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Grigio
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MessaggioInviato: 26/02/2010, 13:20 
Io avuto diverse esperienze, tipo Obe, esperienze per così dire mistiche, presenze non proprio positive, ecc. (l'unica cosa che non ho ancora visto è la Madonna [:)]) ma questa che vi racconto è quella che considero la più "misteriosa" e per la quale non ho ancora trovato nè io, né i pochi a cui l'ho raccontata, una spiegazione convinecente, a meno che di non prenderla per quello che è senza ulteriori interpretazioni.

Era il 2001, sicramente prima dell'attentato alle torri gemelle. Non so perché ma ogni volta che penso a questa esperienza mi viene in mente anche l'episodio delle torri gemelle.

Veniamo al dunque. Era una sera come tante, molto tardi. Mio figlio era piccolino e si era addormentato, mio marito non era ancora rientrato, periodo di scadenze o stava fuori. Come facevo quasi ogni sera, mi sono messa sentire la musica con le cuffie del walkman, sdraiata nel letto e dopo un po' ero rilassata ed in attesa di prender sonno. In quel periodo amavo sentitre particolarmente la complation dei Queen. Dopo la morte di Mercury, mi ero avvicinata alla sua musica ed alla sua voce. Quella sera, ad un certo punto ho cominciato a sentire qualcosa che non c'era nella cassetta(ormai la conoscevo bene). Ho pensato ad un'interferenza ed ho tolto istintivamente le cuffie. Invece, continuavo ad udire distintamente delle parole in inglese in maniera calma. Mi sono resa conto che era qualcsoa di atipico: ho pensato di alzarmi e di prendere il blocchetto e la penna con cui scrivevo la nota della spesa ed ho cominciato a scrivere. Avevo una concentrazione particolare che mi consentiva di distinguere chiaramente parola per parola (leggo l'inglese ma non comprendo mai quando sento qualcuno parlare in inglese). Distinguevo le parole ma non mi soffermavo sul loro signficato, mi limitavo a scrivere.
Alla fine, ho riletto il tutto e mi sembrava avesse un suo signficato, anche se c'erano alcune frasi che lì per lì non comprendevo, tanto che pensavo di aver scritto male delle parole. e, invece no. Per parecchio tempo, non ho avuto il coraggio di sentire la musica con le cuffie. Ma in realtà in quel momento il ricevitore ero io.

Vi allego il testo e la traduzione

Testo inglese
In the music I believe,
in the music I live
It's over you and me
It's just a new light
when you reach a star.
Justice doesn't need sacrifice.
A world of blended faces
Behaviours that seem all the same.
Wonders of life that you understand
are the good things that you miss all the time,
one more time:
to hear a voice, to melt for a friend
to learn a lullaby, to wait for a saturday.
He's walking away,
just in front of you.
At the bottom of the sky
He forgives all the crimes,
passing through the end of time.
Roses smell like prayers.
Believe, that's incredible:
figures of men so miserable,
changing until perfection.
Pay to me some attention,
The world will be not an empty fridge,
a question mark for your inquiry.
Got a new day,
foolish games don't make fly.


Traduzione letterale in italiano

Nella musica io credo
Nella musica io vivo
È al di là (oltre) me e te
È come una nuova luce quando si raggiunge una stella
La giustizia non ha bisogno di sacrificio
Un mondo di facce confuse (*)
Comportamenti che sembrano tutti uguali
Le meraviglie della vita che tu comprendi
Sono le buone cose che ti mancano tutto il tempo
Ancora una volta:
ascoltare una voce, commuoversi per un amico (*)
imparare una cantilena, aspettare un sabato.
Egli sta passeggiando, proprio dinanzi a te.
Alla sommità del cielo
Egli perdona tutti i misfatti
Passando attraverso la fine del tempo.
Le rose profumano come preghiere
Credimi, è incredibile
Forme umane così miserabili
Cambiare fino alla perfezione.
Prestami dell’attenzione
Il mondo non sarà un frigo vuoto
Un punto interrogativo per le tue domande.
Guadagna un nuovo giorno,
I giochi stupidi non fanno volare


(*) queste due espressioni hanno necessitato l’uso del dizionario inglese-italiano ed uno sforzo di interpretazione perché non conoscevo l’uso di blended associato ai volti, (al massimo avrò sentito blended whisky e non essendo intenditrice non sapevo cosa significasse) poi l’espressione to melt for che significa commuoversi per qualcuno non l’avevo mai sentita prima. Non è il mio stile di scrittura né rispetta il mio stile di pensiero, tantomeno è sovrapponibile alle mie credenze spirituali.
addirittura ci sono delle rime!

Superfluo dire che non prendo sostanze psicogene né farmaci.



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MessaggioInviato: 26/02/2010, 14:29 
Thery juicy, ma'am [8D]

Di solito i fenomeni di chiarudienza riguardano semplicemente dei suoni. Anche complessi brani musicali, certo. Ma sempre di puro suono si tratta. A volte il 'veggente' sente nomi di cose o persone (ad esempio, sente sua madre o suo padre che lo chiamano). Raramente, il 'veggente' sente delle frasi che, tuttavia, spesso appaiono prive di senso compiuto. Ecco, sulla scorta di quanto premesso direi che una cosa come quella che hai descritto è un fatto del tutto singolare. Il quale, però e proprio perché così 'esagerato', suggerisce alcune idee precise.

Da quel che tu stessa scrivi, sei una persona con un inconscio (chiamiamolo così, per il momento) estremamente attivo. Oobe, esperienze mistiche e percezioni sono tutte cose che testimoniano una marcata attività della pineale. Ora e di solito, tutto questo tende a spaventare la mente del singolo. Si tratta di un fatto ancestrale, forse genetico. Un fatto in base al quale l'ignoto è costantemente 'scremato' dalla percezione. E' in conseguenza di ciò che le persone vanno dagli psicanalisti, perché il logorarsi del meccanismo percettivo fa vedere e sentire loro cose che non vogliono assolutamente vedere né sentire.

Naturalmente, poi, esistono persone come te che hanno imparato (o lo sanno fare da sempre) a gestire diversamente questi 'picchi percettivi'. Queste persone sono i mistici, i veggenti e ... gli artisti [8D] In altre parole, Hannah, quei versi sono stati il tuo modo per gestire quel picco percettivo. Qualcun altro si sarebbe sparato del prozac, tu hai creato dei versi.

[:)]



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MessaggioInviato: 26/02/2010, 16:44 
Grazie eSQuel non so se sono proprio miei questi versi. È vero, la prima cosa che ho pensato è che era troppo lungo come messaggio, come contatto. Forse era l'unica cosa che inconsciamente mi chiedevo mentre scrivevo, per così dire sotto dettatura. Niente a che vedere con la scrittura automatica o cose del genere. All'inizio ho pensato che si trattasse proprio di Freddie, in qualche modo. È vero che in quel momento ero profondamente rilassata anche se vigile.
Io sono creativa ma lo stile non è mio. Poi perchè ci dovrebbe essere qualcosa/qualcuno che vive e che crede nella musica?

Cita:
sei una persona con un inconscio (chiamiamolo così, per il momento) estremamente attivo.


Altrimenti come potremmo chiamarlo?


Sai a volte, le conferme sono state immediate come quando anni fa in presenza di un ragazzino con forti deficit mentali, è come se fossimo entrati improvvisamente in contatto ed ho subito capito il suo problema: anossia al momento del parto, flash immediato (chiesi conferma alla madre ed era così) e poi avvertivo come qualcosa di femminile che lo riguardava e che era estremamente intenso. Lì per lì ho pensato che forse durante l'ecografia l'avevano scambiato per femminuccia e chiesi alla madre il perchè di quella sensazione fortissima e lei mi disse che erano due gemelli, maschietto e femminuccia, avevano avuto difficoltà al momento del parto, lui ce l'aveva fatta e la sorellina no.
Non ho mai capito se lasciare tutto così com'è o andare avanti.

Io credo che si debba andare avanti ma bisogna trovare il modo giusto.

Cita:
Qualcun altro si sarebbe sparato del prozac


Beh diciamo che non ho mi dubitato del mio stato mentale. Mi sono sempre resa conto che si tratta di finestre che ogni tanto si aprono e se voglio vedere qualcosa devo guardare come uno spettatore, senza farmi coinvolgere più di tanto. Anche se la curiosità è tanta.


Forse il prozac dovrò iniziare ad usarlo se continuo a lavorare in Regione, nel modo in cui si sta lavorando ultimamente (si fa per dire ma sono ormai 5 anni e credo che siano troppi in uno stesso posto) . Spero che il mio inconscio o chi per lui, stavolta si inventi veramente qualcosa di valido.

Mi ero ripromessa con un mio collega (il mio forum vivente che mi ascolta e mi risponde) che avrei aspettato fino al 2012 ma mi sa che non ce la faccio ad aspettare tanto [;)]



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MessaggioInviato: 02/03/2010, 11:19 
Hanna , è successo qualcosa di simile anche a me...
Certo il tuo caso è particolare, il mio in realtà è molto più semplice...quasi un racconto che mi sono raccontata da sola, ad ogni parola ne seguiva un altra, ma senza che fossi io a decidere quale..

Questo è il racconto:




IL RITORNO DI ADELE

Tutto quello che Adele poté fare quando riaprì gli occhi sotto un cielo affollato di stelle che brillavano come pire di diamanti, fu pensare:
"Santa Madre! Era tutto sbagliato!"

E poi rimase lì, immobile e stupita per chissà quanto tempo. Non seppe dirlo neanche quando ci ripensò dopo. Certo non fu per poco, perché ricordò il nero sopra di lei stingersi e colorarsi fino diventare violetto e l’ astro che sorgeva. Ma per quante volte? Due? Quattro? Di più?
Forse ci aveva trascorso la vita stesa su quell’ erba tenera e fresca e sotto quel cielo ardente, vivo e sbagliato...

Ma perché sbagliato?

Non lo ricordava più con certezza.
“Forse era il Sole che squarciava le tenebre ad ogni sorgere con la promessa di luce e colore perpetui e vedo gli alberi i fiori distinguo le forme i colori quel rumore viene da lì questa cosa odora così. Con i sensi impongo al mondo le certezze di un ordine percettivo esatto ed ineffabile. E tutto questo mentre il Sole si solleva fino ad arrivare allo zenit, ma poi comincia a cadere e precipita lento finché va a infrangersi oltre l’ orizzonte in miliardi di frammenti fiammeggianti che restano aggrappati al cielo, impotenti contro l’ oscurità avanzante, ad ammiccare verso un mondo irriconoscibile e ingovernabile...Ma sono le stelle che bruciano e tuttavia non riescono ad incendiare il cielo o sono io che annego in questo buio e perdo pezzi di me? Ma sono stelle quelle poi, o brandelli di un io incongruo e dilaniato che affiorano sulla superficie della mia consapevolezza? Devo afferrarli, forse posso raggiungerli se allungo le braccia, non importa se mi brucerò le mani, e devo riunirli se voglio che il sole rinnovi il suo giuramento.
E poi tutta la notte a rincorrere le stelle, staccarle dal cielo una ad una...Sono incandescenti nelle mie mani, la pelle si spacca. Ma il Sole Grande Madre, il Sole! Qualcuno deve rimetterle insieme quelle miriadi di piccole luci che non illuminano non riscaldano! Sono deboli così divise e ognuna per proprio conto! Riunite invece, insieme… il Sole!”

“E così ho ricostruito il mattino” pensava Adele “L’ ho sorvegliato per tutto il giorno e poi l’ ho visto spezzarsi lungo i bordi della sera e poi ne ho rincorso i pezzi attraverso tutta la notte e li ho rimessi insieme e così ho ricostruito il mattino e poi ne ho rincorso i pezzi e poi li ho rimessi insieme e poi...”
E poi?
Doveva essersi fermata Adele, spossata. Allungarsi fino al cielo costa fatica. E doveva essere rimasta immobile, cedendo alle lusinghe di un letto di erbe odorose e di foglie cariche di rugiada, ed era un sollievo tuffarvi le mani arse, sfigurate.
“Ho ricostruito il mattino, l’ ho custodito per tutto il giorno, l’ho visto infrangersi lungo il bordo della sera, ne ho rincorso i frammenti attraverso la notte, li ho rimessi insieme e poi...E poi non feci più nulla di tutto questo!

Adele era stupita

“Rimasi immobile quella notte. Non avevo più la forza di raggiungere le stelle, le mie mani erano monconi inservibili e rimasi sul prato, impotente, lo ricordo bene questo, e guardavo quelle fiammelle disperate naufragare nell’ immensità di un cielo nero e impietoso, e pensavo che si sarebbero spente, cedendo al gelo di quel cielo se non fossi corsa io a raccoglierle e a riunirle nel conforto dell’unità potente e sfolgorante del mattino. Si sarebbero spente e io sarei scomparsa, inghiottita dall’oscurità perenne e assoluta.”
E poi? Cosa accade Adele? Lo ricordi ora? Quando fissando quelle piccole luci fioche e fredde e fragili ti accorgesti che anche esse ti fissavano bucando le tenebre?
“Esse mi fissavano, bucando le tenebre della notte e della mia anima, si tendevano verso di me allungandosi come aghi assurdi che mi trafiggevano e mi inchiodavano al suolo. Mi accorsi che si muovevano, ognuna descrivendo un proprio arco, attraverso la volta celeste, prima lentamente poi sempre più veloci, finché si precipitarono una ad una verso ovest fino a scomparire oltre l’orizzonte. Quelle di esse che si attardarono nella corsa si dissolsero inghiottite dall’esplosione di luce che eruppe ad est improvvisamente, magnificamente.

Era il Sole e non aveva mai avuto bisogno di me per sorgere al mattino”



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MessaggioInviato: 02/03/2010, 11:27 
Per quanto riguarda Mercury, mi successe la stessa cosa che è accaduta a te...lo scoprì in occasione della sua morte e per mesi rimasi sotto una specie di incanto, provai un affetto per lui come mai mi era capitato con nessun cantante.Che grande anima deve essere stato...



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MessaggioInviato: 02/03/2010, 20:00 
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Blissenobiarella ha scritto:

Per quanto riguarda Mercury, mi successe la stessa cosa che è accaduta a te...lo scoprì in occasione della sua morte e per mesi rimasi sotto una specie di incanto, provai un affetto per lui come mai mi era capitato con nessun cantante.Che grande anima deve essere stato...


Grande anima, grande cantante e grandissimo musicista.... [:)]



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MessaggioInviato: 03/03/2010, 15:06 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Per quanto riguarda Mercury, mi successe la stessa cosa che è accaduta a te...lo scoprì in occasione della sua morte e per mesi rimasi sotto una specie di incanto, provai un affetto per lui come mai mi era capitato con nessun cantante.Che grande anima deve essere stato...


Bliss credo che io e te abbiamo molte cose in comune, a parte Mercury [:)] Anch'io da qualche parte ho un racconto scritto in italiano tutto di getto e la protagonista, non so perché si chiamava proprio Adele anche se era molto simile a me. Curioso, mi pare. Credo di averlo sul computer di casa: stasero lo posto.

Il tuo racconto è molto bello.


Ultima modifica di Hannah il 03/03/2010, 15:07, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/03/2010, 15:24 
è veramente interessante! anche a me capita spesso di "sentire" e non manco mai di appuntare.
l'altra notte per esempio ho udito una voce dire "non pretendere di sapere ciò che non sei disposta a comprendere"...
a volte è frustrante...


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MessaggioInviato: 03/03/2010, 18:59 
Racconto di Adele


…E SE NON FOSSE SOLO UN BRUTTO SOGNO?
Per un istante le sembrò che il tempo si fosse fermato su quelle vecchie fotografie ormai sbiadite. Ricordi, immagini che provenivano da un passato qualunque e che avrebbero voluto far sperare in un futuro normale e qualunque. La laurea, il matrimonio, la nascita di un figlio, le solite vacanze. Pose buffe e a volte imbarazzate che racchiudevano un mondo che ormai non esisteva più ma che faceva ancora parte di una realtà sentimentale.
Tutto era cambiato, e non solo per lei, quel maledetto 11 settembre del 2001. Quel pomeriggio di cinquanta anni fa le tornava ogni tanto in mente. Per Adele quelle scene viste in televisione migliaia di volte riaffioravano nella memoria non come un fantasma uscito dal passato ma come il simbolo di un male che si alimenta soprattutto del dolore degli uomini. Per lei, come per tante altre persone, sembrò che fosse la cosa più enorme e più terribile in assoluto e che non si sarebbe potuta nemmeno immaginare. Avrebbe voluto riavvolgere il nastro del tempo per impedire quello che era successo. Ma nessuno, nemmeno Dio avrebbe potuto farlo. L’unica cosa buona, per così dire, era stato quel senso di fratellanza universale che sembrava attraversare tutto il mondo, nonostante le notizie di guerre e devastazioni che venivano interpretate come una conseguenza quasi secondaria ed automatica più che una serie di atti complessi e determinati.
Passato lo shock, la vita sembrava essere ripresa per tutti in maniera quasi normale, con i soliti problemi e con un cicatrice in più sull’anima. Nessuno avrebbe immaginato che il male più terribile fosse quello che si nasconde e che agisce in maniera profonda e senza gesti plateali. O meglio, nessuna bomba atomica, nessun virus sconosciuto, nessuna catastrofe naturale avrebbe sconvolto il mondo negli anni successivi eppure nel 2052 questo non era più lo stesso. A pensarci adesso sembra normale capire che sarebbe andata a finire così ma negli anni 2000 si era tutti protesi verso la globalizzazione economica, le nuove tecnologie, la sconfitta delle malattie, la ricerca di nuovi modelli di sviluppo che prevedessero l’integrazione razziale, la tolleranza e il superamento di tutti i pregiudizi. Eppure Adele quasi se lo sentiva che quello che si leggeva sui giornali o che si ascoltava alla televisione fosse solo il riflesso di uno specchio che rimandava un’immagine infedele. Quante volte, commentando gli avvenimenti dell’attualità con il marito, gli amici, i familiari, le si sentiva dire con rabbia o con ironia: “Chissà cosa c’è sotto e chissà quale fregatura ci aspetta”.
Altro che semplice fregatura! Dalla sede di uno dei Centri di “Rinnovamento genetico” in cui si trova, per così dire “ospitata”, insieme a milioni di persone della sua generazione e che sorgono in tutto il mondo, le sembra di vivere un brutto sogno. Adele ha ormai ottantasei anni ma nel 2052 ad ottantasei anni non si può più parlare di vecchiaia, soprattutto se si pensa al fatto che lei e i suoi coetanei hanno una mente molto più sveglia delle giovani generazioni. E’ proprio il pensiero rivolto ai giovani che più la tormenta. Lei che, sia attraverso l’insegnamento sia attraverso la maternità, aveva cercato di trasmettere ai giovani l’entusiasmo di vedere realizzate i propri ideali, l’importanza della cultura, la curiosità tesa a scoprire la bellezza della vita anche nelle piccole cose. Che ne era stato dei giovani? Come in una favola piena di mostri e di orchi cattivi, le società di tutto il mondo avevano messo a punto un piano diabolico, facilissimo da realizzare, per di più condiviso dalla collettività e che non avrebbe provocato spargimenti di sangue ma avrebbe annullato completamente la gioventù e quanto di meglio si trovava in essa, il gusto per la libertà, la voglia di autodeterminarsi, la creatività, lo spirito critico nei confronti delle vecchie generazioni. Che ne era stato dei giovani? Grazie alla complicità “inconsapevole” ma efficace dei genitori il piano di azione per la distruzione della gioventù cominciava già dalla nascita. Bambini perfetti, grazie anche al progresso scientifico, venivano cresciuti inculcando in loro un’immagine della realtà del tutto artificiale. Giocattoli tecnologici che ne saggiassero le capacità intellettive privandoli però del vero piacere di giocare. Scuole dove si affermava di non voler dare solo delle conoscenze ma di volere formare delle persone al passo con i tempi. A cinque anni già si insegnava l’uso del computer, la lingua inglese ed i genitori erano ben felici di sostenere anche i sacrifici di un’istruzione sempre più costosa ed esclusiva pur di dare loro il meglio. Eppure se l’informazione ufficiale ed una visione superficiale della realtà sembravano confermare tutto questo flusso di progresso e di sviluppo, alcuni segnali facevano presagire il peggio. La cronaca riportava sempre più spesso notizie di giovani che uccidevano i genitori. Non che mancassero anche casi di genitori che uccidessero i propri figlioletti ma li si definiva come poveri squilibrati che avevano avuto la sfortuna di non avere bambini perfetti come quelli che si vedevano in tv o nella pubblicità. E allora perché avevano distrutto i giovani? Perché gli avevano fatto credere che riempirsi droghe leggere fosse meglio che prendere un cono gelato? Perché non li avevano avvisati che la loro mente avrebbe perso contatto con la realtà e non sarebbero stati più in grado di scegliere il proprio futuro ma di subirlo? Perché avevano paura dei giovani. Perché i governi e le società avevano paura di essere giudicati per quello che erano. Perché si aveva paura di dire loro chiaramente che, essendo in numero inferiore rispetto alle generazioni mature, avrebbero dovuto mantenerle anche con il loro lavoro, rinunciando a quei sogni di superiorità ai quali erano stati abituati sin da piccoli. Non che i governi ed i centri di potere di tutto il mondo non si fossero occupati anche dei cosiddetti anziani. Anzi, per la maggior parte di loro avevano escogitato il sistema più “umano” che l’evoluzione socio-culturale avesse potuto immaginare nel XXI secolo: l’eutanasia. Nel giro di pochi anni la scelta del momento migliore per morire, si era sostituita ad un intervento isolato e limitato solo ai cosiddetti malati terminali. L’eutanasia era diventata una sorta di festa finale. Per chi accettava c’era la possibilità di vivere un anno secondo i propri desideri e poi di mettere fine a tutto nel modo che si considerava più piacevole. Esistevano addirittura agenzie specializzate che si occupavano di tutto questo, con pacchetti già pronti e programmi personalizzati per venire incontro alle varie esigenze. In più il tutto era garantito da ticket. Certo c’erano anche delle alternative ma si era fatto di tutto per renderle poco appetibili. A qualcuno era venuto in mente di creare i cosiddetti “Centri di rinnovamento genetico”. Non erano ospizi ma bisognava sottoporsi ad un programma di riattivazione continua che consentisse di poter essere produttivi fino alla morte ma poiché le attività erano pesanti ed il rendimento economico scarso, molti preferivano vivere un anno da leone che non venti da pecora. Ma si sa che l’erba cattiva è dura a morire, per cui Adele, ed altri come lei, avevano preferito essere ospitati in questi centri piuttosto che cedere alle lusinghe di una soluzione finale ad hoc. Certo che quegli esseri diabolici erano riusciti laddove nessuno aveva osato: vendere la bella morte era diventato un vero e proprio business, e per i governi era comunque una riduzione di costi e di problemi legati alla vecchiaia. Certo non ci si poteva ribellare, non si poteva trovare un’alternativa. Tutto era ormai istituzionalizzato e sistematizzato. Oltretutto la fregatura maggiore era che tutto questo veniva tutelato e garantito, visto che si parlava di diritto all’eutanasia, di diritto a drogarsi, ecc. Adele ogni tanto sfogliava quelle fotografie, accarezzava i ricordi e con l’immaginazione si tuffava in quel passato per lei così importante, pur se apparentemente banale e normale. Dentro però era rimasta sempre una ribelle e le sue contraddizioni l’avevano, per così dire, salvata. Nonostante l’istruzione accademica e la competenza tecnologica, aveva saputo conservare l’amore per le cose semplici, il gusto di usare la creatività attraverso la pittura, la manualità dei gesti quotidiani, la capacità di cambiare idea quando è necessario. Adele non aveva tante certezze, se non la fede in Dio, un Dio che era in grado di garantire la libertà anche quando si era schiavi, perché nessuno può imprigionare l’anima se si ha la capacità di farla volare attraverso l’esercizio dell’amore e del pensiero, anche a ottantasei anni, anche dentro un centro di rinnovamento genetico.
-Adele! Adele!- Il marito di Adele parlando ad alta voce
-Mamma! Mamma!- Il figlioletto frignando come sempre.
Adele, si rivolge ad entrambi:“Ma cosa succede? Sono già le otto? Ho dormito così tanto che non ho sentito nemmeno la sveglia. Presto all’opera. Sapeste! Stanotte ho fatto un sogno orrendo! Brrr se ci penso mi vengono i brividi! Meno male che era solo un sogno, almeno spero”.
-Ora cominciamo pure con i sogni orrendi! Io scappo vado al lavoro -. Il marito come sempre di corsa.
-Buona giornata amore. Risponde Adele ancora assonnata.
-Ciao papà, mi porti un regalo?- Il bambino che insegue il papà fino alla porta.
Adele ha solo fatto un brutto sogno, si guarda allo specchio e ritrova la sua solita immagine di trentaseienne. Si ferma un solo istante guardando negli occhi quel cucciolo d’uomo che le sta davanti e gli dà un bacio sulla fronte. Poi dopo essere inciampata in una macchinina del figlio parcheggiata nel corridoio, riprende i suoi soliti impegni.
E’ stato solo un sogno. Meno male, stavolta è stato solo un brutto sogno.



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