Qwerty #1 (2002)

E poi vennero quegli extraterrestri
a cui piacciono tanto i coretti
tibetani: ai cloni, potenziali donatori
di organi, più non si assicurò un posto,
una bella cuccetta a bordo di alveare.
Tutti sentirono tuonar Ovoz tra grandi
bagliori, nel buio, ma femministe
non riuscirono a far le streghe ai posti
di comando: i fuchi prescelti per cosette
particolari si diedero alla macchia,
i transgender rimasti si diedero
alla robotica Made in China. Judas,
quel liberatore che sarebbe venuto
dal nulla, secondo la profezia,
un cacciatore di taglie che sentì tanto
parlar di UFO, rimase a terra e non salì
sul jet maledetto: mai vide Giove,
né si dilettò ad ascoltar musica Virgin.
E fu così che su rivista dello Scientific
American alcuno lesse dell'anfibio
Oannes il nome al contrario: Senn.a.o,
e nell'assiro di Senn.akh.er.ib. A chi,
dunque, importerà del Berosso, sacerdote
del Marduk che fumava in qualche tempio
d'Arabia? Non si moltiplicaron affatto
affanni d'una guerra psicologica,
né si disse persino che taluno del Mali
ebbe contatto coi fenici di Annone
in un periplo d'Africa, misconosciuto
da Aristotele. Certo, dinnanzi alle stelle
polari di Dagan e al Dragone di Sobek,
coccodrillo che sormonta Tuaret,
dea Ippopotamo preposta alle nascite,
egli pianse. Per chi Nephty, moglie
del tempestoso dio Seth, ebbe poi una
compagna luminosa in Sirio? Tutte
le cose del Nommo s'intrecciarono
come i fili d'un telaio nella quotidianità.
Al mitico Osiride più non si correlò
l'agricoltura sulla luna verso cui avrebbe
dovuto trasvolare l'astronave madre
dei Kappas... Coi bastoni tra le ruote,
a tempo debito fu rimandata l'apocalisse!

sono molto belle
le scrivi tu?

Yes, Madame. That's so.