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 Oggetto del messaggio: La Meditazione cambia la struttura della mente
MessaggioInviato: 25/01/2011, 02:11 
La Meditazione cambia la struttura della mente

Mutamenti in 8 settimane nelle aree associate a consapevolezza e stress

24 gennaio, 17:57

Immagine

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 89803.html

ROMA - La meditazione fa bene allo spirito, ma produce anche un effetto sinora ignorato: se praticata con continuita', e' in grado di cambiare la struttura del cervello, in alcune sue aree, nell'arco di otto settimane. Lo hanno scoperto i ricercatori del Massachusetts General Hospital e lo studio e' in pubblicazione sulla rivista Psychiatry Research. I ricercatori hanno osservato infatti in un campione di soggetti che avevano partecipato ad un training di meditazione della durata di 8 settimane, cambiamenti nelle aree cerebrali associate alla memoria, al senso di se', all'empatia e allo stress. Si tratta del primo studio che documenti i cambiamenti prodotti nel tempo dalla meditazione sulla materia grigia cerebrale.

''La meditazione - spiega il primo autore dello studio, la ricercatrice Sara Lazer - e' spesso associata a benefici cognitivi e psicologici da parte di coloro che la praticano. Questo studio dimostra che alcuni cambiamenti nella struttura del cervello possono essere alla base di tali miglioramenti e che le persone si sentono meglio non solo per un effetto legato al rilassamento''. Nello studio, i ricercatori hanno esaminato immagini del cervello di 16 partecipanti a 8 settimane di corso utilizzando la risonanza magnetica, confrontandole con quelle di un gruppo di controllo (soggetti che non praticavano la meditazione ).

Sorprendenti i risultati: nei 'praticanti' e' stata osservata una accresciuta densita' della materia grigia nell'ippocampo, un'area ritenuta importante per la conoscenza e la memoria, ed in altre aree cerebrali associate all'autocoscienza, la compassione e l'introspezione. Inoltre, la riduzione dello stress evidenziata da coloro che praticavano la meditazione e' stata correlata ad una diminuita densita' della materia grigia nell'amigdala. Nessuno di tali cambiamenti e' stato invece osservato nel gruppo di controllo. Insomma, osservano i ricercatori, praticando la meditazione si puo' esercitare un ruolo attivo nel 'cambiare' il proprio cervello e migliorare la qualita' di vita. Uno studio, affermano i neuroscienziati, che getta nuova luce sulle potenzialita' della meditazione di riuscire a proteggere il cervello da patologie legate allo stress, come ad esempio il disordine da stress post-traumatico.



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MessaggioInviato: 25/01/2011, 09:49 
Bello questo post.
Grazie! [:)]



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MessaggioInviato: 29/05/2011, 19:48 
La meditazione batte i farmaci
Basta un'ora per dimezzare il dolore

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, lo zen ha un effetto analgesico. Durante l'esercizio della concentrazione "positiva", nel cervello si accendono alcune aree e se ne spengono delle altre in un'azione "combinata" che riduce la sofferenza anche del 40%
http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2011/04/05/news/la_meditazione_riduce_il_dolore_del_40_-14538436/index.html?ref=search


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MessaggioInviato: 30/05/2011, 01:07 
Cita:
Selene ha scritto:

La meditazione batte i farmaci
Basta un'ora per dimezzare il dolore

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, lo zen ha un effetto analgesico. Durante l'esercizio della concentrazione "positiva", nel cervello si accendono alcune aree e se ne spengono delle altre in un'azione "combinata" che riduce la sofferenza anche del 40%
http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2011/04/05/news/la_meditazione_riduce_il_dolore_del_40_-14538436/index.html?ref=search


Che spettacolo....... [:)]



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New-Age pura

Business

Tornate alla fonte Patanjali. [;)]

Per chi non ha tempo più economico ed efficace questo. [;)]

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=9980



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MessaggioInviato: 30/05/2011, 01:26 
Cita:
Hynekeniano ha scritto:

New-Age pura
Business


Caro mio.... che qualcuno faccia del business su questi temi, non è affatto una novità. Resta il fatto, per chi certe cose le mette in atto dal punto di vista pratico, che certe cose esistono e sono sotto l'osservazione della comunità scientifica. E la Scienza, sino a prova contraria, non misura il business.... ma i fenomeni considerati attualmente come "inspiegabili".



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MessaggioInviato: 31/05/2011, 10:27 
In realtà esistono diverse tecniche di meditazione, quella a cui si riferisce l'articolo è ovviamente a pagamento [8)]
La cosa importante è che si prenda coscienza che la meditazione agisce concretamente su alcune parti del cervello portando benefici che, fino a poco tempo fa, erano considerati impensabili, quasi blasfemi per la medicina "ufficiale".
Anche le frequenze binaurali funzionano molto bene, possono anche essere "accompagnate" ad una tecnica meditativa "classica", in questo caso però è preferibile stare sdraiati.
Certo non si raggiunge un "equilibrio" così da un giorno all'altro, serve costanza e volontà, dedicare almeno 40-45 minuti della propria giornata a se stessi ed al proprio benessere psico-fisico non può che far bene e più si pratica, maggiormente ci rende consapevoli delle potenzialità di queste tecniche !!
Provare per credere [:)]


Ultima modifica di Selene il 31/05/2011, 10:30, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 31/05/2011, 11:24 
Mah io no so, mi sono connessa ad una pagina http://www.marcostefanelli.com/subliminale/brain.htm
Non nego che l'effetto è piacevole con "particolari" effetti collaterali che mi hanno meravigliata perché non sapevo ci fossero anche questi effetti. Ho cercato un po' in giro su Internet e pare che il confine tra i battiti binaurali e la droga virtuale (idoser) sia labile http://www.navigaweb.net/2008/07/droga- ... doser.html



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MessaggioInviato: 05/06/2011, 18:46 
Dipende sempre da cosa si cerca in realtà, se si cerca lo "sballo" molto probabilmente sarà quello che troveremo.
Personalmente quando ascolto le binaurali evito di ascoltarle passivamente ma cerco di "canalizzarle" per uno scopo specifico.
Anche se devo dire che qualche volta è successo di addormentarmi, ma più che "sballo" mi hanno procurato un profondo rilassamento al risveglio.
C'è da specificare che non funzionano allo stesso modo per tutti, c'è anche chi non reagisce assolutamente a queste frequenze quindi, presumo esista una "predisposizione" soggettiva.


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MessaggioInviato: 16/05/2012, 10:30 
Thich Nhat Hanh
Nato in Vietnam centrale nel 1926, all’ età di sedici anni fu ordinato monaco buddhista Rinzai, scuola di pensiero dello Zen, e da allora interpreta e promuove il Dharma quale strumento per portare pace, riconciliazione e fratellanza nella società.
http://it.wikipedia.org/wiki/Th%C3%ADch ... E1%BA%A1nh








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MessaggioInviato: 17/05/2012, 13:01 
Da sempre le culture orientali vanno predicando la meditazione, la capacità di concentrarsi per riuscire a fare cose che normalmente risulterebbero difficili, forse impossibili.

Ho avuto il piacere e l'onore, quando ancora praticavo arti orientali, di fare degli stage con un maestro, italiano, che a fine attività ci teneva seduti per oltre mezz'ora a meditare su cosa avessimo fatto, occhi chiusi, grande concentrazione e cercare di estraniarsi dal mondo circostante per focalizzare il pensiero su immagini immagazzinate dalla mente durante l'allenamento appena terminato. Era una sensazione stranissima, ricordo che mi sentivo, durante la meditazione a occhi chiusi, immerso in un ambiente tutto mio (la location aiutava certo visto che ci si trovava immersi nel verde), e, al termine della mezz'ora, all'apertura degli occhi mi sentivo diverso, leggero, sereno e anche molto ben disposto verso gli altri.

Non è certo un lavoro mirato quello da me fatto ma penso che sia, quella provocata, una sensazione similare.

In particolare i monaci tibetani ne fanno un uso incredibile e, parlando con praticanti di livello che hanno fatto allenamenti di kung fu presso i templi in Tibet, si riesce veramente a percepire a pelle un qualcosa di diverso. Certo potrebbe essere solo una sensazione positiva dovuta alla meditazione ma da quel che si legge da questi studi forse non è solo una sensazione ma in realtà è un vero e proprio processo evolutivo che si viene a creare grazie a quest'arte.



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Cita:
mononoke ha scritto:
In particolare i monaci tibetani ne fanno un uso incredibile e, parlando con praticanti di livello che hanno fatto allenamenti di kung fu presso i templi in Tibet, si riesce veramente a percepire a pelle un qualcosa di diverso.

Gli Shaolin...




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Grazie del contributo video Angeldark [;)]



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LA MEDITAZIONE COME ADDESTRAMENTO ALLA MORTE

Se una persona progredisce abbastanza bene nella meditazione, qualunque sia l’approccio prescelto, arriverà al punto in cui sarà stato così esaustivamente “testimone” del processo del trascendere mente e corpo, che alla fine assisterà alla morte dell’ego, risvegliandosi come anima sottile o anche come spirito. E questo è di fatto vissuto come una morte. Nello Zen è chiamata la “Grande Morte”. E’ un’esperienza che può essere abbastanza facile, una trascendenza relativamente tranquilla del dualismo soggetto/oggetto, oppure, poiché si tratta di una sorta di vera morte, può anche essere terrificante. Ma sia che il processo avvenga con leggerezza o drammaticamente, lentamente o velocemente, il sentimento di essere un essere separato muore, si dissolve, e ci si trova con un’identità che di fatto precede l’identità ordinaria ed è più elevata, un’identità con lo spirito universale e come spirito universale.

Immagine

Ma la meditazione può essere anche un addestramento preparatorio alla morte effettiva del corpo. Alcuni sistemi meditativi (in particolare quelli Sikh e quelli Tantrici indù e buddhisti), contengono infatti specifiche meditazioni che simulano o inducono, avvicinandosi molto alla realtà, i vari stadi del processo del morire, come l’interruzione del respiro, il corpo che diventa freddo, il cuore che rallenta e a volte si ferma, ecc. In questo modo la morte fisica reale non è più una grande sorpresa, perdendo anche molto della drammaticità che la caratterizza.

Lo scopo di tale meditazione è quella di divenire capaci di riconoscere lo spirito, così quando corpo, mente, e anima si dissolveranno durante il processo del morire effettivo, si riconoscerà lo spirito, invece di fuggire e finire di nuovo nell’illusione della separazione; oppure si sarà in grado, se si sceglie di rientrare in un corpo, di farlo deliberatamente, cioè come un “bodhisattva” (dal sanscrito: letteralmente significa Essere: sattva, illuminazione: bodhi).

Queste meditazioni che simulano la morte, non mettono in pericolo la vita del praticante: il corpo non muore veramente, e neppure attraversa gli stadi veri e propri della morte. Piuttosto è come quando si trattiene il respiro per vedere che cosa succede in quella circostanza. Non si smette di respirare per sempre. Tuttavia, alcuni degli stati indotti da queste meditazioni sono potenti imitazioni del fatto reale. Il battito del cuore, per esempio, può veramente fermarsi per un lungo periodo, e così il respiro. In questi casi, il praticante sta “simulando” la morte, ma nel farlo realmente – anche se temporaneamente – dissolve le stesse energie che si dissolvono nella morte reale. Si tratta, quindi, di una imitazione della vera morte.

Come si relazionano le energie descritte nel Tantra con la meditazione? L’idea centrale del Tantra – in ambito indù, buddhista, gnostico, sikh – è che ogni stato mentale, ogni stato di coscienza, in altri termini, ogni livello nella Grande Catena dell’Essere, possegga una specifica energia, che lo sostiene. Ne consegue che se viene dissolta quell’energia particolare, viene anche dissolto il relativo stato di coscienza.

Questo processo di dissoluzione, è di fatto lo stesso che avviene nella morte: colui che medita sperimenta quindi, in un modo molto concreto, cosa succede quando tutte le energie vitali si dissolvono. Grazie all’induzione di queste esperienze del processo del morire per libera volontà del praticante, quando poi arriverà la morte vera egli conoscerà esattamente gli effetti provocati dalla dissoluzione di tali energie. Queste pratiche permettono anche di acquisire l’abilità di prolungare ogni singolo stato, particolarmente gli stati più sottili, perché il meditante ha man mano imparato a gestire tali stati. Giunti poi al reale punto finale del processo del morire, sarà molto facile, naturale e senza ostacoli riconoscere anche quest’ultimo stato, detto di “chiara luce”, perché il meditante lo ha già visto molte volte.

In breve, questa tipo di meditazione è una perfetta simulazione del vero processo del morire. Familiarizzandosi con essa e sviluppando la saggezza e la virtù, è possibile rimanere nella chiara luce e quindi conoscere la liberazione finale. Questo tipo di meditazione è ovviamente una prova molto dura e intensa. Non tutte le meditazioni sono così impegnative, e questa non è neanche l’unica meditazione che permette di attraversare interamente i livelli più elevati dell’evoluzione spirituale. Ma l’importanza di questi sistemi di meditazione, risiede nella descrizione fenomenologica incredibilmente ricca che fornisce, di un cammino contemplativo totale, e nel fatto che utilizza sia la consapevolezza mentale che le energie del corpo, per sondare le profondità dello spirito umano.

Anche se la maggior parte dei percorsi meditativi non sono così esigenti, essi, tuttavia, seguono sempre un processo di svolgimento generale che è nell’insieme simile. Vi è un iniziale sollevarsi al di sopra dell’ego grossolano, sperimentato come una liberazione dai limiti del sentirsi un io separato con le sue ossessive sofferenze. La liberazione iniziale – pur dipendendo dalle caratteristiche del percorso meditativo e della persona – può essere esperita come un tipo di coscienza cosmica o misticismo della natura, o come un iniziale risveglio dell’energia kundalini oltre la dimensione convenzionale, come un sorgere di poteri paranormali, o come un’esperienza interiore di luminosità beatificante… solo per nominare le esperienze più comuni.

Se la coscienza continua ad ascendere attraverso il sottile fino al causale, tutte queste esperienze continuano a intensificarsi, fino al punto in cui tutte si dissolvono o si riducono al puro senza-forma, al causale non-manifesto, al Vuoto, alla Divinità che precede Dio. L’anima ritorna allo spirito e si libera nell’infinito senza forma, nell’infinito senza tempo, nell’assorbimento non manifesto, nel vuoto radioso. La coscienza dimora come il Testimone immobile, la mente specchio senza forma che riflette in modo equanime tutto ciò che emerge, completamente indifferente al gioco delle sue stesse creazioni, del tutto silenziosa di fronte ai suoi stessi suoni, totalmente distaccata dalle forme del suo stesso divenire.

Il Vuoto è realizzato come non diverso dalla Forma, la mente specchio e ciò che essa riflette non sono due, la Coscienza si risveglia come l’intero Mondo. Il suono della cascata sul lontano orizzonte, lo spettacolo della dolce umida nebbia, il crepitio del fulmine a tarda notte durante la tempesta, in qualche modo ci comunicano tutto questo. Il soggetto e l’oggetto, l’umano e il divino, il dentro e il fuori, comunque li chiamiamo, non sono semplicemente altro che un solo Unico Tutto.

Cita:
http://www.fisicaquantistica.it/evoluzione-personale-e-consapevolezza/la-meditazione-come-addestramento-alla-morte


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