Estratto dall' articolo pubblicato da Sheenky sul sito:
http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/pop_articoli_print.asp?ARTICOLO_ID=9206Cita:
Turismo interstellare e miniere
14 Giugno 2011 03.11 Di: Sheenky - Fonte: Ufoonline
Le opinioni degli specialisti in questo campo sono molto, molto diverse fra loro.
C'è chi dice che ci vorranno centinaia di anni prima di poter avere delle serie possibilità di poter fare viaggi interstellari
e c'è chi, molto più ottimista, spera che dei progressi sconvolgimenti nella tecnologia, magari inattesi, possano abbreviare di molto l'attesa di viaggi interstellari.
A seconda di quale delle due visioni si sposa questi viaggi potrebbero quindi o essere fuori completamente dalla nostra portata o dietro l'angolo, anche se questo vuole comunque dire sempre qualche decennio.
Dove sta la verità?
Sono le decine di ingegneri, scienziati, capitalisti e visionari, come Vinton G. Cerf capo "evangelista di Internet" a Google, che hanno fondato o collaborano al Progetto Icaro, nome che non è particolarmente benaugurante quando si parla di voli nello spazio.
E' un progetto sostanzialmente privato, fra una fondazione, TauZero, e la British Interplanetary Society, che si propone di studiare ogni strada che renda possibile quanto prima i viaggi fra le stelle.
Ovviamente fare delle previsioni su quali saranno le tecnologie del futuro è un esercizio difficile,
ma è interessante, e questo sembra il merito principale di Icaro stimolare la discussione, motivare una nuova generazione di scienziati a "pensare diversamente" per trovare soluzioni un problema che sembra irresolubile.
Le aree su cui agire sono sostanzialmente tre.
La prima è capire come arrivare allo spazio in modo semplice ed economico, partendo dalla Terra ovviamente.
Il problema non è da poco: nei primi chilometri abbiamo un forte influsso della gravità terrestre, che va vinto, e quindi dobbiamo avere potenza nel razzo vettore, da cui motori importanti e consumi di carburante notevoli, carburante che a sua volta "pesa".
Poi appena in orbita tutto questo peso e carburante non serve più, perché la gravità si è attenuata moltissimo. Uscire dalle grinfie della gravità terrestre è quindi complesso e costoso.
Per dare un'idea, una tipica missione dello Shuttle NASA, come quella appena conclusasi, capace di trasferire circa 25 tonnellate in orbita fino alla Stazione Spaziale Internazionale, costa mezzo miliardo di dollari, richiede mesi di pianificazione e un gran numero di persone di supporto.
Al Progetto Icaro si studiano strade radicalmente diverse per costruire direttamente in orbita l'astronave che andrà fra le stelle.
Costruirla, o meglio assemblarla in orbita permetterebbe di avere una struttura molto meno pesante,
dato che non dovrebbe, più che tanto sfuggire alla attrazione terrestre e quindi motori meno potenti e soprattutto meno molto meno carburante.
Una possibilità già avanzata come studio è il nuovo veicolo spaziale britannico Skylon,
una specie di aereo spaziale senza pilota, riusabile almeno 200 volte, con tecnologia di spinta più simile a quella di un reattore che a quella di un razzo vettore.
La Reaction Engines Limited (REL) pensa di costruirne una flotta e farne in sostanza un tram per la Stazione Spaziale Internazionale.
I costi per chilo di materiale portato in orbita potrebbero scendere almeno di 23 volte, ma stanno lavorando per aumentare ulteriormente il vantaggio.
Altro problema fondamentale è capire perché mai i privati dovrebbero investire nell'esplorazione spaziale.
Quando lo fa uno Stato, come per esempio fu per gli USA per la conquista della Luna, si tratta di stimolo alla ricerca e all'industria, con commesse anche di notevoli proporzioni.
Sono investimenti che hanno dato e danno indubbi benefici e ricadute sociali, ma sul lungo periodo.
Per i privati è diverso.
Il caso del turismo spaziale è evidente:
portare turisti nello spazio, anche solo in volo sub orbitale può essere un affare e si pensa che l'epoca per uno sviluppo "di massa" e remunerativo sia vicina.
Tra qualche anno con cifre popolari, qualche migliaio di dollari, potremo vedere la Terra un po' rotonda pure noi e non solo i pochissimi miliardari eccentrici che hanno comprato voli dai russi sulla Soyuz a suon di milioni di dollari.
Un altro caso di ritorno industriale immediato potrebbe essere, ma non oggi, l'attività mineraria nel Sistema solare.
Anche se suona strano il Sistema solare è strapieno di minerali costosissimi sulla Terra e una fonte di ritorno economico piuttosto veloce potrebbe essere proprio l'attività mineraria.
Ci sono addirittura testi come quello di John C. Lewis, "Mining the Universe" ,in cui si propone e analizza quest'attività, valutando che un piccolo asteroide vicino alla Terra, e quindi relativamente facile da raggiungere, possa contenere minerali per 15 trilioni di dollari.
Quale opportunità migliore quindi? Basta costruire un razzo, andare fin all'asteroide, perforarlo e riportare sulla Terra il malloppo.
Le tecnologie per farlo sono quasi mature ossia potremmo pensare di riuscirci entro il decennio, ma il costo stimato, oggi come oggi, è di 2 miliardi di dollari di spesa per ogni etto di materiale asteroidale. Difficile pensare di guadagnarci!
Il problema dei costi attuali ci fa tornare all'inizio: il punto fondamentale da risolvere è trovare una tecnologia di spinta molto più efficiente, capace di imprimere maggior potenza a costi molto ridotti.
I nostri visionari del progetto Icaro puntano tutto sulla fusione nucleare.
Se si raggiungesse il traguardo avremmo 1 milione di volte più energia di quella che un comune razzo a combustibile oggi può avere e si potrebbe quindi spingere il nostro veicolo spaziale a una velocità ben superiore a 60.000 km ora dello sperduto Voyager, che comunque è il detentore del record.
Si parla addirittura, in un eccesso di ottimismo, di raggiungere una frazione ragionevole della velocità della luce.
La NASA ha cominciato a finanziare nel 2011 MSNW LLC e l' Università di Washington per lo studio e
sviluppo di un
razzo a fusione attraverso il programma NIAC (NASA Innovative Advanced Concepts).
Basato sulla tecnica della
fusione magnetico-inerziale (MIF), che combina le due tecniche di confinamento, quella magnetica e inerziale,
riducendo i costi:
Potenti
campi magnetici faranno collassare grandi anelli di metallo (verosimilmente
litio) intorno al
plasma di deuterio e trizio comprimendolo fino alla
fusione.
L' energia ottenuta dalla reazione di fusione
riscalderà e ionizzerà il metallo, che sarà sparato ad alta velocità attraverso un razzo magnetico.
Il processo, ripetuto approssimativamente ogni minuto, fornirà la spinta propulsiva.
Nell' Aprile 2013, MSNW ha dimostrato sottocomponenti del sistema:
il riscaldamento del plasma di deuterio fino alla temperatura di fusione e la concentrazione dei campi magnetici necessari a creare la fusione.
Hanno in programma di unire le due tecnologie per
un test prima della fine dell' anno.
In seguito le scaleranno aumentandole in termini di potenza e hanno in programma di aggiungere il necessario deuterio
entro la fine dello studio NIAC (Settembre 2014).
Fonte:
Wikipediahttp://en.wikipedia.org/wiki/Interplanetary_spaceflight#Fusion_rocketshttp://en.wikipedia.org/wiki/Fusion_rockethttp://en.wikipedia.org/wiki/Project_DaedalusL' interesse concreto della NASA e i risultati pratici già ottenuti levano ogni dubbio, per chi ne avesse avuto, circa la possibilità della fusione nucleare e all' applicazione spaziale.
Grazie a questi sforzi siamo un passo più vicini al giorno in cui la prima nave a fusione solcherà le profondità dello spazio, segnando l' inizio di una nuova era nell' esplorazione umana dell' Universo.
I vecchi razzi chimici sono destinati ai musei dove le nuove generazioni potranno imparare i ricordi gloriosi dei primi pioneri, ma hanno già raggiunto da troppo tempo il loro limite.
Il futuro è della fusione, e non solo nello spazio.
La speranza è che questa rivoluzione tecnologica non sia ristretta ai soli viaggi spaziali, ma estesa
a tutta la società.
Siamo ormai all' alba del giorno in cui
l' energia sarà abbondante per tutti sul pianeta, rivoluzionando la nostra capacità industriale, economia, e vita.
Un' energia che
non produce gas serra e che mandi finalmente allo sfascia carrozze i ferrovecchi, ancora mantenuti artificialmente in piedi, per soli interessi personali, delle compagnie petrolifere.
La fine, già fin troppo ritardata, dell' era della combustione. Altrimenti, presto arriverà davvero il momento in cui avremo bisogno di un altro pianeta per sopravvivere, e non per prosperare.Amen.
Buona Discussione,
Aztlan
PS: @Sheenky:
Il topic nasce da una ricerca collaterale a un altro, che mi ha portato al punto di doverne aprire uno ad hoc.
A tale scopo ho preventivamente verificato l' eventuale presenza di contenuti analoghi, e non avendone trovato ho proceduto.
Ho però trovato il tuo articolo, che fungeva bene da antefatto, e dunque l' ho citato in apertura.