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MessaggioInviato: 03/04/2012, 23:25 
Cita:
avrà il suo diametro, una condizione in cui i neutroni (protoni ed elettroni se compattati diventano anch'essi un neutrone) di tutta la massa della stessa che non è stata eiettata sono compattati


dovevo scrivere stella non stessa

dall'orizzonte degli eventi in giù l'attrazione gravitazionale supera la velocità della luce,

la massa dei buchi neri è stata calcolata, enorme,
allora come ho già scritto in post precedenti, la densità si abbassa poichè dall'orizzonte degli eventi al "corpo" centrale (sia pur non nei termini di cui noi si può avere qualsiasi esperienza sensibile) c'è il VUOTO più spinto che si possa ottenere...



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MessaggioInviato: 04/04/2012, 09:48 
Facciamo alcune considerazioni, l'orizzonte degli eventi e' quella superficie ipotetica oltre la quale non esiste interazione fra le due parti, nel senso che un evento che accade al di la non puo' avere nessuna ripercussione termodinamica al di qua; detto questo e' facile intuire che orizzonte degli eventi e' anche quella lontanissima zona nel nostro universo che definisce il punto in cui le galassie si allontanano piu' velocemente della luce ( ovvio che non e' possibile, ma matematicamente ha senso nella misura in cui tutto cio' che accade piu' lontano non puo' assolutamente arrivare mai e poi mai al di qua). Quindi noi tutti viviamo all'interno di un orizzonte degli eventi, ma ovviamente con una densita' media della materia molto bassa, altrimenti non sarei qui a scrivere e tu a leggere. Bene, all'interno di un buco nero vero tutto cade verso il punto centrale di massa con velocita' tendenzialmente superluminali, dico tendenzialmente perche' a tutt'oggi pare che il limite sia proprio insuperabile, quindi questo che significa? che piu' ci si avvicina alla velocita' della luce piu' il tempo relativo per un osservatore esterno ( cioe' noi in questo caso ) tende a rallentare, per fermarsi del tutto alla velocita' della luce ( parlo di corpi materiali con massa ). Immaginiamo di lanciare una boa che emette segnali luminosi ogni secondo e che potessimo vedere tali segnali anche dopo l'orizzonte degli eventi, bene noteremmo che piu' la boa si avvicina al centro del buco nero, il tempo che intercorre fra un segnale e l'altro tende ad aumentare, per diventare infinito, significa quiandi che per il nostro punto di vista la boa non raggiungera' mai il vero punto di singolarita' perche' impieghera' un tempo infinito. Il punto centrale del buco nero e' un po' come l'asintoto in matematica, il limite a ciu si tende ma che mai si puo' raggiungere, almeno in questo nostro universo. Se invece fossimo sulla boa vedremmo sempre i segnali intervallati da un secondo noteremmo che il tempo al di fuori dell'orizzonte degli eventi tende ad aumentare fino a divenire infinito come velocita'. So che e' una materia difficile da comprendere, ma il nostro cervello non puo' comprendere il significato del vero infinito.


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MessaggioInviato: 04/04/2012, 18:28 
Non un disco d’accrescimento, ma due o più alla volta. Questa la configurazione simulata da astrofisici inglesi e australiani per spiegare come possano i buchi neri degli AGN essere diventati così massicci in un intervallo di tempo altrimenti troppo breve.



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Due dischi d'accrescimento inclinati di 150° l'uno rispetto all'altro. Crediti: Nixon, King & Price (2012 MNRAS in press)

Dimagrire in fretta è sempre un’impresa, soprattutto con l’estate che incombe. Ma consoliamoci: anche metter su ciccia in poco tempo richiede un bell’impegno. Vi state già chiedendo chi mai potrebbe considerarlo un problema? Prendete i buchi neri. Quelli che stanno al centro delle galassie. Quelli supermassicci, per intenderci. I più grandi hanno masse nell’ordine dei miliardi di volte quella del Sole. Quel che più lascia perplessi è che sono così praticamente dall’infanzia: quando l’universo aveva appena un decimo dell’età attuale, già avevano raggiunto il loro “peso forma”. Troppo e troppo in fretta, questo è il dilemma. Una velocità di crescita che non si può spiegare, dicono gli astronomi, con i normali processi d’assorbimento di gas dal disco d’accrescimento che spiraleggia loro attorno. Processi così lenti che nemmeno l’intera età dell’universo basterebbe a render conto di mostri, come i due più grandi buchi neri conosciuti, di massa pari a dieci miliardi di volte quella del Sole. E allora?

E allora si formulano ipotesi alternative, si mettono alla prova altri modelli. Come hanno fatto Chris Nixon, Andrew King e Daniel Price, astronomi alla University of Leicester (UK) i primi due e alla Monash University (in Australia) il terzo. «Ci occorreva un meccanismo più rapido», spiega Chris Nixon, primo autore dell’articolo in uscita su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, «così ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se il gas fosse arrivato non da una ma da più direzioni contemporaneamente».

I tre hanno dunque messo a punto una simulazione al computer nella quale i dischi che orbitano attorno al buco nero sono due, con angoli d’inclinazione differenti. Ed ecco la sorpresa: trascorso qualche tempo, i dischi entrano in collisione l’uno con l’altro, interferendo a vicenda sul moto del gas, e a quel punto la velocità con la quale la materia precipita nel buco nero improvvisamente s’impenna: fino a diventare, stando ai loro calcoli, fino a mille volte più veloce.

«È un po’ come quando due motociclisti in gara attorno al Wall of Death (un motodromo ad anello) si scontrano: di colpo la forza centrifuga che li tiene attaccati alle pareti viene meno, e precipitano», dice Andrew King per illustrare il processo simulato. Un fenomeno simile potrebbe avvenire con il gas dei dischi d’accrescimento, e riuscirebbe a spiegare come questi buchi neri siano riusciti a crescere così in fretta. «Non sappiamo esattamente come fluisse il gas nelle delle galassie dell’universo primordiale», conclude King, «però mi sembra molto promettente quest’ipotesi secondo la quale, se i flussi sono caotici, per il buco nero è molto più facile nutrirsi».

Per saperne di più:

Leggi l’articolo “Rapid AGN accretion from counter–rotating discs“, di Chris Nixon, Andrew King e Daniel Price
Guarda i video prodotti dalle simulazioni

http://www.media.inaf.it/2012/03/26/buc ... u-can-eat/


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MessaggioInviato: 04/04/2012, 21:26 
che succede ai pianeti che seguono la stella "fiondata"? so che la perturbazione, di solito, non è in grado di spostare i pianeti dalle loro orbite e continuano a rimanere avvinghiati alla stella madre, ma che cosa potrebbe cambiare nel sistema se questo inizia a "correre"?
forse la domanda è banale, in quanto tutte le stelle (anche il sole ovviamente), corrono attorno al centro della galassia, tuttavia mi domando cosa possa avvenire in caso di brusco cambiamento di rotta e velocità.



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MessaggioInviato: 04/04/2012, 22:42 
numero_6 grazie per le specificazioni,

io comunque vado a braccia... e non riesco a mettere insieme alcune questioni:
per esempio da E=mc2, la materia accellerata alla velocità della luce (e tale è l'attrazione gravitazionale del buco nero) si trasforma in energia...
ebbene, la materia che cade nel buco nero si dovrebbe trasformare, ben prima di arrivare proprio nei pressi di quel disastrosissimo centro, in energia, come è che si arriva a pensare che tutto è lì compattato (su questo credo non ci sia dubbio)... mah

x Raziel:
dalle mie scarse conoscenze di cinematica [:o)] presumo che il pianeta fiondato insieme alla stella mentre fa la curva [:o)] dietro la direzione di lancio devo credere che poi vale la composizione dei vettori... ma dipende sempre dalla velocità con cui la stella (insieme al o ai pianeti è fiondata)...
tale per cui resta attaccato alla stella o si disarticola...
comunque lo scenario lo vedo molto affollato e prossimo alla confusione di un vortice in cui diversi oggetti interagiscono tra di loro...



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MessaggioInviato: 05/04/2012, 09:25 
Prego Zelman, e' sempre interessante parlare di buchi neri, mi ricordo che il mio interesse per la fisica nacque a 14 anni nel 77 quando trovai in una bancarella un libro che parlava appunto dei buchi neri, ma questo non c'entra, il punto che ci mette in crisi e' che all'interno di questo oggetti esotici e sopratutto nel punto centrale di singolarita' le leggi della fisica crollano, io personalmente ( ma ovviamente e' solo una mia opinione ) credo che in quel punto il tempo si fermi letteralmente, e ci si trovi catapultati in un altro universo con regole diverse. Ma a questo punto il problema si sposta, cioe' verrebbe meno una delle regole fondamentali della termodinamica, ovvero che l'entropia non possa mai calare. Be coi buchi neri invece l'entropia parrebbe calare, in quanto "aspiratori" di disordine, ma questo non puo' essere vero, almeno nel nostro universo.


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MessaggioInviato: 05/04/2012, 20:40 
numero_6 credo che l'entropia non esista proprio più nel buco nero, cosa infatti permette di rimettere quanto dentro il buco nero in uno stato più disordinato?
qualsiasi fenomeno dovrebbe una "valenza energetica" E>mc2 (scusate se uso dei termini in maniera impropria ma spero si capisca cosa voglio dire)
poichè questo non è possibile, io ancora, dal mio fosso di sapere scientifico non capisco come non si sia correlata gravitazione e velocità della luce, e la gravitazione ha un valore influente persino sulla, insuperabile, velocità della luce...

insomma credo che l'entropia dovrebbe definirsi (scusate ma più che altro il mio è un dubbio) con valori, appunto, che includino una correlazione tra valore della gravitazione (perchè questa la limita fino a zero, voglio vedere che razza di energia bisogna fornire per separare=aumentare l'entropia... lì dentro...) ed di E=mc2...



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MessaggioInviato: 05/04/2012, 21:00 
zeman scusa ma non ti seguo, non ho capito cosa intendi, comunque io parlavo dell'entropia non dentro al buco nero, bensi' fuori, il buco nero e' un aspiratore di eventi, di informazioni e anche quindi di disordine, ma e' un paradosso, infatti l'entropia non puo' calare, hawkings pensa di aver aggirato l'ostacolo dicendo che in realta' il buco nero evapora, si chiama radiazione di hawkings, in pratica secondo la meccanica quantistica se si creano particelle e antiparticelle a cavallo dell'orizzonte degli eventi puo' capitare che una riesca a sfuggire, mentre l'altra cade, risultante: il buco nero emette particelle, mah rispetto la sapienza di hawkings e ammetto la mia grandissima ignoranza, ma a me sembra un'ipotesi molto tirata....


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MessaggioInviato: 05/04/2012, 22:31 
l'ipotesi è molto ragionevole in realtà, il problema che pone questa teoria è un altro però, che alla fine è lo stesso del buco nero. La materia "evaporata" NON è affatto la materia del buco nero, essa fornisce solamente energia per permettere alle particelle virtuali di sfuggire al campo, ma le particelle virtuali, pur diventando reali NON sono assolutamente le "stesse" particelle che prima formavano stelle, gas e rocce e che poi sono diventate materia del buco nero. Quindi la materia pare subire una conversione in energia, e l'energia viene utilizzata per sostenere l'esistenza delle particelle virtuali. Capite che tutto questo discorso scuote la nostra comprensione dell'esistenza stessa, sul perché esiste la materia e la radiazione, il bosone di Higgs, i campi che danno "l'impressione" che ci sia materia (e che per noi lo è) e via dicendo.
Ma in realtà, tutta l'informazione precedente viene perduta, il che è inammissibile in un universo razionale come pure è il nostro. Che fine fa la materia? o quantomeno, la sua informazione? Tra dire che evapora, e abbiamo visto che l'evaporazione riguarda altra materia comunque, e "scompare" nel buco nero la differenza è assai sottile. Per come la vedo io tutti questi paradossi, in vari campi della fisica, hanno un unico esito plausibile, quello del multiverso, e il multiverso in un senso molto ampio, sia la Teoria dei molti mondi, sia quello a bolle di Linde, sia quelli degli universi baby, sia le brane. Tutti potrebbero effettivamente coesistere, o essere gli stessi in varie forme sfaccettature, chi può dirlo. L'unica cosa che mi sembra chiara è che la Realtà è un campo sconfinato, forse, probabilmente, infinito, ma che tutto è intimamente connesso solo che è molto difficile cogliere, anzi forse impossibile, queste connessioni, sia perché sfuggono totalmente alla nostra osservazione, sia perché, forse, sono troppo complicate da poter essere afferrate.



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MessaggioInviato: 01/05/2012, 16:46 
Chandra X-Ray Observatory della NASA ha scoperto uno straordinario ouutburst da un buco nero nella galassia a spirale M83, che si trova a circa 15 milioni di anni luce di distanza dalla Terra. Grazie a Chandra, i ricercatori hanno trovato un’altra sorgente X ultraluminosa (Ultraluminous X-ray source, ULX), oggetto che che emette molta più radiazione X che un “normale” sistema bianario nel quale la stella compagna si trova in orbita attorno a una stella a neutroni o ad un buco nero.

Sulla sinistra, un’immagine nell’ottico di M83 ottenuta dal Very Large Telescope in Cile, gestito dall’European Southern Observatory (ESA). Sulla destra, un’immagine composita che mostra i dati ottenuti in X dal Chandra X-ray Observatory in rosa e i dati ottici dell’Hubble Space Telescope in blu e in giallo. ULX è posizionato nella parte inferiore dell’immagine.

Nelle osservazioni ottenute da Chandra che coprono vari anni, ULX in M83 è aumentato in luminosità in X almeno 3 000 volte. Questa improvvisa luminosità è uno dei più grandi cambiamenti in raggi X mai osservati in questo tipo di oggetti che di solito non mostrano fenomeni di inattività.

Immagini ottiche rivelano una sorgente blu luminosa nella posizione di ULX durante l’outburst in X. Prima dell’outburst la sorgente blu non è visibile. Questi risultati implicano che la compagna del buco nero in M83 è una stella gigante rossa che ha più di 500 milioni di anni, con una massa inferiore di poco alle quattro masse solari. Secondo i modelli teorici dell’evoluzione stellare il buco nero potrebbe essere vecchio almeno quanto la stella compagna.

Gli astronomi pensano che l’emissione ottica in luce blu osservata durante l’outbust in X possa essere causato da un disco che circonda il buco nero che è brillato improvvisamente come se avesse aumentato il suo materiale dalla stella compagna.

Un’altra ULX fortemente variabile con una vecchia stella rossa come compagna di un buco nero è stata osservata recentemente in M31. Le nuove ULX in M83 e M31 forniscono la prova dell’esistenza di una popolazione di buchi neri che sono molto più vecchi e più volatili di quelli normalmente ritenuti esistere in questi oggetti.

I ricercatori stimano un intervallo di massa per ULX di M83 da 40 a 100 volte quella del Sole. Masse inferiori circa 15 volte la massa del Sole sono possibili, ma solo se ULX stesse producendo più radiazione X di quella prevista dai modelli standard sulla caduta di materiale in un buco nero.

Si è anche osservato che il buco nero in questo sistema può essersi formato da una stella sorprendentemente ricca in metalli, ossia da materiali più pesanti dell’elio. ULX è posizionata in una regione che è nota essere ricca di metalli da precedenti osservazioni.

Un gran numero di metalli aumenta il tasso di perdita di massa per le stelle massicce, diminuendo la loro massa prima del loro collasso. Questo, a sua volta, riduce la massa del buco nero risultante. I modelli teorici indicano che con un elevato contenuto di metalli si potrebbero formare solo buchi neri con masse inferiori a circa 15 volte quella del Sole. Di conseguenza, questi risultati potrebbero cambiare tali modelli.




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Crediti immagine nell’ottico (a sinistra): ESO/VLT; Ingrandimento in raggi X (a destra): NASA/CXC/Curtin University/R. Soria et al., in ottico: NASA/STScI/Middlebury College/F. Winkler et al




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Immagini del prima e del dopo in X e nell’ottico ricavatate da osservazioni di Chandra X-Ray Observatory che coprono parecchi anni. ULX in M83 ha aumentato la sua luminosità di almeno 3 000 volte. Questa improvvisa luminosità è uno dei più grandi cambiamenti nei raggi X mai registrato finora per questo tipo di oggetto che di solito non mostra periodi di inattività. Crediti: immagini nell’ottico, ESO/VLT; ingrandimento in raggi X: NASA/CXC/Curtin University/R.Soria et al., nell’ottico: NASA/STScI/Middlebury College/F.Winkler et al..

Questa ricetta sorprendentemente ricca per un buco nero non è l’unica spiegazione possibile. Può anche essere che il buco nero sia così vecchio che si è formata in un momento in cui gli elementi pesanti erano molto meno abbondanti in M83, prima della semina delle future generazioni di supernove.
Un’altra spiegazione è che la massa del buco nero possa essere solo circa 15 volte quella del Sole.

Fonte Chandra X Ray Observatory-NASA: http://www.nasa.gov/mission_pages/chand ... _2012.html


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MessaggioInviato: 04/05/2012, 17:47 
Buco Nero Supermassiccio Sorpreso Mentre Fa a Pezzi Una Stella



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Immagine ottenuta durante una simulazione computerizzata del gas che viene strappato da una stella e cade verso un buco nero. Parte del gas viene espulso ad altissime velocità nello spazio. Credit: NASA/S. Gezari (JHU)/ J. Guillochon (UC Santa Cruz


Un gruppo di astronomi è riuscito ad ottenere le prove dirette più schiaccianti mai trovate di un buco nero supermassiccio che sta divorando una stella che si è avvicinata troppo. I buchi neri supermassicci sono dei mostri che pesano da milioni a miliardi di volte il nostro Sole, e si trovano solitamente nelle regioni centrali della maggior parte delle grandi galassie la fuori. Ma più che dei predatori sono simili a delle piante carnivori, come le dionee, che aspettano che le loro vittime si avvicinino troppo per catturarle in una trappola gravitazionale da cui non hanno più scampo.
Gli astronomi avevano già visto omicidi stellari simili in passato, ma questa è la prima volta che viene identificata anche la vittima.

Usando un'intera flotta di telescopi terrestri e spaziali, un team di astronomi guidato da Suvi Gezari, della Johns Hopkins University, a Baltimora, ha identificato la vittima in una stella ricca di gas di elio. La stella si trova in una galassia a 2.7 miliardi di anni luce da noi.
I risultati del suo team sono stati pubblicati nell'edizione online di Nature, il 2 Maggio.

"Quando la stella viene fatta a pezzi dalle forze gravitazionali del buco nero, parti della stella iniziano a precipitare lentamente verso il buco nero, mentre il resto viene espulso ad altissime velocità. Noi stiamo vedendo il bagliore del gas stellare che sta cadendo nel buco nero. Siamo anche testimoni, grazie al rilevamento dell'impronta sua impronta spettrale, del gas espulso, che abbiamo scoperto essere in buona parte elio. E' come se stessimo raccogliendo indizi da una scena del crimine. Dato che c'è così poco idrogeno e in buona parte solo gas di elio, sappiamo che la stella che è stata uccisa doveva essere il nucleo ricco di elio di una stella che ha perso i suoi strati più esterni." ha spiegato Gezari.

Queste immagini, ottenute con il GALEX ed il Pan-STARRS1, mostrano il prima ed il dopo dell'evento, visto in luce visibile e luce ottica. Credit: NASA/S. Gezari (JHU)/A. Rest (STSScI)/R. Chornock (Harvard-Smithsonian CfA)


Queste nuove informazioni potranno aiutarci a comprendere meglio l'ambiente estremi intorno ai buchi neri ed i tipi di stelle che possiamo osservare in caduta verso di loro. Questa non è la prima volta che questa sfortunata stella ha avuto un'incontro con il buco nero. Gezari ed il suo team ritengono che gli strati ricchi di idrogeno che circondavano il suo nucleo tanto tempo fa, sono stati strappati proprio da questo buco nero. In questo scenario, la stella poteva essere arrivata verso la fine della sua vita. Dopo aver consumato quasi tutto il suo idrogeno, probabilmente si è espansa molto, diventando una gigante rossa. Gli astronomi pensano che questa stella stava orbitando intorno al buco nero in un'orbita molto allungata, come quella di una cometa che arriva vicinissimo e poi lontanissimo dal Sole. Uno dei suoi incontro più ravvicinati ha fatto si che la stella fosse privata dell'atmosfera paffuta grazie all'estrema gravità del buco nero. Dopo l'incontro, soltanto il nucleo è rimasto intero. Questo resto stellare ha continuato il suo solito viaggio intorno al buco nero, ma questo l'ha portato ad un nuovo incontro ancor più ravvicinato con esso, dove ha infine trovato la sua morte.

Gezari ha spiegato che dovremmo poter trovare simili stelle strappate dalla loro atmosfera esterna anche intorno al buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Questi incontro così ravvicinati sono comunque molto rari, e in media avvengono solo una volta ogni 100.000 anni. Per riuscire a trovare un simile evento attualmente attivo, il team di GEzari ha dovuto monitorare centinaia di migliaia di galassie in luce ultravioleta, grazie alla sonda GALEX (ormai spenta a missione conclusa), della NASA, e grazie al Pan-STARRS1, un telescopio in cima al Haleakala, alle Hawaii, che osserva il cielo in luce visibile.
Il Pan-STARRS, acronimo che sta per "Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System", scansiona l'intero cielo ogni notte per catturare tracce di eventuali fenomeni transitori, come supernove, comete o asteroidi.



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Immagine ravvicinata del buco nero che sta divorando una stella, visto qui in ultravioletti dal GALEX. Credit: NASA



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Queste immagini, ottenute con il GALEX ed il Pan-STARRS1, mostrano il prima ed il dopo dell'evento, visto in luce visibile e luce ottica. Credit: NASA/S. Gezari (JHU)/A. Rest (STSScI)/R. Chornock (Harvard-Smithsonian CfA)


Il team stava cercando un lampo brillante a ultravioletti proveniente dal nucleo di una galassia con un buco nero precedentemente dormiente. Sono riusciti a trovarne uno nel Giugno del 2010, che è stato osservato con entrambi i telescopi, che hanno continuato a monitorare il lampo man mano che è aumentato fino a raggiungere un picco circa 1 mese dopo, per poi diminuire lentamente nei 12 mesi successivi. L'aumento della luminosità era molto simile a quello che si vede nei casi di una supernova, ma l'arrivo al picco è durato molto di più che nel caso delle esplosioni stellari, impiegando quasi un mese e mezzo.

"Più l'evento durava più eravamo eccitati, dato che stavamo realizzando che o era una supernova molto insolita o si trattava di un evento del tutto differente: una stella che veniva fatta a pezzi nell'incontro con un buco nero." ha spiegato Armin Rest, membro del team e astronomo del Space Telescope Science Institute.

Misurando l'aumento nella luminosità, gli astronomi sono riusciti a calcolare anche la massa del buco nero, che equivale a diverse milioni di volte il Sole, ed è simile in dimensioni a quello presente al centro della Via Lattea.

Successive osservazioni fatte con il MMT (Multiple Mirror Telescope), in cima al Mount Hopkins, in arizona, hanno mostrato che il buco nero stava inghiottendo grandi quantità di elio. La spettroscopia si occupa con la divisione della luce nei suoi colori dell'arcobaleno, studiando le quali si possono capire le caratteristiche dell'oggetto da cui provengono, come la sua temperatura e composizione gassosa.

"L'elio brillante era un segno chiaro dell'evento straordinariamente caldo" ha spiegato Gezari. "Quindi questo ha lanciato l'allarme per noi. Ed infatti, quando non è stata trovata alcuna traccia di idrogeno, l'allarme era ancora più grande. Non si trova gas come questo a giro nelle regioni centrali di una galassia. Si tratta di gas generato nel centro di una stella. Non c'è niente di questo evento che potrebbe essere facilmente spiegabile da qualsiasi altro fenomeno."

Inoltre, anche la velocità del gas in caduta è stato collegato all'attrazione gravitazionale di un buco nero, e le misurazioni con il MMT hanno mostrato che il gas si muoveva a oltre 32 milioni di km all'ora! Questo è un grande indizio perché abbiamo misurazioni delle velocità a cui il gas interstellare cade nei buchi neri ed è di circa 360.000 km all'ora.



L'altro posto dove vediamo simili velocità sono le esplosioni di supernova" ha spiegato Rest. "Ma il fatto è che sta ancora brillando nell'ultravioletto e la sua luce è incompatibile con qualsiasi evento di supernova che conosciamo."

Per riuscire ad escludere completamente la possibilità di avere tra le mani un nucleo attivo che sta rilasciando materia dal centro di una galassia, il team ha usato anche il Chandra X-ray Observatory, per osservare il gas caldissimo negli raggi-X. Chandra ha mostrato che le caratteristiche del gas non erano compatibili con quello che vediamo negli altri nuclei galattici attivi.

"Questa è la prima volta che abbiamo così tante prove ed indizi e possiamo metterle tutte insieme per determinare il colpevole e l'identità della sfortunata vittima" ha spiegato Gezari. "Queste osservazioni ci offrono anche importanti indizi su come cercare meglio prove di simili eventi anche in futuro."

http://hubblesite.org/newscenter/archiv ... 2/18/full/

http://www.cfa.harvard.edu/news/2012/pr ... mages.html

http://www.nasa.gov/mission_pages/galex ... 20502.html

http://www.link2universe.net/2012-05-04 ... more-11711


Ultima modifica di ubatuba il 04/05/2012, 17:51, modificato 1 volta in totale.

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ci sarà stato nella storia dell'universo il caso di un pianeta di una stella che viene risucchiato da un buco nero? chi può saperlo? [:o)]
la stella viene smembrata ma la massa compatta di un pianeta ci cade come un sasso "lì dentro"...
e non ci sono limiti, posto che fosse della grandezza di Giove, e anche molto più grande, non gassoso, ma roccioso, non può sfuggire...
inimmaginabile...


Ultima modifica di Zelman il 13/05/2012, 05:22, modificato 1 volta in totale.


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