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MessaggioInviato: 16/05/2014, 01:19 
Certo è solo una questione linguistica :)



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MessaggioInviato: 17/05/2014, 22:18 
Più che una questione linguistica, penso sia una questione "concettuale": c'è ancora molta difficoltà nel pensare che qualcosa di "spirituale" possa corrispondere ad un "fenomeno fisico", perché nella cultura moderna religione e scienza restano due realtà quasi totalmente separate, che affrontano i problemi senza integrare il rispettivo sapere.
Che la si chiami "aura" o "campo bioenergetico", secondo me non c'è molta differenza. Non c'è molta differenza neanche nel chiamare "anima" o "insieme di informazioni" quella cosa lì (sono carente di altre definizioni, scusate [:D]).

Quello che mi incuriosisce è il fatto che, spulciando questa discussione, mi sono accorta che le fonti religiose più riportate sono quelle cristiane.
Il cristianesimo deriva dall'ebraismo, in primis, ed è importantissimo fare delle distinzioni fra le scritture veterotestamentarie e quelle neotestamentarie. Sarà anche fico trovare dello gnosticismo nel Quarto Vangelo e nell'Apocalisse, ma nell'Antico Testamento l'occhio allenato trova il paganesimo e... la cultura egizia, ebbene sì.
E questo mi porta semplicemente ad annotare che buona parte di quello che sono i rituali e le credenze cristiane, sono risalenti innanzitutto agli ebrei, che a loro volta le hanno ripescate a piene mani agli egizi. Che hanno ripescato a piene mani dai caldei, che erano cananiti e che sono entrati in contatto con i sumeri. La cultura viaggia, le idee si modificano e restano (e a volte vengono rese fiction, per i motivi più vari).

Questo, comunque, per dire che, proprio perché la cultura viaggia, determinate idee sono estremamente antiche e potrebbero non essere solo idee "filosofiche", ma anche "tecniche" (scientifiche) e tecnologiche. Potrebbero risalire ai contatti con civiltà più evolute (extraterrestri e non), e poi essere cambiate per adeguarsi alle società in cui hanno attecchito.
Tutte le antiche culture parlano di anima, spesso anche di diversi tipi e livelli di anima (e non sono solo gli egizi a differenziare questi livelli). Tutte le religioni parlano anche di mantenere atteggiamenti "positivi" e "non ego-centrici", che sia per non farsi sottrarre energia da entità di vario genere non lo so, ma di sicuro una religione può dire poco di diverso: l'atteggiamento positivo è l'unico che porta una società alla crescita e non alla distruzione (altrimenti, se una religione dicesse di uccidere il prossimo, direi che la quantità di persone su questo pianeta sarebbe drasticamente inferiore [:D]).

Riguardo ai los voladores... vampiri energetici is the right answer.
Non ci proverò neanche intavolare un discorso del tipo "sono alieni" o "no, sono entità spirituali". Non penso sia questo il punto.
In ogni caso, funzionano esattamente come i vampiri energetici. In parapsicologia si definiscono tre tipi di casistica, che mi costringo a portarvi all'attenzione:
- azione effettivamente legata ad entità (di vario tipo)
- azione esercitata da una persona su un'altra persona a causa di squilibri / carenze psicologiche o fisiologiche
- azione esercitata dalla persona su sé stessa per effetto di "autoconvincimento".
Ora, come sempre, la terza opzione occupa il 90% dei casi.
Posso presumere sia così anche per quanto riguarda la "sottrazione di energia da parte di alieni che vogliono la nostra anima" (la mia no, ha un brutto sapore! [:p]): reputo possibile che molti dei casi (non ho documentazione, tiro ad indovinare) siano solamente autosuggestione.

In ogni caso, mi sorge una domanda piuttosto basilare. Ma io sono ignorante in campo ufologico, perciò...
Perché dovrebbero fare una cosa del genere? No, non rispondetemi "se lo sapessimo avremmo già scritto un libro e fatto i soldi".
Se appartengo ad una civiltà così evoluta da viaggiare nello spazio e avere energia sufficiente per fare viaggi interplanetari, cosa me ne faccio di fare una cosa del genere?
Se appartengo ad una civiltà in grado di viaggiare fra le dimensioni (e sì, via, buttiamoci anche un po' di sovrannaturale e di fisica quantistica!), cosa me ne faccio dell'energia di altre anima? Se non condividono le mie stesse capacità, sicuramente vibrano ad un'energia minore, perciò non è che sono un grande aiuto. (Penso io, ma sicuramente mi sfugge molto).


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MessaggioInviato: 17/05/2014, 22:24 
io dubito sinceramente che una religione come il cristianesimo possa dirci qualcosa sull'anima e sui mondi spirituali, dato che nei testi da cui vengono "tratte" non se ne parla in realtà...
Confido maggiormente nelle discipline orientali



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MessaggioInviato: 17/05/2014, 22:38 
Cita:
Nisaba ha scritto:

... c'è ancora molta difficoltà nel pensare che qualcosa di "spirituale" possa corrispondere ad un "fenomeno fisico", perché nella cultura moderna religione e scienza restano due realtà quasi totalmente separate, che affrontano i problemi senza integrare il rispettivo sapere...



Già! E questo è il grosso limite che a mio parere dobbiamo superare, tornando in sostanza a un approccio alchemico per così dire.

Quella stessa metodologia di studio e ricerca che doveva caratterizzare l'esoterica scienza dell'atlantide prediluviana, almeno secondo l'idea portata avanti dal progetto atlanticus.



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MessaggioInviato: 23/05/2014, 09:34 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:
Confido maggiormente nelle discipline orientali


Io pure..... [:)]



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MessaggioInviato: 23/05/2014, 10:16 
Cita:
Nisaba ha scritto:

In ogni caso, mi sorge una domanda piuttosto basilare. Ma io sono ignorante in campo ufologico, perciò...
Perché dovrebbero fare una cosa del genere? No, non rispondetemi "se lo sapessimo avremmo già scritto un libro e fatto i soldi".
Se appartengo ad una civiltà così evoluta da viaggiare nello spazio e avere energia sufficiente per fare viaggi interplanetari, cosa me ne faccio di fare una cosa del genere?
Se appartengo ad una civiltà in grado di viaggiare fra le dimensioni (e sì, via, buttiamoci anche un po' di sovrannaturale e di fisica quantistica!), cosa me ne faccio dell'energia di altre anima? Se non condividono le mie stesse capacità, sicuramente vibrano ad un'energia minore, perciò non è che sono un grande aiuto. (Penso io, ma sicuramente mi sfugge molto).

C'è un ex gesuita (che lo è stato per trent'anni!) che spiega molto bene perchè lo fanno, il problema è che non solo non gli pubblicano i libri in italia ma c'è finito pure in galera per averli scritti...

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=8598



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MessaggioInviato: 27/05/2014, 10:35 
UN BAMBINO CON RICORDI DETTAGLIATI DELLA VITA PRECEDENTE: FATTI VERIFICATI!

Le religioni del mondo insegnano che la morte non rappresenta la fine della vita, ma una trasformazione. In questo senso, la vita terrena rappresenta una sorta di preparazione all'ingresso definitivo nell'eternità. Ma è possibile che alcuni di noi, non ancora pronti al grande salto, dopo esser morti tornino da incarnarsi per completare il ciclo di evoluzione spirituale? Alcune sconvolgenti testimonianze farebbero pensare di sì, a voi decidere!


Immagine

L’Universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze attuali sulla vita e la morte.

Alcuni di strani fenomeni stimolano l’immaginazione, aprendo possibilità precedentemente inimmaginabili.

Molti bambini, ad esempio, sembrano ricordare eventi delle loro vite passate, alcuni in grande dettaglio.

Presentiamo un caso in cui i ricordi del bambino sembrano corrispondere a persone realmente esistite e a fatti del passato realmente accaduti.

Il salto dalla finestra

“Prima di essere un bambino, avevo i capelli neri”, disse un giorno Luke, il figlio di due anni di un vecchio analista assicurativo, Nick, e sua moglie Erika, di Cincinnati, Ohio. La coppia bollò la strana affermazione di Luke come quelle cose inspiegabili che a volte i bambini dicono.

Tuttavia, quella di Luke fu la prima di una serie di frasi che hanno spinto i suoi genitori ad approfondire, portandoli ad una lunga serie di interessanti scoperte. Il racconto è stato trasmesso dal programma televisivo della rete americana A&E “The ghost inside my child”.

http://www.dailymotion.com/video/x13kqk ... shortfilms

Un giorno, mentre Erika si stava mettendo degli orecchini, Luke le disse : “Ne avevo una coppia simile quando era una ragazza”. Inoltre, ogni volta che Luke doveva inventarsi un nome femminile per un pupazzetto o un animale, sceglieva sempre Pam. La madre era perplessa, le sembrava una scelta strana dato che non aveva idea di dove Luke avesse sentito quel nome.

Finalmente, Erika un giorno gli chiese: “Chi è Pam?”. Sorprendentemente, Luke le rispose: “Ero io! Poi sono morta e sono andata fino al cielo. Lì, Dio mi ha mandato indietro e quando mi sono svegliata ero un bambino e mi avete chiamato Luke”.

Non volendo confermare queste strane idee nella testa del bambino, Erika, alquanto preoccupata, non menzionò più la faccenda, né il nome Pam. Nick, il padre, era particolarmente scettico su ogni idea di una vita passata o di una vita oltre la morte. Tali credenze, come lui stesso racconta, non sono mai state promosse in casa loro. Da dove aveva preso queste idee il piccolo Luke?

Un giorno, Luke stata guardando la TV. Vedendo al notiziario la scena di un’esplosione di un edificio, il bambino si arrabbiò molto, tanto che la madre dovette cambiare canale e rassicurare il bambino spiegandogli che non era rimasto ferito nessuno. Luke rispose alla madre: “Sì, ma sono morto e non mi piace pensarci, mi rende triste”. Luke spiegò alla madre che ricordava di essere morto in un incendio, saltando da una finestra per sfuggire alle fiamme.

La madre gli chiese se era stato come in TV, pensando che le immagini avessero suggestionato la fantasia del piccolo, ma Luke rispose che era andata in maniera differente: non c’era stata nessuna esplosione come in TV, era solo un incendio. Inoltre, Luke specificò che i fatti erano avvenuti a Chicago, fatto di cui era assolutamente certo.

Sconcertata e sorpresa, Erika decise di approfondire. Tramite una ricerca su Google, scrivendo “Pamela Chicago incendio”, la donna senti i brividi lungo la schiena nello scoprire che una certa Pamela Robinson era morta nel 1993 in un incendio presso l’Hotel Paxton a Chicago, saltando dalla finestra mentre l’edificio era in fiamme.

Erika e Nick rimasero scioccati; cercarono quindi altre conferme a questa incredibile storia. La Robinson era afroamericana, mentre Luke è di etnia caucasica. Erika chiese al figlio: “Di che colore è la pelle di Pamela”? Luke rispose senza esitazione: “Nera”.

Ma l’ultimo elemento di prova doveva ancora venire e dopo averlo ricevuto, Erika ha ammesso di essersi sentita disorientata. La donna decise di stampare la foto di Pamela Robinson su un foglio, insieme ad fotografie di altre persone.

Poi si recò dal figlio chiedendogli se riconoscesse qualcuno dei visi nelle foto. Luke, senza esitazione, indico il volto di Pamela Robinson dicendo: “Questa è Pam”. Il bimbo disse di ricordare il momento in cui fu fatta la foto, “anche se è avvenuto l’altra volta”.

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... erificati/



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MessaggioInviato: 27/05/2014, 14:17 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

(Anche un topolino, tramite DNA dela madre, ricordava come si usciva da un ...labirinto ...)
Le testimoniuanze dell'altra Vita sono ben diverse da questo racconto, e simili. [;)]


Testimonianze dell'altra vita come la chiami tu si fermano al tunnel di luce e all'incontro con i propri cari o con altre entità prima di tornare indietro (altrimenti non avremmo nessuna testimonianza)

E non le nego, ma ritengo siano solo la prima parte dell'aldilà... ovvero il passaggio al mondo metafisico.

Dopo vi è la permanenza della coscienza nello stato metafisico per un variabile periodo di tempo (in una dimensione in cui il tempo perde di significato) prima di tornare al di qua all'interno di un altro corpo.

Solo che ci dimentichiamo completamente tutto ciò che vi è stato prima... se fossimo in grado di conservare la memoria della coscienza raggiungeremmo l'immortalità coscienziale.

Vita fisica --> Morte fisica --> Tunnel di luce --> Vita metafisica --> Reincarnazione --> Vita fisica --> etc.etc.

In eterno...

[:)]



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MessaggioInviato: 01/07/2014, 10:39 
Elettricità e Coscienza

L’elettricità non si accorge se dà luce a una lampada, a un frigorifero o a una centrale elettrica. Sembra una frase assurda, eppure è un esempio tangibile di quanto succede alla coscienza, al senso di esistere. Per uno strano meccanismo, al momento del risveglio improvviso dal sonno profondo, questa vaga sensazione legata al respiro, senza forma né colore, senza spazio né tempo, si accartoccia, prende forma in un ‘immagine di piccolo ‘’io’’ e il disco duro della memoria si mette in moto. Il corpo-mente è come la lampadina, il senso di essere l’elettricità. La radio o la tv non si mettono in testa di essere ”diverse o speciali”, dotate di autonomia e di volizione propria.

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L’entità “io”- a cui si aggiungono nomi e concetti a non finire – si carica invece del peso di infinite immagini e memorie – e perde l’immaterialità senza nomi o etichette della sua vera natura. Siamo talmente proiettati sul nostro schermo gigante che contiene mondi e galassie, regge e prigioni, assassinii e nascite, che non ci accorgiamo non solo che provengono dal nostro video interno – soprattutto quello che cerchiamo di tener nascosto, sia per apparire bravi ragazzi o il contrario, secondo l’immagine che abbiamo curato fin dalla nascita – ma che basta un colpo di spugna(stati di incoscienza) per annullare sia temporaneamente che per sempre un film amato o detestato.

Pur sempre un film anche in 3D, che può dissolversi o infrangersi, come se una bomba producesse un enorme buco in un magnifico quadro gigante. Una specie di Truman show in cui navighi su mari calmi e burrascosi finché ti accorgi che sei arrivato… ad un muro: tutto era finto!

Siamo talmente inzuppati fin dalla nascita in questo super-show che ora moltiplichiamo attraverso la rete, la Tv, gli I-pod, smart-phone e oggetti simili, in una ragnatela così fitta che sembra invalicabile. Pochi hanno il coraggio di porsi la domanda che annullerà tutte le domande, per andare oltre: sono i disperati e i veri ricercatori, gli esploratori dell’impossibile. Un giorno dicono: “Basta!” e invece di ingarbugliarsi di più nei fili di ragno-maya(illusione primordiale)o prendono una spada e tagliano il nido di fili o tornano indietro del tutto.” Da dove sono venuto?” iniziano a chiedersi. “Chi o cosa sono veramente? Cos’ero prima di essere concepito?”

Una volta iniziata questa ricerca, si è catapultati alla rovescia, sempre più all’interno, finché nella notte buia della mancanza di immagini e di concetti “qualcosa” di completamente imprevisto scardina tutto. Ci si rende conto che non si è caduti in nessun baratro, ci si ritrova solo solidamente ancorati – e di nuovo qui è un paradosso – a nessun punto di riferimento. Anche il senso di esistere si rivela falso, una stampella che non è mai esistita, eppure il senso di libertà è indicibile. Da nessuna parte quindi… dappertutto.

E il corpo? E il mondo? E le galassie e i milioni di anni? Volatilizzati. Appaiono ancora, ma diventano come le scene dei film in cui non puoi chiedere all’attore di cambiare vicenda o discorso. Allo stesso tempo diventano inutili tutte le diverse pratiche, le meditazioni, le devozioni, servite solo a stabilizzare la folle mente ballerina che invano cercava di rimanere in sella, creando ansie e gioie, drammi e successi per distrarre dalla ricerca che avrebbe provato la sua inesistenza.
Si è usciti dal grembo materno e dal mondo amniotico, dove si respirava attraverso il cordone ombelicale per ricadere in un altro utero gigante, cosmico, ma sempre limitato in cui il cordone è rappresentato dal sottile filo d’aria e dal senso di esserci che ci accomuna. Il primo pensiero ‘’esisto’’ è considerato l’elemento “terra” dal sistema antico cinese, ossia la “madre” che partorisce il pensiero iniziale, la radice dello show.

Il grembo, la matrix, è quello del mondo attorno a noi, sia nella veglia che nel sogno notturno. Ora si tratta di prendere definitivamente il volo, quello vero e definitivo. I cosmonauti ne hanno una vaga idea, un’inconscia ricerca di andare oltre lo spazio. Uscire dall’utero dell’illusione-matrice.

Immagine

Questa matrice poi si veste delle finzioni più strane. Diventa lo Stato, il gruppo, l’etnia, la religione, la società, il club, il calcio e le organizzazioni più o meno benefiche o spirituali, anche quelle new-age. Sono tutti ombrelli per difendersi dalla Realtà! Anche i neo-guru che si vantano di portare la buona novella e organizzano continui seminari e intrattenimenti, per dire che l’ego non esiste, tutto è o.k. e che siamo già illuminati o che l’illuminazione è inesistente (il che è vero), creano malgrado questo una sottile stampella e mantengono in un limbo “spirituale e intellettuale” dove la mente fa ancora da padrona: rimangono nel senso di essere, quindi solo sulla soglia e trascinano i loro discepoli, che li seguono senza sosta, a rimanere…allo statu quo, con gran soddisfazione dell’ego-mente e con la beffa di essere arrivati a destinazione.

I pochi che scoprono che il più grande inganno è la “creazione mentale” della coscienza, il pensiero “esisto”, il primo ologramma che contiene potenzialmente tutta l’ipnosi spazio-temporale, la rifiutano e entrando nel fondo di se stessi, scoprono la frode galattica. Dopo questa rivelazione, poco a poco crolla anche tutta la costruzione del corpo e del mondo come se lo sono costruito, fondato su questo inganno iniziale.

In un primo tempo è necessario rendersi conto con lucidità del problema emozionale, del conflitto che si è infiltrato nel nostro sistema e ci condiziona. Sono questi i nodi che la mente ha elaborato per anni e che la costante attenzione neutrale e la meditazione mettono a nudo. In seguito anche il fatto di “accettare” ciò che accade, mantiene la separazione fittizia, anzi la rende meno visibile. C’è qualcuno(io) che accetta qualcos’altro o che perdona o che si rassegna a soffrire: sono giochi dell’ego-mente. Si tratta di vedere, senza ombra di dubbio, che c’è un “io”(inventato ma imperante) che si erge a giudice e soprattutto che è il pensiero su un determinato evento, la definizione di un’emozione o di un malessere che crea la sofferenza, non la cosa in sé. Se dovesse accadere al nostro vicino, saremmo dispiaciuti forse, ma non soffriremmo.

A questo punto anche “gli altri” chi sono? Esistono veramente o sono solo figuranti che ci creiamo nel film? Anch’essi fanno parte delle etichette elaborate dal sistema nervoso e cementate dal meccanismo della memoria. Se togli i pensieri, ossia non dài loro importanza, l’aria e l’io-sono che sono gemelli, non creeranno più la separazione: è solo quella che ci fa soffrire. Anche se hai un dolore fisico, è l’interpretazione o il “voglio o non voglio” che genera sofferenza. Anche il pensiero “morte” non farà più paura perché si tratta in definitiva solo di un pensiero o immaginazione e del terrore di abbandonare l’io-sono. Il corpo è indifferente, che uno sia vivo o morto.

- Si dà tanta importanza, si cura e si coccola il corpo come qualcosa di prezioso, ma quando l’aria non vi passa più ci si affretta a buttarlo via!- così si esprimeva Siddharameshwar Maharaj, maestro di Nisargadatta Maharaj.

Ormai la fisica quantica, le neuroscienze, l’astrologia transpersonale e l’omeopatia unicista ci raccontano la stessa cosa. Viviamo solo le nostre percezioni e reagiamo ad esse di conseguenza. Ringraziando le nostre “ombre” e idealizzazioni, cancelliamo l’apparente separazione che è solo dovuta a un’interpretazione. Possiamo poi costatarlo in ogni momento o vicenda quotidiana. Ormai da tempo si è potuto verificare che un organo malato corrisponde esattamente ad una funzione psichica ignorata o soppressa, un trauma dimenticato.

Se assisto a cataclismi in realtà o al cinema, -ormai sono esperienze verificate – sono solo reminiscenze vissute al momento del parto che porto come semi germogliati in me e che sviluppandosi, proietto sullo schermo della vita. Come accennavo, alla nascita, appena tagliato il cordone ombelicale con un sospiro enorme di sollievo, continuiamo a conservarlo attraverso il filo d’aria nella matrice cosmica. Se viene a mancare a tutti l’aria, dove sono finite le città, le vicende politiche e la coda alle poste? Siamo ancora e sempre nuotanti nel liquido amniotico universale, nell’atmosfera e i suoi paesaggi dipinti dai nostri neuroni. Anche questi e tutto il sistema nervoso e il corpo, si rivelano concetti, apparenze.

Un’analogia mi venne in mente mentre osservavo la luna piena riflessa sul grande lago distante. Ne vidi un’altra(?) nel piccolo stagno davanti a casa e poi nella fontana poco distante. Quante lune in tutte le pozzanghere che sparivano all’alba e quanti soli nei milioni di pozze d’acqua nel mondo che sparivano la notte? Uno solo o miliardi? E che cosa sono i numeri? Convenzioni che iniziano dallo zero e finiscono nello zero.

Ricordo anche la storia (simbolica) dell’uomo che aveva una stanza fatta di specchi dappertutto e con luci e scenari diversi dipinti qua e là. Lui sapeva che specchiandosi era sempre lui pur con mille riflessi e sfumature diverse. Un giorno lasciò la porta socchiusa e vi entrò il suo cane che cominciò ad abbaiare furiosamente contro tutti quei simili sempre più inferociti. Fu talmente esausto che morì.

Si sente dire sempre più spesso: ”Tutto è un’illusione”. Questa frase non è considerata nella sua realtà profonda. Rimane ancora ben presente l’IO che lo determina e così il senso di essere o coscienza. Invece tutto quanto è un’illusione, non ci possono essere mezze misure. Se parlo di un miraggio, significa che sembra esserci, ci posso anche credere, ma in realtà NON esiste! Se il corpo, il mondo e l’io-sono che li contiene, sono prodotti o riflessi di una finzione, anch’essi lo saranno altrettanto. La nostra nascita è la nascita del tempo. Se lo spazio-tempo si rivela una costruzione del sistema neuronale, tutto svanisce come una bolla di sapone.

E i mondi paralleli? E i “viaggi” indotti dalle droghe, i voli sciamanici, gli stati di pre-morte, le apparizioni di divinità, di Madonne o di demoni? Sono sempre prodotti da quel sottile senso di esistere che si diverte a cambiare scenografie, per illuderci ancora di più. Facciamo tutto da soli. È sempre lo stesso mago incantatore che ci tieni sotto ipnosi e ci fa credere che cambiando spettacolo possiamo trovare libertà e felicità. Non cambia mai nulla. Non succede, non è mai successo e non succederà mai nulla, solo apparizioni inconsistenti. Vederlo con certezza significa già esserne fuori.

Tempo fa, ferma a un semaforo in una piccola cittadina tedesca intravidi un cartello su una porta con caratteri incisi ben visibili. C’era scritto: “Qui il 25 febbraio 1627 non è mai successo nulla”.

Accanto, vicino a un’altra porta: ”Qui neppure”. Segnali di un faceto o di un saggio?

Sogniamo di giorno, di notte, nei mondi paralleli, nei viaggi sciamanici e negli stati alterati di coscienza, finché c’è un filo d’aria che gira nei polmoni: è il nostro cordone ombelicale che non lasciamo andare. Ma chi sogna non è reale neppure quello. Fa parte del sogno. Questo spaventa il nido intricato chiamato mente che non molla la presa finché il fuoco della vera natura non riprende tutta la scena. Era sempre presente, prima del concepimento, milioni di anni fa e fra milioni di anni luce, ma era oscurata dal bozzolo dello spazio-tempo, invaghita dalle immagini olografiche belle o brutte della maga Circe potente e subdola o dalle sirene. Ecco perché Ulisse si fece incatenare all’albero della nave: voleva ascoltare, esserne cosciente, ma non farsi ammaliare e seguirle.

Al mercato rionale di un paese di lingua francese, colmo di bancarelle ben fornite di ortaggi e ogni ben di Dio, spicca uno strano banco vuoto con un cartello:

“Qui si vende vento”.

Sincronicità o riflesso della realtà sempre presente?

http://ilquieora.blogspot.it/2014/06/el ... ienza.html



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MessaggioInviato: 02/07/2014, 14:03 
Alcune frasi riportate nel seguente articolo sembrano state lette qui. Ricordiamo che l'opera artistica del cantautore è sempre stata impregnata di tematiche 'esoteriche'...

Cita:
Battiato a Bari: «Mi sono reincarnato e ricordo le mie vite precedenti»
di Katia Moro

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BARI – “Emanciparmi dall’incubo delle passioni / cercare l’uno al di sopra del bene e del male / essere un’immagine divina di questa realtà”, cantava Franco Battiato in Fisiognomica, nel 1989. E oggi il poliedrico cantautore, pensatore e regista dichiara di averla raggiunta questa condizione e lo fa nella cornice più adatta: la nona edizione della manifestazione “Tre volte Dio”, organizzata da Michele Lobaccaro, cantante dei Radiodervish, e dall’associazione culturale Abusuan, che ha celebrato a Modugno, giovedì 26 giugno, il dialogo interreligioso tra i tre credi monoteisti (cattolico, ebraico e musulmano) culminato nell’assegnazione del “Premio al dialogo tre volte Dio” tributato proprio a Battiato.

A seguire, venerdì 27, il maestro ha presentato presso il cinema Armenise di Bari il suo nuovo docufilm “Attraversando il bardo”, una riflessione corale sul tema della morte analizzata da tre diverse prospettive: quella buddista, quella cristiana e quella laica e razionalista dei fisici quantistici. Il bardo nel “Libro tibetano dei morti” è lo stato intermedio, dopo la morte, quando la coscienza viene separata dal corpo. La durata massima del bardo è di 49 giorni durante i quali, secondo i buddisti, la mente è capace di raggiungere qualsiasi luogo e si prepara alla vita futura ovvero alla successiva reincarnazione. Ne abbiamo parlato con Battiato.

Da dove nasce l’esigenza di realizzare un film sulla morte?

E’ un tema al quale mi dedico oramai da molto tempo, da quando nel 1979 ho cominciato a interessarmi alla spiritualità e alla meditazione. Con la meditazione ho imparato che chiudendo gli occhi ed escludendo tutto il mondo esterno si inizia a vedere sul serio, a vivere sul serio. Ho potuto approfondire la concezione buddista della morte in un mio viaggio a Kathmandu, dove ho avuto la fortuna di poter a lungo dialogare con il Lama Kanghser, Lama Monlam e il Lama Geshe Jampa Gelek.

Il mio documentario è il risultato delle loro riflessioni e del loro credo, dell’illuminazione e del “nirvana”, inteso come fine ultimo della vita e cioè cessazione del dolore.

Le loro riflessioni sono poi messe a confronto con quelle del teologo Guidalberto Bormolini che ci ricorda come anche san Francesco definiva la morte “sorella” e che san Carlo Borromeo si fosse fatto dipingere una tela in cui la morte veniva rappresentata non con la tradizionale falce ma con una chiave d’oro, simbolo di apertura ed ingresso ad una nuova vita. Ed anche gli ebrei organizzano in occasione della morte di un proprio congiunto delle feste molto più simili a un matrimonio che a un funerale.

Molti sono quindi i punti di contatto tra i diversi credi religiosi. Lei per quale propende?

Sicuramente il buddismo, al quale mi sento molto più affine da quando ho intrapreso il mio percorso di spiritualità. Io credo nella reincarnazione, come professano i buddisti e sono assolutamente convinto di essermi più volte reincarnato: ho anche vividi e forti ricordi delle mie vite precedenti. Ma questo non significa rinnegare la religione cristiana nel cui ambito culturale naturalmente mi sono formato essendo nato in Italia e in una famiglia cattolica.

Non si tratta di un tradimento, perché i due credi religiosi sono complementari tra loro e si intersecano senza esclusione. Un’altra mia grande fonte di ispirazione è per esempio un libro fondamentale, “L’essenza della vita” del monaco benedettino Willigis Jager, mistico tedesco che nella seconda metà degli anni 70 diventa allievo di un maestro zen giapponese. Tornato in Germania, nel 2001, viene accusato dall’allora cardinale Ratzinger di falsare il concetto cristiano di Dio e gli viene vietato di svolgere qualunque forma di attività pubblica.

E’ evidente dunque quanto la Chiesa cattolica sia lontana anni luce dalla forma di preghiera contemplativa, mentre persino gli scienziati oggi si interessano alla contemplazione e alla meditazione.

In che modo il mondo laico entra in questo discorso sul misticismo?

Avevo una cara amica, un fisico in odore di Nobel mai ricevuto, alla quale una volta chiesi se riuscisse ad osservare anche la parte interiore dell’essere umano. Lei si limitò a scoppiare in una risata, ma forse oggi mi darebbe ragione. I fisici quantistici hanno superato il limite tra scienza e fede e hanno dato vita ad una vera rivoluzione.

Nel mio docufilm un fisico quantistico dichiara che la scienza ha dimostrato l’esistenza di una fase intermedia dopo la morte e che addirittura ci sono cechi che durante questa fase riescono a vedere tutto chiaramente. La fisica quantistica è arrivata a sostenere l’immortalità dell’uomo e a dichiarare che l’essere umano è un “matrix”, una realtà simulata, solo un’immagine bidimensionale di mille altre realtà e diverse dimensioni coesistenti.

Ma qual è il fine ultimo del suo film?

Educare a una nuova concezione della morte, preparare le menti a viverla più serenamente ad accettarla, senza più la necessità di scongiuri, amuleti, negazione di una delle tante fasi della nostra esistenza, che rappresenta un ciclo continuo di morte e rinascita. In realtà non moriamo mai e non nasciamo mai. Siamo stati capaci di superare qualunque tabù anche quello del sesso, perché non possiamo superare quello della morte?

http://www.barinedita.it/inchieste/n144 ... precedenti



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Lo dice in maniera simpatica ma lo dice...come lo dicevano gli gnostici...




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Ecco perchè l’Anima esiste: la spiegazione di un fisico

Esiste l'anima? Fino a qualche decennio fa, questa domanda era lecita solo nell'ambito di una riflessione teologica. Oggi, invece, entra a pieno diritto nelle domande fondamentali della fisica teorica. Henry P. Stapp, fisico teorico presso la University of California-Berkeley, non vuole dimostrare l'esistenza dell'anima, ma che essa si inserisce all'interno delle leggi della fisica.

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Quando parliamo di anima, siamo nel campo della metafisica o della fisica?

Prima dell’avvento della “fisica quantistica”, tutto ciò che travalicava i confini del visibile, era tema di ricerca della metafisica, ovvero quella disciplina che indaga sulle cose “al di là” della fisica.

Oggi, invece, all’indomani della scoperta del bizzarro mondo dei quanti, ciò che non è visibile e che non è determinabile è diventato oggetto di studio della fisica.


Più recentemente, alcuni studiosi hanno cominciato a inquadrare pionieristicamente questioni come la coscienza umana, l’immortalità dell’anima e la vita dopo la morte, come oggetti di studio all’interno della fisica teorica.

Tra questi c’è Henry P. Stapp, fisico teorico presso la University of California-Berkeley che ha lavorato con alcuni padri fondatori della meccanica quantistica, secondo il quale avere fede nell’anima non è ascientifico.

Con la parola “anima”, lo scienziato si riferisce ad una dimensione della persona umana indipendente dal cervello o dal resto del corpo che può sopravvivere alla morte. “I forti dubbi circa la sopravvivenza della personalità oltre la morte, basate esclusivamente con la convinzione che sia incompatibile con le leggi della fisica, sono infondati”, scrive Stapp nell’articolo “Compatibility of Contemporary Physical Theory With Personality Survival”.

Stapp ha collaborato alla stesura dell’Interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica, l’interpretazione della meccanica quantistica maggiormente condivisa fra gli studiosi. Essa si ispira fondamentalmente ai lavori svolti nella capitale danese da Niels Bohr e da Werner Karl Heisenberg attorno al 1927, ricevendo una formulazione meglio definita a partire dagli anni cinquanta.

Stapp spiega che i fondatori della teoria quantistica sostanzialmente hanno costretto gli scienziati a dividere il mondo in due parti: al di sopra del taglio, vi è la matematica classica con la quale è possibile descrivere i processi fisici empiricamente osservati; sotto il taglio, vi è la matematica quantistica che descrive un regno completamente al di fuori del determinismo fisico.

“In generale, si è compreso che lo stato evoluto del sistema sotto il taglio non può essere abbinato a nessuna descrizione classica delle proprietà visibili all’osservatore”, scrive Stapp. Dunque, come fanno gli scienziati ad osservare l’invisibile? Scelgono particolari proprietà del sistema quantistico, sviluppando un modello per vedere i suoi effetti sui processi fisici “sopra il taglio”.

La chiave è la scelta dello sperimentatore. Il problema è che quando si lavora su un sistema quantistico, la scelta dell’osservatore ha dimostrato di influenzare l’andamento, con effetti visibili nel sistema al di sopra del taglio.

Stapp cita l’analogia pensata da Bohr per spiegare la curiosa interazione tra lo scienziato e i risultati del suo esperimento: “È come un cieco con un bastone: quando il bastone viene tenuto debolmente, il confine tra la persona e il mondo corrisponde al divario tra la mano e il bastone; ma se il bastone viene tenuto saldamente, esso diviene parte del soggetto: la persona sente che egli stesso può estendersi fino alla punta del bastone”.

Dunque, il mondo fisico e il mondo mentale sono collegati in modo dinamico. La spiegazione quantistica su come la mente e il cervello possono essere separati, ma collegati con le leggi della fisica, “è una rivelazione benvenuta”, scrive Stapp.

Essa risolve un problema che ha afflitto la scienza e la filosofia per secoli, con la scienza che vedeva la necessità di equiparare la mente con il cervello, e la filosofia-teologia, incaricatasi di considerare la mente come qualcosa di indipendente dal cervello.

La Teoria fisica classica può solo eludere il problema, e i fisici classici possono solo lavorare per etichettare questa intuizione come un prodotto della confusione umana. La scienza, continua Stapp, dovrebbe invece riconoscere gli effetti della coscienza come un problema fisico.

Inoltre, tale prospettiva, secondo Stapp è indispensabile a conservare la moralità umana, spiegando alle persone di essere qualcosa di più che semplici macchine fatte di sangue e carne. In un altro articolo, intitolato “Attention, Intention, and Will in Quantum Physics”, Stapp scriveva:

Cita:
“È opinione ormai ampiamente diffusa nelle persone la visione scientifica secondo la quale ogni essere umano è fondamentalmente un robot meccanico, prospettiva che rischia di avere un impatto significativo e corrosivo sul tessuto morale della società”.


http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... un-fisico/

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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Ecco perchè l’Anima esiste: la spiegazione di un fisico

Esiste l'anima? Fino a qualche decennio fa, questa domanda era lecita solo nell'ambito di una riflessione teologica. Oggi, invece, entra a pieno diritto nelle domande fondamentali della fisica teorica. Henry P. Stapp, fisico teorico presso la University of California-Berkeley, non vuole dimostrare l'esistenza dell'anima, ma che essa si inserisce all'interno delle leggi della fisica.


Yeah..... [:o)]



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La Reincarnazione: Una Teoria Pericolosa Per La Chiesa

La parola “reincarnazione” per molti occidentali è ancora un tabù, un termine misterioso quasi proibito, inusuale, e delle volte assume un significato deviato, quasi fosse una definizione appartenente al satanismo.

La stessa Chiesa Cattolica ripudia con ogni forza (contrariamente all’aspetto pacato con il quale essa si presenta ai suoi fedeli) tutto ciò che riguarda la metempsicosi dei greci: i Concili insegnano molto su questa “violenza” adottata.

Immagine

Non è mia intenzione redigere un articolo sulla reincarnazione (lo farò in seguito), ma voglio focalizzare l’attenzione sul perché, la Chiesa Cattolica, abbia deciso di NASCONDERE ai propri fedeli ciò che riguarda la “trasmigrazione delle anime”, così come la chiamavano un tempo.

Non c’è una ragione valida nell’annullare una legge universale fondamentale per l’evoluzione spirituale dell’uomo.
Ho detto annullare? Ah già, immagino che molti di voi non sappiano che la reincarnazione era già presente nel Cristianesimo originale, infatti fu trasmessa e professata da alcuni Illustrissimi padri della Chiesa Cristiana (Origene, Clemente Alessandrino, S. Agostino, S. Girolamo e altri).

A scanso di equivoci riporto qui alcune citazioni (ma sul web potete trovarne molte altre, in Chiesa molte meno):

Cita:
“Dimmi, Signore, dimmi se la mia infanzia successe ad altra mia età morta prima di essa? E prima ancora di quella vita, o Dio, mia gioia, fui io forse in qualche luogo o in qualche corpo? “.
(S.Agostino “Confessioni”)


Cita:
“L’anima non ha principio né fine. Ogni anima entra in questo mondo fortificata dalle vittorie oppure indebolita dai difetti della vita precedente. Il suo posto in questo mondo, quasi dimora destinata all’onore o al disonore, è determinato dai suoi precedenti meriti. Il suo operato in questo mondo determina il posto che essa avrà nel mondo successivo Non è forse più conforme a ragione che ogni anima, per certe misteriose ragioni, venga introdotta in un corpo e ivi introdotta secondo i suoi meriti e le sue precedenti azioni? ”.
(Origene)


Ma la reincarnazione, in occidente, era una credenza molto diffusa anche nell’antichità, basterebbe citare autori celebri come Platone, Pitagora, Empedocle, Cicerone, Virgilio e tanti altri filosofi, storici, scienziati. Nella reincarnazione credevano anche gli Esseni e i Farisei, gli Ebrei rabbini fondatori della Cabala e tanti altri popoli. Quindi viene davvero difficile da capire il perché la Chiesa Cattolica abbia deciso di abrogare la credenza nella reincarnazione. Avvenne tutto nel Concilio di Costantinopoli del 553, ove l’imperatore bizantino Giustiniano bandì gli insegnamenti di Origene dalla dottrina della Chiesa Cattolica Romana. Tutti i riferimenti furono cancellati dalle scritture e non solo, dopo questo Concilio venne affermato che le anime dopo la morte erano destinate ad andare in paradiso, in purgatorio o all’inferno.
A questo punto ritorna soave la questione, il nodo di questo discorso: Perché tutto questo accanimento?

Partiamo dal presupposto che una Chiesa che aveva deciso di affiancare Roma, non poteva più essere la chiesa dell’Amore e del messaggio di Cristo. Diventò (com’è tutt’ora) una Chiesa di potere, di ricchezza e di forza: prese il posto proprio dell’Impero Romano che decadde definitivamente nel 476.

E molta di questa ricchezza è stata acquisita proprio grazie al Concilio del 553, con la condanna per chi esprimeva un solo pensiero o idea verso la reincarnazione. In questo modo la Chiesa è riuscita a “vendere” nel modo migliore uno dei suoi “prodotti” di punta: “l’assoluzione dei peccati” mediante la vendita delle indulgenze.

La Chiesa Cattolica infatti, dichiara di possedere il potere terreno per assolvere i peccati commessi dal battesimo in poi.

Quindi se un prete ti dà l’assoluzione vai in paradiso, altrimenti ricevi la dannazione eterna, l’inferno. Al giorno d’oggi, detta così, può sembrare anche comica come situazione (nonostante sia ancora il credo del cattolicesimo) ma pensate ai tempi passati, dove l’informazione era canalizzata proprio dalla Chiesa e il sapere era quello propinato sempre dalla Chiesa. La gente appariva come terrorizzata da questa prospettiva di fiamme e forconi, tant’è vero che lasciava alla Chiesa case, denaro e intere eredità pur di avere l’anima salva. E’ sempre stato così e lo è spesso anche oggi. Ecco com’è nata l’enorme ricchezza della Chiesa di Roma. Allo stesso modo potevano avere al loro servizio i migliori pittori, scultori e architetti. Tutto questo non sarebbe stato possibile con la teoria della reincarnazione.

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Nelle religioni come l’Induismo, Buddismo e tante altre, non c’è il bisogno di servirsi delle Chiese e dei preti per avere l’anima salva. Ecco perché attraverso quel Concilio furono condannati gli insegnamenti cristiani di Origene, in quanto con le sue teorie, si offriva all’individuo la possibilità di salvarsi DA SOLO, vita dopo vita, reincarnazione dopo reincarnazione, questa è la vera giustizia di Dio.
Ma tutto ciò indeboliva il potere della Chiesa sui propri fedeli, ed ha preferito mantenere le gente per secoli nell’ignoranza e nella paura dell’Inferno.

La reincarnazione rende possibile il concetto di Giustizia: altrimenti perché uno nasce ricco o povero, sano o malato, fortunato o infelice, intelligente o ritardato? Noi non siamo vittime di un’esistenza a caso, ma siamo i co-creatori della nostra realtà! Tutto ha un significato, anche i dèja-vu, i sogni, le coincidenze e… così tutto assume una logica ben precisa, che rispecchia la perfezione del Tutto. Ogni incontro, esperienza, ogni segno dell’Universo hanno un senso compiuto, e guidano la nostra anima verso il sentiero che ci ri-porta all’Uno, vita dopo vita!

http://www.tragicomico.it/reincarnazion ... cattolica/



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MessaggioInviato: 17/08/2014, 22:01 
La coscienza è un effetto quantistico: Roger Penrose rilancia la sua teoria

Cosa ci rende degli esseri coscienti? Quello della natura della coscienza è uno dei più grandi enigmi scientifici ancora irrisolti, origine di un vasto e complesso dibattito. Una tra le principali questioni che dividono scienziati ed epistemologi è se la coscienza sia un semplice sottoprodotto dei processi di elaborazione dell'informazione, e quindi in linea di principio riproducibile anche su un computer o su altri supporti non biologici, o se invece derivi da caratteristiche specifiche del cervello.

Tra i propugnatori della seconda tesi c'è l'insigne matematico Roger Penrose, che nel suo libro del 1989 La mente nuova dell'imperatore sosteneva la tesi secondo cui la coscienza sarebbe il prodotto di effetti di tipo quantistico (e quindi di tipo probabilistico e non interamente determinato). La tesi di Penrose è stata criticata da varie parti, dal punto di vista filosofico, ma anche da quello scientifico, dato che il cervello era ritenuto inadatto al verificarsi di effetti quantistici. Quest'ultima critica, tuttavia, è stata superata dalla scoperta che vari meccanismi, dal senso dell'olfatto alla fotosintesi, sono influenzati dalla meccanica quantistica. Ora Penrose ha pubblicato un articolo su Physics of Life Reviews, in cui rilancia la propria teoria sulla base di nuove prove.

Scritto insieme a Stuart Hameroff, l'articolo rilancia l'ipotesi secondo cui la coscienza sarebbe basata su vibrazioni quantistiche nei microtubuli all'interno dei neuroni cerebrali. Tali vibrazioni non sono più solo un'ipotesi, ma sono state effettivamente osservate nel cervello. Penrose procede anche a contrastare i suoi critici, sostenendo che tutte le previsioni fatte in base alla sua teoria sono state confermate dalle osservazioni. I due scienziati osservano inoltre che le vibrazioni quantistiche dei microtubuli possono essere messe in relazione con determinati ritmi elettroencefalografici finora non spiegati, a dimostrazione della loro influenza sui processi cerebrali.

Penrose sottolinea che la sua teoria può essere in accordo sia con coloro che ritengono che la conoscenza sia un prodotto dell'evoluzione, sia con chi pensa invece che la coscienza sia una proprietà dell'Universo e preesista alla coscienza umana.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnolog ... id=AB9RwSq


Ultima modifica di Atlanticus81 il 17/08/2014, 22:03, modificato 1 volta in totale.


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