20/11/2012, 15:59
20/11/2012, 19:51
22/11/2012, 09:47
16/05/2013, 22:41
07/08/2013, 18:40
07/08/2013, 18:56
21/08/2013, 11:18
08/09/2013, 13:00
09/11/2013, 10:30
09/11/2013, 11:21
marino ha scritto:
Forse sarebbe meglio precisare che le simulazioni grafiche che rappresentano modelli di buchi neri, sono dovute primariamente a calcoli matematici. La stessa esistenza dei buchi neri fu ipotizzata a livello matematico.
17/12/2013, 17:59
04/02/2014, 18:30
05/02/2014, 09:34
MarcoFranceschini ha scritto:marino ha scritto:
Forse sarebbe meglio precisare che le simulazioni grafiche che rappresentano modelli di buchi neri, sono dovute primariamente a calcoli matematici. La stessa esistenza dei buchi neri fu ipotizzata a livello matematico.
Esattamente...da Laplace ad esempio
http://www.damtp.cam.ac.uk/research/gr/ ... vented.pdf
Ed in base a considerazioni abbastanza banali sulla velocità di fuga da un corpo avente una data massa.
Il grosso problema della umanità oggi prigioniera sulla Terra (ma che ebbe ben più nobili ed ampie possibilità in un tempo ora fuori dalla memoria) è che ciò che pensa di sapere sull'oltre sistema solare lo sa/conosce per inferenza, per deduzione.
Che potrebbero anche essere completamente errate...
Marco71.
05/02/2014, 11:39
05/02/2014, 13:45
ubatuba ha scritto:
Immagine:
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Immagine scattata dall'animazione della nascita e collisione di due buchi neri supermassicci dopo il collasso di una super-stella nell'infanzia dell'universo. Credit: Christian Reisswig (Caltech).
Se il leone è il Re indiscusso della giungla, l'equivalente per l'universo toccherebbe sicuramente ai buchi neri supermassicci che si trovano al centro della maggior parte delle galassie che conosciamo. Sono buchi neri con masse che vanno da milioni a miliardi di volte quella della nostra stella, e divorano enormi quantità di materia rilasciano spesso giganteschi getti di particelle. Ma come sono nati questi mostri? Non solo non è ancora chiaro, ma è uno dei più grandi misteri attuali dell'astronomia. Questo perché sono nati nell'infanzia dell'universo e non avrebbero avuto tempo per accumulare così tanta massa semplicemente mangiandola. Sarebbero serviti miliardi di anni, ma li vediamo anche quando l'universo era giovanissimo (per esempio i quasar primordiali risalenti ad appena 1 miliardo di anni di età dell'universo).
Adesso però, una nuova ricerca pubblicata da ricercatori del Caltech, suggerisce che questi antichissimi mostri si sono formati grazie alla morte di certi tipi di stelle primordiali estremamente giganti ed esotiche, che sarebbero come dei dinosauri dell'antico universo. Queste stelle nascevano e crescevano fino a dimensioni incredibili, in pochissimo tempo, per poi morire drammaticamente. E' la loro morte che ci interessa particolarmente perché collassando davano vita non ad uno, ma a due buchi neri, ognuno con una propria massa. Questi due, collidendo, avrebbero infine portato alla nascita di un buco nero supermassiccio.
Diversamente da quello che succede con le stelle ordinarie, quelle supermassicce vengono stabilizzate per resistere alla propria gravità in buona parte dalla propria radiazione fotonica. Nel caso di una stella molto massiccia, la radiazione fotonica, cioè il flusso di fotoni verso l'esterno che viene generato dalle temperature altissime al cuore della stella, spinge i gas della stella verso l'esterno, opponendosi così alle forze gravitazionali che vorrebbero tirare il gas verso l'interno.
Durante la propria vita, una stella supermassiccia si raffredda lentamente per via della perdita energetica attraverso l'emissione di radiazione fotonica. Man mano che la stella si raffredda, diventa più compatta, e la sua densità centrale aumenta lentamente. Questo processo dura per un paio di milioni di anni, finché la stella non ha raggiunto una compattezza tale da permettere all'instabilità gravitazionale di entrare in gioco e far collassare la stella verso l'interno.
Gli studi precedenti avevano predetto che quando una stella supermassiccia collassa, mantiene una forma sferica che al massimo si appiattisce per via della rapida rotazione. Questa forma è chiamata "configurazione asimmetrica". Incorporando in questo modello anche il fatto che le stelle in rapida rotazione sono esposte a piccole perturbazioni, Reisswig ed i suoi colleghi hanno predetto che queste stesse perturbazioni potrebbero far si che la stella devii verso forme non asimmetriche durante il collasso. Queste piccole perturbazioni iniziali crescerebbero rapidamente, portando alla fine il gas dentro la stella ad agglomerarsi e formare frammenti ad altissima densità.
"La crescita dei buchi neri fino a scale supermassicce nel giovane universo, sembra possibile solo se il "seme" di massa dell'oggetto che collassa è già sufficientemente grande." spiega Christian Reisswig, della NASA/Caltech
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Buchi neri presenti in galassie primordiali in quest'immagine raccolta dal Hubble Space Telescope e Chandra. Credit: NASA/CXC
I frammenti che si vengono a creare, finirebbero per orbitare il centro della stella e diventerebbero sempre più densi, man mano che raccolgono materia durante il collasso; aumenterebbero poi molto anche in temperatura. "Poi entra in gioco un effetto molto interessante" spiega Reisswig. "A temperature sufficientemente alte, ci sarebbe abbastanza energia disponibile per accoppiare elettroni e le loro contro-particelle di antimateria, i positroni, per creare coppie di elettroni-positroni. La creazione di queste coppie causerebbe una perdita di pressione, ed un'ulteriore accelerazione del collasso; come risultato, i due frammenti finirebbero per diventare così densi che un buco nero si formerebbe in ognuno dei due. La coppia di buchi neri potrebbe poi iniziare una discesa a spirale, l'uno verso l'altro, prima di formare un unico buco nero finale. "
"Questa è una scoperta nuovissima. Nessuno ha mai predetto che il singolo collasso di una stella potesse produrre una coppia di buchi neri che poi si mischiano." spiega Reisswig.
http://www.caltech.edu/content/one-coll ... m-and-fuse
http://www.link2universe.net/2013-11-07 ... massiccio/