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Marziano
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 Oggetto del messaggio: L'esperienza di pre-morte (Near-Death Experience)
MessaggioInviato: 15/03/2010, 12:17 
Molti sono i casi di persone che hanno vissuto questa esperienza ritenendola unica e di cui non volevano distaccarsi dalla nuova realtà, successivamente risvegliati nel loro corpo hanno acquisito una coscenza maggiore del loro scopo nella vita.

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MessaggioInviato: 01/06/2010, 15:25 
http://www.youtube.com/watch?v=3s0oHsfb ... playnext=1



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MessaggioInviato: 02/06/2010, 00:29 
Il fatto è che chiunque sia tornato vivo da un'esperienza del genere non è mai morto veramente, quindi in linea di principio non si può escludere che queste esperienze siano solo una reazione della mente ad una situazione di fortissimo stress, ad una situazione critica. In ogni caso nessuno ci assicura che ciò che avrebbero sperimentato queste persone in prossimità della morte, ma pur sempre da vivi, sia la forma depotenziata di quello che ci aspetterebbe nel vero e proprio post-mortem (che potrebbe anche essere il puro e semplice annullamento dell'esistenza, senza nessun tipo di sopravvivenza).

D'altro canto non mancano delle concordanze sostanziali con quanto ci viene tramandato dalla tradizione tibetana del Bardo Trodol sul tema degli stati che attraverserebbe la coscienza umana nell'immediato post-mortem.


Ultima modifica di quisquis il 02/06/2010, 00:31, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/06/2010, 00:36 
ne abbiamo parlato anche qui:
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ ... ichpage=18



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MessaggioInviato: 03/06/2010, 00:56 
Cita:
quisquis ha scritto:

Il fatto è che chiunque sia tornato vivo da un'esperienza del genere non è mai morto veramente...



Lo spirito, anima esiste.
E' successo anche a gente le cui funzioni del corpo hanno smesso di funzionare anche da mezz'ora e quindi il cervello non avendo il sangue pompato dal cuore non poteva funzionare.. ma invece parlano di cose al "risveglio" che a livello materiale era impossibile potessero sapere

forse non hai visto l'ultimo link?


Ultima modifica di Wave il 03/06/2010, 00:58, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/06/2010, 11:26 
Top Secret 3 giugno: si parla
di Paranormal Activity


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http://www.tv.mediaset.it/rete4/top_sec ... 5952.shtml

Qual è il confine tra la vita e la morte?
Esistono angeli, fantasmi e presenze?

Fenomeni paranormali: fino a dove arriva la forza della suggestione?
Testimonianze documentate scientificamente sono presentate nella
prima puntata della nuova edizione di Top Secret in onda giovedì 3
giugno alle 21.10 su rete4
.

Per chi non l'avesse capito, Claudio Brachino tratta le cosiddette
Paranormal Activity, ovvero tutti quegli eventi che hanno a che fare
con l'Aldilà. Partendo dal grande successo dell'omonimo film di Oren
Peli, Top Secret si addentra tra i misteri di presenze, fantasmi e luoghi
infestati.

Ospite in studio il sensitivo di origine israeliana Uri Geller, noto in tutto il
mondo per i suoi poteri paranormali. Dalila Di Lazzaro, intervistata dagli
inviati, racconta la sua esperienza dopo la scomparsa del figlio in un
incidente stradale. Da allora, l'ex attrice ha iniziato a ricevere segni
della sua presenza, a partire da una lettera scrittale tramite una medium.
Massimo Boldi testimonia la sua esperienza paranormale dopo
la morte della moglie Marisa, avvenuta il 28 aprile 2004.



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MessaggioInviato: 01/09/2010, 13:05 
La vita dopo la vita?
Le sconvolgenti esperienze in prossimità della morte.


n°9 del 29 aprile 2000

Fonte:
http://www.questotrentino.it/2000/09/la ... a_vita.htm

La NDE, acronimo che sta per Near Death Experience, ossia esperienza in prossimità della morte o dipre-morte, è un fenomeno che nell’ultimo quarto di secolo non solo è diventato uno degli argomenti più studiati dalla parapsicologia, ma ha appassionato il grande pubblico.


In che consiste? Per dirla in breve, si tratta di persone che per cause diverse (malattie, incidenti) si sono trovate in condizioni fisiche di estrema precarietà (arresto cardiaco e/o respiratorio, coma) e che, quando sono ritornate allo stato di coscienza vigile, spontaneamente o per mezzo di tecniche rianimatorie, hanno descritto delle esperienze che sembrano alludere ad un contatto con l’aldilà.

E’ stato un filosofo-medico (poi psichiatra) americano, Raymond Moody, il primo a imporre questa fenomenologia all’attenzione generale nel 1975, riportando nel suo libro "La vita dopo la vita" numerosi casi di pre-morte da lui studiati. Il libro fu un autentico best-seller mondiale, tradotto in molte lingue (in italiano per la Mondadori, 1977) e venduto in milioni di copie. Il modello elaborato da Moody, a tutt’oggi, dopo innumerevoli studi compiuti in vari Paesi, mantiene intatta la sua validità. In linea di massima, le sensazioni caratteristiche della NDE così vi sono riepilogate: una meravigliosa sensazione di pace e di benessere; la sensazione di essere separati dal corpo e di poterlo vedere dal di fuori, in genere dall’alto (questo può verificarsi anche quando non ci sia pericolo di vita, nelle cosiddette "Out of the Body Experience" - Esperienze fuori del corpo - OBE); l’impressione di muoversi in un tunnel buio verso una luce; l’incontro con parenti e amici trapassati; l’incontro con un essere di luce che ispira amore ed induce ad una visione critica di tutta la propria vita; il dover rientrare (o scegliere di rientrare) con rammarico alla vita terrena.

Non è detto, peraltro, che tutte queste fasi siano presenti in ogni NDE, né che lo siano secondo la sequenza sopra esposta. Il fenomeno non mostra differenze significative in ordine al sesso, alla razza, all’età, alla religione, alla classe sociale, ecc. dei protagonisti. Naturalmente le convinzioni religiose influenzano il tipo di entità eventualmente incontrate durante l’esperienza e il livello culturale condiziona in generale il modo di descrivere l’esperienza stessa. C’è da dire infine che chi fa questa esperienza cambia atteggiamento nei confronti della vita, diventa più disponibile ad aiutare il prossimo, non teme più la morte.

Kenneth Ring, medico e professore di psicologia all’Università del Connecticut che da oltre vent’anni studia il fenomeno, ha anche quantificato l’incidenza delle NDE. Si verificherebbero circa nel 30% dei casi di rischio di morte, vale a dire che riguarderebbero, nel ventennio della sua ricerca, circa 8 milioni di americani.


Con il moltiplicarsi degli studi si sono affacciate diverse interpretazioni della NDE, riconducibili essenzialmente a tre filoni: interpretazione fisiologica, interpretazione psicologica, interpretazione trascendente o spiritualista. Le esamineremo brevemente, anche alla luce della ricognizione che ne è stata fatta al 4° Congresso internazionale di studi delle esperienze di confine, organizzato da Fulvia Cariglia, direttrice del Giornale dei Misteri, un periodico che da trent’anni si occupa del paranormale. Il Congresso, svoltosi in aprile a San Marino, ha avuto il merito di chiamare a raccolta da ogni parte del mondo un gruppo di autorevoli studiosi (psicologi, psichiatri, medici anestesisti e rianimatori, parapsicologi, sociologi) della NDE, compresi alcuni qualificati studiosi italiani.

Passiamo brevemente in rassegna le tre interpretazioni.

L’interpretazione fisiologica spiega l’insorgere della NDE come effetto delle disfunzioni cerebrali in prossimità della morte. In queste circostanze il cervello produrrebbe delle sostanze chimiche (endorfine, ecc.) che sarebbero responsabili delle visioni (allucinazioni, in senso lato) dell’esperienza di pre-morte. Questa teoria troverebbe conferma nel fatto che alcune di quelle visioni possono essere provocate artificialmente, somministrando droghe psichedeliche o farmaci come la ketamina e l’ibogaina. Quest’ultima, in particolare, che si ricava da un arbusto del Gabon, viene utilizzata da quelle popolazioni nei riti iniziatici del culto Bwiti, per indurre uno stato semicomatoso che permetta all’iniziando di separarsi dal corpo fisico e di incontrare nel regno dei morti gli spiriti degli antenati.

E’ stato osservato che buona parte di coloro che si sottopongono a questo rito acquisiscono facoltà di guaritori o essi stessi riportano la guarigione da qualche infermità. Numerose università americane e la stessa Food and Drug Agency stanno conducendo studi su queste pratiche Bwiti, in quanto sembrano in grado di contrastare la dipendenza da eroina, cocaina e alcool.

L’interpretazione psicologica, considera le NDE alla stregua di un meccanismo inconscio di difesa, una sorta di paracadute che si apre quando il corpo si sente minacciato di morte. Il cervello, nella sua funzione di creare modelli di realtà, reagirebbe alle gravemente turbate condizioni di prossimità alla morte, elaborando a beneficio del soggetto delle immagini rassicuranti (il tunnel, la luce, ecc.).


Queste due teorie presentano un grave difetto: non riescono a spiegare alcuni dei contenuti percettivi delle NDE. Si tratta di fenomeni che sfuggono alle regole accettate dalla scienza, vengono definiti paranormali e sono oggetto di studio di una disciplina, la parapsicologia, che non gode ovunque del riconoscimento dello status di scienza, ma che utilizza senza dubbio metodologie scientifico-sperimentali.

Quali sarebbero, dunque, i contenuti paranormali della NDE? Sono essenzialmente due e si prestano alle verifiche oggettive più precise:

- percezioni extrasensoriali (ESP): la visione di quanto avviene accanto al proprio corpo e su di esso ad opera di medici e/o soccorritori, e la visione di ambienti e persone viventi che si trovano altrove;

- episodi di chiaroveggenza: talvolta durante la NDE il soggetto apprende notizie che nessuno dei presenti conosceva o che non sono state espresse in sua presenza.

Riportiamo un paio di esempi tratti dalla vastissima letteratura in materia. Uno attiene alla fenomenologia ESP e riguarda una donna, operata di ernia lombare del disco all’Ospedale dell’Università della Florida ed è stato raccolto dal cardiologo americano Michael Sabom ("Dai confini della vita", Longanesi, 1983). Ecco la descrizione di quanto la paziente ha visto nel corso di una NDE, sopravvenuta durante l’intervento chirurgico: "All’improvviso, mi parve di destarmi, e mi trovai come fluttuante all’altezza del soffitto. Mi sentivo benissimo, anche se un po’ eccitata al pensiero di poter osservare ciò che i chirurghi si apprestavano a fare… [descrive accuratamente lo svolgersi dell’intervento]. Chi aveva parlato, ricorrendo a termini tecnici che non ricordo, gridò che stava succedendo qualcosa e che la mia respirazione si era paurosamente rallentata. Pronunciò parole come arresto o blocco. Poi quasi urlò: ‘Chiudere!’. A quella specie di ordine affrettarono le operazioni, tolsero pinze e divaricatori e presero a cucire in fretta l’incisione (…). A quel punto mi recai nella hall. Mi trovavo certamente a ridosso del soffitto, perché distinguevo con chiarezza le lampade fluorescenti. Da allora in poi non rammento altro, salvo il fatto di essermi destata in un’altra stanza. Accanto a me scorsi uno dei medici che mi avevano operata; non l’avevo mai visto prima, ma lo riconobbi subito…"

Il secondo è un caso di chiaroveggenza riferito da Raymond Moody: "Ero gravissimo, in punto di morte per problemi di cuore, e contemporaneamente, in un altro reparto dell’ospedale, mia sorella stava morendo di coma diabetico. Lasciai il mio corpo e mi spostai in un angolo della stanza, da dove vedevo tutto dall’alto. Improvvisamente, mi trovai a chiacchierare con mia sorella, che si trovava lassù insieme a me, e alla quale ero molto legato. Eravamo nel pieno di una conversazione su quel che accadeva laggiù, quando lei cominciò ad allontanarsi. Cercai di seguirla, ma lei continuava a dirmi di restare dov’ero. ‘Non è la tua ora’ - mi disse - Non puoi venire con me, perché non è ancora il momento’. E cominciò a retrocedere lungo un tunnel, lasciandomi solo. Quando mi svegliai, dissi al medico che mia sorella era morta. Dapprima negò, ma poiché insistevo, mandò un infermiere a controllare: come ben sapevo, mia sorella era morta".

Le ricerche, tuttavia, che han-no offerto le evidenze più imbarazzanti per la scienza, sono quelle effettuate sui ciechi. Se ne interessò per prima, negli anni Ottanta, Elisabeth Kubler-Ross, una psichiatra svizzera che lavorava negli Stati Uniti, e che si specializzò nell’assistenza ai malati terminali.

Fu così che conobbe il fenomeno NDE ed ebbe modo di studiarlo anche su soggetti non vedenti. "Abbiamo interrogato molte persone cieche che ci raccontarono la loro esperienza di pre-morte. Non solo seppero dirci chi era entrato per primo nella stanza, chi si diede da fare per la rianimazione, ma ci descrissero in dettaglio il vestiario dei presenti". (E. Kubler-Ross "La morte e la vita dopo la morte", Ed. Mediterranee, 1991).

Ricerche sulle NDE dei non vedenti vennero ripetute, con l’uso delle più rigorose metodologie e su un numero significativo di soggetti, e si ottenne la conferma che i ciechi (sia dalla nascita che avventizi) durante esperienze di pre-morte potevano avere nitide visioni, perfettamente rispondenti alla realtà

Per l’interpretazione di questa categoria di fenomeni paranormali - di cui quelli dei ciechi sono solo il caso più emblematico - la teoria fisiologica e quella psicologica sono del tutto impotenti, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Insomma la scienza, per ora, non sa dare risposte.

E allora, per chi è disposto ad andare oltre la scienza, subentra la teoria spiritualista o trascendente, la quale ritiene che la psiche, in particolari circostanze, possa separarsi temporaneamente dal corpo, mantenendo la coscienza e le capacità intellettiva e percettiva. Questa autonomia delle attività psichiche dal corpo, che nelle NDE (ed anche nelle OBE) si manifesta sia pure per breve tempo, sarebbe secondo la teoria spiritualista un importante indizio della sopravvivenza dopo la morte.



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MessaggioInviato: 08/02/2012, 01:12 
Dove possiamo trovare nell'antichità analogie con le NDE moderne? in quelli che erano gli scritti dei sacerdoti, come delle "Bibbie" che aiutavano l'anima dei morti a raggiungere la propria salvezza.. i cosidetti "Libri dei morti", tibetani ed egiziani.

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MessaggioInviato: 08/02/2012, 15:31 
(Ho parlato anch'io della mia ... Infatti è per questa certezza che l'uomo è religioso da sempre! Chi non lo è, è perché gli "fa comnodo" ... Crede) [;)]



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MessaggioInviato: 08/02/2012, 19:48 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

(Ho parlato anch'io della mia ... Infatti è per questa certezza che l'uomo è religioso da sempre!



Quando la fede si fonda su di una esperienza diventa una forza come minimo potente, spesso indistruttibile.

Cita:

Chi non lo è, è perché gli "fa comnodo" ... Crede) [;)]



Io penso che, tra coloro che potremmo genericamente definire atei, volendo con questo indicare tutti coloro che non credono all'esistenza di una possibile realtà presente oltre l'esperienza fornita dai sensi fisici, potremmo individuare due categorie di persone.

1) Ci sono quelli che partono da un vero e proprio atto di fede ateo, in tal caso l'ateismo non si discosta da un qualunque altro atto di fede. Tra questi un sottoinsieme è costituito da coloro a cui fa comodo essere atei, per abitudine, inerzia mentale, convenzione culturale, ignoranza, né più né meno di quanto atteggiamenti e persone simili siano presenti in una qualunque altra religione.

2) Ci sono quelli (e penso che siano la maggioranza) che semplicemente si attengono all'esperienza che hanno vissuto nel corso della propria vita e che si limita a quella fornita dai 5 sensi. Attenersi alle proprie esperienze è perfettamente giusto e legittimo, quindi a mio modo di vedere in questo caso non è corretto fare loro una colpa di questo.

Inoltre bisogna aggiungere che ovviamente si può seguire una morale utile al genere umano senza necessariamente credere in o avere esperito una realtà metafisica.


Ultima modifica di quisquis il 08/02/2012, 19:52, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/02/2012, 21:06 
Buonasera a tutti mi permetto di segnalare Rudolf steiner, grande Iniziato che ha spiegato nei suoi libri, molto bene il passaggio ( e quello che ci sta nel mezzo) dalla vita alla morte a nuova rinascita.

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Oppure anche qui viene spiegato bene.
http://www.maria-angela-padoa-schioppa.it/archivio/ricerche/09_vita_dopo_la_morte.pdf


Ultima modifica di Mariah il 28/02/2012, 21:06, modificato 1 volta in totale.

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UN CASO DI N.D.E.
IL dr. GEORGE RODONAIA MORTO DA TRE GIORNI RESUSCITA SUL TAVOLO OBITORIO

La prima cosa che ricordo della mia N.D.E. è che mi ritrovai in un regno di oscurità totale. Non avevo dolore fisico, ero ancora in qualche modo consapevole di essere George e tutto intorno a me c'era oscurità, oscurità assoluta e completa- l'oscurità più grande mai provata, più scuro di qualunque scuro, più nero di ogni nero. Questo era cio' che mi circondava e incombeva su di su me. Ero inorridito. Non ero preparato a tutto questo. Sono rimasto disgustato nello scoprire che ancora esistevo, ma non sapevo dove fossi finito. Un pensiero solo attanagliava la mia mente: Come é possibile dato che non esisto piu'? Questo é cio' che mi turbava.
Lentamente ho fatto forza su me stesso e ho cominciato a pensare a quello che era accaduto ed a cio' che succedeva. Ma non mi giungeva niente di confortante o rilassante . Perchè sono in questa oscurità? Cosa posso fare? Allora ho ricordato la famosa citazione di Descartes' : "penso, dunque sono." E questo mi ha sollevato da un peso enorme, perché allora ho capito che, in un certo senso, ero ancora vivo, benchè evidentemente in una dimensione molto diversa. Allora ho pensato, "Se esisto, perchè non devo essere ottimista? Sono George e sono nell' oscurità, ma so che esisto. Sono quello che sono. Non devo essere pessimista. Come posso stabilire cosa è positivo nell' oscurità? La luce é una cosa positiva."Allora, improvvisamente, fui nella luce; brillante bianca, luccicante e forte; una luce molto brillante. Era come il flash di una macchina fotografica, ma non lampeggiante, solo brillante. Luminosità continua. Al momento ho trovato lo splendore della luce doloroso, non potevo guardare direttamente ad essa. Ma pian piano ho cominciato a rilassarmi. Ho cominciato a sentire caldo, conforto, e tutto improvvisamente è sembrato eccellente.
La cosa successiva che mi accadde fu che ho visto tutte queste molecole volarmi intorno, atomi, protoni, neutroni, volavano dappertutto. Da un lato era totalmente caotico, ma cio' che mi ha dato gioia fu il fatto che questo caos aveva una simmetria intrinseca. Questa simmetria era meravigliosa unica e totale, e mi ha riempito di una gioia tremenda. Ho visto il modello universale della vita e della natura davanti i miei occhi. Fu a questo punto che ogni preoccupazione residua sul mio corpo scomparve, perché mi era ormai chiaro che non avevo piu' bisogno di esso che era soltanto una limitazione.
Tutti [i ricordi] di questa esperienza si sono fusi, così è difficile per me porre gli eventi in sequenza esatta. Il tempo per come lo avevo conosciuto si fermo'; passato, presente, e futuro erano un tutt'uno per me in quell'unità di vita senza tempo.

Ad un certo punto ho subìto quello che è stato chiamato il processo di rivisitazione della propria vita, per cui ho visto la mia vita dall'inizio alla fine tutto d'un colpo. Ho partecipato ai veri drammi della mia vita, quasi come se un'immagine olografica della mia vita mi scorresse davanti- nessuno senso di passato, presente, o futuro, solo il momento presente e la realtà della mia vita. Non era come é cominciata con la nascita per poi arrivare alla mia vita all'Università di Mosca. Essa mi è apparsa tutta in una volta. Io ero la'. Questa era la mia vita. Non ho provato alcun senso di colpa o rimorso per le cose che ho fatto. Non ho provato nulla in merito ai miei fallimenti, errori, o risultati ottenuti. Tutto quel che ho percepito era la mia vita per quello che era stata. Ed ero contento cosi'. Ho accettato la mia vita per quella che è.

Durante questo tempo la luce irradiava un senso di pace e gioia verso di me. Era molto positivo. Ero così felice di essere nella luce. E ho capito quello che la luce ha voluto dire. Ho imparato che tutte le regole fisiche della esistenza umana erano nulla quando le ho comparate a questa univoca realtà . Ho anche potuto vedere che un buco nero è solo un' altro aspetto di quella infinità che è la luce. Sono arrivato a capire che quella realtà è dappertutto. Che non è semplicemente la vita terrena ma la vita infinita. Tutto quanto non solo é collegato insieme,il tutto è anche uno. Così mi sono sentito un solo essere con la luce, con la sensazione che tutto è perfetto fra me e l'universo.

Avrei potuto essere dovunque immediatamente, proprio là [dove avessi voluto]. Ho cercato di comunicare con la gente che ho visto. Qualcuno ha sentito la mia presenza, ma nessuno ha fatto niente. Ho sentito la necessita' di studiare la Bibbia e la filosofia. Chiedi e ti sarà dato. Pensa e tutto giunge a te. Così ho partecipato, sono ritornato [indietro nel tempo]e ho vissuto nella mente di Gesù e dei suoi discepoli. Ho sentito le loro conversazioni, ho fatto l'esperienza di mangiare [con loro],di passarci il vino, odorare, assaggiare- eppure non avevo il corpo. Ero pura coscienza. Se non avessi capito cio' che accadeva, mi sarebbe stato dato un chiarimento. Ma nessuno insegnante ha parlato. Ho esplorato l'Impero Romano, Babilonia, i tempi di Noé ed Abramo. Qualsiasi epoca vuoi citare, io ci sono andato.
Fonte:http://www.vitanellaldila.it/articoli/nde/index.php



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Angeldark ha scritto:
Ad un certo punto ho subìto quello che è stato chiamato il processo di rivisitazione della propria vita, per cui ho visto la mia vita dall'inizio alla fine tutto d'un colpo. Ho partecipato ai veri drammi della mia vita, quasi come se un'immagine olografica della mia vita mi scorresse davanti- nessuno senso di passato, presente, o futuro, solo il momento presente e la realtà della mia vita. Non era come é cominciata con la nascita per poi arrivare alla mia vita all'Università di Mosca. Essa mi è apparsa tutta in una volta. Io ero la'. Questa era la mia vita.


Il famoso "eterno presente"..... [:)]

Bella questa testimonianza.... e tra l'altro molto simile alle altre 35.698.745.125.629.559 che sono state registrate nel mondo... [:7]



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Esperienze pre-morte, la situazione si complica: non sono sogni

Uno studio dell’università del Michigan rivela un’intensa attività cerebrale in mammiferi dopo un arresto cardiaco. Ma se davvero fosse collegabile alle esperienze pre-morte la situazione lungi dall’essere spiegata si complicherebbe.

La notizia è stata riportata su numerose testate, Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Panorama, Il Sole 24ORE, e c’è da scommetterci che si diffonderà in modo virale sul web, la sostanza che verrà recepita è indicata in tutti titoli: svelato il mistero delle visione pre-morte. Le visioni pre-morte sono delle esperienze riferite da un gran numero di persone che hanno vissuto vicende che le hanno portate vicino alla condizione di morte e, a prescindere dalle circostanze, uno dei fattori di maggior interesse è la somiglianza dei racconti che sembra rendere questo tipo di esperienze universali al di là dei condizionamenti culturali dei singoli. Lo studio dell’Università del Michigan è stato condotto su 9 ratti sui quali è stato indotto l’arresto cardiaco, i sensori hanno rilevato un’intensa attività cerebrale per circa 30 secondi dopo l’episodio dell’arresto, come riferito in questo caso dall’ANSA:

Utilizzando un elettroencefalogramma i ricercatori hanno analizzato le attività cerebrali di nove ratti anestetizzati e sottoposti ad arresto cardiaco indotto sperimentalmente. Entro i primi 30 secondi dopo l’arresto cardiaco, quando il cuore smette di battere e il sangue smette di fluire verso il cervello, in tutti i ratti è stata riscontrata una attività cerebrale con una diffusa sovratensione, caratteristica questa associata ad un cervello altamente eccitato e dalla percezione cosciente.

La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS, ma lascia qualche perplessità. La prima riguarda il fatto che i dati raccolti siano riferiti a dei ratti mentre le esperienze pre-morte sono riferite da esseri umani sui quali andrebbero verificati gli stessi fenomeni di attività elettrica (cosa che potrebbe essere verificata in futuri studi), la seconda perplessità riguarda l’esiguo numero di soggetti testati (ma si tratta anche in questo caso di limiti che potrebbero facilmente essere superati in eventuali prossimi studi). Di fatto però i risultati dell’esperimento avrebbero dovuto indurre tutti i giornalisti scientifici delle redazioni che hanno pubblicato la notizia (ANSA per prima) a non cedere ai sensazionalismi ed essere più cauti.

Quello che offre maggiormente spazio a delle considerazioni è proprio il tipo di attività cerebrale riscontrata, come abbiamo letto sull’articolo dell’ANSA: “una attività cerebrale con una diffusa sovratensione, caratteristica questa associata ad un cervello altamente eccitato e dalla percezione cosciente“. Ammesso che questa sovratensione cerebrale registrata nei 9 ratti sia confermata nell’Uomo, quali conclusioni si potrebbero trarre da questo fatto? Contrariamente a quanto si legge su quasi tutti i numerosi articoli apparsi anche sul web i dati dei ricercatori non spiegano proprio niente, anzi ad un’attenta riflessione mostrano una situazione più inspiegabile di prima. Il tipo di attività riscontrata nello stato di pre-morte non è infatti quella tipica del sogno, del momento in cui l’attività cerebrale è quella di creare quelle visioni e percezioni sensoriali che conosciamo come sogni, i dati sono quindi in contrasto con una spiegazione di tipo onirico delle visioni pre-morte. Nello studio pubblicato su PNAS si legge infatti che:

Abbiamo identificato un picco transitorio di oscillazioni gamma che si sono verificate nei primi 30 secondi dopo l’arresto cardiaco e che hanno preceduto l’elettroencefalogramma isoelettrico (piatto NdT). Le oscillazioni gamma durante l’arresto cardiaco erano globali e fortemente coerenti….

L’attività registrata è stata caratterizzata da un picco di onde gamma, per capire cosa questo significhi vediamo quali sono i vari tipi di onde cerebrali:

Immagine

Le onde gamma sono quelle di frequenza particolarmente alta (oltre i 25 Hz) caratterizzanti lo stato di veglia e in particolare uno stato di tensione, mentre le onde che caratterizzano lo stato del sonno in cui si verificano i sogni sono le theta che si collocano tra i 4 e gli 8 Hz, questo porta a ritenere che le immagini che potrebbero comparire associate all’attività cerebrale registrata dai ricercatori non sono dei sogni. Quale sia dunque la natura di quelle immagini colte in un momento di particolare attenzione e attivazione cerebrale è dunque oggi più difficile da dirsi che non prima della ricerca. Ripetendo ancora una volta che si tratta di una ricerca che deve essere confermata e approfondita, possiamo però già dire che i titoli apparsi sulla quasi totalità dei media sono stati frutto di un’analisi superficiale e affrettata e va anche detto che di questo non si può attribuire alcuna responsabilità alla rivista PNAS il cui articolo è stato titolato in modo professionale ed equilibrato: “Surge of neurophysiological coherence and connectivity in the dying brain“.

Ma da oggi tutti hanno l’errata convinzione che finalmente sono state spiegate le visioni pre-morte.



http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8740


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MessaggioInviato: 19/08/2013, 00:41 
E' la coscienza/anima che attraverso il cervello fa il backup del sistema prima dell'aggiornamento del sistema operativo cui corrisponde la morte!

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