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19/02/2014, 16:37

Dopo il suo lancio nel 2009, il telescopio spaziale Kepler, della NASA, ha scoperto migliaia di possibili candidati esopianeti (pianeti orbitanti altre stelle), di cui centinaia sono già stati confermati. Tra questi ci sono anche alcuni degli esopianeti più incredibili e simili alla Terra, ed il suo contributo scientifico ha cambiato per sempre il modo in cui guardiamo ai pianeti la fuori. Purtroppo a partire dal 2012 sono arrivati i problemi tecnici. Kepler da la caccia agli esopianeti puntando perfettamente i suoi strumenti verso le stelle ed osservando ogni minima variazione nella loro luminosità. Variazioni periodiche sono dovute al transito di oggetti davanti alla stella. Dalla Terra viene poi verificato con un'altro metodo se si tratta o meno di un pianeta. Per farcela però, Kepler deve riuscire a muoversi e puntarsi con estrema precisione, ed il problema è che nell'arco di un anno circa, due delle quattro ruote di reazione a bordo del satellite (una era di scorta) sono finite fuori uso, impedendo di avere un puntamento adeguato. Sembrava la fine della missione, ma gli scienziati ed ingegneri del team si sono dati da fare nell'ultimo anno per cercare una soluzione e quello che hanno trovato è davvero geniale!

L'idea è quella di sfruttare la pressione di qualcosa che nello spazio abbonda: la forza del vento solare! Normalmente questa pressione è il nemico di sonde e telescopi, dato che finisce per abbassare periodicamente la loro orbita, ma gli ingegneri hanno trovato un modo per usarla a loro vantaggio per creare un effetto leva distribuito in maniera uniforme tra le superfici della navicella, agendo così come surrogato della ruota mancante.
Inizialmente sembrava un'idea folle, ma la prova effettuata sulla stella WASP-28, ed il suo pianeta WASP-28b, ha rinvigorito le speranze di tutti. La prova è durata 3 giorni, ed il telescopio ha seguito con successo la stella ed i transiti dell'esopianeta.
Ora tutto sembrerebbe pronto per dare a Kepler una nuova vita e iniziare una seconda fase della missione, già ribatezzata K2.
Per questa impresa, degna di futuri manuali di ingegneria aerospaziale, Kepler ha fatto uso dei sensori di orientamento montati sul piano focale per controllare il puntamento, evitando così significativi problemi di allineamento. Per raggiungere il nuovo livello di stabilità l’orientamento della sonda deve essere ora quasi parallelo al suo percorso orbitale intorno al Sole. E il lavoro di raccolta dati si fa più laborioso, perché il nuovo assetto dà nuovi problemi di calibrazione, ma tutti sapevano che una soluzione avrebbe previsto in cambio non poche complicazioni. Vale la pena però, visto che il premio potrebbe essere la scoperta di un pianeta abitabile terrestre!

E' ancora da stabilire esattamente quanto e come questo metodo potrà rendere di nuovo utilizzabile Kepler e si aspettano nuovi dettagli nel prossimo mese, quando ci saranno le prime nuove osservazioni ordinarie.

http://www.nasa.gov/ames/kepler/kepler- ... wPU5l6YTYA

da link2universe

21/02/2014, 11:22

Ottimo, torno e trovo buone news. Grande Ubatuba!

21/02/2014, 11:30

DarthEnoch ha scritto:

Ottimo, torno e trovo buone news. Grande Ubatuba!


cmq darth se vuo dilettarti pure da casa a rintracciare esopianeti clicca su

http://www.link2universe.net/2014-02-20 ... i-di-casa/

26/02/2014, 22:08

La Nasa ha annunciato la scoperta di 715 nuovi esopianeti, rilevati grazie al telescopio spaziale “Keplero”.
Sale così a circa 1.700 il numero degli esopianeti – ovvero pianeti in orbita in altri sistemi solari diversi dal nostro – confermati, su oltre 3.600 rilevamenti potenziali. Il 95% dei nuovi esopianeti sono di dimensioni minori di quelle di Nettuno, che a sua volta è circa quattro volte più grande della Terra.
Solo quattro di essi hanno dimensioni poco superiori a quelle del nostro pianeta, il che li rende potenziali candidati a ospitare delle forme di vita: in particolare Kepler-296f, in orbita attorno ad una stella dal diametro pari alla metà di quello del Sole, e con appena il 5% della luminosità.

http://www.meteoweb.eu/2014/02/astronom ... ti/265649/

27/02/2014, 17:43

ubatuba ha scritto:

DarthEnoch ha scritto:

Ottimo, torno e trovo buone news. Grande Ubatuba!


cmq darth se vuo dilettarti pure da casa a rintracciare esopianeti clicca su

http://www.link2universe.net/2014-02-20 ... i-di-casa/


L'avevo già fatto con zooplanet, o qualcosa del genere, anni fa e avevo pure partecipato (insieme ad altri 5-6 utenti) alla scoperta di 2 pianeti :D

Come vedi sono già uno scopritore di pianeti! Però darò un occhio anche a questo sito.


ubatuba ha scritto:

La Nasa ha annunciato la scoperta di 715 nuovi esopianeti, rilevati grazie al telescopio spaziale “Keplero”.
Sale così a circa 1.700 il numero degli esopianeti – ovvero pianeti in orbita in altri sistemi solari diversi dal nostro – confermati, su oltre 3.600 rilevamenti potenziali. Il 95% dei nuovi esopianeti sono di dimensioni minori di quelle di Nettuno, che a sua volta è circa quattro volte più grande della Terra.
Solo quattro di essi hanno dimensioni poco superiori a quelle del nostro pianeta, il che li rende potenziali candidati a ospitare delle forme di vita: in particolare Kepler-296f, in orbita attorno ad una stella dal diametro pari alla metà di quello del Sole, e con appena il 5% della luminosità.

http://www.meteoweb.eu/2014/02/astronom ... ti/265649/


Grandiose queste infornate di pianeti nuovi! Primo o poi avremo un pianeta abitabile a testa! Accendete i motori warp, si parte.

27/02/2014, 19:25

nella ricerca oramai sei oramai veterano.......magari ne potrai scoprirne qualkun'altro...

.....appunto e' sperabile che presto,finalmente,possa essere trovato il pianeta abitabile,magari un qualkosa..............lo stanno analizzando.............[;)]

24/03/2014, 18:34

Dopo anni di ricerca, forse è arrivato il momento del grande annuncio! Un pianeta delle dimensioni della Terra sarebbe stato osservato nella zona abitabile (cioè quella regione intorno ad una stella dove l'acqua può essere liquida sulla superficie di una pianeta terrestre) intorno ad una nana rossa. E' ancora presto per i dettagli perché non è stata ancora pubblicata ufficialmente la ricerca (che comparirà sul giornale Science), e stiamo parlando solo dell'anteprima che è trapelata. Sappiamo che il pianeta dovrebbe e avere un raggio 1.1 quello della Terra e fa parte di un sistema di 5 pianeti.

La scoperta arriva per mano dell'astronomo Thomas Barclay, dell'Ames Research Center, in California. I dati che ha usato provengono dal telescopio Kepler e mostrano, come detto prima, una nana rossa con cinque pianeti in orbita. Il più esterno di questi è quello che ci interessa a noi perché si trova nella zona abitabile e potrebbe ospitare acqua sulla sua superficie.

La stella intorno a cui orbita è molto più piccola del nostro Sole. Il raggio di queste nane rosse va da 0.075% a 50% il raggio del Sole, ed hanno una massa massima di circa 35% quella del Sole. Questo significa che la stella è anche più pallida del Sole, quindi il pianeta, per ricevere comunque abbastanza calore da avere acqua liquida sulla superficie, è probabilmente più vicino rispetto alla distanza che separa Terra e Sole. Questo tipo di stelle però sono estremamente più comuni nella Via Lattea (rappresentano circa il 70% delle stelle nella galassia), quindi aver scoperto un pianeta terrestre intorno ad una di loro, è un grande segno statistico a favore della probabilità di trovare vita la fuori



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Fotografia della nana rossa Gliese 623, con vicino a se un pianeta (la pallina chiara più luminosa), chiamato Gliese 623b. Credit: ESA/NASA

Fino ad ora, l'esopianeta più simile alla Terra mai annunciato è Kepler-62f, che ha un raggio 1.4 volte quello della Terra. Kepler-62f però riceve metà dell'energia stellare che il Sole da alla Terra. Ha un'orbita di circa 267 giorni (invece di 365 giorni terrestri), e si pensa che si trovi al bordo della zona abitabile.

Per più informazioni dovremmo aspettare la pubblicazione finale della sua ricerca.

http://news.discovery.com/space/alien-l ... 140320.htm

http://www.link2universe.net/2014-03-24 ... abitabile/

....che sia arrivata l'ora x???????? [;)]

24/03/2014, 18:53

ubatuba ha scritto:

Dopo anni di ricerca, forse è arrivato il momento del grande annuncio! Un pianeta delle dimensioni della Terra sarebbe stato osservato nella zona abitabile...

....che sia arrivata l'ora x???????? [;)]


Sto incrociando anche i peli delle sopracciglia [:D]
Grande notizia, Uba...attendiamo e speriamo [:p]

24/03/2014, 19:35

prob e' da un po di tempo che si studia quella zona,e x l'annuncio cercheranno di essere certi al 1000%.................[;)]

25/03/2014, 18:20

Mi unisco all'incrociamento di dita e qualunque altra sporgenza [:D]

Dai che è la volta buona! Poi sai che fi-gata, inizieranno a fare sondaggi su internet per decidere come chiamare questi pianeti, ed ecco i miei suggerimenti: Darwin (assolutamente primo!), Copernico, Demetra, Ursa, Prometeo (immaginate che fi-gata una missione che deve giungere su PROMETEO, un nome un programma), un pianeta pieno di flora? MENDEL!

e voi? [:D] dai fatemi compagnia nel volo di fantasia!
Ultima modifica di DarthEnoch il 25/03/2014, 18:22, modificato 1 volta in totale.

04/05/2014, 11:15

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Ecco alcuni dei sistemi planetari osservati dal telescopio spaziale Kepler, in orbita dal 2009. I pianeti osservati da questo telescopio sono migliaia, e quelli confermati sono in data odierna (03/04/2014) 962.

https://it-it.facebook.com/photo.php?fb ... =1&theater

recentemente a questi confermati tanti altri ne sono stati aggiunti,e quindi la cifra dovrebbe essere il doppio..............

05/05/2014, 10:35

postato in altro posto,ma in questo 3d e'+ attinente

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Posizione, nella "fetta di cielo" scandagliata dal telescopio spaziale Kepler, di tutti gli esopianeti confermati e non dalle osservazioni della sonda. Questi sono stati colorati in modi diversi a seconda della massa: i più interessanti sarebbero i pianeti in azzurro e verde, che avrebbero le caratteristiche che più si avvicinano alla nostra Terra: massa e densità circa uguali, o non molto maggiori. Ad entrare nell'abitabilità però bisogna considerare anche il fattore di vicinanza o lontananza dalla loro stella.

da link2 universe face book

in base a cio' la ricerca ha ampie possibilita' di fare centro........................[;)]
Ultima modifica di ubatuba il 05/05/2014, 10:36, modificato 1 volta in totale.

06/05/2014, 14:16

Alcune osservazioni con il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO hanno determinato, per la prima volta, la velocità di rotazione di un esopianeta. Il giorno di Beta Pictoris b risulta essere di sole otto ore, molto più veloce dei pianeti del Sistema Solare - il suo equatore si muove a quasi 100 000 chilometri all'ora. Questo nuovo risultato estende agli esopianeti la relazione tra la massa e la rotazione osservata nel Sistema Solare. Queste indagini sono fondamentali non sono per la ricerca attuale ma anche perché tecniche simili permetteranno in futuro agli astronomi di produrre mappe dettagliate degli esopianeti con gli osservatori di nuova generazione come il telescopio E-ELT (European Extremely Large Telescope).

L'esopianeta Beta Pictoris b è in orbita intorno alla stella Beta Pictoris, visibile a occhio nudo, che si trova a circa 63 anni luce dalla Terra nella costellazione australe del Pittore. Questo pianeta è stato scoperto quasi sei anni fa ed è stato uno dei primi esopianeti di cui è stata ottenuta un'immagine diretta. Orbita a una distanza di circa otto volte la distanza Terra-Sole dalla stella madre diventando così l'esopianeta più vicino a una stella di cui si stata ottenuta l'immagine.

Con lo strumento CRIRES installato sul VLT, un'equipe di astronomi olandesi dell'Università di Leida e dell'Istituto olandese per la ricerca spaziale (SRON) hanno scoperto che la velocità di rotazione equatoriale dell'esopianeta Beta Pictoris b è di quasi 100 000 chilometri all'ora. Per confronto, l'equatore di Giove si muove a una velocità di circa 47 000 chilometri all'ora, mentre la Terra si muove a circa 1700 chilometri all'ora. Beta Pictoris b è più di 16 volte più grande e 3000 volte più massiccio della Terra, eppure un giorno sul pianeta dura solo 8 ore.

"Non si sa perchè qualche pianeta ruota più velocemente e qualche altro più lentamente", dice il coautore Remco de Kok, "ma questa prima misura della rotazione di un esopianeta mostra che la tendenza vista nel Sistema Solare, per cui i pianeti più massicci ruotano più velocemente, è vera anche per gli esopianeti. Questa potrebbe essere una conseguenza universale del modo in cui si formano i pianeti."

Beta Pictoris b è un pianeta molto giovane: ha solo 20 milioni di anni, contro i 4,5 miliardi di anni della Terra [6]. Con l'andare del tempo, ci si aspetta che l'esopianeta si raffreddi e rimpicciolisca, cosa che lo farà ruotare ancora più velocemente. Questa è una conseguenza della conservazione del momento angolare e ha lo stesso effetto di un pattinatore su ghiaccio che ruota più rapidamente quando porta le braccia vicine al corpo.
D'altra parte, altri processi potrebbero essere in gioco per cambiare la velocità di rotazione del pianeta. Per esempio, la rotazione della Terra sta rallentando nel tempo a causa dell'interazione mareale con la Luna.

Gli astronomi hanno usato una tecnica precisa detta spettroscopia ad alta dispersione per suddividere la luce nei suoi colori costitutivi - le diverse lunghezze d'onda dello spettro. Il principio dell'effetto Doppler (Doppler shift in inglese) ha permesso di usare la variazione di lunghezza d'onda per rivelare come le diverse parti del pianeta si muovano a velocità diverse e in direzioni opposte rispetto all'osservatore. Rimuovendo con attenzione l'effetto della stella madre molto più brillante sono stati in grado di estrarre il segnale di rotazione del pianeta.

"Abbiamo misurato la lunghezza d'onda della radiazione emessa dal pianeta con una precisione di una parte su centomila, rendendo le misure sensibili all'effetto Doppler che può rivelare la velocità dell'oggetto che emette la radiazione", dice il primo autore Ignas Snellen. "Usando questa tecnica troviamo che diverse parti della superficie del pianeta si muovono avvicinandosi o allontanandosi da noi a velocità diverse: questo può solo significare che il pianeta ruota intorno al proprio asse".

La tecnica è legata strettamente alla topografia Doppler, utilizzata da decenni per mappare la superficie delle stelle e recentemente quella di una nana bruna - Luhman 16B. La veloce rotazione di Beta Pictoris b implica che in futuro sarà possibile ottenere una mappa globale del pianeta che mostri la possibile distribuzione delle nubi o le grandi tempeste.

"Questa tecnica può essere usata su un campione molto più grande di esopianeti con la risoluzione e sensibilità eccellenti dell'E-ELT e con uno spettrografo ad immagine ad alta dispersione. Con il previsto METIS (Mid-infrared E-ELT Imager and Spectrograph) saremo in grado di produrre mappe degli esopianeti e caratterizzare pianeti molto più piccoli di Beta PIctoris b sfruttando questa tecnica", conclude l'investigatore principale di METIS e coautore del nuovo articolo, Bernhard Brandl.

Questo lavoro è stato presentato nell'articolo “Fast spin of a young extrasolar planet”, di I. Snellen et al., pubblicato dalla rivista Nature il 1o maggio 2014.

L'equipe è composta da Ignas A. G. Snellen (Leiden Observatory, Leiden University, Leiden, Paesi Bassi), Bernhard Brandl (Leiden Observatory), Remco J. de Kok (Leiden Observatory, SRON Netherlands Institute for Space Research, Utrecht, Paesi Bassi), Matteo Brogi (Leiden Observatory), Jayne Birkby (Leiden Observatory) e Henriette Schwarz (Leiden Observatory).

http://www.eso.org/

http://www.link2universe.net/2014-05-06 ... sopianeta/

...un passetto alla volta,e ci si avvicina alla soluzione definitiva..................importante avere pazienza [;)] [:I]

13/05/2014, 18:11

Una delle cose apprese negli ultimi anni, con la scoperta di centinaia di nuovi esopianeti, è che la composizione di questi mondi può variare molto e questo ha grandi implicazioni sulla loro evoluzione e caratteristiche finali. Quanto può variare però la composizione ed in che modo? Secondo una nuova ricerca per esempio, i pianeti dominati dal carbonio potrebbero essere molto più comuni di quanto si pensava. Questo porterebbe a pianeti dominati da grafite o diamanti con notevoli implicazioni per quanto riguarda il clima, la tettonica a placche e numerosi altri processi geologici e anche biologici. "Nonostante la relativamente bassa quantità di carbonio disponibile sulla Terra, questo elemento è stato fondamentale per l'emergenza della vita come della regolazione del clima attraverso il ciclo del carbonio-silicio." ha spiegato John Moriarty, della Yale University. La ricerca è stata pubblicata nel "Astrophysical Journal". "Quanto esattamente la chimica del carbonio influenza l'abitabilità di un pianeta è ancora una domanda aperta. Speriamo che le nostre scoperte possano accendere interesse in questo campo di ricerca per aiutarci a trovare nuove risposte."

Moriarty ha collaborato con il professore di astronomia della Yale University, Debra Fischer e con Nikku Madhusudhan, ex-ricercatore della Yale ed ora presso la Cambridge University.
Madhusudhan è il ricercatore che nel 2012 pubblicò un'intrigante ricerca riguardo 55 Cancri e, un esopianeta roccioso grande circa due volte la Terra e probabilmente coperto in grafite e diamanti.

Generalmente gli astronomi ritengono che i pianeti rocciosi, come la Terra, siano dominati dal ferro, ossigeno, magnesio e silicio, con solo una piccola frazione di carbonio. Ma i pianeti dominati dal carbonio potrebbero avere tra una piccola percentuale e 3/4 della massa composta da carbonio. Per paragone, la Terra contiene carbonio per appena 0.005%.

Moriarty, Madhusudhan e Fischer hanno proposto un nuovo modello per stimare la composizione degli esopianeti. Precedenti modelli erano basati su scatti statici della composizione dei dischi in cui i pianeti si formano. Il loro modello invece traccia i cambiamenti nella composizione del disco man mano che invecchia.

I ricercatori hanno scoperto che, in dischi con rapporti carbonio-ossigeno maggiori di 0.8, i pianeti ricchi in carbonio possono formarsi più lontano dal centro del disco rispetto a quanto si pensava precedentemente. Hanno anche scoperto che i pianeti ricchi di carbonio possono formarsi in dischi con un rapporto carbonio-ossigeno molto più basso: appena 0.65, se il pianeta si forma vicino alla propria stella.

Madhusudhan spiega come questo "mostra quanto i mondi extraterrestri possano essere radicalmente differenti dal nostro in composizione chimica, inclusi alcuni che sono drasticamente diversi anche per la nostra esperienza terrestre".
"Una domanda fondamentale è se la Terra è o non è un tipico pianeta roccioso" ha spiegato Fischer. "Nonostante l'aumento nel numero di esopianeti scoperti, ancora non abbiamo una risposta a questa domanda. Questo lavoro espande ulteriormente la portata dei fattori che potrebbero influire sull'abitabilità dei mondi."

http://news.yale.edu/2014/05/12/diamond ... rs-thought

http://www.link2universe.net/2014-05-13 ... -previsto/

14/05/2014, 19:59

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Una combinazione di osservazioni in onde visibili e onde infrarosse mostrano la stella GU Psc A ed il pianeta Gu Psc b. Credit: CFHT/Gemini South

Un nuovo importante traguardo raggiunto nella ricerca sugli esopianeti. Questa settimana, un gruppo internazionale di astronomi ha annunciato la scoperta e la fotografia diretta di un pianeta chiamato GU Psc b, a 155 anni luce da noi, nella direzione della Costellazione dei pesci. Si tratta di un pianeta dalla massa enorme! Ben 11 volte quella di Giove (il che lo porta quasi al limite di massa delle nane brune), che orbita intorno alla propria stella ad una distanza enorme: 2.000 Unità Astronomiche (cioè 2.000 volte più lontano della distanza Terra-Sole). Un anno su questo pianeta dura 80.000 anni terrestri. Se fosse nel nostro Sistema Solare, si troverebbe al doppio della distanza di Sedna.

La stella intorno a cui orbita il pianeta è una nana rossa M3, che pesa circa 35% della massa del Sole, ed ha un'età di appena 100 milioni di anni (+/- 30 milioni). I ricercatori hanno osservato questa stella in particolare a partire dal movimento di un gruppo di stelle relativamente giovani chiamato AB Doradus, che si sta muovendo disperdendosi. Recentemente è stato scoperto anche il primo pianeta orfano, chiamato CFBDSIR 2149-0403, ed anch'esso si pensa sia nato in questo gruppo.

Nella loro indagine, pubblicata in un articolo sulla rivista The Astrophysica Journal, gli astrofisici sono riusciti a determinare altre caratteristiche dell’esopianeta: l’analisi dello spettro della sua radiazione, ottenuto dall’Osservatorio Gemini North e confrontato con modelli teorici di evoluzione planetaria indica che la temperatura superficiale di GU Psc b è di circa 800 °C, mentre dall'età di GU Psc e dalla sua posizione nel gruppo AB Doradus è stato calcolato che la massa del pianeta è compresa tra 9 e 13 masse gioviane.

Il gruppo di ricerca è stato guidato da Marie-Ève Naud, dell'Università di Montreal, insieme al suo consulente, l'astronomo Étienne Artigau.
La testata UniverseToday.com è riuscita ad intervistarli riguardo alla loro recente scoperta. Ecco l'estratto:

Cosa rende questa scoperta distintiva? Si tratta del più lontano esopianeta mai fotografato direttamente?

"Beh, prima di tutto, non ci sono già di partenza molti esopianeti fotografati direttamente. La maggior parte sono stati scoperti grazie agli effetti indiretti sulla loro stella. I pochi pianeti di cui abbiamo immagini dirette sono interessanti perché possiamo analizzare la loro luce direttamente, e quindi imparare molte più cose a riguardo (tramite spettroscopia della luce ndr.) Si tratta anche di uno dei pianeti più "freddi" mai fotografati direttamente, mostrando le linee di assorbimento del metano. E si, è sicuramente il più distnate esopianeta mai fotografato intorno ad una stella.
La distanza (che separa il pianeta dalla stella ndr.) rende GU Psc b molto interessante dal punto di vista teoretico; perché è difficile immaginare come potrebbe essersi formato in un disco protoplanetario intorno alla propria stella. L'attuale definizione riguardo agli esopianeti si basa solo sul limite circa la loro massa (devono essere inferiori a 13 masse gioviane). E' possibile che GU Psc b si sia formato in modo molto più simile alle stelle. E' decisamente il tipo di oggetto che ci fa riflettere molto su cosa esattamente è un esopianeta."

Data la distanza di ben 2.000 Unità Astronomiche dalla propria stella, come fanno gli astronomi a sapere con certezza che PU Psc b è imparentata con la stella e non un oggetto presente sullo sfondo?

"Dato che GU Psc è una stella relativamente vicina, mostra anche segni evidenti di moto proprio (che sono circa 100 millisecondo d'arco all'anno) relativamente allo sfondo più distante di stelle e galassie.
In immagini distanti 1 anno circa, che abbiamo ottenuto con la camera WIRCam, del Canada-France-Hawaii Telescope, abbiamo osservato che la compagna mostra lo stesso grande moto proprio. In altre parole, si muovono insieme sullo sfondo stellare, mentre il resto degli oggetti no. Abbiamo anche determinato la distanza sia dal pianeta che dalla stella, e sono in accordo. Inoltre, sembrano entrambi molto giovani."

Sono state usate tecniche rivoluzionarie per questa scoperta, e cosa significa questo per il futuro della ricerca sugli esopianeti?

"In realtà è l'opposto... la maggior parte delle tecniche per dare la caccia ai pianeti usando la fotografia diretta fanno uso dei migliori sistemi di ottiche adattive a disposizione, ma noi abbiamo usato procedure standard, senza ricorrere a nessuna tecnica esotica. La ricerca di pianeti solitamente si incentra sulla ricerca dei pianeti in orbite simili a quelle dei nostri giganti nel Sistema Solare, e scoprire questi richiede davvero tecniche rivoluzionarie. In un certo senso, c'è un punto di vista di parte, antropocentrico, nella ricerca sugli esopianeti, dato che le persone tendono a cercare sistemi quanto più simili al nostro sistema solare. Pianeti molto distanti come GU Psc b sono passati inosservati anche se sono molto più facili da trovare rispetto alle loro controparti più vicine alla propria stella. Per riuscire a trovare questo pianeta, abbiamo usato tecniche standard, ma abbiamo scelto molto attentamente le lunghezze d'onda a cui i pianeti mostrano colori che sono molto meno probabilmente collegabili ad altri oggetti come stelle e galassie."

GU Piscium brilla a magnitudo +13.6 nel nord-est nella Costellazione dei Pesci, se siete interessati a fotografarla.

http://arxiv.org/pdf/1405.2932v1.pdf

http://www.universetoday.com/111875/dir ... ears-away/

http://www.link2universe.net/2014-05-14 ... ce-da-noi/
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