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Marziano
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 Oggetto del messaggio: L'enigma della sincronicità
MessaggioInviato: 20/07/2022, 15:53 
Sempre più spesso accade a chi scrive, a parenti ed amici che, mentre si verga o si legge una parola, la medesima è udita, pronunciata da qualcuno. E’ il noto sincronismo esplorato – non chiarito – da Jung e da Pauli. Il fenomeno è quanto mai sconcertante, perché si palesa sovente con vocaboli non molto comuni: si è dunque propensi ad escludere una mera casualità. Se, però, non è una manifestazione fortuita, che cos’è il sincronismo junghiano e quali sono le sue radici? Semplificando le ipotesi esplicative sono due: tutti gli eventi, di là dalla loro apparente dislocazione lungo l’asse temporale, coesistono in un unico stato asincrono. Così, mentre percepiamo una sequenza di avvenimenti, in realtà essi sono già tutti accaduti: la simultaneità è, per così dire, una smagliatura nel tessuto cronotopico con cui il “futuro” irrompe nel “presente”.

Un’altra spiegazione potrebbe essere la seguente: il sincronismo è il segnale di una dimensione parallela alla nostra, un livello dove gli accadimenti si sviluppano secondo una direzione diversa, ma con qualche momento in cui le due realtà si intersecano, generando la coincidenza significativa.

A prescindere da queste e da altre possibili speculazioni ed indagini sulla natura del sincronismo junghiano, dobbiamo osservare che, più dell’evento in sé, è l’eco emotiva associata che sorprende. Infatti, quando si inciampa in una concomitanza, si trasalisce: a che cosa si deve tale turbamento, se non all’indefinita, eppure netta sensazione che tutto sia necessario, predestinato? Così, mentre si prova questa sensazione, ci si percepisce disarmati di fronte ad una forza recondita ed inscalfibile. Se il sincronismo è l’indizio di una fatalità, si comprende perché taluni possono antivedere l’avvenire: essi semplicemente leggono ciò che è destinato a succedere, come chi, desideroso di conoscere in che maniera si dipana e conclude la trama di una storia, decide di saltare le pagine o di avvolgere rapidamente il nastro per giungere all’epilogo. Tuttavia è spesso preferibile non sapere, è preferibile ignorare il disegno tracciato dagli dei.


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