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MessaggioInviato: 25/03/2010, 12:24 
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barionu ha scritto:




ENTRO 3 MESI ALTAMENTE PROBABILE L' INCRIMINAZIONE DIRETTA

PER PEDOFILIA DI PAPA BENEDETTO XVI.





Gruppo Barionu




Usa, sacerdote abusò di 200 bambini

"Ratzinger e Bertone occultarono il caso"




http://www.repubblica.it/esteri/2010/03 ... t-2883760/



.... SI ACCETTANO SCOMMESSE.



zio ot [:(]



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MessaggioInviato: 25/03/2010, 12:40 

RATZINGER COLLUSO




http://www.corriere.it/cronache/10_marz ... aabe.shtml




LE PROVE DOCUMENTALI


http://documents.nytimes.com/reverend-l ... e#document



zio ot [V]


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MessaggioInviato: 25/03/2010, 13:22 
Pedofilia, alcune vittime distribuiscono volantini davanti a San Pietro


Gli attivisti americani, aderenti all'associazione contro gli abusi Snap,

sono stati fermati da agenti della Polizia



http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... 2179.shtml



zio ot [:(]



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MessaggioInviato: 26/03/2010, 00:16 
Cita:
barionu ha scritto:



Pedofilia, alcune vittime distribuiscono volantini davanti a San Pietro


Gli attivisti americani, aderenti all'associazione contro gli abusi Snap,

sono stati fermati da agenti della Polizia



http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... 2179.shtml



zio ot [:(]



IL VIDEO

http://tv.repubblica.it/copertina/vatic ... 4511?video


zio ot



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MessaggioInviato: 26/03/2010, 11:18 
Pedofilia: Nyt rilancia,
papa sapeva del trasferimento di padre Hullermann

Giornale: "quando era arcivescovo di Monaco sapeva di un prete tedesco accusato di abusi"

26 marzo, 11:02

Immagine

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 00252.html

ROMA - Il futuro papa Benedetto XVI, quando era arcivescovo di Monaco, era al corrente del trasferimento in un'altra parrocchia di padre Peter Hullermann, già accusato di pedofilia. Sono le nuove accuse pubblicate oggi sul sito del New York Times, all'indomani dell'inchiesta sui suoi presunti silenzi sul caso di un prete americano. Secondo il giornale americano, che cita due prelati, il cardinale Ratzinger "era stato messo a conoscenza che il prete, che lui stesso aveva approvato fosse mandato in terapia per curarsi dalla pedofilia, sarebbe invece tornato a un lavoro pastorale a pochi giorni dall'inizio del trattamento psichiatrico. Il prete - prosegue il quotidiano - fu poi dichiarato colpevole di aver molestato ragazzini in un'altra parrocchia".

Nelle scorse settimane un comunicato delle arcidiocesi di Monaco e Frisinga aveva attribuito la piena responsabilità della decisione che permetteva al prete di riprendere l'incarico pastorale all'allora vice di Ratzinger, reverendo Gerhard Gruber. "Ma una nota - scrive il New York Times - la cui esistenza è stata confermata da due prelati, dimostra che il futuro papa non solo gestì un incontro il 15 gennaio del 1980, in cui fu approvato il trasferimento del prete, ma fu anche informato della riassegnazione del prete" a un'altra parrocchia. "Quale ruolo Ratzinger abbia avuto nel prendere la decisione e quanto interesse abbia mostrato nel caso del prete pedofilo, che aveva molestato numerosi ragazzini nel suo precedente incarico, non è chiaro", ammette il giornale. Ma chi ha seguito il caso sin dall'inizio, il reverendo Friedrich Fahr, citato dal New York Times, è "sempre rimasto in contatto personalmente ed essenzialmente" con Ratzinger. L'altro prelato citato nell'articolo, il reverendo Lorenz Wolf, vicario dell'arcidiocesi di Monaco, difende il papa sostenendo che si trattava di "una nota di routine" e che "é improbabile che fosse arrivata sulla scrivania dell'arcivescovo". Tuttavia lo stesso padre Wolf - conclude il Nyt - non esclude che il cardinale Ratzinger l'abbia letta.

AVVENIRE, ATTACCO FEROCE CONTRO PAPA E CHIESA
Le accuse di silenzio sui preti pedofili lanciate dal New York Times all'indirizzo di Papa Ratzinger e dell'intera Chiesa cattolica rivelano - secondo un editoriale di prima pagina sul quotidiano dei vescovi Avvenire - "una feroce onda mediatica", mentre una "strana, livida voglia di fango emerge da certi titoli". "Non è vero - ribadisce Avvenire, che già ieri aveva replicato alla testata statunitense - che la Congregazione per la dottrina della Fede, negli anni in cui era guidata da Joseph Ratzinger, insabbiò il procedimento canonico a carico di Lawrence Murphy", il sacerdote accusato di abusi su bambini sordi.

"Ma un simile attacco (il secondo in pochi giorni) sulla prima pagina di uno dei più autorevoli quotidiani americani - aggiunge - è una cosa che fa pensare. E' un piegare quasi con la forza i fatti a una tesi che sembra precostituita e ordinata a uno scopo preciso: attaccare, nella persona del Papa, la Chiesa", rea di pretendere ancora "che esiste un bene e un male". Avvenire definisce le accuse "gravi e non provate", ravvisando in "certi titoli forzati" un "sentore di voglia di lapidazione", "una frenesia strana di lanciare il sasso, di sporcare, di insinuare che, in realtà, coloro che agiscono nel nome di Cristo sono poi uguali a noi, e anzi molto peggiori. Il che talvolta, tragicamente - osserva Avvenire - può essere vero. Ma non cambia l'essenza della Chiesa, il suo essere corpo di Cristo, pure fatto di uomini peccatori".



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 26/03/2010, 11:38 
Pedofilia, l'inferno italiano
di Tommaso Cerno

Dalla Toscana a Bolzano, dai missionari ai catechisti: oltre 40 casi di molestie. Con le diocesi all'opera per fermare le indagini. La situazione nel nostro Paese prima dell'intervento del papa

Immagine

Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... no/2123759

LA MAPPA Da nord a sud, i casi in Italia
http://speciali.espresso.repubblica.it/ ... index.html

L' immagine di un Cristo in croce. Un ragazzino nudo. Un frate che l'accarezza: "Non avere paura, sono le mani di Dio". È uno dei tanti casi di preti pedofili mai trapelati. Soffocato nel pianto di un undicenne diventato adulto covando un terribile segreto. Non siamo nell'Irlanda, colpita dal più grosso scandalo che la Chiesa ricordi dopo gli Stati Uniti, e neppure nella Germania dove gli abusi passano i confini dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga, dove il cardinale Joseph Ratzinger fu vescovo. Siamo nell'Italia di ogni giorno, a catechismo in un famoso monastero della Toscana. Un luogo sicuro per Mario, che però all'improvviso diventa la peggiore delle trappole: "Quando si stava spogliando c'è stato un rumore, sono entrate alcune persone e solo così ho evitato il peggio". Di questa tragedia dimenticata nessuno ha mai parlato. Eppure chi doveva sapere, sapeva: vescovo, priore e famiglia. "È stata la Chiesa a sconsigliare ai miei genitori di denunciare la violenza e, alla fine, hanno convinto anche me a non rivolgersi al tribunale". Non si tratta di un episodio isolato.

In Lombardia lo stesso dramma ha colpito una bambina in un convento di suore, anche stavolta nell'omertà: "Ho ricevuto avance esplicite da una monaca e, quando ne ho parlato, la mia famiglia s'è infuriata. Volevamo andare dai carabinieri, poi è intervenuto il vescovo: disse che sarebbe stato meglio risolvere la faccenda all'interno e che ci avrebbe pensato Dio a punire i colpevoli", racconta Simona.


È l'altra faccia della pedofilia in agguato nell'oscurità di chiese e sacrestie. La più subdola, la più pericolosa. Un crimine declassato a semplice peccato, da assolvere e dimenticare. Coperto dagli inni e dalle penitenze, protetto dal segreto della confessione, imposto dopo la messa come un rituale a cui i bambini non sanno opporsi. La lettera di Benedetto XVI ai cattolici irlandesi sembra rompere questo silenzio colpevole durato decenni. Il papa si scaglia contro i sacerdoti macchiati di violenze e i vescovi che le hanno nascoste, invitando per la prima volta a denunciare i casi ai tribunali. Un'onda che s'allarga e investe anche l'Italia, dove le condanne sono già decine da Bolzano a Palermo.


Oltre 40 storie, a cui si aggiungono le segnalazioni senza risposta, i casi insabbiati, le vittime che puntano il dito contro religiosi già in prigione, trasferiti in altre parrocchie, spediti all'estero o rinchiusi negli istituti per l'assistenza spirituale. Eppure i casi del Trentino-Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Molise, Lazio, Sardegna, Sicilia, Umbria e Liguria sono solo la punta dell'iceberg. Perché appena fuori dal Sant'Uffizio l'anatema del pontefice si scontra con una realtà ben diversa: le pressioni delle curie sulle famiglie per mettere a tacere gli scandali sono provate, così come la mobilitazione dei fedeli. Omelie e rosari fanno da cornice a molti processi. Che finiscono spesso in prescrizione.

Il fronte si allarga. La riprova è tutta in un dato: in Italia non esiste uno studio ufficiale sugli abusi negli ambienti religiosi. Non solo nelle sacrestie, ma anche negli oratori, nei circoli sportivi e nei campi scout. Nessuna istituzione se ne occupa e nessun partito lo reclama. Senza verificare cosa succeda dietro l'altare. Bastava chiamare il Telefono Azzurro, che lo scorso anno ha raccolto 105 denunce di abuso sessuale sui minori, di cui 59 con meno di 11 anni. Nelle categorie ufficiali i preti non ci sono. Ma scavando fra i report ecco che compaiono: circa il 3-4 per cento di quelle violenze ha come autore un religioso, una percentuale simile alla scuola (3,9 per cento) e molto più alta dello sport (0,8 per cento). Un dato destinato a crescere, secondo gli esperti, perché la vittima è ancora restia a rivelare che il violentatore è un religioso. Si tratta di segnalazioni tutte simili e mai divulgate. Un ragazzo di 16 anni denuncia un prete: l'ha condotto a una festa, ubriacato e tentato di baciarlo. È il primo di una serie di incontri, fra sms e telefonate sconce. In maggio arriva la chiamata di un bambina, toccata nelle parti intime durante il catechismo.

(25 marzo 2010)



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FORUM SULLA PEDOFILIA CLERICALE IN ITALIA



http://laici.forumcommunity.net/?f=1493896



E' il più aggiornato e documentato.




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MessaggioInviato: 26/03/2010, 12:38 
Non c'è scampo: ormai la pentola è saltata e, come si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Biglietto di sola andata per l'inferno. Sarà satana stesso ad accusarli.

L'ultimo episodio riportato dalla cronaca è ancora più odioso, visto che i ragazzini erano sordomuti http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=95856
e non è il primo caso di questo tipo http://www.corriere.it/cronache/10_marz ... aabe.shtml
.

Se Dante fosse vivo, non basterebbero tutti i gironi dell'inferno dantesco a contenerli. [xx(]


Ultima modifica di Hannah il 26/03/2010, 12:41, modificato 1 volta in totale.


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PEDOFILIA CLERICALE IN ITALIA

IL CASO DI DON RUGGERO CONTI

data 27 MARZO 2010




http://www.caramellabuona.org/index.php ... &Itemid=84




Repubblica - 27 febb 2010 -


ANCORA testimonianze al processo contro don Ruggero Conti, ex parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima, in via di Selva Candida, arrestato il 30 giugno 2008 con l' accusa di aver abusato sessualmente di «almeno sette bambini affidati alle sue cure». A parlare, questa volta, un quarantenne di Legnano, che una trentina di anni fa, quando il "don" non era ancora tale ma insegnava educazione sessuale in un istituto tecnico della cittadina lombarda, venne sessualmente molestato da Conti.

L' udienza si è tenuta a porte aperte, a differenza delle prime quattro: i sostenitori di don Ruggy (come lo chiamano) entrano ed escono. Lui stesso - ai domiciliari da dicembre per motivi di salute nonostante la legge del 23 aprile 2009 escluda i domiciliari per i cosiddetti sex offenders - non sta fermo un attimo: distribuisce baci e abbracci ai suoi fan, stringe le mani, saluta. Un silenzio carico di tensione cala in aula quando P. F. prende la parola per raccontare quello che avrebbe «voluto dimenticare per sempre.

Non mi è stato possibile perché quando domandai a mia moglie di sposarmi, lei mi propose di far celebrare la funzione a don Conti che aveva preso i voti da poco. E allora ho dovuto ricordare». P. F. è arrivato in aula dopo aver contattato l' associazione La caramella buona - che si occupa di lotta alla pedofilia- prima associazione ad essere ammessa quale parte civile in un procedimento di questo genere.

Il presidente Roberto Mirabile a ottobre, insieme al pm Francesco Scavo e a Mario Staderini che si è costituito parte civile al posto del Comune, ha ricevuto una lettera con un' apologia della pedofilia: nelle tre buste c' erano anche altrettanti proiettili




Comunicato stampa del 25 febbraio 2010


DRAMMATICA SVOLTA AL PROCESSO CONTRO DON RUGGERO CONTI
SVELATE RESPONSABILITA’ DI ALTI PRELATI



Si è svolta oggi (giovedì) l’udienza a carico di Don Ruggero Conti, l’ex parroco di Roma accusato di numerosi abusi sessuali su minori. Clamorose le testimonianze raccolte dall’associazione La Caramella Buona Onlus con i Carabinieri di Reggio Emilia. In aula sono stati ascoltati padri di famiglia che denunciano abusi subiti ben 28 anni fa quando l’imputato non era ancora sacerdote ma insegnante di educazione sessuale a Legnano, nel milanese. La sofferta testimonianza di P.F. ora quarantenne, descrive un quando di abusi sessuali perpetrati da Don Conti nell’ambito dell’oratorio di Legnano.

“Nel corso del processo - afferma Roberto Mirabile presidente de La Caramella Buona Onlus - si confermano le pesantissime accuse contro l’imputato e non tutte le persone quarantenni che sostengono di essere state sue vittime tanti anni fa, si presenteranno in tribunale, ma sono state ascoltate sia da noi de La Caramella Buona Onlus sia dai Carabinieri”. “

Tutti i testimoni vittime descrivono rapporti sessuali orali col sacerdote - precisa Roberto Mirabile - che sceglieva le proprie prede normalmente tra ragazzini con difficoltà famigliari”. Particolarmente toccante un passaggio nella testimonianza P.F. : “ ho tenuto nascosto questo fatto e ho deciso di raccontare degli abusi subiti solo dopo tanti anni, esattamente quando mia moglie mi chiese far celebrare il nostro matrimonio proprio da Don Ruggero Conti.

A quel punto mi sono confidato con mia moglie. Mi sento in colpa per non aver denunciato prima quanto subito, avrei potuto forse evitare altri abusi”.
Ripetutamente chiamati in causa Monsignor Carlo Galli di Legnano e il Vescovo Gino Reali di Roma, come prelati che sapevano da anni dei fatti senza prendere alcuna posizione concreta.




zio ot [V]


UN' ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LA PEDOFILIA


http://www.caramellabuona.org/index.php


Ultima modifica di barionu il 26/03/2010, 13:43, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 26/03/2010, 14:31 
La cosa davvero scandalosa e sconcertante è che......

il TG1 (della TV pubblica, cavolo) non si azzarda neanche
a fare una citazione sulla questione!!! [:0]

Incredibile.....



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viviamo in uno Stato schifoso! dove la Chiesa purtroppo anche se non ci piace ammetterlo controlla tutto. Per cui ho la pessima sensazione che tutto si risolverà in una bolla di sapone. Dico solo che se al vertice ci fosse qualcuno con 1 po' di dignità, per conservare quel po' di credibilità quantomeno dovrebbe dimettersi, chiudere baracca e burattini e fare un infinito mea culpa.


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Esperti Usa: solo Dio puo' licenziare Papa
26 marzo, 16:07

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 20794.html

NEW YORK - "Solo Dio può licenziare il Papa": secondo padre Thomas Doyle, uno dei religiosi americani in prima linea nella battaglia contro la pedofilia dei preti, la rabbia dei cattolici sulle due sponde dell'Atlantico per gli scandali sessuali del clero non può avere ripercussioni pratiche sul mandato di Benedetto XVI alla guida della Chiesa.

Scenari che sarebbero devastanti per qualsiasi leader mondiale non hanno impatto sul papa anche per Robert Mickens, corrispondente vaticano per il settimanale Tablet: 'In base al diritto canonico un papa non puo' essere costretto a dimettersi. Puo dimettersi volontariamente, ma questo aprirebbe un caso interessante: chi può accettare le sue dimissioni?", ha detto alla AbcNews.

Secondo Thomas Reese, del Woodstock Theological Center dela Georgetown University di Washington una decina di papi hanno lasciato volontariamente il soglio di Pietro, il più famoso tra questi Celestino Quinto nel 1294 che proprio per il 'Gran Rifiuto' Dante mise all'Inferno: "La maggior parte dei Papi moderni ritengono che le dimissioni sono inaccettabili". Oggi in Germania il settimanale Der Spiegel si è chiesto "perché il papa è ancora in carica", mentre la cantante irlandese Sinead O'Connor ha invocato, parlando con il Los Angeles Times, "un'inchiesta penale" sul ruolo di Benedetto XVI nella copertura degli abusi.



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Pedofilia: Washington Post, da due Corti Usa
sì alle cause contro il Vaticano


Padre Lombardi: attacchi mediatici hanno fatto danni
ma l'autorità del Papa è confermata


28 marzo, 10:44

Immagine

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 00252.html

ROMA - Due corti federali americane, in Oregon e in Kentucky, hanno ammesso nei mesi scorsi la possibilità di azioni legali contro il Vaticano per dei casi di abusi sessuali, sulla base - sostengono gli avvocati in Oregon - che i preti nel mondo sono "impiegati" del papa e per questo lui ne è responsabile. Lo riferisce l'edizione online del Washington Post. Il Vaticano - scrive il giornale americano - ha fatto ricorso alla Corte Suprema Usa per fermare il procedimento in Oregon. Intanto gli avvocati di entrambe le parti hanno incontrato due settimane fa a Washington dei funzionari governativi che potrebbero avere un ruolo determinante se il Vaticano - considerato un Paese straniero immune dalle azione legali - dovesse risultare parte in causa in un procedimento americano.

Il via libera della Corte d'appello del Kentucky a un'azione legale contro la Santa Sede risale al novembre 2008, quando per la prima volta allo Stato Vaticano non venne garantita dagli Usa l'immunità sovrana sancita dal Foreign Sovereign Immunities del 1976. Il caso riguarda una denuncia contro il Vaticano e la diocesi di Louisville in Kentucky presentata da tre uomini che sostengono di esser stati molestati quando erano chierichetti e che accusano la Santa Sede di aver per decenni insabbiato la piaga della pedofilia. L'azione legale dell'Oregon è stata invece intentata nel 2002 da un uomo di Seattle che sostiene di essere stato molestato, quando era bambino, da un prete morto nel 1992. L'ultimo atto risale al marzo 2009, quando la Corte d'appello diede luce verde alla presunta vittima che intendeva portare in giudizio il Vaticano, l'arcidiocesi di Portland e l'arcidiocesi di Chicago, accusandoli di aver trasferito di sede in sede il reverendo Andrew Ronan, pur sapendo che aveva commesso ripetuti atti di pedofilia.

VATICANO, DANNI MA AUTORITÀ NON INDEBOLITA
di Elisa Pinna

La Chiesa cattolica é consapevole che sullo scandalo dei preti pedofili si gioca la propria "credibilità morale". Per questo riconoscere gli abusi, anche se avvenuti decenni addietro, e "farne ammenda nei confronti della vittime è "il prezzo del ristabilimento della giustizia". Detto ciò, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in una lunga riflessione per la Radio Vaticana, rivendica la linea scelta e l'efficacia delle misure adottate. Gli attacchi dei media di questi giorni hanno "provocato indubbiamente danni"; tuttavia, l'autorità del Papa e l'impegno della Congregazione per la Fede contro gli abusi sessuali sui minori non ne escono "indeboliti" ma "confermati".

S'intitola "Alla vigilia della Settimana Santa" il commento che padre Lombardi affida ai microfoni dell'emittente della Città pontificia. Dopo le smentite dei giorni scorsi alle rivelazioni di alcune delle testate più importanti del mondo, dal New York Times al Der Spiegel, è il momento di fare il punto, di offrire un'analisi più articolata. Senza minimizzare. Tutt'altro. "Non è una sorpresa", ammette il religioso, l'accanimento dei giornalisti. "L'argomento è di natura tale - osserva - da attirare di per sé l'attenzione dei media , e il modo in cui la Chiesa lo affronta è cruciale per la sua credibilità morale".

In realtà, si tratta di casi "avvenuti generalmente diverso tempo fa, anche decenni addietro, ma riconoscerli e farne ammenda nei confronti delle vittime è il prezzo del ristabilimento della giustizia e di quella 'purificazione della memoria' che permette di guardare con rinnovato impegno, e insieme con umiltà e fiducia al futuro". Il gesuita ricorda i "segnali positivi venuti da diverse conferenze episcopali, vescovi e istituzioni cattoliche di vari Paesi nei diversi continenti", così come le "direttive per la corretta gestione e la prevenzione degli abusi, ribadite, aggiornate e rinnovate in Germania, Austria, Australia, Canada e così via".

In particolare, poi, padre Lombardi si sofferma sulla "buona notizia" arrivata dal rapporto annuale della Chiesa Usa sull'applicazione delle norme anti-pedofilia, che ha mostrato un calo nell'ultimo anno del 30% dei casi segnalati. "Senza entrare in altri dettagli - prosegue il portavoce vaticano - si deve riconoscere che le misure decise e in corso di attuazione si stanno manifestando efficaci". "La Chiesa negli Stati Uniti - conclude - ha preso la buona strada per rinnovarsi". Intanto l'attuale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, William Levada, afferma, in un'intervista ad una tv canadese, che la linea nel trattare i casi di preti pedofili è "di essere il più compassionevoli possibile ma anche fermi e chiari quanto necessario".

"Con umiltà e con fiducia, in spirito di penitenza e di speranza, la Chiesa entra ora nella Settimana Santa e domanda la misericordia e la grazia del Signore che soffre e risorge per tutti", conclude la sua riflessione il portavoce vaticano. E domani, durante la Messa delle Palme presieduta dal Papa in piazza San Pietro, si pregherà - è annunciato nel libretto delle cerimonie - "per i giovani e per coloro che si adoperano per educarli e proteggerli, affinché possano crescere in generosità nel loro servizio a Dio e alla società".



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MessaggioInviato: 28/03/2010, 11:48 
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Chiesa e religione : Memoria fallace

Fonte: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... a-fallace/




Fa specie sentire il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, parlare di tentativi accaniti di "coinvolgere personalmente il Santo Padre nella questione degli abusi" e dello scandalo della pedofilia. Non me ne voglia, padre Lombardi, ma non c’è bisogno di tentativi, i fatti parlano da soli, basta metterli in fila. A cominciare dal principio, sgomberando il campo dalle chiacchiere.

Il fatto che gli ecclesiastici abbiano pruriti pedofili fin dalla notte dei tempi non c’è bisogno di inventarselo, lo dice un papa, per la precisione Leone X, e lo dice in un atto ben conosciuto, la Taxa Camerae, un documento vergognoso che, ad onta del Vangelo che condanna la simonia come peccato imperdonabile, promette il perdono in cambio di denaro.

I primi due dei 35 articoli di cui si compone la Taxa Camarae riguardano proprio gli ecclesiastici e i loro "peccati", in particolare il secondo articolo:

"Se l’ecclesiastico, oltre al peccato di fornicazione chiedesse d’essere assolto dal peccato contro natura o di bestialità, dovrà pagare 219 libbre, 15 soldi. Ma se avesse commesso peccato contro natura con bambini o bestie e non con una donna, pagherà solamente 131 libbre, 15 soldi." Correva l’anno 1517. Poco meno di cinquecento anni fa. E la Chiesa già sapeva. Solo che fa più comodo, adesso, contare sulla memoria fallace o sulla non conoscenza di chi ascolta le chiacchiere dei vari portavoce. Ho cominciato da troppo lontano? Veniamo ai giorni nostri, allora.

Nel 1962 il cardinale Ottaviani redige un documento noto come Crimen Sollicitationis. Questo documento, prescrive ai vescovi come comportarsi quando un sacerdote viene denunciato per pedofilia.

Nel documento c’è scritto, in stampatello e ben evidente:

"Servanda diligenter in archivio secreto curiae pro norma interna.
Non publicanda nec ullis commentariis augenda"


che vuol dire

"Da conservare con cura negli archivi segreti della Curia come strettamente confidenziale. Da non pubblicare, né da integrare con alcun commento".

Il Crimen, in pratica, stabiliva una serie di norme da seguire nei casi di pedofilia clericale. Il processo canonico al sacerdote accusato era un processo diocesano, e a condurlo era il vescovo della diocesi cui il sacerdote apparteneva. Il Crimen va analizzato e "studiato" con cura, poichè è il vademecum che hanno seguito sempre i vescovi nei casi di pedofilia clericale. E fin dal principio risulta chiaro che la stessa esistenza del documento deve essere mantenuta segreta. Perchè?
Analizzando il testo nel dettaglio se ne comprende perfettamente il motivo. Intanto viene definito cosa intendere come peccato di provocazione: "Il crimine di provocazione avviene quando un prete tenta un penitente, chiunque esso sia, nell’atto della confessione, sia prima che immediatamente dopo, sia nello svolgersi della confessione che col solo pretesto della confessione, sia che avvenga al di fuori del momento della confessione nel confessionale, che in altro posto solitamente utilizzato per l’ascolto delle confessioni o in un posto usato per simulare l’intento di ascoltare una confessione." Insomma, praticamente sempre.

Un’altra prerogativa del Crimen è quella di accomunare l’abusatore all’abusato: entrambi peccatori per aver "fornicato", anche se l’abusato è stato circuito, plagiato, e, in molti casi, violentato. Nel testo, infatti, (art.73, pag.23 del documento in latino) parlando di "crimine pessimo", intendendo l’abuso di un bambino o gli atti sessuali con un animale (perchè la Chiesa continua a paragonare, accomunare ed equiparare i bambini agli animali, come ai tempi della Taxa Camerae, a meno che il bambino non sia ancora nato e lì allora la sua vita diventa sacra e inviolabile), si legge che tale peccato è commesso dal sacerdote "cum impuberibus", cioè "con" il bambino, non "contro". Perchè, prima di tutto, viene la condanna del sesso, anche quando è fatto contro la propria volontà; poi tutto il resto.

Nei 74 articoli di cui è composto il Crimen, si impartiscono direttive precise. Quella più pressante riguarda sicuramente la segretezza, di cui tutto il documento è imbevuto. Ma cosa prescrive il Crimen?


Fondamentalmente questo: coprire, celare, trasferire. L’articolo 4 dice infatti che non c’è nulla che impedisca ai vescovi "se per caso capiti loro di scoprire uno dei loro sottoposti delinquere nell’amministrazione del sacramento della Penitenza, di poter e dover diligentemente monitorare questa persona, ammonirlo e correggerlo e, se il caso lo richiede, sollevarlo da alcune incombenze. Avranno anche la possibilità di trasferirlo, a meno che l’Ordinario del posto non lo abbia proibito perché ha già accettato la denuncia e ha cominciato l’indagine." Quindi, se si sa che il sacerdote è un pedofilo ma non è stato aperto un processo canonico a suo carico, non c’è nulla che impedisca al vescovo di trasferirlo.

E se invece c’è una denuncia al vescovo? Prima di tutto, la segretezza.

Viene fatto giurare a tutti (esistono formule apposite, riportate nel Crimen) di mantenere il segreto, sotto pena di scomunica. Devono mantenere il segreto i membri del tribunale diocesano che "indagano" sulla denuncia, deve mantenere il segreto l’accusato e devono mantenere il segreto anche gli accusatori e i testimoni, pena la scomunica immediata, ipso facto e latae sententiae. Sì, certo, anche la vittima ed eventuali testimoni: "Il giuramento di segretezza deve essere in questi casi fatto fare anche all’accusatore o a quelli che hanno denunciato il prete o ai testimoni." (Crimen sollicitationis, art. 13, pag. 8 del testo in latino)

"Prometto, mi obbligo e giuro che manterrò inviolabilmente il segreto su ogni e qualsiasi notizia, di cui io sia messo al corrente nell’esercizio del mio incarico, escluse solo quelle legittimamente pubblicate al termine e durante il procedimento" recita la formula A del Crimen.

Tuttavia, all’articolo 11 viene specificato che tale silenzio deve essere perpetuo:

"Nel trattare queste cause la cosa che deve essere maggiormente curata e rispettata è che esse devono avere corso segretissimo e che siano sotto il vincolo del silenzio perpetuo una volta che si siano chiuse e mandate in esecuzione. Tutti coloro che entrino a far parte a vario titolo del tribunale giudicante o che vengano a conoscenza dei fatti per la propria posizione devono osservare il rispetto più assoluto del segreto – che dev’essere considerato come segreto del Santo Uffizio – su tutti i fatti e le persone, pena la scomunica ‘lata sententiae’ ‘ipso facto’ e senza nessuna menzione sulla motivazione della scomunica che spetta al Supremo Pontefice, e sono obbligati a mantenere l’inviolabilità del segreto senza eccezione nemmeno per la Sacrae Poenitentiariae."

Tutto questo si è tradotto per decenni in una prassi vergognosa che includeva il trasferimento dei preti pedofili di parrocchia in parrocchia e la richiesta alle vittime di mantenere il segreto, magari tacitandole con piccole somme, sapendo che in molti casi le vittime venivano da ambienti già disagiati e mai avrebbero affrontato la vergogna e le spese di una denuncia alle autorità civili.

Una volta concluso il processo diocesano, se c’erano prove sufficienti a condannare il prete pedofilo (e, caso strano, pare non si siano quasi mai trovate), gli atti dovevano essere trasmessi, sempre in totale segretezza, all’allora Santo Uffizio, poi divenuto Congregazione per la Dottrina della Fede. In caso non ci fossero prove sufficienti, gli atti dovevano invece essere distrutti.

Ma come mai così poche condanne da parte dei tribunali diocesani?

Anche qui, il Crimen detta prescrizioni precise. Innanzitutto, a decidere se la denuncia è fondata o meno è l’ordinario diocesano, cioè il vescovo. Inoltre il documento prescrive: "Se comunque ci sono indicazioni di un crimine abbastanza serie ma non ancora sufficenti a instituire un processo accusatorio, specialmente quando solo una o due denunce sono state fatte, o quando invece il processo è stato tenuto con diligenza, ma non sono state portate prove, o queste non erano sufficienti, o addirittura si sono trovate molte prove ma con procedure incerte o con procedure carenti, l’accusato dovrebbe essere ammonito paternamente, seriamente, o ancora più seriamente secondo i diversi casi, secondo le norme del Canone 2307 [...] gli atti, come sopra, dovrebbero essere tenuti negli archivi e nel frattempo dovrebbe essere fatto un controllo morale sull’accusato."
Chi decide se le prove sono consistenti e sufficienti? Sempre l’ordinario diocesano.

Il Crimen prescrive anche cosa fare nel caso in cui il sacerdote sia stato ammonito ma il vescovo riceve nuove denunce contro di lui:

"Se, dopo la prima ammonizione, arrivano contro lo stesso soggetto altre accuse riguardanti crimini di provocazione precedenti l’ammonizione, l’Ordinario dovrebbe vedere, secondo la propria coscienza e giudizio, se la prima ammonizione può essere considerata sufficiente o se procedere a una nuova ammonizione oppure ad eventuali misure successive."

Con queste premesse, è ovvio che siano in pochissimi i sacerdoti condannati dai tribunali diocesani: i vescovi si limitavano ad ammonire e trasferire, molto spesso solo a trasferire. E la tutela dei bambini? Mai presa in considerazione.

A fare un bilancio della situazione a posteriori, il Crimen non è servito in alcun modo ad arginare il problema della pedofilia clericale, è stato invece utile alla Chiesa a "lavare i panni sporchi in famiglia". Solo che, con l’andare del tempo, i panni sporchi sono aumentati in maniera sproporzionata. La politica dello struzzo non paga mai, e in questo caso si è dimostrata letale. Negli anni, infatti, gli abusi non sono diminuiti, anzi, il problema si è incancrenito e le vittime sono diventate migliaia.
Non è neppure lontanamente credibile la professione di ignoranza fatta da vescovi e prelati chiamati a rispondere nei tribunali penali, e non diocesani, del loro operato. E sono sempre i fatti a smentirli. Primo fra tutti l’esistenza di una congregazione religiosa dedicata esclusivamente alla cura dei sacerdoti: i Servi del Paraclito. Poco nota, se non agli "addetti ai lavori", la congregazione dei Servi del Paraclito viene fondata nel 1942 dal sacerdote statunitense Gerald Fitzgerald, a Jemez Springs (Nuovo Messico), con lo scopo di dedicarsi all’assistenza ai sacerdoti in particolare condizioni giuridiche e morali.

Inizialmente, arrivavano a Jemez Springs soprattutto sacerdoti con problemi di alcolismo, ma dal 1965 i Servi del Paraclito cominciarono a trattare anche i sacerdoti pedofili. Con scarsissimi, se non nulli, risultati. Lo stesso fondatore, che dal principio si era opposto alla possibilità di accogliere preti con tali problematiche, fin dagli anni cinquanta inviò numerose lettere a vescovi, arcivescovi ed esponenti della Curia Romana in cui faceva presente la necessità di allontanare dal sacerdozio i preti coinvolti in casi di pedofilia. In una di queste lettere, indirizzata al cofondatore della congregazione, scriveva:

[i]"Reverendissimo e Carissimo Arcivescovo, Carissimo cofondatore
Spero che Sua Eccellenza sia d’accordo e approvi quello che io considero una decisione vitale, da parte nostra: per prevenire uno scandalo che potrebbe danneggiare il buon nome di Via Coeli, non offriremo ospitalità ad uomini che abbiano sedotto o tentato di sedurre, bambini o bambine. Eccellenza, questi uomini sono diavoli e l’ira di Dio ricade su di essi e, se io fossi un vescovo, tremerei se non facessi rapporto a Roma per chiedere la loro forzata riduzione allo stato laicale.
[/i]

E’ blasfemo lasciare che celebrino il Santo Sacrificio. Se i singoli vescovi fanno pressione su di lei, Eccellenza, può dire loro che l’esperienza ci ha insegnato che questi uomini sono troppo pericolosi per i bambini della parrocchia e per il vicinato, sicchè siamo giustificati nel nostro rifiuto di accoglierli qui. Sua Eccellenza può inoltre dire, se lo desidera, che non intende interferire con la regola che l’esperienza ha dettato.
Proprio per queste serpi ho sempre auspicato il ritiro su un’isola, ma anche un’isola è troppo per queste vipere di cui il Gentile Maestro ha detto che sarebbe stato meglio se non fossero mai nati; il che è un modo indiretto di maledirli, non crede?
Quando vedrò il santo padre, dirò a Sua Santità che devono essere ridotti ipso facto allo stato laicale, immediatamente."
Inutile dire come andò a finire: la politica dello struzzo prevalse e la congregazione accolse i preti pedofili per quello che, caritatevolmente, può essere definito un tentativo di cura. Un caso fra tutti può essere esemplificativo: padre James Porter arrivò a Jemez Springs nel 1967, dopo essere stato destituito da tre incarichi, ogni volta per problemi di pedofilia. Eppure, padre John B. Feit, superiore dei Servi del Paraclito, scrisse per lui accorate lettere di raccomandazione che gli fecero ottenere, alla fine del "trattamento" una diocesi nel Minnesota, dove, appena arrivato, ricominciò gli abusi.

In realtà, Jemez Springs divenne nota come "il carcere dei preti" e funzionò come un "parcheggio" per i sacerdoti su cui pendevano denunce di abusi. Nel 1994, la congregazione dovette chiudere l’esperimento di riabilitazione dei preti pedofili: 17 preti furono coinvolti nel ‘91, in 140 cause per abusi sessuali e la Curia pagò 50 milioni di dollari in accordi stragiudiziali.

Identica politica fu seguita dalla Chiesa ogni qualvolta fu messa di fronte alla problematica della pedofilia clericale. Nel maggio 1985 a tutti i vescovi statunitensi fu consegnato un documento noto come "Il manuale", redatto da due preti e un avvocato: padre Michael Peterson, psichiatra della clinica di S. Luke, il domenicano canonista padre Thomas Doyle e l’avvocato Ray Mouton. Il manuale analizza il problema della pedofilia clericale e le conseguenze, economiche e morali, per la chiesa cattolica. Fornisce direttive per affrontare il problema, ma viene totalmente ignorato. Il risultato anche in questo caso è evidente: milioni di dollari in risarcimenti, diocesi in fallimento o prossime alla bancarotta, un drastico calo di fedeli e soprattutto delle loro generose donazioni.
Lo scandalo, venuto a galla negli Stati Uniti, è solo l’inizio. Altrettanti scandali travolgono l’Australia, il Sudamerica, il Messico, il Canada, l’Alaska, la Polonia, l’Irlanda, la Spagna, l’Inghilterra, la Germania, l’Olanda e moltissimi paesi africani. Una vergogna dietro l’altra, si svelano i retroscena di sacerdoti che hanno molestato, abusato, violentato decine di bambini, alcuni piccolissimi.

Così, nel 2001, il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 25 novembre 1981 fino alla sua nomina al soglio pontificio, promulgò un epistola nota come De Delictis Gravioribus o come Ad exsequandam. In essa richiamava il Crimen sollicitationis e avocava un diretto controllo, da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, sui "crimini più gravi", compresi gli abusi sui minori.

Per quella lettera, il cardinale Ratzinger fu citato in giudizio dall’avvocato Daniel Shea davanti al tribunale dalla Corte distrettuale della contea di Harris (Texas), dove fu accusato di "ostruzione alla giustizia".

Secondo l’accusa, infatti, il documento della Congregazione avrebbe favorito la copertura di prelati coinvolti nei casi di molestie sessuali ai danni di minori negli Stati Uniti.

Nel febbraio 2005 fu emanato dalla corte un ordine
di comparizione per il cardinale Joseph Ratzinger.


Il 19 aprile 2005, il cardinale Ratzinger fu eletto papa e i suoi legali negli Stati Uniti si rivolsero al Dipartimento di Stato chiedendo l’immunità diplomatica per il loro assistito. L’Amministrazione Bush acconsentì e Joseph Ratzinger fu esonerato dal processo.

Tuttavia, anche non tenendo conto di questo "incidente di percorso", sorgono naturali molti interrogativi sull’operato di Ratzinger come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

E, altrettanto naturali, sorgono molti dubbi sulla sua "presa di posizione" drastica e rigorosa nei confronti della pedofilia clericale. Che fosse ben informato di quanto fosse grave e profonda la piaga degli abusi fra il clero lo afferma lo stesso Ratzinger, nella memorabile nona stazione della Via Crucis del 2005, quando sostituì Giovanni Paolo II ormai morente: "Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui!"

E tuttavia, pur consapevole della "sporcizia", il Prefetto non si armò mai di ramazza per far pulizia. Anzi, in molti casi "celebri" la Congregazione fu assurdamente lenta e le vittime dovettero ricorrere ai giornali per avere almeno una parvenza di giustizia.

Il caso più tristemente famoso è senza dubbio quello che riguarda il fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel Degollado. Il Vaticano era a conoscenza di molte ombre sull’operato del sacerdote, fin dal 1956, quando il cardinale Valeri lo trovò nella clinica romana Salvator Mundi molto malridotto per l’abuso di morfina. Tuttavia, i procedimenti a carico del fondatore dei Legionari di Cristo non ebbero mai alcun esito, neppure quando, nel 1978 l´ex presidente dei Legionari negli Stati Uniti, Juan Vaca, con un esposto a papa Giovanni Paolo II, accusò Maciel di comportamenti peccaminosi con lui quand´era ragazzo. Nel 1989 Vaca ripresenta a Roma le sue accuse. Senza risposta, sebbene Ratzinger fosse già dal 1981 a capo dell’ex Santo Uffizio. A febbraio del 1997 con una denuncia pubblica, otto importanti ex Legionari accusano Maciel di aver abusato di loro negli anni Cinquanta e Sessanta.

Nel 1998, il 17 ottobre, due degli otto accusanti, Arturo Jurado Guzman e José Barba Martin, accompagnati dall´avvocato Martha Wegan, incontrano in Vaticano il sottosegretario della Congregazione vaticana per la dottrina della fede, Gianfranco Girotti, e chiedono la formale apertura di un processo canonico contro Maciel. Il 31 luglio del 2000 Barba Martin, assieme all’avvocato Wegan, incontra di nuovo in Vaticano monsignor Girotti. Ma sempre senza alcun risultato.
Finchè, nel 2006, appena cinquant’anni dopo le prime denunce, finalmente la Congregazione per la Dottrina della Fede prende una risoluzione esemplare: invita padre Maciel a ritirarsi ad una vita di preghiera e meditazione. Oggi, a distanza di pochi anni, continuano a spuntare scandali che riguardano Maciel e i Legionari, come la presenza (accertata) di una figlia in Spagna, frutto di una violenza ad una minorenne, diversi presunti figli in Messico, dei quali, tra l’altro, non si sarebbe fatto scrupolo di abusare. Insomma, il Vaticano ha aperto un’inchiesta. Molto rassicurante. Stessa sorte subita, più o meno, da procedimenti a carico di sacerdoti italiani. Celebre il caso di don Cantini in Toscana, per esempio.

Stranamente, la Congregazione guidata da Ratzinger ha sempre impiegato decenni ad indagare sui sacerdoti pedofili, soprattutto quando si trattava di sacerdoti influenti, salvo poi scoprire che, a causa del tempo trascorso, il delitto era caduto in prescrizione.

Ad onor del vero, c’è da dire che in alcuni casi sono anche state comminate condanne da far tremare i polsi: litanie alla Madonna, rosari, perfino divieto di celebrare messa in pubblico. Se non è "tolleranza zero" questa…

Poi viene fuori che il fratello del papa distribuiva scapaccioni ai membri del coro da lui diretto e che sapeva che il rettore dell’Internat, il convitto in cui i coristi vivevano, li picchiava sistematicamente, con durezza e spesso persino senza alcun motivo che potesse spingerlo a decidere una punizione. E tuttavia non aveva mai fatto nè detto nulla perchè, essendo il convitto un’istituzione indipendente, non aveva il potere di denunciarlo. Certo, perchè serve "essere autorizzati" per denunciare violenze e abusi. Non basta l’amore per il prossimo, quello per cui Cristo s’è fatto mettere in croce. Non basta il senso di giustizia, non basta il desiderio di tutelare i bambini. Salvo poi scusarsi, vent’anni, trent’anni dopo, e solo dopo che si è sollevato lo scandalo. Questo desiderio di scusarsi come mai non è mai stato avvertito prima che l’ex direttore del coro finisse nell’occhio del ciclone e sulle pagine dei giornali?
Senza parlare delle prese di posizione nettissime di papa Ratzinger. Un esempio? Il suo ultimo viaggio negli Stati Uniti, nel corso del quale, tra i festeggiamenti del suo compleanno con Bush alla Casa Bianca e la visita a Ground Zero, il Papa ha sostenuto l’inconciliabilità tra il sacerdozio e la pedofilia. Praticamente la scoperta dell’acqua calda.

Senza contare che in quella visita non era stato neppure previsto un incontro con le vittime. Ratzinger fu spinto dall’opinione pubblica e dai media americani ad un incontro estemporaneo con quello che i giornali italiani hanno caritatevolmente definito "un gruppo di vittime": cinque persone ricevute in piedi, meno di mezz’ora in tutto, nella cappella privata della nunziatura apostolica di Washington.

Contemporaneamente, però, ospiti del papa durante quel viaggio sono stati tre vescovi celebri per aver coperto i preti pedofili: il cardinale Egan e il cardinale Mahony, che sono stati gli anfitrioni di Ratzinger durante i giorni trascorsi a New York, e il cardinale Francis George, che ha accolto il papa a Washington. Dunque, fuori dalle chiacchiere e dai proclami, i fatti, nudi e crudi, parlano da soli.

E’ questa la "tolleranza zero" di cui il Vaticano fa tanto parlare?




"Siano maledetti i pedofili, siano doppiamente maledetti i preti pedofili e sia maledetta la chiesa che in nome di Dio pretende di educarci e continua a coprire i suoi diavoli vestiti con la tonaca.... "




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MessaggioInviato: 28/03/2010, 12:49 
[:(]Ebbene sì cari utenti è proprio così,una fogna a cielo aperto!
......solo una osservazione:escludendo i monaci zen e gli Imam graziati da una società bigotta e dormiente che non ha ancora raggiunto quella che chiamano libertà di espressione (maddechè) come mai non saltano mai agli "onori" della cronaca i Rabbini??


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