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La Morte di Nemesis, la compagna del nostro Sole

28/07/2010, 08:11

I dati che una volta suggerivano che il Sole era orbitato da una distante compagna oscura adesso sollevano ancor più questioni. Nei ultimi 500 milioni di anni, la vita sulla Terra è stata minacciata in tante occasioni; I reperti fossili sono pieni di eventi di estinzione. La cosa curiosa di questi eventi e che sembrano accadere in maniere regolare.
La periodicità, è in realtà un topic controverso tra i paleobiologi, ma sembra esserci un crescente consenso che qualcosa di enormemente distruttivo succeda ogni 26/27 milioni di anni. La domanda è: cosa?

Tra le idee gira spesso quella del passaggio del Sole attraverso varie braccia della Via Lattea, ma non funziona come teoria dato che non riesce a dar conto delle estinzioni in quanto non ha la stessa periodicità di queste.

Un altra avanzata nei anni ’80 è che il Sole ha una compagna oscura e lontana, chiamata Nemesis, che passando attraverso la Nube di Oort ogni 27 milioni di anni, disturba le orbite delle comete della Nube, spedendole nel Sistema Solare Interno. E si ipotizzava che fosse questa pioggia della morte a portare le varie estinzioni.

Oggi, Adrian Melott, dell’Università di Kansas insieme a Richard Bambach dello Smithsonian Institute in Wahshington DC hanno riesaminato i paleo-reperti per vedere se riescono ad ottenere una stima migliore dell’orbita di questa ipotetica compagna.

Il loro lavoro è una vera sorpresa. Hanno messo insieme una mole enorme di dati risalenti ai ultimi 500 milioni di anni, un periodo due volte più grande di qualcuno altro studiato prima a riguardo. Le loro analisi mostrato un eccesso di estinzioni ogni 27 milioni di anni, con un livello di fiducia del 99%.

Questo è sicuramente un segnale chiaro basato su un enorme lasso di tempo. Ad un primo sguardo, si penserebbe che questo rafforza molto l’ipotesi che una compagna oscura orbiti il Sole ogni 27 milioni di anni.

Ma ironicamente, la precisione e regolarità di queste estinzioni è in realtà una prova contro l’esistenza di Nemesis, spiegano Melott e Bambuch.

Questo perché l’orbita di Nemesis sarebbe stata sicuramente influenzata dai tanti incontri che sappiamo che il Sole ha fatto con altre stelle nei ultimi 500 milioni di anni.

Questi incontro avrebbero causato almeno qualche grande cambiamento nell’orbita di Nemesis. Per prima cosa, l’orbita sarebbe dovuta cambiare, e avrebbe dovuto mostrare più di un picco periodico. O in secondo luogo, doveva cambiare almeno del 20%, ed in questo caso il picco sarebbe spalmato lungo un periodo più lungo.

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Il grafico mostra la periodicità delle estinzioni maggiori ogni 27 milioni di anni. Credit: A.Melott & R.Bambach

Ma i dati indicato che le estinzioni avvengono ogni 27 milioni di anni, regolari come un orologio. “I reperti fossili, che motivano l’idea dietro l’ipotesi di Nemesis, adesso sono la prova schiacciante contro la sua esistenza” spiegano Melott e Bambuch.

Questo significa che qualcos’altro dev’essere responsabile. Non è facile immaginare un processo nel nostro ambiente interstellare che potrebbe avere un tempo regolare come il battito di un cuore, ma forse la risposta è molto più vicina a noi.

Ma c’è anche una buona notizia. L’ultima estinzione è avvenuta circa 11 milioni di anni fa, quindi, almeno in teoria, abbiamo ancora tantissimo tempo prima della prossima catastrofe, per capire cosa succede.

Ad ogni modo, l’origine dell’estinzione periodica ogni 27 milioni di anni sta diventando sempre più un candidato forte come uno dei misteri scientifici più grandi del nostro tempo.

http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1007/1007.0437.pdf

Fonte: http://link2universe.wordpress.com/2010 ... -del-sole/
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