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MessaggioInviato: 22/03/2012, 21:02 
http://planetary.org/blog/article/00003429/
questa ipotesi descritta nel link sopra ha dell'incredibile;
C'è la possibilità che ai poli in un cratere depressionario dove non batte mai il sole perchè l'asse di rotazione del pianeta è spostato di pochissimo dalla perfetta verticale al piano dell'orbita, ci sia del ghiaccio!!!!
Saluti


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MessaggioInviato: 22/03/2012, 23:18 
Cita:
superza ha scritto:

http://planetary.org/blog/article/00003429/
questa ipotesi descritta nel link sopra ha dell'incredibile;
C'è la possibilità che ai poli in un cratere depressionario dove non batte mai il sole perchè l'asse di rotazione del pianeta è spostato di pochissimo dalla perfetta verticale al piano dell'orbita, ci sia del ghiaccio!!!!
Saluti



in effetti e' una notizia che circola da parecchio tempo...........[;)]


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MessaggioInviato: 04/04/2012, 18:08 
Pubblicati immagini e dati raccolti dalla sonda MESSENGER della NASA: il pianeta più interno del sistema solare ha un nucleo molto più esteso rispetto alle previsioni e anche la sua composizione ha riservato delle sorprese. In particolare, la superficie appare virtualmente priva di ferro, una circostanza che ha importanti implicazioni per il modello della sua costituzione interna

x l'articolo
http://www.lescienze.it/news/2012/03/21 ... re-918662/


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MessaggioInviato: 04/04/2012, 21:21 
non si diceva che al contrario fosse principalmente costituito da ferro, anche nella superficie?



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MessaggioInviato: 16/08/2012, 14:04 
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75,23 KB
Porzione di un più vasto mosaico di tutta la superficie di Mercurio. In particolare questa è una sezione di una regione vulcanica. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Continua imperterrita la missione della sonda MESSENGER che per il secondo anno sta mappando in dettaglio la superficie di Mercurio. Quest'anno l'orbita si è abbassata molto e le nuovo foto riescono a raggiungere una risoluzione molto maggiore, permettendo di vedere nuovi dettagli nella geologia di questo misterioso pianeta. La prima delle nuove immagini (visibile qui sopra) mostra una pianura vulcanica, molto liscia, che è stata pesantemente modificata da processi tettonici che hanno portato alla formazione di pieghe e creste. Queste creste sono visibili anche su Marte e sulla Luna e si formano quando la lava si raffredda facendo si che la crosta si contragga orizzontalmente. Nella foto sono visibili anche crateri sepolti o distrutti dall'avanzare di queste creste, oppure crateri che hanno a loro volta sepolto vecchie creste. Studiare la storia di queste creste sulla superficie di Mercurio può aiutare gli scienziati a capire qualcosa di più riguardo a come il pianeta si è deformato nel tempo




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115,86 KB

Immagine a colori del cratere Rachmaninoff che mette in mostra le diversità mineralogiche interne al cratere. Si può notare per esempio la struttura a doppio anello, del cratere. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Questa spettacolare immagine ad alta risoluzione mostra il Cratere Rachmaninoff, grande 306 km in diametro, con una risoluzione di circa 304 metri per pixel, e con una mappa colorata a 8 diversi colori, corrispondenti a diverse composizioni minerali del terreno. Si possono notare differenze non solo interne agli anelli del cratere ma anche intorno al picco centrale, che è un deposito originario dell'impatto con l'asteroide che ha creato il cratere.






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108,17 KB

Sezione del bacino Michelangelo, su Mercurio, fotografato dalla sonda MESSENGER. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

L'immagine qui sopra mostra una parte del gigantesco Bacino Michelangelo. Si tratta di un grande cratere a doppio anello dominato da una continua coperta di materiale espulso dopo l'impatto. La distanza tra i due anelli visibili qui è di 63 km, mentre la risoluzione dell'immagine è di 203 metri per pixe



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129,67 KB
Cratere Magritte insieme a due piccoli crateri vicini, fotografati dalla sonda Messenger, sulla superficie di Mercurio. Credit:NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Il grande cratere visto qui al centro è Magritte, ed ha un diametro di circa 105 km. Quelli vicini non hanno un nome, ma grazie anche alla posizione giusta del Sole, le ombre fanno sembrare questo complesso di crateri come un disegno di Mickey Mouse. In realtà foto di crateri sovrapposti sono importantissime da trovare perché permettono di capire l'ordine in cui sono avvenuti gli eventi sulla superficie, e quindi tracciare meglio la lunga storia geologica del pianeta.
La risoluzione ottenuta dalla sonda per questa foto è di 188 metri per pixel.



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95,13 KB

Immagine a colori del Cratere Abedin, sulla superficie di Mercurio. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Il Cratere Abedin fa parte di una serie di grandi crateri freschi che si sono formati sopra le pianure vulcaniche nell'emisfero nord di Mercurio. Le pianure nordiche sembrano essere composte da uno strato spesso e relativamente uniforme nella composizione, e Abedin conferma quest'idea mostrando poca variazione nei colori del materiale espulso, e quindi poca variazione mineralogica.
Il cratere ha 116 km in diametro ed è stato fotografato qui ad una risoluzione di 147 metri per pix



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Immagine del Bacino Dario, fotografato dalla sonda MESSENGER. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Questa nuova immagine del fondale vulcanico del Bacino Dario mostra diverse strutture complesse e fratture che si intrecciano tra di loro. Il fondale è molto liscio ma si possono anche notare particolari scarpate e se guardate bene, un lato del cratere è completamente inondato dalla lava. Studiando le relazioni tra le varie strutture presenti all'interno del cratere, gli scienziati sono in grado di determinare una sequenza di formazione per le strutture presenti all'interno del Bacino Dario.
Il Bacino Dario ha un diametro di circa 100 km, e l'immagine è stata acquisita con una risoluzione di 95 metri/pixel.




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In questa singola foto a colori ci sono ben 6 crateri con nomi propri. Tra i più grandi ci sono Tygaraja, Zeami, Sofocle e Stevenson. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Quest'immagine comprende una vasta regione di Mercurio è sono visibili ben 6 crateri importanti. Il cratere in cima, con il fondale molto luminoso, le pareti terrazzate ed i picchi centrali, è Tygaraja, che ha un diametro di 97 km. Il grande cratere al centro dell'immagine che oltre ad un fondale chiaro ha anche delle catene di impatti al suo interno, è Zeami, grande 129 km in diametro. Poco a sud invece c'è Cratere Sofocle, con un diametro di 142 km. A destra c'è un piccolo cratere che ha una coperta arancione sul suo fondale. Si tratta del cratere Theophanes, grande 46 km in diametro. Alla sinistra di Sofocle c'è un altro cratere di dimensioni simili, chiamato Goya, ed infine, in alto a destra c'è un Cratere Stevenson, con la sua distintiva forma ad X, data da catene di impatti secondari.
La risoluzione dell'immagine è di 671 metri per pixel.





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Immagine dei depositi all'interno del cratere Tygaraja. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

L'immagine sopra è una delle migliori che abbiamo dei misteriosi depositi bianchi che si trovano nel caso di alcuni crateri su Mercurio. Nessuno sa ancora perché si formano simili aloni, ma si suppone sia per la sublimazione di un componente del materiale esposto durante l'impatto originale. Il cratere porta il nome di Kakarla Tyagabrahmam, colloquialmente chiamato Tyagarajar; compositore indiano del 18esimo secolo.
Il cratere ha 97 km in diametro ed è stato fotografato ad una risoluzione di 75 metri per pixel.



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[img]http://www.ufoforum.it/public/data/ubatuba/2012816135323_cratere-oscurità-665x700.jpg[/img]
102,52 KB

Cratere che per metà rimane sempre nell'oscurità. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Uno degli obbiettivi principali della missione MESSENGER era trovare tracce di acqua su Mercurio! Per quanto possa sembrare assurdo, in alcuni crateri che non son mai esposti al Sole, depositi di ghiaccio d'acqua portato dagli asteroidi, potrebbero ancora essere intatti. Dalla Terra sono state eseguite analisi con i radio-telescopi più potenti e tutti indicavano la presenza di ghiaccio vicino ai poli. La sonda è riuscita a trovare diversi crateri che sono in perenne ombra, e questo è uno di quelli. Si trova nelle latitudini alte vicino alla regione polare di Mercurio.
L'intera immagine ha un diametro di circa 60 km ed è fotografata qui con una risoluzione di 59 metri per pixel.



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111 KB

Immagine del materiale a bassa riflettività all'interno del Cratere Derain. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Quest'immagine mostra uno zoom da un particolare punto di vista del materiale a bassa riflettività che circonda il Cratere Derain. Oltre a quel materiale, che circonda il cratere come un colare, sono visibili anche gli aloni bianchi misteriosi di cui parlavamo poco fa. Il Cratere Derain ha un diametro di circa 167.5 km ed è visto qui con una risoluzione di 101 metri per pixe



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123,14 KB

Porzione del Bacino Caloris, su Mercurio, fotografato dalla sonda MESSENGER. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

L'immagine sopra è una porzione dell'interno del Bacino Caloris. Le linee che vedete sono anelli più o meno concentrici, visibili in tutto il bacino. Si tratta di fratture causate dalle forze orizzontali che hanno stirato letteralmente la superficie. Queste zone sono tra le più importanti da studiare sulla superficie di Mercurio e per questo la sonda MESSENGER sta riprendendo particolari del bacino, ad alta risoluzione.
L'immagine ha una risoluzione di 296 metri per pixel, e per proporzioni, il piccolo cratere sulla destra dell'immagine ha 40 km in diametr



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Immagine a colori di diversi crateri sulla superficie di Mercurio. Tra i più grandi ci sono Kuiper, Yeats, Dominici e Omero. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Al centro di questa scena c'è una zona scura con un terreno particolarmente blu. Gli scienziati hanno chiamato questo terreno (Low Reflectence Material (LRM)). Questo materiale a bassa riflettività è scuro su tutte le lunghezze d'onda ed è molto distinto dal resto della superficie di Mercurio. Non si ha ancora una chiara idea circa la sua origine o composizione.
Ci sono anche diversi crateri visibili qui: Kuiper, Yeats, Dominci e Omero.
Tutta la scena ha un diametro di circa 1040 km, con una risoluzione di 975 metri per pixel.



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Serie di freschi crateri sulla superficie di Mercurio. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Tutti conoscono la famosa serie di tre crateri di diverse dimensioni sulla superficie di Vesta, battezzata "Pupazzo di Neve", ma a quanto pare c'è una replica anche su Mercurio. Questi tre crateri sono anche particolarmente giovani e circondati di un terreno molto riflettente. L'intera immagine ha un diametro di 310 km ed è vista qui con una risoluzione di 289 metri per pixel.



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Spettacolare montagna al centro di un cratere grande circa 100 km. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

MESSENGER ha ripreso un cratere di circa 100 km in diametro con al suo centro una spettacolare montagna rocciosa. Non è molto alta, raggiungendo soltanto 1.000 metri circa di elevazione, ma per com'è strutturata è davvero un sogno per gli alpinisti. L'immagine ha una risoluzione di circa 22 metri per pixe



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101,06 KB

Porzione del Bacino Caloris, su Mercurio. Credit:NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Questa scena mostra una porzione del Bacino caloris. L'immagine a colori permette di notare il forte contrasto nella natura mineralogica delle rocce e l'esterno del bacino. Le parti nord ed est dell'immagine sono dominate da materiale arancione chiaro, che è in buona parte dominante nel fondale del bacino. Fuori dal bacino però, nelle zone a sud e ovest, domina del materiale blu scuro. Al centro c'è un enigmatica depressione con un alone di materiale molto chiaro. Si pensa che si tratti di una vecchia sorgente vulcanica!
L'immagine copre un'area di 377 km in diametro ed ha una risoluzione di 370 metri per pixel.




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160,41 KB

Quest'ultima immagine fa parte di un ampio mosaico di tutta la superficie di Mercurio. Al centro dell'immagine potete notare un canale di lava che si estende dalle montagne vicine fino ad inondare interamente il Cratere Kofi. Sulla sinistra, in alto, si possono notare anche altre sorgenti vulcaniche e un'altro canale è visibile a sud-est. Riuscire a determinare come questi canali si sono venuti a formare, quanto rapidamente si sono formati e come sono correlati alle vicine pianure vulcaniche, è fondamentale per capire qualcosa sul vulcanismo su Mercurio.

MESSENGER ci ha davvero permesso di aprire gli occhi e scoprire un pianeta incredibilmente più complesso di quanto chiunque avrebbe immaginato.

http://photojournal.jpl.nasa.gov/targetFamily/Mercury

link2universe

possiamo affermare che con il prezzo irrisorio di questa missione sono stati incamerati dati di notevole importanza x capire il comportamento del sistema mercurio...


Ultima modifica di ubatuba il 16/08/2012, 14:23, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 16/08/2012, 14:10 
Bella sequenza, Ubatuba! [:D]



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MessaggioInviato: 16/08/2012, 15:01 
uba, novità da new horizon?



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MessaggioInviato: 16/08/2012, 17:21 
diciamo che nel marzo 2001 ha passato l'orbita di urano
nell'agosto 2014 passera'l'orbita di nettuno
quindi nel luglio 2015 appuntamento con plutone e caronte
poi se tutto filera'liscio dovrebbe esserci un sorvolo'di un oggetto della fasscia di kuiper entro il 2020......[;)]





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MessaggioInviato: 16/08/2012, 18:48 
accidenti, ci vorranno ancora due anni per raggiungere l'orbita, e non nettuno sigh....... Sì sapevo di Urano, ma purtroppo new horizon non può sfruttare la particolarità orbitale che permise a Voyager 2 di vistare tutti i pianeti esterni [:(]

Che oggetto sarebbe nella fascia di kuiper? l'hanno già individuato o "stimano" che dovrebbe trovarne uno a quella data?



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MessaggioInviato: 16/08/2012, 18:53 
non e' stato ancora individuato,(almeno da quello che ne so io)come del resto non si tratta ancora di una certezza.....................[;)]


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MessaggioInviato: 17/08/2012, 12:28 
... mostruosamente UBA [;)]


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MessaggioInviato: 01/09/2012, 15:02 
non e' notizia riguardante messenger,ma della future esplorazione di mercurio da parte della sonda bepi colombo dell'esa---------------------------------------------------------------

-------------------------------------------------------------------------------------------------------

BepiColombo è una missione dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con la Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) e rappresenta le fondamenta del programma di esplorazione di Mercurio dell'ESA.

http://www.invasionealiena.com/spazio/a ... curio.html


x notizie dettagliate entrare nel link sopra----- [;)]


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MessaggioInviato: 30/11/2012, 19:23 
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Mosaico della superficie di Mercurio creato con i dati del secondo sorvolo di MESSENGER nel 2008. Credit: NASA/JPL

A Marzo di quest'anno, dopo la Conferenza delle Scienze Lunari e Planetarie, avevo raccontato di come dalle ultime ricerche veniva fuori che ai poli di Mercurio c'erano segni della presenza del ghiaccio d'acqua! Da allora sono stati fatti ulteriori e più approfonditi studi e quei segni iniziali si sono trasformati in segni molto più sicuri e robusti. A questo si aggiungono anche alcune nuove interessantissime scoperte che riguardano da vicino la sorprendente chimica e mineralogia di questo pianeta pieno di misteri! Ma andiamo per ordine, la prima cosa da segnalare e che il team scientifico dietro la missione MESSENGER, l'orbiter che da due anni esplora da vicino Mercurio, ha mostrato come ci sono regioni nei crateri polari sempre in ombra, che hanno una riflessività maggiore del 50% e questo è consistente con appunto il ghiaccio d'acqua!

Riguardo a questo ci sono interessanti approfondimenti da parte di uno degli scienziati della missione, Carolyn Ernst:

"I risultati che Greg Neumann (che rappresenta il team dell'altimetro MLA (Mercury Laser Altimeter) aveva presentato alla conferenza di Marzo, usava i dati che andavano solo fino a circa 84° Nord. I due grandi depositi che risultavano ad alta riflettività, discussi durante la più recente conferenza invece, si trovano più a nord. Possiamo analizzare il pianeta con l'altimetro MLA soltanto fino a 84°N senza spostare la navicella dalla sua orbita, e questo non era stato fatto quasi mai (e per niente nei primi sei mesi della missione). Una volta che abbiamo iniziato a spostare la sonda abbiamo iniziato ad ottenere dati anche per le zone più a nord, ma più lentamente. C'è voluto un po' per ottenere abbastanza dati per quei crateri (Kandinsky e Prokofiev)da essere sicuri che potevamo misurare un segnale con una buona consistenza. Praticamente, i dati MLA presentati alla prima conferenza a Marzo erano delle regioni che erano troppo calde per poter possedere grandi aree di ghiaccio stabile sulla superficie ma potevano avere altri depositi di ghiaccio magari sepolti sotto strati di altri materiali (ed i dati del MLA supportano le mappe termiche che ipotizzano che la zona sia coperta da materiale organico). Ma le regioni più più fredde che si trovano più vicine ai poli, possono avere superfici di ghiaccio molto più vaste e stabili. Il dati presentati da David Page non includono i modelli topografici creati con il MLA, di questa zona, perché non li avevamo durante il periodo in cui abbiamo fatto le nostre analisi. Quindi non ha potuto occuparsi anche della stabilità del ghiaccio d'acqua in alcuni dei crateri mostrati prima da Greg. Più a lungo durerà la missione MESSENGER, migliore sarà la copertura che riusciremmo ad ottenere."



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Polo Sud di Mercurio visto con il telescopio Arecibo. Le zone chiare sono quelle dove le onde radar sono rimbalzate come fanno solitamente con il ghiaccio d'acqua. Credit: Arecibo

Come ha sottolineato anche Nancy Chabot, del team di MESSENGER, non è la prima volta questa che si parla di ghiaccio su Mercurio, e infatti nel 1999 gli astronomi avevano usato il radio-telescopio più potente al mondo: Arecibo, per esaminare i poli di Mercurio e scoprirono che c'erano delle zone bianche che corrispondevano al modo in cui le onde radar normalmente rimbalzano sul ghiaccio d'acqua.

Grazie alla sonda MESSENGER siamo ovviamente riusciti a migliorare molto la qualità delle riprese dei poli, e Nancy Chabot ha confermato che tutte le aree brillanti viste da Arecibo sono entro le stesse identiche regioni confermate da MESSENGER come in perenne ombra. Per di più, quasi tutti i crateri che sono più grandi di 10 km in diametro e sopra i 80° di latitudine nord, contengono depositi che sono brillanti nelle osservazioni radar. Questo limite dei 10 km è importante perché segna il momento di passaggio su Mercurio dai crateri semplici a quelli con forme e bordi molto più complessi. La geometria dei crateri semplici e tale che le parti del cratere che sono esposte al Sole assorbono e irradiano nuovamente l'energia solare, illuminando così anche le pareti in ombra. Questo rende ovviamente i crateri piccoli troppo caldi perché ci sia del ghiaccio d'acqua. Tuttavia, nel caso dei crateri maggiori la geometria cambia e si possono avere aree sempre in ombra. E' davvero incredibile comunque quanto sono corrispondenti i dati rilevati da Arecibo e da MESSENGER.

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In quest'immagine sono sovrapposti i dati ottenuti da Arecibo (in giallo) con le immagini del polo nord di Mercurio ottenute dalla sonda MESSENGER. Credit: NASA/JHUAPL/CIW

Le temperature proprio sulla superficie in queste zone più scure sono in realtà troppo alte perché possa esserci del ghiaccio d'acqua stabile. Tuttavia, come si accennava prima parlando della conferenza di Marzo, se si scava a 10,20 cm sotto il suolo si potrebbe trovare una regione con una temperatura stabile intorno ai 100 Kelvin (-173°C).

Quindi, pare che i crateri in ombra perenne contengono davvero del ghiaccio d'acqua, anche se per una parte di loro, cioè quelli entro 84°N non è proprio sulla superficie ma si trova schiacciato sotto una fetta di suolo. Ora, il problema, ma anche la cosa più interessante, è capire di cos'è composto questo suolo, date le sue caratteristiche nei dati dell'altimetro. Deve'essere un tipo di materiale che rimane scuro e che è stabile a 170 Kelvin 103°C. Ci sono diverse cose che potrebbero essere responsabili, ma Dave Paige ha spiegato che l'ipotesi più favorita è che si tratti di complessi composti organici come quelli che si trovano nei meteoriti carbonacei condriti. Questi composti sarebbero volatili altrove su Mercurio, cioè non sarebbero stabili come solidi, ma piuttosto come gas, ma qui rimarrebbero intrappolati nelle aree sempre in ombra, proprio come il ghiaccio d'acqua, solo a temperature più alte.


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Mosaico del polo nord di Mercurio. In nero ci sono le zone che sono perennemente in ombra. Molte altre zone si trovano tutto intorno nei crateri che vengono sempre illuminati solo parzialmente. Credit: NASA

Il fatto di avere vaste distese di ghiaccio d'acqua con sopra una grande quantità di composti organici complessi rende le regioni intorno ai poli di Mercurio sorprendentemente abitabili. Se si scava qualche decina di cm sotto la superficie si troveranno temperature molto più confortevoli e anche accesso ad acqua e materiale organico.

Un set finale di osservazioni ha corroborato queste conclusioni. David Lawrence ha presentato i risultati preliminari di un'anno intero di creazione di mappe dei poli di Mercurio usando lo Spettrometro a Neutroni a bordo di Messenger. Il ricercatore ha iniziato sottolineando quanto sia difficile usare uno spettrometro a neutroni in un'orbita ellittica come quella di MESSENGER; il variare delle distanze dalla superficie ed il variare delle velocità rispetto alla superficie devono sempre essere tenute in considerazione per ogni misurazione. Le simulazioni di cosa dovrebbe vedere lo strumento se ci fosse del ghiaccio ai poli sulla superficie non sono però compatibili con le osservazioni effettive dello spettrometro. Invece, le mappe sono in perfetto accordo con cosa ci si aspetterebbe se ci fosse del ghiaccio sepolto sotto 10 cm dalla superficie.

Ovviamente questi primi risultati diventeranno ancor più intriganti man mano che MESSENGER potrà accumulare sempre più dati e usare meglio anche il suo spettrometro e altimetro per studiare in dettaglio le regioni polari.
Per molto tempo si è pensato a Mercurio come ad un pianeta non troppo interessante, privo di geologia particolare o cose da studiare in dettaglio. In realtà questa missione, la prima ad orbitare intorno a questo pianeta, ha completamente rivoluzionato quello che sappiamo di Mercurio ed ha aperto moltissime finestre su cosa davvero potremmo aspettarci di trovare in futuro!
La ESA sta già lavorando ad una nuova missione più complessa, formata da ben due orbiter, chiamata Bepi Colombo, che dovrebbe essere lanciata più tardi questo decennio per arrivare nel prossimo in orbita intorno a questo piccolo ma sorprendente pianeta.

http://www.sciencemag.org/content/early ... ce.1231106

http://www.sciencemag.org/content/early ... ce.1229764

http://www.sciencemag.org/content/early ... ce.1229953

http://www.planetary.org/blogs/emily-la ... r-ice.html
http://www.link2universe.net/2012-11-30 ... -mercurio/

LA missione sta portando alla luce dati sempre piu' interessanti riguardanti un pianeta che si riiteneva senza alcun interesse,se queste sono le premesse,dobbiamo aspettarci nuove sorprese,nell'ambito sia del ns sistema solare e supponibile nuove interessanti novita su mercurio


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 Oggetto del messaggio: Re: novità da MESSENGER: prevista conferenza stampa
MessaggioInviato: 19/10/2018, 22:16 
Cita:


Luce verde a lancio della prima missione europea su Mercurio
Bepi Colombo, per l'Europa sfida tecnologica da 2 miliardi


KOUROU (GUYANA FRANCESE) - Luce verde al lancio di Bepi Colombo, la prima missione europea diretta verso Mercurio, il pianeta più interno del Sistema Solare e il più vicino al Sole, con temperature estreme, ancora pieno di misteri e cruciale per sottoporre la teoria della relatività di Einstein all'esame più severo che abbia mai affrontato.

Nella base europea di Kourou, dove i quattro moduli che costituiscono Bepi Colombo sono a bordo del lanciatore Ariane 5 Eca, gli ultimi test stanno procedendo bene, proseguono le ultime operazioni in vista del lancio, in programma questa notte, alle 3,45 italiane. A bordo, come in una matrioska, in un unico veicolo largo poco più di sei metri, largo quasi quattro metri e alto 3,6 chiamato Mcs (Mercury Composite Spacecraft), sono assemblati i quattro moduli della missione, destinati ad attraversare insieme il Sistema Solare per sette anni per separarsi una volta arrivati nell'orbita di Mercurio, nel 2025.


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 Oggetto del messaggio: Re: novità da MESSENGER: prevista conferenza stampa
MessaggioInviato: 17/12/2018, 17:06 
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Bepi Colombo ha acceso i suoi motori del futuro: destinazione Mercurio
La missione Bepi Colombo si prepara ad affrontare il viaggio di sette anni verso Mercurio, portando a bordo anche tanta ricerca e tecnologia italiane

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La sonda Bepi Colombo ha acceso i suoi motori del futuro: inizia così il viaggio lungo 7 anni che la porterà verso Mercurio.
Il segnale per l’accensione dei motori a propulsione ionica (la propulsione elettrica utilizzata per i veicoli spaziali) è stato inviato dal centro di controllo della missione a Darmstadt (Germania)

Al termine di un periodo intenso di verifiche e test, la sonda ha quindi ricevuto la “spinta” verso il pianeta più vicino al Sole.

I propulsori di Bepi Colombo sono una delle tante sfide di questa missione. Ogni arco di accensione del propulsore persiste fino a due mesi, fornendo la stessa accelerazione ottenuta da una minore quantità di combustibile rispetto alle combustioni chimiche tradizionali ad alta energia, che durano solo qualche minuto o ore.
Il primo arco di spinta è stato quello odierno: la navicella ha intrapreso la traiettoria interplanetaria, ottimizzando l’orbita, in attesa del fly by del pianeta azzurro previsto nell’aprile 2020.

Verso la fine del 2025 il lavoro del modulo di trasferimento sarà completato e i due moduli “Mercury Magnetospheric Orbiter” e “Mercury Planetary Orbiter” si separeranno dal modulo di trasporto per essere catturati dalla gravità di Mercurio e studiarne il pianeta e il suo ambiente.

Nata dalla collaborazione fra l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Gapponese Jaxa, la missione Bepi Colombo si prepara ad affrontare il viaggio di sette anni verso Mercurio, portando a bordo anche tanta ricerca e tecnologia italiane, con la partecipazione di Agenzia Spaziale Italiana, Istituto Nazionale di Astrofisica, Università Sapienza di Roma e il Gruppo Leonardo.




http://www.meteoweb.eu/2018/12/bepi-col ... 2/1193665/


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