Gli astronomi hanno scoperto dei annelli ed archi, innaspettati, in luce UV, intorno ad alcune galassie, quattro delle qualli si vedono nell'immagine sopra, ottenuta grazie al telescopio spaziale Hubble, della NASA ed ESA. Credit: NASA/ESA/JPL-Caltech/STScl/UCLAQuesta notizia la potete chiamare anche “Zombie Galaxies” o “La Notte delle Galassie Viventi”. Gli astronomi hanno scoperto alcuni giganteschi anelli in luce UV attorno ad alcune vecchissime, massicce galassie, che si presumeva dovessero essere “morte”, ma queste galassie sembrano essere tornate in vita. In qualche modo,queste galassie zombie, sono state infuse di nuovo gas fresco per formare nuove stelle, che alimentano questi spaventosamente enormi anelli, alcuni dei quali potrebbero contenere nel loro diametro diverse volte la Via Lattea.
La scoperta di questi anelli implica che le vecchie gonfie galassie, che erano una volta finite senza la possibilità di formare nuove stelle, possono essere riaccese, e che l’evoluzione galattica non procede direttamente dalla culla alla tomba.
“Durante la sua vita, una galassia deve transitare da una fase attiva, in cui forma moltissime nuove stelle, ad una fase quiescente, dove la formazione stellare diminuisce fortemente.” ha spiegato Samir Salim, autore principale di un recente studio, e ricercatore del dipartimento di astronomia dell’Indiana University, Bloomington. “Ma è possibile che questo processo vada anche nel senso opposto, e che galassie vecchie ringiovaniscano.”
Usando due osservatori orbitali, il Galaxy Evolution Explorer(GALEX), ed il Hubble Space Telescope, gli astronomi hanno osservato una vasta regione del cielo in luce UV. GALEX ha rilevato 30 “antiche” galassie ellittiche e lenticolari, con emissioni UV misteriosamente alte, ma senza alcun segno di formazione stellare visibile,in seguito Hubble è stato usato per dare un occhiata più da vicino.
Quello che Hubble ci ha mostrato ha shockato gli astronomi. Tre quarti delle galassie erano circondate da enormi, luminosissimi anelli, con alcune onde che si allungavano per ben 250.000 anni luce. Alcune galassie avevano anche delle strutture in UV a spirale.
“Non abbiamo mai visto niente del genere prima” ha dichiarato Michael Rich, co-autore della ricerca, e ricercatore astronomi alla UCLA. “Questi bellissimi ed insoliti oggetti ci stanno probabilmente dicendo qualcosa di molto importante riguardo all’evoluzione delle galassie.”
Tuttavia gli astronomi non sono ancora sicuri riguardo alla provenienza di questo gas che ha aiutato la resurrezione galattica, e neanche come ha fatto a creare questi anelli. Una possibilità è che alcune galassie più piccole si siano mescolate con una più grande e vecchia, portando quindi nuovo gas per la creazione di nuove stelle, e questo, in alcuni rari casi, potrebbe dar vita a simili strutture ad anelli.
Ma i ricercatori hanno dei dubbi riguardo a questo scenario. ” Per creare un onda d’urto che formi anelli di questo genere, una piccola galassia deve colpire una galassia più vecchia quasi perfettamente nel centro”, ha spiegato Salim. “Dovrebbe esserci stata una collisione frontale, ed è una cosa molto rara.”
Un altra opzione, che per adesso agli astronomi piace di più, è che la scintilla per la rinascita potrebbe essere avvenuta grazie ad un graduale assorbimento del gas presente nel mezzo intergalattico, ciò il sottilissimo velo di materia presente nello spazio tra le galassie. Questo gas esterno potrebbe aver generato questi anelli, specialmente nella presenza di strutture simili a barre, che si trovano nel caso di alcuni centri galattici.
Alla fine, molte altre osservazioni serviranno per capire come queste galassie hanno iniziato a ringiovanire, illuminandosi in UV. Salim e Rich hanno in mente di cercare per altre prove di barre e strutture pallidi che potrebbero essere i resti di passate “fioriture stellari” che sono avvenute in queste galassie. In maniera simile al cambio delle stagioni, potrebbe darsi che le galassie passino un periodo invernale secco, in cui raccolgono materia per riesplodere durante la primavera/estate.
Questo studio è stato presentato nel numero di Aprile del “Astrophysical Journal”.
http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2010-264&rn=news.xml&rst=2698
http://www.galex.caltech.edu/newsroom/glx2010-03f.htmlFonte: http://link2universe.wordpress.com/2010 ... -galassie/