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Marziano
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MessaggioInviato: 13/09/2012, 17:19 
Ogni volta che posti queste scoperte, caro Uba, mi dai un certo sollievo e mi ricordi che potremmo ancora essere in tempo per
assistere alla scoperta di qualcosa di sensazionale (e sai a cosa mi riferisco).


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MessaggioInviato: 13/09/2012, 17:46 
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Pianetamarte2010 ha scritto:

Ogni volta che posti queste scoperte, caro Uba, mi dai un certo sollievo e mi ricordi che potremmo ancora essere in tempo per
assistere alla scoperta di qualcosa di sensazionale (e sai a cosa mi riferisco).


ho inteso a quello cui ti riferisci,e posso pure dirti che e' una speranza che cullo da un po' di tempo,e prima o poi capitera'....un po di pazienza.....[;)]


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MessaggioInviato: 14/09/2012, 00:34 
Cita:
Pianetamarte2010 ha scritto:

Ogni volta che posti queste scoperte, caro Uba, mi dai un certo sollievo e mi ricordi che potremmo ancora essere in tempo per
assistere alla scoperta di qualcosa di sensazionale (e sai a cosa mi riferisco).


Mi dispiace deluderti ma come per tutto ciò che riguarda lo spazio il filtro è sempre presente.
Chissa perchè cercano e trovano pianeti sempre in "zona non abitabile".



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...the earth is an enclosed plane, centered at the North Pole and bounded along its outward edge by a wall of ice, with the sun, moon, planets, and stars only a few hundred miles above the surface of the earth.
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MessaggioInviato: 14/09/2012, 10:03 
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sanje ha scritto:

Mi dispiace deluderti ma come per tutto ciò che riguarda lo spazio il filtro è sempre presente.
Chissa perchè cercano e trovano pianeti sempre in "zona non abitabile".


Hai ragione sanje, ma vedrai che arriverà il momento in cui l'evidenza non potrà essere smentita.
Saranno così tanti i pianeti scoperti e di così tante tipologie, che non si potrà più tenere celata la seria possibilità di presenza di vita


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MessaggioInviato: 14/09/2012, 12:28 
..capita il momento in cui le notizie non possono essere piu'incatenate...[;)]


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MessaggioInviato: 14/09/2012, 12:53 
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ubatuba ha scritto:

..capita il momento in cui le notizie non possono essere piu'incatenate... [;)]


Sante parole [:32]


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MessaggioInviato: 14/09/2012, 16:03 
Concordo.

E ripeto: questi nuovi metodi al vaglio per individuare la presenza di acqua sono un passo importante nella giusta direzione.

Certo, ha ragione anche sanje quando dice che ci nasconderanno i risultati più eclatanti...


Ma quanto potrà durare ancora questo segreto? Non per sempre, e non a lungo, io credo.



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 14/09/2012, 18:35 
Cita:
Aztlan ha scritto:

Concordo.

E ripeto: questi nuovi metodi al vaglio per individuare la presenza di acqua sono un passo importante nella giusta direzione.

Certo, ha ragione anche sanje quando dice che ci nasconderanno i risultati più eclatanti...


Ma quanto potrà durare ancora questo segreto? Non per sempre, e non a lungo, io credo.


magari capita cio' xke'anziche' discutere di cose importanti,ci si fossilizza su futilita'.e loro ne approfittano [;)]


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MessaggioInviato: 14/09/2012, 20:06 
L'ultimo risultato del cacciatore di pianeti dell'ESO, l'European Organisation for Astronomical Research, HARPS, ha evidenziato che esistono decine di miliardi di pianeti poco più grandi della Terra su cui può essersi sviluppata la vita. Questo risultato è stato ottenuto studiando 6 anni di dati dai quali è stato evidenziato che le super-terre, ovvero i pianeti poco più grandi della nostra Terra, sono molto spesso associati alle nane rosse. Queste sono stelle piccole (hanno in media il 40% della massa solare) e relativamente fredde la cui temperatura è di circa 3500 K, mentre il nostro Sole, che è una nana gialla, ha un temperatura di cira 5780 K. Sono le stelle più diffuse nell'universo e, secondo alcuni studi recenti, costituiscono l'80% delle stelle presenti nella Via Lattea. A causa della bassa temperatura emettono poca luce per cui non sono facilmente osservabili. HARPS ne misura la velocità radiale sfruttando il fatto che una stella intorno alla quale si muove un esopianeta acquista, rispetto ad un osservatore sulla Terra, un moto facilmente rivelabile. Il cambiamento di velocità è deducibile dallo spettro della stella; a causa dell'effetto Doppler, infatti, lo spettro della stella appare più spostato verso il rosso nell'allontanamento e verso il blu nell'avvicinamento. è lo stesso fenomeno che si verifica quando ascoltiamo la sirena di un'ambulanza: quando quest' ultima si avvicina a noi percepiamo, oltre all'aumento di volume, una diversa frequenza (che noi identifichiamo con il tono) rispetto a quando si allontana. Per le stelle la frequenza percepita si traduce nel colore del loro spettro di emissione.






"Le nostre nuove osservazioni con HARPS indicano che circa il 40% di tutte le nane rosse ha una super-Terra in orbita nella zona abitabile, dove l'acqua può esistere allo stato liquido sulla superficie del pianeta", dice Xavier Bonfils (IPAG, Observatoire des Sciences de l'Univers de Grenoble, Francia) che guida l'equipe. "Poichè le nane rosse sono così comuni, ce ne sono circa 160 milliardi solo nella Via Lattea, questo ci porta al sorprendente risultato che ci sono decine di miliardi di questi pianeti solo nella Via Lattea".

Dopo Gliese 581d annunciato nel 2007 e confermato nel 2009, un'altra super-Terra in questo sistema stellare triplo intorno ad una nana rossa. Gliese 667 C ha circa 4 volte la massa della Terra ed ha le migliori condizioni per lo sviluppo della vita. Si trova infatti molto vicino al centro della zona abitabile, ovvero la regione di spazio entro cui la temperatura permette all'acqua di essere liquida. In questi giorni è stato inoltre confermato un altro risultato del 2009, quando per la prima volta fu trovato un pianeta la cui atmosfera era ricca di vapore acqueo, GJ 1214b. Il problema è che ad alte temperature e pressioni non è detto che l'acqua sia in una forma tale da permettere lo sviuppo della vita, ma potrebbe, ad esempio, essere ghiaccio bollente. Con un pò di pazienza e tanta ricerca prima o poi troveremo un altro pianeta su cui possono essere avvenute le incredibili reazioni che hanno dato origine alla vita sulla Terra. Forse, senza saperlo, è proprio vicino a noi.

http://it.ibtimes.com/articles/28392/20 ... -terra.htm


forse la risoluzione e'molto piu' vicino di quello che crediamo......[;)]
























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Ultima modifica di ubatuba il 14/09/2012, 20:07, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 14/09/2012, 20:33 
Ottime notizie, insomma. [;)]

Solo una cosa non ho capito, come hanno fatto a dedurre che il pianeta ha vapore acqueo?

Non pensavo ci fosse già un metodo per determinarlo....



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MessaggioInviato: 15/09/2012, 12:15 
,,c'e' il sistema x appurare la presenza di vapore acqueo od altro,come gia capitato x la cintura di orione(se non erro nella zona della stella alnitak)prob il sistema e' quello usato dall'apex:APEX è un telescopio di 12 metri di diametro, che opera a lunghezze d’onda millimetriche e submillimetriche — fra la luce infrarossa e le onde radio.......


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MessaggioInviato: 17/09/2012, 13:44 
Gli astronomi della NASA hanno scovato per la prima volta dei pianeti in orbita intorno ad una stella simile al Sole in un ammasso di stelle. La scoperta offre la miglior prova mai trovata che i pianeti possono trovarsi anche in ambienti molto densi come gli ammassi stellari. Sebbene questi pianeti non siano abitabili, il loro cielo sarebbe uno scintillare di stelle.
I pianeti scoperti sono due gioviani caldi, massivi e gassosi e molto prossimi alla stella di appartenenza. Ciascuno orbita intorno ad una propria stella nell'ammasso del Presepe, una collezione di circa 1000 stelle che orbita intorno ad un centro comune.
Il Presepe, o Alveare, è un ammasso aperto, un gruppo di stelle nate insieme da una stessa nube di gas e polveri. Le stelle hanno quindi una composizione chimica molto simile e restano in orbite legate da una mutua attrazione gravitazionale.
Gli scienziati stanno scovando pianeti in ambienti molto diversi come questi ammassi, e considerando che la nostra galassia contiene più di mille ammassi aperti è facile pensare a quanti pianeti esistono potenzialmente in questi oggetti.
I due nuovi pianeti si chiamano Pr0201b e Pr 0211b, dal nome della stella di appartenenza al quale è stata aggiunta la lettera b così come vuole la convenzione. La scoperta è stata effettuata grazie al telescopio da 1,5 metri allo Smithsonian Astrophysical Observatory in Arizona, con il quale sono state osservate le oscillazioni delle stelle indotte dalle orbite planetarie.
Sappiamo che la maggior parte delle stelle si formano in ambienti ammassati come la Nebulosa di Orione che dovrebbero inibire la formazione di pianeti, soprattutto per le stelle simili al Sole ed ora invece sono stati trovati. Importanti anche i riscontri per le dinamiche di formazione dei giganti gassosi. Si ritiene che questi pianeti si formino lontano dalla stella per poi migrare nelle orbite più interne, ma dal momento che l'ammasso del Presepe è tra i più giovani si deduce che questa migrazione deve essere molto veloce, visto che i pianeti sono già molto vicini alla loro stella.

Fonte: NASA

skylive

sono sempre ottime notizie,la speranza e che oltre alla scoperte dei pianeti si possa giungere pure quella di vita......[;)]


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MessaggioInviato: 24/10/2012, 12:55 
nuovo progetto dell'esa x misurare con precisione le dimensioni dei pianeti extrasolari
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Sarà il nostro 'metro spaziale' che permetterà di conoscere con grande precisione quanto sono grandi i pianeti extrasolari. E soprattutto, quelli simili per dimensioni e masse alla Terra. CHEOPS – questo il nome della nuova missione dell'Agenzia Spaziale Europea ufficialmente approvata il 19 ottobre scorso – partirà per questo suo particolare obiettivo scientifico nel 2017. Particolare ma anche determinante per conoscere come sono fatti i pianeti extrasolari comparabili alla Terra.
“CHEOPS sarà in grado di misurare, in quella frazione di sistemi extrasolari dove i pianeti transitano davanti alla loro stella madre, la loro dimensione con grande accuratezza” spiega ai nostri microfoni Isabella Pagano, dell'INAF-Osservatorio Astrofisico di Catania, una dei tre membri del team italiano proponente la missione. “Questo parametro è molto importante perché ci permetterà di risalire alla densità di quei pianeti e quindi alla loro struttura interna. Un'informazione decisiva per capire come i pianeti si siano formati e più in generale come siano fatti i sistemi planetari al di fuori del nostro”.
La partecipazione italiana a CHEOPS, la prima dell'ESA di classe S, ovvero piccola, è assai significativa, sia dal punto di vista scientifico sia tecnologico. C'è infatti un nutrito gruppo di ricercatori INAF e dell'Università di Padova che segue progetti di ricerca e caratterizzazione di pianeti extrasolari, forti anche della recente entrata in funzione dello spettrografo HARPS-N installato al Telescopio Nazionale Galileo sulle Isole Canarie. Molti degli esopianeti che verranno scoperti in questo contesto saranno parte degli obiettivi di CHEOPS, creando così una forte sinergia tra i due strumenti. Sotto l'aspetto tecnologico, l'INAF supporterà l'ASI nella realizzazione degli specchi principale e secondario del telescopio di bordo, dello schermo che protegge il satellite e la sua strumentazione dalla radiazione solare e alla calibrazione del sistema di puntamento.
Nel progetto sono coinvolti per l'INAF gli Osservatori Astrofisici di Catania e Torino, gli Osservatori Astronomici di Padova e Palermo e la Fondazione Galileo Galilei. Partecipa inoltre l'Università di Padova. L'Agenzia Spaziale Italiana fornirà un contributo determinante alla missione, affidando all'industria italiana la realizzazione degli specchi, dello schermo e di parte del sistema di puntamento e supportando gli scienziati per le attività di loro responsabilità. La missione potrà inoltre contare sull'utilizzo del Centro ASI di Malindi come stazione di terra e sull'ASI Science Data Center (ASDC) come contributo alla riduzione e all'archiviazione dei dati.
MEDIA INAF

da skylife


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MessaggioInviato: 28/10/2012, 16:45 
Fomalhaut b: L'Esopianeta Zombie Ritorna dal Regno dei Morti

Molti anni fa, un gruppo di astronomi dava l'annuncio della scoperta di un esopianeta visto direttamente come un punto di luce intorno alla sua stella! Era il 2008 e Hubble sembrava aver visto un pianeta della massa di Saturno orbitare in un disco di polvere intorno alla stella Fomalhaut. Era la prima volta che l'umanità poteva vedere direttamente un esopianeta in luce visibile! O forse no... Nel tardo 2011, successive osservazioni nell'infrarosso hanno gettato dubbi sull'esistenza di questo pianeta, e infatti l'ultima volta che ne abbiamo parlato, il giudizio degli astronomi sembrava piuttosto deciso circa la non esistenza di questo pianeta. Adesso però, una nuova analisi dei vecchi dati di Hubble ha riaperto la diatriba e ha riportato il pianeta in vita!

Fomalhaut è la stella più brillante della costellazione del Pesce Australe e si trova a 25 anni luce di distanza dalla Terra. In origine, si pensava che Fomalhaut b avesse la grandezza e massa di Saturno e che poteva anche avere dei giganteschi e spettacolari anelli, creati grazie alla tantissima polvere presente in questo sistema giovane.
Le osservazioni fatte in seguito però, con il Spitzer Space Telescope, sembravano puntare verso una nube di gas che si è formata in mezzo alla polvere ma che ha avuto breve vita. Insomma non c'erano segni della presenza di un pianeta di alcun tipo. Ma ora il pianeta ritorna!

"Anche se i nostri risultati sfidano seriamente le indagini pubblicate in origine, lo fanno in un modo che rendono l'interpretazione di questo oggetto molto più pulita e lascia intatta la conclusione di base: l'esistenza di Fomalhaut b come un pianeta molto massiccio." ha spiegato Thayne Currie, astronomo dell'Università di Toronto, precedentemente del Goddard Space Flight Center, della NASA.

Nella ricerca originale del 2008 viene spiegato che la luminosità di Fomalhaut b variava di circa un fattore di due e cita questa cosa come prova del fatto che il pianeta sta accrescendo tanto gas intorno a se. Ulteriori studi poi hanno interpretato questa variabilità come prova che l'oggetto fosse non un pianeta ma una nube transitoria di polvere. Nel nuovo studio però Currie ed il suo team hanno ripreso in mano i dati delle osservazioni fatte con Hubble tra il 2004 ed il 2006. Hannofacilmente recuperato il pianeta nelle osservazioni fatte tra le lunghezze d'onda visibili di 600 e 800 nanometri e hanno anche fatto un nuovo rilevamento intorno ai 400 nanometri, in luce viola. In contrasto con l'originale ricerca, il team non ha scoperto alcuna variazione nella luminosità.


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Immagine in luce visibile del sistema intorno alla stella Fomalhaut, ottenuta da Hubble. La luce diretta della stella è bloccata grazie ad uno strumento a maschera chiamato "coronografo". Intorno vedete la polvere, l'anello di cui i ricercatori parlano, ed il puntino che si pensa sia visibile grazie alla polvere che circonda il pianeta Fomalhaut b. Credit: NASA/ESA/T. Currie/U. Toronto

Oltre a questo è arrivata anche una prima misurazione di un limite per la massa che può avere il pianeta. Dato che le misurazioni fatte con il Subaru Telescope, alle Hawaii, non sono riuscite a trovare il pianeta, e dato che neanche Spitzer ha trovato tracce distintive nell'infrarosso, Fomalhaut b deve avere una massa che al suo massimo deve comunque essere meno del doppio della massa di Giove.

Un altro problema legato all'esistenza di Fomalhaut b riguarda l'anello di povere intorno alla stella. Secondo i calcoli, il pianeta dovrebbe muoversi all'interno dell'anello, in maniera allineata ad esso e in questa parte della sua orbita dovrebbe muoversi molto lentamente, ma la velocità stabilità nello studio originale era troppo alta perché fosse possibile. Inoltre, diversi ricercatori avevano segnalato che Fomalhaut b sembra muoversi in un orbita inclinata che passa attraverso il piano di polvere.

Usando i dati di Hubble, il team di Currie ha invece stabilito che Fomalhaut b si muove con una velocità ed in una direzione consistente con l'idea originale che la gravità del pianeta stia attivamente modificando la morfologia dell'anello di polvere. "Quello che abbiamo visto dalla nostra analisi è che la distanza minima di questo oggetto, rispetto al disco, è cambiata pochissimo in due anni, e questo è un buon segno che si tratta di un orbita che sta scolpendo il disco di polvere." ha spiegato Timothy Rodigas, studente dell'Università dell'Arizona, che ha fatto parte del team di studio.



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Misurazioni che indicano più chiaramente la presenza dell'anello di polvere e la sua struttura intorno alla stella Fomalhaut. Credit: T. Currie et al

Il team di Currie ha anche risposto agli studi precedenti secondo cui Fomalhaut b era solo una nube compatta di polvere e gas ma che non era legata gravitazionalmente come un pianeta. Gli astronomi hanno dimostrato che vicino all'anello in cui si trova Fomalhaut b, le dinamiche gravitazionali coinvolte dissiperebbero facilmente una simile nube in un periodo inferiore ai 60.000 anni. I granelli di polvere poi subiscono forse ulteriori che operano su scale temporali molto più brevi perché interagiscono con la luce stellare.
"Dato quello che sappiamo circa il comportamento della polvere e dell'ambiente in cui l'oggetto si trova, riteniamo di star osservando un oggetto planetario che è completamente immerso nella polvere, e non una semplice nube di polvere" ha spiegato John Debes, astronomo del Space Telescope Science Institute. La nuova ricerca ès tata pubblicata nel giornale "The Astrophysical Journal Letters".

Questa nuova ricerca arriva in seguito ad un'altra pubblicazione, rilasciata dal team di scienziati dietro l'ALMA (Atacama Large Millimeter/sub-millimeter Array) che avevano trovato alcuni indizi che potevano far pensare alla presenza di questo e anche altri pianeti all'interno del sistema.



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Questa è una nuova immagine dell'anello di polvere intorno alla brillante stella Fomalhaut, ottenuta con ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array). La figura sottostante, in blu, mostra un'immagine ottenuta in precedenza dall'HST (Hubble Space Telescope), il telescopio spaziale della NASA/ESA. La nuova immagine di ALMA ha permesso agli astronomi di compiere un significativo passo avanti nella comprensione dei sistemi planetari e ha fornito preziosi indizi su come questi sistemi si formino ed evolvano. Si noti che ALMA finora ha osservato solo una parte dell'anello. Crediti: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO). Immagine in luce ottica: NASA/ESA Hubble Space Telescope

Anche se questo riporta in vita il pianeta Fomalhaut b, non è più considerabile come pianeta visto direttamente, perché quello che stiamo osservando, secondo queste nuove ricerche, è la luce riflessa dalla polvere intorno. Le prove della sua esistenza poi arrivano indirettamente grazie al suo percorso particolare all'interno dell'anello di polvere che circonda la stella.
Su questo aspetto il team qualche riserva ce l'ha perché secondo gli astronomi, il fatto che abbiamo trovato il pianeta mentre "scolpisce" l'anello di polvere, dovremmo considerare la cosa come un avvistamento diretto del pianeta.

La stella Fomalhaut è stata osservata nuovamente da Hubble a Maggio, grazie ad un altro team di scienziato. In questo momento i dati sono in fase di analisi, e presto ne potremmo sapere di più!

http://www.nasa.gov/mission_pages/hubbl ... t-exo.html

http://arxiv.org/abs/1210.6620

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Davvero interessante, continua a tenerci aggiornati!!! [;)]



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