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MessaggioInviato: 25/09/2013, 23:29 
Studiando le esperienze pre-morte

Aumentano le evidenze scientifiche dell'esistenza di un "sesto senso". Sono moltissimi i casi di persone che hanno avuto una esperienza di pre-morte; per esempio il signor Pam Reynolds che abita ad Atlanta. Nel 1991 Reynolds ha subito un intervento chirurgico per un aneurisma cerebrale. La procedura richiesta era quella di drenare tutto il sangue dal suo cervello.

Reynolds è stato tenuto in stato di morte cerebrale da parte del team chirurgico per ben 45 minuti. Pur essendo clinicamente morto, quando Reynolds è stato rianimato ha descritto alcune cose incredibili. Ha raccontato dell’incontro con i parenti defunti e riferito, nei minimi particolari, come era avvenuta la sua operazione, compresa l’apertura del suo cranio con una sega. Anche se notevole, l’esperienza di Reynolds non è l’unica ed anche la scienza sta cercando di capirci.

Due diversi esperimenti sono stati condotti nel 2007 in base all’esperienza di Reynolds.

Ma possono spiegare le esperienze NPE (Near Death Experience ) o OBE (Out of Body Experience) quanto succede in questi casi? Ben il 18% delle persone riportate in vita dopo un attacco di cuore ha detto di aver avuto una NDE. Mentre per la religione la cosa può non sorprendere, per la scienza non è concepibile che un cervello morto possa continuare a vivere ed a riportare perfettamente dei ricordi.

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Uno scienziato britannico afferma che vi sono convincenti evidenze che una porzione significativa della popolazione possieda poteri psichici. L'Associazione britannica per l'Avanzamento della Scienza ha detto che un numero notevole di esperimenti sostiene la teoria del "sesto senso"- un'abilità che può avere le sue radici nel nostro passato, quando sentire la presenza di un predatore era questione di vita o di morte.

L'idea che la gente sia capace di poteri paranormali, come premonizioni, telepatia, e viaggi fuori dal corpo è sostenuta da una nuova ricerca dell'Istituto di Psichiatria, che suggerisce che la mente umana può esistere fuori dal corpo come un specie di campo magnetico impercettibile. La ricerca è condotta dal Dr Peter Fenwick, un neuro-psichiatra dell'Università Londinese, che ha appena completato un esame su pazienti cardiopatici che hanno avuto una NDE dopo che i loro cuori avevano cessato di battere.

"Vi é convincente evidenza a sfida della teoria corrente che afferma che la coscienza può esistere solo all'interno del cervello e se vi può essere coscienza senza un'associata funzione cerebrale, ciò é enormemente importante per la nostra comprensione della mente".

Per la sua ultima ricerca sono stati intervistati 60 pazienti del Southampton Hospital nel reparto di cura coronarica dopo che un infarto aveva loro causato temporanea morte cerebrale. Sette hanno riportato esperienze di NDE - definite dalla caratteristica sensazione di lasciare il corpo, passare in un tunnel ed entrare in un'area di "amore, beatitudine e coscienza."

"E significativo che dopo un arresto cardiaco, si perde coscienza in otto secondi; in 11 le onde cerebrali divengono piatte, e dopo 18 non c'è nessuna possibilità per il cervello di creare un modello del mondo - così il cervello è come se fosse spento" ha dichiarato il Dr Fenwick.

"Ancora, ogni qualvolta abbiamo chiesto quando é avvenuta la NDE, i pazienti hanno detto che accade durante l'incoscienza. Se ciò è vero, la loro esperienza accadeva quando non c'era nessun flusso di sangue attraverso il cervello - e quindi la coscienza sembrerebbe esistere al di fuori del cervello."

Si potrebbe rilevare che le loro esperienze sono accadute nei pochi secondi intercorsi tra il ripristino delle funzioni del cervello ed il ritorno della coscienza. Ma una recente ricerca su un paziente negli Stati Uniti, dove tracce di attività elettrica nel cervello sono state attentamente monitorizzate, suggerisce che questo non é il caso.

"Questo ed altri studi evidenziano che la mente ed il cervello non sono la stessa cosa, sembra che la mente possa operare in parte aldifuori del cervello come una sorta di campo elettromagnetico, allo stesso modo in cui un televisore riceve i programmi attraverso l'etere. La domanda principale cui cerchiamo di rispondere è se la teoria del cervello-identità realmente tiene, sicché il prossimo passo è trovare più gente che ha avuto esperienze di premorte, ponendo simboli sul soffitto o sui muri della rianimazione e controllare se qualcuno può vederli."

Il Dr Fenwick ha detto che l'idea di una mente che esiste al di fuori del corpo, aiuta a spiegare la crescente mole di evidenza scientifica, tesa a dimostrare la veridicità dei fenomeni psichici. Per esempio, test condotti negli Stati Uniti, hanno mostrato che donne che cercavano di restare incinte con la fertilizzazione in-vitro, avevano il doppio delle probabilità di concepire se venivano loro indirizzate preghiere da gruppi di persone mai conosciute, distanti anche centinaia di chilometri.

Ed ecco uno stralcio di un altro articolo da Sightings di Jeff Rense sempre nella traduzione della Pagina degli amputati.

Basato su interviste con sopravvissuti a infarto nell'unità coronarica dell'Ospedale Generale di Southampton, lo studio é stato pubblicato nel 2001 sull'autorevole rivista medica "Resuscitation" (Rianimazione). Gli autori, il Dr Pietro Fenwick [neuropsichiatra, N.d.T.] consulente all'Istituto di Psichiatria di Londra, ed il Dr Samuele Parnia, un collega ricercatore, clinico ed archivista al Southampton Hospital, ribadiscono che c'e' bisogno di ulteriori ricerche.

Il Dr Parnia ha detto: "Queste persone avevano queste esperienze quando non ce lo saremmo aspettato, quando il cervello non dovrebbe essere capace di produrre processi lucidi e la formazione di ricordi duraturi. Il che potrebbe dare una risposta alla domanda se la mente o coscienza è prodotta davvero dal cervello o se il cervello è una specie di intermediario per la mente, la quale esisterebbe indipendentemente."

Il Dr Fenwick ha detto:"Se la mente e il cervello possono essere indipendenti, allora siamo portati a farci domande in merito alla sopravvivenza della coscienza dopo la morte. Ne nasce anche la domanda circa una componente spirituale degli esseri umani e su un universo che possiede uno scopo significativo piuttosto che un universo dominato dal caso."

Durante il periodo dello studio 63 pazienti con arresto cardiaco sono sopravvivuti ed essi sono stati intervistati entro una settimana. Di questi 56 non avevano nessuno ricordo del loro periodo d'incoscienza, un risultato che ci si sarebbe potuto aspettare in tutti i casi. Sette sopravvissuti, comunque, avevano ricordi, ma solo quattro hanno superato la scala Grayson, ovvero i severi criteri medici per stimare le esperienze di pre- morte.

Questi quattro hanno parlato di sentimenti di pace e di gioia mentre il tempo scorreva a velocità maggiore, che i loro sensi erano più intensi ed anche di aver perso la consapevolezza di avere un corpo, di aver visto una luce brillante, di entrare in un altro mondo, di aver incontrato un essere mistico e dell'arrivo ad un "punto di non ritorno."

Tre di loro si sono descritti come anglicani non-praticanti, mentre il quarto era un "tiepido" cattolico. Esaminando l'archivio medico, i ricercatori hanno detto che l'affermazione di molti critici, che cioé le esperienze di pre- morte fossero il risultato del crollo delle funzioni del cervello causato dalla mancanza di ossigeno, é molto improbabile. Nessuno di quelli che hanno subìto l'esperienza aveva bassi livelli di ossigeno.
I ricercatori hanno anche potuto escludere che fossero imputabili a combinazioni insolite di medicinali, perché la procedura di rianimazione nell'unità coronarica dell'ospedale era la stessa in ogni caso.

Il Dr Parnia, che ha fatto pratica con i Colleghi della scuola medica alla St Thomas' University di Londra, ha detto: "Ho cominciato come scettico, ma su tutto ha pesato l'evidenza, ora penso che c'è qualche cosa che continua ad esistere. Essenzialmente, si ritorna alla domanda se la mente, o la coscienza, siano prodotte dal cervello. Se possiamo verificare che la mente è prodotta dal cervello, non penso ci sia qualcosa dopo che moriamo perché essenzialmente siamo esseri consapevoli."

"Se, al contrario, il cervello è come un intermediario delle manifestazioni della mente, agendo come un televisore, nel trasformare le onde presenti nell'aria in un quadro o in un suono, possiamo dimostrare che la mente è ancora là dopo che il cervello è morto. E' questo ciò che credo che indichino queste esperienze di pre- morte."

Christopher French, un Dottore in psicologia al Goldsmiths College presso l' Università di Londra, ha detto che non aveva esaminato il nuovo studio, ma è rimasto scettico. "Le NDE POTREBBERO indicare che l' anima o la mente lascino il corpo, ma potrebbero essere solo il tentativo del cervello di spiegarsi un evento molto insolito".

http://scienzamarcia.blogspot.com/2009/ ... i-nde.html



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MessaggioInviato: 24/12/2013, 00:54 
Multiverso e immortalità della coscienza

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Il ” Biocentrismo” , libro pubblicato negli Stati Uniti da Robert Lanza ha suscitato molto interesse per il messaggio contenuto e cioe’ che la vita non finisce quando il corpo muore. Lanza e’ uno scienziato che si occupa di medicina rigenerativa e direttore scientifico della Advance Cell Tecnology Company, ricercatore sulle cellule staminali e di esperimenti di successo sulla clonazione di speci animali in estinzione. Non molto tempo fa lo scienziato fu coinvolto con la fisica, la meccanica quantistica e l’astrofisica e questa miscellanea di conoscenze ha dato il via alla teoria del Biocentrismo.

La teoria implica che la morte sia solo un illusione della mente e che esista dal momento in cui ci identifichiamo completamente con il corpo fisico mentre in realta’ la coscienza esiste sia fuori che dentro il corpo. Teoria che si adatta con i postulati della meccanica quantistica, scienza secondo la quale una particella puo’ essere presente ovunque ( non localita’) e un evento puo’ accadere in innumerevoli modi. Lanza ritiene che possano esistere universi multipli simultaneamente e in un universo il corpo puo’ essere morto e in un altro continuare ad esistere assorbendo la coscienza migrata. Durante la visione del tunnel nella fase successiva alla morte, vi e’ una migrazione della coscienza verso un mondo simile a quello lasciato e cosi all’infinito.

Questa teoria trova anche supporto nei fisici e astrofisici che tendono a concordare sull’esistenza di mondi paralleli e che suggeriscono la possibilita’ di universi multipli. Nel 1980, Andrej Linde, scienziato dell’Istituto del Lebedev della fisica ha sviluppato la teoria degli universi multipli ed e’ ora professore alla Stanford University (USA). Egli parla di un universo iniziale che appare come un enorme frattale in crescita che si compone di molte palle di gonfiaggio ( invece di un unica palla di fuoco menzionata nella teoria del Big Bang) che producono a loro volta altre palle e cosi’ via all’infinito .Questo multiverso e’ composto da tanti universi con differenti leggi della fisica. Il fisico teorico Laura Mersini presso l ‘Universita’ della Carolina del Nord (USA) sostiene che esistano le anomalie del fondo a microonde, cioe’ la cosiddetta radiazione fossile cosmica di fondo che e’ rimasta dall’inizio del nostro universo, a causa del fatto che il nostro universo sia influenzato da altri universi esistenti nelle vicinanze. Quindi l’anima ha enormi possibilita’ ‘di migrare dopo la morte del corpo. Ma esiste l’anima? Secondo Hameroff Stuart della University of Arizona, esiste.

Secondo lo scienziato il cervello umano e’ un computer quantistico perfetto e la coscienza e’ informazione memorizzata a livello quantistico e quindi puo’ essere trasferita e si fonde con il nostro universo. Lanza invece la pensa diversamente e cioe’ che l’anima migri verso un altro universo. Sir Roger Penrose un famoso fisico britannico esperto in informatica sostiene questa teoria e ha trovato tracce di contatto con altri universi. Lui e la sua equipe hanno trovato i portatori di coscienza , gli elementi che accumulano informazioni durante la vita e dopo la morte del corpo e che drenano la coscienza da un’altra parte. Questi elementi si trovano all’interno dei microtuboli neuronali contenuti all’interno delle cellule cerebrali.

Egli sostiene che la nostra esperienza di coscienza sia il risultato dell’interazione tra le informazioni quantiche e i microtuboli, processo definito “Orch-Or” (Orchestrated Objective Reduction). Quando il cuore smette di battere il sangue non scorre piu’, i microtuboli perdono la loro funzionalita’ e il loro stato quantico ma le informazioni in essi contenute non vengono distrutte e tornano alla sorgente.

http://gabrielelombardo.altervista.org/ ... coscienza/



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MessaggioInviato: 02/01/2014, 23:33 
Un nuovo studio irlandese offre affascinanti comprensioni degli ultimi istanti di vita

Che cosa accade quando si muore? Un'affascinante nuova comprensione viene offerta da un recente studio messo in risalto da Irish Times intitolato "Catturare il non visibile: esplorando le esperienze in punto di morte nelle cure palliative irlandesi", a cura delle ricercatrici Una MacConville e Regina McQuilla.

I risultati descrivono come "sorprendenti" esperienze in punto di morte o D.B.E. (Deathbed Experiences) siano molto comuni e spesso molto simili, secondo le ricercatrici.

Un infermiere che ha risposto all'indagine lo ha riassunto dicendo: "Ho sentito spesso i pazienti riferire di aver visto qualcuno nella loro camera o ai piedi del loro letto, spesso parenti, anche che non è un evento doloroso per loro. Le famiglie di solito sono sconvolte nel sentirlo e vogliono comprenderne il significato".

L'indagine ha scoperto che, caso dopo caso, la persona in fin di vita ha parlato di "vedere parenti deceduti o figure religiose o di vivere l'esperienza di una radiosa luce bianca nella stanza".

Il 31 per cento di coloro che assistono i malati ha citato un altro fenomeno poco prima della morte: la persona emerge dal coma e parla con familiari e amici.

"In un caso il paziente, in stato di coma, ha aperto gli occhi e sorriso alle sue tre figlie ed alla moglie. Un senso di calma profonda e di pace riempivano la stanza. E' stato speciale essere parte di questa esperienza", ha detto l'assistente. In un altro caso, il paziente disse di aver visto una luce; morì qualche istante dopo".

In diversi casi, la persona in fin di vita ha avuto sogni vividi che lo hanno aiutato a risolvere questioni in sospeso nella sua vita.

Altri riferiscono un "profumo di rose improvviso e inspiegabile" o dichiarano di vedere angeli apparire nella loro stanza.

La ricercatrice MacConville sootolinea che i fenomeni in punto di morte possono spaventare le famiglie: "I familiari possono essere angosciati, perché capiscono che la morte è imminente e pensano che la persona in fin di vita possa essere disturbata dalle visioni, perché essi non le capiscono".

Un infermiere di cure palliative, che ha voluto restare anonimo, ha affermato che tali visioni "spesso non hanno una spiegazione razionale". Comunque, "non credo che le esperienze delle persone possano essere scontate o contestate. E' soggettivo, intenso e vero per molti pazienti e familiari".

Essere in grado di dare un nome a queste esperienze e parlarne apertamente è la chiave.

Il "Times" segnala che Una MacConville avrebbe piacere di sentire dagli operatori sanitari e dalla gente comune esperienze di questo tipo, dato che la ricerca sta continuando.




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MessaggioInviato: 17/01/2014, 14:56 
Un libro intitolato “Biocentrismo: come la vita e la coscienza siano le chiavi per comprendere la natura dell’Universo”, ha suscitato molto interesse nel web, in quanto sostiene che la vita non finisce quando il corpo muore ed, anzi, dura per sempre.

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L’autore di questa pubblicazione, lo scienziato Dr. Robert Lanza, che è stato votato come il terzo più importante scienziato vivo dal New York Times, non ha dubbi che ciò sia possibile. Lanza è un esperto di medicina rigenerativa e direttore scientifico della Advanced Cell Technology Company.

Prima era conosciuto per la sua vasta ricerca sulle cellule staminali, era anche famoso per diversi esperimenti di successo sulla clonazione di specie animali in via di estinzione. Ma non molto tempo fa, lo scienziato è stato coinvolto dalla fisica, meccanica quantistica e astrofisica.

Questa miscela esplosiva ha dato vita ad una nuova teoria: quella del biocentrismo. Il biocentrismo insegna che la vita e la coscienza sono fondamentali per l’universo. E’ la coscienza che crea l’universo materiale, non il contrario.

Lanza indica che la struttura dell’universo stesso, le leggi, le forze e le costanti dell’universo, sembrano essere ottimizzate per la vita. Tutto ciò implica che l’intelligenza esisteva prima della materia. Egli sostiene inoltre che spazio e tempo non sono oggetti o cose, ma piuttosto strumenti della nostra comprensione degli animali. Lanza dice che noi portiamo lo spazio e il tempo in giro con noi, “come le tartarughe con il proprio guscio”, il che significa che quando il guscio si stacca (spazio e tempo), noi ancora esistiamo [così come la tartaruga].

La teoria implica che la morte della coscienza semplicemente non esiste. Esiste solo il pensiero della morte, perché le persone si identificano con il loro corpo. Essi credono che il corpo prima o poi muoia e che la propria coscienza scompaia insieme al corpo fisico. Questo fosse vero se il corpo generasse la coscienza, ma se il corpo riceve la coscienza, allo stesso modo di un decoder che riceve i segnali satellitari, naturalmente, poi, la coscienza non finisce con la morte del veicolo fisico.

In realtà, la coscienza esiste al di fuori dei vincoli di tempo e spazio. È in grado di essere ovunque: nel corpo umano e fuori di essa. In altre parole, la coscienza è non-locale.

Lanza ritiene inoltre che gli universi multipli possano esistere simultaneamente. In un universo, il corpo può essere morto e in un altro continua ad esistere, assorbendo la coscienza che migrò in questo universo. Ciò significa, che una persona morta, durante il viaggio attraverso lo stesso tunnel, non finisce all’inferno o in paradiso, ma in un mondo simile dove una volta, lui o lei, abitava, ma questa volta vivo. E così via, all’infinito. E’ quasi come una bambola russa cosmica.

Questa teoria estremamente controversa di Lanza, ha molti sostenitori inconsapevoli, non solo comuni mortali che vogliono vivere per sempre, ma anche alcuni noti scienziati. Questi sono i fisici e gli astrofisici che tendono a concordare sull’esistenza di mondi paralleli e che suggeriscono la possibilità di universi multipli. Il Multiverso (multi-universo) è un cosiddetto concetto scientifico, che essi difendono. Essi credono che non esistano leggi fisiche che vietino l’esistenza di mondi paralleli.

Il primo a sostenerne l’esistenza nel 1895 nel suo racconto The Door in the Wall, fu uno scrittore di fantascienza, HG Wells. Dopo 62 anni, quest’idea è stata sviluppata dal Dr. Hugh Everett nella sua tesi di laurea presso l’Università di Princeton.

Si pone in sostanza che, in ogni momento, l’universo si divide in innumerevoli casi simili e successivamente, questi universi “neonati”, si suddividono in un modo simile. In alcuni di questi mondi staremo leggendo questo articolo, in un altro universo staremo guardando la TV. Il fattore scatenante della moltiplicazione di questi mondi sono le nostre azioni, spiega Everett. Se facciamo alcune scelte, subito un universo si divide in due differenti versioni di risultati.

Nel 1980, Andrei Linde, scienziato dell’Istituto Lebedev di Fisica, ha sviluppato la teoria di universi multipli. Egli ora, è professore alla Stanford University.

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Linde ha spiegato: “Lo spazio è costituito da molte sfere di gonfiaggio, che danno origine a sfere simili e quelle, a loro volta, producono altre sfere in numero ancora maggiore e così via all’infinito. Nell’universo, sono distanziati e non sono consapevoli della reciproca esistenza ma rappresentano parti di uno stesso universo fisico”.

rcfLa teoria che il nostro universo non sia l’unico è supportata dai dati ricevuti dal telescopio spaziale Planck.

Utilizzando i dati, gli scienziati hanno creato una mappa più accurata della radiazione a microonde, la cosiddetta ‘Radiazione Fossile Cosmica di Fondo’, rimasta dall’inizio della formazione del nostro universo. Hanno anche scoperto che l’universo ha un sacco di recessi oscuri rappresentati da alcuni buchi e lacune.

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Laura Mersini-Houghton, fisico teorico presso l’Università della Carolina del Nord, insieme con i suoi colleghi sostiene: “Esistono delle anomalie nella radiazione cosmica di fondo, causate dal fatto che il nostro Universo è influenzato da altri universi esistenti nelle vicinanze e i buchi e le lacune sono il risultato diretto degli attacchi contro di noi provenienti da universi limitrofi”.

Quindi, secondo la teoria del neo-biocentrismo, vi è abbondanza di luoghi o di altri universi dove la nostra anima può migrare dopo la morte. Ma esiste l’anima? C’è qualche teoria scientifica sulla coscienza che potrebbe ospitare una simile affermazione?

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Secondo il dottor Stuart Hameroff, un’esperienza di premorte accade quando l’informazione quantica, che abita nel nostro DNA, lascia il corpo e si disperde nell’universo.

Secondo Stuart ed il fisico britannico Sir Roger Penrose, la coscienza risiede nei microtubuli delle cellule cerebrali, che sono i luoghi primari di elaborazione quantistica. Dopo la morte, quest’informazione viene rilasciata dal corpo, il che significa che la nostra coscienza va con esso. Sostengono anche, che l’esperienza della coscienza è il risultato degli effetti della gravità quantica in questi microtubuli, una teoria che hanno definito la riduzione obiettiva orchestrata (Orch-OR):

Secondo la teoria formulata dal fisico inglese Roger Penrose, il cervello umano potrebbe non essere guidato da algoritmi. Particolarmente difficile si è rivelato quindi, per il dr. Penrose, presentare processi o proprietà fisiche non descrivibili secondo il formalismo matematico tradizionale, costringendolo a ricorrere alla teoria quantistica come possibile candidato per la definizione di un modello plausibile.

Nella teoria quantistica, le unità fondamentali, i quanti, sono per certi versi molto diversi dagli oggetti che si incontrano in fisica classica. Quando sufficientemente isolati dall’ambiente essi possono essere considerati come onde. Tuttavia tali onde non sono onde materiali (come, ad esempio, le onde marine). Le onde della meccanica quantistica sono essenzialmente onde di probabilità: la probabilità di trovare una particella in qualche posizione specifica. (Queste probabilità si applicano anche ad altri stati di particella, come la quantità di moto, ma per semplicità si farà riferimento alla sola probabilità di occupare una certa posizione). Il picco dell’onda indica la posizione nella quale si ha la massima probabilità di trovare una particella. Le diverse posizioni possibili per la particella sono indicate come sovrapposizioni quantistiche o semplicemente sovrapposizioni. Ci stiamo riferendo, ripetiamo, alla sola forma isolata dei quanti. Quando i quanti sono oggetto di misurazioni o d’interazioni con l’ambiente, la caratteristica rappresentazione ad onda di probabilità viene persa e le particelle finiscono per occupare una specifica posizione nello spazio. Questo cambiamento è comunemente indicato con il termine collasso della funzione d’onda.

Quando avviene il collasso, la scelta della posizione per la particella è casuale. Questa é una singolare condizione che mette in crisi i canoni della fisica classica. Non vi è alcun processo di causa-effetto e nessun sistema di algoritmi che possono prevedere la posizione assunta per le particelle.

Penrose ha ipotizzato che le idee esistenti sul collasso della funzione d’onda potrebbero applicarsi solo a situazioni in cui i quanti sono oggetto di misurazione o d’interazione con l’ambiente. Considerando il caso in cui i quanti non sono oggetto di misurazioni o interazioni e restano isolati dall’ambiente, egli ha proposto che essi possano essere soggetti a una diversa forma di collasso della funzione d’onda.

A queste particolari condizioni locali, Penrose ha applicato la teoria generale della relatività di Einstein e relative sue nozioni proprio sulla struttura dello spazio-tempo. La relatività generale afferma che spazio-tempo viene curvato da oggetti dotati di massa. Penrose, nel cercare di conciliare la relatività e la teoria quantistica, ha suggerito che su scala molto piccola questo spazio-tempo curvo non è continuo ma discreto e disposto in modo da formare una rete.

Penrose postula che ogni sovrapposizione quantistica ha una sua area specifica di curvatura dello spazio-tempo. Secondo la sua teoria, queste zone diversificate di curvatura dello spazio-tempo sono separate le une dalle altre e costituiscono una forma di bolla nello spazio-tempo. Penrose propone, inoltre, un limite alla dimensione di questa bolla spazio-tempore. Questo limite é dell’ordine della scala di Planck (10-35 m). Oltre questo limite, Penrose suggerisce che lo spazio-tempo può essere visto come continuo e che la gravità inizia a esercitare la sua forza sulla bolla spazio-tempo. Da qui nasce un’instabilità al di sopra della scala di Planck, e il collasso si forma in modo da scegliere solo una delle possibili posizioni per particella. Penrose chiama questo evento riduzione oggettiva (OR), la riduzione è un’altro termine utilizzato per il collasso della funzione d’onda.

Una caratteristica importante di riduzione di Penrose è che il momento del collasso è funzione del rapporto massa/energia degli oggetti in fase di collasso. Quindi maggiore è la sovrapposizione, più veloce sarà l’OR e viceversa. Per esempio, un elettrone separato, se isolato dal contesto, avrebbe bisogno di 10 milioni di anni per raggiungere la soglia OR. Un oggetto isolato di 1 Kg (ad esempio come il gatto di Schrödinger) avrebbe raggiunto la soglia in soli 10-37 secondi. Tuttavia gli oggetti, da qualche parte tra la scala di un elettrone e le dimensioni di un gatto, potrebbero collassare entro tempi che sono quelli tipici dell’elaborazione neurale.

La soglia di Penrose per OR è data dal principio d’indeterminazione E=±/t, Dove E è l’autoenergia gravitazionale o anche il grado di separazione spazio-temporale dato dalla massa di superpositione, ± è la costante di Planck ridotta e t è il tempo fino al quale l’OR non si verifica.

Non ci sono prove per la riduzione ogggettiva di Penrose, ma la teoria è considerata testabile e sono in corso progetti per realizzare le sperimentazioni necessarie.

Dal punto di vista della teoria della coscienza, una caratteristica essenziale della riduzione oggettiva di Penrose è che la scelta degli stati in cui si verifica la riduzione oggettiva avviene in modo casuale, diverso sia dalle misure originate dal fenomeno di decoerenza, sia da una selezione completamente algoritmica. Piuttosto gli stati, si é proposto, siano selezioanti da una ‘non-computabile’ influenza incorporata nel livello, fondamentalmente legata alla geometria dello spazio-tempo su livelli di grandezza dell’ordine della scala di Planck.

Quando scrisse il suo primo libro sulla coscienza, La mente nuova dell’imperatore nel 1989, Penrose non disponeva di una proposta dettagliata su come funzionassero i processi quantistici nel cervello. Successivamente, Hameroff, nel leggere La mente nuova dell’imperatore suggerì a Penrose che certe strutture all’interno delle cellule cerebrali (neuroni) potrevano essere candidati idonei alla trasformazione quantistica e di conseguenza al fenomeno della coscienza. La teoria Orch-OR nacque, quindi, dalla collaborazione di questi due scienziati ed é stata esposta nel volume Ombre della Mente (1994).

Hameroff ha contributo alla teoria derivata dallo studio delle cellule cerebrali (neuroni). Il suo interesse si é focalizzato sul citoscheletro, che fornisce la struttura interna di sostegno per i neuroni, e in particolare sui microtubuli, che sono la componente più importante del citoscheletro. Come hanno registrato i progressi delle neuroscienze, il ruolo del citoscheletro e dei microtubuli ha assunto enorme rilevanza. Oltre a fornire una struttura di supporto per la cellula, le funzioni note dei microtubuli comprendono il trasporto delle molecole, tra le quali anche le molecole dei neurotrasmettitori legati dalle sinapsi, il controllo dei movimenti della cellula, la sua crescita e la sua forma.

Hameroff ha proposto come i microtubuli siano i candidati idonei a supportare l’elaborazione quantistica. L’entanglement quantistico è uno stato in cui le particelle possono alterare l’un l’altro le proprietà istantaneamente e a distanza, in un modo che non sarebbe possibile, se fossero oggetti estesi su larga scala i quali obbedirebbero alle leggi della meccanica classica e non della fisica quantistica.

Nel caso degli elettroni Hameroff ha suggerito che, nella subunità di tubulina dei microtubuli, un gran numero di questi elettroni possono essere coinvolti in uno stato conosciuto come un Condensato di Bose-Einstein. Questa condizione si verifica quando un gran numero di particelle quantiche sono bloccate in fase e possono essere viste come un oggetto quantistico unico. Queste sono caratteristiche quantistiche su scala macroscopica, e Hameroff suggerisce che é attraverso una caratteristica di questo tipo di attività quantistica, che avviene di solito su scala molto piccola, che potrebbe essere implementata un’influenza su larga scala nel cervello.

Hameroff ha proposto che i microtubuli condensati in un unico neurone possano essere collegamenti con condensati di microtubuli in altri neuroni e cellule gliali via giunzioni gap. In aggiunta alle connessioni sinaptiche tra le cellule cerebrali, le giunzioni gap sono una categoria diversa di connessioni, dove il divario tra le cellule è sufficientemente piccolo da rendere possibile ad oggetti quantici l’attraversarlo per mezzo di un processo noto come tunnel quantico. Hameroff propone che tale tunnel consente ad un oggetto quantistico, come il condensato di Bose-Einstein di cui sopra, di passare in altri neuroni, e quindi di propagarsi su una vasta area del cervello generando un oggetto quantistico unico.

Si ipotizza inoltre che questa caratteristica quantistica su larga scala è la fonte delle onde gamma di sincronizzazione osservate nel cervello, e talvolta considerate come correlate al fenomeno della coscienza. A sostegno della teoria vi è che le giunzioni gap siano legate alle onde gamma, Hameroff cita una serie di studi degli ultimi anni.

La teoria Orch-R combina l’ipotesi di Penrose per quanto riguarda il teorema di Gödel, con l’ipotesi Hameroff con riguardo ai microtubuli. Insieme, Penrose e Hameroff hanno proposto che, quando si determinano condensazioni nel cervello sottoposto ad un riduzione oggettiva della funzione d’onda, il collasso é connesso a decisioni di carattere non computazionale incorporate nella geometria dello spazio-tempo .

La teoria propone inoltre che i microtubuli si influenzano mutuamente e sono influenzati dalle attività tradizionali delle sinapsi dei neuroni. L’Orch, del termine Orch-OR, sta per “orchestrato” dando così vita al nome completo della teoria “Riduzione oggettiva orchestrata”.

L’Orchestrazione si riferisce al processo mediante il quale le proteine di un ipotetico connettivo, noto come microtubuli delle proteine associate (MAP) influenzano o orchestrano la trasformazione quantistica dei microtubuli. – da: http://www.sabatoefiammetta.it/PenroseHameroff.htm

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La coscienza, o almeno proto-coscienza, da loro è teorizzata essere una proprietà fondamentale dell’universo, presente anche nel primo momento della comparsa dell’Universo, durante il Big Bang. “In questo schema, l’esperienza proto-cosciente è una proprietà fondamentale della realtà fisica, accessibile tramite un processo quantistico associato all’attività cerebrale”.

Le nostre anime sono infatti costruite con il tessuto stesso dell’universo e possono essere esistite fin dall’inizio dei tempi. I nostri cervelli sono solo ricevitori e amplificatori della proto-coscienza che è intrinseca nel tessuto dello spazio-tempo.

Quindi, esiste davvero una parte della nostra coscienza che è morale e che vivrà dopo la morte del corpo fisico?

Il Dr Hameroff disse su Science Channel, nel documentario Wormhole:. “Diciamo che se il cuore smette di battere, se il sangue smette di fluire, se i microtubuli perdono il loro stato quantistico, l’informazione quantistica all’interno dei microtubuli non viene distrutta, non può essere distrutta, si distribuisce e dissipa nell’universo in generale”.

Robert Lanza potrebbe aggiungere che: non solo esiste nell’universo, forse anche in un altro universo. Se il paziente viene resuscitato, rianimato, quest’informazione quantistica torna indietro nei microtubuli e il paziente dice: “Ho avuto un’esperienza vicina alla morte”. E aggiunge: “Se non torna a vivere e quindi, il paziente muore, è possibile che questa informazione quantistica esista al di fuori del corpo, forse a tempo indeterminato, come anima”.

Questa teoria della coscienza quantistica, spiega le cose come le esperienze di premorte, le proiezioni astrali, le esperienze fuori del corpo e anche la reincarnazione, senza bisogno di ricorrere all’ideologia religiosa.

Potenzialmente, ad un certo punto l’energia della vostra coscienza viene riciclata in un corpo diverso e nel frattempo esiste al di fuori del corpo fisico e ad un altro livello di realtà. E forse in un altro universo.

http://luniversovibra.altervista.org/gl ... -universo/



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Ecco che cosa c'è dopo la morte. La tesi choc dello scienziato

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La teoria di un famosissimo scienziato prova a spiegare come la vita va avanti per sempre. Tramite la nostra coscienza. Vi è un libro dal titolo abbastanza complesso: "Biocentrism: How Life and Consciousness Are the Keys to Understanding the Nature of the Universe" che sta avendo un notevole successo su Internet. Il concetto di fondo prova a spiegare come la vita non finisce quando il nostro corpo muore, ma invece può andare avanti per sempre.

Tramite la nostra coscienza. L'autore di questa pubblicazione, il dottor Robert Lanza, è stato votato come il terzo miglior scienziato in vita dal New York Times, stando a quanto riportato su Spirit Science and Metaphysics. Lanza, esperto in medicina rigenerativa e direttore del Advanced Cell Technology Company negli Stati Uniti, è anche conosciuto per la sua approfondita ricerca sulle cellule staminali e per l'aver clonato diverse specie di animali in via d'estinzione. Ma da un po' di tempo ha deciso di dedicarsi anche alla fisica, meccanica quantistica e astrofisica. Questa miscela esplosiva di conoscenze ha dato vita ad una sua nuova teoria, quella del biocentrismo.

Essa insegna che la vita e la coscienza sono fondamentali per l'universo e praticamente è la coscienza stessa che crea l'universo materiale in cui viviamo e non il contrario. Prendendo la struttura dell'universo, le sue leggi, forze e costanti, queste sembrano essere ottimizzate per la vita, il che implica che l'intelligenza esisteva prima alla materia. Lanza sostiene inoltre che spazio e tempo non siano oggetti o cose, ma piuttosto strumenti della nostra comprensione: “portiamo lo spazio e il tempo in giro con noi, come le tartarughe con i propri gusci”. Nel senso che quando il guscio si stacca (spazio e tempo), noi esistiamo ancora.

La teoria implica che la morte della coscienza semplicemente non esista. Esiste solo sotto forma di pensiero, perché le persone si identificano con il loro corpo credendo che questo prima o poi morirà e che la coscienza a sua volta scomparirà. Se il corpo genera coscienza, allora questa muore quando il corpo muore, ma se invece il corpo la riceve nello stesso modo in cui un decoder riceve dei segnali satellitari, allora questo vuol dire non finirà con la morte fisica. In realtà, la coscienza esiste al di fuori dei vincoli di tempo e spazio.

È in grado di essere ovunque: nel corpo umano e fuori da esso. Lanza ritiene inoltre che universi multipli possano esistere simultaneamente. In un universo, il corpo può essere morto mentre in un altro può continuare ad esistere, assorbendo la coscienza che migra in questo universo. Ciò significa che una persona morta, durante il viaggio attraverso un tunnel non finisce all'inferno o in paradiso, ma in un mondo simile, a lui o a lei, una volta abitato, ma questa volta vivo. E così via, all'infinito. Senza ricorrere a ideologie religiose lo scienziato cerca quindi di spiegare la coscienza quantistica con esperienze precedenti alla morte, proiezione astrale, esperienze fuori del corpo e anche reincarnazione. Secondo la sua teoria, l'energia della coscienza a un certo punto viene riciclata in un corpo diverso e nel frattempo esiste al di fuori del corpo fisico ad un altro livello di realtà e forse, anche, in un altro universo.

Fonte: wallstreetitalia.com

Tratto da EcPlanet

http://www.affaritaliani.it/Rubriche/ca ... refresh_ce



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PROFESSOR W. A. TILLER: SIAMO ESSERI SPIRITUALI RIVESTITI DI UN BIO-CORPO

I filosofi pitagorici ritenevano che il corpo fosse la prigione dell'anima; la religioni, poi, nel corso dei secoli hanno affermato con forza la componente spirituale dell'essere umano. In epoca contemporanea, anche la scienza si sta spingendo oltre i confini del corporeo per cominciare ad esplorare, nell'abito della fisica quantistica, la possibilità che la coscienza umana sia una realtà sussistente indipendente dal corpo.

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Molte persone descrivono il professor William A. Tiller come uno scienziato in anticipo sui tempi.

Professore emerito di Scienza e Ingegneria dei Materiali presso la Stanford University, Tiller si è guadagnato la sua reputazione accademica per il suo lavoro scientifico nel campo della cristallizzazione.

Ma le sue riflessioni più intriganti fanno riferimento a idee che vanno molto al di là delle teorie scientifiche convenzionali sulla natura della coscienza umana: egli ipotizza l’esistenza di energie sottili che vanno al di là delle quattro forze fondamentali, le quali lavorano in concerto con la coscienza umana.

Tiller, le cui idee sono contenute sul sito web della sua fondazione http://tillerfoundation.com/, è convinto che la nostra mente e le nostre emozioni possono evolvere al punto tale da poter influenzare la nostra vita quotidiana, fino a modificare fisicamente la realtà. Certamente, si tratta di idee che affondano nella teoria quantistica della realtà, una vera e propria sfida per la comunità scientifica ortodossa.



I pensieri possono cambiare la realtà?
Tiller considera noi esseri umani come esseri spirituali rivestiti di un bio-corpo e con enormi poteri di cui non siamo consapevoli. Il professore ritiene che la nostra coscienza sia un sottoprodotto che viene a generarsi quando lo spirito entra nella materia densa.

Tiller, il quale ha trascorso ben 34 anni nel mondo accademico dopo essere stato per nove anni fisico consultivo presso i Laboratori di Ricerca Westinghouse, ha pubblicato oltre 250 lavori scientifici convenzionali e numerosi brevetti. Parallelamente, da oltre 30 anni, ha condotto un rigorosissimo studio sperimentale e teorico nel campo della psicoenergia, materia che probabilmente diventerà parte della fisica di domani.

Il professor Tiller non dice che la scienza classica sia sbagliata, ma semplicemente che è troppo limitata per spiegare la complessità del reale. Ad esempio, la nostra comprensione della coscienza è limitata perchè l’attuale paradigma è legato essenzialmente alla prospettiva dello spazio-tempo.

“Non puoi usare li spazio-tempo come quadro di riferimento per comprendere la coscienza”, spiega Tiller. “Bisogna espandere i sistemi di riferimento in modo da poter cominciare a vedere cosa significhi e come questa interagisce con la realtà fisica grossolana”.

“La nostra coscienza interagisce con la realtà attraverso il nostro bio-corpo: la nostra natura spirituale si esprime così su più livelli: fisico, emotivo, mentale”, continua Tiller. “Veniamo al mondo inseriti in questo mega contenitore fisico chiamato Universo, per crescere in coerenza, sviluppare i nostri doni e diventare che che abbiamo intenzione di diventare”.

“L’Universo è la scuola in cui impariamo ad esprimere il nostro libero arbitrio, facendo delle scelte e ad accettare le conseguenze di quelle scelte che partecipano alla creazione del nostro futuro vicino e lontano, e guarire i danni collaterali conseguenti a tali scelte”, dice ancora il professore. “Per essere in grado di esplorare i nostri pieni poteri, dobbiamo prima capire chi e cosa siamo”.

E’ chiaro che per Tiller siamo molto più che carne e sangue. “Siamo tutti spiriti che vivono un’esperienza fisica. Siamo il prodotto dei nostri pensieri, atteggiamenti e azioni vissute in questo enorme simulatore che è l’Universo”, dice Tiller. “In questo simulatore siamo mortali dal punto di vista corporeo, ma essenzialmente indistruttibili dal punto di vista della coscienza”.

Per realizzare se stessi in questa vita, e quindi influenzare la nostra realtà fisica, dobbiamo prima trovare uno scopo nella vita. “Bisogna dare un senso alla vita”, dice Tiller. “Bisogna essere sisposti a sospendere il giudizio, essere individui aperti e imparare il più possibile su se stessi, sugli altri e sul mondo. Con la meditazione è possibile spingersi ad esplorare la proprie interiorità”.

La scienza psicoenergetica inaugurata da Tiller, assumendo le idee della Teoria Quantistica, afferma essenzialmente che la coscienza umana e la realtà fisica si influenzano reciprocamente, e il fine della vita fisica è quello di imparare a conoscere se stessi, gli altri e il mondo. La ricerca del professor Tiller è riassunta da lui stesso con un pensiero del Buddha: “Tutto ciò che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato”.

http://www.ilnavigatorecurioso.it/wp-co ... tiller.jpg



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MessaggioInviato: 06/04/2014, 19:41 
Quando la scienza è ... limitata ... [;)]


"Ora posso dirlo con certezza: la mia Caterina è resuscitata"

"Ragiona, ricorda, parla, ride eppure il suo cuore si fermò per un'ora e mezzo". Lo scrittore Antonio Socci indaga sul mistero dei "tornati dall'aldilà": 3 milioni solo in Italia

Caterina Socci, 24 anni, morì il 12 settembre 2009. Il 24 si sarebbe dovuta laureare in architettura. Quella sera, intorno alle 20, lei e le altre universitarie, con le quali condivideva un appartamento a Firenze, stavano decidendo se cucinarsi gli spaghetti o recarsi in pizzeria. Ebbe appena il tempo di dire: «Oddio, mi sento male». Le amiche la afferrarono al volo, impedendo che sbattesse la testa sul pavimento. Il cuore s'era fermato, il respiro pure. Suo padre, il giornalista e scrittore Antonio Socci, fu avvertito soltanto alle 21.30.

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Ancora gli vibrano nella testa lo squillo del telefono, il tramestio che d'improvviso scrollò la casa, l'urlo straziato della moglie Alessandra, subito seguito dal suo: «Gesùmionooooooooo!». E poi la folle corsa in auto da Siena a Firenze.

«Aritmia fatale», fu la diagnosi. Nessuna malformazione congenita. Escluse cause virali o tossicologiche. Era semplicemente cessato, senza motivo, l'impulso elettrico che fa contrarre il muscolo della vita. Per tentare di ripristinarlo, i soccorritori del 118 usarono il defibrillatore più e più volte, con ostinazione. Dal momento dell'arresto cardiaco, le probabilità che questa manovra di rianimazione sortisca qualche effetto decadono del 7-10 per cento ogni 60 secondi. Dieci minuti, un quarto d'ora al massimo, e sei spacciato. E se per caso negli istanti successivi riescono a riacciuffarti, i danni al cervello provocati dalla mancata ossigenazione delle cellule nervose sono già irreversibili. È il coma profondo o lo stato vegetativo permanente.

Caterina era morta da un'ora e mezzo quando giunse sul posto don Andrea Bellandi, assistente spirituale degli studenti di Comunione e liberazione. S'inginocchiò sul pavimento e cominciò a recitare il rosario. L'équipe medica gli fece capire che era fiato sprecato, che non c'era più nulla da fare. Ma alla seconda, o terza, Ave Maria, «il miracolo», è così che lo chiama papà Socci: «Il cuore riprese a pulsare di colpo. Un battito forte, regolare, non deboli segnali come avviene subito dopo una defibrillazione. Tornata di botto normalissima anche la pressione arteriosa. Due eventi scientificamente inspiegabili. Perché mia figlia era morta, capisce? Morta».

Antonio Socci non ha paura di scomodare una parola impegnativa: resurrezione. Finora aveva sempre fermamente creduto che questo evento soprannaturale si fosse manifestato solo nei tre redivivi di cui narra il Vangelo, riportati in vita da Gesù: la figlia di Giairo, il figlio della vedova di Nain e Lazzaro. Ma oggi che Caterina ha 29 anni, si regge sulle proprie gambe, ragiona, ascolta, capisce, si commuove, ride, chiama per nome i genitori e s'impegna giorno dopo giorno in un lento ma strabiliante ritorno alla normalità, che cosa poteva concludere un padre se non che la sua primogenita è tornata all'aldilà? E proprio da questa figlia «resuscitata» prende le mosse Tornati dall'Aldilà (Rizzoli), il saggio che Socci, dal 2004 direttore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, ha mandato in libreria quattro giorni fa e che si leggerebbe come un romanzo se non si sapesse in partenza che quanto vi è descritto è tutto vero, tutto documentato, a cominciare dalle molteplici testimonianze di quelle che la scienza classifica come Nde (near-death experience), esperienze vicine alla morte. «Quando la sorte mi ha costretto a occuparmene, sono rimasto sbalordito dai numeri: si calcola che circa il 5 per cento della popolazione mondiale abbia avuto una Nde. Quindi 3 milioni di persone soltanto in Italia. Il sondaggio l'ha svolto la Gallup, il più antico e autorevole istituto di statistica statunitense. Io stesso, nella ristretta cerchia d'una ventina di amici, ho scoperto cinque casi, tre dei quali sono riportati nel libro».

Socci, 55 anni, sposato con Alessandra Gianni, docente di iconografia medievale nell'ateneo di Siena che gli ha dato anche Maria, 28 anni, e Michelangelo, 16, è abituato a scavare in profondità. Eredità di famiglia: «Mio nonno Adriano era minatore, estraeva carbone nel Chianti. Mio padre Silvano lo stesso: a 9 anni già lavorava, a 14 scese in miniera. Era un cattolico vero, aveva capito cos'è il comunismo. Restò disoccupato con tre figli a carico, mentre mia madre aspettava me e mia sorella gemella, eppure non perse mai la speranza. È stato il mio master universitario».

Perché «aldilà» nel titolo del libro è scritto con la maiuscola?
«Perché è un posto eminente. Il luogo della realtà vera. Quella attuale è solo un teatro di ombre. Ho ascoltato l'ultima canzone di Vasco Rossi, Dannate nuvole: #147;Quando cammino in questa valle di lacrime vedo che tutto si deve abbandonare. Niente dura, niente dura. E questo lo sai, però non ti ci abitui mai. Chissà perché?#148;. Davanti alla fragilità del mondo, dentro di noi sentiamo la certezza d'essere fatti per qualcosa che dura».

I racconti dei «ritornati» non potrebbero essere sogni creati da una residua attività encefalica? In fin dei conti la scienza ignora circa l'80 per cento delle potenzialità cerebrali.
«Non dopo l'indagine dell'équipe olandese coordinata dal cardiologo Pim van Lommel su 344 pazienti rianimati in seguito a un arresto cardiaco, 62 dei quali avevano avuto una Nde nonostante fossero tutti clinicamente morti. Come si può spiegare una coscienza lucida fuori dal corpo nel momento in cui il cervello non funziona più e l'elettroencefalogramma è piatto? Su The Lancet, la Bibbia dei positivisti, van Lommel fu costretto ad ammettere che #147;si dovrebbe includere la trascendenza, come concetto e come prospettiva, all'interno di un tentativo complessivo di spiegazione di queste esperienze#148;. E il neurofisiologo John Eccles, premio Nobel per la medicina, ha concluso che non si può ricondurre la coscienza alla chimica dei neuroni: #147;Dobbiamo riconoscere che siamo esseri spirituali con un'anima che esistono in un mondo spirituale, così come esseri materiali con un corpo e un cervello che esistono in un mondo materiale#148;».

Fra i «resuscitati» lei cita gli attori Peter Sellers, Elizabeth Taylor, Sharon Stone e Jane Seymour.
«Anche il soldato Er, presente nella Repubblica di Platone, che risale al 380 avanti Cristo: si risvegliò a 12 giorni dal decesso e riferì di aver visitato l'aldilà. E Umberto Scapagnini, che fu parlamentare, sindaco di Catania e medico personale di Silvio Berlusconi. Da specialista di neuroscienze, spiegava che durante la sua Nde incontrò la madre, morta un anno prima, e poi padre Pio, il quale gli ordinò di tornare alla vita terrena, dicendogli: #147;Guagliò, che ci fai tu qui?#148;. E Cino Tortorella, il mago Zurlì».

Conosco bene Tortorella. Parla di «un'immersione nella chiarità», avvolto da «una matassa di voci di persone care». E si stupisce molto, lui che è ateo, dello scetticismo altrui.
«Una signora mi ha scritto un'ora dopo che avevo annunciato su Facebook l'uscita di Tornati dall'Aldilà: #147;Se ci riuscirò, un giorno le racconterò che cosa ho visto#148;. Molti tacciono proprio perché non trovano le parole per dirlo e temono di non essere creduti».

Qual è la Nde che più l'ha colpita?
«Quella di Vicki. Nasce prematura nel 1951, con bulbi oculari e nervo ottico atrofizzati e incompleto sviluppo della corteccia cerebrale visiva. Totalmente cieca. Nel 1973, a 22 anni, è coinvolta in un incidente d'auto. Tentano inutilmente di rianimarla. #147;Esce#148; da sé stessa. Non avendone esperienza, subito non distingue il suo corpo steso in barella. Poi lo identifica dall'anello che aveva conosciuto con il tatto. Al suo risveglio descrive con precisione il furgone Volkswagen contro cui s'è schiantata l'auto su cui viaggiava e i volti di persone defunte, #147;fatte di luce#148;, che non aveva mai visto in vita sua: la nonna, due amichette del collegio per non vedenti, due anziani. In pratica una prova scientifica dell'esistenza dell'anima contro coloro che liquidano le Nde come allucinazioni prodotte dall'encefalo. Nel cervello di Vicki non poteva esservi memoria delle immagini che invece ha saputo dettagliare».

Lei pensa che sua figlia sia tornata dall'aldilà?
«Ne sono fermamente convinto. Quando ricevetti la telefonata, il cuore era fermo da più di un'ora: una situazione incompatibile con la vita. Per una frazione di secondo ebbi chiaro nella testa un solo concetto: Dio può tutto. E supplicai i medici del 118 di continuare nei tentativi di rianimarla, pur sapendo che mi avrebbero restituito un corpo in stato vegetativo».

E oggi invece come sta?
«È perfettamente cosciente, ilare, vivace, tranquilla. Ha recuperato la memoria che aveva perso. Pronuncia parole, dice #147;mamma#148; e #147;papà#148;, si fa capire con i #147;sì#148; e con i #147;no#148;. È espressiva nel commentare i telegiornali. Sa che la riabilitazione sarà lunga, ma è certissima di uscirne. È impegnata nella logopedia e nella fisioterapia con il metodo Bobath che ridà il giusto allineamento al corpo. E resta incredibilmente bella».

Anche Caterina crede d'essere tornata a vivere per un miracolo?
«Certo, frutto d'una catena di preghiere incessanti che ha coinvolto quattro continenti. C'entra anche padre Pio. Undici giorni dopo la tragedia, cadeva la sua festa. Quella mattina mi aggrappai alla tonaca del santo di Pietrelcina. Dopo 10 minuti ricevetti una telefonata da Marija Pavlovic, una dei sei veggenti di Medjugorje. Venne a trovare Caterina e lì, in terapia intensiva, ebbe la sua visione quotidiana: la Madonna le apparve in cima al letto. L'indomani, mentre mia moglie e io accarezzavamo nostra figlia e le parlavamo, il suo viso avvampò, il cuore prese a galoppare, la pressione sanguigna e il respiro fecero scattare gli allarmi dei dispositivi di monitoraggio emodinamico. Strinse le nostre mani, come le avevamo chiesto di fare. I suoi occhi non erano più persi nel vuoto».

Vi aveva riconosciuto.
«Ma il risveglio cominciò solo verso Natale. Fu agitato, travagliato. Urlava. Nel gennaio 2010, mentre la madre le leggeva una pagina del Giovane Holden, Caterina proruppe in una risata fragorosa, lunghissima, che commosse tutto il reparto. Quattro giorni dopo le fu tolto il respiratore. Ricordava tutto. #147;Ha spazzato via ogni nostra previsione#148;, si stupì il professor Roberto Piperno, primario dell'unità di neuroriabilitazione dell'ospedale Maggiore di Bologna».

Vi ha spiegato com'è fatto l'aldilà?
«Sì. Una testimonianza che ci ha molto impressionato. Un giorno sarà lei a raccontarla in prima persona, se lo vorrà».

Ai genitori che perdono per sempre i loro figli che cosa si sente di dire?
«Che nulla è per sempre. Che la separazione è temporanea. Che la comunione dei santi li rende vicini nel tempo e nello spazio. Che tutte le lacrime saranno asciugate. Che siamo nati e non moriremo mai più, come disse Chiara Corbella, la quale rifiutò le cure antitumorali pericolose per la gravidanza pur di mettere al mondo il suo Francesco, sacrificando così la propria vita. Quando sento dire che non vi è niente di peggio della morte, io rispondo che la sofferenza di un figlio è ben peggiore. Chi, padre o madre, non direbbe a Dio: #147;Prendi la mia vita adesso, ma guariscilo#148;? È l'esperienza che il Padreterno ha messo nella natura per farci capire che cos'è l'amore vero, quello che non prende, che non possiede, che è pronto a immolare sé stesso».

Perché Dio pretenderebbe di farci credere nella vita eterna senza fornirci un briciolo di prova?
«Di prove ce ne ha date a iosa e la principale si chiama Gesù Cristo. Come ha ben spiegato il filosofo Henri Bergson, se fossimo assolutamente sicuri di sopravvivere, non potremmo più pensare ad altro. I piaceri sussisterebbero, ma offuscati e sbiaditi. Impallidirebbero, perché la loro intensità non sarebbe che l'attenzione da noi fissata su di essi».

Con quale carne risorgeremo? A che età?
«Le modalità restano un mistero. Ma nemmeno i dati biologici sono certi. Nell'arco di sette anni tutte le cellule del nostro corpo cambiano, eppure restiamo sempre noi stessi. Come si spiega?».

Pensa davvero che la scienza possa provare l'esistenza dell'anima e magari darle persino un peso, 21 grammi, come nel film con Sean Penn?
«Dal punto di vista empirico è un'esistenza già dimostrata dal fatto che tutti i desideri del nostro cuore non trovano appagamento su questa terra. Che cos'è il ricorso alla droga se non una ricerca di estasi? E le utopie politiche non sognano forse un altro mondo? Per non parlare del sesso: gli animali lo vivono come un semplice bisogno fisiologico, noi come un'ossessione che sfocia nella maniacalità. Questa può essere solo un'insoddisfazione dell'anima, non certo del corpo. Siamo stati fatti per una felicità infinita, non per qualcosa di meno».

http://www.ilgiornale.it/news/interni/o ... 08059.html



(Da parte mia ... una conferma!) [;)]



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MessaggioInviato: 06/04/2014, 21:08 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Nell'arco di sette anni tutte le cellule del nostro corpo cambiano, eppure restiamo sempre noi stessi. Come si spiega?».



Mio caro amico... nell'ambito di alcune ricerche che sto portando avanti ritengo questo elemento di fondamentale importanza.

Quindi volevo ringraziarti per questo intervento!

[:I]



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MessaggioInviato: 06/04/2014, 22:43 
la scienza lo spiega con l'rna messaggero [;)]

ciao
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cari amici,
Cita:
persino un peso, 21 grammi, come nel film con Sean Penn

non è solo un film, ma una ricerca del dottor Duncan MacDougall,
ma..

http://leganerd.com/2013/06/12/21-gramm ... dellanima/

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 21/04/2014, 21:28 
Mi sembra significativo riportare quanto segue quale ulteriore testimonianza all'interno del corpo di scritti relativi alla proto-cristianità dell'esistenza dell'anima e dei meccanismi che ne regolano le dinamiche.

Leggendo l'articolo ho riscontrato collegamenti con quanto diciamo relativamente alla reincarnazione e alle recenti scoperte della fisica quantistica.

Gesù Cristo e la Reincarnazione

La maggioranza delle religioni cristiane nega la reincarnazione sostenendo che una sola vita terrena basti a raggiungere la perfezione che Dio richiede.

Questo potrebbe al limite sostenersi nel caso di una vita lunga e colma di evoluzione spirituale come ad es. quella dei Santi, ma che dire di un bimbo che viva solo pochi mesi di vita?

Oppure di un malato di mente che non capisce quello che fa? E come spiegare l'ingiustizia di chi vive poverissimo, in un paese in guerra rispetto a chi nasce ricco e senza problemi? E chi nasce in una tribù primitiva che non sa nulla del Cristianesimo? Per non parlare degli uomini delle caverne, cannibali e senza battesimo... chissà che brutta fine fanno secondo le varie Chiese cristiane! Come si può sostenere che un uomo delle caverne può arrivare allo stesso livello evolutivo dell'uomo moderno con una singola esistenza terrena? Chiunque capirebbe che questo è letteralmente impossibile.

E' inoltre impossibile conciliare la giustizia perfetta e infinita di Dio con una singola vita, una singola possibilità che per logica pura e semplice dovrebbe essere identica per tutti. Che direste voi di un padre che dà a un figlio tutti i vantaggi possibili e a un altro niente? Direste sicuramente che è un cattivo padre, che è ingiusto. Come si può quindi pensare questo di Dio che è onnipotente ed essendo infinitamente buono e giusto ama tutti i suoi figli allo stesso modo? E che colpa ne avrebbe il cannibale di essere nato così? Finirebbe costui in un Limbo come ci dice la Chiesa cattolica? E hanno pure il coraggio di dire che questa sarebbe una giustizia perfetta. La singola esistenza è la negazione della misericordia divina.

La logica elementare ci dice che tutto questo è impossibile.

Le varie religioni cristiane rispondono che le varie vite (il ricco, il povero, il cannibale, il malato di mente, ecc.) capitano "per puro caso", perché la natura è così e nessuno può farci nulla! Ma il caso cos'è? Le leggi della natura chi le ha fatte? Se Dio è onnipotente, significa che può fare qualunque cosa, perché mai dovrebbe sottostare al caso?

Osservando le cose con razionalità appare evidente che il concetto di una sola vita è semplicemente inconciliabile con la giustizia divina. Il concetto della pluralità delle esistenze, la reincarnazione, invece è perfettamente coerente, è la logica conseguenza della giustizia divina, dando a tutti le stesse identiche possibilità per evolversi. Gli uomini moderni ed evoluti non sono nati già evoluti, il loro sviluppo è frutto di diverse esistenze passate. Esattamente come a scuola lo studente impara in anni diversi cose diverse, il bambino alle elementari, l'universitario all'università. E se in una vita si è fallito, ci si reincarna in condizioni simili, proprio come a scuola i bocciati ripetono l'anno scolastico. Non c'è cosa più naturale di questa.

Quando si parla di reincarnazione persino i teologi ne hanno un'idea estremamente superficiale, una favoletta ingenua e infantile per bambini che respingono con presunta superiorità. Non tutte le religioni hanno lo stesso concetto di reincarnazione, le differenze tra una e l'altra sono enormi. Si passa dalla reincarnazione secondo gli indù, dove gli uomini si reincarnano persino negli animali (persino negli insetti e altri animali insignificanti) e dove lo scopo sarebbe una continua punizione fino a religioni con concetti di reincarnazione molto più evoluti.

Liquidare la reincarnazione, a cui credono ben due terzi del mondo, come se fosse un favoletta per bambini sarebbe esattamente come ridurre il cristianesimo alla favoletta di Adamo ed Eva che hanno generato l'umanità. Come in tutti gli argomenti c'è una conoscenza superficiale e una conoscenza precisa. Non bisogna cadere nell'errore, tipico degli ignoranti e dei saccenti, di negare un concetto a priori senza conoscerlo affatto.

La Reincarnazione nel Vangelo

Nei vangeli ci sono diversi riferimenti alla reincarnazione. Nel vangelo di Giovanni (III, 3), Gesù dice a Nicodemo:

Cita:
"In verità, in verità ti dico che se uno non nascerà di nuovo non può vedere il regno di Dio". Nicodemo gli chiese: "Come può un uomo rinascere quand'è già vecchio? Può forse rientrare nel grembo della madre per essere rigenerato?"


Innanzitutto occorre fare alcune precisazioni. Gesù e Nicodemo parlavano la stessa lingua, l'aramaico. Nicodemo non era un pastore ignorante e analfabeta, ma uno dei più colti maestri religiosi. Gesù e Nicodemo parlarono tutta la notte di questo argomento, anche se l'apostolo Giovanni ci riporta solo i passaggi più significativi.

La conseguenza logica è che non potevano non capirsi, come se uno fosse cinese e l'altro tedesco! Le Chiese cristiane interpretano questo "nascere di nuovo" come una rinascita meramente simbolica, e non fisica. Nicodemo, che parlava la stessa lingua, interpreta invece correttamente in senso materiale, di dover nascere di nuovo, dopo essere stati vecchi, dal grembo di una nuova madre

Gesù allora gli risponde: "Bisogna che voi siate generati di nuovo"

Il senso è chiarissimo. Il verbo "generare" si riferisce al nascere in senso fisico, carnale, dal grembo materno, non al cambiamento morale. Non c'è nessuna possibilità di equivoco. E aggiunge che questo "nascere di nuovo", "essere generati di nuovo" è necessario. Gesù continua spiegando a Nicodemo che lo spirito non nasce insieme alla carne, cioè nella nascita carnale, (come invece sostengono le Chiese cristiane), ma ne è indipendente, preesiste alla nascita terrena e le sopravvive.

Le parole di Gesù sono anche qui chiarissime e inequivocabili:

Cita:
"Ciò che è generato dalla carne è carne; e quel che nasce dallo spirito è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: bisogna che voi siate generati di nuovo." (Giovanni III,6)


Anche qui le parole si riferiscono in modo evidente a una nascita carnale, generare in senso carnale, come Nicodemo aveva perfettamente capito, non si parla di un cambiamento morale, né di battesimo, come sostengono le varie religioni cristiane. Non ha senso stravolgere il significato delle parole di Gesù per forzarle a quello che si vuole. Se si è in buona fede, il buon senso e la logica, anche per i ragionamenti di cui sopra, ci dice che il senso è proprio quello della reincarnazione, che i primi cristiani conoscevano benissimo.

In particolare non può trattarsi di battesimo, in quanto nella Bibbia, Giobbe usa le stesse parole di Gesù, parlando di "essere generati di nuovo dalla carne", di "nascere di nuovo", "carne e spirito", "corpo e spirito", "ventre materno". Ma Giobbe non poteva conoscere il battesimo perché ai suoi tempi neppure esisteva! Il riferimento alla reincarnazione è di un'evidenza solare.

In un altro passaggio del Vangelo c'è un'altra inequivocabile prova che gli apostoli di Gesù conoscevano la reincarnazione:

Cita:
Passando vide un uomo, che era cieco fin dalla nascita. I suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia cieco dalla nascita?» (Giovanni, IX, 1-2)


Se per i discepoli il concetto di reincarnazione non fosse stato ben chiaro non avrebbero neppure posto questa domanda e invece si interrogano sul perché quell'uomo sia cieco dalla nascita: chi ha peccato? Lui o i suoi genitori? E come poteva peccare lui per essere poi punito ad essere cieco dalla nascita? I teologi cattolici, pur di non ammettere la logica conclusione della reincarnazione, sono arrivati a dire che quell'uomo aveva peccato nel grembo materno! Secondo loro aveva commesso un peccato così grave nel ventre materno da essere stato punito con una malattia terribile! Se quindi vedete un malato di mente, un cieco dalla nascita, un bimbo che è nato con gravi malattie dovete pensare che, secondo i teologi cattolici, è stato punito per aver peccato nel ventre materno!

Un altro riferimento l'abbiamo in Matteo XVII, 12-13 dove Gesù parla del profeta Elìa, che secondo le profezie sarebbe dovuto resuscitare per preparare il terreno al Messìa.

Cita:
"Elìa è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto. Allora i discepoli capirono che egli aveva parlato loro di Giovanni Battista." (Matteo, XVII, 12-13)

"Egli (Giovanni Battista) è l'Elia che doveva venire. Chi ha orecchie per udire oda." (Matteo XI, 14)


Le parole anche qui sono chiarissime. Elìa venne proprio prima di Gesù per preparargli il terreno, ma non capirono che era lui e lo uccisero. I discepoli invece, che conoscevano la reincarnazione, capirono perfettamente che Elìa e Giovanni Battista erano in realtà la stessa persona, il Vangelo ce lo spiega nel modo più chiaro possibile. Anche qui chi ha orecchie per indendere intenda significa che non a tutti è dato capirlo.

Anche S.Paolo nella Lettera ai Romani, cap.IX, parla di Esaù e Giacobbe come già esistenti, prima che fossero nati!

Nel Vangelo di Tommaso portato alla luce nel 1945, quindi esente da rimaneggiamenti e censure, è scritto:

Cita:
Un giorno chiedemmo a Gesù: "Quale sarà la nostra fine?" Ed Egli ci rispose: "Se scoprite il principio non dovrete preoccuparvi della fine, perché dove è la fine, là è il principio. E chi conosce il principio, conosce la fine e si libera dalle morti". Disse proprio così, "dalle morti" e poi aggiunse: "Volete sapere in che modo un uomo si libera dalle morti? Divenendo consapevole di essere già esistito prima di ogni nascita."


Qui Gesù spiega che l'uomo è ingabbiato nel ciclo delle reincarnazioni, quindi delle rinascite e delle morti, fino a che non avrà raggiunto un certo livello di consapevolezza, dopo di che la sua evoluzione continuerà nel mondo dello spirito, senza più necessità di reincarnarsi.

Ed ancora, rivolgendosi all'apostolo Tommaso:

Cita:
Gesù disse: "Tommaso, ora tu sei qui con me a passeggiare su questo monte. Quando sarai dall'altra parte, se vorrai, con un sol balzo potrai tornare quaggiù a riprendere la tua passeggiata nel mondo". - Lo farò, Maestro mio, sono innamorato di questo pianeta! Dopo morto tornerò giù.


Ed ancora:

Cita:
Gesù disse: "Consideratevi di passaggio." (V.Tommaso, 42)


Ed ancora, spiegando che la resurrezione della carne è in realtà la reincarnazione:

Cita:
Passavamo in mezzo ad un antico cimitero ed uno dei discepoli chiese a Gesù: "Cosa resta di questi poveri morti, oltre alle loro ossa che vanno in polvere e in quale giorno, coloro che sono morti i si risveglieranno dal loro riposo e in quale giorno ricomincerà per loro la vita e il mondo nuovo? "Gesù allora rispose: "Vi siete lasciati troppo distrarre da quelle tombe e da quelle ossa. Ciò che voi attendete è già avvenuto. Ma voi non ve ne accorgete e seguitate a dire: i morti riposino in pace!" (V.Tommaso, 51)


Ed ancora, spiegando che il karma è il programma di prove da affrontare che ciascuno si prepara prima della propria nascita:

Cita:
Gesù disse: "Tommaso, non ti lamentare, se tutto ti va di traverso. In fondo, queste prove che tu devi superare, le inventasti tu stesso. Quanti dal cielo, si affacciano per vedere se cadi nelle trappole che tu stesso ti sei preparato! Felice l'uomo che supera queste prove perchè, al di là, egli trova la Vita".


E anche nel Vangelo di Maria Maddalena, Gesù dice:

Cita:
E' così, è necessario morire di molte morti per conoscere la luce della nascita. (Vangelo di Maria Maddalena, v.235-236)


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La Reincarnazione secondo i Padri della Chiesa dei primi secoli

I Padri della Chiesa Cristiana dei primi secoli, come anche gli gnostici, i greci, gli egizi, gli orientali, avevano ben chiaro il concetto di reincarnazione, infatti Origene, ancora nel 250 d.C., uno dei più importanti Padri della Chiesa, nell'opera Sui Principi spiega che le anime vengono assegnate al loro "luogo o regione o condizione" in base alle loro azioni "prima della vita presente". "Dio ha organizzato l'universo sul principio di una retribuzione assolutamente imparziale", scrive Origene. Dio non creò "secondo alcun favoritismo" ma "diede alle anime un corpo secondo i peccati di ognuno". Un riferimento inequivocabile al Karma di ognuno e al fatto ovvio che la Giustizia Divina dà a ciascuno quello che merita, senza affidarsi al caso o ad assurdi favoritismi.

"Se l'anima non ha avuto una pre-esistenza", domanda Origene, "perchè alcuni sono ciechi dalla nascita, non avendo peccato, mentre altri nascono senza alcun difetto?". Egli risponde alla sua stessa domanda: "È chiaro che alcuni peccati esistevano (cioè erano stati commessi) prima che l'anima entrasse in un corpo e, come risultato di tali peccati, ogni anima riceve una ricompensa in proporzione a ciò che merita". Le parole di Origene sono di una chiarezza solare sia alla luce di quello che dicevano gli apostoli nel Vangelo, sia della logica più basilare.

Origene scrive anche: - "Ogni anima...viene in questo mondo rafforzata dalle vittore o indebolita dalle sconfitte della sua vita passata." Il riferimento alla reincarnazione è più che evidente ed innegabile per chiunque sia in buona fede e valuti con un minimo di elementare buon senso. I primi cristiani, gli apostoli, i Padri della Chiesa, credevano fermamente nella reincarnazione, coerentemente agli insegnamenti di Gesù.

S.Agostino nelle Confessioni, nel 400, scriveva: "Prima di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o altro corpo"

Diversi Padri della Chiesa cristiana sostenevano fortemente la reincarnazione, come S.Paolo, S.Giustino, S.Agostino, Erma, S.Ireneo, Teofilo d'Antiochia, Sinesio, Minucio Felice, S.Ippolito, Clemente Alessandrino, Minucio Felice, Tertulliano, e Origene il più importante. La reincarnazione nel mondo antico era rifiutata solo dai pagani e dai romani. Purtroppo l'assorbimento della Chiesa cristiana all'autorità dell'Impero Romano nel 325 d.C., con Costantino che per motivi politici la fece diventare la religione ufficiale dell'Impero, ne decretò lo stravolgimento dalle sue basi originarie in alcuni punti, modificando alcune convinzioni secondo la mentalità romana (introducendo ad es. la Trinità, completamente estranea agli insegnamenti del Vangelo).

Nel 553 d.C. l'imperatore bizantino Giustinaniano condannò le tesi sulla reincarnazione, tre secoli dopo la morte di Origene, proclamandole eretiche, facendone bruciare i libri che la insegnavano e perseguitando i sostenitori, ma fino a quel momento il mondo Cristiano era diviso tra chi aveva compreso il vero messaggio di Gesù sulla realtà della reincarnazione e chi la negava. A partire dal Concilio di Costantinopoli del 553 d.C. il concetto di reincarnazione fu bandito ufficialmente dalla Chiesa Cristiana e sostituito con quello di Resurrezione della carne morta nel corpo fisico originario nel giorno del Giudizio Universale.

Secondo questo dogma della Resurrezione della carne, alla "fine dei tempi", dopo un giudizio universale, le anime dei buoni e quelle dei cattivi si riuniranno ai corpi dei defunti e vivranno in eterno con quelli! Addirittura in passato la Chiesa cattolica vietava la cremazione dei defunti perchè altrimenti l'anima non avrebbe più avuto un corpo a cui potersi riunire! In seguito ci si rese conto che, cremati o non cremati, i resti dei defunti in ogni caso con il passare dei secoli finiscono per dissolversi nel nulla, quindi adesso sostengono che i corpi di carne e ossa verranno ricreati da zero, dopo il Giudizio Universale, ma saranno "carne" e "ossa" incorruttibili, destinati a durare per l'eternità. Questa favola della resurrezione soffre ancora di un'ottica prettamente materialistica in cui si vede tutto in funzione della materia, molto simile al concetto puerile di un Dio fatto a immagine e somiglianza dell'uomo, con barba e baffoni bianchi o a quello, altrettanto ridicolo, di un Inferno dantesco, con demoni muniti di forconi dediti a infilzare e torturare i dannati per l'eternità, sotto l'occhio inesorabile di Dio!

Il concetto di reincarnazione nella Chiesa cattolica è rifiutato per ovvi motivi. Se si accettasse l'idea che un anima necessita di più vite terrene per la sua evoluzione spirituale, molti dogmi, come quello sulla dannazione eterna, sulle assoluzioni fatte dai preti sui peccati, sarebbero destinati a cadere. Ecco perchè all'inizio del Medioevo, proprio nel momento in cui la Chiesa cattolica iniziava ad acquisire potere e controllo sulle masse ignoranti, aveva bisogno di un cambiamento di rotta finalizzato ad escludere questo concetto pericoloso dai suoi dogmi, sostituendolo con favole adeguate, che purtroppo sono sopravvissute, attraversando tutte le epoche di estrema corruzione medievale della Chiesa, fino ad oggi.

Oggi la reincarnazione è dimostrata scientificamente da numerosi ricercatori, tra cui Brian Weiss o Jim Tucker, con prove oggettive mediante ipnosi regressiva. Migliaia di persone ricordano le vite precedenti con meticolosità di dettagli sui luoghi e sulle famiglie in cui sono vissuti decenni o anche secoli prima, fornendo particolari altrimenti inspiegabili. Vi sono numerosissimi casi accertati di bambini che, senza neppure bisogno dell'ipnosi, ricordano la vita appena precedente fino ai 6-7 anni di età. Ovviamente la reincarnazione è negata con forza, nonostante le evidenze, dalla maggioranza degli scettici e dai religiosi del mondo cattolico.

http://www.vitaoltrelavita.it/vangeli/2 ... zione.html



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MessaggioInviato: 25/04/2014, 12:20 
La luce della vita: i biofotoni
di Davide Mauro


C'è una caratteristica che distingue gli esseri viventi dagli oggetti inanimati, la presenza di un'emissione luminosa. Questa emissione, nota più che altro negli ambiti strettamente scientifici, potrebbe cambiare radicalmente l'approccio alla cura delle malattie e all'interpretazione dei "meccanismi" biologici; stiamo parlando dei biofotoni, una scoperta che a distanza di anni quasi nessuno (stranamente) conosce...

Nel 1922 il biologo russo Alexander Gurwitsch eseguì un esperimento singolare: pose le radici di due cipolle l'una vicina all'altra riscontrando uno strano sviluppo delle punte in direzioni opposte, frapponendo invece una lastra di vetro in grado di assorbire i raggi ultravioletti questo fenomeno non si manifestava. Gurwitsch quindi ipotizzò l'esistenza di una radiazione sconosciuta emanata dalle radici delle cipolle e in grado di farle comunicare. Questa radiazione venne così battezzata radiazione mitogenetica. Un esempio di questo comportamento riguarda un esperimento eseguito anche con due campioni di sangue di maiale posti l'uno accanto all'altro, in uno venne instillato un agente patogeno, nell'altro no. Il sangue infetto reagì normalmente producendo anticorpi tuttavia anche nel sangue non infetto si ebbe la stessa reazione. Ripetendo poi l'esperimento ma frapponendo una lastra in grado di assorbire la luce, la produzione di anticorpi sul secondo bicchiere non avvenne.

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Successive indagini da parte di altri scienziati non ebbero alcun riscontro del fenomeno per questa ragione la teoria di Gurwitsch venne accantonata per cinquanta anni finché, ripresi gli studi, il biofisico tedesco Fritz-Albert Popp trovò diverse conferme a questa supposizione. Lavorando alle proprietà dei composti chimici cancerogeni scoprì che il benzo[a]pirene (presente nel tabacco e nei gas di scarico delle automobili) assorbe luce alla lunghezza d'onda dei 380 nanometri e la rimette ad una lunghezza differente. I composti non cancerogeni invece, come il benzo[e]pirene (pur essendo parecchio simili) non manifestano lo stesso comportamento. Approfondendo ulteriormente il fenomeno Popp scoprì che se una cellula viene danneggiata essa può ripararsi da sola nel giro di un giorno se esposta alla stessa frequenza ma con un'intensità più bassa.

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I biofotoni in una mela sana

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I biofotoni in una mela marcia

Per avvalorare ulteriormente la sua scoperta Popp entrò in contatto con Bernhard Ruth, il quale costruì un apposito fotomoltiplicatore in grado di fotografare l'emissione luminosa delle cellule chiamata biofotoni. Grazie a questo strumento è stato possibile fotografare i biofotoni, una radiazione luminosa paragonabile alla debole luce di una candela posta a 20 Km di distanza e con uno spettro che va dal visibile sino all'ultravioletto. Nelle immagini la "luce" degli esseri viventi appare piuttosto brillante, mentre nei rami secchi o nella frutta invecchiata le parti rovinate sono buie. Guardando le immagini balza subito alla mente la possibilità di utilizzare i biofotoni per conoscere la freschezza dei cibi o lo stato di salute del corpo; sotto questo aspetto quando ci alimentiamo, oltre alle sostanze che ingeriamo, potremmo persino dire che tendiamo a immagazzinare l'energia del sole acquisita dalle piante e dagli animali.

L'emissione di biofotoni può anche essere paragonata a quella dei laser. In un laser i fotoni assumono una forte coerenza di fase delle onde elettromagnetiche, la stessa coerenza riscontrata anche nei biofotoni. Gli organismi in buona salute infatti emettono luce coerente (da un punto di vista elettromagnetico), mentre in quelli malati l'emissione non è coerente o persino assente. I malati di sclerosi multipla addirittura soffrono di un eccesso di coerenza. Un'emissione non ordinata di biofotoni o addirittura l'interruzione scompenserebbe l'organismo facendolo ammalare. La presenza di virus, batteri o di sostanze tossiche, sarebbe in grado di alterare questo equilibrio di emissione e assorbimento facendo ammalare l'organismo.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=15tA4VTlVeQ[/BBvideo]

Questa emissione con buona probabilità funziona come un campo e avrebbe la funzione di sincronizzare il comportamento cellulare attraverso il DNA. Nel 1981 inoltre Popp ha dimostrato che il DNA è il principale emettitore di biofotoni, conferma avvenuta poi anche da parte di altri gruppi di scienziati.

L'esistenza dei biofotoni, a questo punto, potrebbe rivalutare persino l'importanza di un'antica tecnica di guarigione come l'agopuntura. Si è riscontrato infatti che i punti cutanei di applicazione dell'agopuntura presentano una resistività elettrica inferiore alle altre porzioni di pelle favorendo il passaggio di correnti elettriche, ma non solo, in quegli stessi punti l'emissione di biofotoni è maggiore! Così anche la possibile esistenza dell'aura che alcune persone dicono di vedere attorno al corpo delle persone potrebbe essere associata a questo fenomeno. La variazione di colore dell'aura (secondo alcuni indice di un'alterazione del flusso energetico del corpo) potrebbe corrispondere a una variazione di frequenza emissiva che ne modifichi le caratteristiche e indirettamente rilevare lo stato di salute...

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Sin da quando Popp ha iniziato a pubblicare le sue ricerche il suo lavoro è stato osteggiato dagli ambienti accademici, un po' come avviene per tutti gli scienziati coinvolti in ricerche controverse o troppo "esotiche". Popp addirittura perse nel 1980 la cattedra universitaria di Marburgo e gli vennero negati persino i rimborsi. Gli studi sui biofotoni negli anni si sono comunque moltiplicati anche da parte di eminenti scienziati come il fisico Herbert Froehlich e il premio Nobel Ilya Prigogine. A riprova del successo dei lavori di Popp è famosa la guarigione di una donna malata terminale di cancro, curata dallo scienziato con estratti di vischio. Il vischio nel corpo della donna avrebbe ripristinato la coerenza dei biofotoni tra le cellule.

Immagine
I biofotoni all'estremità delle dita di una mano

Proprio come accennato all'inizio, è del tutto strano riscontrare come l'argomento dei biofotoni sia assente nei media, salvo pochi articoli su internet e di natura per lo più specialistica. Il legittimo sospetto che l'avanzamento delle ricerche possa ridimensionare i guadagni di certe case farmaceutiche è più che legittimo. Ma è anche vero che sussiste una forte resistenza della comunità scientifica (come ai tempi di Galileo) ad accettare senza pregiudizi una visione olistica della biologia e della vita in generale. La frammentazione tra i diversi campi della medicina purtroppo non favorisce una chiara visione unitaria dei comportamenti biologici, visione che inevitabilmente la scienza e la medicina dovranno accettare se vogliono andare oltre i limiti dell'attuale paradigma.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=vFkuGixtPNo[/BBvideo]

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.9144


Ultima modifica di Atlanticus81 il 25/04/2014, 12:21, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/05/2014, 10:45 
AURA: L’ENIGMA DELL’ENERGIA FOTONICA CHE CIRCONDA COSE E PERSONE

Alcune fotografie scattate con metodi speciali mostrano una misteriosa luce che circonda oggetti e esseri viventi. Molti interpretano questa “aura” come l'energia spirituale che permea tutto ciò che esiste nell'Universo, altri pensano che si tratti dell'effetto di banali proprietà fisiche dei corpi: in fondo, non è la stessa cosa?


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L’aura, parola che deriva dal greco “alos” (corona), è ritenuta essere un sottile campo di radiazione luminosa (invisibile all’occhio umano), che circonderebbe e animerebbe tutti gli esseri viventi (persone, animali e piante), simile al bozzolo di un bruco, tanto da sopravvivere al decadimento della vita biologica dell’essere a cui appartiene.

In antichità, l’aura era considerata luminosità, reale o simbolica, presente attorno al capo o al corpo di uomini illustri, come santi e capi carismatici.

L’esistenza dell’aura è considerata reale presso numerosi popoli di culture diverse, antiche e moderne, così come la raffigurazione dei corpi umani avvolti in ovoidi luminosi, dai quali sarebbe persino possibile capire un’eventuale stato di malattia del corpo.

Dato che l’aura è considerata il riflesso dei pensieri e degli atteggiamenti dell’uomo, essa ne riflette anche le eventuali disarmonie e comportamenti errati, che possono dare luogo a patologie tendenti a trasferirsi progressivamente dal piano spirituale fino a quello materiale.

Il legame tra psiche e malattia era noto già nelle culture pre-moderne, nelle quali il medico era anche sacerdote. La disarmonia tra l’anima, intesa come la forma o il modello che la persona è chiamata a realizzare, e la psiche, si esprime come una frattura del campo sottile che può andare da un semplice assottigliamento a una sorta di buco dell’aura, spesso di colore scuro. Attraverso i buchi dell’aura si determinano fuoriuscite di energia che vengono generalmente vissute come spossatezza e svuotamento.

Ma cosa dice la scienza a proposito dell’aura? Secondo gli scettici, l’esistenza dell’aura è da considerarsi solo nell’ambito del mito e della parapsicologia, dato che non esistono prove scientifiche che supportino tali credenze. Ma è davvero così?

I sostenitori dell’esistenza dell’energia spirituale che permea tutto ciò che esiste nell’Universo si rifanno agli esperimento condotti nel 1939 da Semyon Davidovich Kirlian, uno scienziato, inventore e fotografo russo.

Durante la riparazione di un generatore ad alta tensione, Kirlian fu investito da una scarica elettrica ad alta tensione, ma di bassa intensità (circa 0.1 A, quindi non dannoso), sufficiente a creare dei piccoli aloni luminosi che brillavano attorno alle sue dita e agli elettrodi del generatore.

Appassionato studioso degli studi sull’alta tensione elettrica del suo predecessore Nikola Tesla, per indagare ulteriormente sul fenomeno gli venne l’idea di provare a catturare il bagliore su pellicola fotografica.

I primi oggetti fotografati furono delle monete; poi tentò di fotografare la sua mano. Una volta effettuato il test, Kirlian si accorse che sulla pellicola attorno alle dita della sua mano fotografata apparivano delle tracce luminose che egli stesso attribuì all’aura vitale, e cioè la presunta energia invisibile degli esseri viventi.

Successivamente, Kirlian coinvolse nella ricerca anche la moglie Valentina; i coniugi proseguirono i loro esperimenti all’interno di un laboratorio privato. Tra gli esperimenti più significativi si cita quello delle due foglie, una sana e una malata, le cui foto mostrarono intorno alla foglia sana quella che lui definì un’aura vivida e un’aura opaca, invece, intorno a quella malata.

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I sostenitori dell’Effetto Kirlian sostengono una tesi che, se fosse avvalorata dal mondo accademico scientifico, potrebbe avere conseguenze notevoli nella prevenzione delle malattie. Essi ritengono che la presenza di un’aura liscia e regolare rappresenti un segnale di buona salute, mentre un’aura frastagliata suonerebbe come un campanello di allarme per lo stato di salute del soggetto analizzato. Anche la colorazione dell’aura inciderebbe sia sullo stato di salute, della persona sottoposta all’esame, che sullo stato pschico.


Come interpretare l’Effetto Kirlian

Come spesso avviene quando si ragiona di fenomeni a cavallo tra il mondo fisico visibile e quello invisibile (che per ragioni ignote è ancora ritenuto da alcuni appannaggio della spiritualità o dell’esoterismo), anche per l’Effetto Kirlian esiste un gruppo di sostenitori e un gruppo di detrattori. Molti studiosi hanno cercatori effettuare esperimenti sull’aura, i cui risultati, però, sembrano solo rafforzare le opinioni reciproche.

Tra gli scettici c’è il dottor Terence Hines, professore di psicologia presso la Peace University di New York, secondo il quale l’aura è causata dall’umidità che circonda l’oggetto. “Le cose viventi sono umide. Quando l’elettricità attraversa un oggetto vivente, essa produce una ionizzazione del gas intorno all’oggetto fotografato.

Secondo il MIT Technology Review, alcune forme di vita batterica e altri tipi di cellule utilizzano onde elettromagnetiche ad alta frequenza per comunicare e immagazzinare energia. Secondo alcuni ricercatori, questa facoltà permetterebbe a virus e batteri di colpire le cellule di un corpo e danneggiarlo.

Il dottor Victor Stenger, University of Colorado, ha criticato questa teoria, definendola una “spiegazione creativa” dell’aura. A suo parere, il bagliore percepito nelle immagini ha a che fare con la temperatura dei corpi: “è il risultato dei movimenti casuali di tutte le particelle cariche. Quando aumenta la temperatura, si può cominciare a vedere l’aura”.

Il dottor Gary Schwartz, docente di psichiatria e psicologia prima a Yale e poi presso l’Università dell’Arizona, e la dottoressa Katherine Creath, docente aggiunto di scienze ottiche presso l’Università dell’Arizona, hanno condotto uno studio sull’emissione di biofotoni nelle piante, relativo alle ricerche sull’aura.

I due ricercatori hanno scattato e studiato migliaia di immagini nel corso di due anni, scoprendo che ai tessuti sani è associato un ben visibile aumento di biofotoni, mentre in quelli compromessi è osservabile una netta carenza di bioluminosità.

Schwarz e Creath ipotizzano che la bioluminosità sia l’effetto di una sorta di energia che le piante utilizzano per comunicare tra loro. L’effetto, infatti, è apparso più intenso quando le piante erano in stretta vicinanza l’una alle altre.

In una sintesi della storia e delle tecniche utilizzate per fotografare le aure, John D. Zakis della Monash University, Australia, ha spiegato che le malattie, prima di manifestarsi nel corpo fisico in qualsiasi forma diagnosticabile, si presentano in un modello disturbato dell’aura, il quale sembra essere influenzato dal giorno e dalla notte, dai disturbi cosmici come i brillamenti solari e dagli stati psicologici di stress. I punti più luminosi del corpo umano corrispondono a quelli noti per l’applicazione dell’agopuntura.

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... e-persone/


Ultima modifica di Atlanticus81 il 15/05/2014, 10:48, modificato 1 volta in totale.


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non potrebbe essere semplicemente il campo elettrico generato dai flussi elettrici che circolano nel nostro corpo? Ed in generale in tutti gli esseri viventi?

p.s.: STEPHEN KING - INSOMNIA o consiglio il tema trattato è proprio questo.



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MessaggioInviato: 15/05/2014, 21:52 
[quote]MaxpoweR ha scritto:

non potrebbe essere semplicemente il campo elettrico generato dai flussi elettrici che circolano nel nostro corpo? Ed in generale in tutti gli esseri viventi?

p.s.: STEPHEN KING - INSOMNIA o consiglio il tema trattato è proprio questo.
[/quote

E non potrebbero essere la medesima cosa?

[;)]



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