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SANITA' PUBBLICA IN ITAGLIA

03/12/2025, 16:11

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OSPEDALI PUBBLICI

PRONTO SOCCORSO

SE NON SEI MORIBONDO TI BUTTANO FUORI

E SE TI PRENDONO VALUTANO

COME E SE ACCOPPARTI

PER PRENDERTI GLI ORGANI.



ovvero



LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE

ENTRATE










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Re: SANITA' PUBBLICA IN ITAGLIA

04/12/2025, 15:16

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OSPEDALI PUBBLICI

PRONTO SOCCORSO

SE NON SEI MORIBONDO TI BUTTANO FUORI

E SE TI PRENDONO VALUTANO

COME E SE ACCOPPARTI

PER PRENDERTI GLI ORGANI.



ovvero



LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE

ENTRATE










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Dipende dove si va,però andare sul privato ci fanno morire lo stesso facendo morire a poco a poco di inedia le famiglie che non lo potrebbero fare.


Dalla padella alla brace [:246]

Re: SANITA' PUBBLICA IN ITAGLIA

09/12/2025, 10:37

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LA MICROPUNTA DELL' ICEBERG








Arrestato in flagranza Roberto Palumbo, primario dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma: ha intascato una tangente da un imprenditore, è accusato di corruzione



di Giulio De Santis, Fulvio Fiano, Rinaldo Frignani


Ai domiciliari il direttore di Nefrologia Roberto Palumbo sorpreso dagli agenti della Squadra mobile nell'atto di intascare una tangente da 3mila euro in contanti da un imprenditore, Maurizio Terra, anche lui arrestato


Lo hanno sorpreso alle sette di sera passate a bordo di un’auto parcheggiata vicino alla Regione Lazio, su via Cristoforo Colombo, a intascare una mazzetta da 3mila euro in contanti (in banconote da 50 e 100 euro) da un imprenditore abruzzese specializzato nel settore delle apparecchiature elettromedicali. E non ha replicato alle contestazioni dei poliziotti della Squadra mobile che lo hanno arrestato - il gip ha disposto i domiciliari - anche se quello che è accaduto il 4 dicembre scorso potrebbe essere solo la punta dell’iceberg, un primo passo in un mondo di tangenti collegate al trasferimento di pazienti dall’ospedale Sant’Eugenio a strutture private per proseguire le cure. Sedute di dialisi, in particolare.

In manette sono finiti Roberto Palumbo, 57 anni, stimato primario di Nefrologia nell'ospedale dell'Eur, già componente della Commissione regionale di vigilanza sull’emodialisi e del Coordinamento regionale della Rete nefrologica ospedale–territorio, e Maurizio Terra, suo coetaneo, amministratore unico della società Dialeur. Entrambi si trovano a Rebibbia in attesa della convalida del gip. L’accusa nei loro confronti è concorso in corruzione di pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni.


Da tempo, almeno dal 2021, gli investigatori diretti da Roberto Pititto, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe De Falco, seguivano le mosse dei due, sospettando un giro di tangenti collegato all’attività del medico

Non solo.

Anche di altre persone, in particolare dei titolari di alcune cliniche private che accoglievano i pazienti dimessi dal primario.

E infatti nell’inchiesta ci sono dodici indagati per lo stesso reato e per altri:

i soldi utilizzati per le mazzette al medico sarebbero stati giustificati con false fatture emesse da più società di copertura




https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... cxlk.shtml


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Questa e' la situazione ...

a Bologna , ritenuta da tutti il top in Itaglia della sanità , fino al 2015 la situazione era tutto sommato buona ,

ma negli ultimi 10 anni ho visto una caduta in verticale ,

al pronto soccorso non vedono un paziente da soccorrere

ma un


NEMICO .


Un elemento che è solo un costo , che viene valutato solo in base al suo possibile

utile in base al su reddito .

E' UN DISASTRO .






zio ot [:305]

Re: SANITA' PUBBLICA IN ITAGLIA

09/12/2025, 10:53

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SANITÀ, IN 10 ANNI TAGLIATI

10MILA POSTI LETTO

E CHIUSI 70 OSPEDALI:


I DATI DELL'ANNUARIO




https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/ ... onale-dati


SALUTE E BENESSERE

I titoli di Sky TG24 dell'11 febbraio 2025 - edizione h13


In 10 anni diminuiscono i posti letti negli ospedali pubblici e privati, gli accessi al pronto soccorso, i consultori e i medici di famiglia.

Dati allarmanti quelli rilevati dall'analisi del sistema sanitario nazionale relativi al 2023

Negli ultimi dieci anni sono stati tagliati 10mila posti letto e chiusi oltre 70 ospedali. Sono dati allarmanti quelli che emergono dal nuovo Annuario del Servizio sanitario nazionale pubblicato dal Ministero della Salute relativo all'anno 2023 e ripresi dal sito Quotidiano Sanità che ha messo a confronto lo stesso report pubblicato 10 anni fa.


Dal 2013 sono stati chiusi 74 ospedali: il 7% in meno tra pubblici e privati che da 1.070 sono scesi a 996,5. Per quanto riguarda il numero di posti letto, sempre rispetto a 10 anni fa, tra pubblico e privato ne sono stati tagliati oltre 10mila.

Nel 2013 ce n'erano 226.387 contro i 215.827 del 2023.


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ED ECCO IL PERCHE' DELLE AGGRESSIONI AL PRONTO SOCCORSO




https://fpcgil.lombardia.it/2025/01/07/ ... l-sistema/

Fermare le aggressioni in sanità

significa curare il sistema

stop aggressioni al personale sanitario




“Le violenze contro il personale sanitario sono il sintomo di un sistema al collasso.

Serve investire in servizi territoriali e nel personale, non in repressione”, afferma Nadia Lazzaroni, segretaria Fp Cgil Brescia


7 gen. 2024 –

“Non possiamo accettare che chi cura diventi il bersaglio del disagio sociale”. Nadia Lazzaroni, segretaria Fp Cgil Brescia con delega alla sanità, non usa mezzi termini: le aggressioni al personale sanitario, come quella avvenuta lo scorso 27 dicembre con insulti al personale del pronto soccorso dell’Ospedale di Montichiari e comportamenti violenti, non sono episodi isolati,

ma il sintomo di un sistema che ha smesso di funzionare. “Queste violenze non nascono negli ospedali, ma arrivano lì come ultimo atto di una catena di mancanze: servizi territoriali insufficienti, fragilità sociali abbandonate, risorse pubbliche ridotte all’osso”, specifica la sindacalista.

Rilanciando un dato allarmante: nel 2023, in Italia, si è registrata un’aggressione ogni cinque ore (cioè 1.659 episodi) ai danni di operatrici e operatori della sanità.

Mentre la risposta delle istituzioni si concentra su vigilanza armata e inasprimento delle pene, per la Fp Cgil il problema va affrontato alla radice.

Cosa sta portando a questa escalation di violenza?

“Il personale sanitario si trova a fronteggiare situazioni che non dovrebbe gestire da solo. Rabbia, disperazione e frustrazione di pazienti e familiari, non trovando ascolto, si scaricano sempre più in momenti di sfogo in pronto soccorso. Questo accade perché i servizi territoriali non funzionano come dovrebbero. Quando mancano risposte nei Cps (centri psico sociali), nei Sert (servizi per le tossicodipendenze) o dai medici di medicina generale, tutto si scarica sugli ospedali. E chi lavora in corsia diventa il parafulmine di un disagio sociale più ampio”, risponde Lazzaroni.

Quali soluzioni propone la Fp Cgil?

“Bisogna investire in prevenzione, non in repressione. Il recente Decreto-Legge 137/2024, che inasprisce le pene, non risolve nulla: non si può punire la sofferenza. Serve invece rafforzare la sanità territoriale, aumentare le risorse per i servizi di prossimità e migliorare le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori. Ogni euro speso in prevenzione, di fatto, è un euro risparmiato in cure e in sofferenza umana”.

Qual è il peso di queste aggressioni sul personale sanitario?

“Le conseguenze sono devastanti: ansia, disturbi post-traumatici da stress, demotivazione. Molti finiscono per abbandonare la professione, schiacciati dal peso psicologico e dalle condizioni lavorative inaccettabili. Il nostro sistema sta perdendo professioniste e professionisti preziosi perché non li protegge, né economicamente né umanamente”.

Che tipo di sanità pubblica vuole la Fp Cgil?

“Una sanità capace di prendersi cura delle persone prima che il disagio esploda. Una rete di servizi territoriali che intercetti i bisogni sul nascere e riduca il carico sugli ospedali. Vogliamo che il diritto alla salute sia garantito a tutte e tutti, indipendentemente da dove si vive e dalle disponibilità economiche.

Ma questo richiede investimenti seri nel personale e nei servizi,

non tagli”.


Quindi?

“Investire nel personale sanitario significa garantire la qualità della cura per tutte e tutti. Senza una visione lungimirante da parte della politica, rischiamo di perdere il cuore della sanità pubblica.

E con esso, una parte essenziale della nostra democrazia.

Dietro le aggressioni non c’è solo il gesto di una persona, ma un fallimento collettivo , ribadisce Lazzaroni .

Per cambiare rotta, serve costruire un sistema sanitario che ascolti, prevenga e protegga: chi ha bisogno e chi lavora ogni giorno per garantire il diritto alla salute”.





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Re: SANITA' PUBBLICA IN ITAGLIA

10/12/2025, 15:14

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La sanità pubblica si «restringe»,

avanza la privatizzazione di fatto


Andrea Capocci



I DATI Istat: sei milioni di italiani rinunciano alle cure. Tra il 2016 e il 2023 la spesa è più che raddoppiata: da 3 a oltre 7 miliardi



Anche per ammalarsi bisogna nascere nella regione giusta

https://ilmanifesto.it/anche-per-ammala ... one-giusta

La chiamiamo ancora «sanità pubblica».


In realtà, il Servizio sanitario nazionale è sempre più un ibrido di Stato e privato. Anche se finanziamento pubblico e universalismo sono i pilastri della riforma che lo istituì nel 1978, la fotografia che ne scatta dalla fondazione Gimbe quasi mezzo secolo dopo racconta un’altra storia. La percentuale di servizi sanitari pagati out-of-pocket, cioè direttamente dagli utenti al di là della fiscalità generale, è stabilmente superiore alla soglia del 15% della spesa sanitaria totale: sopra quel tetto, secondo l’Oms, sono a rischio uguaglianza e accessibilità delle cure.

Da noi è out-of-pocket oltre un quarto della spesa sanitaria, mentre in Germania e Francia il finanziamento pubblico e le mutue obbligatorie lasciano alle tasche private solo un decimo della spesa.

Risultato: le famiglie italiane dedicano alle cure il 3,5% del budget familiare, contro il 2,1 e il 2,5 di quelle francesi e tedesche.

«Non serve cercare un piano occulto di smantellamento del Servizio sanitario nazionale» spiega Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, presentando i dati al Forum Risk Management in Sanità di Arezzo. «Basta leggere i numeri per capire che la privatizzazione della sanità pubblica è già una triste realtà».

Nel 2024 la spesa out-of-pocket ha toccato i 41 miliardi di euro, 12 dei quali spesi in farmacia. «Oggi siamo sostanzialmente di fronte a un servizio sanitario “misto”, senza che nessun governo lo abbia mai esplicitamente previsto o tantomeno dichiarato» dice Cartabellotta.

Nell’ultimo decennio, il rapporto tra spesa pubblica e privata è rimasto all’incirca costante. Questa stabilità però non deve ingannare: non significa che la vocazione sociale del Ssn sia rimasta la stessa. Infatti, oltre a chi si rivolge al privato per cure più veloci o confortevoli, una percentuale crescente della popolazione smette di curarsi tout court a causa dell’inefficienza della sanità pubblica e dei costi di quella privata. È una componente sommersa che, non alimentando la spesa, scompare dalle statistiche. L’ultima stima dell’Istat parla di sei milioni di italiani «rinunciatari», uno su dieci.

Se si conta anche questa fetta della torta, il ridimensionamento della sanità pubblica e universale concepita nel 1978 diventa evidente. Tuttavia, anche la quota pubblica della spesa alimenta la privatizzazione delle cure attraverso le strutture «accreditate», da cui lo Stato compra una quota di prestazioni a prezzi che devono coprire anche i profitti dell’industria della salute. In molti settori oggi le strutture private accreditate superano in numero quelle pubbliche.

Se c’è sostanziale equilibrio a livello ospedaliero, il privato accreditato domina nel settore della specialistica ambulatoriale, della riabilitazione e soprattutto delle Rsa: quelle private sono aumentate del 41% tra il 2011 e il 2023, mentre quelle pubbliche calavano del 19%. Tra le regioni, i privati fanno gli affari migliori in Lazio e Lombardia.

Solo nella sanità territoriale, meno redditizia per il settore privato, lo Stato gode ancora di un sostanziale monopolio. Il settore che cresce più velocemente però è quello del privato-privato, interamente affidato al mercato senza mediazione statale: tra il 2016 e il 2023 la spesa degli italiani in questo ambito è più che raddoppiata, da 3 a oltre 7 miliardi di euro.

Dopo la pubblicazione dei numeri del Gimbe, il Partito democratico denuncia una privatizzazione «favorita dall’attuale governo» e annuncia un’interrogazione parlamentare attraverso la deputata Ilenia Malavasi. In realtà, gli stessi dati mostrano che lo squilibrio tra pubblico e privato c’era anche con altre maggioranze. È altrettanto vero che la manovra finanziaria del 2026 non invertirà la rotta:

circa la metà dei due miliardi stanziati saranno spesi per aumentare il ricorso alla sanità privata sotto le insegne del taglio delle liste d’attesa e ad alleggerire la quota del ripiano della spesa farmaceutica a carico delle aziende.


https://ilmanifesto.it/la-sanita-pubbli ... e-di-fatto





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