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 Oggetto del messaggio: non solo UFO
MessaggioInviato: 05/04/2016, 08:50 
Qwerty #4 (2011)

Mi si obietterà che un bottone non cambierà la storia. Eppure uno ne cambiò la mia, come istinto innato e non acquisito. E non è per una casuale coincidenza che mi faccia così senso un bottone nello stesso modo con cui un mio nonno ne odiò il colore nero. Anzi, a dir il vero, egli se lo strappò con rabbia da quel cappotto, quando glielo si cucì in segno di lutto, secondo costume. Mi si obietterà che la reincarnazione esista, benché io affermi che certi ricordi siano frutto di rielaborazione psichica molto profonda, poiché è di anima che si parla, di una cosuccia che, tra naturali calori, traspira la cosiddetta aura coi pori della pelle, che trasuda tanti sali. La genetica dà forma al nostro esserci, due diversi corredi cromosomici concorrono a libero disegno. Nel crossing-over di meiosi cellulare, all'atto del nostro concepimento, si formò una nuova identità fatta, però, di più spezzoni ereditari: un bel collage di più Io frammentari, quasi tutto un film di più spezzoni, in cui forme embrionali, il succo di ricordi parentali, la fanno da padroni, formando una nuova storia a se stante. Questi Io, in sostanza idee registrate dalle cellule celebrali, e non solo da quelle somatiche, compongono la storia incarnata, come un mixage di dominanze e di recessività altrettanto maschie e muliebri. E qui il punto: a volte l’Io afferma di rimembrare un trapassato remoto, ma forse in virtù di tutti quegli atavici Io che lo compongono; la storia personale di ciascuno non è del tutto perfetta, non segue per filo e per segno quella parentale, ma la romanza con caratteristiche già insite nel genoma. L’Io narrante è uno solo, ma quelle storie personali sono falsate, seppur verosimili rispetto a delle età passate, a una storia parentale. Secondo me, nel D.N.A. è già scritto potenzialmente tutto, in esso sono presenti persino aspetti positivi di avi definiti pagani. Spesso l'ente, teatro popolato di potenti maschere dietro a cui il caso e la necessità sono i veri autentici registi, si stima e crede di essere, ma... ma in vero non è. La via della superbia non conduce a filosofico originale Tao, direbbe taluno. L'uomo è così insensibile da pensar che anche i fiori di pruno si rivestano di peccato, quando dice: “Ah, io lo sono stato in precedenza!”. Quel dirlo sa soltanto di un'innocenza perduta e basta. L'uomo è altresì così sensibile da somatizzare fin dentro alle cellule, al buon sangue, sia gioie che dolori, che sono anche memorie che dànno un senso al pensiero. Talvolta l’assommarsi di cose, che si reputano di poco conto, lo squilibrano senza speme: no desideri, niente sospiro di sollievo. Il perdono sì, un grande scoglio! Tendenze si trasmettono, tra energie e fluidi sottili, alla prole. Se nelle tue mani non c'è amore di che saprà il pane fatto in casa? E la minestra d'un profumo contadino? Nella gestazione prenatale uterina ognuno di noi ebbe delle branchie sul collo e in noi stessi è scritta una favola: quella in cui eravamo nudi nel brodo primordiale. Per milioni di anni, come pesciolini, tra erbe ci abbiamo nuotato finchè non emersero le narici, si approdò a riva. Allora, sulla terraferma di un caldo tropicale, il daffare era tale che solo calato il sole si poteva respirare. Poi, d'improvviso il cielo vomitò gran sasso, e scesero le tenebre. Ahì, si bevve la feccia fino al delirio! A quel gelo primitivo c'era gran voglia di carezze negli anfratti, nel chiuso, poiché lì fuori si depositavano ceneri su ceneri. Ma un uovo dal guscio di cera disse: “Che questi ossicini in perenne disperata fuga prendano a montare la panna con l'iridio!”. Il ventre della notte si rivestì di musica: prima battiti, un con comodo ritmico sul tamburo, poi calci e punture al fegato. Dente schiumò veleno, si ruppero cateratte, si ruppero uova nel paniere, travagli su travagli, ecco che dalle nubi la luce fu. Insomma, ci furono balli nel fuoco di cristalli, molto si galoppò nel nulla, ci si inalberò persino, come bande rosse e blu, a diroccate mura, proclamando la resistenza. Spirarono venti sì, di guerra: cento volte si cadde e ancora cento si schiacciarono crani di rettili; anche il verme guizzò, viscido, nell’occhio dell’odio cieco! Ma, banditi i cani, che tornarono alle acque di antenne... Bando a tante ciance, sono appena più di quarantamila anni che si esiste, noi, come Homo Sapiens Sapiens; sulla base di corredo cromosomico, di noi, però, potremmo raccontare storia affascinante di più esperienze, di vissuto precedente. Sullo sfondo di ricordanze evolutive, e dunque istintuali, ciò che talvolta si narra di reincarnati è come una rapsodia di brani già sentiti e vaganti nel cuor di un vasto mar ebbro di luce. Così lo interpreta me, gran mistero, e lo elabora secondo stimoli e vincoli culturali, con fede in ciò che è di padri. E di antenati anche somma di più realtà: un'anima vivente, per come mi pare già scritto nella Bibbia. Nell'oscuro fiume del tempo, che ci vede oggi, alla fine del Neolitico, a lucidar utensìli, con molestia mi si obietterà, tuttavia, ancora e ancora. Sarà pure il karma una roulette russa, ma per me, e temo il solo folle che di una cosa molto “sui generis” ne dia spiegazione alquanto colorita, nelle nostre cellule animali genio canta, plaude e riluce come miriadi di stelle!



Notung! Notung! (2014)

Un giorno rincasai dal mio lavoretto di artista, cantando una certa melodia. A quei tempi stavo scrivendo Qwerty #4 in cui affermo che la reincarnazione non esiste. Più tardi, con mia sorpresa, scoprii che cantavo una cosa di Riccardo Wagner senza averla mai udita prima: si tratta di un’Aria del Sigfrido, quando l’eroe si fucina la spada Notung mentre il nibelungo Mime ne medita la morte. Stessa melodia, ivi compresa quella particolare armonia di note discendenti, cantai con fervore. Ma a posteriori, chiedendomi se ciò non fosse dovuto solo a una coincidenza, mi dissi che l’averla, per così dire, rimembrata, ebbene era dovuto alla mia anima genetica, come se nel mio Io occulto vi fosse ascritto anche un ricordo amarissimo di tale musica tedesca, come se un mio parente stretto l’avesse udita dal grammofono a manovella di un Alto Comando allorché seppe che dei prigionieri italiani erano stati internati in un lager della Seconda Guerra Mondiale. Certo, la cosa sembra molto strana, ma per me le cose non accadono secondo illogicità, vi è sempre una causa. Forse fu a causa di qualche lettura di troppo; di sicuro un mio nonno finì in Germania e ci mancò poco che vi perdesse la vita, accusato di sabotaggio. E, poi, francamente mi pare incongruo che l’anima vaghi di usato in usato corpo, e non per via sessuata: se noi disponiamo di ricordi precedenti a questa vita lo dobbiamo grazie ai nostri stessi avi, che ci formano geneticamente per lo più con dei caratteri ereditari. Delle memorie del trapassato remoto non si dovrebbero ereditare altrimenti, come ragioni dolorose. Pertanto con questo mio scritto vado contro un certo modo comune di pensare, e per lo più dovuto a resoconti di cose sublimi dell’Oriente, di filosofie non mie. Esse sono pervase di un’aura di mistero, ma potrebbero essere verità impazzite, non conformi al reale. Io stesso in passato scrissi delle eresie, per lo più confluite in un libro innominabile. Scrissi, infatti, che quel Gesù, detto l’Unto, si era sposato a Cana, dove avvenne un miracolo (ora non so come l’acqua si trasformi in vino, ma suppongo che molti antichi romani, tra cui Caligola, si avvelenarono di piombo addolcendo il vino con barre di piombo, appunto, immersevi), che aveva avuto una figliuola di nome Sarah, riparata in Provenza con la madre dopo la sua dipartita, e che geneticamente essa avrebbe trasmesso il fattore di poter far nascere dei figli maschi virginalmente. Altresì, a quei tempi, mi chiedevo se la madre di quel messia sui generis fosse stata imparentata con il biblico Assuero grazie alla regina Ester: i vangeli non ci parlano della genealogia matrilineare, ma ciò potrebbe essere importante, perché un certo Dario, re dei re iranici, in passato nacque virginalmente e ciò fu registrato dai magi, i guardiani del fuoco sacro. È come se ci fosse tutta una covata di quegli eroi particolari, assunti alla gloria in circostanze particolari, come se dal lontano passato la cosa si ripetesse circa ogni duemila anni e coinvolgendo solo delle popolazioni della Terra, tra cui le indoeuropee. Un noto Buddha pare che sia nato da vergine e si sposò, fu considerato un avatara, ossia nell’ultima reincarnazione; pure un certo Sai Baba scomparso di recente in India si dice che sia nato così, ma nel mondo greco-romano vi sono già tante figure nate da una vergine “fecondata” da un dio. Non guardiamo a questo o quel dio, mi dicevo, poiché Dio non esiste se non come proiezione della mente umana; guardiamo piuttosto ai fatti concreti, e, se non è impossibile a vergine di riequilibrare un gioco-forza perduto, allora esiste un’occulta ragione genetica, una cosa rara e molto sporadica, del fenomeno stesso. Ed è come se il mitico femminino avesse tirato fuori i muscoli in una società patriarcale di soprusi e privazioni per rivendicare un diritto esistenziale, ma leggerne, io, il profondo, non so fare. Di certo, come rabbino itinerante, quell’uomo ebraico fu dotato di poteri taumaturgici, ma li credetti del tutto naturali, prodotti dall’eccessiva energia ribosomica delle sue stesse cellule animali ed ereditati dal parentado materno, inconsapevolmente. Sì, sì: c’è un padre putativo che gli dà tutto l’onore di genealogia maschile, ma ciò è fortuito e geneticamente i due hanno da spartirsi ben poco di mitocondriale... Naturalmente resteranno tutte delle illazioni, queste, e quasi sicuramente il Graal non tornerà a esistere; del resto ciò non fu nascosto nelle Americhe grazie ai pochi Cavalieri Templari scampati a pauroso eccidio, ma in un certo senso le pannocchie di mais scolpite nella Cappella di Rosslyn, presso Edimburgo, ci dicono che una flotta vi arrivò ben prima di Cristoforo Colombo. A ragionarci così, sulla stirpe di sangue di quel Gesù crocifisso e di una Maria citata dallo gnostico Filippo, negli Apocrifi, c’è tutto da perderci in un mondo assassino come il nostro, rinnovatosi solo a parole e con i suoi tabù. E che cosa esso covi da tempo non c’è proprio da chiederselo, sfruttando l’infelicità e l’ignoranza altrui con delle lobby. Anche la Chiesa di Roma per secoli è stata un oscurantismo con le Sue purghe, ci voleva quasi tutti analfabeti e comunque servi di una dottrina infallibile e sessista, ed era Lei a eleggere i nobili; ora fa la brava crocerossina che parla di pace, perdonanza e concordia, ma in vero è ancora una tigre che brucia d’ira in questa giungla d’asfalto. Sono indignato per tanta ipocrisia e a costo d’essere indigesto l’ho scritto. Per concludere dirò che la Storia che Cicerone considerava maestra di vita, sembra non aver riproposto che prepotenze; ahimè, un turbine di violenza farà sempre tribolare a causa di spiriti uterini poco consolatori, che si atteggiano come fossero la verità colata da un favo: questa traccia solo una sterminata via di croci irte di chiodi, che sarebbe meglio occultare con arte. Non parlatemi più di buon governo di Dio, né della parola che, nella sua sacralità, si è fatta come una scimitarra solo per mortificare e dividere.


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 Oggetto del messaggio: Re: non solo UFO
MessaggioInviato: 05/04/2016, 23:19 
wenex ha scritto:
Qwerty #4 (2011)

Mi si obietterà che un bottone non cambierà la storia. Eppure uno ne cambiò la mia, come istinto innato e non acquisito. E non è per una casuale coincidenza che mi faccia così senso un bottone nello stesso modo con cui un mio nonno ne odiò il colore nero. Anzi, a dir il vero, egli se lo strappò con rabbia da quel cappotto, quando glielo si cucì in segno di lutto, secondo costume. Mi si obietterà che la reincarnazione esista, benché io affermi che certi ricordi siano frutto di rielaborazione psichica molto profonda, poiché è di anima che si parla, di una cosuccia che, tra naturali calori, traspira la cosiddetta aura coi pori della pelle, che trasuda tanti sali. La genetica dà forma al nostro esserci, due diversi corredi cromosomici concorrono a libero disegno. Nel crossing-over di meiosi cellulare, all'atto del nostro concepimento, si formò una nuova identità fatta, però, di più spezzoni ereditari: un bel collage di più Io frammentari, quasi tutto un film di più spezzoni, in cui forme embrionali, il succo di ricordi parentali, la fanno da padroni, formando una nuova storia a se stante. Questi Io, in sostanza idee registrate dalle cellule celebrali, e non solo da quelle somatiche, compongono la storia incarnata, come un mixage di dominanze e di recessività altrettanto maschie e muliebri. E qui il punto: a volte l’Io afferma di rimembrare un trapassato remoto, ma forse in virtù di tutti quegli atavici Io che lo compongono; la storia personale di ciascuno non è del tutto perfetta, non segue per filo e per segno quella parentale, ma la romanza con caratteristiche già insite nel genoma. L’Io narrante è uno solo, ma quelle storie personali sono falsate, seppur verosimili rispetto a delle età passate, a una storia parentale. Secondo me, nel D.N.A. è già scritto potenzialmente tutto, in esso sono presenti persino aspetti positivi di avi definiti pagani. Spesso l'ente, teatro popolato di potenti maschere dietro a cui il caso e la necessità sono i veri autentici registi, si stima e crede di essere, ma... ma in vero non è. La via della superbia non conduce a filosofico originale Tao, direbbe taluno. L'uomo è così insensibile da pensar che anche i fiori di pruno si rivestano di peccato, quando dice: “Ah, io lo sono stato in precedenza!”. Quel dirlo sa soltanto di un'innocenza perduta e basta. L'uomo è altresì così sensibile da somatizzare fin dentro alle cellule, al buon sangue, sia gioie che dolori, che sono anche memorie che dànno un senso al pensiero. Talvolta l’assommarsi di cose, che si reputano di poco conto, lo squilibrano senza speme: no desideri, niente sospiro di sollievo. Il perdono sì, un grande scoglio! Tendenze si trasmettono, tra energie e fluidi sottili, alla prole. Se nelle tue mani non c'è amore di che saprà il pane fatto in casa? E la minestra d'un profumo contadino? Nella gestazione prenatale uterina ognuno di noi ebbe delle branchie sul collo e in noi stessi è scritta una favola: quella in cui eravamo nudi nel brodo primordiale. Per milioni di anni, come pesciolini, tra erbe ci abbiamo nuotato finchè non emersero le narici, si approdò a riva. Allora, sulla terraferma di un caldo tropicale, il daffare era tale che solo calato il sole si poteva respirare. Poi, d'improvviso il cielo vomitò gran sasso, e scesero le tenebre. Ahì, si bevve la feccia fino al delirio! A quel gelo primitivo c'era gran voglia di carezze negli anfratti, nel chiuso, poiché lì fuori si depositavano ceneri su ceneri. Ma un uovo dal guscio di cera disse: “Che questi ossicini in perenne disperata fuga prendano a montare la panna con l'iridio!”. Il ventre della notte si rivestì di musica: prima battiti, un con comodo ritmico sul tamburo, poi calci e punture al fegato. Dente schiumò veleno, si ruppero cateratte, si ruppero uova nel paniere, travagli su travagli, ecco che dalle nubi la luce fu. Insomma, ci furono balli nel fuoco di cristalli, molto si galoppò nel nulla, ci si inalberò persino, come bande rosse e blu, a diroccate mura, proclamando la resistenza. Spirarono venti sì, di guerra: cento volte si cadde e ancora cento si schiacciarono crani di rettili; anche il verme guizzò, viscido, nell’occhio dell’odio cieco! Ma, banditi i cani, che tornarono alle acque di antenne... Bando a tante ciance, sono appena più di quarantamila anni che si esiste, noi, come Homo Sapiens Sapiens; sulla base di corredo cromosomico, di noi, però, potremmo raccontare storia affascinante di più esperienze, di vissuto precedente. Sullo sfondo di ricordanze evolutive, e dunque istintuali, ciò che talvolta si narra di reincarnati è come una rapsodia di brani già sentiti e vaganti nel cuor di un vasto mar ebbro di luce. Così lo interpreta me, gran mistero, e lo elabora secondo stimoli e vincoli culturali, con fede in ciò che è di padri. E di antenati anche somma di più realtà: un'anima vivente, per come mi pare già scritto nella Bibbia. Nell'oscuro fiume del tempo, che ci vede oggi, alla fine del Neolitico, a lucidar utensìli, con molestia mi si obietterà, tuttavia, ancora e ancora. Sarà pure il karma una roulette russa, ma per me, e temo il solo folle che di una cosa molto “sui generis” ne dia spiegazione alquanto colorita, nelle nostre cellule animali genio canta, plaude e riluce come miriadi di stelle!



Notung! Notung! (2014)

Un giorno rincasai dal mio lavoretto di artista, cantando una certa melodia. A quei tempi stavo scrivendo Qwerty #4 in cui affermo che la reincarnazione non esiste. Più tardi, con mia sorpresa, scoprii che cantavo una cosa di Riccardo Wagner senza averla mai udita prima: si tratta di un’Aria del Sigfrido, quando l’eroe si fucina la spada Notung mentre il nibelungo Mime ne medita la morte. Stessa melodia, ivi compresa quella particolare armonia di note discendenti, cantai con fervore. Ma a posteriori, chiedendomi se ciò non fosse dovuto solo a una coincidenza, mi dissi che l’averla, per così dire, rimembrata, ebbene era dovuto alla mia anima genetica, come se nel mio Io occulto vi fosse ascritto anche un ricordo amarissimo di tale musica tedesca, come se un mio parente stretto l’avesse udita dal grammofono a manovella di un Alto Comando allorché seppe che dei prigionieri italiani erano stati internati in un lager della Seconda Guerra Mondiale. Certo, la cosa sembra molto strana, ma per me le cose non accadono secondo illogicità, vi è sempre una causa. Forse fu a causa di qualche lettura di troppo; di sicuro un mio nonno finì in Germania e ci mancò poco che vi perdesse la vita, accusato di sabotaggio. E, poi, francamente mi pare incongruo che l’anima vaghi di usato in usato corpo, e non per via sessuata: se noi disponiamo di ricordi precedenti a questa vita lo dobbiamo grazie ai nostri stessi avi, che ci formano geneticamente per lo più con dei caratteri ereditari. Delle memorie del trapassato remoto non si dovrebbero ereditare altrimenti, come ragioni dolorose. Pertanto con questo mio scritto vado contro un certo modo comune di pensare, e per lo più dovuto a resoconti di cose sublimi dell’Oriente, di filosofie non mie. Esse sono pervase di un’aura di mistero, ma potrebbero essere verità impazzite, non conformi al reale. Io stesso in passato scrissi delle eresie, per lo più confluite in un libro innominabile. Scrissi, infatti, che quel Gesù, detto l’Unto, si era sposato a Cana, dove avvenne un miracolo (ora non so come l’acqua si trasformi in vino, ma suppongo che molti antichi romani, tra cui Caligola, si avvelenarono di piombo addolcendo il vino con barre di piombo, appunto, immersevi), che aveva avuto una figliuola di nome Sarah, riparata in Provenza con la madre dopo la sua dipartita, e che geneticamente essa avrebbe trasmesso il fattore di poter far nascere dei figli maschi virginalmente. Altresì, a quei tempi, mi chiedevo se la madre di quel messia sui generis fosse stata imparentata con il biblico Assuero grazie alla regina Ester: i vangeli non ci parlano della genealogia matrilineare, ma ciò potrebbe essere importante, perché un certo Dario, re dei re iranici, in passato nacque virginalmente e ciò fu registrato dai magi, i guardiani del fuoco sacro. È come se ci fosse tutta una covata di quegli eroi particolari, assunti alla gloria in circostanze particolari, come se dal lontano passato la cosa si ripetesse circa ogni duemila anni e coinvolgendo solo delle popolazioni della Terra, tra cui le indoeuropee. Un noto Buddha pare che sia nato da vergine e si sposò, fu considerato un avatara, ossia nell’ultima reincarnazione; pure un certo Sai Baba scomparso di recente in India si dice che sia nato così, ma nel mondo greco-romano vi sono già tante figure nate da una vergine “fecondata” da un dio. Non guardiamo a questo o quel dio, mi dicevo, poiché Dio non esiste se non come proiezione della mente umana; guardiamo piuttosto ai fatti concreti, e, se non è impossibile a vergine di riequilibrare un gioco-forza perduto, allora esiste un’occulta ragione genetica, una cosa rara e molto sporadica, del fenomeno stesso. Ed è come se il mitico femminino avesse tirato fuori i muscoli in una società patriarcale di soprusi e privazioni per rivendicare un diritto esistenziale, ma leggerne, io, il profondo, non so fare. Di certo, come rabbino itinerante, quell’uomo ebraico fu dotato di poteri taumaturgici, ma li credetti del tutto naturali, prodotti dall’eccessiva energia ribosomica delle sue stesse cellule animali ed ereditati dal parentado materno, inconsapevolmente. Sì, sì: c’è un padre putativo che gli dà tutto l’onore di genealogia maschile, ma ciò è fortuito e geneticamente i due hanno da spartirsi ben poco di mitocondriale... Naturalmente resteranno tutte delle illazioni, queste, e quasi sicuramente il Graal non tornerà a esistere; del resto ciò non fu nascosto nelle Americhe grazie ai pochi Cavalieri Templari scampati a pauroso eccidio, ma in un certo senso le pannocchie di mais scolpite nella Cappella di Rosslyn, presso Edimburgo, ci dicono che una flotta vi arrivò ben prima di Cristoforo Colombo. A ragionarci così, sulla stirpe di sangue di quel Gesù crocifisso e di una Maria citata dallo gnostico Filippo, negli Apocrifi, c’è tutto da perderci in un mondo assassino come il nostro, rinnovatosi solo a parole e con i suoi tabù. E che cosa esso covi da tempo non c’è proprio da chiederselo, sfruttando l’infelicità e l’ignoranza altrui con delle lobby. Anche la Chiesa di Roma per secoli è stata un oscurantismo con le Sue purghe, ci voleva quasi tutti analfabeti e comunque servi di una dottrina infallibile e sessista, ed era Lei a eleggere i nobili; ora fa la brava crocerossina che parla di pace, perdonanza e concordia, ma in vero è ancora una tigre che brucia d’ira in questa giungla d’asfalto. Sono indignato per tanta ipocrisia e a costo d’essere indigesto l’ho scritto. Per concludere dirò che la Storia che Cicerone considerava maestra di vita, sembra non aver riproposto che prepotenze; ahimè, un turbine di violenza farà sempre tribolare a causa di spiriti uterini poco consolatori, che si atteggiano come fossero la verità colata da un favo: questa traccia solo una sterminata via di croci irte di chiodi, che sarebbe meglio occultare con arte. Non parlatemi più di buon governo di Dio, né della parola che, nella sua sacralità, si è fatta come una scimitarra solo per mortificare e dividere.


Complimenti Francesco:
17/05/2014 16.39
http://www.freeforumzone.com/discussion ... d=10875522

e
03/08/2016 23:02 ????? [:291] [:291] [:291]
http://www.rinascereinsieme.it/2016/01/ ... riore.html


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