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Grigio
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 Oggetto del messaggio: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sacra"
MessaggioInviato: 12/02/2015, 17:48 
Numerologia biblica (1,4,40,400) Tratto da: "Numerologia biblica - Considerazioni sulla matematica sacra"
(Nereo Villa)

E' possibile "quantificare" l'amore, o il dolore, o il piacere o qualcos'altro che non si possa pesare materialmente? Se così fosse la quantità e la qualità delle cose potrebbero stare sul medesimo piano di misurazione, comparazione, osservazione.
Se esistesse per esempio un linguaggio che avesse numeri anziché lettere, ogni parola e quindi ogni significato in essa contenuto potrebbe essere "contato". Il pensiero potrebbe essere "pesato". In tal caso le parole "pensare" e "pesare" sarebbero parenti.
Ed è così.

Qualsiasi vocabolario etimologico lo può mostrare. Per questo motivo il soppesare e il pensare sono simili.

Ciò significa che deve esistere da qualche parte anche un linguaggio numerico.

Questo linguaggio numerico è più vicino a noi di quanto possa sembrare. Si tratta del linguaggio biblico. Si parla infatti di valori numerici delle lettere ebraiche, di "resoconto biblico" o di altre espressioni come il "rendersi conto", di "Numeri", di gematria (arte della decifrazione dei numeri), di parentela fra le parole gematria e grammatica ecc...

Sia nella lingua ebraica che nella lingua greca ad ogni lettera dell'alfabeto corrisponde un numero ...
Immagine

( ... )
Noi non conosciamo la vera pronuncia del nome di Dio. Sappiamo che la lettura di questo nome, probabilmente "Yahwe", fu gradualmente sostituita, "per motivi di ordine teologico", con quella di altri nomi divini, in particolare con "Adonày", "il Signore", e con l'aramaico "schmà", "nome". Così, alle consonanti di Yahwe, furono apposte le vocali di altri nomi. Sappiamo che, pertanto, la lettura "Geova" "è solo frutto di ignoranza", che il nome di Dio fu fatto derivare da un "oscuro e terrorizzante rumore collegato a eventi cosmici e/o a terremoti" e che, in un certo periodo, a proposito di questa pronuncia, "prese improvvisamente a circolare in tutto il mondo una parola che più o meno suonava "Jahu".
L'esatta pronuncia è però sconosciuta.

Il nostro intento non è tuttavia imparare a parlare l'ebraico e qui, pertanto, la pronuncia dell'ebraico rimarrà in secondo piano. Esistono, infatti, "diverse possibilità di pronuncia di questa lingua".
Ciò che conta per noi è di rilevarne la struttura numerica. Con essa potremo entrare in un mondo accessibile a tutti, anche a coloro che non conoscono questa lingua.

Ciò che conta per noi è di rilevarne la struttura numerica. Con essa potremo entrare in un mondo accessibile a tutti, anche a coloro che non conoscono questa lingua. Ci basterà solo tener presente che si scrive da destra a sinistra.

Il nome di Dio, in ebraico, è formato da quattro lettere. Per questo motivo è chiamato anche "il Tetragramma".

Prima di tutto è necessario comprendere perché proprio quattro.
Il quattro è un numero che viene dopo il tre, il due e l'uno. Sommati insieme, questi numeri danno il valore numerico della prima lettera con cui si scrive il nome di Dio.
Si tratta della lettera IOD - valore numerico 10.
( ... )
La ALEF è la prima lettera dell'alfabeto ebraico.
Essa è formata da tre segni, che sono tre lettere: una IOD in alto a destra, una VAV al centro, trasversale, una IOD in basso a sinistra, speculare alla prima. Abbiamo qui un 26, formato dalla somma dei tre loro rispettivi valori numerici: 10+6+10=26. Con ciò si può comprendere l'importanza dell'Uno in rapporto al monoteismo ebraico.
Con ciò è altresì possibile vedere come l'Uno ebraico sia strutturato in modo tri-unitario, cioè con tre segni, anche se nel monoteismo ebraico non è contemplata la Trinità, valore tipicamente cattolico.
( ... )
Immagine
Dopo la lettera ALEF viene BET, così come dopo l'uno viene il due.

Bet come parola significa "casa". La Bibbia incomincia con il 2, cioè con la BET, la casa.
Incomincia con qualcosa capace di contenere, come lo è la casa, appunto. La prima "casa" dell'uomo è la madre.
Immagine

Sarebbe importante leggere la descrizione completa delle singole lettere, i loro rispettivi significati, i valori numerici di ognuna, per quello basta accedere al link (a fine articolo) che porta direttamente al PDF completo, ma qui vorrei accontentarmi di seguire la traccia del video al quale fa riferimento il titolo dell'articolo. Il filmato, che si trova sotto, si concentra sul rapporto fra l'UNO e il QUATTRO ...
Qui sotto, la tabella delle lettere ebraiche con i loro rispettivi valori numerici:
(Catherine )


Immagine

Il numero quattro è dato invece dalla lettera DALET, che significa, come parola, "porta".Immagine

Il primo racconto della creazione può essere, a buon diritto, considerato "porta" di tutta la Bibbia.
Esso è formato da 434 parole ebraiche. Non 433 o 435.

"Porta", "dalet", si scrive in ebraico con le lettere "d", "l", "t", cioè con la DALET, con la LAMED e con la TAW - numericamente 4, 30, 400, totale 434.

Questa cosa così ammirabile non può essere vista nelle varie traduzioni dall'ebraico, perché in queste ultime il numero delle parole è differente da quello dell'originale. Chi legge la Bibbia tradotta, allora può solo dire: "io ci credo", oppure: "io non ci credo", però non può "sapere" che è così.
Il rapporto fra l'uno e il quattro appare invece qualcosa di straordinario nel resoconto della creazione se si impara semplicemente a contare.

Come un costante ritornello tale rapporto si mostra in vari modi. Il secondo racconto della creazione, incomincia così: "Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo".
E' annunciato dunque che la prima apparizione di qualcosa di vivente sulla Terra era un elemento acqueo.
In ebraico ciò viene espresso dal vocabolo "ed".
Le varie traduzioni riportano "nebbia", "vapore", "acqua di fondo", "getto d'acqua", "umidità",
"sorgente", "acqua dei canali", ecc..., sempre si tratta però di qualcosa di umido, di
acqueo: " .. un vapore saliva dalla terra e inumidiva ogni contrada .."

Questa acqua vitale, "ed", è formata dalle lettere ALEF e DALET, vale a dire dall'1 e dal 4.

Il secondo resoconto della creazione del mondo, comincia dunque con il rapporto 1:4 espresso nella struttura essenziale dell'elemento acqueo "ed" il quale ha qui un ruolo principale.

Subito dopo si parla di Adamo, scritto con le lettere ALEF, DALET, MEM, in numeri, 1, 4, 40.

In Adamo, che significa "uomo" ritroviamo il rapporto 1:4. Il 40 non è altro che un 4 in posizione decimale superiore, su un altro piano, un differente livello. Rispetto a "ed", l'uomo è una ulteriore
"elaborazione" in una determinata direzione: l'1-4 procede all'1-4-40. Poi, nel versetto successivo alla collocazione di Adamo nel giardino16, appaiono l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male17. In questi due alberi che si stanno di fronte, il principio 1:4 viene ad esprimersi in modo nascosto. Ciò che è nascosto diventa manifesto se si contano i valori numerici delle loro rispettive lettere:
- l'albero della vita (ets hakaim) è formato dalle seguenti lettere: HAIN-TZADE, HE-KETIOD-IOD-MEM, in numeri 70-90, 5-8-10-10-40, somma totale 233;
- l'albero della conoscenza del bene e del male (ets hadat tov wara) è formato da queste
altre lettere: HAIN-TZADE, HE-DALET-HAIN-TAW, TET-VAV-BET, VAV-RESH-HAIN, in numeri, 70-90, 5-4-70-400, 9-6-2, 6-200-70, somma totale 932.
Abbiamo dunque un 233 che sta di fronte a un 932, cioè un numero che sta di fronte al suo
quadruplo:
233 x 4 = 932
Nel rapporto fra i due alberi è così rappresentato il rapporto 1:4. L'albero della vita
rappresenta l'uno, l'albero della conoscenza, il quattro.

Immagine
(Immagine: Bosch - trittico delle delizie)

Che cosa significhi questo, lo si scopre cammin facendo. Procedendo nel racconto, subito dopo l'accenno dei due alberi è detto: "Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi..."18. Ancora abbiamo un uno e un quattro.

Qui il rapporto 1:4 non è occulto, bensì subito evidente. E' qualcosa di basilare, una specie di formula della vita, che viene data subito agli inizi della Bibbia. Se accanto a questa formula si pongono i valori numerici che formano la parola "uomo": 1-4 > 1-4-40 e si dilata per estensione questo rapporto fra "ed" e "Adam", abbiamo: 1-4 > 1-4-40 > 1-40-400.


Come il quattro procede, entro la parola "Adam", verso il quaranta, così il quaranta procede nella sequenza "1-40-400", verso il quattrocento. La prima sequenza "1-4", la seconda sequenza "1-4-40" e la terza sequenza "1-40-400", mostrano così una parentela.
1 4
1 4 4 0
1 4 0 4 0 0

Che in questa parentela vi sia qualcosa che meraviglia, risulta quando si mette in lettere la terza sequenza. Infatti 1-40-400 sono i valori numerici rispettivi delle lettere ALEF-MEMTAW,
formatrici della parola "emet", il cui significato è "verità".

L'uomo è imparentato con la verità. Lo è secondo un procedere su livelli differenti, a partire dal "rapporto-formula" 1:4 dell'acqua vitale, cioè dal primordiale elemento acqueo della creazione: "ed".

Ora possiamo fare un esperimento.

Abbiamo visto quanto sia importante la lettera "ALEF" cioè "uno". Se dalla struttura essenziale delle parole ebraiche per "uomo" e "verità" si tralascia l'uno, rimangono rispettivamente le sequenze "4-40" e "40-400", relative alle parole "dam" e "met", che vogliono dire rispettivamente "sangue" e "morte".

Uomo senza l'Uno è solo sangue.
Verità senza un punto base che è l'Uno è solo morte.

Si può vedere quindi una connessione fra "l'uomo-con-l'Uno" come vita e "l'uomo-senzal'Uno" come morte.
In questo modo diventa ancora più comprensibile il significato dell'Uno nella costruzione
delle parole "uomo" e "verità", entro il contesto del racconto edenico.
Infatti qui l'Uno esprime l'albero della vita, mentre il Quattro è espressione dell'altro albero, quello legato alla morte, che viene dal cibarsene e dal disubbidire così all'ordine di Dio.

L'uomo ha in sé sia l'Uno che il Quattro in un rapporto di armonia. Non gli è vietata, pertanto, l'armonia della vita conoscitiva. Però il non curarsi dell'Uno, cioè dell'Essere invisibile che tutto congloba in Sé fino a uscire da quel "Sé" per prendere dal Quattro, cioè dagli elementi condensati e resi visibili spazialmente e temporalmente (aria, acqua, fuoco, terra, stagioni, ecc....), distrugge quella armonia.
Il non curarsi di Dio, preferendo disobbedirgli e mangiare il frutto proibito significa il dover morire, per aver reso relativa la conoscenza dell'eternità di tutte le cose.
Per questo motivo al capitolo secondo di Genesi, al versetto 17 si insegna che il dover morire è connesso con il "prendere dell'albero della conoscenza".

Il rapporto fra il numero Uno e il numero Quattro era ben conosciuto dai Pitagorici, tanto
che costituiva il loro giuramento. Si giurava sulla Tetraktis, cioè sul dieci dato dai
contenuti del quattro:
1 + 2 + 3 + 4 = 10.
....

Il PDF completo, con riferimenti relativi agli estratti proposti in questo articolo, si può leggere qui: http://digilander.libero.it/VNereo/nv-n ... iblica.pdf

Guarda su youtube.com


http://crepanelmuro.blogspot.it/2015/02 ... 40400.html


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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 13/02/2015, 18:25 
Molto interessante.


In pratica, come già sapevo, la numerologia dà accesso ad un secondo livello di lettura del testo che approfondisce i concetti teologici espressi letteralmente.

E' questa la base della Cabala ebraica, che studia il testo biblico sotto il profilo "magico" per accedere a una più profonda e segreta conoscenza dello stesso.


L' articolo che hai estratto fa un esame che approfondisce il concetto teologico che solo sottostando a Dio l' Uomo può ottenere la vita eterna:

nemesis-gt ha scritto:
Uomo senza l'Uno è solo sangue.
Verità senza un punto base che è l'Uno è solo morte.



Per dirlo "in chiaro" con le parole di Gesù: "Chi crede in me vivrà in eterno e non morirà mai".


Barionu, se ho detto qualche castroneria, correggimi.


A dire il vero, sono un pò deluso, poichè speravo che analizzando il testo in chiave numerologica si potesse ottenere qualcosa di più del ribadire i concetti teologici espressi negli stessi passaggi a parole.

Ma immagino che sia come voler cavare il sangue dalle rape.

Condivido l' assunto di Biglino che l' esegesi ha senso solo seguendo la lettera e non la chiave dell' allegoria, inventata successivamente dalla Chiesa quando le scoperte scientifiche hanno palesato come ridicolo il racconto del giardino dell' Eden.



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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 13/02/2015, 20:04 
Il limite di ogni ghematria basata sul valore numerico delle lettere di un particolare alfabeto risiede nel fatto che (checché se ne dica):
1) Si riferisce solo ad una particolare lingua umana ed ha valore solo per quella lingua (esempio: ebraico piuttosto che arabo piuttosto che greco antico, solo per citare tre lingue con tre diversi sistemi di rappresentazione alfabetica dei numeri).
2) Si riferisce solo ad un particolare alfabeto ed ha valore solo per quello.
3) L’associazione tra numeri e lettere, checché se ne dica, è sempre arbitraria e dipende dalla particolare cultura umana che in quel periodo storico la esprime.

Ogni associazione numero-lettera è arbitraria ed ha scarso o nullo valore. Ad esempio mettere in fila le lettere dell’alfabeto di una particolare lingua e dire che la prima vale 1, la seconda 2 etc, e magari ricominciare da capo dopo la nona lettera e non dopo ad esempio l'ottava o la settima, è arbitrario. Esso non è un ordine naturale e necessario mentre invece esiste la serie dei numeri interi o numeri naturali, questa sì universale per tutti.

Già è diverso dire: “nella nostra cultura la terza lettera vale diciamo 15, la quarta vale 21 non perché l’attribuzione sia assoluta ma per convenzione e, stabilito questo, scriviamo un libro tenendo conto a priori di ciò”. In pratica mettere in piedi una crittografia, ovviamente tutta umana, troppo umana. In tal caso chi ha scritto potrebbe benissimo aver nascosto in frasi o passaggi particolari dei significati nascosti. Ma ciò presuppone un intento deliberato a priori e la conservazione inalterata del testo così codificato, cosa che è difficile da ottenere nel corso dei secoli o millenni, specialmente tenendo conto che le lingue vive mutano, nuove lingue nascono, altre si estinguono. Inoltre non è facile conservare in un rapporto di 1 a 1 il senso letterale da un lato e quello crittato dall’altro; quest’ultimo potrebbe al più valere per alcuni passaggi, non per tutti.

Di tutt’altro tenore invece è l’aritmetica basata sui numeri figurati, strada questa aperta dai pitagorici. Un numero triangolare è sempre tale sia per un latino che per un greco che per un fenicio che per un ebreo etc. Inoltre è tale non per qualche astratta definizione, ma perché se prendo dei sassetti (in latino detti calculi, appunto) e li metto in fila nello spazio in modo da formare un triangolo e procedo per accrescimento omotetico, lo spazio si riempie in un solo modo e solo certi numeri sono ammessi, numeri quindi caratterizzati da proprietà bene precise, sempre quelle; e questo vale sempre, per tutti gli uomini di tutte le culture, del passato del presente e del futuro. Anzi, continuerebbe a valere anche se gli uomini si estinguessero. Il fatto che, tanto per dire, il 36 sia l’unico numero triangolare che è anche quadrato di un altro triangolare si può dimostrare, non dipende da questo o quell’alfabeto, da questa o quella lingua, è un fatto sempre vero. Il fatto che solo certi numeri siano ad esempio contemporaneamente quadrati e triangolari, godendo quindi di determinate proprietà spaziali ed aritmetiche, si ricava da un’equazione diofantea a valori interi con due incognite, non è un fatto che dipende da una data cultura piuttosto che da un’altra, da una lingua (in una sua data fase per di più) piuttosto che da un’altra, da un certo alfabeto piuttosto che da un altro. Il fatto che, tra i numeri tridimensionali piramidali con base poligonale regolare, l’unica sequenza di tre numeri consecutivi (a, b, c) tali che a+b=c si ottenga solo con il quinto, sesto e settimo piramidale a base decagonale cioè 175+301=476 (estendendo nello spazio la terna pitagorica del piano : 3 quadrato + 4 quadrato = 5 quadrato ossia 9+16=25 e l’ovvio lineare 1+2=3), non è un fatto arbitrario; etc.

Ancora, mettere in fila le lettere attribuendo un valore da 1 a 9 e ricominciare dopo il 9 è arbitrario, dicevo; ma non è arbitrario dire che, data la sequenza dei numeri triangoli, solamente con il resto della divisione per il numero n ( con n<=10) pari a 9 (pitmene) e non per 8 o per 7 etc si ottengono la Tetraktys e la doppia Tetraktys specularmente ribaltata, così come non è arbitrario dire che se faccio la stessa cosa con i numeri tetraedrici non ottengo un bel nulla. Diventa invece scelta culturale, ma nemmeno poi tanto, fermarsi al tetraedro in quanto "atomo" di spazio tridimensionale, così come il triangolare lo è dello spazio piano, il lineare dello spazio unidimensionale, essendo il punto ovviamente adimensionale. nemmeno poi tanto perché per la nostra esperienza quotidiana di uomini lo spazio a tre dimensioni è quello percepito e rilevante, il tempo non essendo una dimensione omogenea allo spazio (con buona pace di Einstein), anche se ovviamente matematicamente si può sempre decidere di trattarlo come tale.

Vero inoltre è che il significato che poi si può attribuire a questo o a quel numero figurato dipende da questa o quella cultura, questo sì, questo è arbitrario. Ma è anche vero che le proprietà aritmetiche e spaziali di quel numero saranno sempre quelle e staranno sempre lì a suggerire le stesse analogie simboliche, quindi tale variabilità, sempre possibile, è tuttavia limitata da proprietà oggettive ed immutabili. E comunque, si potrà sempre decidere di fare del tutto a meno di ogni umana e contingente attribuzione di simboli e significati e godersi in santa pace pitagorica l’immutabile bellezza del numero intero.



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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 14/02/2015, 01:14 
[:D]
Ciao quisquis, benvenuto sulla nuova piattaforma.



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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 14/02/2015, 09:50 
Hai detto un sacco di cose bellissime che non ho capito. [:)]



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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 14/02/2015, 14:25 
io sono sempre un pò scettico sulla numerologia perchè giocando con i numeri si può ottenere qualunque cosa



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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 14/02/2015, 22:14 
zakmck ha scritto:
Ciao quisquis, benvenuto sulla nuova piattaforma.


Ciao e grazie, bella la nuova piattaforma.



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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 14/02/2015, 22:30 
MaxpoweR ha scritto:
io sono sempre un pò scettico sulla numerologia perchè giocando con i numeri si può ottenere qualunque cosa


Certamente si può ottenere qualunque cosa, ma sul piano dei significati, quelli infatti in larga parte dipendono dalla cultura che li esprime; per tornare in discussione, è esattamente per questo che dico che ogni associazione numero-lettera è arbitraria. Sul piano strettamente aritmetico invece no, non si può ottenere qualunque cosa; ad esempio, dato un certo insieme di numeri , se si dimostra che una data proprietà vale solo per questo insieme e non per tutti gli altri, questa è una verità che niente e nessuno potrà mai contestare: a suo modo è una "legge di natura", perché anche il mondo dei numeri fa parte della natura delle cose. Questo è particolarmente vero se i numeri sono interi e se le proprietà che vengono prese in considerazione rispetto ad essi sono proprietà di tipo spaziale, cioè collegate alle 2 dimensioni del piano e alle 3 dello spazio; a maggior ragione si è vincolati dalla natura delle cose, in questo caso infatti alla pura razionalità aritmetica si aggiunge l'esperienza che noi uomini abbiamo dello spazio.

Per cui, studiare i teoremi che dimostrano che certe classi di numeri figurati godono di certe (ovviamente immutabili) proprietà è una forma di contemplazione delle natura nel suo aspetto più oggettivo e maestoso.

Al contrario, manipolare numeri e lettere in modo da esprimere determinati significati piuttosto che altri è un'attività molto poco oggettiva e molto arbitraria, lo studio della quale ha a che fare più con l'antropologia culturale che con le leggi del mondo.



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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 14/02/2015, 22:37 
Aztlan ha scritto:
Hai detto un sacco di cose bellissime che non ho capito. [:)]


In particolare cosa? Se mi indichi cosa proverò a spiegarmi meglio.



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 Oggetto del messaggio: Re: "Numerologia biblica(1,4,40,400) Consid. sulla matema sa
MessaggioInviato: 15/02/2015, 12:07 
Solo la parte matematica mi sfugge,

il senso del discorso che hai riassunto nel tuo ultimo post l' avevo capito. [;)]

Grazie comunque della disponibilità. [:)]



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