Immagine:
123,21 KBImmagine ottenuta da HiRISE 6 giorni dopo l'atterraggio di Curiosity, in cui si nota chiaramente anche la regione dove tre tipi diversi di terreno si congiungono insieme. Quell'incrocio è stato battezzato "Glenelg" ed è stata la prima grande destinazione per Curiosity. Il rover è visibile in basso a sinistra, circondato dalle macchie nere dell'atterraggio. Credit: NASA/JPL/MRO/University of Arizona
Pochi giorni fa, si è tenuta la riunione della American Geophysical Union. Si tratta di una specie di grandissimo incontro tra le migliori menti del mondo della geologia planetaria e la geofisica americana, con tutti che espongono le loro più importanti e grandi scoperte dell'ultimo anno. All'evento hanno ovviamente partecipato anche gli scienziati della missione Curiosity che hanno esposto i loro nuovi risultati. Una cosa che è sulle labbra di tutti è : Andare a visitare il sito Glenelg prima di procedere oltre è stata la decisione migliore! ne è assolutamente valsa la pena di passare prima qui invece che dirigersi direttamente verso la montagna.
Ma mettiamo un attimo le cose in contesto:
Immagine:
72,32 KBPanorama del terreno intorno al rover Curiosity il Sol 162. Credit: NASA/JPL/MSSS
Curiosity è atterrato sul pianeta rosso ormai 5 mesi e mezzo fa, e ha iniziato da allora un lento e certe volte agonizzante processo di "prime-attività" che servivano più a mettere alla prova ogni strumento per assicurarsi che tutto funziona come previsto e per imparare ad usare a distanza tutti i vari strumenti. Ancora non tutti sono stati completati, ma diciamo che la maggior parte sono state compiute. Il prossimo "grande passo" sarà scavare all'interno di una roccia per raccogliere della polvere ed analizzarla con il Chemin e SAM. Fino a quando non sarà fatto anche quello, gli ingegneri della missione non potranno dire con assoluta certezza che il rover riesce a fare assolutamente tutto quello per cui è stato spedito su Marte.
Ora, gli scienziati sapevano che questo processo sarebbe durato un po' di tempo (forse non così tanto perché in origine si sperava di riuscire a scavare all'interno di una roccia già entro la fine del 2012). Quindi quando è stato chiesto loro dove pensavano che dovesse andarci il rover per fare tutte queste prime attività, dovevano affrontare una scelta importante. Iniziare il viaggio verso sud-ovest dirigendosi verso la grande montagna al centro del Cratere Gale, dove si trovano tutti quei depositi che gli orbiter indicano come super-interessanti? Oppure deviare dalla rotta e dirigersi a qualche centinaio di metri verso nord-est, in direzione di una roccia che dall'orbita sembra molto interessante ma di cui non sappiamo nulla riguardo alle sue insolite proprietà?
Immagine:
120,5 KBImmagine di una parte della salita dietro il Monte Sharp, vista da Curiosity. Credit: NASA/JPL
E' stata una scelta dura perché guidare da subito verso sudovest avrebbe permesso di raggiungere molto più velocemente le montagne, ma ad un costo scientifico notevole: da 5 a 6 mesi di lavoro iniziale da svolgere su rocce che dall'orbita non sembrano particolarmente intriganti. Guidare prima verso nordest avrebbe rinviato l'arrivo alla montagna, ma avrebbe dato una grande opportunità agli scienziati visto che questo deposito roccioso sembrava molto interessante (e infatti si è rivelato una grandissima sorpresa).
Insomma la scommessa è stata assolutamente vinta! Quello che hanno trovato a Glenelg è una sequenza di rocce sedimentari che sono state create nel tempo dall'acqua liquida, che è arrivata a più mandate nella storia. Prima portava sedimenti che poi diventavano rocce e poi arrivava di nuovo con altri sedimenti. In altre parole ACQUA!!! ACQUA DA PER TUTTO!!! e non solo una volta, ma ripetute volte nella storia marziana!!
Questa scoperta, grandissima e importante di sua natura, è solo il primo assaggio di ciò che Curiosity è pronto a svelare riguardo al passato di Marte! Depositi come questo sono esattamente il motivo per cui la NASA ha lanciato Curiosity su Marte! John Grotzinger ha spiegato anche che il motivo per cui la perforazione della roccia è stata rimandata: la geologia del posto era troppo interessante e andava studiata in dettaglio con gli altri strumenti prima di procedere. Le rocce trovate sono davvero incredibilmente affascinanti!
Ma insomma, cosa hanno trovato?
Vediamo prima di tutto quanto ha viaggiato Curiosity fino ad ora:
Immagine:
138,08 KBStrada percorsa di Curiosity alla data 14 Gennaio 2013. Credit: NASA/JPL/UA/Phil Stooke
Immagine:
31,21 KBPanorama ottenuto da Curiosity della Yellowknife Bay, il 24 Dicembre 2012. Credit: NASA/JPL/MSSS/Damien Bouic
Curiosity ha attraversato la zona interna della zona chiamata Yelloknife Bay durante il sol 125 e da allora ha esplorato le rocce particolari in questa regione e sui suoi margini. Le rocce che Curiosity sta osservando recentemente sono parte di quella che viene chiamata "Sheepbed Unit". E qui che sono state osservate le spettacolari venature che potete vedere qui
Immagine:
106,98 KBImmagine ottenuta dalla Mastcam, il Sol 133, che mostra in dettaglio le venature nel terreno. Credit: NASA/JPL/MSSS
Immagine:
58,22 KBImmagine scattata dalla ChemCam di Curiosity, il 126esimo sol. Si possono vedere i dettagli al microscopio delle venature. Credit: NASA/JPL/LANL
In questa strana immagine sotto, ottenuta il Sol 157, i materiali venosi sembrano essere fatti di granelli di materiale brillante, separati da confini scuri. Non è chiaro che cosa significa tutto questo ma secondo alcune indiscrezioni è possibile che si tratti di cristallizzazioni particolari. A prescindere però, è qualcosa di mai visto prima su Marte!
Immagine:
86,92 KBInsolito pattern visto dalla ChemCam in una delle vene nel terreno. Credit: NASA/JPLMSSS/Vitaly Egorov
Queste rocce spesso contengono anche concrezioni, piccole sferettine di un minerale ancora del tutto sconosciuto. Abbia, ovviamente, visto anche altre volte concrezioni sulla superfice di Marte, come le famose ferettine blueberries viste da Opportunity nel Meridiani Planum. Il team di scienziati non ha ancora speculato se si possa trattare di qualche minerale in particolare. Servirà molto tempo per riuscire a capire di cosa si tratta, anche perché sono molto poche. A meno che non si scoprirà poi che Curiosity è inciampato in un deposito vasto come capito a Opportunity. Sarà difficile fare misurazioni precise dato che questi minerali si intrecciano con la matrice della roccia stessa quindi non sarà facile isolare la composizione soltanto delle concrezioni. Non è impossibile, e neanche insolito, ma semplicemente richiederà moltissimo lavoro. Le concrezioni non sono necessariamente hematite (come nel caso di Meridiani). La quantità di concrezioni varia da posto a posto e questo è un esempio di una zona dove abbondano
Immagine:
94,12 KBPiccole sfere all'interno della Yellowknife Bay. (Curiosity Sol 139, 25 Dicembre 2012). Queste strutture sono particolari concrezioni formate quando l'acqua è penetrata attraverso piccoli pori all'interno del sedimento. Le concrezioni sferiche sono state già scoperte anche su altre rocce Marziane. Credit: NASA/JPL/MSSS
Ovviamente gli scienziati si sono subito messi ad analizzare le sfere con la Chemcam per capire di cosa fossero fatte e hanno rilevato molti segni di calcio, e pochissimo magnesio e silicio, ma anche, sorprendentemente, dello zolfo! Non è la prima volta che lo zolfo viene scoperto nei minerali su Marte, sia dall'orbita che con Spirit e Opportunity. Ma apparentemente la sua linea di emissione come visto dalla spettroscopia laser è molto debole quindi è una grande fortuna che la Chemcam sia riuscita a vederla

La ChemCam ha analizzato in dettaglio la composizione delle vene nelle rocce della "Yellowknife Bay". L'immagine in cima mostra una vista ravvicinata della roccia Crest, al centro della roccia Rapitan. I profili spettrali per la vena sulla roccia Crest è mostrata in rosso e quella di Rapitan in blu. Mentre il target basaltico servito per la calibrazione è mostrato in nero. I risultati suggeriscono che le venature sono diverse dai tipici materiali basaltici. Sono privi di silicio e composte principalmente da minerali ricchi di calcio. Emissioni più pallide mostrate nel grafico basso identificano la presenza di zolfo ed idrogeno. Gli scienziati hanno interpretato questi risultati come la prova che Crest e Rapitan hanno depositi di gesso o bassanite. Sulla terra, i solfati di calcio come il gesso sono frequentemente presenti in vene quando c'è una circolazione di acqua liquida a temperature moderatamente basse. L'analisi della Chemcam ha aiutato i manager della missione Curiosity a decidere dove trapanare per la prima volta con il rover. Credit: NASA/JPL/LANL/CNES/IRAP/LPGN/CNRS
Un'altra cosa molto affascinante scoperta dal rover è che le venature nelle rocce cambiano da posto a posto in base a che tipo di erosione hanno subito quelle particolari rocce. Le vene che si erodono più rapidamente lasciano dietro vuoti tra le rocce
Immagine:
125,51 KBDeposito su Marte, visto da Curiosity, dove c'erano una volta delle venature, che hanno lasciato dietro di se solo il vuoto tra le rocce. La ruota di Curiosity è messa li per paragone. Credit: NASA/JPL/MSSS
In altri posti invece, le vene rimangono e si erode solo la roccia intorno, lasciando dietro come delle creste.
Immagine:
144,05 KBVene rimaste in evidenza nel sito chiamato John Klein, su Marte, viste da Curiosity il Sol 153.Credit: NASA/JPL/MSSS
Questo si vede in moltissime rocce sulla Terra; nelle rocce ignee sulla Terra tipicamente si tratta di quarzi, mentre nella maggior parte delle rocce sedimentari si tratta di calcite o gesso (In ognuno dei due tipi di roccia l'altro si può trovare come "un'ospite" di altri possibili minerali). Per avere una roccia con delle vene, questa deve prima di tutto (a) essere una roccia abbastanza solida da spaccarsi in pezzi diversi e non sbricciolarsi; (b) avere qualche percolazione liquida per creare delle concrezioni, cioè l'intera roccia dev'essere saturata in questo senso, con il fluido che si muove attraverso i pori nei granelli. Sembra improbabile però che le concrezioni e le vene si siano formate sotto le stesse condizioni, e questo suggerisce che questa roccia si è bagnata in tre modi diversi in tre momenti diversi: quando si è formata (come sedimento); quando si sono formate le concrezioni; e quando si sono formate le venature.
Ci sono tantissimi tipi diversi di rocce intorno. Per esempio ci sono svariati tipi di rocce arenarie, e ci sono alcuni blocchi molto grandi con granelli che sono stati trasportati dal vento. Questi granelli sono rimasti incastonati nel tempo nella roccia e a volte arrivano ad avere anche 2 mm.
Immagine:
140,88 KBImmagine della granulosità sopra una roccia particolare vista dalla camera MAHLI, il 132esimo Sol. L'investigazione ha svelato che la roccia è in realtà una roccia arenaria composta da granelli di sabbia cementificatiinsieme. I granelli più grandi si trovano nell'angolo basso a sinistra e hanno circa 2mm, che sono più grandi della sabbia; tecnicamente, sono classificati come granuli. L'intera vista è grande 4.3 cm in diametro, a piena risoluzione è circa 26.1 micron per pixel. Credit: NASA/JPL/MSSS
L'implicazione di tutto ciò è ACQUA! tanta acqua che scorreva sulla superficie e aveva un vasto ed importante ruolo nel creare i depositi visibili in queste rocce. La posizione stratigraficamente diversa di due crescenze rocciose mostrano come per esempio, le rocce della Sheepbed, si sono formate più durante momenti in cui l'acqua era tranquilla e calma, come un lago; invece le rocce arenarie sono segno di acqua in movimento molto più rapido, come per un fiume.
La cosa più eccezionale è che nulla di tutto questo fu previsto dai dati orbitali! La presenza delle vene, i segni del passato di acqua che scorreva forte, nulla fu previsto. I dati orbitali possono al massimo dirci qualcosa sull'inerzia termica alta della zona e sul fatto che c'erano depositi più chiari di tono. Gli scienziati hanno rischiato venendo qui ma hanno assolutamente vinto!
Finalmente Curiosity userà poi la sua trivella e lo farà su un deposito particolare di nome "John Klein", visibile nell'immagine sotto. Il fianco della montagna centrale di Gale, dove Curiosity andrà alla fine, si vede in alto a sinistra.
Immagine:
117,52 KBImmagine della regione dove si trova ora Curiosity. Credit: NASA/JPL/MSSS Annotazioni di Emily Lakdawalla
Attualmente il rover si trova intorno alla posizione chiamata Snake River sulla mappa sopra. Qui sta esaminando un deposito molto intrigante che si trova a pochi metri da John Klein dove scaverà nella roccia marziana!
I lavori preliminari sono quasi conclusi ed il team è pronto per usare l'APXS (Alpha Particle X-ray Spectrometer) insieme alla ChemCam. Poi ripeteranno l'operazione con altre rocce per capire bene come funzionano tutti gli strumenti e per avere del materiale fresco da analizzare
Immagine:
140,14 KBSnake river: striscia di sedimenti sulla superficie di Marte. Credit: NASA/JPL/MSSS
Prima di procedere gli scienziati vorranno analizzare in altissimo dettaglio il campione di roccia che stanno per trivellare. L'operazione di trivelazione sarà lenta e necessiterà di tante verifiche dal canto umano. Una volta fatto però sarà ripetuta la stessa cosa per assicurarsi che i campioni "sporcano" per bene l'interno che potrebbe altrimenti portare a falsi positivi per via di tracce di aria o materiale portato dalla Terra (come successo a Rocknest, per la prima analisi con lo strumento SAM.
I risultati totali riguardo alle analisi dei materiali di Glenelg saranno pubblicati verso metà Febbraio.
http://mars.jpl.nasa.gov/link2universe
Ultima modifica di
ubatuba il 23/01/2013, 12:07, modificato 1 volta in totale.