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 Oggetto del messaggio: TACITO PUBLIO CORNELIO
MessaggioInviato: 30/03/2018, 12:54 
https://it.wikipedia.org/wiki/Publio_Cornelio_Tacito



GERMANIA E AGRICOLA


G. BRUGNOLI, Le vicende del codice Hersfeldense, "Rivista di cultura classica e medievale", 3 (1961), pp. 68-90;


F. DELLA CORTE, La scoperta del Tacito minore, "Studi urbinati" 53 (1979), Atti del colloquio "La fortuna di Tacito dal sec. XV ad oggi", (Urbino, 9-11 ottobre 1978), pp. 47-61;

Storia del manoscritto:



Per la storia del manoscritto cfr. BRECCIA FRATADOCCHI, MARTINOLI SANTINI, NIUTTA 1995, pp. 25-27.


Nella seconda metà del XV secolo il codice apparteneva alla biblioteca dei fratelli Stefano e Francesco Guarnieri di Osimo, passata in eredità ai conti Baldeschi Balleani di Iesi nel 1793 e rimase presso di loro fino al 1994, con la segnatura "Lat.8".

Nel 1902 Vattasso riconobbe nelle cc. 56-63 il più antico testimone dell'"Agricola" di Tacito, che nel 1907 fu identificato come un quaternione del "Liber de Vita Iuli Agricole" visto a Roma nel 1455 e descritto da Pier Candido Decembrio; il fascicolo appartenenva al "Codice di Hersfeld", un manoscritto del IX secolo originario di Fulda o di un altro monastero nella regione della Loira; il codice, un miscellaneo contenente tra l'altro le opere minori di Tacito, riemerse nel XV secolo, suscitando grande clamore tra gli studiosi umanisti.

Probabilmente fu Enoch d'Ascoli, nel 1455, a portare il codice in Italia, dove fu smembrato per trarne copie; la parte con il "Bellum Torianum" e l'"Agricola" giunse in possesso di Stefano Guarnieri, che verosimilmente si preoccupò anche di integrarlo e di aggiungervi la "Germania" (cfr. PRETE 1973, pp. 38 e 144-146).

Nel 1929 il codice fu messo in vendita ad un'asta di Sotheby a Londra, ma rimase invenduto, oppure fu ritirato dalla vendita; il 18 marzo 1933 fu notificato ai proprietari dalla Sovrintendenza Bibliografica di Bologna, per l'alto valore filologico; è noto agli studiosi come Codice Esinate.

In seguito se ne persero le tracce e solo Rudolf Till, nel 1943, lo poté esaminare di persona. In data imprecisata fu portato a Firenze, dove venne custodito in una cassetta di sicurezza. Gravemente danneggiato nel corso dell'alluvione di Firenze del 1966, fu ben presto restaurato presso il Laboratorio di Grottaferrata e in quell'occasione fornito di una nuova legatura.

Nel 1993, Antonio Maria Adorisio, funzionario del Ministero per i Beni Culturali impegnato nell'acquisto di un altro codice della collezione Baldeschi Balleani, esaminò il codice di Tacito e un terzo codice con opere di Cicerone e ne propose l'acquisto da parte dello Stato. I tre manoscritti (Vitt.Em.1630, Vitt.Em.1631, Vitt.Em.1632) passarono alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma nel giugno 1994 (ADORISIO 1995, pp. 35-36).



http://manus.iccu.sbn.it/opac_SchedaScheda.php?ID=67870

ITALIA MEDIEVALE E UMANISTICA

http://www.editriceantenore.it/Numeri_r ... _rivista=9


THEODOR MOMMSEN



Christian Matthias Theodor Mommsen nacque a Garding [Holstein] nel 1817. Morì a Charlottenburg [Berlin] nel 1903. Fu filologo, storico, linguista, giurista, epigrafista, numismatico. La sua attività fu enorme, non si finirà mai di stupirsi della quantità di interessi che ebbe, e della poderosità della sua produzione di studioso. Mommsen fu docente in varie università, deputato liberale alla Camera prussiana e al Reichstag.


Fece in tempo a ricevere persino il premio nobel per la letteratura, nel 1902, per la vivacità della narrazione soprattutto della sua Storia romana.

Come studioso rinnovò gli studi storici divenendo ineludibile punto di riferimento, confronto per gli studiosi successivi, soprattutto per quanto riguarda il suo progetto di ricostruzione integrale della civiltà romana. Un migliaio i suoi titoli: Studi oschi (Oskischen Studien, 1845), Dialetti italici del sud (Die unteritalischen Dialekten, 1850), con cui fondò la dialettologia italica antica, Storia romana (Römische Geschichte, 1854-1856), Le province romane da Cesare a Diocleziano (Die Römischen Provinzen von Caesar bis Diokletian, 1884), Disegno di diritto pubblico romano (Römisches Staatsrecht, 1887-1888) che Mommsen considerava la cosa migliore da lui scritta dal punto di vista scientifico, Corpus delle iscrizioni latine (Corpus inscriptionum latinarum) con l'Ephemeris epigraphica.


Mommsen curò diverse edizioni filologiche: i Digesta giustinianei, le opere di Solino, di Iordanes ecc. La Storia romana resta però il lavoro più famoso di Mommsen, un classico dei trattati di storia, comparve in tre volumi fra il 1854 e il 1856, esponendo la storia romana dalle origini alla fine della repubblica romana ed al governo di Cesare, che Mommsen ritrasse come uno dei maggiori statisti di tutti i tempi. Le vicende politiche, particolarmente della tarda repubblica, sono attentamente confrontate con gli sviluppi politici del diciannovesimo secolo. Mommsen non scrisse una continuazione della sua storia romana che comprendesse le vicende del periodo imperiale, ma alcune note prese durante le sue lezioni sull'impero romano sono state pubblicate nel 1992.


Nel 1885 apparve una descrizione delle province romane nel periodo imperiale come quinto volume della sua Storia romana (Le province dell'impero romano da Cesare a Diocleziano ), sebbene non esistesse un quarto volume. All'inizio della sua carriera scientifica, Mommsen già prevedeva una collezione di tutte le iscrizioni latine antiche conosciute, quando pubblicò le iscrizioni del Reame di Napoli (1852).


Egli ricevette ulteriore slancio da Bartolomeo Borghesi di San Marino. Il Corpus Inscriptionum Latinarum completo doveva essere costituito da 16 volumi, di cui 15 comparsi durante la vita di Mommsen, cinque curati da Mommsen stesso. Il principio di base dell'edizione (al contrario delle raccolte precedenti) fu il metodo dell'analisi (che in greco significa letteralmente “vedere per se stesso”), poiché tutte le iscrizioni esistenti furono esaminate e confrontate all'originale.

DA

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zio ot [:305]



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