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 Oggetto del messaggio: Una conferma indiretta della Vita nello Spazio?
MessaggioInviato: 14/06/2011, 11:40 
Incredibile: Microfunghi per 18 mesi in orbita nello spazio, tornati vivi !

(di Gordon Francis Ferri)



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Alcuni microfunghi prelevati in Antartide ed esposti per 18 mesi alle temperature freddissime e all'estrema aridita' dello spazio, all'esterno della stazione Spaziale Internazionale, sono stati riportati sulla Terra ancora vivi e molti di loro si erano addirittura riprodotti !

E' il risultato dell'esperimento condotto dalla facolta'di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'universita' della Tuscia in collaborazione con la Nasa e l'Agenzia Spaziale Europea (Esa).

I risultati sono stati presentati ieri a Viterbo, in una conferenza stampa, dal rettore Marco Mancini, presidente della Crui.

L'esperimento dimostrerebbe che le meteoriti sarebbero in grado di trasportare attraverso lo spazio forme di vita particolarmente resistenti, quali ad esempio i microrganismi antartici.

I ricercatori non escludono che potrebbe essere stato proprio con un vettore del genere che la vita, nella sua forma piu' elementare, sia giunta sulla Terra milioni di anni fa per poi intraprendere l'evoluzione che l'ha portata ai livelli attuali.

''Al ritorno sulla Terra - ha spiegato il coordinatore del progetto, Silvano Onofri - i microfunghi esposti nel modulo Expose-E fuori della Stazione Spaziale, come ha verificato un centro di ricerca specializzato in Olanda, erano ancora tutti vitali. Dunque - ha aggiunto - la vita puo' viaggiare nello spazio e si puo' ipotizzare che rocce e meteoriti trasportino da un pianeta all'altro forme di vita''.

Onofri ha spiegato che per l'esperimento sono stati scelti microfunghi prelevati in Antartide ''perche' sono assai resistenti, perche' sono molto simili agli animali e alle piante e perche' le loro condizioni di vita sono piu' simili a quelle dello spazio: temperature freddissime ed estrema aridita'''.

Per il rettore Mancini l'esperimento e' ''unico nel suo genere'' e ''ha dato risultati straordinari, che premiano gli sforzi compiuti dall'Universita' della Tuscia per partecipare a numerose missioni spaziali con esperimenti che coinvolgono varie facolta'''.

fonte ANSA

http://mysterium.blogosfere.it/



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MessaggioInviato: 14/06/2011, 12:07 
Bè credo che fosse una cosa abbastanza ovvia da credere comunque


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MessaggioInviato: 14/06/2011, 13:53 
Bella conferma.
Molto interessante la questione della riproduzione in orbita.
Sarebbe davvero utile conoscere le differenze con quanto avviene ... "giupperterra".


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MessaggioInviato: 14/06/2011, 16:28 
Cita:
Messaggio di Ufologo 555

Incredibile: Microfunghi per 18 mesi in orbita nello spazio, tornati vivi !

(di Gordon Francis Ferri)



Immagine


.

L'esperimento dimostrerebbe che le meteoriti sarebbero in grado di trasportare attraverso lo spazio forme di vita particolarmente resistenti, quali ad esempio i microrganismi antartici.

.

.

fonte ANSA

http://mysterium.blogosfere.it/








Molecole organiche nei meteoriti: altre conferme
Questi risultati forniscono nuove informazioni sul ruolo dell'acqua nelle trasformazioni delle molecole prebiotiche sugli asteroidi Alcuni asteroidi potrebbero aver funzionato da “fabbriche di molecole” che hanno portato sulla Terra gli ingredienti per la vita nel corso di impatti meteorici: questa teoria certo non nuova trova ora nuove conferme dall'analisi di alcuni frammenti di un grande meteoroide esploso nel cielo sopra la British Columbia, in Canada, nel 2000. In particolare, quelli caduti sulla superficie ghiacciata del lago Tagish sono stati poco contaminati dalla vita terrestre e sono quindi ritenuti una valida fonte di informazioni, come riferito in un articolo pubblicato su Science a firma di Christopher Herd e colleghi dell'Università di Alberta a Edmonton, in Canada.

I meteoriti del lago Tagish sono ricchi di carbonio e, come altri dello stesso tipo, contengono una vasta gamma di composti organici, tra cui aminoacidi, i costituenti fondamentali delle proteine.

“La particolarità in questo caso è che alcuni pezzi hanno una quantità di specifici aminoacidi 10 o anche 100 volte superiore a quella di altri”, ha spiegato Daniel Glavin del Goddard Space Flight Center della NASA, coautore dell'articolo. “Non era mai stata osservata una simile variabilità su frammenti di un singolo asteroide: solo i dati relativi al meteorite di Almahata Sitta possono ritenersi in accordo con questi”.

Identificando i differenti minerali presenti in ogni frammento, i ricercatori hanno potuto stabilire quanto fossero stati alterati dal contatto con l'acqua, che è risultato molto frequente. Proprio questo fatto sottolineano gli studiosi, renderebbe conto della diversità di produzione degli aminoacidi.

“La nostra ricerca fornisce nuove informazioni sul ruolo dell'acqua nelle trasformazioni delle molecole prebiotiche sugli asteroidi”, ha aggiunto Herd. “I risultati costituiscono la prima chiara evidenza che l'acqua presente nell'asteroide originario ha portato alla formazione di alcune molecole e alla distruzione di altre”. (fc)


http://lescienze.espresso.repubblica.it ... lo/1348243


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MessaggioInviato: 14/06/2011, 17:31 
Forse i "Cicappati" non ne sono ... al corrente! Immagine Immagine



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MessaggioInviato: 19/06/2011, 12:18 
Mi domando cosa succederebbe se la Luna venisse "contaminata" da batteri terrestri..... potrebbero vivere e riprodursi nel terreno lunare, magari a una certa profondità?


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MessaggioInviato: 19/06/2011, 14:07 
Cita:
Enkidu ha scritto:

Mi domando cosa succederebbe se la Luna venisse "contaminata" da batteri terrestri..... potrebbero vivere e riprodursi nel terreno lunare, magari a una certa profondità?


Sinceramente dubito. L'esperimento è interessante, e dimostra ancora una volta le vie infinite della vita. Un'altra prova che sulla Terra la scintilla è stata probabilmente data da qualcosa arrivato dallo spazio.
Tra Terra e Luna c'è però una grande differenza... il nostro pianeta era un grembo pronto ad intraprendere una "gravidanza", aveva tutte le carte in regola per dare inizio alla nascita di esseri,e alla loro moltiplicazione ed evoluzione. La Luna è un pianeta pressochè morto.
Per la proliferazione della vita (per lo meno della vita che conosciamo noi) servono determinati fattori, e la Luna non li rispetta in pieno.

Forse dei batteri potrebbe sopravvivere, come hai supposto. Ma dubito seriamente che potrebbero riprodursi...non credo quindi nella possibilità di una "giungla lunare", a meno di chiare interferenze umane.


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MessaggioInviato: 30/01/2013, 20:15 
mercoledì 30 gennaio 2013

Piovono alghe dallo spazio?

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Secondo il Journal of Cosmology il 29 dicembre 2012 in Sri Lanka sarebbe caduto un meteorite con chiare tracce di un’alga fossile.

Il fatto sarebbe stato accompagnato da una misteriosa pioggia rossa…

La prudenza è d’obbligo quando si leggono notizie come quella diffusa dal Journal of Cosmology il 29 dicembre 2012, e francamente si consiglia anche un po’ di diffidenza. Secondo quanto pubblicato nell’articolo Fossil diatoms in a new carbonaceus meteorite, il 29 dicembre scorso un meteorite sarebbe caduto nello Sri Lanka, analizzato avrebbe mostrato la traccia evidente di una diatomea, un’alga unicellulare silicea. Ma non basta, alla caduta del meteorite sarebbe seguita una misteriosa pioggia rossa che sarebbe da attribuire alla presenza di organismi unicellulari di tale colore. Tali cellule sarebbero ancor più misteriose della diatomea, infatti una simile pioggia di cellule rosse era stata segnalata a Kerala, nel sud dell’India, nel 2001, e non era stato possibile classificare le cellule in questione con qualunque specie conosciuta.

Il frammento di meteorite è stato attribuito con una certa probabilità ad una cometa, andando così a suffragare fortemente la teoria della panspermia, secondo la quale la vita sulla terra sarebbe provenuta dallo spazio. Quel che rende ancor più interessante la vicenda è il fatto che l’articolo è firmato nientemeno che dal professor Nalin Chandra Wickramasinghe, matematico e direttore del Centro di Astrobiologia dell’Università di Buckingham. Ricordiamo che il professor Wickramasinghe era stato l’autore del calcolo sulla improbabilità della nascita casuale della vita (stimata in una probabilità su 10^40.000) eseguito quando lavorava con il grande astronomo Fred Hoyle. Questo calcolo sull’improbabilità della nascita casuale della vita aveva portato Hoyle ad abbracciare la teoria della Panspermia, che cioè la vita sia giunta sulla Terra dallo spazio, una tesi che fu poi sostenuta anche da Francis Crick (Nobel scopritore della struttura del DNA) e in una intervista televisiva, fatte le debite differenze, anche da Richard Dawkins.

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Come già detto, nonostante l’autorevolezza del prof. Wickramasinghe, sarà prudente attendere ulteriori accertamenti e conferme, ma intanto è possibile anticipare le eventuali conseguenze di una conferma dell’autenticità del reperto. Se veramente la diatomea fossile provenisse dallo spazio si tratterebbe della conferma delle conclusioni di Hoyle sulla negazione del meccanismo che vede il caso all’origine della vita sulla Terra e, inevitabilmente, dei meccanismi dell’evoluzione darwiniana. Se la diatomea provenisse davvero dallo spazio sarebbe un vero problema quindi per i sostenitori della teoria neodarwiniana.

Questa somiglianza aggraverebbe la situazione descritta poco fa rendendo la situazione assolutamente catastrofica per la teoria neodarwiniana, una teoria che fa del caso e della contingenza i suoi pilastri: come potrebbe essersi formata in modo casuale e con altre contingenze una identica forma di vita fuori della Terra?

Quale che sia la conclusione di questa storia delle alghe cadute dallo spazio, l’unica cosa che per il momento possiamo fare è starcene comodamente seduti ad aspettare gli sviluppi di questa vicenda.

[fonte enzopennetta]

Pubblicato da Reporter Live Italia

Source: R.L.I.-: Piovono alghe dallo spazio?



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MessaggioInviato: 30/01/2013, 21:02 
E' tutto certamente molto interessante, ma non risponde alla domanda definitiva... ovvero, anche supponendo che la vita non abbia avuto origine sulla terra in modo casuale ma portata da meteoriti o chissà cos'altro ancora, inseminando il pianeta pronto ad accogliere la "gravidanza" (ottima metafora Jimi_Marshall [;)]) cosa che peraltro potrebbe essere accaduta anche su Marte e su miliardi di pianeti analoghi, la probabilità di nascita casuale della vita di 1:10^40.000 rimane uguale anche sull'ipotetico meteorite che l'ha portata fin qui.

Io appoggio tranquillamente la teoria della panspermia come "origine" della vita unicellulare molecolare sui pianeti che poi si evolve in vegetali, animali e forme di vita senzienti quali Anunnaki, Homo, Extraterrestri vari - ma rimane aperto l'interrogativo fondamentale legato a quella probabilità "impossibile"... [8]

Quindi... dove, come e quando è nata la prima molecola "viva"?



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MessaggioInviato: 31/01/2013, 10:46 
Chiedilo a ... Dio! [:D]



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MessaggioInviato: 31/01/2013, 10:58 
Cita:
Enkidu ha scritto:

Mi domando cosa succederebbe se la Luna venisse "contaminata" da batteri terrestri..... potrebbero vivere e riprodursi nel terreno lunare, magari a una certa profondità?


Nel contesto della missione Apollo 12 del 1969, l'astronauta Pete Conrad, aveva, fra gli altri, il compito di riportare sulla Terra pezzi del Surveyor 3, una sonda automatica atterrata sulla Luna nel 1967. Questo modulo - un lander - era rimasto esposto al freddo e al vuoto dello spazio (la Luna non ha quasi atmosfera) per ben 33 mesi, con oscillazioni termiche dell'ordine di 500 gradi, da circa -250° a +250° Celsius (rispettivamente quando la sonda era immersa nella notte lunare o, viceversa, esposta alla luce diretta del Sole).

La missione era finalizzata a verificare quale fosse stato l'effetto, sugli strumenti, dell'esposizione prolungata in ambiente spaziale. Conrad raccolse la telecamera del Surveyor 3 e la riportò sulla Terra. Su di essa gli scienziati rilevarono microscopici organismi, ormai disseccati:



« Quando l'hanno aperta, sembrava che il tecnico che l'aveva montata tre anni prima avesse avuto il raffreddore e avesse starnutito sul polistirene »


La cosa sorprendente fu che, una volta che un microbiologo ebbe effettuato un preparato di questi organismi (bacilli di Streptococcus mitis) essi ripresero ad essere attivi, come se nulla fosse accaduto in quei 33 mesi trascorsi sulla Luna. Questa esperienza dimostrò che i batteri possono sopravvivere nel vuoto spaziale.[4]


http://it.wikipedia.org/wiki/Esobiologia


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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Chiedilo a ... Dio! [:D]


Su questo siamo d'accordo ufologo... anche per me è stato certamente DIO a conferire il carattere vitale, l'energia vitale, nell'universo.

Solo non sono convinto che sia lo stesso DIO descritto dalla chiesa cattolica o dall'antico testamento. E nemmeno, ovviamente, i nostri "Antichi Dei" celebrati come tali solo perchè tecnologicamente avanzati rispetto alle popolazioni umane preistoriche.

Anzi, meglio ancora, per me vale l'equazione DIO=VITA dove VITA sta per la discriminante che fa la differenza in due accozzaglie di protoni, neutroni ed elettroni dove una si manifesta come materia inerme e l'altra come materia viva.

Dal mio punto di vista c'è una "energia" diversa tra un sasso e un essere vivente (pianta, animale, umano) che sia...

A questo punto, verrebbe da chiedersi se dietro la diffusione di questa energia vitale, che sostanzialmente sorge insieme all'Universo ci fu una scelta COSCIENTE o INCOSCIENTE da parte dell'energia vitale stessa non esistendo vita prima.

Ovvero se essa decise di manifestarsi e interagire con l'Universo oppure se esiste di per sè nell'Universo stesso. Ovvero ancora se fu causa o conseguenza del big bang.


Ultima modifica di Atlanticus81 il 31/01/2013, 11:06, modificato 1 volta in totale.


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supponiamo che quanto esposto sopra sia vero compreso il ritrovamento delle alghe ciò farebbe presupporre che sarebbe in teoria possibile che nello spazio cosmico si possano formare delle forme di vita ed ivi sopravvivere e dunque quelle luci strane potrebbero essere forme di vita "evolute" adattatesi allo spazio cosmico :X



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Radiotelescopio Green Bank Telescope con le molecole scoperte davanti. Credit: Bill Saxton/NRAO/AUI/NSF

Usando delle nuovissime tecnologie installate in alcuni radiotelescopio e laboratori all'avanguardia, un gruppo di ricercatori ha scoperto un importante coppia di molecole prebiotiche nello spazio interstellare. Le scoperte indicano che alcuni componenti chimici di base, che sono i mattoni fondamentali per la nascita della chimica biotica ed il DNA, si sono formati all'interno di piccole particelle polverose che galleggiano tra le stelle.

Gli scienziati hanno usato il GBT (Green Bank Telescope) per studiare una gigantesca nube di gas distante circa 25.000 anni luce dalla Terra nella direzione del centro della Via Lattea. I composti chimici che hanno scoperto nella nube includono anche molecole che si pensano siano precursori di diversi componenti chiave del DNA e potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale nella formazione di complesse catene molecolari chiamate amino acidi. In particolare uno: alanina

Una delle nuove molecole appena scoperte, chiamata cianometanimina, è un passo iportante verso la produzione dell'adenina invece, che è uno dei quattro componenti fondamentali del DNA. l'altra molecola, chiamata etanamina, si pensa che abbia giocato un ruolo fondamentale per l'alanina, che è uno dei venti aminoacidi usati per comporre i codici genetici!



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Struttura molecolare della cianometanimina, appena scoperta nello spazio interstellare. Il blu sta per l'azoto, il grigio sta per il carbonio ed il bianco sta per l'idrogeno. Credit: NRAO/AUI/NSF

"Scoprire queste molecole nel gas interstellare fa pensare che probabilmente importantissimi "mattoni" per la costruzione del DNA e degli aminoacidi possono formarsi nello spazio e "inseminare" poi i pianeti appena formati, con questi precursori della vita" ha spiegato Anthony Remijan, del National Radio Astronomy Observatory (NRAO).



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Illustrazione della struttura molecolare dell'adenina, uno dei componenti del DNA. Credit: NRAO/AUI/NSF

In ogni caso, le nuove molecole appena scoperte nello spazio interstellare rappresentano stadi intermedi in lunghi processi chimici che hanno come stadio finale molecole biologiche. I dettagli di come si arriva dalla chimica prebiotica alla chimica biotica sono ancora pieni di punti da chiarire, ma diventa sempre più plausibile che alcuni dei passi fondamentali di questa transizione siano avvenuti nei granelli di ghiaccio sparsi nella polvere della nebulosa che da vita ai sistemi planetari" ha spiegato Remijan.

Le scoperte sono state possibili grazie ad una nuova tecnologia che rende più veloce il processo di identificazione delle "impronte" di questi composti chimici cosmici. Ogni molecola ha uno specifico set di stati rotazionali che può assumere. Quando cambia da uno stato all'altro, una specifica quantità di energia viene o emessa o assorbita, spesso come onde radio a specifiche frequenze che possono essere osservate con il GBT.



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Una nuova immagine dal telescopio APEX (Atacama Pathfinder Experiment) in Cile mostra una splendida vista delle nubi di polvere cosmica nella regione di Orione. Mentre queste dense nubi interstellari appaiono scure e opache nelle osservazioni in luce visibile, la camera LABOCA di APEX "vede" il calore emesso dalla polvere e svela i nascondigli in cui si formano nuove stelle. Una zona intorno alla nebulosa a riflessione NGC 1999 è mostrata dall''immagine in luce visibile a cui sono sovrapposti i dati di APEX, in brillanti toni arancio, che sembrano incendiare la nube scura. Crediti: ESO/APEX (MPIfR/ESO/OSO)/T. Stanke et al./Digitized Sky Survey 2

Nuove tecniche da laboratorio hanno permesso agli astrochimici di misurare i pattern caratteristici di queste frequenze radio per specifiche molecole. Armati di queste informazioni, possono vedere se ci sono corrispondenze con i dati ricevuti dal telescopio. I laboratori dell'Università della Virginia e del Centro di Astrofisica della Harvard-Smithsonian, hanno misurato le emissioni radio per la cianometanimina e l'etanamina, ed i pattern delle frequenze per queste molecole sono stati resi pubblici tramite la pubblicazione dei dati delle indagini fatte con il GBT tra il 2008 ed il 2011.
Un team di studenti che ha partecipato ad un programma di ricerca estivo dell'Università della Virgina ha condotto alcuni degli esperimenti che hanno portato alla scoperta della cianometanimina. Gli studenti hanno lavorato insieme ai professori Brooks Pate, Ed Murphy e Ramijan. Il programma, finanziato dalla National Science Foundation, non solo ha portato ad una grandissima scoperta, ma ha anche aiutato a creare un forte gruppo di lavoro tra studenti.

I ricercatori hanno pubblicato i loro dati nell'ultima edizione della rivista scientifica "Astrophysical Journal Letters".

http://www.nrao.edu/pr/2013/newchem/

http://www.link2universe.net/2013-03-04 ... -ghiaccio/

...siamo veramente,nella conoscenza dell'universo,all'eta'preistorica,quante sorprese ci attenderanno ancora [;)]


Ultima modifica di ubatuba il 08/03/2013, 18:46, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 08/03/2013, 20:01 
infatti, stupefacenti però anche i metodi di indagine, davvero la tecnologia e la scienza hanno strumenti incredibilmente potenti, e nonostante tutto ne serviranno di infinitamente più potenti e precisi per continuare a scalfire la superficie :|



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