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Marziano
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MessaggioInviato: 11/10/2012, 12:39 
E bello sapere che un 'pezzo' da noi costruito stia per raggiungere gli spazi estremi.Credo che il risultato sia stato superiore alle apettative.



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MessaggioInviato: 11/10/2012, 12:41 
(Come le macchine: una volta duravano di più ...) [;)]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 11/10/2012, 15:16 
Messaggio per ET:

"Se vuoi rivelare la tua presenza ma sei timido, domani mattina porta la Voyager 1 davanti alla sede dell'ONU"

Sarebbe uno spettacolo [:D]


Ultima modifica di morpheus85 il 11/10/2012, 15:17, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/10/2012, 19:02 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

(Come le macchine: una volta duravano di più ...) [;)]


..... quelle toste indistruttibili........................veramente di altri tempi... [;)]


Ultima modifica di ubatuba il 11/10/2012, 19:03, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 04/12/2012, 11:56 
La sonda Voyager 1 scopre una nuova regione del Sistema Solare
E' la frontiera prima dell'ingresso nello spazio interstellare

La sonda Voyager 1 ha scoperto una nuova regione ai confini del Sistema Solare, una vera e propria 'autostrada magnetica' che potrebbe rappresentare l'ultima frontiera prima del tanto atteso ingresso nello spazio interstellare. Lo comunicano gli esperti della Nasa riuniti a San Francisco per il convegno dell'American Geophysical Union (Agu).

Questa 'autostrada magnetica', lungo cui sfrecciano le particelle cariche, nasce dalla connessione delle linee del campo magnetico solare con quelle dello spazio interstellare. Questa connessione permette l'uscita delle particelle a bassa energia che nascono nella regione più vicina al Sole, la cosiddetta eliosfera, e allo stesso tempo consente l'ingresso di particelle ad alta energia provenienti dall'esterno.
Prima di entrare in questa regione, le particelle cariche rimbalzano in tutte le direzioni, come se fossero intrappolate in una specie di 'tangenziale' nella eliosfera.
La direzione delle linee del campo magnetico in questa regione fa supporre che si trovi ancora all'interno dei confini del Sistema Solare: un brusco cambiamento è invece atteso in occasione dell'ingresso nello spazio interstellare.

Secondo i dati rilevati dagli strumenti del Voyager 1, la sonda sarebbe entrata temporaneamente nella regione lo scorso 28 luglio, per poi tornarci definitivamente lo scorso 25 agosto. ''Crediamo che questa sia l'ultima tappa del nostro viaggio verso lo spazio interstellare'', commenta Edward Stone, responsabile della missione Voyager presso il California Institute of Technology (CalTech) di Pasadena.

''Nella migliore delle ipotesi mancano pochi mesi o al massimo un paio di anni . Questa nuova regione non è ciò che ci aspettavamo, ma ormai da Voyager 1 ci aspettiamo l'inatteso''.

http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubr ... 98814.html


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MessaggioInviato: 04/12/2012, 12:14 
Cita:
nemesis-gt ha scritto:

La sonda Voyager 1 scopre una nuova regione del Sistema Solare
E' la frontiera prima dell'ingresso nello spazio interstellare....


Qui un approfondimento (in inglese). Interessante l'animazione.

http://www.universetoday.com/98770/voya ... ar-system/

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MessaggioInviato: 06/12/2012, 17:44 
La sonda NASA entrata in una autostrada di particelle cariche. La via per lo spazio interstellare è giusta


PASADENA - la Voyager 1 è entrata in una nuova regione ai confini del Sistema Solare che dovrebbe essere l'ultimo miglio prima dello spazio interstellare.
Gli scienziati vedono questa zona come una autostrata magnetica per le particelle cariche visto che le linee del campo magnetico solare sono connesse alle linee del campo magnetico interstellare. Questa connessione consente alle particelle di minor energia originate dall'interno dell'eliosfera di espandersi ed a quelle di maggior energia provenienti dall'esterno di affacciarsi nel Sistema Solare. Prima di entrare in questa regione, le particelle rimbalzano in ogni direzione come intrappolate in un traffico locale dentro l'eliosfera.
Il team di Voyager sostiene che questa regione si trovi ancora nella bolla del Sistema Solare visto che la direzione delle linee del campo magnetico non ha subito variazioni: dovrebbe modificarsi nel momento in cui la Voyager lascia il Sistema Solare per entrare nello spazio interstellare. Le previsioni vanno da pochi mesi a un paio di anni, sebbene questa regione non sia stata attesa dagli scienziati.
A dicembre 2004 la Voyager 1 ha attraversato un punto noto come termination shoxk ed ha iniziato ad assaggiare lo strato esterno dell'eliosfera, chiamato eliopausa: il flusso di particelle solari è passato da velocità supersoniche ad una turbolenza. In questo ambiente la Voyager è stata per cinque anni e mezzo prima di vedere la velocità del vento solare azzerarsi.
L'intensità del campo magnetico è aumentata nello stesso momento, di dieci volte rispetto al termination shock: i dati hanno mostrato l'ingresso in questo campo magnetico il 28 luglio 2012, una uscita e un nuovo ingresso il 25 agosto prima di raggiungere la stabilità.

NASA

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... yager1.txt

la strada verso l'ignoto e' iniziata...........................[;)]


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MessaggioInviato: 08/12/2012, 13:14 
Solo due mesi fa si parlava di come la sonda Voyager 1 potesse aver appena lasciato il sistema solare! Ma i dati arrivati ultimamente si sono rilevati molto più sorprendenti del previsto. Secondo gli scienziati infatti la sonda è ancora all'interno della regione dominata dal Sole, anche se dovrebbe trattarsi dell'ultima fascia da attraversare prima di raggiungere definitivamente lo spazio interestellare! Il valore delle sonde Voyager è altissimo ora perché stanno mandando indietro dati molto preziosi per capire l'architettura interna del Sistema Solare e infatti hanno permesso, negli ultimi anni, di rivoluzionare completamente la nostra idea di come sono formate le regioni esterne del Sistema Solar e dove finisce.


La nuova zona appena scoperta è definita dai ricercatori come un'autostrada magnetica per particelle cariche, visto che le linee del campo magnetico del Sole sono connesse alle linee dei campi magnetici interstellari. Questa connessione permette alle particelle ad energia più bassa, che hanno avuto origine dall'interno dell'eliosfera (cioè quella bolla di particelle cariche creata dal vento solare intorno a se) di scappare dal sistema e permette alle particelle ad alta energia proveniente dall'esterno, di entrare nel sistema solare. Prima di arrivare a questa regione, le particelle cariche rimbalzano in tutte le direzioni, come se fossero intrappolate in mille stradine locali all'interno dell'eliosfera.
Il team di Voyager ha dichiarato che questa regione è ancora all'interno del Sistema Solare perché la direzione delle linee del campo magnetico non è ancora cambiata. La direzione di queste linee dovrebbe cambiare drasticamente nel momento in cui Voyager 1 passa nello spazio interstellare. I nuovi risultati sono stati presentati presso la riunione dell'American Geophysical Union a San Francisco.

"Anche se Voyager 1 si trova ancora all'interno dell'ambiente solare, possiamo iniziare ad assaggiare com'è il mondo fuori da qui, perché le particelle stanno rapidamente passando dentro e fuori da questa grande autostrada magnetica" ha spiegato Edward Stone, scienziato della missione Voyager. "Pensiamo che questo sia l'ultimo passo storico da fare nel nostro viaggio per raggiungere lo spazio interstellare. Secondo i nostri modelli migliori dovremmo uscire tra un periodo che va da qualche mese ad al massimo un paio d'anni. La nuova regione scoperta è davvero inaspettata, ma abbiamo imparato che dobbiamo aspettarci l'inaspettabile da Voyager."

Da quando nel Dicembre del 2004 la sonda Voyager 1 ha tagliato quel punto nello spazio chiamato "termination shock", essa si ritrova negli strati più esterni dell'eliosfera che sono chiamati "heliosheath". In questa regione, un flusso di particelle cariche arrivate dal Sole (il famoso vento solare), rallenta in maniera netta dalle velocità supersoniche del sistema solare a velocità più modeste, diventando anche molto più turbolenti. Voyager 1 ha viaggiato per questa zona per un periodo di cinque anni e mezzo. Poi la navicella ha rilevato che la velocità delle particelle del vento solare è rallentata tanto da arrivare a zero. Nello stesso punto anche l'intensità del campo magnetico ha iniziato a subire cambiamenti, ma aumentando in intensità.



Immagine:
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Animazione dei dati rilevati dalla sonda Voyager 1, relativamente alle particelle cariche del vento solare. (se l'animazione non parte clickate sull'immagine) Credit: NASA

I dati delle sonde Voyager hanno mostrato che poi il nuovo grande cambiamento in questo senso è arrivato con l'entrata in questa autostrada magnetica, il 28 luglio 2012. La regione però è cambiata diverse volte nel tempo e sembrava comparire e scomparire fino a che dal 25 Agosto sembra abbia trovato un equilibrio stabile. Da allora ha un'intensità costante.

"Se valutassimo solo dai dati riguardo alle particelle cariche rilevate, diremmo che siamo decisamente fuori dall'eliosfera" ha spiegato Stamatios Krimigis, investigatore principale per lo strumento per la misurazione delle particelle cariche a bassa energia. "Ma dobbiamo guardare a quello che ci dicono tutti gli strumenti e solo allora potremmo trarre le nostre conclusioni e valutare se le nostre interpretazioni riguardo a questa frontiera sono giuste."

I dati infatti mostrano che i campi magnetici rilevati sono diventati più forti ogni volta che Voyager 1 entrava nell'autostrada magnetica, tuttavia, la direzione di queste linee non è cambiata.

"Ci troviamo in una regione magnetica diversa da qualsiasi cosa abbiamo finto prima, circa 10 volte l'intensità della zona intorno al termination shock, ma i dati riguardo al campo magnetico non mostrano ancora segni di un passaggio nello spazio interstellare" ha spiegato Leonard Burlaga, scienziato che si occupa del magnetometro della sonda. "I dati riguardo al campo magnetico si sono rivelati un aspetto chiave per riuscire a comprendere quando è avvenuto il passaggio sul termination shock. Ci aspettiamo che gli stessi dati ci possano segnalare anche l'arrivo nello spazio interstellare.

Voyager 1 e Voyager 2 furono lanciate nel 1977 e hanno fatto insieme il più grande tour di esplorazione mai intrapreso dalla nostra specie, arrivando a visitare tutti i pianeti esterni del Sistema Solare. Voyager 1 è in questo momento l'oggetto umano più lontano da noi, a 18 miliardi di km di distanza dal Sole. Il segnale della sonda impiega circa 17 ore per viaggiare alla velocità della luce fino alla Terra.
Voyager 2 invece si trova a 15 miliardi di km dal Sole e anch'essa ha notato cambiamenti simili a quelli visti da Voyager 1 ma nella zona in cui si trova i cambiamenti sembrano essere molto più graduali. In questo momento gli scienziati pensano che la sonda Voyager 2 non ha ancora raggiunto la regione dell'autostrada magnetica.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2012-381
http://www.link2universe.net/2012-12-07 ... isteriosa/


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MessaggioInviato: 19/04/2013, 10:00 
La sonda lanciata 36 anni fa dalla NASA sta per oltrepassare l'eliopausa, la zona in cui il flusso di particelle emesso dal Sole è così diluito da superare la resistenza della rarefattissima "atmosfera" interstellare, e smette di espandersi. Ma è ancora ben all'interno dei confini del sistema solare - ossia di quella regione in cui la gravità del Sole domina sulle forze gravitazionali della galassia e delle altre stelle - che si possono porre ai margini della nube di Oort, a 1,1 anni luce da noi di Caleb A. Scharf
Le recenti discussioni sulla possibilità che la sonda Voyager 1 abbia “lasciato il sistema solare” hanno ignorato alcuni dettagli critici. Il limite della radiazione delle particelle emesse dal Sole non è il confine fisico del contenuto del sistema solare, ma è il punto di passaggio in quella rarefattissima atmosfera di materia e campi magnetici che riempie lo spazio tra le stelle della nostra galassia.

L'argomento è recentemente tornato d'attualità, perché dopo 36 anni di viaggio sembra che la sonda Voyager 1 stia attraversando una zona che è stata descritta come una “autostrada magnetica”, nella quale le linee del campo magnetico del Sole si connettono a quelle che pervadono lo spazio interstellare della nostra galassia. Ciò indica che Voyager 1 sta per oltrepassare l'eliopausa, la zona di transizione nella quale l'incredibile flusso di radiazione particellare (roba come elettroni e protoni) emessa dal nostro Sole è ormai così diluito da non riuscire a farsi strada nella tenue radiazione interstellare. Questo è il punto di ingresso nel mezzo interstellare, in un certo senso nell'atmosfera della Via Lattea.

Ma questo ha portato ad alcuni commenti fuorvianti sulla “fine del nostro sistema solare”. Il 20 Marzo, la NASA ha quindi rilasciato una dichiarazione per cercare di chiarire la confusione su dove sia il Voyager:

"Il team di Voyager è a conoscenza di rapporti secondo cui il la sonda Voyager 1 della NASA avrebbe lasciato il sistema solare", ha detto Edward Stone, del California Institute of Technology di Pasadena, in California, e membro del progetto Voyager. "Il team scientifico del Voyager è concorde nell'affermare che Voyager 1 non ha ancora lasciato il sistema solare o raggiunto lo spazio interstellare. Nel dicembre 2012, il team scientifico del Voyager ha riferito che Voyager 1 si





trova all'interno di una nuova regione, 'l'autostrada magnetica', in cui sono radicalmente cambiate le particelle energetiche. L'indicatore critico definitivo del raggiungimento dello spazio interstellare è un cambiamento nella direzione del campo magnetico e questo cambiamento di direzione non è stato ancora osservato."

Tuttavia, anche la dichiarazione della NASA non spiega adeguatamente la differenza tra “lasciare il sistema solare” e “raggiungere lo spazio interstellare”, una differenza che vale per il nostro sistema solare come per qualsiasi altro.

Come ogni stella normale, il Sole crea ciò che è in effetti una bolla di propri effluvi. Lo fa esercitando una pressione opposta all'ambiente interstellare, ma più ci si allontana, più questa pressione si indebolisce. Il punto esatto in cui la pressione solare diventa uguale alla pressione circostante dipende da molti fattori. Per esempio, dai campi magnetici che interagiscono con la materia elettricamente carica, ma anche, e molto, da dove ci troviamo nella galassia e dalla densità locale dell'atmosfera interstellare, che è in continuo cambiamento lungo la nostra orbita galattica, che percorriamo in circa 230 milioni di anni.
Le regioni con un'atmosfera interstellare densa o media, portano a una drastica riduzione della dimensione della bolla del Sole, restringendo l'eliopausa. Anche le variazioni di attività solare hanno analoghi effetti. In altre parole, l'eliopausa non è un “confine” fisso del nostro sistema solare, ed è un caso che attualmente si trovi al di là di tutti i pianeti maggiori.

Certo, è in ogni caso il luogo in cui l'atmosfera estesa del Sole lascia il posto all'atmosfera della galassia in generale. Quindi, si può dire che al di là di essa c'è lo spazio interstellare, ma si rischia di generare confusione: non significa abbandonare il sistema solare, ma solo che si è immersi in un mezzo diverso, il mezzo interstellare e non più il mezzo solare.

Ma se l'eliopausa – al cui interno si trova attualmente Voyager 1 - non è il confine del sistema solare, dove finisce allora?

Bella domanda. A mio parere il marcatore fisico più ragionevole è la distanza dal Sole a cui la sua gravità non è più in grado di mantenere oggetti in orbite stabili a lungo termine. In altre parole è la distanza alla quale la debole azione di altre stelle e le sottili variazioni del campo gravitazionale netto di tutta la materia della Via Lattea sono in grado di turbare e destabilizzare la traiettoria dei solitari e freddi corpi che si trovano là fuori.

Il problema è che, come per l'eliopausa, questo confine potrebbe non essere sempre alla stessa distanza dal Sole. Ancora una volta, il nostro movimento intorno alla galassia e l'azione di altre stelle e corpi celesti di paesaggio comportano un lento cambiamento del paesaggio gravitazionale. Ciò nonostante, una stima approssimativa indica che si tratta di circa un anno luce di distanza. Non a caso questo è l'ipotizzato limite esterno della nube di Oort, una vasta struttura costituita da migliaia di miliardi di detriti ghiacciati scagliati verso l'esterno quando si formarono i nostri pianeti circa 4,5 miliardi di anni fa.

La nube di Oort è la probabile origine delle comete a lunghissimo periodo, oggetti che per completare le orbite che li portano verso l'interno del sistema solare possono impiegare da centinaia a milioni di anni. Per esempio, per vedere di nuovo la cometa West - che è stata osservata l'ultima volta nel 1976 e sta tornando verso il punto più lontano della sua orbita a circa 1,1 anni luce di distanza - bisognerà attendere circa 6 milioni di anni.

Tutto ciò significa che, per quanto il vecchio caro Voyager potrebbe aver cominciato a sperimentare un po' di fresca brezza galattica, è ancora molto, molto lontano dall'oltrepassare quel nutrito gruppo di “scogli” che ci separano dallo spazio interstellare veramente aperto.

In effetti, un anno luce è pari a circa 63.240 unità astronomiche (UA), e il Voyager è attualmente a circa 124 UA dal Sole; allontanandosi da esso a circa 3,6 UA all'anno, ci vorranno altri 17.500 anni (più o meno) per andare oltre la nube di Oort esterna.

Dire che il Voyager ha lasciato il sistema solare è quindi un po' prematuro.

(Caleb Scharf è direttore del centro di astrobiologia della Columbia University. La versione originale di questo articolo è apparsa su scientificamerican.com l'8 aprile 2013. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)

http://www.lescienze.it/news/2013/04/16 ... e-1614342/


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MessaggioInviato: 20/05/2013, 17:40 
Questa è la sonda che ha dato una gran bella soddisfazione a Sitchin. Qualche anno prima, lo scrittore, su uno dei suoi libri (nn ricordo se "l'altra genesi" oppure "il pianeta degli dei")aveva reso la traduzione dei testi sumeri i quali menzionavano Nettuno come un pianeta dal colore verde/azzurro, colorazione confermata dalle immagini inviate a terra dalla sonda Voyager.



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MessaggioInviato: 28/06/2013, 13:35 
Voyager 1 in zona mista

La sonda NASA lanciata nel 1977 dovrebbe essere già nello spazio interplanetario. Invece i suoi strumenti rivelano la presenza di una zona finora non prevista, chiamata "heliosheath depletion region"


Dove diavolo è Voyager 1? Niente paura, la NASA non ha perso i contatti con la sonda che lanciò nel 1977 per esplorare i margini del Sistema solare e oltre. I tecnici che la seguono sanno perfettamente dov'è, a circa 123 Unità Astronomiche (oltre 18 miliardi di chilometri) da noi. Il problema è che la sonda non ha trovato quello che si aspettava, un po' come Colombo che credendo di raggiungere l'India incappò invece nelle Americhe.
A questo punto, sulla carta, Voyager 1 dovrebbe già essere entrata nello spazio interstellare, ovvero una regione "là fuori" in cui il campo magnetico del Sole non si fa più sentire. Invece da tempo gli strumenti a bordo della sonda rimandano a Terra segnali contraddittori, che hanno impedito ai responsabili della missione di dichiararla ufficialmente fuori dal nostro sistema planetario.
Tre studi appena pubblicati su Science Express mettono ordine nei dati trasmessi da Voyager1 e arrivano alla conclusione che la sonda non sia ancora nello spazio interstellare ma che sia entrata in una regione dell'eliosfera finora non prevista dalle teorie. Si tratterebbe di una parte della heliosheath, o "elioguaina", la regione più esterna dell'eliosfera, prontamente ribattezzata dai ricercatori "heliosheath depletion region", in cui il campo magnetico solare è ancora più che mai sensibile ma il flusso di particelle cariche provenienti dal Sole cala drasticamente, lasciando spazio a un flusso di raggi cosmici provenienti dallo spazio interstellare. Tra l'Agosto e il Settembre del 2012 Voyager 1 ha attraversato per cinque volte, per effetto della sua traiettoria, il confine che delimita questa zona.
Leonard Burlaga del NASA-Goddard Space Flight Center e i suoi colleghi si sono concentrati sulle misure magnetiche, mostrando che ogni volta che Voyager 1 ha attraversato questa linea di confine in precedenza sconosciuta, la forza del campo magnetico misurato dai suoi strumenti aumentava improvvisamente, mentre calava altrettanto evidentemente il numero di particelle cariche misurate.
Gli altri due studi, firmati rispettivamente da Stamatios Krimigis della Johns Hopkins University ed Edward Stone del California Institute of Technology, si concentrano invece sulla conta di particelle provenienti dal Sole e di ioni a bassa energia dell'eliosfera, mostrando che entrambi sono calati drasticamente e bruscamente all'ingresso in questa regione prima sconosciuta, nel'Agosto del 2012, mentre parallelamente saliva il flusso di raggi cosmici misurato dalla sonda.
Il territorio imprevisto dove si trova Voyager sarebbe insomma una interfaccia tra la bolla di plasma solare che delimita il nostro sistema e lo spazio interplanetario. Ora resta solo da vedere quanto ci vorrà a Voyager per uscirne.

MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... _mista.txt

..certo e' che le ns teorie,sullo spazio vicino o lontano,fanno acqua da tutte le parti,ed il tutto dovra'essere riscritto,sulla base della realta'.......


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MessaggioInviato: 28/06/2013, 14:06 
Cita:
2di7 ha scritto:

[size=3][b]

è stata riorientata verso la sua stella guida, Alpha Centauri.

gli organizzatori delle missioni Voyager 1 hanno dato il via libera per la missione di cambio rotta. Ci saranno altre cinque manovre analoghe nei prossimi sette giorni, con la più lunga della durata di ben tre ore e 50 minuti.

La squadra di Voyager prevede di eseguire una serie manovre settimanali per questo scopo ogni tre mesi.

Fonte: http://www.centroufologicoionico.com/ar ... olare-zero - http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2011-069[/size=1]


Dove la mandano?? lo sanno bene secondo me [;)]


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 Oggetto del messaggio: Re: Voyager 1 ai confini dello spazio
MessaggioInviato: 09/07/2015, 00:04 
Immagine
foto link2universe


Stiamo ricevendo dati in diretta ora dalla sonda Voyager 1 da 19.62 miliardi di km di distanza, FUORI DAL SISTEMA SOLARE!! La distanza è di 1.51 giorni alla velocità della luce!!
Comunichiamo a 158bit/secondo, e la sonda ci sta mandando informazioni sull'ambiente che sta trovando oltre l'eliosfera, e come si comportano le particelle dei venti stellari nello spazio tra le stelle di questa parte della galassia. E' la prima volta che stiamo studiando questa regione direttamente.

Nella stessa pagina potete vedere le antenne di Canbera, Australia che comunicano tutte e 5 con la sonda New Horizons, per il download di dati dalle vicinanze di Plutone. Sopra invece, ci sono le antenne che si trovano a Madrid, e comunicano con le missioni marziane, Mars Odyssey, Mars Reconnaissance Orbiter e Curiosity.

https://www.facebook.com/Link2Universe/ ... =1&theater


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 Oggetto del messaggio: Re: Voyager 1 ai confini dello spazio
MessaggioInviato: 21/05/2022, 17:24 
Sonda Voyager 1 sta trasmettendo dati strani e gli scienziati non sanno perché


La sonda Voyager 1, lanciata il 5 settembre 1977 dalla NASA, è ancora in viaggio nelle aree più periferiche del sistema solare, anzi si trova in un’area che praticamente può essere considerata già come “interstellare”, ossia appartenente allo spazio che separa il Sole dalle altre stelle. La sonda è ad oggi, con una distanza di oltre 23 miliardi di chilometri, l’oggetto artificiale creato dall’uomo più distante dalla Terra. Nonostante i 44 anni di attività, la sonda continua a restituire diversi dati anche se a volte capitano problemi.



Il “mistero” del sistema AACS

E l’ultimo dei problemi in ordine di tempo viene descritto come una sorta di “mistero” in un nuovo comunicato apparso sul sito del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Sembra che la sonda sia continuando a funzionare correttamente e dunque a ricevere i comandi dalla Terra oltre che a trasmettere dati scientifici. Tuttavia i tecnici hanno notato che le letture del sistema di controllo dei dati AACS sembra non riflettere ciò che sta effettivamente accadendo.
Questo sistema sostanzialmente è alla base dell’orientamento della sonda e di altre varie funzioni tra cui il mantenimento dell’antenna in direzione della Terra, cosa fondamentale per l’invio dei dati verso il nostro pianeta.
Dati telemetrici sembrano non essere validi

Quello che hanno scoperto i ricercatori è che il sistema AACS, nonostante sia ancora operativo, restituisce dati telemetrici che sembrano non essere validi. Questi dati potrebbero essere stati creati casualmente e comunque non sembrano riflettere lo stato in cui dovrebbe trovarsi la sonda.
Il comunicato riferisce che non è stato ancora attivato un sistema di protezione dei guasti, una modalità che permette alla sonda di entrare in uno stato “sicuro” per non creare ulteriori danni ai suoi dispositivi. Anche perché il segnale che proviene dalla sonda non si è indebolito e ciò farà ancora ben sperare.
Voyager 1 si trova ad una distanza di 23,3 miliardi di chilometri

I ricercatori vogliono comprendere la natura di questi dati “stranì” per capire anche se questo problema possa avere influenza sui tempi tramite i quali la sonda trasmette i dati.
Attualmente la sonda si trova ad una distanza di 23,3 miliardi di chilometri. Ogni segnale inviato dalla sonda impiega circa 20 ore 33 minuti per arrivare sulla Terra. Inviare un comando alla sonda per poi ottenere la risposta è un processo che, dunque, impiega circa due giorni.
Potrebbero esserci effetti nello spazio interstellare che non conosciamo ancora

Da considerare anche che la sonda si trova nello spazio interstellare e potrebbero esistere effetti che, per mancanza di nostre conoscenze al riguardo, potrebbero influire sul suo funzionamento in modi a noi sconosciuti.
Le sfide, come riferisce Suzanne Dodd, una project manager che segue i progetti di Voyager 1 e 2 presso il JPL, sono dunque ancora grandi ma l’obiettivo primario ora è individuare con precisione il problema relativo al sistema AACS.
Origine dell’anomalia potrebbe non essere trovata

L’origine dell’anomalia potrebbe non essere trovata e i tecnici potrebbero essere costretti ad adattarsi ad essa senza conoscerne neanche le cause. Potrebbero dover fare affidamento su dell’hardware di backup, una cosa che è già accaduta nel 2017. I tecnici, allora, hanno dovuto infatti far ricorso ad altri propulsori perché quelli primari hanno cominciato a mostrare forti segni di degrado. Non si riscontrano invece problemi per l’altra sonda, la Voyager 2, che attualmente si trova ad una distanza di 19,5 miliardi di chilometri.


https://notiziescientifiche.it/sonda-vo ... no-perche/


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