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 Oggetto del messaggio: Ghematria: antica matematica della lingua ebraica
MessaggioInviato: 16/05/2015, 12:46 
Visto che nell'ultima puntata di atlanticast si è parlato anche di
ghematria, apro questo topic, visto che dell'argomento non ho
trovato traccia nel forum.

Ghematria: antica matematica della lingua ebraica

I segreti della lingua ebraica sono numerosi e profondi, e di loro si occupa la Kabalah, l’ermeneutica mistica ed esoterica della Torah.
La Kabalah parte dal presupposto che le scritture ebraiche contengano una molteplicità di livelli diversi di significati, oltre a quello letterale ed immediato, per decifrare i quali c’e’ bisogno di determinate chiavi e tecniche.

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Tra i vari strumenti interpretativi del testo della Torah, la Bibbia ebraica, c’e’ la Ghematria. Essa si basa sull’equivalenza tra le ventidue lettere dell’alfabeto ebraico e determinati numeri interi. Tale corrispondenza e’ riassunta nella seguente tabella.

1.jpg



Come si vede, le prime dieci lettere (dall’alef alla yud) equivalgono ai primi dieci numeri interi, le lettere dall’undicesima alla diciannovesima (dalla kaf alla quf) equivalgono ai numeri da 20 a 100, e le ultime tre lettere (resh, shin, tav) valgono rispettivamente 200, 300 e 400. Cinque delle lettere dell’alef-beit: kaf, mem, nun, peh, tzadde (chiamate menantzepakh), quando compaiono alla fine di una parola vengono scritte in modo diverso, e vengono chiamate Sofiot=finali. Il valore numerico di queste lettere e’ rispettivamente 500, 600, 700, 800 e 900. Pur avendo mostrato le finali nella tabella, si tenga presente che, nel computo del valore numerico di una parola, quando ci si trova di fronte ad una di loro, si conta di solito il suo valore normale, posseduto quando occupa un qualunque posto all’inizio o all’interno della parola.

Pur costituendo il livello interpretativo più basso, la Ghematria e’ in grado rivelare certe uniche proprietà matematiche della Torah, misteriosamente intelligenti e perfette. Mostrerà in essa una serie di ricorrenze e di “coincidenze” talmente numerose ed esatte da escludere che la Torah possa essere stata concepita da esseri “primitivi” come si è soliti rivolgersi agli Antichi.

http://www.acam.it/ghimatria-o-ghematria-antica-matematica-della-lingua-ebraica/


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 Oggetto del messaggio: Re: Ghematria: antica matematica della lingua ebraica
MessaggioInviato: 16/05/2015, 13:12 
A volte penso che sia collegato alla storia della Torre di Babele e alla confusione del "linguaggio universale".

Può la ghematria essere parte di quel linguaggio universale confuso dagli dei per evitare che l'uomo potesse diventare come loro?

Seconda domanda... come si rispecchiano, se si rispecchiano, le proporzioni auree già osservate in Fibonacci o nel quadrato di Tartaglia così come nel mondo dei frattali con la Bibbia?

Ovvero, esistono questi schemi matematici di perfezione anche all'interno del testo biblico?

Ultima domanda.

Esiste anche una ghematria applicabile ai testi mesopotamici in generale o è esclusiva solo della Bibbia ebraica?

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 Oggetto del messaggio: Re: Ghematria: antica matematica della lingua ebraica
MessaggioInviato: 16/05/2015, 14:30 
Si ma perchè alle lettere sono assegnati quei numeri specifici? Se invece di 500 avessero usato 700 o 567 chi avrebbe potuto contestare la scelta e soprattutto confutarne i risultati? Con i numeri si può ottenere ciò che si vuole senza regole ben precise e se applicate ad un testo, si può ottenere ciò che si vuole ancora più facilmente scegliendo delle regole ad HOC come i valori assegnati alle lettere ebraiche.

Insomma perchè le prime 10 lettere hanno i numeri da 1 a 10? E se il sistema adottato (come plausibile fosse quello dozzinale?)


Cita:
Il sistema numerico duodecimale (chiamato anche dozzinale o in base 12, spesso abbreviato doz) è un sistema di numerazione posizionale che utilizza dodici cifre, vale a dire che in questo sistema al valore dieci ed al valore undici sono assegnati dei simboli propri, anziché ricorrere a combinazioni di più simboli.

Come cifra atta a sostituire il 10 si può utilizzare:

ᘔ (un 2 rovesciato)[1]
una Chi minuscola (dal numero romano X)[2][3][4]
A (similarmente al sistema esadecimale)
T (dall'inglese "Ten")
X (dal numero romano X)
Per sostituire l'11, invece, si possono usare:

B (similarmente al sistema esadecimale)
E (dall'inglese "Eleven")
ε (una Epsilon minuscola, cioè un 3 rovesciato)[1][2][3][4]
Anche se tecnicamente non esistono dei veri nomi, in ambito anglofono le due cifre aggiuntive vengono talvolta chiamate rispettivamente Dek (dal greco deca) ed El (dall'inglese eleven).[2][3]


Simpatica coincidenza :P

Cita:
Storicamente, le unità di tempo di molte civiltà fanno riferimento al numero 12 come perno centrale. Ci sono, ad esempio, 12 segni zodiacali, 12 mesi in un anno e 12 ore in un giorno babilonese. Nella tradizione cinese i calendari, gli orologi ed i compassi sono basati sui dodici rami terrestri. Nel sistema imperiale britannico, 12 pollici costituiscono un piede, una libbra equivale a 12 once troy e 12 penny un tempo corrispondevano ad uno scellino.



Insomma chi ha deciso che la torah è basata sul sistema decimale?



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 Oggetto del messaggio: Re: Ghematria: antica matematica della lingua ebraica
MessaggioInviato: 16/05/2015, 17:53 
Il codice nascosto

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L'applicazione della numerologia e specialmente della Gematria nella ricerca di significati segreti raggiunge un nuovo apice con lo sviluppo, durente il Medio Evo, della corrente mistica ebraica nota come Kaballah.

In quelle ricerche veniva prestata una speciale attenzione ai nomi divini. Capitale fu lo studio del nome con cui il Signore Iddio si presentò a Mosè, YHWH: "Io sono colui che sarò, Yahweh è il mio nome (Esodo 3,14-15). Se sommate semplicemente, le quattro lettere del nome Divino (il Tetragrammaton) danno un totale di 26 (10+5+6+5); ma secondo i metodi più complessi coniati dai cabalisti, in cui la compitazione delle quattro lettere del nome (Yod, Hei, Waw, Hei) era sommata numericamente, il totale darebbe 72.

Decine di parole rivelatrici e significative si scoprivano poi avere un valore totale uguale a questi numeri. Una breve disgressione per sottolineare che all'inizio del Cristianesimo una setta alessandrina sosteneva che il nome del creatore supremo e primordiale fosse Abraxas, le cui lettere sommate davano 365 - il numero dei giorni del sistema solare.

Immagine

I membri della setta usavano indossare cammei fatti di pietre semi preziose, con sopra l'immagine e il nome di dio-il più delle volte associato a YaHU (abbreviazione di Yahweh). Si ha ragione di credere che Abraxas derivasse da Ahresheet, "Padre/Progenitore dell'Inizio", che abbiano proposto come la prima parola intera, originante con "A" della Genesi, al contrario della corrente Bresheet che fa cominciare la Genesi con una "B".

Immagine

Se la Genesi avesse davvero una lettera in più, i codici basati sulla sequenza di lettere così di moda negli ultimi tempi dovrebbero essere riesaminati. Che valore dovremmo attribuire ai codici numerici e ai significati numerici - a un codice cioè insito nelle lettere stesse, e non in una spaziatura arbitraria tra di esse?

Poiché tale consuetudine ci riporta ai tempi dei Sumeri, era valida ai tempi degli Accadi e fu sempre considerata "un segreto degli dei" da non rivelare ai non iniziati, e a causa delle sue connessioni con il DNA, si ritiene che i codici numerici siano il codice segreto!

Infatti uno degli indizi più evidenti ( e perciò come nei racconti polizieschi, il più ignorato) è la parola stessa per "libro", SeFeR in ebraico. Proveniente dalla radice SFR, le sue derivazioni erano e sono le parole per scrittore/scriba (Sofer), raccontare (Lasapher), un racconto o storia (Sippur), e così via. Ma proprio la stessa radice SFR indica anche tutto ciò che ha a che fare con i numeri.

Contare è Lisfor, numerale è Sifrah, numero è Mispar , calcolo è Sephirah. In altri termini, da quando apparvero le parole ebraiche con radice a tre lettere, scrivere con lettere e contare con numeri erano considerati la stessa cosa. In effetti ci sono casi nella Bibbia ebraica in cui i significati di "Libro" e "Numeri" erano intercambiabili, come in 1 Cronache 27,24 dove, riferendo di un censimento ordinato da Re Davide, la parola "numero" venne usata due volte nella stessa frase, una volta per definire il numero (il conto delle persone) e l'altra volta per intendere il libro dei documenti di Davide.

Un tale duplice significato, se non adirittura triplo, ha sfidato i traduttori del versetto 15 del Salmo 71. Invocando l'aiuto di Dio sebbene non conosca tutti i miracoli di Dio, il salmista s'impegna a riferire tutti gli atti di salvezza di Dio "di cui non conosce la Seforoth". La versione di Re Giacomo traduce la parola come "numeri", traduzioni più moderne preferiscono la connotazione di "raccontare", - "racconti". Ma in questa insolita forma, il Salmista ha inserito un terzo significato, quello di "misteri".

Quando in Giudea i tempi si fecero più turbolenti, con una rivolta (quella dei Maccabei contro la sovranità greca) seguita dall'altra (contro l'oppressione romana), la ricerca di messaggi di speranza - presagi messianici - s'intensificò. L'esplorazione di testi antichi alla ricerca di numeri codificato condusse all'uso dei numeri come codici segreti. Uno degli esempi enigmatici e meno cifrati si trova nel Nuovo Testamento: è il numero di una "bestia" codificato come "666" nel libro dell'Apocalisse.

http://ningizhzidda.blogspot.it/2011/03 ... costo.html



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