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MessaggioInviato: 01/12/2011, 14:37 
..cmq e'necessario ke qualkuno si assuma pur qualke rischio,se si vuole avere un ritorno,gli inconvenienti esistono pure nelle situazioni gia'sperimentate [;)]


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MessaggioInviato: 01/12/2011, 15:14 
certo, ma penso che qualunque persona mediamente colta e non gretta sarebbe ben felice, anche solo di poter vedere immagini indirettamente, senza parteciparvi, di una missione umana sulla luna o su marte, sapere che invece di rovinare il nostro pianeta le risorse si ricavano dalla montagna di asteroidi in giro per lo spazio...



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MessaggioInviato: 01/12/2011, 16:16 
Cita:
Raziel ha scritto:
sapere che invece di rovinare il nostro pianeta le risorse si ricavano dalla montagna di asteroidi in giro per lo spazio...

Ma figurati... ora sono anche tornati al "SUPPOSTONE" della serie... invece di andare avanti andiamo indietro.



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MessaggioInviato: 01/12/2011, 22:06 
che sarebbe il suppostone?



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MessaggioInviato: 07/06/2013, 12:06 
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Nel Sistema Solare i pianeti noti possono essere classificati in tre categorie: terrestri, giganti gassosi e giganti ghiacciati. Nell'ultima categoria ci sono Urano e Nettuno che, confrontati con tutti gli altri pianeti, presentano ancora moltissimi lati oscuri visto che l'unica sonda ad averli visitati è stata la Voyager 2 con un flyby su Urano nel 1986 e uno su Nettuno nel 1989.
La composizione è diversa da quella di un gigante gassoso come Saturno o Giove: c'è un nucleo roccioso, un mantello ghiacciato e uno strato più esterno gassoso composto da idrogeno e elio. Il mantello detiene la maggior parte della massa di un gigante ghiacciato mentre un gigante gassoso si compone essenzialmente di idrogeno e elio.



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Una nuova analisi mostra una possibile motivazione per l'intensità dei venti su Urano e Nettuno, i più veloci nel Sistema Solare


Sia Urano sia Nettuno possiedono dei getti atmosferici veloci che fluiscono verso ovest nei pressi dell'equatore e verso est a latitudini maggiori. Nettuno in particolare possiede i venti planetari più veloci del Sistema Solare e un articolo di Yohai Kaspi mostra come questi getti si estendano in profondità per non più di 1100 chilometri su entrambi i pianeti. Su Urano questa profondità corrisponde a una pressione di circa 2000 bar mentre per Nettuno corrisponde a circa 4000 bar. Se si pensa che il diametro dei due pianeti è di 50.700 chilometri e di 49.200 chilometri, è facile capire come una profondità di 1100 chilometri sia davvero piccola e che i getti atmosferici siano guidati da processi abbastanza superficiali

Negli strati superiori dell'atmosfera dei due pianeti la temperatura è abbastanza fredda da far condensare il metano in nubi. Più internamente, fino a poche bar di pressione, sono presenti nubi di ammoniaca e solfuro di idrogeno mentre ancora più internamente, a decine di bar o più, le nubi sono condensazioni di acqua. Un meccanismo plausibile che può portare a getti atmosferici è dato dal calore latente rilasciato da moti di convezione.
A circa 300 bar di pressione la condensazione dell'acqua che crea nubi può rilasciare calore latente in quantità sufficiente a determinare la presenza di questi getti. La convezione su questi due pianeti non può essere indotta dalla luce solare, visto che questa penetra soltanto fino a poche bar di pressione. Invece, la gran parte della convezione può essere guidata dalla radiazione interna proveniente dal nucleo del pianeta. Il flusso interno di radiazione è maggiore rispetto alla radiazione ricevuta dal Sole e la conseguenza è che Nettuno e Urano innescano una convezione dall'interno, il che probabilmente spiega la velocità dei venti.

Beyond earthly skies

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... cciati.txt


Ultima modifica di ubatuba il 07/06/2013, 12:08, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 16/07/2013, 09:28 
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Scoperto il quattordicesimo satellite del lontano pianeta: in realtà figurava già nelle immagini del 2004 ma era passato inosservato


Il telescopio spaziale Hubble ha scoperto una nuova luna in orbita intorno al pianeta Nettuno, il che porta il numero di satelliti naturali a 14.
Il corpo ha un diametro stimato in non più di 12 miglia, il che lo rende il più piccolo nel sistema di Nettuno. E' così piccolo che finora è sfuggito anche alle immagini della Voyager 2, che ha sorvolato Nettuno nel 1989 osservando lune e anelli.
La luna è stata scoperta da Mark Showalter del SETI a Mountain View, California, mentre stava studiando i deboli anelli del pianeta, quindi altra serendipity. Lune e archi sono molto veloci quindi per scoprirne i dettagli dobbiamo per forza trovare un modo per seguirne il moto, proprio come un fotografo di manifestazioni sportive riesce a seguire gli atleti durante una corsa trascurando il fuoco dello sfondo.
Showalter ha esteso il proprio raggio di azione oltre gli anelli scoprendo un puntino bianco a circa 65.400 miglia da Nettuno, tra le lune Larissa e Proteus.
Analizzando 150 foto di archivio di Nettuno scattate tra il 2004 e il 2009, lo stesso puntino appare più volte in orbita circolare compiuta in 23 ore.
La luna è stata designata S/2004 N1 ed è brillante cento milioni di volte in meno rispetto alle stelle più deboli visibili ad occhio nudo.
Probabilmente molti satelliti sono stati acquisiti dalla Fascia di Kuiper dopo che Tritone, la luna più grande, si è adagiata nell'orbita attuale dopo la sua stessa cattura gravitazionale da parte del pianeta.

NASA

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... ettuno.txt


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MessaggioInviato: 10/10/2013, 17:50 
La luna scomparsa di Nettuno

Solo il Voyager 2 le aveva dato una fugace occhiata nel suo passaggio attorno a Nettuno nel 1989. Ora Naiade, la luna più prossima al pianeta, è stata scovata in immagini d'archivio del telescopio spaziale Hubble



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Avevamo già apprezzato le sue doti di "minatore dei pixel" lo scorso luglio quando aveva annunciato la scoperta della quattordicesima luna di Nettuno, provvisoriamente denominata S/2004 N 1.
Dopo l'estrazione di quella preziosa pepita da una serie di osservazioni effettuate dal telescopio spaziale Hubble tra il 2004 e il 2009, Mark Showalter del SETI Institute a Mountain View, in California, ha ulteriormente raffinato i suoi setacci e ha ora messo a segno un altro colpaccio. Assieme a colleghi statunitensi ha infatti ritrovato la luna Naiade, osservata nel 1989 dalla sonda statunitense Voyager 2 e mai più avvistata in seguito.
La ri-scoperta di Naiade, la luna più interna di Nettuno, è stata possibile grazie a nuove tecniche di soppressione del bagliore proveniente dal pianeta applicate alla stessa serie di immagini d'archivio Hubble del sistema nettuniano.
Visto da Terra, Nettuno è oltre un milione di volte più luminoso rispetto a Naiade, che lo circumnaviga in sette ore alla brevissima distanza di 23.500 km. Questo spiega perché Naiade sia stato un bersaglio così elusivo per tutto questo tempo, nonostante misuri attorno ai 100 km di diametro, quindi ben più grande dell'ultima luna scoperta, S/2004 N 1, che ne misura solo una ventina ma ha un orbita molto più esterna.
La vera sorpresa è che Naiade sembra avere preso una sbandata. Facendo i conti, gli astronomi sono rimasti piuttosto perplessi dal fatto che la luna si trovi in una posizione orbitale molto avanzata rispetto a quanto invece era stato calcolato. Si può supporre che l'interazione gravitazionale con un'altra delle lune di Nettuno l'abbia fatta accelerare, ma il mistero potrà essere risolto solo con ulteriori osservazioni del sistema nel suo complesso.
L'orbita ristretta in cui si trova Naiade la sottopone a notevole forza mareale che presumibilmente porterà alla disgregazione della luna nel corso del tempo, dando magari origine ad un nuovo anello attorno a Nettuno. Oltre alle lune, il pianeta ospita infatti una famiglia di anelli, molto più deboli di quelli di Saturno, su alcuni dei quali sono presenti dei cosiddetti archi di anello, ovvero dei segmenti più densi, la cui origine rappresenta ancora un grattacapo per i ricercatori.
Proprio di questi misteriosi archi le nuove tecniche d'indagine di Showalter e colleghi hanno fornito un ritratto aggiornato, utile per confermare altre osservazioni effettuate con telescopi terrestri. Mentre le immagini del Voyager 2 permettevano di distinguere sull'anello denominato Adams una serie di almeno quattro archi ravvicinati, i due archi principali si sono affievoliti nel tempo e risultano completamente assenti nelle nuove elaborazioni delle immagini ottenute da Hubble nel dicembre 2004. I due archi rimanenti, visibili sulla destra di Nettuno, risultano invece sostanzialmente immodificati, benché presentino anche loro una tendenza al declino.
Gli scienziati ritengono che questi addensamenti di pulviscolo possano crearsi e rimanere relativamente stabili per un certo periodo grazie a un effetto di confinamento gravitazionale prodotto della vicina luna Galatea. Tuttavia non sanno ancora spiegare perché gli archi d'anello non si dissolvano tutti nello stesso tempo. "In un decennio o due potremo vedere un anello senza archi" ha comunque pronosticato Showalter durante la presentazione del suo studio al Congresso annuale della AAS Division for Planetary Sciences. Al lavoro hanno partecipato Robert French del SETI Institute, Imke de Pater dell'Università della California e Jack Lissauer del NASA Ames Research Center.

Fonte: MEDIA INAF

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 Oggetto del messaggio: Re: re:nettuno
MessaggioInviato: 20/02/2019, 22:01 
Cita:


Il Sistema Solare diventa più grande: Nettuno ha una nuova luna, si chiama “Ippocampo”
La "nuova" luna di Nettuno si chiama "Ippocampo": era sfuggita alle osservazioni condotte nel 1989 dalla sonda Voyager 2


Il Sistema Solare è più grande: Nettuno ha un altro satellite naturale, che va ad aggiungersi ai 14 già noti.
La sensazionale scoperta è stata descritta su Nature dal gruppo dell’Istituto Seti per la ricerca di intelligenze extraterrestri di Mountain View, in California.
La nuova luna si chiama “Ippocampo“, ed ha un diametro di circa 34 km (è il più piccolo del gruppo di satelliti): era sfuggita alle osservazioni condotte nel 1989 dalla sonda Voyager 2, che ha ormai oltrepassato i confini del nostro sistema planetario.
“Ippocampo” è stata scoperta grazie alle immagini scattate dal telescopio spaziale Hubble: è stato possibile mettere a fuoco, malgrado le loro rapide orbite, le lune più interne di Nettuno, quelle che si trovano all’interno dell’orbita della luna più grande, Tritone.
Ippocampo orbita a circa 12mila km da Proteus, che si trova a 200mila km da Nettuno, due terzi della distanza tra Terra e Luna.





http://www.meteoweb.eu/2019/02/sistema- ... a/1224250/


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 Oggetto del messaggio: Re: re:nettuno
MessaggioInviato: 21/02/2019, 13:29 
Vabbè luna... è un sasso dai



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