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Collisione tra Galassie “Infuoca” un Quasar

25/06/2010, 13:16

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Immagine del campo intorno al quasar di secondo tipo, SDSS J0123+01. Il colore rosso mostra le regioni dove la luce è emessa principalmente dalle stelle. Le regioni verse mostrano le emissioni dal gas caldo ionizzato, che si estende per oltre 590.000 anni luce(6 volte la Via Lattea). La nebulosa inoltre fa da ponte tra il quasar fisicamente e la galassia vicina.Credit: Montserrat Villar Martin(IAA-CSIC)

Usando due dei più grandi telescopi del mondo, un team internazionale di astronomi ha scoperto prove che un collisione tra due galassie sta azionando un intensa attività in un quasar luminosissimo. Gli scienziati, guidati da Montserrat Villar Martin, dell’Istituto di Astrofisica di Andalusia-CSIC, in Spagna, hanno usato il Very Large Telescope(VLT) in Cile insieme al Gran Telescopio Canarias(GTC) che si trova su La Palma alle Isole Canarie, per studiare l’attività del quasar SDSS J0123+00.

Diversi tipi di galassie, conosciute come galassie attive, emettono enormi quantità di energia dai loro nuclei, con alcuni di questi oggetti più luminosi, conosciuti come quasar. L’idea riguardo ai quasar è questa: Al centro c’è un enorme buco nero, con una massa che è diverse milioni di volte il Sole. L’intenso campo gravitazionale creato dal buco nero attira il materiale inesorabilmente al suo interno. Prima di cadere, questo materiale forma un disco di accrescimento dove inizia a riscaldarsi, diventando caldissimo ed emette enormi quantità di energia, responsabile per la maggior parte della luminosità dei quasar. Intorno al “motore” principale del quasar, c’è un toro(un anello molto spesso) opaco alla luce visibile,emesso dal disco di accrescimento. Da una prospettiva terrestre, se il toro è a faccia in su allora la radiazione del disco può essere vista, e cosi il sistema è segnato come di tipo 1, mentre per i quasar di tipo 2, il toro è sul bordo e la radiazione è nascosta.

“I quasar di secondo tipo sono una famiglia che fa parte di galassie ancora piuttosto sconosciute” spiega Montserrat Villar-Martin, che ha guidato il team di ricerca. “che finora abbiamo investigato principalmente dal punto di vista puramente statistico.”

“L’obbiettivo di questo lavoro è di studiare le loro caratteristiche individuali in dettaglio. Nella nostra ricerca abbiamo ottenuto dei risultati davvero sorprendenti. Per esempio abbiamo osservato una nebulosa gigantesca di gas ionizzato associata con SDSS J0123+00, e anche segni di interazione con una galassia vicina.”

“Questo rinforza la nostra idea che l’attività nelle galassie è parzialmente guidata dallo scambio tra materiale tra galassie attive( o quasar) e le loro vicine”.

Anche se i quasar di secondo tipo sono più difficili da rilevare, sono dei laboratori unici, che permettono agli astronomi di studiare l’ambiente del quasar in grande dettaglio, grazie all’oscuramento della radiazione da parte del toro circondante.

Nel caso di SDSS J0123+00 uno dei risultati più importanti è la scoperta di un estesa, pallida nebulosa di gas ionizzato intorno all’intera galassia. La nebulosa è circa 6 volte più grande della Via Lattea e, secondo gli autori, è probabilmente composta dai detriti dell’interazione tra la SDSS J0123+00 ed i suoi vicini.

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la vista in dettaglio, sopra, di tutte le zone, con le relative strutture e centri gravitazionali


Collisione tra Galassie “Infuoca” un Quasar

24 giugno 2010 di Adrian

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Immagine del campo intorno al quasar di secondo tipo, SDSS J0123+01. Il colore rosso mostra le regioni dove la luce è emessa principalmente dalle stelle. Le regioni verse mostrano le emissioni dal gas caldo ionizzato, che si estende per oltre 590.000 anni luce(6 volte la Via Lattea). La nebulosa inoltre fa da ponte tra il quasar fisicamente e la galassia vicina.Credit: Montserrat Villar Martin(IAA-CSIC)

Usando due dei più grandi telescopi del mondo, un team internazionale di astronomi ha scoperto prove che un collisione tra due galassie sta azionando un intensa attività in un quasar luminosissimo. Gli scienziati, guidati da Montserrat Villar Martin, dell’Istituto di Astrofisica di Andalusia-CSIC, in Spagna, hanno usato il Very Large Telescope(VLT) in Cile insieme al Gran Telescopio Canarias(GTC) che si trova su La Palma alle Isole Canarie, per studiare l’attività del quasar SDSS J0123+00.

Diversi tipi di galassie, conosciute come galassie attive, emettono enormi quantità di energia dai loro nuclei, con alcuni di questi oggetti più luminosi, conosciuti come quasar. L’idea riguardo ai quasar è questa: Al centro c’è un enorme buco nero, con una massa che è diverse milioni di volte il Sole. L’intenso campo gravitazionale creato dal buco nero attira il materiale inesorabilmente al suo interno. Prima di cadere, questo materiale forma un disco di accrescimento dove inizia a riscaldarsi, diventando caldissimo ed emette enormi quantità di energia, responsabile per la maggior parte della luminosità dei quasar. Intorno al “motore” principale del quasar, c’è un toro(un anello molto spesso) opaco alla luce visibile,emesso dal disco di accrescimento. Da una prospettiva terrestre, se il toro è a faccia in su allora la radiazione del disco può essere vista, e cosi il sistema è segnato come di tipo 1, mentre per i quasar di tipo 2, il toro è sul bordo e la radiazione è nascosta.

“I quasar di secondo tipo sono una famiglia che fa parte di galassie ancora piuttosto sconosciute” spiega Montserrat Villar-Martin, che ha guidato il team di ricerca. “che finora abbiamo investigato principalmente dal punto di vista puramente statistico.”

“L’obbiettivo di questo lavoro è di studiare le loro caratteristiche individuali in dettaglio. Nella nostra ricerca abbiamo ottenuto dei risultati davvero sorprendenti. Per esempio abbiamo osservato una nebulosa gigantesca di gas ionizzato associata con SDSS J0123+00, e anche segni di interazione con una galassia vicina.”

“Questo rinforza la nostra idea che l’attività nelle galassie è parzialmente guidata dallo scambio tra materiale tra galassie attive( o quasar) e le loro vicine”.

Anche se i quasar di secondo tipo sono più difficili da rilevare, sono dei laboratori unici, che permettono agli astronomi di studiare l’ambiente del quasar in grande dettaglio, grazie all’oscuramento della radiazione da parte del toro circondante.

Nel caso di SDSS J0123+00 uno dei risultati più importanti è la scoperta di un estesa, pallida nebulosa di gas ionizzato intorno all’intera galassia. La nebulosa è circa 6 volte più grande della Via Lattea e, secondo gli autori, è probabilmente composta dai detriti dell’interazione tra la SDSS J0123+00 ed i suoi vicini.
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la vista in dettaglio, sopra, di tutte le zone, con le relative strutture e centri gravitazionali

Parte della gigantesca nebulosa è un ponte di materiale che connette le due galassie. Questa scoperta rinforza la nostra ipotesi che l’attività del quasar è attivata dall’interazione tra di loro, producendo cosi il gas che si accumula poi intorno al centro galattico fornendo nuovo materiale con cui nutrire il buco nero. Questo processo scaturisce anche la rapida formazione di nuove stelle giovani.

I nuovi risultati sono i primi basati sulle immagini ottenute con il nuovo filtro per il Optical System for Imaging and low Resolution Integrated Spectroscopy(OSIRIS), l’istrumento istallato sul GTC. L’OSIRIS permette agli astronomi di osservare oggetti in zone molto strette dello spettro della luce visibile, dal rosso al blu, qualcosa che con i vecchi sistemi avrebbe necessitato di oltre 5000 bande di filtri.

http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/1006/1006.1517v1.pdf

Fonte: http://link2universe.wordpress.com/2010 ... un-quasar/

05/07/2011, 15:47

Astronomia e cosmologiaSu NatureIl quasar più lontano mai scoperto
La nuova osservazione amplia le conoscenze delle prime fasi di sviluppo dell'universo primordiale Potrebbe aprire la strada a una più profonda comprensione dello sviluppo del cosmo primordiale la scoperta di un gruppo di astronomi che è riuscito a osservare quello che si candida a essere il più lontano quasar di cui si abbia notizia finora.

Questo raro e brillante “faro cosmico” alimentato da un buco nero con buco nero due miliardi di volte più massiccio del Sole, è di gran lunga l'oggetto più brillante mai osservato presente nell'universo quando esso non aveva più di 800 milioni di anni, cioè solo un piccola percentuale della sua età attuale.

L'oggetto trovato, denominato ULAS J1120+0641 è 100 milioni di anni più giovane dell'oggetto che deteneva finora il primato della distanza. Il redshift rilevato per la sua radiazione è infatti of 7,1, un valore che equivale a guardare indietro nel passato remoto dell'universo quando esso aveva solo 770 milioni di anni, solo il 5 per cento della sua età attuale. Prima di questa scoperta, il valore più alto mai misurato per il redshift è di 6,4, equivalente a un'età dell'universo di 870 milioni di anni.

Tenuto conto che si conoscono solo circa 100 quasar con un redshift maggiore di 7 nell'intero cielo, la loro scoperta è un evento estremamente raro.

Anche se sono stati rilevati oggetti più distanti sono state confermate (come un lampo di raggi gamma a redshift 8.2 e una galassia a redshift 8.6), questo quasar è centinaia di volte più luminoso. Tra gli oggetti sufficientemente luminosi da poter essere studiati in dettaglio, questo è decisamente il più lontano.

“Gli oggetti che si trovano a così grande distanza sono quasi impossibili da rilevare nell'ambito di survey in luce visibile, poiché la loro radiazione è 'stirata' dall'espansione dell'universo”, ha spiegato Simon Dye, che ha partecipato alla ricerca, i cui risultati sono descritti sull'ultimo numero della rivista Nature. “Ciò significa che nel tragitto per arrivare alla Terra, la maggior parte di essa finisce nella porzione infrarossa dello spettro elettromagnetico”.

“Ci sono voluti cinque anni di ricerche per trovare l'oggetto”, ha continuato Dye. “Stavamo cercando quasar con un redshift maggiore di 6,5; trovarne uno addirittura con un valore più alto di 7 è stata una sorpresa veramente eccitante: questo quasar fornisce un'opportunità unica per esplorare una finestra di 100 milioni di anni in cui il cosmo era precedentemente fuori portata”.

I Quasar sono galassie molto brillanti e molto distanti che si ritiene possano essere alimentati da buchi neri supermassicci posti al loro centro. La loro estrema brillantezza li rende preziose testimonianze di un periodo della storia dell'universo in cui cominciarono a formarsi le prime stelle e le prime galassie.

Gli astronomi hanno rivelato inizialmente il quasar utilizzando lo UK Infra-Red Telescope (UKIRT), situato nelle Isole Hawaii, nell'ambito dell'UKIRT Infrared Deep Sky Survey (UKIDSS). La distanza dell'oggetto è stata poi confermata dalle osservazioni condotte con lo strumento FORS2 del Very Large Telescope (VLT) dello European Southern Observatory e altri strumenti del Telescopio Gemini North. (fc)



http://lescienze.espresso.repubblica.it ... lo/1348500
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