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Immagini della discesa verso la superficie della Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Credit: ESA
Dopo una giornata storica e ricca di continui colpi di scena, il lander Philae è diventata con successo la prima sonda ad atterrare su una cometa! Tra tante cose che hanno funzionato perfettamente, come gli strumenti scientifici partiti perfettamente e già in grado di raccogliere moltissimi dati, o la discesa che ha portato esattamente nella regione dove si cercava di atterrare, o i piedi che si sono aperti come previsto e si sono avvitati nella superficie, ci sono stati però anche diversi problemi. Prima di tutto, il getto che doveva spingere il lander contro la superficie nel momento in cui poteva ancorarsi con gli arpioni non è partito. Allo stesso tempo nemmeno gli arpioni sono partiti e ancora non è detto che verranno usati. Questi due problemi hanno portato ad almeno due rimbalzi sulla superficie.
Secondo lo strumento ROMAP infatti, sembrerebbe che il lander abbia toccato la superficie una volta alle 16:33, una volta alle 18:26, ed un'altra alle 18:33. Si tratta di molto tempo e questo significa che la posizione di Philae potrebbe essersi spostata tanto rispetto a quello che gli scienziati pensavano inizialmente.
I dati che tutti attendevano con più ansia erano quelli della telemetria perché permettevano di capire se il lander era fermo e stabile sulla superficie. Con una velocità di fuga di appena 1 metro al secondo (la velocità di fuga è la velocità necessaria per sfuggire alla gravità di un corpo), sarebbe bastato un balzo solo un po' più forte per far lasciare la cometa al piccolo lander, o almeno spostarlo molto lontano. Oltre a questi, tutti ovviamente aspettavano di vedere le immagini panoramiche dello strumento CIVA. Le foto della superficie sono state scattate ma c'è stato un problema con il ritorno di immagini verso la Terra perché erano o solo nere o con strisce e barre. Non è ancora chiaro che cosa è andato storto specialmente perché CIVA funzionava perfettamente durante la discesa, ma il team sta già cercando di ottenere nuove foto e allo stesso tempo cercare di recuperare i dati delle foto passate.
Tutti gli altri strumenti però funzionano perfettamente.
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Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e zoom verso la posizione esatta dov'è avvenuto l'atterraggio. Credit: ESA
C'è ancora molta speculazione intorno a cosa di preciso non ha funzionato e quanto il lander si trovi ancorato alla superficie. Poco dopo queste trasmissioni, il lander è passato in buio radar mentre la sonda era dall'altra parte della cometa, e le conferenze ESA sono state rimandate al giorno successivo. Il team sta lavorando nel frattempo sui tantissimi dati raccolti durante la discesa e sta cercando di capire la struttura della superficie e le dinamiche dell'atterraggio. Resta da valutare se il sistema di avvitamento dei piedi abbia comunque permesso un minimo ancoraggio e se in futuro sarà opportuno cercare di usare comunque gli arpioni. Il problema con il loro uso è che una forte spinta contro il terreno potrebbe nuovamente rialzare il lander, e quindi, in mancanza della spinta dall'alto verso il basso che doveva essere data dal getto di gas di azoto, servirà valutare prima la struttura della superficie e forse sondarla con lo strumento SD2.
Oggi alle ore 14:00 italiane, sul sito dell'ESA dedicato alla missione ci sarà una nuova conferenza con gli aggiornamenti.
http://blogs.esa.int/rosetta/http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Rosettahttps://twitter.com/elakdawallahttp://www.esa.int/ESAhttp://www.link2universe.net/2014-11-13 ... uperficie/speriamo che nei 2 giorni di vita del lander,si riesca ad ottenere tutte le informazioni necessarie,e soprattutto,conoscere se sono stati rinvenuti i cosidetti mattoncini della vita,nonostante gli inconvenienti riscontrati