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Hannah ha scritto:
Uno dei motivi peri quali non credo nella reicarnazione è sotto gli occhi di tutti: se ognuno di noi fosse il frutto di più cicli di reincarnazione ed ogni reincarnazione consentisse di correggere gli errori delle vite precedenti, oggi ci troveremmo, a distanza di migliaia di anni, in una situazione profondamente diversa. Non ci sarebbero più guerre, né violenze, né sopraffazione verso i più deboli o la natura perché ognuno di noi avrebbe avuto modo di imparare la lezione. Invece, in migliaia di anni l'uomo è rimasto fondamentalmente uguale a se stesso, si è avuto solo un progresso tecnologico e culturale ma spiritualmente è spesso regredito. Anche se siamo degli esseri spirituali immortali, solo in un'altra dimensione totalmente spirituale e non materiale, potremo portare i frutti dell'esperienza terrena.
Hai fatto una lucida disamina del problema ed io la condivido perfettamente. Tuttavia, per quanto ti rimane difficile crederlo, Gesù fu un reincarnazionista. Prima ancora di una sua precisa scelta, tale concezione esistenziale era 'pane' quotidiano della setta in cui crebbe e venne educato: quella di Giovanni il Battista.
Teologia e cosmogonia di questa setta furono oltremodo complesse, in quanto si trattò di un miscuglio di retaggi della mitologia egiziana, legata all'eredità mosaica (a cui tale setta faceva stretto riferimento), alla kabbalistica esoterica ebraica ed alla filosofia-teologia pitagorica: squisitamente REINCARNAZIONISTA!
Gesù fu un vero cultore del celeberrimo filosofo matematico Pitagora, tant'è che per emularne le gesta volle viaggiare verso Oriente(*) (probabilmente, però, senza arrivare sino in India, come numerose leggende dell'antichità vorrebbero). Per quanto il clero falsario cerchi di mantenere celata questa verità (come, del resto, tante altre), arrivando a deridere apertamente le leggende che vorrebbero Gesù in Oriente, tuttavia persino nella 'superstite' letteratura patristica rimangono testimonianze di ciò!...
Difficile stabilire chi fu 'l''inventore' della teologia reincarnazionista. Sebbene Budda Gautama sia stato uno dei massimi esponenti ti tale pensiero, è tuttavia probabile che gli abbozzi di tale pensiero esistenziale, esistessero già in 'nuce' in diverse culture precedenti allo stesso Budda.
Rispetto al classico pensiero religioso di tutti i tempi, il reincarnazionismo buddista (in Occidente 'pitagorico') presenta un rilievo molto interessante, in quanto esso rimane più affine al pensiero moderno (ovviamente di quello laico) che non al conformismo religioso di tutti i tempi.
Nella filosofia reincarnazionista buddista, ad esempio, non vi è posto per il 'creazionismo' delle cosiddette religioni del messaggio 'rivelato', in quanto il buddismo non si preoccupa assolutamente del perchè esiste l'universo e la vita, indagine che già all'inizio si presenta impossibile, vista la totale mancanza di elementi su cui speculare (in pratica, e per assurdo, l'indagatore dovrebbe prima morire e poi risorgere, per poter affermare qualcosa di credibile!).
Persino la necessità della divinità distinta dall'universo è ignorata. Per il buddismo (quello originario, NON quello attuale) il problema centrale rimane come riuscire a guadagnare la felicità eterna, che neppure il più benestante tra gli uomini è in grado di guadagnarsi con le sue ricchezze. Infatti, in tale concezione teologica, a nulla servono preghiere e 'donazioni' a questa o a quella chiesa, per guadagnarsi il 'paradiso' (il 'Nirvana' nel caso buddista, il 'Pleroma' per il mondo dello gnosticismo occidentale ai tempi di Gesù). Ognuno deve 'scontare' di propria persona i suoi peccati (ridicola quindi, per i buddisti, la concezione di un 'Messia' salvatore che muore per noi sulla croce!), cercando di riequilibrare il 'Karma', al fine di poter raggiungere definitivamente la dimensione della felicità eterna, sintetizzata nel 'Nirvana' (**)
Ed è proprio la mancanza della ricerca del Dio 'creatore' che rende, quasi in modo stupefacente, attualissima e moderna la concezione filosofico-esistenziale (e non già 'teologica' o cosmogonica', come le attuali religioni occidentali) del buddismo, soprattutto se si fa riferimento all'avanzatissimo pensiero spinoziano, in cui la ricerca cosmogonica si riduce e si riassume nel "DEUS SIVE NATURA", Dio come la natura immanente, increata e coeterna ad esso.
Sicuramente è proprio questo aspetto a-teologico del buddismo, che attrae persone brillanti ed erudite dell'attuale panorama 'vip'.
Saluti
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Note:
(*) - probabilmente anche a fronte dell'ostracismo dei suoi famigliari più stretti, i quali non ne volevano sapere (v. gli Atti di Tomaso).
(**) - il Pleroma per gli gnostici occidentali: vale a dire la 'pienezza' e l'integrità dell'Uno, da cui tutte le 'scintille' di vita, presenti in in tutte le creature umane, sono scaturite ed a cui ambiscono a ritornare, per riunirsi definitamente all'Uno primordiale (Pleroma), presso il quale solo può trovarsi la felicità eterna. Con un adeguato 'ampliamento' di orizzonte, quest'ultimo tema potrebbe essere, almeno potenzialmente, scaturigine di una nuova filosofia di vita, un nuovo modello etico-esistenziale, il quale potrebbe caratterizzare profondamente non solo la cultura filosofica a venire, ma addirittura la stessa ricerca scientifica! (quella connessa al dominio delle energie estremamente basse, attualmente insondabili con gli attuali mezzi tecnici a disposizione della scienza e della ricerca).
Veritas
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