerare il concetto di “creazione”, concetto che sta alla base di ogni realtà esistente e scopo ultimo di ogni essere vivente, e non.

Ogni cosmogonia tradizionale descrive l’atto iniziale dell’esistenza del mondo come una creazione, un atto di amore (http://santaruina.it/quale-amore) della divinità primordiale ed inconoscibile che si scinde da se stessa e crea l’altro da sé, ed invero creazione ed amore sono sostanzialmente due termini dalla medesima valenza, dal momento che il secondo conduce al primo, e viceversa.
E lo stesso compito degli esseri umani, dal punto di vista tradizionale, consiste nel compartecipare a questo atto creativo, a perpetuarlo in sé – non smettendo mai, durante la propria esistenza, di continuare a “creare se stessi” – e con i propri simili, generando legami, relazioni, ricchezza, ed infine nuova vita.
La realtà stessa è una immensa celebrazione dell’atto creativo, ed è quindi proprio a questo atto che il satanismo si oppone, rinunciando ai legami, racchiudendosi unicamente nelle espressioni inferiori della propria essenza e concentrandosi nell’alimentare queste proprie componenti infere.
Un atto disgregativo, un opporsi al flusso ininterrotto espansivo che dalla prima creazione in poi si espande in ogni cosa visibile e non visibile.
Di conseguenza, il pensiero satanista rappresenta a tutti gli effetti una contro-religione, anche dal punto di vista semantico, ed è caratterizzato da una avversione nei confronti della creazione e delle leggi morali che regolano la realtà tangibile.
Il rapportarsi alla realtà secondo una concezione che va “al di là del bene e del male” è infatti una caratteristica che mette d’accordo le correnti più varie del satanismo stesso.


Al di là del Bene e del Male


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Bene e male, giusto e sbagliato, divengono concetti superati e privi di senso, dal momento che traggono origine da una visione moralistico-religiosa dell’esistente, e ad essi si sostituisce la dicotomia utile-non utile.
Non esisteranno più azioni buone ed azioni malvagie, ma atti utili a perseguire uno scopo ed atti che non portano alcuna utilità.
La violenza, l’omicidio, lo sterminio ed ogni genere di distruzione verranno valutate solamente in base ai benefici che al singolo possono portare, dal momento che il singolo, ed il suo benessere, sono l’unico metro di paragone per analizzare l’utilità delle azioni.
Per quanto possa apparire una forma mentis estrema, tale modo di concepire le azioni è una perfetta e logica conseguenza della presa di posizione iniziale (il superamento dei concetti di bene e male e il rifiuto della moralità comunemente accettata): una volta che si ritiene superato il moralismo religioso, basato su asserzioni dogmatiche e non dimostrabili, tutto diviene lecito.
Questa è anche, sostanzialmente, l’essenza stessa di quella concezione che tradizionalmente viene definita “via della mano sinistra”(http://santaruina.it/sadness-e-la-porta-degli-inferi), ovvero l’intraprendere un percorso pseudo spirituale che anziché concentrarsi sull’elevazione e sul ricongiungimento con il principio generatore celeste si direziona verso i meandri psichici inferiori con lo scopo dell’esaltazione del proprio ego.
Tale via passa necessariamente per la negazione di tutto ciò che è sacro e propriamente “morale”, e la trasgressione di ogni legge scritta e non scritta diviene mezzo attraverso il quale ogni barriera che separa dalla propria realizzazione viene infranta.
L‘anomia, ovvero il disconoscimento di ogni valore etico, diviene prassi, l’esaltazione di ogni forma di perversione un modo per ribadire la propria personalità in contrasto con le limitazioni della creazione.

Il superamento della dicotomia bene-male a favore della contrapposizione utile-svantaggioso è altresì tipico dei soggetti psicopatici(http://santaruina.it/il-flusso-del-potere-prologo), ovvero incapaci di compiere valutazioni morali nel giudicare le proprie azioni: non sorprende quindi che il satanismo sia diventato nel tempo anche la “contro-religione” di riferimento per le élite più potenti del pianeta(http://santaruina.it/Un-piano-una-corrente-II), composte principalmente da soggetti psicopatici che non hanno esitato a calpestare ogni remora morale pur di arrivare nelle stanze decisionali più importanti.

Il satanismo, in conclusione, lungi dall’essere fenomeno limitato ad elementi problematici ed isolati della società, rappresenta una realtà diffusa all’interno delle élite che compongono i centri decisionali della nostra società, ed i suoi elementi fondanti sono sempre più diffusi e propagandati dalla cultura popolare in una forma apparentemente più soft, patinata ed appetibile per le nuove generazioni.
La musica pop, i movimenti neospirituali imparentati con la teosofia* e con la new age non fanno altro che diffondere ulteriormente quella che si appresta a divenire la vera forma religiosa dei prossimi anni, una parodia della autentica religiosità che avrà come scopo la dissoluzione dell’esistente, in vista di una agognata “nuova era” fatta su misura per i seguaci della dissoluzione.




*“Il Grande Serpente del Giardino dell’Eden e il “Signore Dio” sono identici…
Sosta in soggezione davanti ad egli, e non peccare, pronuncia il suo nome con timore..
E’ Satana che è il dio del nostro pianeta, e l’unico dio…
Quando la Chiesa, quindi, maledice Satana, maledice la riflessione cosmica di Dio…
In questo caso è naturale… vedere Satana, il Serpente della Genesi come il vero creatore e benefattore, il Padre dell’Umanità Spirituale…”
Elena Petrovna Blavatsky, The secret doctrine
Il movimento teosofico, fondato da madame Blavatsky, fu il precursore dei movimenti New Age che tanta diffusione hanno avuto nella modernità, movimenti in apparenza innocui ma che traggono ispirazione da una ideologia palesemente, e propriamente, satanista, come quella professata dalla Blavatsky stessa.
L’insistere stesso di tali movimenti sul “miglioramento” ed “esaltazione” del sè sono chiari indici, d’altra parte, della filosofia di fondo da cui ebbero origine.



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leggere questo topic è a dir poco inquietante, non per gli argomenti trattati, ma per le personalità degli utenti coinvolti che si vanno delineando...



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Cita:
Massimo Falciani ha scritto:

leggere questo topic è a dir poco inquietante, non per gli argomenti trattati, ma per le personalità degli utenti coinvolti che si vanno delineando...


[:68] [:69] [:70]



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Massimo Falciani ha scritto:

leggere questo topic è a dir poco inquietante, non per gli argomenti trattati, ma per le personalità degli utenti coinvolti che si vanno delineando...


ahahahah
se mai ci sarà un raduno saprai chi è meglio non avere come vicino di tavolata [}:)] [;)]
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Cita:
Thalita ha scritto:

Cita:
Massimo Falciani ha scritto:

leggere questo topic è a dir poco inquietante, non per gli argomenti trattati, ma per le personalità degli utenti coinvolti che si vanno delineando...


ahahahah
se mai ci sarà un raduno saprai chi è meglio non avere come vicino di tavolata [}:)] [;)]
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comunque secondo me personalità interessanti e stimolanti e ora non scherzo


indubbiamente sono curioso. ciò che mi interessa di più è l'inattaccabile convinzione delle persone; so per esperienza personale che quando si è così troppo sicuri di ciò che si dice, soprattutto in argomenti di confine, la probabilità di essere vittime di attacchi di "fede cieca" è molto alta.

ma non sono argomenti che conosco, e soprattutto non conoscendo direttamente le persone non posso che affidarmi alle sensazioni a pelle.



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 Oggetto del messaggio: Re: La conoscenza e il serpente: quale significato?
MessaggioInviato: 23/02/2015, 00:53 
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Il caduceo è uno dei simboli più antichi della storia dell’umanità

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Parlando degli antichi simboli condivisi da differenti culture antiche, dobbiamo sicuramente fare un accenno al simbolo comunemente noto come Caduceo. L’origine mitologica del simbolo lo fa risalire al mito di Ermes (il dio Mercurio dei Romani), figlio di Zeus e della ninfa Maia, il quale, sul monte Citerone, si imbattè in due serpenti che combattevano tra di loro. Quando Ermes, per porre fine alla lotta, gettò tra i due contendenti la verga d’oro regalatagli da Apollo, i due rettili vi si attorcigliarono immobilizzandosi: era nato il Caduceo, successivamente ornato con le ali dei calzari del dio greco.
Il Caduceo è uno dei simboli più antichi della storia dell’umanità, comune a civiltà diverse, lo troviamo per esempio a Cartagine presso i Fenici, gli Hittiti, gli Ebrei, gli Egiziani.

La sua immagine, raffigurante due serpenti attorcigliati in senso inverso intorno ad una verga ornata d’ali, è stata rinvenuta, oltre che nei templi greco-romani, su tavolette indiane dell’antica civiltà vedica e altrove. Il reperto archeologico più anticoè una coppa appartenuta al re Guda della città mesopotamica di Lagash, alla confluenza dei fiumi Tigri ed Eufrate, sulla quale è nitidamente inciso il simbolo.

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Il termine caduceo deriva dal greco Karkeion (araldo, messaggero) e rappresentava il simbolo di Ermes o Mercurio,messaggero degli dei, che lo esibiva come simbolo per dirimere le liti. Ma prima che a Mercurio, il magico bastone venne attribuito come emblema a Ermete Trismegisto, mitico progenitore dell’arte magica tradizionale, intesa come sintesi del sapere universale in ogni sua applicazione: medicina, legge morale, filosofia, religione, scienze naturali, matematica, etc. Il mito di Ermete risale alla più remota civiltà egizia, ripreso poi dalla mitologia greca che ne trasse il dio Hermes poi divenuto Mercurio con i Romani.

Omero nell’Iliade (canto XXIV) descrive così l’uso che fa Hermes del Caduceo: “La bacchetta mediante la quale il dio incanta al suo piacere gli occhi dei mortali o sveglia coloro che dormono. Negli Inni omerici (III,529) il caduceo ermetico è detto “aureo”, ed ha la virtù di fascinare gli occhi dei mortali e di addormentarli, di attrarre i morti dagli inferi, di cambiare in oro gli oggetti toccati. È simbolo di prosperità e di pace anche presso i Romani.

Di questo simbolo si parla anche nella bibbia sempre con il nome di “Caduceo” come bastone di Aronne fratello di Mosé.

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In lingua greca vuol dire “araldo di pace”. Ancora oggi il pastorale degli archimandriti, che è a forma di T, termina con due serpenti che si affrontano, talvolta sormontati da una croce.

È evidente che qualcosa di esoterico ancora sussiste nell’Ortodossia, ma nel tempo il vecchio simbolo ha in alcuni casi subito delle modifiche cambiando sia struttura che significato. Per la Chiesa Romana per esempio ha perso il simbolismo antico delle grandi Iniziazioni, ed è stato sostituito dal pedum (il pastorale romano) che ha cima ricurva alla maniera del pastore.

Nel suo “Symbolisme Hermétique“, Oswald Wirth identifica i due serpenti attorcigliati sulla verga d’oro alle correnti di polarità contraria del grande agente magico, conosciuto dagli occultisti sotto il nome di Luce Astrale. L’Iniziato deve saper captare queste forze, allo scopo di utilizzarle a tempo e luogo per dominare la Natura e ottenere effetti che il volgo ritiene miracolosi. Nei riti massonici e cristiani esoterici si attirano con la mano sinistra le forze diffuse nel Tempio (Etere, Mercurio dei Filosofi), e con la mano destra le si concentrano su se stessi (coagulazione e fissazione del Mercurio).

In Oriente il simbolo dei due serpenti attorcigliati alla verga trova riscontro nelle due correnti, Pingala e Idâ che si avvolgono al Merudanda: la prima è di colore rosso, calda e secca, paragonata al Sole e allo Zolfo alchemico, mentre la seconda, Idâ, è fredda e umida come il Mercurio alchemico e viene correlata alla Luna per il suo argenteo pallore.

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Il caduceo è costituito da un bastone dotato di due ali e simboleggia il primato dell’intelligenza che si pone al di sopra della materia per poterla dominare per mezzo dell’intelligenza; i due rettili che si accoppiano sono visti come il simbolo della polarità del bene e del male tenuta in equilibrio dal Dio che ne controlla la forza. Essi sono attorcigliati in senso inverso fino alla sommità e posti l’uno di fronte all’altro. In questo intreccio il serpente maschio, di ascendenza solare, è posto a destra, mentre quello femmina, di ascendenza lunare, è posto a sinistra.
Il caduceo indica la capacità di conciliare tra loro gli opposti, creando armonia tra elementi diversi come l’acqua, il fuoco, la terra e l’aria.

Per questo motivo ricorre frequentemente anche in alchimia, quale indicazione della sintesi di zolfo e mercurio. Riferito all’Universo, indica la capacità di dominare il caos e di porre ordine in esso, creando armonia tra le diverse tendenze che ruotano intorno all’asse del mondo (Axis mundi). Metafisicamente, rappresenta la discesa della materia primordiale nella materia grossolana. Riferito al corpo umano, indica il potere taumaturgico di colui che è in grado di portare armonia in un organismo malato.

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Nei giorni nostri lo vediamo spesso usato al posto del bastone di Asclepio, associando il caduceo con la medicina, specialmente negli Stati Uniti. Il simbolo è invece usato in Italia come emblema dell’Ordine dei Farmacisti, anche se storicamente i due simboli ebbero significati distinti. Secondo alcuni autori, sia il bastone di Asclepio, con un serpente attorcigliato, sia il caduceo di Hermes, con due serpenti, deriverebbero dall’antico metodo, tuttora in uso, di estrazione dai tessuti sottocutanei della femmina adulta di Dracunculus medinensis (metodo diffuso in molte regioni rurali dell’Africa e del Medio Oriente) per arrotolamento su un bastoncino; l’operazione, che poteva durare giorni, doveva essere eseguita da medici molto esperti, perché il verme non si rompesse durante l’estrazione.

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Il Caduceo è presente anche nell’iconografia cinese dei draghi alati (che a differenza di quelli occidentali hanno accezione positiva e sono simbolo di benessere), nella leggenda azteca di Quetzalcoatl (il Dio che rinasce in forma di serpente piumato), nella filosofia indiana (dov’è associato all’albero della vita) e nell’esoterismo buddista (che accomuna il sacro bastone all’asse della terra).

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È significativo che anche l’insegnamento tantrico ponga il simbolo in relazione ai meccanismi sia dell’universo sia del corpo umano: in quest’ottica, i due serpenti rappresentano la forza primordiale (Kundalini) che si leva dal fondo della schiena per innalzarsi su per la spina dorsale attraverso i vari chakra, fino alla fontanella del cranio, sede dell’energia pura da cui scaturisce lo spirito evolutivo dell’uomo.

Secondo la cultura orientale il caduceo illustra chiaramente il concetto base del Corpo sottile. Le vorticose energie ascendenti dei serpenti producono un vortice di potenza che viene usato nel Tantra per la trasformazione personale. I due serpenti sono associati con le immense energie solari e lunari e rappresentano la parte destra e sinistra del corpo. Si intersecano tra di loro e attraversano in continuazione il Grande Fiume centrale.

Secondo una variante del mito il Caduceo rappresentato con due serpenti avvolti a spirale, è la rappresentazione fisica del bene e del male presenti nell’intero mondo, tenute in equilibrio dalla bacchetta del dio Ermes (oppure Asclepio), che ne controlla l’equilibrio.

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Il Doppio Serpente, fra le immagini archetipiche, è tra le più antiche e diffuse. La ritroviamo nell’incisione sopra la coppa libatoria del re Mesopotamico Gudea (2000 a.c.), nell’immagine del caduceo alchemico, in quella del caduceo ermetico, compare dipinta su un altare azteco, mirabile esempio di arte precolombiana (xv sec).

Addirittura in una miniatura (x sec.) raffigurante Adamo ed Eva, nell’immagine di un serpente a due colori che si attorciglia intorno al tronco di un albero. Come rappresentazione della Kundalini che si innalza avvolgendosi lungo i sette chakras.

Per quanto riguarda la presenza dei serpenti va ricodato che gli antichi, come narra Plinio, davano al serpente intelligenza e sentimenti particolari, tanto che certi serpenti di Soria non offendevano quelli del paese mentre erano terribili contro i forestieri. Quest’animale era tenuto dagli antichi in grande considerazione per la sua vita misteriosa e sotterranea, per la sua capacità di secernere veleni mortali e per la sua grande velocità pur senza organi motori, nonché per la sua capacità di ipnotizzare le sue prede. Il serpente è simbolo di potenza: lo troviamo sulla testa dei re d’Egitto, come ornamento e simbolo insieme. Inoltre, il Caduceo è un simbolo che veniva rappresentato sui monumenti egiziani costruiti prima di Osiride: astronomicamente la testa e la coda dei due serpenti rappresentavano i punti dell’eclittica in cui il Sole e la Luna si incontrano, quasi in un abbraccio.

Nella Bibbia il serpente possedeva una doppia valenza, aspetto ambiguo tra i valori simbolici di vita e morte, fecondità e tentazione. Mosè aveva un bastone con serafino in bronzo attorcigliato dotato di poteri tali da consentire di ridare vita ai moribondi. Nel libro dei Numeri è riportato che il popolo di Israele, per l’insofferenza a cibarsi di manna nel deserto, fu punito da Dio con il morso di serpenti velenosi. Dietro mediazione di Mosè, poi Dio stesso suggerì un rimedio:”Fatti un serpente, e mettilo sopra un’asta: e accadrà che, chiunque sia morso, se lo guarda vivrà. E Mosè fece un serpente di rame, e lo mise su un’asta, e accadde che, se un serpente aveva morso qualcuno, quando questi osservava il serpente di rame restava in vita” (Num. 21:8-9). Si sviluppa così la prerogativa duplice del caduceo: il bastone inteso come mediatore e il bastone che salva dal male e dal pericolo ridonando la vita a chi era in procinto di perderla.

E’ leggittimo pensare alla reminiscenza di un contatto con esseri anguiformi: tale interpretazione è stata propugnata da vari studiosi. Credo, però, che, se concentrassimo l’attenzione non tanto sul serpente, i cui significati sono numerosi ed anche antitetici, ma sul materiale con cui fu costruito, il bronzo (o rame), e su come questi materiali sono stati impiegati, si potrebbero scoprire interessanti correlazioni, ad esempio con l’oro che secondo la Torah, rivestiva sia all’interno sia all’esterno, il legno di cedro con cui era stata costruita l’Arca dell’Alleanza. Il collegamento con l’Arca è individuabile pure in una tradizione, secondo la quale in origine la cassa conteneva un serpente, poi l’effigie di un dio serpente. Questo animale ricorda, per i suoi movimenti sinuosi e repentini, la folgore. Quindi è lecito pensare che si tratti di manufatti che hanno lo scopo di operare con la corrente…

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Nelle antiche scritture e nelle rappresentazioni figurative di molte cultura, appare sovente il caduceo che, per il genere umano rappresenta l’antenna di comunicazione con “DIO” che è l’universo ordinato.

Si racconta che Dio disse a Mosè di avvolgere sul suo bastone dei fili di rame intrecciato, ma Mosè essendo un uomo poco pratico ed ammalato affidò il compito al fratello, il grande sacerdote Aronne. Il bastone di Aronne, che era vetusto di anni e consunto dall’uso, dopo tale operazione, germogliò improvvisamente e fece dei prodigi al cospetto del faraone. Questi con lo stesso artifizio riusci a replicare, coi sui maghi, lo stesso prodigio di far intrecciare due serpenti in un bastone alato.

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Secondo la leggenda bibblica Mosè aprì le acque del mar morto con quel bastone caduceo, che quando veniva battuto o sulla roccia faceva sgorgare acqua pura dalla roccia viva. Un bastone prodigioso che Dio o chi per lui ha voluto fosse interloquitorio coll’ordine dell’universo e che è il più antico, primordiale simbolo della rozza comunicazione tra l’universo e gli animali viventi. Il simbolo rappresenta in se stesso una simmetria bilaterale pari e contraria che andrebbe interpretata come riordino del caos universale, l’autentica comunicazione di Dio con le intelligenze da lui dispensate alle forme viventi. Il povero Shmitt a distanza di migliaia di secoli riprodusse la “caduceus coil”, una riproduzione efficiente di riordino di ciò che abbiamo perso coi nostri pensieri in ogni frazione di millesimi di secondo in pensieri ordinati spesso recepiti sotto forma telepatica da altri individui che fanno parte di quella stessa intelligenza. Pensieri che involontariamente o volontariamente trasmettiamo e comunichiamo e che viene volgarmente interpretata come forma di magia.

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Nella leggenda biblica si trova un’altro passo di un bastone parzialmente scortecciato (a formare un caduceo?) che Dio chiese a Giacobbe di costruire e gettare nella fonte dove si sarebbero abbeverate le pecore pregne, facendo in modo che le stesse pecore vedessero quel bastone. Quelle pecore pregne che avevano visto quel bastone immerso nell’acqua partorirono agnelli chiazzati che spettavano a Giacobbe mentre gli agnelli bianchi al suocero Labano. Con questo stratagemma pare che nascessero tutti agnelli chiazzati. Ora trattiamo questi eventi tratti da testi antichisimi quindi prendiamo il racconto nel suo complesso per il suo valore semantico non certo per la sua scientificità.

Su una statuina in oro, raffigurante il Faraone Ramsete II, così come in alcune incisioni della cultura fenicia, cartaginese, greca e romana, si può osservare una strana sfera sormontata da due “antenne”, che per l’archeologia tradizionale svolgerebbe una “funzione esclusivamente rituale”. Va ricordato, tuttavia, che sia presso i Sumèri (epopea di Gilgamesh) che presso i Romani (il dio Mercurio) la “sfera con le antenne” veniva stilizzata nel caducéo, il magico bastone con due serpenti avvinghiati, che consentiva ai possessori di accedere ad altri “mondi” e ad altre “dimensioni”. Per questi motivi, Mario Pincherle ha ipotizzato che il caduceo fosse in realtà una “bussola pelasgica” , così come appare in alcune raffigurazioni provenienti dall’antico recinto cartaginese di Tanit e oggi ricostruita con materiali moderni, perfettamente funzionante.

L’interpretazione del caduceo come strumento di navigazione, (una vera e propria bussola ante litteram), deriva dall’interpretazione di alcuni reperti, come per esempio una stele Cartaginese, dove troviamo il Caduceo montato come strumento di navigazione a prua di una nave punica. Dalla struttura della nave raffigurata sembra poter dedurre che essa è databile tra il V e il IV secolo a.C, avendo la prua ricurva in avanti e il ponte molto alto, come nelle navi di quel periodo. Il rostro posto davanti ai paramezzali farebbe poi pensare ad una vera e propria trireme da guerra. Ma quel che più ci interessa è la ‘sfera’ sormontata da una sorta di ‘corna’ e munita di due ‘nastri ‘ fluttuanti al vento.

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Secondo l’interessante ipotesi avanzata da Pincherle, la ‘sfera’ rappresentava un sensibilissimo ‘giunto girevole’ che permetteva la rotazione dell’elemento magnetico della bussola, una vera e propria ‘calamita’, le cui ‘espansioni polari’ erano raffigurate appunto come ‘corna’.La sfera munita dell’elemento sensibile al campo magnetico terrestre poteva, sotto l’effetto del vento, trascinare in deriva di qualche grado la bussola ma veniva riportata nella corretta posizione proprio grazie ai due nastri avvolti a spirale sul calamo, l’asse meccanico della bussola, che agivano come molla di ritorno..

Una interpretazione fuori dal coro ma che vale la pena di considerare rispetto alla simbologia del caduceo la troviamo nel concetto di terza forza. I due serpenti rappresentano le due forze contrapposte che generano la terza forza e il caduceo è il mezzo in grado di intercettarla. Questa energia che sembra nascere spontaneamente dal nulla, che sembra quindi avere una valenza divina, ha affascinato i popoli antichi e ha fatto nascere la mitologia legata ai poteri del caduceo.

Secondo la tradizione ebraica il “verme divino” era considerato un attrezzo di origine celeste; raramente veniva affidato agli umani; ad essi il Signore “dovette trasmettere saggezza e conoscenza perché fossero in grado di eseguire i lavori”. Di esso il trattato Abot, che fa parte del Talmud babilonese, ci dice che fu creato da Dio nei sei giorni della creazione del mondo e che venne portato dal cielo agli uomini dal “guardiano del cielo Ashmedai” (un Vegliante poi demonizzato con il nome di Asmodeo), e che Mosè lo utilizzò nel deserto per costruire l’Efod, il pettorale di Aronne (munito dei misteriosi Urim e Tummim di cui si parla nel secondo capitolo).

Lo Shamir era custodito nel Tempio di Gerusalemme (e prima, prevedibilmente, nell’arca dell’alleanza); secondo lo Zoar, spaccava e tagliava ogni cosa, tant’è che “per la costruzione del Tempio di Gerusalemme, grazie al suo utilizzo, durante i lavori, non si udì rumore di martelli, scalpelli, picconi o di altri utensili (1 Re 6,7 e Talmud babilonese). Come un moderno strumento laser, effettivamente, non produceva rumore; adoperato per tagliare e forare, se ne conoscevano di diverse grandezze. Re Salomone ne cita uno piccolo “come un chicco di grano”. Questa tecnologia rivoluzionaria andò peraltro perduta. Nel trattato Mishnajot si dice che “quando il Tempio di Gerusalemme fu distrutto, lo Shamir sparì…”

>Nelle mitologie della Mesopotamia, dell’Egitto e della Grecia, l’albero, con il serpente accanto o attorcigliato ad esso, era l’Albero della Vita della Grande Madre Dea, e il serpente era la sua forma manifesta nel tempo, che ininterrottamente muore e si rinnova, simile alla luna che esce dalla sua ombra come il serpente sguscia dalla sua pelle. Su entrambi i lati di questo Albero della Vita, Axis Mundi, siedono o si ergono, in numerose opere d’arte, le incarnazioni femminili e maschili di questo mistero centrale: la dea stessa in riconoscibile forma umana, e il suo consorte, che, come il serpente e la luna, muore suo amante e rinasce suo figlio, in un rituale raffigurante il processo continuo alla base dei cicli visibili di vita e morte.

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Nella Figura sopra, la femmina seduta è la Dea Madre sumera dell’Età del Bronzo e il serpente in spire verticali dietro di lei è l’immagine del suo potere rigenerativo. Dall’altro lato dell’albero, in identica postura, siede il figlio-amante, detto “Figlio dell’Abisso: Signore dell’Albero della Vita”, il cui ruolo di fecondatore della fonte di vita è rappresentato dalle corna taurine sulla sua testa.

Poiché il serpente e il toro posti ai due lati del sigillo sono entrambi immagini delle manifestazioni di vita e morte incarnate dalla dea, si crea un’autentica immagine speculare, di unificazione degli opposti in un’unica visione. Inoltre, sia la madre che il figlio-amante tendono la mano verso il frutto che pende dall’Albero della Vita, offrendo contemporaneamente i doni, lei dell’immortalità e lui dell’illuminazione. E’ la storia perenne del matrimonio sacro di zoe ebios, rappresentato in molteplici forme – Inanna e Dumuzi, Ishtar e Tammuz, Iside e Osiride, Afrodite e Adone, Cibele e Attis –, tutte immagini di riconciliazione e di affermazione.


http://www.altrogiornale.org/il-caduceo ... u-antichi/


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 Oggetto del messaggio: Re: La conoscenza e il serpente: quale significato?
MessaggioInviato: 23/02/2015, 12:13 
Senza nulla togliere a quanto detto sopra,

in quanto sono possibili e probabili diversi livelli di significato,

a me il caduceo ha sempre fatto pensare all' incredibile somiglianza con la doppia elica del DNA:

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Che poi è attinente coi suoi significati legati alla medicina, alla vita, la guarigione, etc.



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 Oggetto del messaggio: Re: La conoscenza e il serpente: quale significato?
MessaggioInviato: 23/02/2015, 14:38 
Concordo :)



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 Oggetto del messaggio: Re: La conoscenza e il serpente: quale significato?
MessaggioInviato: 24/02/2015, 11:32 
Immagine Si è una sensazione di tantissimi



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 Oggetto del messaggio: Re: La conoscenza e il serpente: quale significato?
MessaggioInviato: 24/02/2015, 13:06 
Peccato che....(per quello che ha commesso!) all'uomo terrestre gli sia stato posto
un Sigillo che ostriusce e blocca la comunicazione tra Cielo e Terra....se no non staremo
di certo qui a parlare e discutere in compagnia dei demoni....jinn (sghignazzanti ) [:27]


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nostro microcosmo :


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che(attivato) si riflette,tramite Energia, nel nostro macrocosmo:


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Ci vuole Energia (quella che ci succhiano i voladores...sciamanesimo insegna.)
Che coincidenza eh!Sette Cieli...sette chakra (porte da aprire).

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 Oggetto del messaggio: Re: La conoscenza e il serpente: quale significato?
MessaggioInviato: 24/02/2015, 15:10 
catwalk ha scritto:


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L'Aurin!!!!!!

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uno dei più bei Fantasy di sempre, ed a rivederlo ora oserei definirlo profetico :)



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