Lo Spitzer Space Telescope cercherà di individuare in prossimità della Via Lattea la presenza di una galassia nana la cui posizione è stata calcolata grazie ad anomalie nella distribuzione del gas idrogeno galatticoNascosta dalla polvere e dai gas galattici una galassia nana si troverebbe al lato opposto della Via Lattea, rispetto alla Terra, e per scovarla lo Spitzer Space Telescope ha puntato il suo sguardo all'infrarosso verso un punto indicato da due ricercatori dell'Università della California a Berkeley, che ne hanno stabilito matematicamente la posizione. Questa "Galassia X" potrebbe essere peraltro costituita prevalentemente da materia oscura.
Si presume che la Via Lattea sia circondata da una ottantina di galassie nane, o galassie satellite, come le Nubi di Magellano, alcune delle quali sarebbero transitate in prossimità della nostra, senza tuttavia rimanervi agganciate.
I modelli teorici sulle galassie a spirale vorrebbero però che ci fosse un numero ben più elevato di queste galassie satellite, con quelle di dimensioni minori prevalenti su quelle più massicce. Osservarle è però difficile, sia per la debolezza della loro luminosità sia perché, così si ipotizza, alcune di esse potrebbero essere costituite da materia oscura.
Sukanya Chakrabarti e Leo Blitz hanno però osservato che queste galassie dovrebbero indurre delle anomalie nella distribuzione del gas di idrogeno atomico freddo (H I) all'interno della galassia e che da tali anomalie di distribuzione sarebbe possibile ricavare non solo la massa ma anche la distanza e la posizione delle galassie nane.
Nelle galassie a spirale il gas d'idrogeno freddo è gravitazionalmente confinato nel piano del disco galattico, ma si estende ben al di là delle stelle visibili, fino a cinque volte il diametro della spirale visibile, e la sua distribuzione può essere rilevata con l'uso di radiotelescopi.
Come ha spiegato al Congresso della American Astronomical Society in corso a Seattle, per individuare il punto di una ipotetica galassia nana, la Chakrabarti ha quindi sviluppato un metodo basato sull'analisi di Fourier dei dati ottenuti a partire dalle osservazioni radio ad alta risoluzione ottenute grazie al HI Nearby Galaxy Survey (THINGS) condotto con il Very Large Array per il cielo dell'emisfero settentrionale e grazie al THINGS-SOUTH, condotto con l'Australia Telescope Compact Array, per il cielo dell'emisfero meridionale.
"Questo approccio ha notevoli implicazioni per molti campi della fisica e dell'astronomia, e in particolare per la rilevazione della materia oscura e di galassie nane dominate dalla materia oscura", ha osservato la Chakrabarti.
"E' un po' come inferire le dimensioni e la velocità di una nave dalla sua scia. Si possono vedere le scie di un gran numero di barche, ma bisogna riuscire a distinguere quelle di un vascello grande o piccolo da quelle dell'oceano", spiega Blitz.
Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it ... ma/1346288