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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Anneliese Michel, The Exorcism of Emily Rose
MessaggioInviato: 04/11/2010, 15:22 
Anneliese Michel (Leiblfing, 21 settembre 1952 – Klingenberg am Main, 1º luglio 1976) è stata una donna tedesca che si riteneva posseduta e si sottopose al rito di esorcismo. Alla sua drammatica vicenda si sono ispirate opere letterarie e cinematografiche, tra cui The Exorcism of Emily Rose diretto da Scott Derrickson e Requiem di Hans-Christian Schmid.

Cresciuta in una piccola città della Baviera, in una famiglia cattolica di ceto medio-basso, nel 1968 Anneliese iniziò a soffrire di convulsioni le quali la tormentarono durante gli anni della scuola superiore. All'inizio si sottopose a visite mediche e le fu diagnosticata una forma di epilessia; le furono prescritti medicinali per curare sia l'epilessia che le convulsioni. Nonostante le cure mediche Anneliese sosteneva di vedere volti demoniaci in tutte le persone che la circondavano.

Primi sintomi

Tra i primi sintomi accusati dalla giovane c'erano paralisi degli arti, uno smisurato accrescimento del torace, rigidità improvvisa del corpo e l'impossibilità di parlare[1]. Fu tuttavia in grado di tornare alle superiori e conseguire il diploma e di iscriversi, nel settembre 1973 all'università di Würzburg per realizzare il suo sogno di diventare una maestra elementare.

Quando le sue preghiere non l'aiutarono più a sopportare ciò che le succedeva, Annaliese si rivolse alla Chiesa, convinta di essere posseduta dal maligno, ma, in un primo tempo, la Chiesa non le concesse l'esorcismo invitandola a diventare più devota. [1]

Le condizioni fisiche e psichiche di Anne peggiorarono, iniziò ad automutilarsi, mordere i membri della propria famiglia, mangiare insetti di vario genere sino a staccare e ingurgitare la testa di un uccello morto. Inoltre si strappava i vestiti di dosso, guaiva come i cani per giorni sino a urinare sul pavimento e leccarlo.[1][2]. Convintasi che ciò che le accadeva fosse colpa del proprio peccato e di quelli che le stavano vicino, Anneliese prese a dormire su un pavimento di pietra come penitenza. Allo stesso tempo nei momenti in cui si riteneva posseduta distruggeva qualsiasi simbolo religioso le capitasse a tiro (crocifissi, quadri, rosari). Soffriva poi di attacchi di diarrea con perdita di sangue, aveva conati di vomito verdaceo e mangiava delle caramelle gommose a forma di vermi.

Durante la degenza nell'ospedale, i continui attacchi della ragazza convinsero i medici a somministrarle tranquillanti per farla stare calma e sottoporla ad alimentazione forzata[3].

Esorcismo

Dopo cinque anni di lotta con la malattia i genitori iniziarono la ricerca di numerosi preti che potessero praticarle un esorcismo. Intanto Anne non aveva mai smesso di prendere i medicinali prescritti. Perché l'esorcismo potesse esser ordinato, la Chiesa aveva bisogno di dichiarare la ragazza come realmente posseduta. Dopo che ciò avvenne, nel settembre 1975, il vescovo Josef Stangl scelse come esorcisti il pastore Ernst Alt e padre Arnold Renz. Secondo i due esorcisti si sarebbero manifestati sette demoni tra cui Lucifero, Giuda, Legione e Belial[1]. L'esorcismo andò avanti per quasi 10 mesi dal settembre '75 a giugno '76. Durante le varie sedute furono fatte numerose foto e venne registrato un nastro di circa un'ora e mezza di durata in cui si sentirebbe Anneliese parlare con voce "demoniaca" in più lingue (oltre il tedesco, lingua madre, avrebbe parlato in latino, greco, aramaico e altre lingue antiche), molte volte sdoppiando la voce in due distinte. Durante questo periodo Anne perse molto peso perché si rifiutava di mangiare e bere a causa dei "demoni che glielo impedivano"; questo portò a un indebolimento e alla debilitazione del suo corpo, martoriato dalle proprie lesioni autoinflitte. Inoltre nei momenti di lucidità Anneliese non faceva altro che pregare e le continue genuflessioni le causarono la rottura di entrambe le ginocchia. Durante il rito di esorcismo Anneliese mostrava una forza impressionante, tanto che, in alcune sedute, per tenerla ci vollero parecchi uomini forti. Il rito avveniva generalmente tre volte a settimana.[4].

La missione di salvezza

Anneliese scrisse delle lettere ai suoi esorcisti chiedendo la fine del rito ed asserendo di aver avuto un incontro con la Vergine Maria che la mise davanti ad una scelta: esser liberata dai demoni e trovare la pace eterna subito, o continuare a subire la possessione e tutto il potere dei demoni per poter salvare il mondo e le anime di tutti. Anne scelse di rimanere posseduta per la salvezza del mondo interrompendo la pratica di esorcismo. Pronta a morire in "grazia" avrebbe predetto la data della sua morte.

La morte e le condanne per omicidio colposo a genitori ed esorcisti

A mezzanotte del 1º luglio 1976 Anneliese, come aveva predetto nelle sue lettere, morì a soli 24 anni. Prima di morire chiese al prete di pregare per lei, le ultime parole andarono alla madre alla quale chiese scusa. L'autopsia rilevò come causa della morte la forte debilitazione causate da malnutrizione e da disidratazione (al momento della morte pesava solo 30 kg). Secondo gli agenti che svolsero le indagini e i medici che passarono al vaglio il caso, un'alimentazione forzata (tramite flebo) avrebbe potuto salvare la vita della giovane. I genitori, il prete e il pastore furono tutti indagati per omicidio colposo. Il processo iniziato a marzo 1978 si concluse con il riconoscimento da parte della giuria della colpa di negligenza e omicidio colposo a carico dei due chierici e dei genitori, che furono condannati a 6 mesi di reclusione con la condizionale da considerare già scontati.[1][2][4]

Una commissione di vescovi chiese espressamente alla Santa Sede di abolire il rito romano dell'esorcismo, ma la Chiesa si limitò a introdurre un nuovo rito nel 1998 chiamato De exorcismis et supplicationibus quibusdam[4].

Prima dell'inizio del processo i genitori chiesero di riesumare il corpo della figlia, sepolto in un cimitero dove vi sono sepolti figli illegittimi, vittime di suicidi o persone considerate gravi peccatori (assassini). La riesumazione venne chiesta soprattutto in seguito a una lettera che una suora carmelitana mandò ai genitori, parlando loro di una visione in cui il corpo della figlia, a distanza di quasi due anni dalla morte, non si era deteriorato (è da considerare che in quel periodo non tutti potevano permettersi bare con interno zincato dove il deterioramento avveniva più lentamente). Nonostante la salma sia stata riesumata non esiste nessuna foto pubblica del corpo che venne definito "decomposto come qualsiasi altro corpo".[1]

In seguito la tomba di Anneliese è stata spostata vicino alla sua casa natale ed è continua meta di pellegrinaggio. La Chiesa cattolica dopo la morte istituì una commissione di inchiesta che definì la ragazza non posseduta, ma attualmente la posizione ufficiale è favorevole all'ipotesi della possessione.



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