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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 07/05/2016, 11:38 
Magia

Ulisse e i suoi uomini sbarcano sull'isola di Circe,una "maga" figlia di un "Dio",si dividono in 2 gruppi per perlustrare
in cerca di cibo (sempre affamati questi greci)
Un gruppo avvista una casa sontuosa immersa in un magnifico giardino in cui si trovano delle "bestie" ,entrano e incontrano una donna bellissima
che li invita a banchettare,loro accettano e subito dopo vengono trasformati dalla stessa donna in "porci", la scena viene vista di
nascosto da Euriloco che corre verso Ulisse avvertendolo dell'accaduto
Ulisse si reca verso la casa , nel suo cammino incontra un "dio" che lo istruisce come fare a non cadere vittima della magia di Circe
Trovatosi di fronte a Circe le intima di restituirgli i suoi uomini,lei tenta di trasformare anch'egli in porco ma non riesce
Impressionata dalla resistenza di Ulisse si offre a lui per spartire il talamo,Ulisse tentenna prima rivuole i suoi uomini,lei acconsente
e ritrasforma i porci in uomini.
Ulisse viene "lavato e unto" dalle ancelle e finalmente si concede
Rimane un anno nell'isola poi riparte,la maga gli regala un ariete e una pecora nera che serviranno per la discesa nell'ade


Tralasciando varie "formule magiche" e "bacchette incantate",Omero risalta la condizione dell'uomo
Ulisse rivuole i suoi uomini e chiede a Circe di non usare più magia ma ella risponde che non c'è bisogno di "magia",
I tuoi uomini si vedono cosi,non ho fatto altro
Esaudire i desideri è compito di una "maga", noi mostriamo agli altri raramente la nostra vera "faccia",il nostro vero essere,
mettiamo maschere,ci trasformiamo in altri in un continuo mentire.Circe non fa altro che rendere visibile la nostra vera natura
ci spoglia dalle ipocrisie e false maschere per mostrarci chi realmente siamo,infatti trasforma in porci ma lascia intatta la mente
in modo tale che il malcapitato prenda coscienza della reale condizione.Riportati allo stato "umano " gli uomini sembrano molto più giovani,
più virili,il loro aspetto è cambiato, hanno preso coscienza di cosa realmente erano

Discorso a parte per Ulisse,Omero ci illustra un rito di "magia sessuale",viene lavato e unto
(la stessa cosa capiterà tanti anni dopo a un tale di nome Gesù)
Ulisse viene iniziato a un rito a lui sconosciuto.riservato solo agli "dei", si trova impreparato di fronte all'irruenza di Circe,
vivere l'atto sessuale in un certo modo,non più come istinto animale ma come un risveglio di quella parte che negli uomini
è stata atrofizzata,il seme non viene più usato per concepire o per mero piacere ma da "scossa" che risale dal "basso verso l'alto"
trasformandosi in energia divina



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 12/05/2016, 11:10 
La Discesa

Ulisse consigliato da Circe si reca nell'Ade,luogo tenebroso,dimora e regno dei morti
Lo scopo del viaggio è sapere se ritornerà nella sua terra e quali insidie ancora dovrà affrontare.
Sgozza un montone e con il sangue ricavato lo offre alle anime da lui interrogate
Incontra tanti amici,compagni d'armi,la propria madre e infine un'indovino di nome Tiresia,che mette in guardia Ulisse sui
pericoli da affrontare nel lungo viaggio verso casa.Rinfrancato dalle parole di Tiresia ritorna tra i vivi per continuare il viaggio


Ade significa :colui che si/o nasconde,dopo la morte ogni anima che indipendentemente cosa fosse in vita per destino arriva nell'ade
Ulisse parla con i morti,i quali rimpiangono la "vita" e le "gioie" che essa ha loro dato,tutte le anime sono anocorate ai ricordi
della vita terrena,hanno risentimenti verso tizio o caio,provano odio verso chi in vita li ha traditi o uccisi,addirittura Aiace non rivolge
la parola a Ulisse perchè ancora risentito per la disputa delle armi di Achille

Incontra Achille il quale rimpiange la vita e per quanto eroe che primeggia fra i morti dice a Ulisse che avrebbe preferito essere l'ultimo
degli uomini ma ancora in vita anziché principe dei morti
Ma l'incontro più commovente Ulisse lo ha con la madre,chiede notizie della propria famiglia e come fosse morta,
Anticlea dice al figlio di essere morta perchè non aveva più avuto sue notizie e credendolo morto non c'era più ragione di vivere
Ulisse cerca di abbracciarla per "tre" volte ma non può stringere un'ombra,perchè tale è lo stato in quel regno

Ciò che siamo in vita saremo da "morti",nessuna delle "ombre" incontrate è consapevole di poter andare oltre quella "Dimesione"
tutti hanno "nostalgia" della materia e di cio che essa ha dato,sono pieni di risentimenti,odio,rancore,riportano anche
da morti gli stessi atteggiamenti tenuti in vita,tutti "bramano" di poter ritornare a "vivere",non immagginano e ne
sospettano che possa esistere una "alternativa" a quello stato,accetterebbero qualunque cosa pur di ritornare a vivere

Cibo per gli dei,si diceva nella grecia antica,gli uomini sono "nutrimento" per esseri superiori,non c'è bisono alcuna costrizione
per convincere un'anima a ritornare,qualunque cosa accetterebbe pur di essere rivestita di materia
Dobbiamo riflettere bene su cosa realmente vogliamo,se crescita spirituale o "droga materiale"
Non è facile lasciare andare l'essere stato umano,vivere la "vita"senza identificarsi ad essa ,assimilare le emozioni senza esserne schiavi,
ma tutto questo non accade per miracolo,c'è bisogno di un "lavoro" su se stessi che realmente ci faccia comprendere
Quel "destino" di finire nell'ade può essere cambiato dal "fato"

Conosci te stesso e potrai sfidare gli dei



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 21/05/2016, 11:07 
Poli-Femo

Ulisse e i suoi uomini sbarcano su un'isola alla ricerca di provviste ,scoprono una caverna entrando notano che utensili
e suppellettili hanno dimensioni enormi ,trovano del cibo e iniziano a banchettare.Poco dopo arriva il "padrone" di casa che è un gigante,
ha un solo occhio posto al centro della fronte,il suo nome è Polifemo
Egli rimprovera gli ospiti inattesi per aver mangiato il suo cibo,Ulisse mente sul proprio nome dicendo di chiamarsi "nessuno"
Polifemo si ciba degli achei, e dice a Ulisse che lo mangerà per ultimo in quanto gli aveva offerto del buon vino
Ulisse acceca il gigante con un trono d'ulivo , non lo uccide,Polifemo costretto dal belare delle pecore rimuove il masso che copriva l'uscita della caverna
Gli achei si aggrappano al ventre delle pecore,Ulisse al ventre di un "ariete" e riescono a fuggire
Ormai sulla nave l'eroe grida al gigante che il suo nome vero è Ulisse e non Nessuno


Noi entriamo nella vita e nel cuore degli altri senza chiedere permesso,approfittiamo e disponiamo del "bene altrui"
a nostro piacimento,come fosse nostro,ci giustifichiamo con l'avere "fame", come se l'essere "affamati" sia lasciapassare per tutto
e dia diritto ad appropriarsi addirittura delle persone che ci vivono a fianco,rendendole "nostre proprietà ", come padroni incuranti dei bisogni e realizzazioni degli altri
La "fame" è uno "stimolo" ,non deve mai condizionarci la vita,per quanto intensa essa sia va educata mai repressa


Ma chi è Polifemo? letteralmente significa :che parla molto, chiacchierone
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima , noi "umani" ne abbiamo due,uno riflette la parte cosciente, l'altro la parte meccanica
Il gigante ne ha uno, solo la parte meccanica è presente ,Polifemo rappresenta la materia allo stato puro,mangiare,dormire,
ubriacarsi,nient'altro. Egli è un "pastore" ma non padrone del gregge, è un "mezzo" al servizio del "demiurgo"
Accecare Polifemo vuol dire porre fine alla "realtà simulata" che viene "proiettata dal suo occhio",Ulisse sa bene che non servirebbe a nulla "ucciderlo"altrimenti rimarrebbe bloccato nella materia,inganna il ciclope con lo stesso "nettare" che gli dei donarono" all'uomo il vino,gli dei lo donarono per rendere più mansueti gli uomini,
poi lo acceca con un tronco di ulivo,dunque non lo uccide avrebbe potuto ma non lo fa,perchè sa bene che per "scappare" ha bisogno del ciclope(materia) per aprire la "porta"da solo non può farcela,è una porta molto "pesante"
Fin quando "Polifemo" (materia)"vede" noi siamo alla sua mercè,possiamo usarla rendendola "cieca",siamo noi in questa caso a guidare la realtà e non viceversa
L'umiltà nel presentarsi agli altri come signor "Nessuno"aiuta molto,è un buon inizio





Per "scoprire la "verità"in ogni cosa è necessario essere in due,
uno che la esprima(parte meccanica) e l'altro che la comprenda (parte cosciente) e alla fine della vita la somma di queste due parti da vita a una terza
cioè quella parte "divina" che si presenterà al cospetto degli "dei".Se in un uomo non vi è "coscienza" o ha un "solo occhio", per quante vite possa vivere resterà sempre ancorato alla materia



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 26/05/2016, 16:35 
"IL RE È NUDO"

Ulisse "naufraga" nella terra dei Feaci,incontra Nausica principessa del regno che invita Ulisse a corte dove potrà chiedere aiuto per tornare a casa
Nel palazzo reale l'eroe incontra Re e Regina,Alcinoo e Arete,rivolge loro una supplica, un aiuto per tornare in patria, senza però rivelare la sua identità
Alcinoo acconsente e invita Ulisse a un banchetto in suo onore,durante la festa un "cantore" intona e loda Ulisse nella conquista di Troia,
al chè l'eroe piange,il re accortosi chiede a Ulisse il perchè e lui rivela finalmente la sua vera identità
Racconta tutto quello che gli è accaduto in quei 20 anni
Alcinoo fa accompagnare Ulisse a Itaca dai suoi marinai,durante il viaggio l'eroe si addormenta si sveglierà all'arrivo

Chi sono Alcinoo e Arete?Dal greco Alcinoo: Animo forte/Pensiero stabile,Arete: Virtù, il connubio perfetto a cui ogni essere dovrebbe ambire,virtù e pensiero stabile
Re e Regina sanno perfettamente chi sia quello straniero che chiede aiuto,fingono e stanno al gioco di Ulisse
ma l'inganno svanisce sentendo cantare "se stesso" da uno sconosciuto
Ulisse piange,un pianto liberatorio,che smuove quell'animo chiuso dai travagli della vita e davanti a perfetti sconosciuti egli racconta la propria storia
senza più remore,sotterfugi,malizia,egli parla a se stesso,si confronta con se stesso
Finalmente è libero di dire e di fare...
Racconta le delizie,i dolori,la durezza della guerra,la morte dei compagni, ripercorre quei 20 anni in una sorta di "ricapitolazione" non piu
per la gioia degli interlocutori ma occorre a se stessoPerché è nel ricordo il momento in cui possiamo confrontataci con noi stessi
Dobbiamo essere "nudi" cioè privi di maschere e bugie,ripercorrere la propria vita o anche il giorno appena passato stimola e fortifica
quel "ricordo di se".Omero saggiamente descrive "nudo" Ulisse in seguito al "naufragio",neanche uno "straccio" addosso
Ulisse nel raccontare parla ai vari "Ulisse" che si sono alternati nelle diverse situazioni,egli parla all'Ulisse che ama,che uccide,che profana,che deride gli dei,finalmente "conosce" quegli "io" a lui perfetti sconosciuti fino a quel momento,non immaginava neanche che potessero esistere,ne ha coscienza,finalmente potrà affrontarli
Cita:
Sa dove si nasconde il peggior nemico di un'uomo?Dentro se stesso


Ma in tutto questo non ha mai perso di vista lo scopo cioè:il Ritorno nella vera casa
Adesso è pronto, possiede virtù e pensiero stabile,"nessuno" può ostacolare il suo ritorno



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 03/06/2016, 10:45 
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Ulisse si trova a Itaca finalmente,ma deve compiere ancora un'ultima missione riprendere possesso della sua casa
Durante la sua assenza altri sono diventati "padroni"della sua casa,108 principi ambiscono a diventare re,insidiano Penelope
affinché diventi sposa di uno di essi .Questi pretendenti si comportano da veri padroni,comandano,mangiano,dispongono,come se fossero loro proprietà i "beni di Ulisse"
Nessuno li ha invitati,si sono presentati "spontaneamente",dapprima timidamente,manifestando riverenza,addirittura dando buoni consigli,
poi arroganza e sfrontatezza prendono posto nel loro fare
Loro portavoce è un tale di nome Antinoo, che significa :mente scambievole, il che è tutto dire
Non si fidano gli uni dagli altri,ognuno mette in discussione quanto detto dall'altro,ogni tanto si uniscono in gruppi per mettere in difficoltà gli altri
Un vero caos,finti "principi" che si atteggiano a Re


Penelope sposa di Ulisse prende tempo,aspetta il ritorno dell'amato,ma chi è Penelope oltre a essere "brava moglie"?
In effetti ella tesse il destino di Ulisse,in quella famosa "tela" scrive le avventure e sventure dell'amato,come parte "femminile"
sprona Ulisse al "fare",cioè vivere l'esperienza
La "donna ideale" che ogni uomo dovrebbe avere al proprio fianco
Per quanti tradimenti e amori l'eroe abbia collezionato nella sua avventura,Penelope rimane l'amata vera
Organizza un tiro con l'arco e il vincitore potrà averla in sposa ma si tratta di un'arco speciale che solo un Re può tendere
e scoccando una freccia attraverso 12 fori di asce possa infine centrare il bersaglio
Infatti i "principi" non riescono neanche a tendere l'arco,per Ulisse è facile il compito, egli adesso è veramente Re di se stesso
Uccide i Proci senza pietà,sa perfettamente che se non lo farà essi si vendicheranno e continueranno a reclamare il "trono" del re
Nessuno di essi sopravvive,li chiama per nome,li conosce grazie a quella presa di coscienza avuta alla corte dei Feaci
Dopo la mattanza si ricongiunge con Penelope,il tempo sembra non essere mai passato da quando lui era partito,fermo,immobile,quei 20 anni
sembrano "ieri",tutto quanto accaduto è come un sogno
Penelope ha "fame" di sapere,chiede a Ulisse dell'esperienza "umana" ,ed egli condivide con l'amata in quel letto dalla base di "Ulivo"

Infine Ulisse insieme al figlio si reca dal vecchio padre Laerte ,argonauta nella spedizione del vello d'oro,l'incontro avviene in giardino,3 generazioni di veri re,
il padre,il figlio,il nipote
Il padre,Laerte,rappresenta ,la vecchiaia,infatti indossa un berretto di capro,la saggezza dunque,un re a cui il "palazzo" non importa più
Il figlio,Ulisse,colui che è sceso nel regno dei "morti" ed è risalito indenne dal quel luogo
il nipote Telemaco,l'irruenza,il fervore,lo spirito che devono "pervadere" nel fare,

Omero ci mette in guardia,da degli indirizzi affinché ognuno di noi diventi RE di stesso,gli dei di questa realtà conoscono solo questa realtà,
offrono addirittura l'immortalità ma a cosa servirebbe rimanendo in questa dimensione materiale?
Ombre dopo la morte,tutti diventano ombre,accettano questa condizione come inevitabile,senza sospettare che esiste altro
Realtà simulata,proiettata da quell'occhio che tutto vede e tutto fa vedere,determinando l'identificazione sempre di più nella materia
Noi non siamo "UNITA" ma vari pretendenti (IO)dentro di noi agiscono in nostra vece,a questi "IO" non interessa la conoscenza,
loro amano la materia


Quanto scritto in queste pagine sono "opinioni personali"
ma se vi fosse un fondo di verità?



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 11/07/2018, 18:51 
Sarebbe un' esperienza molto misera la vita senza filosofia. E' davvero interessante questa tua lettura in chiave gnostica dell' Odissea. [:)]
In effetti sembra quasi che ad un livello più profondo di interpretazione ci sia un messaggio sotterraneo che procede di pari passo con la narrazione.
E' solo un' idea che mi è venuta leggendoti ma mettendo in relazione la tua ipotesi con la questione omerica, col fatto che Omero potrebbe anche non essere esistito e la sua opera essere una raccolta di tradizioni prima tramandate oralmente, poi per iscritto da una serie di poeti, si potrebbe trovare una certa logica che la rafforza. Non l' intento di un singolo di inserire messaggi ma forse proprio la volontà di più autori di tramettere un “sapere” coerente, nascondendolo fra le pieghe di racconti epici.

Umiltà, intuito, coraggio... per intraprendere il viaggio, per sperimentare, per conoscere in primo luogo se stessi, per riconoscere cosa è falso in questa realtà “virtuale” e anche in noi. Evolvere in coscienza per non ritrovarsi infine come le anime in Ade, ancora attaccate alla materia. Se ho compreso correttamente...

Se vi fosse un fondo di verità, chiedi alla fine... se vi fosse già sarebbe una “guida”... ma come si fa per esempio quando quegli “dei” che si intromettono nelle nostre questioni sembrano toglierci completamente libertà ? Siamo noi contro Poseidone, quindi destinati a stare in prigionia ?
O un' "Atena" che ci aiuta potrebbe essere l' Anima quando è più consapevole ?



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 09/06/2019, 15:45 
argla ha scritto:
Sarebbe un' esperienza molto misera la vita senza filosofia. E' davvero interessante questa tua lettura in chiave gnostica dell' Odissea. [:)]
In effetti sembra quasi che ad un livello più profondo di interpretazione ci sia un messaggio sotterraneo che procede di pari passo con la narrazione.
E' solo un' idea che mi è venuta leggendoti ma mettendo in relazione la tua ipotesi con la questione omerica, col fatto che Omero potrebbe anche non essere esistito e la sua opera essere una raccolta di tradizioni prima tramandate oralmente, poi per iscritto da una serie di poeti, si potrebbe trovare una certa logica che la rafforza. Non l' intento di un singolo di inserire messaggi ma forse proprio la volontà di più autori di tramettere un “sapere” coerente, nascondendolo fra le pieghe di racconti epici.

Umiltà, intuito, coraggio... per intraprendere il viaggio, per sperimentare, per conoscere in primo luogo se stessi, per riconoscere cosa è falso in questa realtà “virtuale” e anche in noi. Evolvere in coscienza per non ritrovarsi infine come le anime in Ade, ancora attaccate alla materia. Se ho compreso correttamente...

Se vi fosse un fondo di verità, chiedi alla fine... se vi fosse già sarebbe una “guida”... ma come si fa per esempio quando quegli “dei” che si intromettono nelle nostre questioni sembrano toglierci completamente libertà ? Siamo noi contro Poseidone, quindi destinati a stare in prigionia ?
O un' "Atena" che ci aiuta potrebbe essere l' Anima quando è più consapevole ?


Scusa il ritardo


Gli "Dei" di questa realtà si prendono gioco degli "umani" fin dalla "creazione",droga potente ed inebriante
la "materia" da cui è quasi impossibile sfuggire
Materia è "desiderio" ,intere vite spese per soddisfare desideri "meccanici",tutto è meccanico
in questa realtà finanche la "coscienza" e tale rimarrà fin quando non svilupperà "Intuito e Volontà"
Avere anima non significa garantirsi immortalità,se rimane un seme senza germogliare,appassirà
Sii umile e rispettoso con gli Dei,non sfidare la loro ira,nulla puoi osare contro di loro,cosi gli antichi ammonivano gli uomini,
determinandone i destini
"In vita e in morte " elogiamo Dei,questo ci viene insegnato, il nostro "destino" non è altro che lodare e riverire "Esseri Superiori"
donando noi stessi, addirittura l'anima propria.Ma "Anima" è qualcosa che appartiene di diritto ad ogni essere
e non va mai "donata" ma "educata" affinché abbia il coraggio di attraversare le "Colonne d'Ercole",
Oltre quelle colonne gli Dei di questa realtà non hanno alcun potere.

Poseidone o Atena che interferiscono nelle nostre vite ci persuadono che senza il
loro aiuto è impossibile "Fare" e che solo con la loro intercessione si può compiere il "miracolo",
questo non è altro che un avvilimento per "Anima",cioè relegare un essere "divino in un porcile"
Prendere veramente coscienza di se stessi vuol dire "usare gli Dei" non farsi usare

Prima di intraprendere il "viaggio" bisogna avvertire dentro se stessi che è ora di partire,
non è obbligatorio,si può tranquillamente continuare a sedere sul trono e credere di essere un vero "RE"
Il Destino è segnato,il Fato è creato



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 10/06/2019, 05:03 
rew63 ha scritto:
Prima di intraprendere il "viaggio" bisogna avvertire dentro se stessi che è ora di partire,


riconoscere... [:)]

concordo su tutto...titolo compreso... [:290]

[:295]



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 23/06/2019, 16:19 
Desiderio, comunemente diamo un significato diverso da quello che davano gli antichi
Oggi è sinonimo di avere,possesso,necessità
Ma che significa desiderio?Letteralmente: Mancanza di Stelle
Astri dunque,stelle che non ci sono , a cui non si può chiedere protezione
In tema astrologico,ognuno di noi nasce sotto l'influsso di stelle,alcune "benefiche" ,altre "malefiche",
ad ogni astro è associato un "Dio" che le governa,questi Dei forgiano e gestiscono il destino di un uomo
per quasi tutta la vita.
Si dice che un dio "vive" finché se ne parla,da centinaia di anni
pronunciamo i loro nomi,non sono mai morti e permettiamo che si intromettano ancora nelle nostre vite

Nella ruota del tema natale l'io è simboleggiato dal sole e si trova
dentro un cerchio,a sua volta suddiviso in "case",per quasi tutta la vita sarà soggetta al volere delle stelle.
Per sfuggire al destino,deve portarsi al di fuori del "cerchio"astrologico,
lasciare la "giostra" e la sorte segnata
Al di fuori del "cerchio" c'è l'eternità,cioè assenza di tempo, qui non hanno alcun potere le "stelle"



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 11/05/2020, 20:25 
Cita:
Sei maschio e femmina, generatrice di guerra, astuzia,
dalle forme svariate, dracena, invasata, splendidamente onorata,
distruttrice dei Giganti Flegrei, guidatrice di cavalli,
Tritogenia, che sciogli dai mali, demone apportatore di vittoria


Inno Omerico ad Atena,protettrice di Ulisse



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 18/05/2020, 12:14 
rew63 ha scritto:
Cita:
Sei maschio e femmina, generatrice di guerra, astuzia,
dalle forme svariate, dracena, invasata, splendidamente onorata,
distruttrice dei Giganti Flegrei, guidatrice di cavalli,
Tritogenia, che sciogli dai mali, demone apportatore di vittoria


Inno Omerico ad Atena,protettrice di Ulisse


Tritogenia?

Se non erro, ad oggi, ancora non c'è unanimità di interpretazione.


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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 18/05/2020, 17:50 
alcar ha scritto:
rew63 ha scritto:
Cita:
Sei maschio e femmina, generatrice di guerra, astuzia,
dalle forme svariate, dracena, invasata, splendidamente onorata,
distruttrice dei Giganti Flegrei, guidatrice di cavalli,
Tritogenia, che sciogli dai mali, demone apportatore di vittoria


Inno Omerico ad Atena,protettrice di Ulisse


Tritogenia?

Se non erro, ad oggi, ancora non c'è unanimità di interpretazione.



Infatti, figlia di Tritone,nata dal lago Tritone in Africa,o terza figlia di Zeus
Oppure:
Cita:
Tritogenia è il cerchio della trasformazione di cui il tre ne rappresenta il simbolo archetipo.


https://www.premioceleste.it/opera/ido:63865/



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 18/05/2020, 23:52 
Una cosa che non sapevo:

Il culto della dea Atena nell'area Egea risale probabilmente ad epoche preistoriche. Si sono trovate prove del fatto che nell'antichità Atena fosse vista essa stessa come una civetta, o comunque si trattasse di una Dea-uccello o una "dea alata": nel terzo libro dell'Odissea assume la forma di un'aquila di mare. La sua egida decorata potrebbe rappresentare ciò che rimane delle ali di cui era dotata, dal momento che sulle decorazioni di antichi vasi in quel modo viene ritratta.


Alla fine sempre li si ritorna.

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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 19/05/2020, 06:05 
rew63 ha scritto:
figlia di Tritone


https://www.sullacrestadellonda.it/mito ... ritone.htm

anche conosciuta come...Minerva, Pontinija, Pallade, Lilith, Neith, Inanna, Ishtar... [:I]

le ali, presenti in alcune raffigurazioni, rappresentano comunque la capacità di volare...qualsiasi sia la forma fisica originale del personaggio... [:290]

la raffigurazione inserita da Alcar è quella più vicina a una Lilith dei primordi, della Genesi...e i simboli riportati sono fortemente identificativi delle capacità della dea... [:246]

i due oggetti, strumenti, che stringe in ENTRAMBE le mani, NON artigli, sono "proprietà" -capacità e potere- di tutti i più grandi "dei" della storia arcaica del mondo...essi sono la bacchetta, o scettro, o bastone, "un tubo magico", che permette BEN determinate azioni "magiche" e l'anello del potere, o torque, "un cerchio magico", che permette di avere "poteri" simili e DIVERSI dallo "scettro regale"... [:290] [:305]

il torque era retto con mano, al polso, al collo, o alla cintola...visto oggi, con il senno del poi, potremmo associarlo ad un EVOLUTO joystik, a un telecomando, ad un oggetto con funzioni simili... [:246]

lo scettro o bastone del potere, o bacchetta magica è associabile alla più arcaica conoscenza, alla "magia" sapienza del imago, e al potere-capacità che deriva da colui o colei -regali conoscitori- che lo brandisce...un cacciavite sonico del doc Who da un'idea, come anche "il bastone" di Mosè... [:291]

questi sono alcuni dei simboli associabili...ma anche una V rovesciata , il più semplice, ne indica appartenenza... [:290]

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non dimentichiamo poi che "i tritoni" sono anche anfibi, rettili, grigio bluasti dagli occhi neri...e che tra i simboli attributi della dea c'è il serpente e la testa di Medusa, e che la "A" nelle sue varie versioni è ANCHE una Ankh... [:305]

e avendo io ormai smesso da anni di credere alle "casualità"...allego anche questo attuale riferimento, post del 16/4 delle 14,47, giusto per "chi può e vuole" stare "avanti"... [:291]

viewtopic.php?f=19&t=20698&p=533582#p533582


bye bye [:295]

(edit crz sintassi)



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 Oggetto del messaggio: Re: "Gnosticismo" nell'Odissea?
MessaggioInviato: 19/05/2020, 08:44 
Cita:
Quando era nata in egitto, il nome della Dea era Au Set che significa regina eccellente o semplicemente spirito. Ma i greci colonizzatori alterarono la pronuncia fino a farne il nome familiare Iside, un nome che venne usato per generazioni allorchè il culto della Dea si diffuse dal delta del Nilo alle rive del Reno. Come Ishtar, anche Iside assume le identità di dee minori finchè fu riverita come la Dea universale della cui femminilità totale le altre dee rappresentavano solo dei singoli aspetti.
Essa divenne la signora dai diecimila nomi il cui vero nome era Iside.
Poi crebbe diventando Iside panthea (tutte le dee).
Durante il suo sviluppo nell' impero romano il culto di Iside si contraddistinse per processioni e feste in onore della dea molto festose e ricche. Le sacerdotesse della dea vestivano solitamente in bianco e si adornavano di fiori; a Roma, probabilmente a frutto dell' influenza del culto autoctono di Vesta, dedicavano talvolta la loro castita' alla dea Iside.

Cut

Iside aveva due aspetti: Natura e Luna. Essa era la madre, la creatrice, la nutrice di tutto, ed era anche la distruttrice.
Il suo nome, Iside, significa antico ed era chiamata anche Maat, che significa Conoscenza o Sapienza.
Iside è Maat, la Sapienza Antica. Ovvero la sapienza delle cose come esse sono e come sono state sempre, la capacità innata, intrinseca di seguire la natura delle cose sia nella loro natura presente sia nel loro inevitabile sviluppo nel rapporto reciproco. E’ la sapienza dell’istinto.
Iside era vergine e madre, spesso rappresentata col bimbo in braccio.
Iside, nel periodo del lutto, era vestita di nero, oppure era essa stessa nera. Come la vergine nera dei santuari europei, che le è così strettamente collegata, essa era una Dea della guarigione.
Di Iside era detto: “dove tu guardi pietosa, l’uomo morto ritorna in vita, il malato è guarito”.
Le statue nere di Iside possiedono anche un altro significato. Plutarco dice che “tra le statue quelle con le corna sono rappresentazioni della sua luna crescente, mentre quelle vestite di nero i modi occulti e nascosti in cui essa segue il Sole – Osiride – e brama di unirsi con lui. In conseguenza a ciò essi invocano la luna per le questioni amorose e Eudosso dice che Iside regna sull’amore.”
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