https://sites.google.com/site/dresda99/ ... -su-titanoArsenico e non fosforo. La vita aliena sulla Terra
Alessio Nannini
CHIMICA. Nel lago Mono, in California, gli scienziati della Nasa hanno scoperto un microbo che vive e prolifera nutrendosi del potente veleno. Un evento epocale che apre all’eventuale esistenza di composti organici da sempre ritenuti impossibili.
Quando si parla di definizione di vita, la scienza ha sempre inteso un sistema nel quale sei elementi risultano indispensabili: azoto, carbonio, fosforo, idrogeno, ossigeno, e zolfo. La possibilità che qualsiasi forma di vita, dalla più complessa alla più semplice, potesse fare a meno di uno solo di essi non era semplicemente presa in considerazione. Per questo la scoperta di un batterio che riesce a sopravvivere e a proliferare in assenza di fosforo può rappresentare davvero qualcosa di epocale. E per questo Ed Weiler, l’amministratore associato della Nasa che ha presentato a Washington e in mondovisione i risultati della ricerca, ha esordito affermando che da ieri l’altro «la definizione della vita si è allargata».
Tutto merito del GFAJ-1, un microbo che prolifera nelle acque estremamente acide, salate, e ricche di arsenico del lago Mono, in California. I ricercatori americani hanno coltivato per due anni alcune sue colonie in laboratorio aumentando la dose di arsenico e verificando le reazioni dei batteri al veleno. E questi non solo sono sopravvissuti, ma ne hanno fatto un sostituto del fosforo.
«Sappiamo che alcuni batteri possono respirare l’arsenico senza morire – ha spiegato Felisa Wolfe Simon, biochimica della Nasa che ha coordinato la sperimentazione – ma quello che abbiamo scoperto è qualcosa di più: un microbo che fa dell’arsenico parte della sua stessa esistenza». Le indiscrezioni su questo straordinario esperimento erano state anticipate qualche ore prima in Rete, e si era parlato (con l’eclatanza di queste circostanze) della scoperta di una forma di vita aliena. Siamo certamente lontani da certe rappresentazioni di fantascienza, ma in sintesi qualcosa di vero c’è, perché non solo si dovranno rivedere le teorie sulla nascita e lo sviluppo della vita sulla Terra, ma anche nello spazio e nei corpi celesti del nostro sistema solare.
«Lo sviluppo di forme di vita complesse necessità di condizioni favorevoli e durature, che si sono verificate solo sulla Terra – ha precisato Wolfe Simon –. Ma nell’universo esistono miliardi di galassie di cui sappiamo poco o niente: non si può escludere che lì esistano forme più simili a noi». E infatti già una riflessione suggestiona gli scienziati: se sul nostro pianeta ci sono microrganismi che si comportano in maniera così sorprendente, chissà cosa dovremo aspettarci di trovare investigando negli abissi del cosmo. O anche più vicino.
Oltre che su Marte, il pianeta più affine alla Terra, non si esclude che l’atmosfera incandescente e carica di zolfo di Venere possa nascondere composti organici dalle caratteristiche simili al GFAJ-1. Come anche tre dei satelliti che girano intorno a Saturno e Giove: Titano, Europa, Ganimede, sotto la cui immensa crosta ghiacciata, simile al pack dei nostri mari polari, si troverebbero oceani di acqua allo stato liquido. In ogni caso vale quanto ammesso da Ed Weiler: «Mentre continuiamo nei nostri sforzi di cercare forme di vita nel nostro sistema solare, abbiamo da pensare più in largo, in modi diversi a come considerare le forme di vita rispetto a come avevamo pensato finora».
NASA scopre una nuova forma di vita
L'agenzia spaziale statunitense ha annunciato una scoperta di fondamentale importanza per la ricerca di nuove forme di vita: un batterio in grado di usare l'arsenico al posto del fosforo per i suoi processi cellulari
Roma - NASA ha scoperto una forma di vita "aliena", perlomeno se confrontata alla definizione classica di vita: un nuovo batterio in grado di funzionare integrando arsenico, un elemento sin qui quasi totalmente estraneo ai processi vitali degli esseri viventi, nelle sue componenti genetiche e non. L'alieno è un californiano, ma secondo l'agenzia spaziale statunitensegetterà le basi per un tipo di esobiologia totalmente nuovo.
GFAJ-1, questo il nome del batterio estremofilo scoperto dai ricercatori NASA, è stato al centro di una conferenza stampa annunciata con insolito anticipo e con la promessa di ridefinire il concetto di "vita come la conosciamo". L'annuncio ha dato origine a ogni sorta di speculazioni sulla scoperta di "E.T." sulle lune di Saturno (magari Rea o Titano), su uno dei tanti esopianeti sin qui individuati o altrove, nondimeno qualcuno ha comunicato anzitempo quale fosse il reale oggetto dell'evento organizzato da NASA.
GFAJ-1 vive nel lago Mono nei pressi del parco nazionale Yosemite, in California, uno specchio d'acqua dotato di un ecosistema molto ricco. I ricercatori statunitensi hanno isolato il microrganismo e lo hanno "alimentato" con l'arsenico, un elemento generalmenteimpossibile da metabolizzare se non per alcuni rari organismi già noti alla scienza.
Ma GFAJ-1 è dotato di una capacità sorprendente, sin qui mai riscontrata in altri esseri viventi: non solo il batterio è in grado di usare l'arsenico per i suoi processi cellulari, ma è anche capace di adattarlo alla produzione interna di materiale genetico. I laboratori NASA hanno praticamente assistito alla nascita di una nuova forma di vita, in cui il fosforo presente negli elementi fosfato del DNA era stato sostituito in pianta stabile dall'arsenico.
La scienziata NASA Felisa Wolfe-Simon e il suo team non usano mezzi termini nella presentazione della nuova scoperta, scomodando paragoni "pop" con Star Trek (Horta) e sostenendo come l'arsenio-batterio rappresenti una chiave di volta senza precedenti per la ricerca di nuove forme di vita - su questo e sugli altri pianeti dell'universo.
Avere la prova provata dell'esistenza di organismi dotati di un DNA alieno, non basato sul gruppo di elementi tradizionalmente associati alla vita (carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, fosforo e zolfo) apre prospettive di studio inedite. NASA è convinta di aver fatto una scoperta destinata a "espandere" la definizione di vita, per cui d'ora in poi i ricercatori dovranno aspettarsi l'inaspettato nell'esplorazione del cosmo.
Alfonso Maruccia
La conferenza stampa della Nasa per spiegare le ultime scoperte in materia di vita extraterrestre non ha deluso gli appassionati. Nel meeting di ieri, infatti, sono state confermate le indiscrezioni riguardo alla scoperta del batterio alieno sul nostro pianeta.
Un team di ricercatori della Nasa coordinato da Felisa Wolfe-Simon e in collaborazione con altri centri di ricerca americani, hanno individuato un microbio, chiamato GFAJ-1, capace di sopravvivere all’arsenico e di inglobarlo all’interno della sua struttura cellulare, sostituendolo al fosforo.
Nel dettaglio, il batterio rinvenuto nel lago Mono Lake (California) è il Gfaj-1, già noto agli scienziati come componente della famiglia Gammaproteobacteria. Quello che non si sapeva, almeno fino ad oggi, è che tale batterio non basa i processi vitali sui sei elementi di base - carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, zolfo e fosforo -, ma su una variazione con l'arsenico al posto del fosforo.
La scoperta sarebbe in grado di scombussolare completamente le nostre certezze. Significherebbe che la vita può svilupparsi anche laddove finora non l'abbiamo mai cercata. Non solo, cioè, in presenza di composti organici, come l'acqua, presente nel passato di Marte, o il metano dei laghi di Titano. Ma anche in ambienti completamente diversi.
di Giulia Angeletti
La Nasa scopre un batterio alieno che vive con l'arsenico
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Gli astrobiologi della Nasa in collaborazione con altri centri di ricerca americani hanno trovato un “batterio alieno” individuato sui fondali del Mono Lake, nel Parco Nazionale di Yosemite, in California, che riesce a vivere grazie all'arsenico.
Il microbo, chiamato GFAJ-1, sopravvive all’arsenico, inglobandolo all’interno della sua struttura cellulare e sostituendolo al fosforo.
Finora la vita finora si pensava che fosse sempre basata su sei elementi: fosforo, zolfo, carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto.
I biologi credevano che la vita richiedesse questi elementi, in cui il fosforo funge da spina dorsale per gli acidi nucleici che costituiscono il materiale genetico della vita. Non sapevano che l'arsenico, che si trova molto da vicino al fosforo nella tavola periodica, è a sua volta in grado di supportare la vita.
Se l'arsenico per la maggior parte degli organismi conosciuti è un veleno e se invece il batterio trovato ci vive e lo ingloba del Dna, ne consegue che la vita e l'evoluzione delle specie possono seguire percorsi finora considerati impensabili dagli scienziati.
La ricerca degli astrobiologi è stata pubblicata su 'Scienze'.