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 Oggetto del messaggio: Sonetti
MessaggioInviato: 05/04/2016, 18:01 
Rombo magico (2009)

Con una sciarpa di nebbia,
sono un'ombra abbottonata
pei vicoli senza tempo
di una Perugia segreta.
All'esterno di palazzo
del mistero trovo inciso:

..................0
.........1110.....1011
...1101.....101.......111
11......110......1001.....1100
..1000....1010.......10
.........100.........1
..............1111

Sempre lo stesso numero
totalizzato in diagonale!
Forse tutto, forse nulla
qui ci indica l'alchimia
di sogni fattisi oro.
Varco soglia, mi perdo non so
dove... A lontana squilla
mi desto tutto sudato,
aleggiandomi ancor dentro
strana “musica antiqua”,
che era la febbre di tibia
etrusca che al sol corrusca.


Mai dire mai (2009)

Piove sui tuoi passi lenti
di cappottino bianco col pelo,
piove dai tuoi cigli di dalia
azzurra. La notte si fa più
oscura al tuo sguardo
e nel pugno serri una lettera
crudele. Il culto dell'amore
impone di versarle ossequiose
al sogno che si spezza
e muore in te come canzone.
Piccola donna, sei cresciuta
in fretta. Nella vita non hai
conosciuto sole durevole
e frasi cadono smozzicate,
mentre l'amarezza infila
perle ai fili di pioggia.
Al nodo che hai dentro
singhiozza coro di ombre
e la città respira dal fondo
con tutta la malinconia
del mondo. Potessi scoprire
la password del tuo cuore!
Nel file “Love 4ever”
ci scriverei un'overdose
di tenerezza e che presto
conoscerai una stagione
ben diversa. Mai dire mai.



Io sono l’unico (2009)

Io sono l’unico a conoscere il tuo vero volto.
O Afrodite Urania, tu costelli lo stesso spicchio
Di cielo di Orion, come lui tramonti a Scorpione.
O madre di alleanze, invero lo precedi di molto!
Tu già c’eri quando il mondo non era retto dai re
E quel toro marziano nel Sahara lontano fu dipinto
Molto tempo dopo di te, o unica. Come l’elefante
Ho lunga memoria di giorni limpidi e notti serene,
Verdi isole rilucevano come una carrozza in rame,
Mentre ora molto sa di un orrido carbone spento.



Anti-poesia (2009) A Ana Sofia

Ho immaginato l’improbabile colloquio
tra gli incas e l’ammiraglio cinese Zheng
He di lontano medioevo: mentre l’ombra
delle nubi scivola leggera nella vallata,
“Manchou Pyang-chou?”, chiede l’uno,
“Sì, Machu Picchu!”, rispondono altri.
Solo la bussola dei sogni a occhi aperti
ci può condurre in strane profonde acque,
dove il sole di mezzogiorno si annorda,
anziché proiettarsi a sud. La Strada Reale,
allora, poteva sembrargli cosa magnifica,
e lo era sicuramente, perdendosi fino
alle vette del condor: percorsa di corsa
da staffette, pesce fresco o un messaggio
fatto di cordicelle arrivava ben presto lassù.
Ma fu Cristoforo Colombo a scoprire
l’America, si sa, non l’Impero del Drago,
benché storicamente questo si sia spinto
fino all’India e al Golfo Persico, cosa
che pochi sanno. Ben magra consolazione
sapere di non sapere! Se non ci fossero
stati dei banchi di aringhe nell’Atlantico,
né città satellite per gli approvvigionamenti,
né il miraggio di favolosi tesori, uomini
senza storia non sarebbero circonfusi
di tanta gloria, avendo distrutto più civiltà
e persino convertito gli indios a fil di spada:
questa, l’anti-poesia del Vecchio Mondo.



Davanti a una “masharabeja” (2009)

Quante donne trattate da schiave,
quanta soavità ripagata con pugno
di ferro! Vi è un tesoro nascosto
dietro il paravento intarsiato: e son
fiori gentili che ascoltano in silenzio.
E a loro dovrebbe essere aperto
il cuore, come un sacro libro,
e ogni libro aperto al loro furor
sacro di vedersi negato più
d'un diritto, dai tempi antichi.



Canzonette (2009)

Curly, Der professor, in una bella serata
in quel di Cortona mi chiese: “Che ne pensi
del Festival di Sanremo?”. “Ma’, siamo
popolo di sole canzonette!”, laconico, feci
a colui che aveva salvato ventina di ebrei.
Di nobili origini milanesi, il violoncellista,
che mi fece poi apprezzare Pablo Casals,
era sposato con una dolce e fine signora
tedesca: il loro amore era sopravvissuto
agli odii, alle divisioni di tragica guerra.


Come sopra, sotto (2009)

“Ghermiamo l’attimo, questo non deve sfuggirci”,
mi dicesti l’anno nuovo in cui bacio fu l’eloquenza
della serata d’oro. “Nell’Aquario”, allora ti indicai,
“ecco il Gange e l’Indo è il profilo del Capricorno.
Ogni segno dello zodiaco è associabile a un fiume,
e il Nilo al Leone e il Niger ai Gemelli, e il Fiume
Giallo all’Ariete e il Mekong ai Pesci”. “A te manca
qualche rotella a posto, e sei sulla buona strada
dei poeti beatnik!”, mi facesti a quella festa, ma
sapevi che per far colpo su di te avrei cercato
un fiume anche per Ofiuco, il tredicesimo segno.
E, in casa del nostro ospite, su un atlantino del ’99
te lo indi
Questione @rcheologica (2010)

La Legge dei padri fu compilata
quando i due Scettri più non avevano
gran influenza su province costiere.
Maria Egizia, ascoltami: a File,
in Egitto, sta singolare tempio dedicato
al rovo ardente di un gran gioco
di prestigio. E chi mai lo fece innalzare
per lo Yah-hu-was-netor-ah, il Geova
della Torah, o meglio “Io che vengo
portando lo scettro divino sono”?
Forse l'assiro, che scagliava dardi amari
come fossero missili; o il cananeo
di Asherat, dea Madre, il cui culto
fu associato a Yehowah in Palestina,
presso la Meghiddo di tante campagne
belliche condotte dal gran Thut-mosi III
contro quegli “ariani” dei Mitanni;
o forse un figlio di Ciro, l’achemenide
messia d'Israele, lo fece innalzare
nel profondo Sud, presso il gran tempio
di Iside? Proprio costui suppongo.
E spero che un dì me ne si dia laconica
conferma. La maestà del sole, ora
in declino, chiude il suo bruciante occhio
su questo mondo di velenosi scorpioni,
dove esistono più lacrime di quanto una
luna potrà mai comprendere. I nostri giorni
risucchiati dal vento e legati per sempre
a una febbre, sembrano trasportati da onde
senza legge. E non c'è più triste sorte
di veder le cose mettere il callo nel corpo
e nell'anima di uomini senza qualità.



Bollato (2010)

Bollato! Bollato di dir scempiaggini,
manco avessi detto che la biblica moglie
di Putifar era una cagna hyksos...
Sì, sì: tuonino pure dall'alto di pulpiti,
quando poi il popolo ha solo voglia
di dormire, come afferma Lao Tse
nel Tao Teh-ching, libro senza rughe.
Ma, come tanti cotechini, pregano su sacchi
di lenticchie di giocato Esaù, non sui ceci,
quegli sferici ceci che ti spezzano i ginocchi.



Ben più facile (2010)

Ben più facile
Che il camilo per cucire
Una rete da pesca
Passi attraverso la cruna di un ago
Che padrone di cento cammelli
Entri nel regno promesso
Dal nostro verace profeta.
Ma quello prima ci toglie
Il crocifisso dalle scuole,
Poi ci crocifigge come un assiro,
O colui che fu falce di luna nera.



In memoria di gran signore (2010)

“Agli occhi del tuo popolo, o divino,
sei una leggenda nutrita di amore.
Gloriose battaglie, o Sesostri, ti videro
protagonista ed El Fayyûm è uno splendor
grazie a te. Che l’ali d’oro di Maat,
angelica entità dell’ordine cosmico,
alitino sul tuo volto sereno,
ti custodiscano sempre nel lungo viaggio
astrale sulla barca solare, che l’ombre
non t’insidino e che il dio Atum tenga
lontano da te il gran serpente Apophis!
O re d’Egitto, il Paese di Ptah
è dolente: all’ombra del sicomoro
più non cantano i poeti, in segno
di lutto ogni suddito non si rade.
Chi ti porterà, ora, i sandali
coi tre nemici di sempre dipintici sotto?
Nel compiangerti auguro:
che il latte inebriante della dea Hathor
renda a te speciale il soggiorno nel Duat,
che tu possa raggiungere il Re-stau
dell’Orizzonte quale nuovo Osiri!”.
Così un servo fedele, approntando la mummia
di Sua maestà, diceva. Deposti nei loro canòpi
i quattro organi interni, li orientò verso gli angoli
del mondo, nel greve rito funebre e millenario.



Coppa di Champagne dalle lunghe ciglia (2010)

Nella notte piovosa di Halloween
il terrore ha occhi più raggelati
dei miei. Stanze di una quiete
tuonante, là dove fino a poco fa
gli Eagles cantavano: “Più veloce!
Più veloce! Il semaforo sta diventando
rosso...”, e rotolava, rotolava l'onda
tra le sue vellutate cosce in un hotel
di cui te ne sgocciolo il nome: A. N. N. A...
Cristo! L'avevamo quasi acciuffato.
Una goccia di sangue riga ora, esitante,
la vasca da bagno: dove si scatenò
la danza del dio Shiva, infatti, volarono
ceneri. Ora la giovane di razza caucasica
giace inerte nel guscio di una solitudine
che più non contiene il sole, ora
sulle livide labbra le resta soltanto
la menta di quell'ultimo bacio
prima di morire, prima di sprofondare,
come un campanile romanico,
nelle mammelle di dense nubi
al grido delle orde di Attila.
La scientifica perlustra dappertutto
la scena del crimine, fotografandola
come una poesia di Derek Walcott,
ma a quanto sembra il serial killer
ha già spalancato la sua porta di vento
portandosi dietro un piccolo trofeo:
un occhio cilestrino in una coppa
di Champagne, e, come un mostro
di H. P. Lovecraft, ti aspetta all'angolo
della strada pronto a sviolinarti serenata
sulle interminabili scale musicali di Eric Zann.
Notte: i secoli, la preistoria che vive ancora
in noi. Ed è aperta caccia al reo in questa
giungla d'asfalto che preferisce le bionde.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sonetti
MessaggioInviato: 07/04/2016, 09:32 
wenex !!!!

scrivi cose che mi piacccciono .

posta qui tutte le tue Poesie !

se poi hai un Ciclo apri un topic specifico , ad es :


viewtopic.php?f=45&t=17951




zio ot [:306]



_________________
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=57
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