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MessaggioInviato: 09/01/2013, 13:12 
ANTICO METEORITE MARZIANO EVIDENZIA TRACCE DI ACQUA.



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Lo conferma il sito internet “Russia Today”. Le analisi effettuate da alcuni scienziati su un reperto cosmico scoperto nel deserto del Marocco nel 2011 hanno dato dei risultati sorprendenti: il meteorite Northwest Africa 7034 (sigla ufficiale NWA 7034, soprannominato anche “Black Beauty”, in foto) avente un’età di circa 2,1 miliardi di anni contiene una quantità di acqua e di ossigeno dieci volte maggiore rispetto a quella di altri reperti prelevati direttamente su Marte. Gli scienziati teorizzano quindi che, ad un certo punto della sua evoluzione, il pianeta rosso perse la sua atmosfera mutando il paesaggio nel freddo ed arido deserto che oggi conosciamo. Il meteorite NWA 7034 fornirebbe quindi la prova concreta che tanto tempo fa Marte aveva un ambiente totalmente diverso, caratterizzato da caldo ed umidità.
I risultati definitivi di questa ricerca sono stati pubblicati sul numero di gennaio della rivista online specializzata Science Express.

http://danilo1966.iobloggo.com/


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MessaggioInviato: 09/01/2013, 13:20 
Leggendo queste notizie mi convinco sempre di più che, riprendendo una terminologia propria del lavoro di ricerca dell'amico Paolo Bolognesi, i primi abitanti della Terra fossero Ex-Marziani prima ancora di essere Ex-Terrestri... [8]



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MessaggioInviato: 26/02/2014, 10:27 
Il sogno della comunità scientifica che studia Marte è riuscire a mettere le mani su campioni della superficie, per poter eseguire analisi chimiche che sarebbero troppo complesse da poter fare in remoto con un lander o rover. Questi studi potrebbero rispondere a molte delle più grandi domande che abbiamo circa la vita sul pianeta rosso; una su tutte: c'è o c'è mai stata vita su Marte? In attesa di ulteriori studi approfonditi da Marte e di future missioni in grado di portare campioni freschi sulla Terra, gli scienziati cercano di tirare fuori il meglio dai campioni marziani che invece abbiamo: gli antichi meteoriti provenienti da Marte, ritrovati nel tempo in varie parti del mondo. Una nuova ricerca, eseguita su un campione di un meteorite chiamato Yamato 000593, trovato nel 2000 in Antartide da un team giapponese, ha portato alla scoperta di alcune somiglianze con rocce terrestri alterate da forme di vita. Ma andiamo con ordine:

La ricerca è stata portata avanti da Everett Gibson, ricercatore del Johnson Space Center, della NASA. "Non stiamo dicendo che abbiamo trovato vita su Marte." spiega Gibson. "Siamo però convinti che questo sia un'altro importante momenti sulla strada verso il dare una risposta a questa domanda."

Gibson ed i suo colleghi hanno mostrato che la formazione della roccia risale a circa 1.3 miliardi di anni fa, ed è stata attivamente alterata dall'interazione con l'acqua su Marte. Gli scienziati spiegano che la roccia è stata lanciata nello spazio da un violento impatto, ed è precipitata sulla Terra negli ultimi 10.000 anni.

Nel recente numero del giornale Astrobiology, un team di ricercatori, guidato da Lauren White, del Jet Propulsion Laboratory, della NASA, ha descritto la presenza di microscopici tunnel che sono presenti nella struttura interiore del meteorite, insieme anche a minerali ricchi di carbonio incastrati tra gli strati rocciosi.


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Fotografia al microscopio mostra bande di minerali all'interno del meteorite marziano Yamato. Notate i micro-tunnel che i ricercatori pensano possano essere prodotti da erosione per colpa di microbi. Credit: White et al.



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Il cerchio rosso indica una zona con piccole sfere più ricche di carbonio. Il cerchio blu indica una zona senza carbonio. Credit: White et al.

Il cerchio rosso indica una zona con piccole sfere più ricche di carbonio. Il cerchio blu indica una zona senza carbonio. Credit: White et al.

Il team ha spiegato che queste strutture sono molto suggestive perché "Se il meteorite fosse un campione preso dal fondo degli oceani della Terra, diremmo che contiene prove evidenti che c'è stata attività microbica che divorava parti della roccia" ha spiegato Gibson. I ricercatori sottolineano poi che questo non significa che c'è vita su Marte, e ci sono molte spiegazioni alternative a questi pattern, che non coinvolgono la vita. Tuttavia, spiegano anche che è intrigante notare queste similitudini strutturali e di composizione in rocce da due mondi così diversi.

Si attende la revisione scientifica e la risposta da parte del resto della comunità di astrobiologi e geologi planetari, ma le similitudini non sembrano molto forti e data l'eccezionalità della tesi, non sarà facile rispondere a tutte le alternative spiegazioni. "Non penso che la comunità scientifica troverà queste "similitudini strutturali e di composizione" abbastanza convincenti da far pensare ad un'origine biologica" ha spiegato Chris McKay, astrobiologo presso il Centro di Ricerca Ames, della NASA.

Gibson ha riconosciuto che ci saranno molte critiche ma ha anche aggiunto che è questo il bello del processo scientifico. Lui ed i suoi colleghi stanno continuando le ricerche con altre analisi chimiche più approfondite. "Dobbiamo fare un'altro passo avanti ed iniziare ad aprire ed entrare nell'interno di queste molecole di carbonio" ha spiegato Gibson.

Nel frattempo, sulla superficie di Marte, i rover Opportunity e Curiosity stanno analizzando la geologia del pianeta per cercare di capire esattamente quando e per quanto tempo Marte è rimasta abitabile, e qual'era la composizione dell'acqua e dell'ambiente presente quando si pensa che potrebbe essersi formata la vita. La speranza è di riuscire a trovare presto tracce di molecole organiche complesse. Sulla Terra invece, gli scienziati già lavorano a come costruire una missione che riporti sulla Terra campioni da Marte.

"Fino ad allora, dobbiamo usare il meglio di quello che abbiamo" spiega Gibson. "e cioè i meteoriti da Marte."

http://online.liebertpub.com/doi/full/1 ... .2011.0733

http://www.nbcnews.com/science/space/ti ... ars-n38431

http://www.link2universe.net/2014-02-26 ... -su-marte/


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MessaggioInviato: 01/03/2014, 11:41 
Spazio, da un meteorite nuovi indizi sul fatto che su Marte c’era la vita
venerdì 28 febbraio 2014, 21:40 di Peppe Caridi

La scoperta di strane strutture in un meteorite marziano caduto in Antartide riaccende le tante ipotesi sulla possibilita’ che Marte abbia potuto ospitare forme di vita. Da decenni si rincorrono teorie, piu’ o meno accreditate, relative alla vita sul pianeta rosso e il ritmo sta accelerando negli ultimi mesi, grazie alle scoperte di Curiosity, il robot laboratorio che sta esplorando il suolo marziano dall’agosto 2011. Gli indizi piu’ recenti sulla vita marziana arrivano dal meteorite Yamato 000593 (Y000593), caduto in Antartide 50.000 anni fa. Li descrive sulla rivista Astrobiology il gruppo di ricerca coordinato da Lauren White, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e del quale fanno parte Everett Gibson e Kathie Thomas-Keprta, dello Johnson Space Center della Nasa. Questi ultimi due sono stati, con David McKay, gli autori dell’articolo che nel 1996 ha fatto di Allan Hills 84001 (ALH84001) il piu’ celebre dei meteoriti marziani che aveva suscitato un grande dibattito sulla presenza o meno di ‘prove’ della vita su Marte.
1650Nel 2007 lo stesso meteorite e’ stato nuovamente analizzato da un gruppo della Carnegie University che, sulla base dei nuovi dati, ha concluso che i mattoni della vita, ossia i composti organici a base di carbonio e idrogeno, si sono formati su Marte molto precocemente. Nel 2009 una ricerca italiana pubblicata sull’International Journal of Astrobiology aveva ipotizzato che le piccole sfere scoperte da tempo nella zona del pianeta chiamata Meridiani Planum fossero resti di antiche forme di vita. Parallelamente a quelli forniti dall’analisi dei meteoriti, altri indizi di una probabile vita passata su Marte sono arrivate dalle missioni spaziali sul pianeta rosso, in particolare da Curiosity. Sono del dicembre scorso, per esempio, i dati che indicano che uno dei luoghi piu’ promettenti per la ‘caccia’ alla vita marziana, il cratere Gale, era un lago in grado di ospitare microrganismi che ottenevano dai minerali l’energia necessaria per vivere. Sempre Curiosity nel 2012 aveva fornito la prova che in un lontano passato su Marte scorrevano fiumi e che c’era probabilmente una ambiente in grado di ospitare la vita. A far sussultare gli astrobiologi erano stati, nel 2005, i dati inviati a Terra dallo strumento italiano Pfs (Planetary Fourier Spectrometer) a bordo della sonda europea Mars Express. Segnalavano la presenza di formaldeide, un prodotto dell’ossidazione del metano dalla vita media di 7,5 giorn

http://www.meteoweb.eu/2014/02/spazio-d ... ta/266130/


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