Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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MessaggioInviato: 27/02/2012, 10:50 
oltre a questo pianeta,con acqua abbondante,esistono un quantita di pianeti,senza stella fissa,che vagabondano nello spazio,magari in attesa di essere adottati,ora c'e' uno studio x stimare il loro nr



" 24/02/2012 Milioni di pianeti vagabondi
Riprendendo notizie ormai assodate sulla presenza di pianeti senza stella-madre, si fornisce una stima del loro numero



Le stelle vi sembrano tante? Allora tenetevi stretti: i pianeti potrebbero essere centomila volte di più. Lo afferma uno studio del KIPAC, il Kavli Institute for Particle Astrophysics and Cosmology – un laboratorio indipendente della Stanford University, ospitato presso lo SLAC National Accelerator Laboratory. Una stima, si badi bene, che non implica improbabili sistemi solari con migliaia e migliaia di mondi in orbita l'uno attorno all'altro, un incubo gravitazionale che solo a immaginarlo darebbe le vertigini. Al contrario, i protagonisti di quest'esplosione demografica non orbitano: piuttosto, vagabondano. Sarebbero infatti pianeti orfani della stella madre, milioni di miliardi di mondi – alcuni più piccoli di Plutone, altri più grandi di Giove – che errano in solitudine nello spazio interstellare.
A rendere ancor più suggestiva l'ipotesi della ricerca, sottoposta per la pubblicazione a Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, la possibilità che alcuni di questi mondi, pur senza una stella che li riscaldi, possano comunque ospitare la vita. «Se ce ne sono di grandi al punto da essere circondati da un'atmosfera abbastanza spessa, potrebbero aver intrappolato calore a sufficienza per consentire l'esistenza di forme di vita batterica», spiega infatti Louis Strigari, primo autore dello studio. Calore generato internamente, per esempio attraverso il decadimento radioattivo e l'attività tettonica.
Ma come si è potuti giungere a una stima così elevata, quando fino a oggi gli scienziati ritenevano che di pianeti nomadi potessero essercene, in media, due soltanto per ogni stella di sequenza principale? Lo abbiamo chiesto al secondo autore dello studio, Matteo Barnabè, astronomo italiano attualmente in forze alla Stanford University.

«La nostra stima del numero dei pianeti nomadi presenti nella nostra galassia è stata calcolata sulla base della recente scoperta, mediante una tecnica chiamata microlensing, di circa 10 di questi oggetti in una piccola regione nel bulge galattico, cioè nei pressi del centro della nostra galassia. abbiamo tratto le conseguenze di questa scoperta per quanto riguarda la popolazione globale dei pianeti nomadi, mostrando che potrebbero esistere, per ogni normale stella di main sequence, fino a 700 nomadi con la massa della Terra e fino a 100.000 nomadi con la massa di Plutone».

Una cifra da capogiro, almeno per noi profani, pensando ai miliardi di stelle presenti nella Via Lattea. Qual è stata la vostra prima reazione, quando vi siete resi conto dell'enormità della vostra stima?
«Di fronte a questi numeri (che costituiscono un limite superiore) la nostra prima reazione è stata di sorpresa, seguita poi dall'entusiasmo quando abbiamo calcolato che questi numeri “astronomici” sono consistenti con quello che sappiamo sulla nostra galassia, e quindi questi valori sono plausibili. Anche per noi l'idea che ci siano così tanti pianeti che vagabondano negli spazi interstellari – infatti, in inglese, spesso vengono chiamati anche rogue planets, cioè “pianeti vagabondi” – è molto affascinante, e infatti abbiamo dedicato gran parte dell'articolo a spiegare come possiamo individuarli (mediante il microlensing, appunto) e determinare in modo molto più preciso quanti ce ne sono utilizzando strumenti astronomici che saranno disponibili nei prossimi anni, come per esempio GAIA, LSST e WFIRST».

Lasciando ora da parte i pianeti, ma rimanendo pur sempre sul nomadismo, questa volta intellettuale: lei come ci è arrivato, a Stanford?
«Il mio viaggio dall'Italia agli Stati Uniti è iniziato a Bologna. Mi sono laureato in astronomia nel 2004 con il professor Luca Ciotti, poi ho lasciato l'Italia per conseguire il dottorato a Groningen, in Olanda. Dopo il dottorato, nel 2009, ho proseguito il mio lavoro di ricerca come postdoc negli Stati Uniti, in California. Ho lavorato un paio mesi a Santa Barbara, e ora mi sono spostato qui a Stanford, dove ho una fellowship di 3 anni».

Stanford è per noi l'università dove Steve Jobs ha tenuto, nel 2005, il suo discorso leggendario, “stay hungry, stay foolish”. Com'è viverci, lavorarci?
«Fare ricerca a Stanford e vivere qui a Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley, è molto stimolante sia dal punto di vista scientifico e accademico, sia per l'ambiente circostante vivace ed estremamente dinamico. In quest'area, tra Palo Alto e Mountain View, l'interesse e l'entusiasmo per la scienza e la tecnologia sono generalizzati, e spesso anche le occasioni più inaspettate possono diventare terreno fertile per nuove idee». "

Fonte: MEDIA INAF

da skylive


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MessaggioInviato: 27/02/2012, 11:19 
E già!..,pensandoci bene,una civiltà in un Pianeta errante è possibile la sua esistenza,basta che la costruzione delle loro abitazioni sia sotto terra o in caverne profonde,il solo calore interno del pianeta stesso può far mantenere la vita anche intelligente,in più possono avere a disposizione qualsiasi materiale sia minerale che biologico estraendolo via via che passano vicino ad altri pianeti.


Ultima modifica di bleffort il 27/02/2012, 11:21, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 27/02/2012, 17:28 
Esatto caro bleffort.


Io e Doc discutevamo di questa notizia giusto poco tempo fa in chat.


I pianeti di dimensioni maggiori, sufficienti a trattenere atmosfera, potrebbero avere mantenuto condizioni vitali endogene.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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ma le condizioni endogene dovrebberp essere ben calibrate,onde evitare scompensi da precludere qualsiasi tipo di forma di vita a noi conosciuta [;)]


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Naturalmente caro ubatuba.

Ma come sempre, è una mera questione di numeri.

In una realtà di queste dimensioni, con milioni di pianeti, è semplicemente matematico che almeno in alcuni casi sia avvenuto.



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Cita:
Aztlan ha scritto:

Naturalmente caro ubatuba.

Ma come sempre, è una mera questione di numeri.

In una realtà di queste dimensioni, con milioni di pianeti, è semplicemente matematico che almeno in alcuni casi sia avvenuto.


concordo con quello che affermi........[;)]


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Marziano
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interessante, speriamo al Sole non venga mai in mente di adottare un incomodo ospite.



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Il nostro MarcoF a tal proposito ti chiederebbe retoricamente se tu sia tanto sicuro che non ce l' abbia già... [:D]


A prescindere da ciò, sarebbe interessante analizzare gli effetti che davvero potrebbe avere questa fascia di energia sulla Terra,

al di là della spiritualità e simili temi metafisici non osservabili, io mi preoccuperei piuttosto di quelli fisici.

Perchè se ciò davvero potrebbe avere un effetto sul Sole, il campo magnetico etc allora davvero verrebbe da chiedersi se non sia la causa o una delle cause di quello che chiamo "il metronomo della Civiltà"...


Se l' intervallo con cui il fenomeno si ripete potesse in qualche modo essere calcolato con mezzi primitivi con le famose Ere tanto care agli antichi... potremo avere sotto gli occhi la soluzione ad uno dei più grandi enigmi.



Buona Discussione,

Aztlan



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