Scoperte, Ricerche e News in diretta dal Cosmo
Rispondi al messaggio

re:galassie elittiche

07/12/2010, 10:21

l risultato implica che il numero totale di stelle dell'universo è circa tre volte maggiore

Le galassie più grandi dell'universo sono ellittiche; in questa categoria, inoltre, le più massicce contengono mille miliardi di stelle (la Via Lattea ne comprende 400 miliardi).

Una nuova ricerca ora mostra che le galassie ellittiche in realtà contengono da 5 a 10 volte più stelle di quanto ritenuto finora. Ciò implica che il numero totale di stelle dell'universo è circa tre volte maggiore.
Si ritiene che le stelle nascoste siano nane rosse, così chiamate per le ridotte dimensioni e il colore, che finora erano difficili da rivelare nelle galassie oltre la Via Lattea. Per questo motivo, il loro numero nell'universo non era noto con esattezza.

In quest'ultima ricerca sono stati utilizzati i potenti strumenti dell'Osservatorio Keck nelle Hawaii per rivelare la debole "firma" spettroscopica nel nucleo di otto galassie ellittiche poste tra 50 milioni e 300 milioni di anni luce dalla Terra. Si è così potuto concludere che le nane rosse, dotate di massa tra il 10 e il 30 per cento di quella del Sole, sono ben più numerose di quanto atteso.

"Nessuno finora sapeva quante fossero", ha commentato Pieter van Dokkum, astronomo della Yale University che ha guidato lo studio. "Differenti modelli teorici prevedevano un'ampia gamma di possibilità: per questo motivo il problema è rimasto a lungo senza soluzione."

I risultati implicano che il conteggio delle popolazioni di stelle dipendono da quali tipi di galassie vengano considerate.

"Di solito assumiamo che le altre galassie siano simili alla nostra, ma questo risultato fa ipotizzare che altrove siano possibili altre condizioni", hanno concluso i ricercatori. La scoperta potrebbe avere un notevole impatto per i modelli di formazione ed evoluzione delle galassie: in particolare, esse potrebbero contenere meno materia oscura di quanto ipotizzato finora". (fc)


da lescienze

11/01/2011, 10:10

Le due strutture non sono necessariamente collegate nella loro formazione: i telescopi radio e X hanno permesso di osservare una galassia nana priva del caratteristico bulge al centro

La sorprendente scoperta di un buco nero in una piccola galassia vicina ha consentito di chiarire in che modo buchi neri e galassie possano essersi sviluppati nelle fasi primordiali della storia dell'universo.

Secondo gli autori dello studio, l'aver trovato un buco nero un milione di volte più massiccio del Sole in una galassia nana nella fase di formazione stellare è una forte indicazione del fatto che i buchi neri supermassicci si siano formati prima della nascita delle galassie stesse.

La galassia, denominata Henize 2-10 edistante dalla Terra 30 milioni di anni luce, è stata studiata per anni e sta formando stelle con un ritmo molto intenso. Di forma irregolare e lunga solo 3000 anni luce – contro i 100.000 anni luce della Via Lattea – somiglia a ciò che gli scienziati ritengono essere alcune delle prime galassie a formarsi nell'universo primordiale.

“Questa galassia ci fornisce importanti indizi su una fase molto importante dell'evoluzione galattica che non è mai stata osservata finora”, ha spiegato Amy Reines, ricercatore dell'Università della Virginia.

I buchi neri supermassicci si trovano nei nuclei di tutte le galassie di grandi dimensioni. Nell'universo vicino, è stata osservata una relazione diretta con la galassia che lo ospita : un rapporto costante tra la massa di ciascun buco nero e quella del bulge, il “rigonfiamento” centrale di stelle. Tale circostanza depone a favore dell'ipotesi che buchi neri e nuclei si influenzino mutuamente.

Due anni fa, un gruppo internazionale di astronomi ha trovato che i buchi neri nelle galassie giovani nell'universo primordiale erano più massicci di quanto possa indicare tale rapporto: ciò induceva a pensare che gli stessi buchi neri si siano sviluppati prima delle galassie che li circondano.

“Ora abbiamo trovato una galassia nana del tutto priva di bulge ma con un buco nero supermassiccio: è la prova che questo tipo di oggetti si formano in modo indipendente”, ha aggiunto Reines.

L'osservazione è stata resa possibile grazie all'utilizzo del radiotelescopio Very Large Array e del telescopio spaziale Hubble: al centro della galassia sono state rivelate forti emissioni radio caratteristiche dei getti superveloci di materiali provenienti dalle aree intorno al buco nero. Successive osservazioni ottenute con il telescopio spaziale Chandra della NASA hanno evidenziato un'intensa emissione nello spettro X, fortemente indicativa, combinata con la precedente, della presenza di un nucleo galattico attivo dotato di un buco nero. (fc)

da le scienze
Rispondi al messaggio